ITTO990184U1 - Dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie. - Google Patents

Dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie. Download PDF

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Description

Descrizione del modello di utilità dal titolo:
"DISPENSATORE DI AGENTI DI LAVAGGIO PER UNA MACCHINA DI LAVAGGIO DOMESTICA, IN PARTICOLARE UNA LAVASTOVIGLIE"
RIASSUNTO
Viene descritto un dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, detto dispensatore (10) comprendendo un serbatoio (12) di contenimento di un agente di lavaggio liquido, al quale è associato un dispositivo (17-18) di controllo visivo del livello di detto agente di lavaggio liquido, detto dispositivo di controllo comprendendo un passaggio (18), disposto tra detto serbatoio (12) e l’esterno del corpo (11) del dispensatore (10), ed un elemento in materiale sostanzialmente trasparente (17) inserito in tale passaggio (18), una prima porzione (22) di detto elemento trasparente (17) essendo almeno in parte visibile dall’esterno di detto corpo (11) ed una seconda porzione (17B) di detto elemento trasparente (17) risultando inserita in detto serbatoio (12), ove all’estremità libera di detta seconda porzione (17B) sono definite una serie di appendici (20) disposte a livelli di altezza differenti.
DESCRIZIONE
Il presente trovato si riferisce ad un dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, del tipo indicato al preambolo della rivendicazione 1 allegata.
E’ noto che le macchine di lavaggio sono dotate di un dispensatore di agenti di lavaggio, intesi come quali detersivi ed additivi di lavaggio in polvere e/o liquidi; questi ultimi sono tipicamente costituiti, nel caso delle macchine lavabiancheria da sostanze ammorbidenti, e nel caso delle macchine lavastoviglie da sostante brillantanti.
Ad esempio, nel caso delle macchine lavastoviglie, i dispensatori comprendono solitamente un corpo in materiale plastico, parzialmente incassato nella controporta della macchina, ossia quella parte delle sportello di caricamento frontale della macchina che è rivolta verso l’interno della vasca di lavaggio della stessa.
Il citato corpo definisce, nella sua zona anteriore, un vano di contenimento per un detersivo, solitamente in polvere, il quale è provvisto di uno sportellino di chiusura ribaltabile o scorrevole; l’apertura di tale sportellino è controllata opportunamente da un programmatore, o timer, della macchina.
AH’intemo del corpo del dispensatore è poi previsto un serbatoio, per il contenimento di un secondo agente di lavaggio di tipo liquido, tipicamente un brillantante; solitamente, la quantità di brillantante che può essere caricata nel citato serbatoio, che è all’uopo dotato di un apposito tappo, è sufficiente per l’effettuazione di più cicli di lavaggio. Il dispensatore presenta poi al suo interno una vaschetta, associata al suddetto serbatoio, per il dosaggio della quantità di brillantante da erogare nel corso di un ciclo di lavaggio; il sistema di dosaggio del brillantante sfrutta in particolare il movimento di apertura e chiusura dello sportello della macchina, orizzontale quando aperto e verticale quando chiuso, per caricare parte del brillantante dal serbatoio alla vaschetta di dosaggio; nel corso del funzionamento della macchina, il programmatore provvede poi a comandare un attuatore, che libera un’apertura di scarico presente in corrispondenza della vaschetta di dosaggio, in modo che la dose di brillantante possa fluire da quest’ultima alla vasca di lavaggio della lavastoviglie.
Come detto, in generale, il citato serbatoio ha una capacità tale da poter contenere una quantità di agente liquido sufficiente per l’effettuazione di più cicli di lavaggio; in tal modo, l’utente della macchina viene chiamato solo periodicamente a realizzare il riempimento del serbatoio, tramite l’apposito tappo.
I dispensatori del tipo in precedenza citato sono solitamente dotati di mezzi per informare l’utente in relazione alla necessità di riempire il suddetto serbatoio con l’agente di lavaggio liquido.
Nelle soluzioni più sofisticate, il dispensatore viene a tale scopo dotato di un apposito sensore elettrico o elettronico, in grado di rilevare la presenza di agente di lavaggio liquido entro il relativo serbatoio; tale sensore è opportunamente collegato con il sistema di controllo della macchina affinché quest’ultimo, nel caso in cui venga rilevata l’assenza dell’agente di lavaggio liquido nel serbatoio, produca l’attivazione di mezzi di segnalazione ottici e/o acustici, quali un lampadina o un ronzatore.
Tale tipo di soluzione, per quanto efficiente, comporta un deciso aumento del costo complessivo del dispensatore, stante la presenza di un sensore; anche il costo della macchina che impiega un siffatto dispensatore risulta nel complesso più elevato, vista la necessità di collegare opportunamente il sensore al sistema di controllo della macchina ed ai relativi mezzi di segnalazione.
Nelle soluzioni meno sofisticate, al serbatoio è invece associata una semplice spia di controllo visivo del livello dell’agente di lavaggio liquido.
Tale spia comprende tipicamente un passaggio dì sezione circolare, che si estende tra il serbatoio dell’agente di lavaggio liquido e la superficie frontale del corpo del dispensatore; in tale passaggio risulta inserito almeno parzialmente un elemento in materiale plastico trasparente, ad esempio policarbonato o metacrilato, di forma coincidente a quella del passaggio stesso, ed in particolare cilindrica; tramite tale elemento trasparente è possibile avere indicazioni sulla quantità di agente di lavaggio liquido contenuto nel relativo serbatoio.
Un dispensatore del tipo sopra indicato è ad esempio rappresentato alla Fig. 1 di DE-A-195 45773.
Si consideri comunque che sono anche note soluzioni in cui un medesimo dispensatore è dotato sia di un sensore di livello di tipo elettrico/elettronico, che di una semplice spia di controllo visivo, dei tipi in precedenza menzionati.
Nella Fig. 1 qui allegata viene rappresentata, con viste diverse, la tipica realizzazione nota di un elemento trasparente come sopra citato, indicato nel suo complesso con 1. Come si nota, l’elemento trasparente 1 presenta una forma prevalentemente cilindrica, nella quale possono essere individuate una porzione superiore 1A ed una porzione inferiore 1B, tra loro delimitate da una flangia sostanzialmente circolare 2.
La porzione superiore 1A è interamente cilindrica ed è destinata ad essere inserita con interferenza nel relativo passaggio definito nel corpo del dispensatore; si noti, a tale riguardo, che il corpo di un dispensatore è solitamente realizzato in due pezzi tra loro saldati, e che la porzione 1A dell’elemento trasparente 1 viene inserita nel relativo passaggio di sezione circolare prima di tale operazione di saldatura, dalla parte opposta rispetto a quella che sarà la superficie frontale del dispensatore.
La porzione 1A viene inserita nel relativo passaggio sino a che la flangia 2 non vada in battuta sulla superficie interna del corpo del dispensatore; come detto, tale inserimento avviene con interferenza, e la porzione 1A dell’elemento 1 è dotata di una serie di zigrinature superficiali 3, aventi la funzione di evitare possibili trafilamenti dell’agente di lavaggio liquido verso l’esterno del serbatoio; a seguito del suddetto inserimento, la superficie frontale 4 della porzione 1A risulta a filo con la superficie frontale del corpo del dispensatore.
La porzione inferiore 1B dell’elemento trasparente 1 è invece destinata a risultare inserita all’interno del serbatoio di contenimento dell’agente di lavaggio liquido; come si nota, alla sua estremità inferiore è definita una serie di appendici 5, aventi ciascuna una forma sostanzialmente di prisma triangolare o pentagonale, affiancate e disposte a mo’ di gradini, ossia giacenti ad altezze differenti.
11 funzionamento di una siffatta spia è molto semplice.
Quando lo sportello di caricamento della macchina lavastoviglie si trova nella sua posizione di apertura, ossia in posizione orizzontale (che è anche la tipica posizione di caricamento dell’agente di lavaggio liquido nel relativo serbatoio), il numero di appendici 5 che risultano immerse nell’agente di lavaggio liquido è funzione della quantità di quest’ultimo; in altri termini, tanto maggiore è il livello di agente di lavaggio nel relativo serbatoio, tanto maggiore sarà il numero di appendici 5 immerse nel medesimo.
Di fatto, l’elemento trasparente 1 è realizzato in modo da trasmettere visivamente, dalle appendici 5 sino alla superficie frontale 4, un’indicazione del livello dell’agente di lavaggio liquido, che dipende come detto dal numero di appendici 5 che sono a contatto con quest'ultimo; si noti anche che, in assenza totale o parziale di agente di lavaggio liquido, sulla superficie 4 risulteranno visibili, sempre per effetto ottico, delle linee orizzontali, indicative dei limiti longitudinali delle appendici 5 non immerse nell’agente di lavaggio liquido (si veda ad esempio la vista in pianta di Fig. 1); la superficie 4 diventa cosi in sostanza una scala graduata, le cui suddivisioni o passi sono delimitate dalle dette linee orizzontali.
In questo modo, quindi, quando la porta della macchina è aperta (condizione che precede necessariamente l’avvio di un ciclo di lavaggio), l’utente ha la possibilità di sincerarsi in merito alla presenza o meno dell’agente di lavaggio liquido e/o al livello del medesimo.
A tale scopo, si consideri l’elemento trasparente 1, dotato di quattro appendici 5, e si supponga che il serbatoio dell’agente di lavaggio liquido sia riempito per metà della sua capacità.
In tale situazione, solo le due appendici 5 più distanti dalla superficie 4 (ossia le prime due appendici 5 a partire dal basso, con riferimento alla Fig. 1) risulteranno immerse nell’agente di lavaggio liquido. A ciò corrisponde un’indicazione di livello intermedio sulla superficie frontale 4 dell’elemento trasparente 1; in particolare, la metà inferiore della superficie frontale 4 avrà una prima tonalità di colore, data dall’effetto ottico prodotto dall’ immersione delle appendici 5 nel liquido.
La metà superiore della superficie 4 apparirà invece con una seconda tonalità di colore, più chiara e corrispondente in sostanza a quella normale del materiale costituente l’elemento trasparente 1; su tale seconda metà risulterà inoltre visibile, pure per effetto ottico, una linea orizzontale, corrispondente al punto di demarcazione tra le due appendici 5 non immerse nel liquido.
La soluzione sopra descritta, per quanto semplice ed economica, presenta alcuni inconvenienti.
Un primo inconveniente è dato dal fatto che, secondo la tecnica nota, la “lettura” delle informazioni desumibili dalla spia di segnalazione è di fatto poco agevole, se non addirittura difficoltosa, soprattutto nel caso in cui il livello di liquido nel relativo serbatoio sia minimo. Altro inconveniente connesso della tecnica nota è che, stante il tipo di realizzazione della porzione 1B dell’elemento trasparente 1, su quest’ultima può essere definito solo un numero limitato di appendici 5; conseguentemente, all’utente possono essere fomite solo poche indicazioni e/o con una bassa risoluzione di misura, sul grado di riempimento del serbatoio dell’agente di lavaggio liquido.
Al fine di chiarire i suddetti inconvenienti, si faccia riferimento alla Fig. 1A allegata, la quale rappresenta in sostanza la superficie frontale 4 dell’elemento trasparente 1.
Come si nota, sono visibili le suddivisioni della scala graduata costituita dalla superficie frontale 4 dell’elemento 1, rappresentate dalle linee orizzontali parallele che, per effetto ottico, sono visibili in corrispondenza dei punti di demarcazione tra le varie appendici 5. Le dimensioni in direzione verticale (con riferimento alla figura) di ciascuna suddivisione, e della relativa appendice 5, che chiameremo passo P, sono uguali per tutte le appendici 5; le dimensioni in orizzontale delle varie suddivisioni e delle corrispondenti appendici, che definiremo larghezze, sono invece diverse, in quanto dipendenti dalla sezione di forma circolare della porzione 1B dell’elemento 1; in particolare, le due appendici e suddivisioni di estremità (ossia inferiore e superiore) presentano una larghezza minore rispetto a quella massima possibile, indicata con L, che interessa invece le due suddivisioni ed appendici centrali.
Come si vede, quindi, stante il tipo di realizzazione dell’arte nota, lo sviluppo complessivo S della scala graduata, dato dalla somma dei singoli passi P, non potrà mai essere maggiore rispetto alla dimensione di minimo ingombro, o larghezza, della superficie 4 (che nel caso specifico corrisponde al diametro L di detta superficie), sul quale i vari passi P debbono essere rappresentati.
Come si intuisce, al fine di consentire una soddisfacente lettura delle suddivisioni della scala graduata, ed una efficiente interpretazione dell’informazione di livello associata, il passo P, ossia la relativa dimensione delle appendici 5, deve essere sufficientemente grande; come detto, ciò implica una limitata risoluzione di misura.
Apparentemente, per tentare di risolvere l’inconveniente suddetto, si potrebbe diminuire il passo P, ossia la relativa dimensione delle appendici 5, mantenendo costante il diametro della porzione 1B dell’elemento 1; in tal modo, la scala graduata visibile sulla superficie frontale 4 dello stesso elemento 1 presenterebbe un numero maggiore di suddivisioni.
Un aumento della risoluzione di misura ottenuto in tal modo comporterebbe tuttavia un deciso peggioramento della intelleggibilità delle informazioni desumibili dalla spia di segnalazione: è infatti evidente che tanto minore sarà il passo P delle suddivisioni della scala, tanto maggiore sarà la loro difficoltà di interpretazione.
Dall’altro lato, in teoria, l’aumento del numero delle appendici 5, pur mantenendo un passo P accettabile, potrebbe essere consentito attraverso un aumento del diametro dell’elemento trasparente 1.
Secondo la tecnica nota, tuttavia, il diametro della sezione dell’elemento trasparente 1 deve essere sempre piuttosto ridotto; tale necessità è determinata anche dal fatto che, in fase produttiva, l’elemento 1 viene di fatto “piantato” nel relativo passaggio, con notevole interferenza meccanica tra le parti, onde ottenere un posizionamento certo e, soprattutto, assicurare la necessaria tenuta.
Sulla base di quanto sopra, risulta infatti chiaro che tanto maggiori sono le dimensioni dell’elemento trasparente 1, tanto maggiore dovrà essere la forza necessaria, in fase produttiva, per realizzare il posizionamento e garantire la tenuta di quest’ultimo nel relativo passaggio.
Si consideri poi che tanto maggiori sono le dimensioni dell’elemento trasparente 1, e quindi la forza necessaria per realizzare il suo inserimento con notevole interferenza nella relativa sede, tanto maggiori saranno i rischi di rottura dei componenti in fase produttiva. In altri termini, dovendo esercitare una notevole forza sull’elemento trasparente per farlo penetrare in un passaggio di dimensioni leggermente più piccole (onde garantire una tenuta idraulica di tipo meccanico), vi sarà un’alta probabilità di rompere o l’elemento trasparente stesso, o la parte del corpo del dispensatore in cui il passaggio è definito.
Per i motivi suddetti, quindi, secondo la tecnica nota, l’elemento trasparente 1 deve avere una sezione di dimensioni piuttosto ridotte.
Tale esigenza, come già detto, rende difficoltosa la “lettura” delle informazioni desumibili dalla spia di segnalazione; il conseguentemente limitato numero di appendici 5 determina una scarsità delle indicazioni e/o della risoluzione di misura.
Altro inconveniente della tecnica nota in precedenza descritta è che l’ impiego di semplici zigrinature 3 sulla superficie esterna dell’elemento trasparente 1 ed il fatto che la tenuta ai trafilamenti dell’agente di lavaggio liquido sia ottenuta meccanicamente, si dimostra poco efficiente ed affidabile, soprattutto nel lungo periodo; si consideri, ad esempio, che i cicli termici che si verificano nel corso dei vari lavaggi realizzati dalla macchina possono produrre tensionamenti nella struttura del dispensatore, determinando l’insorgere di perdite dalla spia di segnalazione; secondo la tecnica nota, tale inconveniente potrebbe risultare ulteriormente accentuato in presenza dì spie aventi grandi dimensioni e/o forme non simmetriche o complesse, quale una geometria allungata o arcuata.
La tecnica nota in precedenza descritta presenta inoltre altri inconvenienti dal punto di vista produttivo.
In fase produttiva, infatti, l’eventuale difettosità della spia di segnalazione, in termini di mancanza di tenuta, può essere rilevata solo al momento del collaudo finale del dispensatore, ossia quando il medesimo risulta ormai completamente assemblato.
Ciò significa che, in caso di difetti rilevati, la maggior parte del dispensatore andrà persa, senza possibilità di riutilizzo, in particolare a causa dell’ impossibilità di separare i due pezzi che realizzano il corpo del dispensatore (i quali sono tipicamente saldati assieme). Anche nel caso di un collaudo prima dell’assemblaggio dei due pezzi del corpo, né l’elemento trasparente, né il pezzo del corpo nel quale è definito il relativo passaggio, potranno essere riutilizzati, a causa del tipo di accoppiamento, che come detto presuppone una elevata interferenza meccanica (in particolare, sia l’elemento l che il pezzo del corpo avranno subito una certa deformazione, in fase di inserimento del primo nel passaggio definito nel secondo, che ne rende impossibile il riutilizzo).
Scopo del presente trovato è quello di risolvere uno o più degli inconvenienti suddetti, ed in particolare di indicare un dispensatore dotato di una spia di controllo ottico che consenta un controllo visivo più accurato ed affidabile rispetto alla tecnica nota, in relazione alla presenza e/o al livello di agente di lavaggio liquido contenuto in un serbatoio facente parte del dispensatore stesso, e che sia di più efficiente ed affidabile realizzazione.
In tale ambito, un primo scopo del trovato è quello di indicare un tale dispensatore la cui spia di controllo visivo sia di più agevole e precisa lettura rispetto alla tecnica nota. Altro scopo del trovato è quello di indicare un tale dispensatore la cui spia di controllo visivo consenta di ottenere informazioni di livello più accurate, ossia aventi una risoluzione di misura più elevata, rispetto alla tecnica nota.
Altro scopo del trovato è quello di indicare un tale dispensatore la cui spia di controllo visivo sia dotato di mezzi di tenuta più affidabili rispetto alla tecnica nota.
Altro scopo del presente trovato è quello di indicare un tale dispensatore dotato di mezzi che consentano di ridurre la forza necessaria per realizzare l’accoppiamento di un componente della spia di segnalazione visiva in una relativa sede, in particolare al fine di evitare i rischi di difettosità e/o rotture in fase produttiva.
Uno o più di tali scopi sono raggiunti, secondo il presente trovato, da un dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, avente le caratteristiche delle rivendicazioni allegate, che si intendono quale parte integrante della presente descrizione.
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi del presente trovato risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue e dai disegni annessi, fomiti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo, in cui:
la Fig. 1 rappresenta, con viste diverse, un elemento trasparente di tipo noto, in precedenza descritto, facente parte di una spia di controllo del livello di un agente di lavaggio liquido per un dispensatore di agenti di lavaggio di tipo secondo la tecnica nota;
- la Fig. 1 A rappresenta schematicamente la superficie frontale, visibile dall’esterno di un generico dispensatore di agenti di lavaggio, di un elemento trasparente del tipo illustrato in Fig. 1;
- la Fig. 2 rappresenta schematicamente, con una vista frontale, un dispensatore di agenti di lavaggio secondo il presente trovato;
la Fig. 3 rappresenta schematicamente, con una vista in sezione secondo l’asse A -A di Fig. 2, un dispensatore di agenti di lavaggio secondo il presente trovato;
la Fig. 4 rappresenta, con viste diverse, un elemento trasparente facente parte di una spia di controllo del livello di un agente di lavaggio liquido del dispensatore di agenti di lavaggio secondo il presente trovato;
- la Fig. 5 rappresenta schematicamente in esploso una porzione del dispensatore di agenti di lavaggio di Fig. 2, comprensiva dell’elemento trasparente di Fig. 4;
le Figg. 6 - 9 rappresentano schematicamente varie possibili condizioni di funzionamento del dispensatore di agenti di lavaggio secondo il presente trovato, tramite rispettive viste frontali parziali e sezioni secondo l’asse A - A di Fig. 2; - le Figg. 10 - 12 rappresentano, tramite delle viste in sezione simili a quelle di Fig. 3, con relativi ingrandimenti, delle possibili forme realizzative alternative del dispensatore di agenti di lavaggio secondo il presente trovato;
- la Fig. 13 rappresenta, con viste diverse, un elemento trasparente facente parte di una spia di controllo del livello di un agente di lavaggio liquido di un dispensatore di agenti di lavaggio secondo una possibile variante del presente trovato;
le Figg. 14 - 17 rappresentano schematicamente varie possibili condizioni di funzionamento dell’elemento trasparente di Fig. 13.
Nelle Figg. 2 e 3, con 10 viene indicato nel suo complesso un dispensatore di agenti di lavaggio secondo il presente trovato, il quale presenta un corpo scatolare 11, alloggiabile almeno in parte in una apertura prevista nella controporta dello sportello di una macchina di lavaggio, in particolare una lavastoviglie; nel caso delle citate Figg. 2 e 3, il dispensatore 10 viene rappresentato nella posizione che il medesimo viene ad assumere in condizione di chiusura dello sportello della macchina di lavaggio.
Come da arte nota, il corpo 11 è realizzato tramite saldatura di un pezzo anteriore ed un pezzo posteriore, ad esempio realizzati in materiale termoplastico, indicati in Fig. 3 con 1 1 A e 11B, rispettivamente.
In tale coipo 11 sono definiti un vano per il contenimento di una quantità determinata di detersivo in polvere ed un serbatoio 12 per il contenimento di un agente di lavaggio liquido, cui è associata una relativa vaschetta di dosaggio; i citati vano e vaschetta, in sé noti, non sono visibili nelle Figg. 2 e 3.
Con 13 viene indicato uno sportellino ribaltabile, di chiusura del citato vano, il quale è incernierato, nella sua parte superiore ed in modo noto, alla parte 11 A del corpo 11 ; con 14 è indicato un dispositivo dì apertura/chiusura dello sportellino 13, pure di tipo e funzionamento in sé noto. Con 15 è indicato il tappo di un’apertura in comunicazione con il serbatoio 12, utilizzato per caricare in quest’ultimo l’agente di lavaggio liquido.
Con 16 è indicata un’apertura di scarico, attraverso la quale l’agente di lavaggio liquido contenuto nella relativa vaschetta di dosaggio interna al corpo 11 può essere fatto defluire verso la vasca di lavaggio della macchina; tale apertura 16 è dotata di un apposito otturatore, in sé noto, comandato dal sistema di controllo della macchina per realizzare l’erogazione dell’agente di lavaggio liquido nel momento opportuno di un ciclo di lavaggio.
Con 17 viene infine indicato nel suo complesso un elemento trasparente, in materiale plastico quale ad esempio policarbonato o metacrilato, facente parte di una spia di controllo visivo del livello dell’agente di lavaggio liquido, il quale è almeno in parte inserito in una passaggio definito nella parte 11 A del corpo 11.
Come si nota in Fig. 3, in corrispondenza del citato passaggio, nella parte 11 A del corpo 11 è definita una sede interna, indicata con 18, la quale presenta due sezioni 18A e 18B aventi dimensioni diverse tra loro; in tal modo, tra le due citate sezioni è definito un gradino o rilievo G, la cui funzione sarà chiarita in seguito.
L’elemento trasparente 17 viene rappresentato in viste diverse in Fig. 4, tramite viste simili a quelle di Fig. 1.
Come si nota, in questo caso l’elemento trasparente 17 presenta una forma di sezione oblunga, ossia avente una dimensione maggiore ed una dimensione minore; in particolare, nell’esempio non limitativo qui fornito, la dimensione maggiore di tale sezione è definita da due tratti rettilinei paralleli, uniti alle due estremità da due tratti semicircolari, che realizzano la dimensione minore.
Anche in questo caso, nel corpo dell’elemento trasparente 17 possono essere individuate una porzione superiore 17A ed una porzione inferiore 17B, tra loro delimitate da una flangia circolare 19.
Come si nota, la porzione superiore 17A è formata da due tratti di sezione oblunga aventi dimensioni diverse tra loro, indicati con 17 A’ e 17 A”, tra le quali risulta definito un gradino o rilievo Gl. La porzione inferiore 17B dell’elemento trasparente 17, pure di sezione sostanzialmente oblunga, presenta alla sua estremità inferiore una serie di appendici 20, aventi ciascuna una forma sostanzialmente di prisma triangolare o pentagonale, affiancate e disposte a mo’ di gradini, ossia giacenti ad altezze differenti. E’ immediato rilevare dalla Fig. 4 che, in virtù della particolare forma allungata della sezione prevalente dell’elemento trasparente 17, la porzione inferiore 17B di quest’ultimo può essere dotata di un numero maggiore di appendici 20, in particolare sei, rispetto al caso illustrato in Fig. 1, pur essendo le dimensioni della sezione di immersione di tali appendici 20 (ossia la sezione perpendicolare alla direzione di immersione) almeno pari a quelle dell’arte nota (ciò che varia nei due casi, infatti, è la dimensione in altezza delle appendici, secondo la direzione di immersione),
in Fig. 5 viene illustrato, tramite una vista parziale in esploso, il sistema di montaggio dell’elemento trasparente 17 al corpo del dispensatore oggetto della presente invenzione. La porzione superiore 17A dell’elemento 17 è destinata ad essere inserita con modesta interferenza, per i motivi in seguito chiariti, nella relativa sede 18, dal basso; come detto, il corpo del dispensatore è realizzato in due pezzi 11 A e 11B tra loro saldati, e la porzione 17A dell’elemento trasparente 17 viene inserita nella relativa sede 18 prima di tale operazione di saldatura, dalla parte opposta rispetto a quella che sarà la superficie frontale del dispensatore.
Prima di tale inserimento, sul gradino Gl risultante tra i due tratti 17A’ e 17A” della porzione 17A vengono montati idonei mezzi di tenuta elastici, quali ad esempio una guarnizione del tipo o-ring, indicata in Fig. 5 con 21.
A questo punto, la porzione 17A viene inserita nella relativa sede, sino a che la flangia 19 non vada in battuta sull’estremità inferiore della sede 18; a seguito di tale inserimento, i due tratti 17A’ e 17A” della porzione 17A risultano inserite nelle rispettive porzioni della sede 18, con la guarnizione 21 operante in tenuta tra il gradino G I definito sulla porzione 17A stessa ed il gradino G definito internamente alla sede 18 (vedere Fig. 3); a seguito del suddetto inserimento, la superficie frontale 22 della porzione superiore 17A risulta sostanzialmente in corrispondenza della superficie frontale della parte 11 A del corpo del dispensatore.
A questo punto, la parte 11 A e la parte 11B del corpo 11 vengono saldate tra loro, in modo che al loro interno risulti definito il serbatoio 12 di contenimento dell’agente di lavaggio liquido; nel quale la porzione 17B dell’elemento trasparente 17 risulta inserita; a seguito di tale assemblaggio, il dispensatore secondo il trovato si presenta quindi come visibile nella Fig. 3.
La particolare forma della porzione 17B dell’elemento trasparente 17, nonché la presenza dei mezzi di tenuta 21 consente di ottenere importanti vantaggi.
Innanzitutto, come detto, le dimensioni dell’elemento 17 possono essere decisamente maggiori rispetto a quanto previsto dalla tecnica nota; ciò è consentito dal fatto che, secondo il trovato, non é più necessaria una notevole interferenza meccanica tra l’elemento 17 e la relativa sede 18.
Secondo il trovato, infatti, la tenuta idraulica sull’elemento 17 viene ulteriormente garantita dagli appositi mezzi elastici 21.
Conseguentemente, la forza necessaria all’inserimento dell’elemento 17 nella sede 18 può essere modesta, e ciò consente di conseguenza di realizzare lo stesso elemento 17 di dimensioni più grandi, rispetto alla tecnica nota.
Per gli stessi motivi, inoltre, anche i rischi di rottura e/o di difettosità di assemblaggio dei vari componenti, in fase produttiva, risultano estremamente ridotti; similmente, anche in caso di difetti rilevati in fase di collaudo, sia l’elemento 17 che il pezzo 11A del corpo 11 potranno essere facilmente disaccoppiati tra loro, così da consentire eventualmente il loro riutilizzo.
E’ poi anche chiaro che, secondo il trovato, la tenuta idraulica sull’elemento 17 viene migliorata tramite gli appositi mezzi di tenuta elastica 21, con evidenti vantaggi in termini di efficienza ed affidabilità del sistema di tenuta rispetto alla tecnica nota.
La particolare forma della porzione inferiore 17B dell’elemento trasparente 17, nonché le sue maggiori dimensioni, agevolano notevolmente la lettura delle informazioni desumibili dalla spia di segnalazione; il fatto che nello stesso elemento 17 possa così essere definito un numero di appendici 20 maggiore rispetto all’arte nota (pur essendo il passo definito da tali appendici 20 nell’ordine di quella delle note appendici 5) ha poi come conseguenza che all’utente potranno essere fomite più informazioni, con un’alta risoluzione di misura, sul grado di riempimento del serbatoio 12 dell’agente di lavaggio liquido.
A tale scopo, nelle Figg. 6 - 9 sono rappresentate schematicamente varie possibili condizioni di funzionamento del dispensatore di agenti di lavaggio secondo il presente trovato, tramite rispettive viste frontali parziali e sezioni secondo l’asse A - A di Fig. 2; si noti che nel caso delle citate Figg. 6 e 9, il dispensatore 10 viene rappresentato nella posizione che il medesimo viene ad assumere in condizione di apertura dello sportello della macchina di lavaggio.
Nel caso della Fig. 6, nel serbatoio 12 è contenuta la quantità massima di agente di lavaggio liquido possibile; come si nota nella parte superiore di tale figura, tutte le appendici 20 dell’elemento trasparente 17 risultano quindi immerse nell’agente di lavaggio liquido, indicato con B.
A ciò corrisponde, come si nota nella parte inferiore della stessa figura, un’indicazione di massimo livello su di una scala graduata di cui alla superficie frontale 22 dell’elemento trasparente 17; in particolare, tale superficie frontale 22 avrà completamente una prima tonalità di colore, data dall’effetto ottico prodotto dall’immersione di tute le appendici 20 nel liquido.
Nel caso della Fig. 7, il serbatoio 12 risulta riempito solo per metà della sua capacità; come si nota nella parte superiore di tale figura, solo le tre appendici 20 più distanti dalla superficie 22 (ossia le prime tre appendici 20 a partire dal basso, con riferimento alla figura) risultano immerse nell’agente di lavaggio liquido B.
A ciò corrisponde, come si nota nella parte inferiore della stessa figura, un’indicazione di livello intermedio sulla superficie frontale 22 dell’elemento trasparente 17; in particolare, tale superficie frontale 22 avrà per circa metà del suo sviluppo in lunghezza la citata prima tonalità di colore, come sopra determinata, e per circa metà apparirà con una seconda tonalità di colore, più chiara e corrispondente in sostanza a quella normale del materiale costituente l’elemento trasparente 17.
Si noti che su tale seconda metà della superficie 22 risulteranno inoltre visibili, per effeto ottico, le linee di demarcazione tra le appendici 20 non immerse nell’agente di lavaggio liquido, ossia le varie suddivisioni della citata scala graduata.
Nel caso della Fig. 8, il serbatoio 12 risulta riempito in minima parte; come si nota nella parte superiore di tale figura, solo l’appendice 20 più distante dalla superficie 22 (ossia la prima appendice 20 a partire dal basso, con riferimento alla figura) risulta immersa nell’agente di lavaggio liquido B.
A ciò corrisponde, come si nota nella parte inferiore della stessa figura, un’indicazione di livello minimo sulla superficie frontale 22 dell’elemento trasparente 17; tale superficie frontale 22 avrà in particolare, per circa un sesto del suo sviluppo in lunghezza, la citata prima tonalità di colore, e per circa cinque sesti apparirà con la citata seconda tonalità di colore, e con le relative linee o suddivisioni di scala.
Nel caso della Fig. 9, infine, il serbatoio 12 risulta riempito per poco più di un terzo della sua capacità e nel caso particolare in cui, come si nota nella parte superiore di tale figura, le due appendici 20 più distanti dalla superficie 22 risultino completamente immerse nell’agente di lavaggio liquido B, mentre la cuspide della terza appendice 20 risulti immersa solo parzialmente nello stesso.
In questo caso, e come si nota nella parte inferiore della stessa figura, sulla superficie frontale 22 dell’elemento trasparente 17 apparirà una particolare indicazione di livello; infatti:
a) due sesti dello sviluppo in lunghezza della superficie frontale 22 avranno la citata prima tonalità di colore,
b) una piccola porzione centrale di un sesto dello sviluppo in lunghezza della superficie frontale 22 apparirà con la citata prima tonalità di colore, e la rimanenti porzioni laterali appariranno con la citata seconda tonalità di colore (ciò è dovuto al fatto che, come detto, la terza appendice 20 a partire da destra risulta immersa solo parzialmente nel liquido B);
c) la rimanente metà dello sviluppo in lunghezza della superficie frontale 22 apparirà completamente con la citata seconda tonalità di colore.
Naturalmente, anche in questo caso saranno visibili le linee o suddivisioni della scala graduata di cui alla superficie 22, per tutte quelle appendici 20 che non sono completamente immerse nel liquido.
Si noti che, nel caso di elementi trasparenti secondo la tecnica nota, del tipo illustrato in Fig. I, la situazione in precedenza indicata è molto frequente, essendo il numero di appendici 5 molto limitato; ciò significa che, secondo la tecnica nota, anche nel caso in cui il serbatoio di contenimento dell’agente di lavaggio liquido sia riempito, ad esempio, di poco meno di un terzo, l’indicazione fornita dall’elemento trasparente sarebbe simile a quella di cui alla lettera b) precedente, ma non risulterebbe facilmente identificabile a causa delle ridotte dimensioni.
In altri termini, secondo l’arte nota, anche in presenza di una quantità pur significativa di agente di lavaggio liquido, l’ indicazione visiva disponibile sarà di difficile lettura o comunque la risoluzione di misura sarà ridotta; viceversa, nel caso del presente trovato, stante la possibilità di disporre di un numero maggiore di appendici (aventi possibilmente anche dimensioni maggiori), si potrà disporre di indicazioni più facilmente intelleggibili, con la possibilità di rilevare facilmente anche frazioni di livello che interessano una stessa suddivisione della scala graduata.
Nelle Figg. 10 - 12 vengono illustrate alcune possibili varianti del presente trovato, aventi la finalità di ulteriormente ridurre o al limite eliminare la necessità di interferenza meccanica tra l’elemento 17 e la relativa sede 18.
Nei caso di Fig. 10, all’interno della parte 11A del corpo 11 e lateralmente rispetto alla sede 18 sono definite delle alette flessibili 30; come si nota, tali alette 30 presentano all’estremità libera un dente di aggancio 31, la cui superficie esterna definisce un piano inclinato 32.
Il montaggio dell’elemento trasparente 17 viene in questo caso realizzato spingendo l’elemento trasparente 17 verso l’interno della sede 18; ad un certo punto di tale movimento di inserimento, la flangia 19 si porterà a contatto con il piano inclinato 32 del dente 31, determinando una flessione delle alette 30 verso l’estemo.
Quando, proseguendo nel movimento di inserimento, la flangia 19 avrà superato il dente 31, e si sarà così ottenuta una predefinita compressione dell’elemento di tenuta 21 nella propria posizione di lavoro, le alette 30 ritorneranno elasticamente nella posizione iniziale; in tal modo i denti 31 risultano in presa sulla superficie posteriore della flangia 19, come evidenziato nella parte ingrandita di Fig. 10: in tale situazione, la reazione elastica contraria dell’elemento di tenuta 21 viene contrastata dalla condizione di bloccaggio della flangia 19 rispetto ai denti 31.
Come si intuisce, con un tale tipo di aggancio a scatto, la necessità di interferenza meccanica tra l’elemento 17 e le superfici interne della sede 18 può essere estremamente ridotta, o al limite eliminata, in quanto la tenuta idraulica viene comunque garantita a mezzo dell’elemento 21.
Si noti che, all’ occorrenza, i suddetti componenti potranno essere disaccoppiati tra loro semplicemente determinando una flessione verso l’esterno delle alette 30.
Nel caso di Fig. 11, all’estremità libera della sezione 18A della sede 18 risulta invece definito un prolungamento, indicato con 40, che forma una sorta di gradino rispetto alla sezione della sede 18.
Il montaggio dell’elemento trasparente 17 viene realizzato spingendo l’elemento trasparente 17 verso l’interno della sede 18, sino a che la flangia 19 non raggiunga il gradino definito in corrispondenza del prolungamento 40; in tale condizione, si sarà ottenuta una predefmita compressione dell’elemento di tenuta 21 nella propria posizione di lavoro. A questo punto, sempre mantenendo l’elemento 17 nella posizione raggiunta, il prolungamento 40 viene ripiegato, in particolare tramite ribaditura o ricalcatura a caldo, verso l’interno della sede 18 e contro la flangia 19; una volta ultimata tale operazione, la flangia 19 risulterà bloccata tra il citato gradino e la parte ripiegata del prolungamento 40, come evidenziato nella parte ingrandita di Fig. 11.
Come si intuisce, anche in questo caso la necessità di interferenza meccanica tra l’elemento 17 e le superfici interne della sede 18 può essere ridotta o al limite eliminata, in quanto la tenuta viene comunque garantita a mezzo dell’elemento 21; i suddetti componenti potranno all’ occorrenza essere disaccoppiati tra loro, con operazioni contrarie alle precedenti, oppure determinando la rottura del prolungamento 40.
E’ poi chiaro che, in luogo di un unico prolungamento che circondi l’interna estremità libera della sede 18 potranno essere previsti più prolungamenti tra loro intervallati.
Nel caso di Fig. 12, all’estremità libera della sezione 18B della sede 18 è definito un prolungamento 50, che termina con un piano inclinato 51; in tale prolungamento 50 sono inoltre formate delle aperture di aggancio 52.
In questo caso la superficie superiore della flangia 19 (ossia la superficie destinata ad affacciarsi verso la sede 18) è inclinata, con lo stessa verso di inclinazione del piano 51. Il montaggio deH’elemento trasparente 17 viene realizzato spingendo l’elemento trasparente 17 verso l’ interno della sede 18; ad un certo punto di tale movimento di inserimento, la superficie inclinata della flangia 19 si porterà a contatto con il piano inclinato 51 del prolungamento 50, determinando una flessione di quest’ultimo verso l’estemo.
Quando, proseguendo nel movimento di inserimento, la flangia 19 avrà raggiunto le aperture di aggancio 52, e si sarà ottenuta una predefìnita compressione dell’elemento di tenuta 21 nella propria posizione di lavoro, il prolungamento 50 ritornerà elasticamente nella posizione iniziale, in modo tale che la flangia 19 risulti bloccata nelle stesse aperture 52, come evidenziato nella parte ingrandita di Fig. 12; in tale situazione, la reazione elastica contraria dell’elemento di tenuta 21 viene contrastata dalla condizione di bloccaggio della flangia 19 rispetto alle aperture 52.
Come si intuisce, anche con un tale tipo di aggancio a scatto la necessità di interferenza meccanica tra l’elemento 17 e le superfici interne della sede 18 può essere ridotta o al limite eliminata, in quanto la tenuta idraulica viene comunque garantita a mezzo dell’elemento 21. Anche in questo caso, naturalmente, i suddetti componenti potranno essere disaccoppiati tra loro semplicemente determinando una flessione verso l’esterno del o dei prolungamenti 50.
In Fig. 13 viene rappresentata con viste diverse una possibile forma realizzativa alternativa di un elemento trasparente, per l’impiego nel dispensatore secondo il presente trovato.
Anche in questo caso, nell’elemento trasparente, indicato nel suo complesso con 60 possono essere individuate una porzione superiore 60 A ed una porzione inferiore 60B, tra loro delimitate da una flangia circolare 61.
Come si nota, la porzione superiore 60A è formata da due tratti di sezione circolare, aventi diametro diverso tra loro, indicati con 60 A’ e 60 A”, tra i quali risulta definito un gradino o rilievo Gl’.
La porzione inferiore 60B dell’elemento trasparente 60 è invece costituita, in sostanza, da un aggetto che si diparte verso il basso dalla superficie inferiore della flangia 61; il citato aggetto 62 è ricurvo e di altezza crescente da un’estremità laterale all’altra, ossia il suo bordo inferiore (quello opposto alla flangia 61) ha un andamento di tipo elicoidale; nel caso esemplificato in figura, la curvatura dell’aggetto 62 segue parte della circonferenza della sovrastante flangia 61, per circa 240°.
Il bordo inferiore di andamento elicoidale dell’aggetto 62 è in pratica definito da una serie di appendici 63, aventi ciascuna una forma sostanzialmente di prisma triangolare o pentagonale, affiancate e giacenti ad altezze differenti, ossia disposte a mo’ di gradini, a formare una sorta di “scala elicoidale ”.
E’ immediato rilevare dalla Fig. 13 come, in virtù della particolare forma della porzione inferiore 60B, quest’ultima possa essere dotata di un numero maggiore di appendici 63, in particolare otto, rispetto al caso illustrato in Fig. 1; si noti che ciò viene consentito anche a parità del passo delle appendici 63 rispetto al passo P delle appendici 5 secondo l’arte nota, ed a parità di diametro massimo della porzione 60 A o della flangia 61 rispetto a quelle previste dall’arte nota, ed indicate rispettivamente con 1 A e 2 in Fig. 1.
L’elemento trasparente 60 è realizzato, nei modi già in precedenza citati, per trasmettere visivamente, dalle appendici 63 sino alla superficie frontale 64, un’indicazione del livello dell’agente di lavaggio liquido, che dipende dal numero di appendici 63 che sono a contatto con quest'ultimo; in assenza totale o parziale di agente di lavaggio liquido, sulla superficie 64 risulteranno poi visibili, sempre per effetto ottico, le suddivisioni di una scala graduata, definite dai bordi delle appendici 63 non immerse nell’agente di lavaggio liquido.
Nel caso specifico dell’elemento trasparente 60, tuttavia, tali suddivisioni non saranno costituite da linee disposte parallelamente l’una rispetto all’altra, come nel caso della Figg. 1A, ma da settori disposti in forma raggiata, ossia affiancati a mo’ di spicchi, a formare un settore circolare, indicato con SC nelle Figg. 14 - 17, in seguito descritte. Considerando che il diametro della porzione 60A dell’elemento trasparente 60 potrà essere contenuto, il suo sistema di montaggio potrà essere il medesimo previsto secondo lo stato attuale dell’arte, ossia basato su una significativa interferenza meccanica tra l’elemento trasparente 60 e la relativa sede prevista nel corpo del dispensatore.
Nulla vieta in ogni caso di prevedere, anche per l’elemento trasparente 60, un sistema di montaggio del tipo di quello in precedenza descritto con riferimento alla Fig. 5, ossia basato su di una modesta interferenza meccanica e sull’impiego di mezzi di tenuta elastici, ad esempio un anello del tipo o-ring, destinati al posizionamento in corrispondenza del gradino Gl ’ (Fig. 13).
Per tale caso, naturalmente, la sede 18 di Fig. 5 avrà una forma congruente a quella della porzione superiore 60A dell’elemento trasparente 60, ossia prevederà due tratti aventi diverso diametro (congruenti con quelli dei tratti 60A’ e 60A” della porzione 60A), a definire un gradino o rilievo di posizionamento per i citati mezzi di tenuta elastici; la porzione superiore 60A dell’elemento 60 potrà quindi essere inserita con modesta interferenza, per i motivi già chiariti, nella relativa sede, dal basso.
A prescindere dal sistema di montaggio scelto, la particolare forma della porzione inferiore 60B dell’elemento trasparente 60 risulta vantaggiosa.
Come detto, infatti, anche a parità di dimensioni dell’elemento 60 e delle passo delle appendici 63 rispetto a quanto previsto dalla tecnica nota (Fig. 1 - 1A), la variante proposta consente di mettere a disposizione di un utente più informazioni, e con un’alta risoluzione di misura, sul grado di riempimento del serbatoio dell’agente di lavaggio liquido. A tale scopo, nelle Figg. 14 - 17 sono rappresentate schematicamente varie possibili condizioni di funzionamento dell’elemento trasparente 60, tramite rispettive viste frontali.
Nel caso della Fig. 14, analogamente alla Fig. 6, nel serbatoio del dispensatore è contenuta la quantità massima di agente di lavaggio liquido possibile; in tale situazione, quindi, tutte le appendici 63 dell’elemento trasparente 60 risulteranno immerse nell’agente di lavaggio liquido.
A ciò corrisponde, come si nota in Fig. 14, un’indicazione di massimo livello sulla superficie frontale 64 dell’elemento trasparente 60; in particolare, la parte SC a forma di settore circolare, sulla quale sarebbero visibili le suddivisioni disposte radialmente della scala graduata, avrà completamente una prima tonalità di colore, data dall’efFetto ottico prodotto dall’ immersione delle appendici 63 nel liquido; la rimanente .parte della superficie frontale 64 si presenterà invece con una seconda tonalità di colore, più chiara e corrispondente in sostanza a quella normale del materiale (ad esempio policarbonato o metacrilato) costituente l’elemento trasparente 60.
Nel caso della Fig. 15, analogamente alla Fig. 7, il serbatoio del dispensatore risulta riempito solo per metà della sua capacità; in tale situazione, solo le quattro appendici 63 più distanti dalla superficie 64 (ossia le prime quattro appendici 63 a partire dall’alto, con riferimento alla vista di destra di Fig. 13) risultano immerse nell’agente di lavaggio liquido.
A ciò corrisponde, come si nota in Fig. 15, un’indicazione di livello intermedio sulla superficie frontale 64 dell’elemento trasparente 60; in particolare, una prima metà (circa 120°, corrispondente a quattro suddivisioni) della parte SC a forma di settore circolare avrà la suddetta prima tonalità di colore, mentre la seconda metà della parte SC avrà la suddetta seconda tonalità di colore, sulla quale risulteranno inoltre visibili, per effetto ottico, le suddivisioni radiali corrispondenti alle appendici 63 non immerse nell’agente di lavaggio liquido; anche la rimanente .parte della superficie frontale 64 si presenterà con la stessa seconda tonalità di colore.
Nel caso della Fig. 16, analogamente alla Fig. 8, il serbatoio del dispensatore risulta riempito in minima parte; in tale condizione solo l’appendice 63 più distante dalla superficie 64 (ossia la prima appendice 63 a partire dall’alto, con riferimento alla vista di destra di Fig. 13) risulta immersa nell’agente di lavaggio liquido.
A ciò corrisponde, come si nota in Fig. 16, un’indicazione di livello minimo sulla superficie frontale 64 dell’elemento trasparente 60; in particolare, solo un ottavo (circa 30°, corrispondente ad una suddivisione) della parte SC a forma di settore circolare avrà la suddetta prima tonalità di colore, mentre i rimanenti sette ottavi della parte SC avranno la suddetta seconda tonalità di colore, consentendo la visione, per effetto ottico, delle suddivisioni radiali indicative delle appendici 63 non immerse nell’agente di lavaggio liquido; anche la rimanente .parte della superficie frontale 64 si presenterà con la stessa seconda tonalità di colore.
Nel caso della Fig. 17, similmente alla Fig. 9, infine, il serbatoio del dispensatore risulta riempito per poco più di metà della sua capacità e nel caso particolare in cui le quattro appendici 63 più distanti dalla superficie 64 risultano completamente immerse nell’agente di lavaggio liquido, mentre la cuspide della quinta appendice 63 risulta immersa solo parzialmente nello stesso.
In questa condizione, come si nota nella Fig. 17, sulla superficie frontale 64 dell’elemento trasparente 60 apparirà una particolare indicazione di livello; infatti: a) quattro ottavi (circa 120°, corrispondente a quattro suddivisioni) della parte SC a forma di settore circolare avrà la suddetta prima tonalità di colore,
b) una piccola porzione centrale del seguente ottavo della parte SC apparirà con la suddetta prima tonalità di colore, e le sue rimanenti porzioni laterali appariranno con la suddetta seconda tonalità di colore (ciò è dovuto al fatto che, come detto, la quinta appendice 63 risulta immersa solo parzialmente nel liquido);
c) i rimanenti tre ottavi (circa 90°, corrispondente a tre suddivisioni) della parte SC avranno la suddetta seconda tonalità di colore;
d) la rimanente .parte della superficie frontale 64 si presenterà con la stessa seconda tonalità di colore.
Da quanto sopra, quindi, si nota come nel caso della forma realizzativa di Fig. 13, la visualizzazione della scala graduata, e delle informazioni da essa desumibili, viene realizzata su di una zona limitata (SC) della superficie visibile 64 dell’elemento 60, con modalità che risultano molto valide, oltre che dal punto di vista funzionale, anche da quello estetico.
Dalla descrizione effettuata, nonché dalle allegate rivendicazioni che ne costituiscono parte integrante, risultano chiare le caratteristiche del presente trovato.
In particolare è stato descritto un dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, il quale comprende un serbatoio di contenimento di un agente di lavaggio liquido; a tale serbatoio è associato un dispositivo di controllo visivo del livello dell’agente di agente di lavaggio liquido, che comprende un passaggio, disposto tra il serbatoio e l’esterno del corpo del dispensatore, ed un elemento in materiale sostanzialmente trasparente inserito in tale passaggio.
Una prima porzione dell’elemento trasparente è almeno in parte visibile dalPestemo del corpo del dispensatore, ed una sua seconda porzione risulta inserita nel serbatoio; all’estremità libera della seconda porzione è definita una pluralità di appendici disposte a livelli di altezza differenti, e su almeno una zona della superficie visibile della prima porzione sono individuabili i vari passi di una scala indicativa del livello dell’agente di lavaggio liquido nel serbatoio.
Ciascuno dei suddetti passi corrisponde ad una appendice ed è suscettibile di assumere almeno due tonalità di colorazione diverse, a seconda del fatto che la corrispondente appendice sia immersa o meno nell’agente di lavaggio liquido, onde fornire una relativa indicazione visiva di livello su detta scala.
Secondo il trovato, lo sviluppo complessivo della suddetta scala, inteso come somma dei singoli passi, è maggiore della sua dimensione di minimo ingombro, o larghezza, rilevabile su detta superficie visibile.
Dalla descrizione e dai disegni annessi risultano pure chiari i vantaggi del trovato. In particolare, nel dispensatore descritto:
- la spia di controllo visivo è di più agevole e precisa lettura rispetto alla tecnica nota; - la spia di controllo visivo consenta di ottenere informazioni di livello più accurate, ossia aventi una risoluzione di misura più elevata, rispetto alla tecnica nota;
- la spia di controllo visivo può essere dotata di mezzi di tenuta più efficienti ed affidabili rispetto alla tecnica nota;
- la forza necessaria per realizzare l’accoppiamento di un componente della spia di segnalazione visiva nella relativa sede può risultare modesta, in modo da evitare rischi di difettosità e/o rotture in fase produttiva.
E’ chiaro che numerose varianti sono possibili per l’uomo del ramo al dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, descritto come esempio, senza per questo uscire dagli ambiti di novità del trovato.
Ad esempio, al fine di accrescere le caratteristiche di tenuta alle infiltrazioni, l’elemento trasparente 17 potrebbe comunque essere dotato di zigrinature, oltre che dei mezzi di tenuta 21.
E’ anche chiaro che la sezione prevalente dell’elemento trasparente 17, o delle sue parti, potrebbe essere diversa da quella in precedenza illustrata e descritta, fermo restando il maggiore sviluppo della scala graduata rispetto alla tecnica nota, ossia avente una dimensione maggiore (o lunghezza) ed una dimensione minore (larghezza); ad esempio, la sezione dell’elemento trasparente 17 potrebbe essere ovalizzata o rettangolare; in questo secondo caso, i mezzi di tenuta 21 potrebbero essere del tipo quadro-ring, anziché o-ring, o comunque essere conformati in modo da adattarsi ai relativi punti di posizionamento previsti dall’elemento trasparente e dalla relativa sede.
Naturalmente anche la geometria delle appendici 20 potrebbe essere diversa da quella in precedenza illustrata e descritta a mo’ d’esempio, purché idonea agli scopi preposti. Tra le altre, si segnala infine la possibilità di realizzare l’accoppiamento certo tra l’elemento trasparente e la relativa sede mediante incollaggio o saldatura, ad esempio ad ultrasuoni, o altri simili noti sistemi di fissaggio.

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, detto dispensatore (10) comprendendo un serbatoio (12) di contenimento di un agente di lavaggio liquido, al quale è associato un dispositivo (17-18;60) di controllo visivo del livello di detto agente di lavaggio liquido, detto dispositivo di controllo comprendendo un passaggio (18), disposto tra detto serbatoio (12) e l’esterno del corpo (11) del dispensatore (10), ed un elemento in materiale sostanzialmente trasparente (17;60) inserito in tale passaggio (18), dove - una prima porzione (17A;60A) di detto elemento trasparente (17;60) è almeno in parte visibile daH’estemo di detto corpo (11) ed una seconda porzione (17B;60B) di detto elemento trasparente (I7;60) risulta inserita in detto serbatoio (12), - all’estremità libera di detta seconda porzione (17B;60B) è definita una pluralità di appendici (20;63) disposte a livelli di altezza differenti, e su almeno una zona della superficie visibile (22;64) di detta prima porzione sono (17A) sono individuabili dei passi di una scala indicativa del livello di detto agente di lavaggio liquido in detto serbatoio (12), - ciascuno di detti passi corrisponde ad una di dette appendici (20;63) ed è suscettibile di assumere almeno due tonalità di colorazione diverse, a seconda del fatto che la corrispondente appendice (20;63) sia immersa o meno in detto agente di lavaggio liquido, per fornire una relativa indicazione visiva di livello su detta scala, caratterizzato dal fatto che lo sviluppo complessivo di detta scala, inteso come somma dei singoli passi, è maggiore della dimensione di minimo ingombro, o larghezza, di detta scala rilevabile su detta superficie visibile (22;64).
  2. 2. Dispensatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che almeno un tratto (17B;60B) di detto elemento trasparente (17;60) presenta una sezione di forma oblunga ovvero presentante una dimensione maggiore ed una dimensione minore.
  3. 3. Dispensatore, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che, almeno in corrispondenza del punto di detta seconda porzione (17B;60B) da cui si diparte la più lunga di dette appendici (20;63), la sezione complessiva di detto elemento trasparente (17;60) è oblunga ovvero presentante una dimensione maggiore ed una dimensione minore, in particolare al fine di prevedere un numero maggiore di dette appendici (20;63) rispetto a quello che sarebbe possibile su di una sezione circolare, al fine di disporre di informazioni sul livello di detto liquido più accurate e/o aventi una risoluzione di misura più elevata.
  4. 4. Dispensatore, secondo la rivendicazione 2 o 3, caratterizzato dal fatto che, in corrispondenza di detta prima porzione (17A) la sezione di detto elemento trasparente (17) è oblunga ovvero presentante una dimensione maggiore ed una dimensione minore, in particolare al fine di consentire una più agevole e precisa intelligibilità delle informazioni fomite da detto dispositivo (17-18) di controllo visivo del livello di detto liquido.
  5. 5. Dispensatore, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la sezione di almeno una zona di detto elemento trasparente (17) presenta due tratti rettilinei paralleli, uniti alle due estremità da due tratti semicircolari.
  6. 6. Dispensatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che dette appendici (63) sono tra loro affiancate secondo una direzione non rettilinea e/o detta seconda porzione (60B) presenta una sezione di sviluppo non rettilineo.
  7. 7. Dispensatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che lo sviluppo complessivo della zona di detta seconda porzione (60B) dalla quale dette appendici si dipartono ha un andamento almeno in parte ricurvo.
  8. 8. Dispensatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che dette appendici (63) sono tra loro affiancate con un andamento almeno in parte elicoidale. 10. Dispensatore, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta porzione inferiore (60B) ha sostanzialmente la forma di un aggetto (62) di altezza crescente ed almeno in parte ricurvo, sul bordo inclinato del quale sono definite dette appendici (63). 11. Dispensatore, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che almeno alcuni di detti passi sono delimitati da linee sostanzialmente orizzontali e parallele, evidenziate per effetto ottico su detta superficie visibile (22). 12. Dispensatore, secondo almeno una delle rivendicazioni da 1 a 10, caratterizzato dal fatto che i passi di detta scala vengono evidenziata per effetto ottico in forma di settori radiali affiancati, a mo’ di spicchi, su di una zona (SC) di detta superficie visibile (64), detta zona (SC) avendo sostanzialmente una forma di settore circolare. 13. Dispensatore, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi tenuta di tipo elastico (21) operanti tra detto passaggio (18) e detto elemento trasparente (17;60), ove detto passaggio (18) e detto elemento trasparente (17;60) sono dotati di rispettivi mezzi di posizionamento (G,G1;G1 ’) di detti mezzi di tenuta (21) in posizione di lavoro. 14. Dispensatore, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di tenuta (21 ) sono conformati in modo da adattarsi alla forma di detti mezzi di posizionamento (G,G1;G1<5>), e comprendono in particolare una guarnizione ad anello (21). 15. Dispensatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto passaggio (18) presenta almeno due sezioni (18A, 18B) aventi dimensioni diverse tra loro, 16. Dispensatore, secondo le rivendicazioni 13 e 15, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di posizionamento di detto passaggio (18) comprendono un gradino o rilievo (G) definito tra dette due sezioni (18A,18B). 17. Dispensatore, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che tra detta prima porzione (17A;60A) e detta seconda porzione (17B;60B) di detto elemento trasparente (I7;60) è definita una flangia (19;61). 18. Dispensatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta prima porzione (17A;60A) è formata da almeno due tratti (17A’,17A”;60A’,60A”) aventi sezioni differenti. 19. Dispensatore, secondo le rivendicazioni 13 e 18, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di posizionamento di detto elemento trasparente (17;60) comprendono un gradino o rilievo (G1;G1’) definito tra detti due tratti (17A’,17A”;60A’,60A”). 20. Dispensatore, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che dette appendici (20;63) hanno una forma sostanzialmente di prisma triangolare o pentagonale. 21. Dispensatore, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che dette appendici (20) sono in numero maggiore di quattro. 22. Dispensatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto elemento trasparente (17;60) è accoppiato a detto passaggio (18) mediante una modesta interferenza meccanica tra le parti. 23. Dispensatore, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fato che sono previsti mezzi di aggancio a scatto o elastico (30;50) per assicurare il mantenimento della corretta posizione di lavoro di detto elemento trasparente (17) in detto passaggio (18). 24. Dispositivo, secondo la rivendicazione 23, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di aggancio (30;50) comprendono almeno un’aletta flessibile (30), dotata di almeno un dente di aggancio (31). 25. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto dente di aggancio (31) presenta almeno un piano inclinato, suscettibile di essere portato a contatto di una parte (19) di detto elemento trasparente (17), in fase di montaggio di quest’ultimo in detto passaggio (18), per determinare una flessione elastica di detta aletta (30). 26. Dispositivo, secondo la rivendicazione 24, caratterizzato dal fatto che detto dente (31) è atto ad operare in aggancio su detta parte (19) di detto elemento trasparente (17), in una condizione di compressione di detti mezzi di tenuta (21). 27. Dispositivo, secondo la rivendicazione 23, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di aggancio (30;50) comprendono almeno una porzione flessibile (50) associata a detta sede (18), nella quale è definita almeno un’apertura di aggancio (52), detta porzioni flessibile (50) presentando in particolare all’estremità libera un piano inclinato (51). 28. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto elemento trasparente (17) comprende una parte in rilievo (19) avente almeno una superficie inclinata. 29. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 27 e 28, caratterizzato dal fatto che detto piano inclinato di detta parte in rilievo (19) è suscettibile di essere portato a contatto con detto piano inclinato (51) di detta porzione flessibile (50), in fase di montaggio di detto elemento trasparente (17) in detto passaggio (18), per determinare una flessione elastica di detta porzione flessibile (50). 30. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 27 e 28, caratterizzato dal fatto che dette aperture di aggancio (52) sono atte a ritenere detta parte in rilevo (19) di detto elemento trasparente (17), in una condizione di compressione di detti mezzi di tenuta (21). 31. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che, per assicurare il mantenimento della corretta posizione di lavoro di detto elemento trasparente (17) in detto passaggio (18), è prevista la deformazione meccanica di almeno una zona di estremità (40) di detto passaggio (18). 32. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detta zona (40) viene deformata verso l’interno di detto passaggio (18), contro almeno una parte (19) di detto elemento trasparente (17), in modo da bloccare meccanicamente quest’ultimo, in una condizione di compressione di detti mezzi di tenuta (21). 33. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detta deformazione è realizzata a caldo, tramite ribaditura o ricalcatura di detta zona (40). 34. Dispensatore, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento trasparente (17;60) è realizzato con un materiale plastico, quale ad esempio policarbonato o metacrilato. 35. Dispensatore, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la sezione prevalente di detto elemento trasparente (17) è di forma sostanzialmente ovalizzata o rettangolare, 36. Dispensatore, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di tenuta (21) comprendono un anello del tipo oring o del tipo quadro-ring. 37. Dispensatore, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l’accoppiamento tra detto passaggio (18) e detto elemento trasparente (17;60) è realizzato mediante incollaggio, o saldatura, in particolare ad ultrasuoni, o simile tecnica di fissaggio. 38. Dispensatore, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto corpo (11) è realizzato tramite saldatura di un pezzo anteriore (HA) ed un pezzo posteriore (11B). 39. Dispensatore, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che in detto corpo (11) è definito un vano di contenimento di un secondo agente di lavaggio, dotato di un relativo sportellino (13). 40. Dispensatore di almeno un agente di lavaggio, per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, detto dispensatore (10) comprendendo un serbatoio (12) di contenimento di un liquido, al quale è associato un dispositivo (17-18;60) di controllo visivo del livello dì detto liquido, detto dispositivo di controllo comprendendo un passaggio (18), disposto tra detto serbatoio (12) e l’esterno del corpo (11) del dispensatore (10), ed un elemento in materiale sostanzialmente trasparente (17;60) inserito in tale passaggio (18), una prima porzione (22:64) di detto elemento trasparente (17;60) essendo almeno in parte visibile dall’esterno di detto corpo (11) ed una seconda porzione (17B;60B) di detto elemento trasparente (17;60) risultando inserita in detto serbatoio (12), ove aH’estremità libera di detta seconda porzione (17B;60B) sono definite una serie di appendici (20;63) disposte a livelli di altezza differenti, caratterizzato dal fatto che almeno un tratto di detto elemento trasparente (17;60) presenta una sezione di forma oblunga ovvero presentante una dimensione maggiore ed una dimensione minore. 41. Dispensatore di almeno un agente di lavaggio, per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, detto dispensatore (10) comprendendo un serbatoio (12) di contenimento di un liquido, al quale è associato un dispositivo (17-18;60) di controllo visivo del livello di detto liquido, detto dispositivo di controllo comprendendo un passaggio (18), disposto tra detto serbatoio (12) e l’esterno del corpo (11) del dispensatore (10), ed un elemento in materiale sostanzialmente trasparente (17;60) inserito in tale passaggio (18), una prima porzione (22:64) di detto elemento trasparente (17;60) essendo almeno in parte visibile dall’esterno di detto corpo (11) ed una seconda porzione (17B;60B) di detto elemento trasparente (17;60) risultando inserita in detto serbatoio (12), ove all’estremità libera di detta seconda porzione (17B;60B) sono definite una serie di appendici (20;63) disposte a livelli di altezza differenti, caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi tenuta di tipo elastico (21) operanti tra detto passaggio (18) e detto elemento trasparente (17;60), ove detto passaggio (18) e detto elemento trasparente (17;60) sono dotati dì rispettivi mezzi di posizionamento (G,G1;G1’) di detti mezzi di tenuta (21) in posizione di lavoro. 42. Dispensatore di almeno un agente di lavaggio, per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, detto dispensatore (10) comprendendo un serbatoio (12) di contenimento di un liquido, al quale è associato un dispositivo (I7-18;60) di controllo visivo del livello di detto liquido, detto dispositivo di controllo comprendendo un passaggio (18), disposto tra detto serbatoio (12) e l’esterno del corpo (11) del dispensatore (10), ed un elemento in materiale sostanzialmente trasparente (17;60) inserito in tale passaggio (18), una prima porzione (22:64) di detto elemento trasparente (17;60) essendo almeno in parte visibile dall’esterno di detto corpo (11) ed una seconda porzione (17B;60B) di detto elemento trasparente (17;60) risultando inserita in detto serbatoio (12), ove all’ estremità libera di detta seconda porzione (17B;60B) sono definite una serie di appendici (20;63) disposte a livelli di altezza differenti, caratterizzato dal fatto che dette appendici (63) sono tra loro affiancate secondo una direzione non rettilinea, ove in particolare lo sviluppo complessivo della zona di detta seconda porzione (60B) dalla quale dette appendici (63) si dipartono ha un andamento almeno in parte ricurvo e/o dette appendici (63) sono tra loro affiancate con un andamento almeno in parte elicoidale. 43. Dispensatore per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, detto dispensatore (10) comprendendo un serbatoio (12) di contenimento di un agente di lavaggio liquido, al quale è associato un dispositivo (17-18;60) di controllo visivo del livello di detto agente di lavaggio liquido, detto dispositivo di controllo comprendendo un passaggio (18), disposto tra detto serbatoio (12) e l’esterno del corpo (11) del dispensatore (10), ed un elemento in materiale sostanzialmente trasparente (17;60) inserito in tale passaggio (18), dove - una prima porzione (17A;60A) di detto elemento trasparente (17;60) è almeno in parte visibile dall’esterno di detto corpo (11) ed una seconda porzione (17B;60B) di detto elemento trasparente (17;60) risulta inserita in detto serbatoio (12), - all’estremità libera di detta seconda porzione (17B;60B) è definita una pluralità di appendici (20;63) disposte a livelli di altezza differenti, e su almeno una zona della superficie visibile (22;64) di detta prima porzione sono (17A) sono individuabili i vari passi di una scala indicativa del livello di detto agente di lavaggio liquido in detto serbatoio (12), - ciascuno di detti passi corrisponde ad una di dette appendici (20;63) ed è suscettibile di assumere almeno due tonalità di colorazione diverse, a seconda del fatto che la corrispondente appendice (20;63) sia immersa o meno in detto agente di lavaggio liquido, per fornire una relativa indicazione visiva di livello su detta scala, caratterizzato dal fatto che i passi di detta scala vengono evidenziati per effetto ottico in forma settori radiali affiancati, a mo’ di spicchi, su almeno una zona (SC) di detta superficie visibile (64), detta zona (SC) avendo in particolare una forma almeno in parte curva. 44. Dispensatore di almeno un agente di lavaggio, per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, secondo gli insegnamenti della presente descrizione e dei disegni annessi.
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