ITPI20110013A1 - Un attacco per sci ammortizzato. - Google Patents

Un attacco per sci ammortizzato. Download PDF

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ITPI20110013A1
ITPI20110013A1 IT000013A ITPI20110013A ITPI20110013A1 IT PI20110013 A1 ITPI20110013 A1 IT PI20110013A1 IT 000013 A IT000013 A IT 000013A IT PI20110013 A ITPI20110013 A IT PI20110013A IT PI20110013 A1 ITPI20110013 A1 IT PI20110013A1
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fluid
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cylinders
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ski
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IT000013A
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Fabio Cucini
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Fabio Cucini
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    • A63SPORTS; GAMES; AMUSEMENTS
    • A63CSKATES; SKIS; ROLLER SKATES; DESIGN OR LAYOUT OF COURTS, RINKS OR THE LIKE
    • A63C5/00Skis or snowboards
    • A63C5/06Skis or snowboards with special devices thereon, e.g. steering devices
    • A63C5/075Vibration dampers
    • AHUMAN NECESSITIES
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    • A63CSKATES; SKIS; ROLLER SKATES; DESIGN OR LAYOUT OF COURTS, RINKS OR THE LIKE
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    • A63C10/26Shock or vibration dampers
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    • A63C9/00Ski bindings
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    • A63C2203/20Shock or vibration absorbing

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  • Acyclic And Carbocyclic Compounds In Medicinal Compositions (AREA)

Description

Descrizione a corredo della domanda di brevetto per invenzione industriale dal titolo:
UN ATTACCO PER SCI AMMORTIZZATO
Ambito dell'invenzione
La presente invenzione riguarda il settore tecnico inerente l'attrezzatura sportiva per praticare lo sci in genere.
In particolare l'invenzione si riferisce ad un innovativo attacco per sci o snowboard del tipo ammortizzato.
Brevi cenni alla tecnica nota
Gli attacchi per sci sono oramai noti da tempo e prevedono una punta ed una talloniera tra loro distanziati in modo tale da poter bloccare tra di essi lo scarpone dello sciatore. Questi tipi di attacchi hanno avuto nel corso del tempo una grande evoluzione soprattutto a fini di sicurezza ed incolumità. In particolare sono stati previsti sistemi di calibratura delle molle per cui, superato un preciso valore di soglia di un impulso ricevuto, l'attacco si sgancia consentendo il distacco tra lo scarpone e lo sci. In tal maniera, in caso di caduta accidentale, lo sci si distacca dallo scarpone evitando dunque rischi per l'incolumità dello sciatore.
Tuttavia, allo stato attuale, gli attacchi risultano essere elementi connessi rigidamente alla struttura dello sci. Tale rigidezza è causa di trasmissione di tutte le sollecitazioni dovute alle asperità della pista direttamente sulla colonna vertebrale e sulla cervicale dello sciatore. E' dunque evidente come, sul lungo termine, tali sollecitazioni possono causare problemi articolari e muscolari a carico della schiena dello sciatore.
Sintesi dell'invenzione
È quindi scopo della presente invenzione fornire un innovativo sistema di attacco per sci che risolva almeno in parte i suddetti inconvenienti.
In particolare è scopo della presente invenzione fornire un innovativo sistema di attacco per sci che sia in grado di assorbire gli impatti verticali e le vibrazioni esercitando dunque un effetto ammortizzante.
Questi e altri scopi sono dunque ottenuti con il presente sistema di attacco per sci in accordo alla rivendicazione 1.
In particolare è prevista una piastra di supporto (2) su cui risultano predisposti la punta (60) e la talloniera (70). Tale piastra prevede inoltre almeno uno, preferibilmente due, elementi ammortizzanti (10, 20; 210; 220) collegabili allo sci da una parte in modo tale da mantenerla distanziata dal piano dello sci stesso.
In tal maniera, in risposta ad un impulso ricevuto, tali elementi si ritraggono o si estendono consentendo così un moto di avvicinamento e allontanamento, o viceversa, della piastra di supporto rispetto al piano dello sci che causa lo smorzamento dell'impulso ricevuto.
In questa maniera, in caso di asperità del terreno, salti o altri impatti, gli impulsi generati vengono ammortizzati e non vanno direttamente a carico della schiena dell'utilizzatore.
Ulteriori vantaggi sono desumibili dalle rivendicazioni dipendenti.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e i vantaggi del sistema di attacco per sci, secondo l'invenzione, risulteranno più chiaramente con la descrizione che segue di alcune forme realizzative, fatte a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni annessi, in cui: - La figura 1 mostra in vista laterale il presente sistema di attacchi ammortizzato in accordo ad una prima possibile configurazione dell'invenzione;
— La figura 2 mostra lo schema idraulico di tale sistema di ammortizzamento;
- La figura 3 mostra una seconda possibile variante dell'invenzione;
- La figura 4 mostra gli attacchi applicati allo sci in accordo a tale seconda configurazione.
Descrizione di una forma realizzativa preferita
La vista laterale di figura 1 mostra una prima forma realizzativa dell'invenzione che prevede un sistema di attacco ammortizzato montato su uno sci da neve.
In particolare il sistema prevede una piastra di supporto 2 su cui risultano predisposti rispettivamente la punta 60 e la talloniera 70 di un classico attacco da sci come da arte nota. La piastra di supporto 2 risulta però sospesa dallo sci 1 attraverso due steli 3 i quali si collegano allo sci per un loro estremo attraverso, ad esempio, una piastra di appoggio 14 fissata o comunque solidale allo sci stesso. La piastra di supporto 2 monta, dalla parte opposta agli steli 3, due cilindri idraulici verticali (10, 20) di cui uno anteriore 10 posto a monte della punta 60 degli attacchi ed uno posteriore 20 posto a valle della talloniera 70. I due cilindri idraulici formano ogni uno una camera di contenimento (10', 20') per un fluido, quale ad esempio olio, come mostrato in figura 2. I due cilindri sono dunque posti in posizione verticale in modo tale che lo stelo 3 possa ritrarsi e fuoriuscire da essi verticalmente.
Come detto, la figura 2 meglio mostra una schematizzazione di questo sistema di ammortizzamento ed evidenzia i due cilindri verticali formanti le camere interne (10'; 20') provviste di l'olio e il pistone 4 provvisto di stelo 3 predisposto scorrevolmente entro la camera dei due cilindri. Lo schema idraulico di figura 2 mostra inoltre una linea di comunicazione fluida 15 meglio dettagliata subito nel seguito. La stessa linea di comunicazione è anche mostrata in figura 1 è può naturalmente essere arrangiata secondo percorsi qualsiasi.
Tornando alla figura 1 si evidenzia poi un ulteriore cilindro orizzontale 30 predisposto in maniera solidale sulla piastra di supporto 2. Tale cilindro è predisposto in posizione arretrata rispetto al cilindro verticale posteriore 20 verso la coda degli sci. Tale cilindro orizzontale è anche esso in comunicazione fluida con i suddetti cilindri attraverso la linea di comunicazione fluida 15 sopra descritta. Inoltre interposto tra detto cilindro orizzontale 30 e il cilindro verticale posteriore 20 risulta predisposta una valvola 100 per il controllo del deflusso di ritorno del fluido la cui funzione verrà meglio descritta nel seguito.
La comunicazione fluida 15 è dunque un semplice condotto che consente il flusso di olio rispettivamente dai due cilindri (10, 20) verso il cilindro 30 attraverso la valvola di deflusso 100 e viceversa. La connessione 15 può indifferentemente essere realizzata collegando indipendentemente il cilindro 10 e il cilindro 20 al cilindro 30 oppure, come mostrato in figura 2, attraverso una comune connessione. Questa soluzione è naturalmente costruttivamente più semplice anche se gli effetti tecnici rimangono sostanzialmente gli stessi.
Come meglio mostrato nello schema idraulico di figura 2, il cilindro orizzontale 30 prevede anche esso un pistone interno 5 ed uno stelo 6 solidale al pistone. Il pistone, similmente a quanto accade per i due cilindri verticali, è montato scorrevole all'interno della camera 30' formata dal cilindro 30 stesso. Lo stelo orizzontale 6 porta montata coassialmente ad esso una molla 7. In particolare una estremità dello stelo è provvisto di una filettatura 8 su cui si avvita una manopola 9. Una estremità della molla è dunque fissata alla manopola mentre l'estremità opposta è fissata alla base del cilindro orizzontale 30.
E' dunque evidente come variando la distanza della manopola 9 lungo lo stelo 6, semplicemente ruotando la manopola in un verso o nell'altro lungo lo stelo 6 attraverso la filettatura 8, si riesca facilmente a regolare uno stato iniziale di compressione F della molla (vedi figura 1). Tale stato di compressione si traduce in una forza maggiore richiesta sul pistone 5 affinché questo possa iniziare a scorrere lungo la camera 30' del cilindro 30. Inoltre, man mano che il pistone scorre, la forza di richiamo della molla aumenterà progressivamente dato che questa andrà a comprimersi maggiormente.
Avendo descritto strutturalmente gli elementi essenziali di tale prima configurazione realizzativa passiamo adesso per maggior chiarezza ad una descrizione di funzionamento della stessa.
Supponiamo di partire da una condizione iniziale di riposo in cui le due camere 10' e 20' sono piene di fluido e dunque i relativi steli 3 si trovano completamente estesi verso l'esterno come da figura 1 e 2 con i pistoni 4 a fondo corsa. In tal maniera la piastra di supporto 2 si troverà sollevata rispetto al piano dello sci di una quantità coincidente con l'estensione massima degli steli. In questa condizione il pistone orizzontale 5 è anche esso tutto esteso a fine corsa e mantenuto in quella posizione dalla forza F di trazione della molla. Maggiormente si avvita la manopola sulla filettatura 8 e maggiore sarà la forza F che mantiene il pistone 30' a ridosso della parete posteriore del cilindro 30 come da figura 2. In tal caso è dunque richiesta una maggiore forza iniziale per iniziare 10 scorrimento di questo ultimo e, dunque, il sistema ammortizzante risulta più rigido. E' dunque evidente come 11 presente sistema sia regolabile in funzione delle necessità ed in particolar modo in funzione del peso dell'utilizzatore . Ad esempio, nel caso di persona adulta e pesante, si può settare un valore di pre-compressione iniziale della molla elevato in modo tale da rendere il sistema ammortizzante più rigido.
Durante l'uso, quando lo sciatore subisce un impulso verticale I, dovuto ad esempio ad una asperità del terreno o ad un salto, i due pistoni verticali tenderanno a scorrere internamente in maniera indipendente l'uno dall'altro (cilindri a semplice effetto) lungo le rispettive sedi (10', 20') dei cilindri (10, 20). Di conseguenza spingeranno il fluido entro di essi contenuto con una certa pressione lungo il condotto 15 attraverso la valvola di deflusso 100 verso il cilindro orizzontale 30. Come si evince sempre dalla figura 2 la linea di comunicazione fluida 15 è connessa al cilindro orizzontale in modo tale che il fluido in uscita in pressione dalle due camere 10' e 20' entri alle spalle del pistone 5 spingendolo opportunamente. L'azione di spinta dovrà vincere la forza di richiamo della molla la quale cresce proporzionalmente all'aumentare della compressione, ovvero all'aumentare della corsa del pistone 5 stesso. Il tutto crea dunque un effetto ammortizzante che smorza la vibrazione trasmessa dallo sci all'attacco.
Al fine poi di evitare un ritorno brusco della molla alla posizione di riposo, ed evitare dunque un successivo salto deqli ammortizzatori per via del riflusso inverso del fluido, è sufficiente selezionare la valvola di deflusso 100 con un opportuno strozzamento in modo tale da reqolare il deflusso di ritorno in maniera più reqolare e controllata. La valvola, come mostrato in fiqura 1 ha una manopola che permette la reqolazione dello strozzamento in modo tale da poter controllare il reflusso di ritorno (più o meno rapido).
E' inoltre evidente dalla descrizione strutturale e di funzionamento data relativamente a questa prima coniiqurazione, come la punta e il tallone possono interaqire uno indipendentemente dall'altro. In particolare un impulso caricato prevalentemente sulla punta causa un rientro ed un ammortizzamento sostanzialmente del pistone di punta indipendentemente da quello arretrato il quale rimane nella sua posizione di riposo. Questo può creare un certo disallineamento del piano 2 rispetto al piano dello sci creando inclinazioni allo scarpone poco favorevoli e persino rischiose.
Al fine dunque di uniformare il moto dei due pistoni, causando dunque un semplice moto verticale di sollevamento e abbassamento della piastra 2 rispetto al piano dello sci indipendentemente dal punto di azione dell'impulso, è stata pensata la sequente variazione strutturale come da fiqure 3 e fiqura 4.
Questa differisce dalla precedente per il fatto che il cilindro orizzontale 230 prevede adesso uno stelo 206 fornito di due pistoni 205 e 205' predisposti scorrevolmente rispettivamente ogni uno entro una camera (VI e V2) separate tra loro attraverso un setto divisore fisso 260. Inoltre la linea di comunicazione fluida prevede, oltre ad un ramo superiore 250 identico a quello descritto per la prima configurazione, un secondo ramo 251 ed un terzo ramo 252 che mettono rispettivamente in comunicazione fluida il cilindro 210 con la camera V2 e il cilindro 220 con la camera VI creando così una circuitazione chiusa. Fluido, ad esempio olio, è adesso presente anche nelle camere VI e V2.
Il resto è sostanzialmente identico strutturalmente alla prima configurazione e per questo motivo non viene qui nuovamente ripreso.
In uso il funzionamento di questa seconda configurazione è il seguente.
Si parte sempre dalla condizione iniziale di figura 3 con gli steli dei pistoni predisposti entro i cilindri 210 e 220 tutti estesi (vedi anche figura 4). In caso di impulso (I) applicato agli steli attraverso lo sci, i pistoni scorrono entro i cilindri verticali 210 e 220 obbligando il fluido a circolare in pressione lungo la linea 250 entro il pistone 230 alle spalle del pistone 205 esattamente come descritto per la prima configurazione. Il pistone 205 unitamente al pistone 205' inizieranno a scorrere vincendo la forza della molla esattamente come descritto per la prima configurazione. In tal caso però il moto dei due pistoni causerà una riduzione volumetrica dei volumi VI e V2 obbligando il fluido in esso presenti a fuoriuscire dalle rispettive camere ed andare in ritorno entro i cilindri 210 e 220 lungo i percorsi 251 e 253 rispettivamente. In tal maniera, indipendentemente da dove agisce l'impulso (ad esempio impulso agente solo sul pistone del cilindro 210) la riduzione volumetrica VI e V2 causerà un moto di rientro uguale in distanza percorsa per entrambi i pistoni dei due cilindri 210 e 220.
La forza della molla riporta poi indietro i pistoni causando un deflusso di ritorno sempre lungo l'intero circuito (250, 251 e 252) il tutto con un notevole effetto ammortizzante esattamente come per la prima configurazione .
Una terza configurazione, particolarmente semplice, può prevedere la predisposizione al di sotto del piano di supporto 2 due semplici sistemi a molla (ad esempio molle a gas come negli ammortizzatori auto) di opportuna rigidezza e collegati per l'estremo opposto al piano dello sci .
Con il termine sci si intende nella presente descrizione tutta la gamma comprendente tavola per snowboard, sci alpino e sci di fondo.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un sistema di attacco del tipo ammortizzato per sci (1) comprendente una punta (60) ed una talloniera (70) collegabili allo sci (1) ed entro cui poter intrappolare uno scarpone e caratterizzato dal fatto che è prevista una piastra di supporto (2) su cui risultano predisposti la punta (60) e la talloniera (70), detta piastra di supporto (2) comprendendo ulteriormente almeno uno, preferibilmente due, elementi ammortizzanti (10, 20; 210; 220) collegabili allo sci da una parte in modo tale da mantenere la piastra di supporto (2) distanziata dal piano dello sci e configurati in modo tale che, in risposta ad un impulso (I) ricevuto, detti elementi consentano un moto di avvicinamento e allontanamento o viceversa della piastra di supporto rispetto al piano dello sci che determini lo smorzamento dell'impulso (I) ricevuto .
  2. 2. Un sistema di attacco, secondo la rivendicazione 1, in cui detti elementi ammortizzanti (10, 20; 210; 220) comprendono due cilindri verticali (10, 20; 210; 220) formanti ogni uno una camera interna contenente un fluido ed entro cui è montato scorrevole un pistone (4) avente uno stelo (3) attraverso cui poter connettere la piastra di supporto (2) al piano dello sci in modo tale che in risposta ad un impulso ricevuto i pistoni (4) scorrano entro i cilindri causando una spinta sul fluido che ammortizza 1 impulso .
  3. 3. Un sistema di attacco, secondo la rivendicazione 1 e 2, in cui è ulteriormente previsto un terzo elemento ammortizzante (30; 230), detto elemento ammortizzante comprendendo un terzo cilindro (30; 230) formante una camera interna ed entro cui è montato scorrevole un pistone (5; 205) ed in comunicazione fluida con detti due cilindri (10, 20; 210; 220) in modo tale che il fluido presente in un cilindro verticale, in seguito a detta ricezione dell'impulso, passi entro il terzo cilindro (30; 230) causando un moto del pistone (5; 205) che causa un ammortizzamento dell'impulso.
  4. 4. Un sistema di attacco, secondo la rivendicazione 3, in cui detto terzo cilindro (30; 230) prevede mezzi elastici (7) arrangiati in modo tale da esercitare una forza che si oppone allo scorrimento del pistone (5; 205) causato dal passaggio di fluido da uno o entrambi i cilindri verticali (10, 20; 210; 220) al terzo cilindro (30; 230) causando uno smorzamento della vibrazione.
  5. 5. Un sistema di attacco, secondo la rivendicazione 4, in cui detti mezzi elastici (7) prevedono una molla di compressione (7) predisposta in modo tale da risultare compresa tra una manopola (9) fissata ad un estremo dello stelo (6; 206) del pistone (5) e la base del cilindro (30).
  6. 6. Un sistema di attacco, secondo la rivendicazione 5, in cui lo stelo (6; 206) è filettato in modo tale che la manopola (9) risulti scorrevole lungo lo stelo cambiando lo stato di compressione iniziale della moIla.
  7. 7. Un sistema di attacco, secondo una o più rivendicazioni dalla 3 alla 6, in cui detto terzo cilindro è posto orizzontalmente sulla piastra di supporto (2).
  8. 8. Un sistema di attacco, secondo una o più rivendicazioni precedenti dalla 3 alla 7, in cui detta comunicazione fluida è realizzata attraverso un condotto (15) di passaggio del fluido da detti cilindri verticali (10, 20) al cilindro (30).
  9. 9. Un sistema di attacco, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti dalla 3 alla 7, in cui il cilindro (230) prevede un setto (260) formante due camere (VI, V2) contenenti entrambi un fluido, lo stelo (206) prevedendo solidali ad esso due pistoni (205') e (205) scorrevoli rispettivamente entro la camera (VI) e (V2), la linea di comunicazione fluida prevedendo un primo condotto (250) di passaggio del fluido da entrambi detti cilindri verticali (210, 220) entro il cilindro (30) alle spalle del pistone (205) in modo tale da causare un moto dello stelo (206) di ammortizzamento attraverso l'invio del fluido contenuto entro i cilindri (210, 220) in risposta ad un impulso agente su almeno uno di detti due cilindri (210, 220) ed un condotto di comunicazione (251, 252) che collega rispettivamente le camere (VI) e (V2) alla base dei cilindri (210) e (220) in modo tale che detto moto di avanzamento dei pistoni (205') e (205) causi una contestuale mandata di fluido contenuto entro le camere lungo i condotti (251) e (252) entro i cilindri (210) e (220) causando un sollevamento sostanzialmente contestuale ed uguale di entrambi i pistoni dei cilindri (210, 220).
  10. 10. Un sistema di attacco, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti dalla 3 alla 9, in cui è prevista una valvola (100) per controllare la velocità di reflusso inverso del fluido circolante entro i condotti di passaggio del fluido.
  11. 11. Uno sci caratterizzato dal fatto di comprendere un sistema di attacco come da una o più rivendicazioni precedenti.
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