ITTO990248A1 - Dispositivo per l'abbattimento della durezza dell'acqua(dolcificatore) dotato di sensore di esaurimento resine e relativo - Google Patents

Dispositivo per l'abbattimento della durezza dell'acqua(dolcificatore) dotato di sensore di esaurimento resine e relativo

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ITTO990248A1
ITTO990248A1 IT1999TO000248A ITTO990248A ITTO990248A1 IT TO990248 A1 ITTO990248 A1 IT TO990248A1 IT 1999TO000248 A IT1999TO000248 A IT 1999TO000248A IT TO990248 A ITTO990248 A IT TO990248A IT TO990248 A1 ITTO990248 A1 IT TO990248A1
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water
space
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Carlo Carli
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Description

Descrizione dell’invenzione industriale dal titolo:
“DISPOSITIVO PER L’ABBATTIMENTO DELLA DUREZZA DELL’ACQUA (DOLCIFICATORE) DOTATO DI SENSORE DI ESAURIMENTO RESINE E RELATIVO METODO DI PRODUZIONE”
RIASSUNTO
Dispositivo per l'abbattimento della durezza dell'acqua (dolcificatore) adatto ad essere utilizzato in una macchina di lavaggio di uso domestico, in particolare una lavastoviglie, presentante un contenitore (1) entro il quale sono ospitate resine a scambio ionico che provvedono ad abbattere il grado di durezza dell'acqua da cui vengono lambite e mezzi per rigenerare l'efficacia di dolcificazione di dette resine, caratterizzato dal fatto che
- almeno una parte di dette resine (19) sono confinate in uno spazio (9) delimitato,
- una parete di detto spazio (9) comprende un elemento mobile o elastico (15),
- sono previsti mezzi (17,18;20) per la rilevazione del movimento di detto mobile o elemento elastico (15) al fine di rilevare l'esaurimento della efficacia di funzionamento di dette resine (19).
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo per l'abbattimento della durezza dell’acqua (dolcificatore) atto ad essere utilizzato in una macchina di lavaggio di uso domestico, in particolare una lavastoviglie, ed un relativo metodo di produzione.
Come è noto, le macchine di lavaggio di uso domestico utilizzanti acqua, in particolare le lavastoviglie, sono dotate di un dispositivo di decalcificazione dell'acqua di lavaggio e di risciacquo, previsto per abbattere il grado di durezza dell’acqua in modo da evitare depositi di calcare. Tale dispositivo é noto anche con il nome di dolcificatore.
Come è noto, il deposito di calcare é il risultato della presenza di una notevole quantità di ioni di calcio (Ca++) e di magnesio (Mg++) nell’acqua di lavaggio e dal riscaldamento prodotto all’interno della macchina durante il lavaggio.
Il decalcificatore provvede quindi a scambiare gli ioni di calcio (Ca++) e di magnesio (Mg++) dell’acqua entrante nella vasca di lavaggio con ioni di sodio (Na+) contenuti in apposite resine, poste nel decalcificatore.
Le resine, o sostanza similare, per semplicità nel seguito chiamate resine, si esauriscono dopo un certo periodo di utilizzo, ossia si scaricano degli ioni di sodio (Na+) da scambiare con gli ioni calcio (Ca++) e magnesio (Mg++) dell’acqua; pertanto a resine esaurite, l’acqua che attraversa queste ultime mantiene sostanzialmente la stessa durezza che aveva in entrata.
Tanto é maggiore é il grado di durezza dell’acqua, tanto maggiore é la rapidità di esaurimento delle resine.
Per evitare questo inconveniente, si realizza allora una fase di rigenerazione delle resine, consistente nell'introdurre nel contenitore delle resine una soluzione di acqua e sale (NaCI).
Questa fase viene generalmente effettuata ad ogni ciclo di lavaggio, con notevole dispendio di sale, che deve venire introdotto sovente da parte dell’utente; inoltre ciò produce anche un utilizzo maggiore di acqua.
E' noto che per ridurre lo spreco di sale ed acqua, alcune macchine di lavaggio presentano dei sensori di durezza dell’acqua che attivano la rigenerazione delle resine solo quando riscontrano che la durezza dell'acqua si é ridotta oltre a una certa soglia a causa del loro esaurimento.
Detti sensori misurano solitamente la resistività dell’acqua e, in base alle informazioni ottenute, un sistema di controllo provvede ad attivare o meno la rigenerazione delle resine.
Questo sistema comporta che degli elettrodi siano immersi nell’acqua e siano alimentati elettricamente. Anche se la tensione applicata ai sensori è bassa, resta pur sempre un pericolo perché i sensori sono a contatto diretto dell’acqua.
Anche se regolarmente avviene l’abbattimento della durezza dell’acqua, niente vieta che un leggero strato di calcare si depositi sui sensori, prima che venga attivata la rigenerazione, alterando così la rilevazione della durezza dell’acqua dovuta alla resistività aggiuntiva del calcare.
Inoltre tali sistemi rilevano direttamente la durezza dell'acqua e solo indirettamente lo stato delle resine; questo fa si che la rigenerazione delle resine possa essere attivata anche nei casi in cui questa non sia ancora necessaria.
Scopo della presente invenzione è quello di risolvere i problemi sopra citati ed in particolare di indicare un dispositivo per l'abbattimento della durezza dell’acqua (dolcificatore) adatto ad essere utilizzato in una macchina di lavaggio di uso domestico, in particolare una lavastoviglie, in cui la rilevazione dell'esaurimento dei mezzi di abbattimento possa essere realizzata in modo tale da risultare semplice, agevole, sicura, economica e diretta.
Altro scopo della presente invenzione è quello di indicare un metodo di rilevazione dell'esaurimento delle resine a scambio ionico che sia sicuro e vantaggioso.
Altro scopo della presente invenzione è quello di indicare un vantaggioso metodo di produzione per un tale dispositivo per l’abbattimento della durezza dell’acqua.
Per raggiungere tali scopi, formano oggetto della presente invenzione un dispositivo per l’abbattimento della durezza dell'acqua, un metodo di rilevazione dell'esaurimento delle resine nonché un metodo di produzione di un dispositivo per l’abbattimento della durezza dell’acqua aventi le caratteristiche delle rivendicazioni allegate, che formano parte integrante della presente invenzione.
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue e dai disegni annessi forniti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo, in cui:
- la figura 1 rappresenta schematicamente una sezione verticale di un contenitore delle resine di un dispositivo per abbattere la durezza dell'acqua secondo la presente invenzione;
- la figura 2 rappresenta schematicamente una sezione trasversale di un contenitore delle resine di un dispositivo per abbattere la durezza dell’acqua secondo la presente invenzione;
- ta figura 3 rappresenta schematicamente una sezione verticale della parte superiore di un contenitore delle resine di un dispositivo per abbattere la durezza dell’acqua secondo una variante della presente invenzione.
Nelle figure 1 e 2, che rispettivamente rappresentano schematicamente una sezione verticale e una trasversale di un contenitore delle resine di un dispositivo per abbattere la durezza dell'acqua secondo la presente invenzione, con il numero 1 è indicato il contenitore delle resine, il quale è collegato meccanicamente ed idraulicamente con un contenitore del sale necessario per la rigenerazione delle resine, non rappresentato in figura, entrambi facenti parte di un dispositivo D per abbattere la durezza dell’acqua. Il dolcificatore D é realizzato in tre pezzi saldati fra loro, con un sistema a lama calda, dopo che al loro interno sono stati inseriti i vari componenti; con il numero 2 è indicato un coperchio superiore del dolcificatore D, con il numero 3 è indicata la sua parte inferiore, con il numero 4 è indicata la sua parte centrale e con il numero 5 sono indicate le resine di addolcimento dell’acqua.
Con 6 e 7 sono indicati rispettivamente un filtro superiore e un filtro inferiore; con 8 é indicato il punto di saldatura dei tre pezzi che compongono il dolcificatore D.
Con il numero 9 è indicata una colonna cilindrica cava, o un simile elemento tubolare, atta ad essere inserita centralmente, e dal basso, nel contenitore 1 delle resine, prima che a questo venga saldata la relativa parete inferiore 3. La colonna 9 presenta un’estremità chiusa dalla porzione del filtro 7 delimitata da un rilievo 7A presente sul filtro stesso; il rilievo 7A, con sezione di dimensioni e forma uguale alla sezione della colonna 9, viene saldato sul bordo inferiore della colonna 9, quando viene saldata la parte inferiore 3 alla parte centrale 4 del dolcificatore D.
La colonna 9 presenta inoltre una serie di nervature 10 (almeno tre), che si dipartono radialmente dalla superficie esterna della colonna stessa.
Le nervature 10 sono di altezza pari a circa la metà dell’altezza della colonna 9 ed hanno una larghezza tale da potersi inserire in apposite scanalature 11 ricavate sulla superficie interna del contenitore 1 (si veda in particolare la Fig. 2); in tal modo la colonna 9 risulta inserita centralmente e correttamente posizionata entro il contenitore stesso.
La posizione in altezza della colonna 9 entro il contenitore 1 è delimitata dall’arresto dell’inserimento delle nervature 10 nelle relative scanalature 11, dovuto alla dimensione in altezza delle scanalature stesse, giungendo sulla battuta che costituisce l’estremità superiore delle scanalature stesse.
La colonna 9 presenta inoltre, sia sulla parete esterna che sul fondo, delle fenditure o feritoie 12, atte a mettere in collegamento idraulico l’interno della colonna 9 con il contenitore 1.
Il coperchio 2 del contenitore 1 definisce una zona centrale 13, al cui fondo è prevista un’apertura 14 in corrispondenza della colonna 9.
Con il numero 15 è indicata una membrana elastica, la quale è fissata al coperchio 2, allo scopo di chiudere l’apertura 14.
Per il fissaggio in posizione della membrana elastica 15, i bordi periferici di quest’ultima risultano interposti tra il coperchio 2 e un anello 16, il quale è fissato al coperchio 2 mediante viti V.
L'anello 16, oltre a svolgere la tenuta in posizione della membrana elastica 15, è utilizzato per la saldatura dei bordi dell'apertura 14 alla colonna 9, in modo tale da non danneggiare la membrana elastica 15.
Con 17 è indicato un elemento di attivazione a forma di puntale, montato centralmente sulla membrana 15 e ad essa solidale.
Il puntale è in materiale dielettrico e, come si vedrà in seguito, è atto ad essere movimentato dalla membrana 15 tra le piastre parallele di un sensore capacitivo 18.
Con il numero 19 sono indicate delle resine campione presenti nella colonna 9, dello stesso tipo di quelle contenute nel contenitore 1; secondo la presente invenzione, tali resine campione vengono opportunamente trattate ai fini del loro inserimento nella colonna 9, con modalità che saranno descritte in seguito. La presente invenzione si basa sul riconoscimento di due considerazioni.
Una prima considerazione è data dal fatto che le normali resine utilizzate per l'abbattimento della durezza dell’acqua tendono a variare di volume con il loro esaurimento, fenomeno che avviene durante il normale funzionamento del dispositivo dolcificatore.
Una seconda considerazione, raggiunta dagli autori della presente invenzione, è che il volume delle stesse resine può inoltre essere variato anche in particolari condizioni di concentrazione di ioni di sodio (Na+) nella soluzione acquosa che le circonda.
La spiegazione di tale fenomeno è dato dalla conformazione e composizione delle resine.
Molto schematicamente, le resine sono costituite da granuli o perline, ciascuna delle quali è formata da una struttura di catene in polistirolo, sostanzialmente avvolte tra loro come un gomitolo.
Le varie catene in polistirolo sono legate tra loro a mezzo di più piccole catene in divinilbenzene, sulle quali sono presenti dei siti (SO4-) ove gli ioni sono atti a risiedere.
L'inventore ha riscontrato che la struttura in polistirolo delle perline di resina forma sostanzialmente una membrana semipermeabile, la quale è atta a lasciar penetrare una parte di ioni Na+ presenti nella soluzione acqua-sale che la circonda; anche la restante parte di ioni Na+ che rimane all’esterno della membrana tende, per pressione osmotica, a penetrare nella struttura, ma senza riuscirvi.
Non potendo entrare nella struttura della perlina di resina, la pressione osmotica esercitata da tali ioni Na+ sulla suddetta membrana, comprime quindi la perlina, riducendone il volume.
In altre parole, se una perlina di resina vergine viene immersa in una soluzione acquosa ad alta concentrazione di cloruro di sodio (NaCI), una parte di ioni di sodio Na+ di tale soluzione penetra nella struttura della perlina a seguito della pressione osmotica esercitata, mentre la restante parte di ioni di sodio Na+, presenti all'esterno della perlina, per la pressione osmotica esercitata sulla superficie esterna della perlina di resina, non potendo penetrare nella struttura, la comprime e di conseguenza ne riduce il volume.
A puro titolo indicativo, la riduzione in volume che si riscontra in questo modo è circa del 10-11%, con una soluzione acquosa avente 100 g/l di cloruro di sodio. Quando le resine sono allo stato naturale o vergine, contengono già ioni di sodio (NA+) da scambiare con gli ioni di calcio (Ca++) e di magnesio (Mg++) contenuti nell’acqua di lavaggio.
Secondo la presente invenzione, quindi, la preparazione delle resine campione da inserire nella colonna 9, che unitamente alla membrana 15, al puntale 17 ed al sensore capacitivo 18, costituiscono un sensore di stato delle resine, avviene nel modo che segue.
Le resine campione 19, prima di essere inserite nella colonna 9, vengono immerse in una soluzione acquosa satura di cloruro di sodio (NaCI), in modo tale da ridurne il volume secondo quanto precedentemente descritto.
In questo modo, pertanto, sfruttando la pressione osmotica, la quantità di resine che può essere inserita nella colonna 9 risulta maggiore rispetto alla quantità di resine non così trattate che potrebbero esservi inserite.
La colonna 9 viene quindi inserita entro la parte centrale 4 del contenitore 1 , inserendo le nervature 10 nelle relative scanalature 11.
Dopo tale operazione, al corpo 4 del contenitore 1 viene saldato il fondo 3, con il relativo filtro 7, in modo in sé noto.
Con la saldatura del fondo 3 al corpo 4 del contenitore, viene anche saldato il rilievo 7A del filtro 7 al bordo inferiore della colonna 9, in questo modo viene realizzata la chiusura della parte inferiore della colonna 9.
Al coperchio 2, in corrispondenza dell’apertura 14 della sua zona centrale 13, viene quindi fissata la membrana elastica 15; tale fissaggio è realizzato interponendo i bordi periferici della membrana 15 tra il coperchio 2 (lungo il bordo dell’apertura 14) e l’anello 16; le viti V vengono poi serrate.
La colonna 9 viene quindi riempita con le resine trattate, con il metodo precedentemente descritto, in modo che presentino un volume ridotto; a questo punto, entro il corpo 4 dotato del fondo 3 e della colonna 9, vengono immesse le normali resine di addolcimento, non trattate.
In seguito, sulla parte superiore del corpo 4 viene posto il filtro 6, ed infine saldato il coperchio 2.
A questo punto viene realizzato un lavaggio delle resine con acqua dolcificata cioè a basso tenore di calcio e magnesio; in tal modo, dalle resine campione 19 contenute nella colonna 9, viene eliminata l’alta concentrazione di sodio (Na+) che si trova sulla superficie esterna delle perline.
In tal modo la pressione osmotica esercitata dagli ioni di sodio (Na+) sulle perline viene a mancare, e queste possono assumere il loro volume originale. Le resine campione 19, quindi, aumentando di volume, determinano una spinta entro la colonna 9, che trova sfogo solo verso l’alto, in quanto la parte inferiore è chiusa dalla porzione del filtro 7 delimitata dal rilievo 7A, producendo la conseguente deformazione della membrana 15 e l’innalzamento del puntale 17 ad essa associato.
A questo punto il sensore 18, atto al rilevamento della variazione del volume delle resine, come in seguito descritto, viene calibrato allo scopo, con modalità in sé note.
Man mano che, durante l’uso del decalcificatore sulla macchina di lavaggio, le resine si esauriscono, perdendo i propri ioni di sodio (Na+) e assumendo gli ioni di calcio (Ca++) e magnesio (Mg++) contenuti nell’acqua di lavaggio, diminuiscono di volume.
Tale diminuzione di volume, circa del 7%, avviene sia per le resine del contenitore 1 che per le resine campione 19 contenute nella colonna 9, in virtù della presenza delle feritoie 12 che permettono il passaggio dell’acqua destinata al lavaggio; la diminuzione del volume di queste ultime fa si che la pressione esercitata sulla membrana 15 risulti ridotta; la membrana può quindi abbassarsi elasticamente, seguendo la riduzione del volume delle resine campione.
Alla membrana 15, come descritto precedentemente, è collegato il puntale in materiale dielettrico 17, il quale è mobile tra le piastre del sensore capacitivo 18.
Il sensore capacitivo 18 è collegato ad un idoneo sistema di controllo, non descritto in quanto di tipo in sé noto, il quale, in funzione della posizione del puntale 17 tra le piastre del sensore 18, rileva la variazione di capacità.
In funzione del valore rilevato della capacità, ovvero quando tale capacità scende al di sotto di una soglia determinata, che corrisponde ad una certa condizione di resine esaurite, il sistema di controllo provvede ad avviare la rigenerazione delle resine, che avviene con modalità in sé note.
Tale fase di rigenerazione, che in sostanza consiste nell’addurre una soluzione di acqua e sale al contenitore 1 , riguarda ovviamente anche le resine campione 19, in virtù della presenza delle feritoie 12.
Il sensore capacitivo 18 è tarato, per esempio, in modo tale che l’attivazione della rigenerazione avvenga quando l’esaurimento delle resine sia di circa il 70%, al che corrisponde una ben determinata posizione del puntale 17 tra le piastre del sensore 18.
In questo modo, pertanto, la rigenerazione delle resine avviene soltanto quando essa è certamente necessaria, evitando così spreco di acqua e sale. Inoltre, così facendo le resine non raggiungono mai il loro completo esaurimento, con il rischio di utilizzare acqua troppo dura per il lavaggio.
Si noti che, ai fini della normale rigenerazione delle resine effettuata sulla macchina di lavaggio, le resine del contenitore 1 (comprese le resine 19) vengono immerse in un soluzione acqua-sale; tale soluzione presenta una concentrazione di ioni sodio Na+ sicuramente inferiore a quella presente nella soluzione utilizzata ai fini del trattamento preventivo delle resine campione; ciò non toglie che anche tale normale fase di rigenerazione si determini una riduzione di volume delle resine, sempre in virtù di una certa pressione osmotica esercitata.
Tuttavia, va considerato che il processo di rigenerazione previsto sulle comuni macchine di lavaggio prevede una fase terminale di lavaggio resine, a seguito della quale le medesime possono riassumere il loro volume originale.
In tale ottica, pertanto, il sistema di controllo della macchina di lavaggio sarà predisposto in modo da rendere il sensore 18 non operativo durante il processo di rigenerazione.
Dalla descrizione effettuata risultano chiare le caratteristiche della presente invenzione.
Dalla descrizione effettuata risultano anche chiari i vantaggi della presente invenzione.
Va sottolineato al riguardo come le resine 19 contenute nella colonna 9, oltre ad adempiere alla funzione di rilevazione dello stato di efficacia del dispositivo di addolcimento, unitamente al sensore 18, contribuiscono comunque all'addolcimento dell’acqua di lavaggio. La qualità della rigenerazione non è quindi affetta dalla quantità delle resine campione 19 poiché, qualunque sia la quantità di queste ultime, esse verranno sempre utilizzate ai fini della rigenerazione. Tale soluzione, permette di limitare l’ingombro contenitore delle resine, in quanto non è necessario prevedere un apposito recettacolo esterno per delle resine campione.
Come si evince dalla descrizione il sistema nonché il metodo di rilevamento dell’esaurimento delle resine in una macchina di lavaggio é realizzato in modo semplice, non ingombrante e di facile realizzazione.
Inoltre il dispositivo presenta una elevata affidabilità di funzionamento in quanto l’esaurimento delle resine viene rilevato monitorandole direttamente, e non tenendo sotto controllo la durezza dell’acqua, da cui si può dedurre solo indirettamente il grado di esaurimento resine stesse.
Il fato che il contenitore delle resine ospiti anche il vano di contenimento della resine campione, produce un'ulteriore efficacia di funzionamento del dispositivo. Infatti sia le resine di decalcificazione, sia quelle campione, sono messe nella condizione di essere sottoposte durante il loro funzionamento, alle stesse condizioni di temperatura e di pressione dell’acqua, il che rende più vicino alla realtà il segnale di esaurimento delle resine ottenuto dalle resine campione.
Anche la facilità di sostituzione di un eventuale sensore difettoso, in quanto montato esternamente al contenitore delle resine 1, migliora le caratteristiche tecniche del dispositivo dolcificatore.
E’ chiaro che numerose varianti sono possibili per l’uomo dellarte, al dispositivo ed al metodo oggetto della presente invenzione, senza per questo uscire daH'ambito dei principi di novità insiti nell'idea inventiva.
In accordo ad una prima possibile variante, in luogo di un sensore di tipo capacitivo 18, potrebbe essere utilizzato un microinterruttore elettrico.
Tale variante viene illustrata in Fig. 3, ove con 20 è indicato il citato microinterrutore.
In questo caso il puntale 17 agisce sul microinterruttore 20, la cui commutazione può essere utilizzata dal sistema di controllo quale criterio per abilitare l’avvio di un processo di rigenerazione; altra possibilità, in particolare per il caso di macchine di lavaggio con sistema di controllo di tipo elettromeccanico, è quella di inserire il microinterruttore 20 nel circuito di alimentazione dell'elettrovalvola di controllo dell'adduzione di acqua al contenitore del sale; in condizioni normali, il microinterruttore 20 mantiene il circuito aperto, così impedendo l'apertura della citata elettrovalvola e quindi l'effettuazione della fase di rigenerazione; in condizioni di resine esaurite, invece, la commutazione del microinterruttore 20 determinerà la chiusura del circuito di alimentazione della citata elettrovalvola, così consentendo l'adduzione di acqua al contenitore del sale, col conseguente passaggio della soluzione di rigenerazione (acqua-sale) al contenitore 1.
E' in ogni caso chiaro all’uomo del ramo che, in tale ottica, le possibili implementazioni dell’invenzione sono varie, sia in caso di macchine con sistema di controllo elettronico, che in caso di macchine con sistema di controllo elettromeccanico.
Una variante potrebbe consistere eventualmente nel sostituire la membrana 15 con un idoneo elemento mobile a tenuta.
Altra variante, al riguardo della rilevazione della variazione di volume delle resine, può essere quella di utilizzare un sensore di tipo ottico, quale un fototransistore, che rileva la posizione del puntale 17.
Ai fini di ottenere un’ implementazione vantaggiosa deH’invenzione, il sistema può essere anche applicato alla rivelazione e segnalazione della mancanza di sale nel dolcificatore D.
Il sistema a galleggiante, tipico dell'arte nota, si dimostra sufficientemente affidabile nel provocare lo spegnimento di una spia di segnalazione a seguito di un rabbocco di sale nel relativo contenitore, effettuato dall’utente; al contrario, tale sistema a galleggiante si dimostra sovente molto grossolano nel segnalare la mancanza del sale.
L'idea alla base della variante proposta é pertanto quella di sfruttare le informazioni sulla variazione di volume delle resine per determinare la mancanza di sale. Infatti il volume delle resine è anche legato al buon funzionamento della salamoia che serve a rigenerare le resine.
Infatti se il sensore, dopo aver attivato la rigenerazione perché le resine campione 19 hanno raggiunto un certo grado di esaurimento, rileva alla fine della rigenerazione che il volume delle resine campione non é ritornato al valore predeterminato, questo vuol dire che la salamoia utilizzata non ha la concentrazione di sale sufficiente ad una buona rigenerazione.
Pertanto, per tale caso, il sistema di controllo della macchina può essere previsto per attivare una spia luminosa, atta ad avvertire l’utente sulla necessità di aggiungere del sale nel relativo contenitore. In questo modo la segnalazione per il rabbocco del sale avviene in modo sicuro semplice ed affidabile.
In tale ottica, il metodo di rilevamento descritto adempie anche alla funzione di segnalazione di eventuali guasti del sistema di rigenerazione.
E’ infatti chiaro che l’attivazione della suddetta spia luminosa, nonostante la presenza di una quantità sufficiente di sale nel relativo contenitore, è indicativa di un malfunzionamento del sistema, quale ad esempio un guasto dell’elettrovalvola di abilitazione del processo di rigenerazione.
In accordo ad una ulteriore possibile variante, lo stato del sensore 18 potrebbe essere utilizzato per il controllo della durata del processo di rigenerazione.
Infatti se il sensore, dopo aver attivato la rigenerazione perché le resine campione 19 hanno raggiunto un certo grado di esaurimento, rileva prima della fine della fase di rigenerazione, che il volume delle resine campione é ritornato al valore predeterminato, il sistema di controllo della macchina può essere previsto per interrompere tale fase di rigenerazione. In questo modo l'interruzione della fase di rigenerazione si traduce in un risparmio di acqua e sale.

Claims (41)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo per l'abbattimento della durezza dell'acqua (dolcificatore) adatto ad essere utilizzato in una macchina di lavaggio di uso domestico, in particolare una lavastoviglie, presentante un contenitore (1) entro il quale sono ospitate resine a scambio ionico, che provvedono ad abbattere il grado di durezza dell’acqua da cui vengono lambite, e mezzi per rigenerare l'efficacia di dolcificazione di dette resine, caratterizzato dal fatto che - almeno una parte (19) di dette resine è confinata in uno spazio (9) delimitato; - una parete di detto spazio (9) comprende un elemento mobile o elastico (15); - sono previsti mezzi (17,18;20) per la rilevazione del movimento di detto elemento mobile o elastico (15).
  2. 2. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto spazio (9) è definito internamente a detto contenitore (1) ed è in comunicazione idraulica con l’ambiente ad esso circostante.
  3. 3. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detto spazio (9) è un elemento tubolare (9), quale una colonna cilindrica cava, chiusa ad almeno una estremità.
  4. 4. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto spazio o elemento tubolare (9) è almeno in parte circondato esternamente da resine a scambio ionico.
  5. 5. Dispositivo, secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detto elemento tubolare (9) è inserito centralmente nel contenitore (1) delle resine.
  6. 6. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1 o 3, caratterizzato dal fatto che, almeno in una condizione di funzionamento del dispositivo, detto spazio o elemento tubolare (9) è completamente riempito da detta parte di resine (19).
  7. 7. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detta parte di resine (19), prima di essere inserita in detto spazio o elemento tubolare (9) subisce un trattamento che ne produce una riduzione del volume.
  8. 8. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di rilevazione (17, 18;20) comprendono un elemento (17) di attivazione con, e/o associato a, detto elemento mobile o elastico (15).
  9. 9. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto elemento di attivazione è un puntale (17).
  10. 10. Dispositivo, secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di rilevazione (17,18;20) comprendono un sensore (18;20) atto a rilevare lo spostamento di detto elemento di attivazione (17).
  11. 11. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto sensore (18) è di tipo capacitivo.
  12. 12. Dispositivo, secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detto sensore è di tipo ottico.
  13. 13. Dispositivo, secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detto sensore comprende un interruttore elettrico (20).
  14. 14. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto elemento mobile o elastico comprende una membrana elastica (15).
  15. 15. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento mobile o elastico (15) è atto a variare la propria forma a seguito di una variazione di volume di detta parte di resine (19) confinata in detto spazio o elemento tubolare (9).
  16. 16. Dispositivo, secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi (10,11) per il posizionamento di detto elemento tubolare o colonna (9) entro detto contenitore (1).
  17. 17. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di posizionamento (10,11) comprendono nervature esterne (10) di detto elemento tubolare o colonna (9) atte all’accoppiamento in sedi (11) definite nel corpo di detto contenitore (1), in particolare su pareti interne di quest’ultimo.
  18. 18. Dispositivo, secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto la parte inferiore di detto elemento tubolare o colonna (9) é chiusa da un rilievo (7A) presente su un filtro (7).
  19. 19. Dispositivo, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detta colonna cava (9) é in comunicazione idraulica con detto contenitore (1), in particolare attraverso fenditure o feritoie (12) presenti sulla sua parete esterna e sul fondo.
  20. 20. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento mobile o elastico (15) è fissato ad un coperchio (2) di detto contenitore (1 ).
  21. 21. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che, ai fini del fissaggio, i bordi di detto elemento mobile o elastico (15) sono interposti tra un anello (16) e detto coperchio (2).
  22. 22. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di rilevazione (17, 18;20) sono utilizzati al fine di rilevare l’esaurimento della efficacia di funzionamento delle resine (19).
  23. 23. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di rilevazione (17,18;20) sono utilizzati per il controllo di mezzi di segnalazione, in particolare per la segnalazione di una mancanza di sale nel sistema di rigenerazione di dette resine e/o di un guasto di detto sistema.
  24. 24. Dispositivo per l’abbattimento della durezza dell’acqua (dolcificatore) adatto ad essere utilizzato in una macchina di lavaggio di uso domestico, in particolare una lavastoviglie, presentante un contenitore (1) entro il quale sono ospitate resine a scambio ionico, che provvedono ad abbattere il grado di durezza dell'acqua da cui vengono lambite, e mezzi per rigenerare l'efficacia di dolcificazione di dette resine, caratterizzato dal fatto che almeno una prima parte di resine (19) è confinata all’interno di uno spazio delimitato (9) all’interno di detto contenitore (1), detto spazio delimitato (9) essendo in comunicazione idraulica con l'acqua che deve essere addolcita, e che sono previsti mezzi (15,17,18;20) per rilevare una variazione di volume di almeno di detta prima parte di resine (19) al fine di conoscere lo stato di funzionalità di dette resine (5,19).
  25. 25. Dispositivo per l'abbattimento della durezza dell’acqua (dolcificatore) adatto ad essere utilizzato in una macchina di lavaggio di uso domestico, in particolare una lavastoviglie, presentante un contenitore (1) entro il quale sono ospitate resine a scambio ionico, che provvedono ad abbattere il grado di durezza dell’acqua da cui vengono lambite, e mezzi per rigenerare l’efficacia di dolcificazione di dette resine, caratterizzato dal fatto che una prima parte di resine (19) è confinata all’interno di uno spazio delimitato (9) all'interno di detto contenitore (1), detto spazio (9) essendo circondato da una seconda parte di resine (5), detto spazio delimitato (9) essendo in comunicazione idraulica con la circostante porzione di detto contenitore (1) che contiene detta seconda parte di resine (5), che detta prima parte di resine (19) svolge una sostanziale azione di addolcimento dell’acqua unitamente a detta seconda parte di resine (5), e che sono previsti mezzi (15, 17, 18;20) per rilevare una variazione di volume di detta prima parte di resine (19) al fine di conoscere lo stato di funzionalità di dette resine (5,19).
  26. 26. Metodo di controllo, del grado di esaurimento delle resine (5) di addolcimento dell’acqua in una macchina di lavaggio di uso domestico, in particolare una lavastoviglie, del tipo utilizzante delle resine di rigenerazione, caratterizzato dal fatto di prevedere il rilevamento della variazione del volume delle resine (5,19) lambite dall’acqua che deve essere addolcita, allo scopo di rilevare il grado di esaurimento del potere dolcificante delle resine (5,19) e/o una mancanza di sale nel sistema di rigenerazione di dette resine (5,19) e/o di un guasto al sistema di addolcimento dell’acqua.
  27. 27. Metodo di controllo, del grado di esaurimento delle resine (5) di addolcimento dell’acqua in una macchina di lavaggio di uso domestico, in particolare una lavastoviglie, del tipo utilizzante delle resine di rigenerazione, caratterizzato dal fatto di prevedere il rilevamento della variazione dello stato fisico delle resine (5,19) a mezzo di una variazione della posizione e/o configurazione di un elemento mobile o elastico (15) che delimita almeno in parte un vano (9) di contenimento di dette resine (19), la variazione della posizione e/o configurazione di detto elemento mobile o elastico (15) essendo determinata da una variazione di volume di dette resine (19) indicativa del grado di esaurimento del potere dolcificante di dette resine (5,19).
  28. 28. Metodo di controllo, secondo la rivendicazione 27, caratterizzato dal fatto che la variazione della posizione di detto elemento mobile o elastico (15) viene rilevato tramite mezzi sensori (18;20) ad esso associati.
  29. 29. Metodo di controllo, secondo la rivendicazione 27, caratterizzato dal fatto che dette resine campione (19) sono contenute in un elemento tubolare o colonna (9) inserito centralmente nel contenitore (1).
  30. 30. Metodo di controllo, secondo la rivendicazione 26 e/o 27, caratterizzato dal fatto che dette resine campione (19) prima di essere immesse in detto spazio delimitato (9) sono sottoposte ad un trattamento per la loro riduzione di volume.
  31. 31. Metodo di controllo, secondo la rivendicazione 30, caratterizzato dal fatto che detto trattamento consiste neN’immergere le resine campione (19) allo stato vergine in una soluzione satura di cloruro di sodio (NaCI).
  32. 32. Metodo di controllo, secondo la rivendicazione 31 , caratterizzato dal fatto che dette resine campione (19) vengono sottoposte ad un trattamento di lavaggio con acqua dolcificata per essere portate al loro stato originale.
  33. 33. Metodo di controllo, secondo la rivendicazione 32, caratterizzato dal fatto che detto trattamento di lavaggio viene effettuato a dolcificatore assemblato.
  34. 34. Metodo secondo la rivendicazione 26 e/o 27, caratterizzato dal fatto che se lo stato delle resine dopo una fase di rigenerazione non raggiunge una soglia prefissata, vengono attivati dei mezzi di segnalazione per l'aggiunta di sale in un relativo vano facente parte di un dispositivo (D) per l'abbattimento della durezza dell'acqua previsto in detta macchina lavastoviglie.
  35. 35. Metodo secondo la rivendicazione 26 e/o 27, caratterizzato dal fatto che se lo stato delle resine dopo una fase di rigenerazione non raggiunge una soglia prefissata, vengono attivati dei mezzi di segnalazione di eventuali guasti del sistema di rigenerazione.
  36. 36. Metodo secondo la rivendicazione 26 e/o 27, caratterizzato dal fatto che detti mezzi sensori (18;20) realizzano il controllo della durata del processo di rigenerazione.
  37. 37. Metodo di realizzazione di un dispositivo decalcificatore per macchine di lavaggio, in particolare una lavastoviglie, del tipo utilizzante resine a scambio ionico contenute in un relativo contenitore (1), caratterizzato dal fatto che: - nel contenitore si definisce un vano (9), - si chiude la parte inferiore del contenitore (1) e del vano (9) con un coperchio inferiore (3) e un filtro (7) inserito tra detto vano (9) e detto coperchio inferiore (3), - nel vano (9) vengono almeno messe prime resine (19), sottoposte ad un trattamento preliminare volto a produrne una diminuzione di volume, - nel contenitore (1), all’esterno del vano (9) si mettono eventualmente seconde resine (5), - si chiude il contenitore (1) e il vano (9) con un coperchio superiore (2) e inserendo un filtro (6) tra detto coperchio superiore (2) e dette resine (5,19), - almeno una parete di chiusura del vano (9) comprende una parte mobile o elastica (15), - dette resine (5,19) vengono sottoposte ad un lavaggio con acqua dolcificata.
  38. 38. Metodo di realizzazione, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato da! fatto che detto trattamento di dette prime resine (19) consiste in un bagno in una soluzione satura di sale.
  39. 39. Metodo di realizzazione, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto trattamento è atto, per pressione osmotica, a ridurre il volume delle prime resine (19), in modo tale che in detto vano (9) ci stia una quantità di resine che è maggiore della quantità che ci potrebbe stare se non fossero state trattate.
  40. 40. Metodo per rilevare il grado di esaurimento dell’efficacia di dolcificazione delle resine (5,19) in una macchina di lavaggio, in particolare una lavastoviglie, del tipo utilizzante delle resine di rigenerazione, caratterizzato dal fatto di prevedere il rilevamento della variazione del volume di almeno una parte di dette resine (19) a mezzo di una variazione della posizione e/o configurazione di un elemento (15) che delimita almeno in parte un vano (9) di contenimento di dette resine (19).
  41. 41. Macchina di lavaggio di uso domestico, in particolare lavastoviglie, e/o metodo dì controllo del grado di esaurimento di mezzi di addolcimento dell’acqua facente uso di un dispositivo per l’abbattimento della durezza dell’acqua (dolcificatore) e/o metodo di realizzazione di detto dispositivo per l’abbattimento della durezza dell’acqua, secondo gli insegnamenti della presente descrizione e dei disegni annessi.
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