ITPD20090091A1 - Dispositivo di ancoraggio rapido ad inserti obliqui - Google Patents

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ITPD20090091A1
ITPD20090091A1 IT000091A ITPD20090091A ITPD20090091A1 IT PD20090091 A1 ITPD20090091 A1 IT PD20090091A1 IT 000091 A IT000091 A IT 000091A IT PD20090091 A ITPD20090091 A IT PD20090091A IT PD20090091 A1 ITPD20090091 A1 IT PD20090091A1
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    • E04BUILDING
    • E04HBUILDINGS OR LIKE STRUCTURES FOR PARTICULAR PURPOSES; SWIMMING OR SPLASH BATHS OR POOLS; MASTS; FENCING; TENTS OR CANOPIES, IN GENERAL
    • E04H12/00Towers; Masts or poles; Chimney stacks; Water-towers; Methods of erecting such structures
    • E04H12/22Sockets or holders for poles or posts
    • E04H12/2207Sockets or holders for poles or posts not used
    • E04H12/2215Sockets or holders for poles or posts not used driven into the ground
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E02HYDRAULIC ENGINEERING; FOUNDATIONS; SOIL SHIFTING
    • E02DFOUNDATIONS; EXCAVATIONS; EMBANKMENTS; UNDERGROUND OR UNDERWATER STRUCTURES
    • E02D5/00Bulkheads, piles, or other structural elements specially adapted to foundation engineering
    • E02D5/74Means for anchoring structural elements or bulkheads

Description

DISPOSITIVO DI ANCORAGGIO RAPIDO AD INSERTI OBLIQUI
2. DESCRIZIONE
Il sistema oggetto della richiesta di brevetto è relativo all'ancoraggio di oggetti di vario tipo ed applicazione su suolo o su parete siano essi artificiali come ad esempio asfalto, cemento, conglomerati bituminosi, sottofondi ghiaiosi artificiali, parete in muratura ecc. o su suolo e parete non artificiali di varia natura, consistenza e composizione come terreno, manto erboso, parete rocciosa ecc.
L'invenzione punta alla risoluzione di problemi di ancoraggio nei settori: edilizio, impiantistico in genere, hobbistico, sportivo, agricolo e qualsiasi altro settore ed applicazione che si trovi a dover poggiare o ancorarsi al suolo o alla parete.
Il sistema, che può assumere varie forme e misure a seconda dell' applicazione effettiva della quale sarà oggetto, è composto da una base che costituisce il supporto sul quale insisterà la struttura sostenuta ed una serie di inserti il cui numero minimo è 2 ed il cui numero massimo è indefinito. Il numero, la misura, la forma, il materiale (metalli, materiali plastici ecc.) e l'inclinazione degli inserti che scendono nel suolo con obliquità determinata dalla base conferiscono alla base stessa ed alla struttura la resistenza meccanica desiderata.
Una realizzazione dell'oggetto contenuta per misure e per resistenza dei materiali può trovare applicazione, a puro titolo esemplificativo, nell'ancoraggio di elementi da giardino quali gazebo, faretti e quant'altro, nell'ambito sportivo con l'ancoraggio di funi o tiranti per tende, o ancora per sostenere cartelli o cestini in aree pubbliche, fotocellule e motori per cancelli elettrici.
Una realizzazione sempre contenuta ma con una resistenza maggiore alle sollecitazioni meccaniche, può essere applicata alla cartellonistica stradale sia pubblicitaria che segnaletica o al sostegno di pannelli fotovoltaici. Queste sono solo alcune delle applicazioni che il richiedente ha ritenuto opportuno enunciare e che come si può ben capire possono essere ampliate su una molteplicità di altre realizzazioni nei più disparati ambiti. Può dunque essere dimensionato per il supporto di pali per l'illuminazione o per il sostegno di cavi elettrici o telefonici, per il sostegno di strutture per fondazioni in campo edilizio abitativo ed industriale. Infatti il principio che sta alla base dell'invenzione può essere replicato su scala diversa e dimensionato in modo da ottenere la resistenza meccanica desiderata per tipo di struttura e per tipo di fondo ospitante l'ancoraggio.
STATO DELLA TECNICA
Premesso che l'oggetto di richiesta di brevetto trova applicazione in molteplici campi dove il problema dell'ancoraggio è sentito, risulterebbe pertanto difficile e dispersivo soffermarsi sullo stato della tecnica di ciascuno di essi. Risulta altresì utile analizzare quale sia lo stato della tecnica nelle applicazioni per le quali l'inventore ha maggiore conoscenza e che costituiscono l'ambito primario per il quale si è pensato di risolvere la problematica dell'ancoraggio e sono le applicazioni al suolo. L'invenzione è infatti nata dal tentativo di risolvere il problema dell'ancoraggio di strutture atte ad ospitare pannelli solari su terreni naturali, erbosi e non, ed ha trovato presto svariati ambiti di applicazione proprio per la semplicità dell'intuizione.
Attualmente gli ancoraggi per strutture di una certa portata, talvolta anche per semplici pali, su terreni naturali di vario tipo e natura, quando il semplice conficcamento verticale non risulta sufficiente, vengono effettuati con getti in calcestruzzo, armati e non. Tali getti, denominati altrimenti plinti di fondazione.
nei quali possono essere annegati tirafondi o inserti di vario genere che si oppongono alle sollecitazioni meccaniche esercitate dalla struttura che poggia su di essi, si caratterizzano per la complessità ed i tempi di applicazione. Per tali sistemi è necessario infatti effettuare un'opera di escavazione per poi gettare il materiale che sarà disponibile per l'ancoraggio solo una volta solidificatosi. Per l'effettuazione di tali fondazioni è necessaria inoltre autorizzazione amministrativa poiché si tratta di fondazioni permanenti che danno origine a cementificazione determinando peraltro un certo impatto ambientale. Nonostante la letteratura brevettuale mostri come in molti abbiano apportato modifiche e migliorie alla tecnica tradizionale per migliorare l'efficacia e l'efficienza dell'ancoraggio e dei suoi metodi di applicazione non si ha notizia al richiedente di sistemi che non prevedano una prima opera di escavazione ed una successiva fase di riempimento della cavità ricavata con materiale sottoforma di getto o di semplice pozzetto talvolta modulare poi riempito con ghiaione o altri materiali inerti. I sistemi attuali risentono inoltre dei successivi assestamenti del terreno dopo che l'ancoraggio è stato fatto, dovuto al ricompattamento del suolo movimentato. Si fa riferimento a tal proposito ai brevetti: GB1358432 di Production MGF Services LTD per il quale l'ancoraggio avviene con inglobazione nel cemento di una struttura formata da almeno quattro tubi ancorati a dei piatti e ad una cornice perimetrale la parte superiore di tale struttura immersa nel cemento prevede un alloggio per la base circolare del palo fissato tramite viti che scendono nelle cavità filettate di detti tubi in materiali plastici, in genere resina. Una seconda soluzione di Takeshita, Sano JP8333814 prevede una base di ancoraggio in cemento dotata di un foro di ancoraggio e di un elemento di ancoraggio che presenta una serie di tagli radiali, all'interno di tale elemento verrà spinto un chiodo di espansione che farà aprire a guisa di forbice l'elemento che lo ospita, insistendo così sulle pareti del foro di ancoraggio. Ulteriore letteratura brevettuale che conferma la sensibilità verso tale problema ma che non sminuisce l'elemento innovativo e creativo della presente rivendicazione e ne confermano altresì la bontà è Langmatz DE10008101, sul quale non si ritiene opportuno soffermarsi in quanto calca in qualche modo i sistemi precedenti, non superando alcuni dei limiti esistenti. Fra i più evidenti e sentiti in fase di realizzazione di ancoraggi del tipo fin qui descritto su fondi di questo genere vi è la difficoltà di ottimizzare la stabilità della struttura ancorata. Il fondo è spesso soggetto a riassestamenti poiché rimosso per ricavare il sito di ancoraggio e ripristinato ad ancoraggio completato. In ogni caso in ognuno dei procedimenti sopra descritti, oggetto di brevetti e non, nessuno propone un sistema che sia poi rimovibile ed addirittura riutilizzabile successivamente. Da ultimo ma probabilmente di maggior rilevanza è il costo di applicazione dei sistemi sopraccitati, costo determinato dalla lunghezza dei tempi di messa in opera e dalla manodopera necessaria.
Altre tecniche conosciute all'inventore che non prevedono l'escavazione e la cementificazione consistono nel conficcare nel terreno con sistemi meccanici o manuali pali, sistemi a vite, ad elica ed ancore di varia forma e misura. Per quanto riguarda pali e sistemi a vite, pur essendo una soluzione efficace qualora il carico e le forze meccaniche agenti sulla struttura non siano particolarmente insistenti, presentano notevoli limiti per quanto riguarda la resistenza alla trazione. La loro tenuta è infatti determinata dalla sola pressione esercitata dal materiale in cui sono conficcati sulle pareti dell'oggetto stesso: in questo modo lo scuotimento laterale del palo diminuisce notevolmente la tenuta dell'ancoraggio. Il sistema ad ancora seppellita in profondità nel terreno supera in qualche modo questo problema anche se risulta meno efficace nel sostenere le pressioni laterali e verticale esercitate sulla struttura sostenuta e risulta peraltro particolarmente costoso nella realizzazione e limitato nell'applicazione alla sola resistenza alla trazione. Tutti i suddetti sistemi sono sensibili al variare delle condizioni di compattamento del terreno e della profondità di infissione. La letteratura brevettuale offre esempi anche in questo caso con il sistema T-Block brevettato da Sistemi Chiocciola S.r.l. n. registrazione 0001177338. Sistema a vite che si conficca nel terreno, a parere del richiedente ha alcuni problemi in fase di applicazione poiché la vite potrebbe scendere con una certa inclinazione non offrendo la possibilità di una perfetta perpendicolarità al suolo della struttura che andrà a sostenere, a meno che non vengano utilizzati macchinari particolarmente sofisticati. Se poi il fondo fosse roccioso non sarebbe applicabile questo tipo di sistema e con molta difficoltà lo sarebbero anche quelli sopra descritti quantomeno senza una preventiva opera di perforazione di una certa portata.
Per quanto riguarda gli ancoraggi su conglomerati cementizi (calcestruzzi) attualmente vengono usati tasselli ad espansione, tasselli chimici o tirafondi annegati nel getto di calcestruzzo stesso. Gli ancoraggi su manto bituminoso e sottofondi a base di materiali inerti artificiali (ghiaia e calcinacci, materiale di riciclo) vengono invece effettuati con plinti di fondazione nonché alcuni dei sopraccitati sistemi del tipo adoperato per il terreno naturale. Pozzetti per la realizzazione vengono previsti già in fase di realizzazione del manto per agevolare le operazioni di ancoraggio a posteriori. L'operazione di escavazione, una volta realizzato il fondo, risulta infatti particolarmente complicata e dispendiosa.
ELEMENTI DI INNOVAZIONE PER SUPERARE I LIMITI DELLA TECNICA ATTUALE
Il sistema di ancoraggio è frutto di un intuizione creativa del richiedente, seppur non derivando da un processo particolarmente complesso di studio e ricerca a parere del richiedente è in grado di rivoluzionare lo stato della tecnica nel variegato ambito degli ancoraggi. Si basa nella contrapposizione di inserti conficcati nel fondo la cui discesa obliqua determina un effetto bloccante alla base che invece resta in superficie e sarà su di essa che verrà assicurata la struttura. Si invita ad una lettura dei successivi paragrafi per comprenderne appieno il funzionamento. Diversamente i sistemi di ancoraggio più comuni, che basandosi sul solo senso perpendicolare al terreno, non sono in grado di opporre una resistenza di questo tipo: essi infatti sono trattenuti dalla sola pressione esercitata dal suolo sulle pareti dell'oggetto e dall'attrito che ne deriva. Effetto che viene drasticamente diminuito qualora il suolo venisse significativamente inumidito fungendo l'acqua da lubrificante tra fondo ed ancoraggio. Il dispositivo ad oggetto è in grado di ottenere migliori risultati rispetto a molte delle tecniche attualmente in uso ed in ogni caso consente un notevole risparmio in termini di costi, tempo, attrezzature ed impatto ambientale. È infatti molto più resistente alle sollecitazioni meccaniche rispetto alla maggior parte dei sistemi precedentemente menzionati come di uso corrente, ed in particolare dei sistemi a vite, elica, ancora, ed a palo conficcato nel terreno. Risulta molto più economico e rapido nella realizzazione sia in termini di materiale impiegato che di tempo, mezzi e personale utilizzati per l'applicazione. Inoltre diversamente da quanto accade per i sistemi di plinti in fondazione ed affini non necessita di permessi o concessioni edilizie per l'installazione poiché non è classificabile come fondazione e non soggetta dunque a concessione amministrativa. Sostituendo il getto in calcestruzzo e simili azzera l'impatto ambientale poiché non viene né cementificato il suolo né modificata la morfologia e nonostante la notevole capacità di resistenza meccanica, è rimovibile in qualsiasi momento. È smaltibile poi come riciclabile o eventualmente riutilizzabile, dunque eco-sostenibile. Non necessita dei tempi di solidificazione usuali per i sistemi a plinto ed affini e non è soggetto all'azione di assestamento del terreno smosso.
L'installazione risulta rapida e semplice, non necessita di escavazione ed in caso di piccole strutture e fondo non particolarmente resistente si può procedere semplicemente poggiando la base al suolo ed introducendo gli inserti in successione con una normale mazza da muratore, si faccia riferimento alle figure dalla 4 alla 7. Qualora le strutture risultassero necessitare di una base e degli inserti di dimensioni maggiori o se il fondo risultasse particolarmente resistente, si può procedere con l'inserimento degli inserti di ancoraggio tramite mezzi meccanici elettropneumatici o idropneumatici con una eventuale perforazione del sito nel quale verrà poi ospitato l'inserto. In ogni caso la soluzione risulta sempre più rapida, economica ed affidabile degli altri sistemi di ancoraggio cui si faceva riferimento in precedenza. L'ancoraggio è possibile immediatamente dopo l'installazione poiché, non modificando lo stato del fondo, non necessita di tempi di assestamento o di presa dei materiali.
CONTENUTO DEI DISEGNI
La figura 1 rappresenta una sua possibile realizzazione dell'oggetto, qui scomposto nelle sue due componenti: a sinistra la base e a destra gli inserti di ancoraggio.
La figura 2 rappresenta la fase di assemblaggio dell'oggetto; base ed inserti di ancoraggio. Tre degli inserti sono stati già sospinti nella loro posizione finale, l'ultimo è in fase di inserimento.
La figura 3 rappresenta l'oggetto composto con tutti gli inserti di ancoraggio nella loro destinazione finale, ossia inseriti nelle guide.
Le figure dalla 4 alla 7 mostrano una rappresentazione bidimensionale dell'oggetto, utile per la comprensione di una applicazione pratica dell'oggetto ad un fondo. In particolare la figura 4 mostra la prima fase in cui la base deve essere poggiata al fondo prima che gli inserti di ancoraggio vengano sospinti meccanicamente in profondità nel fondo passando all'interno delle loro guide fino ad apparire come in figura 5,6 e 7. Le figure 5,6 e 7 mostrano inoltre come l'oggetto, una volta installato, opponga la forza bloccante del fondo su di esso. La figura 5 in particolare mostra le resistenze ad una forza applicata alla base che si esprime perpendicolarmente ad essa premendo la base stessa verso il fondo. La figura 6 mostra all'opposto una forza traente esercitata perpendicolarmente al fondo di ancoraggio e tende a strappare l'oggetto. La figura 7 rappresenta la composizione delle resistenze ad una forza applicata lateralmente su di una struttura verticale fissata sulla base.
La figura 8 rappresenta una realizzazione alternativa dell'oggetto, una base a sezione quadrata ed i relativi inserti di ancoraggio scomposti.
La figura 9 mostra l'applicazione di un inserto di ancoraggio nella base rappresentata in figura 8.
La figura 10 mostra l'oggetto di figura 8 composto.
Le figure 11 e 12 rappresentano su piano bidimensionale l'applicazione dell'oggetto di figura 8. In figura 11 l'oggetto poggia sul fondo prima che gli inserti di ancoraggio vengano applicati, in figura 12 gli inserti di ancoraggio sono già stati spinti nel fondo attraverso le relative guide.
La figura 13 mostra l'oggetto di figura 8 visto dall'alto.
La figura 14 mostra una realizzazione alternativa dell'oggetto di figura 13 con le guide alloggiate nel perimetro interno della base di ancoraggio.
REALIZZAZIONE DELL' OGGETTO
L'oggetto è costituito essenzialmente da due componenti; una base e degli inserti. La base può assumere varie forme e misure ed essere realizzata in materiali diversi a seconda delle applicazioni pratiche e delle necessità determinate dal carico meccanico esercitato sulla base dalla struttura da ancorare e dalla tipologia di fondo sulla quale si vuole effettuare l'ancoraggio. La base poggia sul fondo e viene fissata ad esso da almeno due inserti di ancoraggio, chiaramente un numero maggiore contrappone maggiori vincoli ed una stabilità dell'ancoraggio maggiore. Gli inserti di ancoraggio possono lunghezza e sezione variabile ed essere realizzati in diversi materiali, sempre a seconda delle necessità determinate dalla tipologia di fondo e dal carico meccanico, possono inoltre essere di superficie liscia o zigrinata, pieni o cavi. Chiaramente il dimensionamento di base di ancoraggio ed inserti di ancoraggio sarà determinato in sostanza da due variabili: struttura da sostenere e tipologia di fondo su cui effettuare l'ancoraggio.
Nella figura 1 dei disegni allegati si può vedere una base circolare 1 ed una serie di quattro inserti 5. La realizzazione dell'oggetto rappresentata nelle figure da 1 a 3 è fra le più semplici e presa ad esempio per mostrare il principio di funzionamento del sistema di ancoraggio per cui si è a richiedere il brevetto. Nello specifico la base 1 è costituita da una flangia circolare sulla quale sono praticati quattro fori 3 in corrispondenza dei quali verranno poi saldate le guide 2 che avranno la funzione di direzionare gli inserti di ancoraggio 5 nella loro penetrazione nel fondo. Le guide per gli inserti saranno saldate alla base con una certa obliquità, la loro inclinazione rispetto all'asse della base stessa dovrà sempre essere diversa da zero. A tal proposito risulta esplicativa la figura 5 che mostra l'applicazione ad un fondo con una rappresentazione bidimensionale. Va da sé che tali guide 2 dovranno necessariamente essere cave all'interno in modo da fungere da camicia per gli inserti di ancoraggio 5 che penetrano attraverso i fori 3 praticati sulla flangia a riguardo si invita a prendere visione della figura 2. L'oggetto composto di tutti i suoi elementi appare come in figura 3. Il foro centrale 4 è di sola esemplificazione rappresenta la possibilità di saldare alla base una qualsiasi struttura o fune e chiaramente potrà essere poi realizzato a seconda delle necessità in vari modi e forme.
L'applicazione del sistema sul fondo e la rappresentazione dell'effetto bloccante che ha una volta installato è mostrata nelle figure dalla 4 alla 7. La rappresentazione bidimensionale con l'utilizzo di soli due inserti permette di semplificare la rappresentazione dell'effetto ottenuto.
Una volta appoggiata la base sul fondo, gli inserti di ancoraggio scendono per mezzo di una spinta meccanica come radici di un albero passando attraverso la base con obliquità determinata dalle guide come da figura 4. Le guide costituiscono parte integrante della base stessa, la loro inclinazione rispetto all'asse della base di ancoraggio determinerà poi la tenuta dell'oggetto e possono essere saldate in modo da instradare l'inserto con qualsiasi inclinazione che sia però diversa da quella del suddetto asse. La semplice contrapposizione delle direzioni di inserimento degli inserti di ancoraggio fa sì che una volta che tutti sono installati nelle loro sedi non sia possibile la fuoriuscita per sfilamento qualsiasi sia la direzione della forza meccanica che si applichi alla base ed è il principio su cui si basa la bontà del trovato e rende del tutto opzionale la facoltà di prevedere un sistema di bloccaggio per gli inserti all'interno delle loro guide. Non risulta infatti necessario un ulteriore bloccaggio degli inserti di ancoraggio sulla base di ancoraggio anche se si può eventualmente eseguire tramite la saldatura degli stessi sulla base una volta fissato l'oggetto al fondo o prevedendo una forma ad incastro nel terminale degli inserti di ancoraggio in fase di realizzazione dell'oggetto.
Come mostrano le figure 5, 6 e 7 il sistema una volta installato forma una sorta di incastro in grado di opporre alle sollecitazioni meccaniche una resistenza che alla base di ancoraggio è la risultanza delle forze contrapposte che trattengono gli inserti di ancoraggio al fondo. Le forze meccaniche esercitate dalla struttura ancorata sulla base di ancoraggio e le forze che a loro volta agiscono su di essa vengono scaricate sulla massa nella quale gli inserti sono immersi. A quel punto la tenuta dell'ancoraggio sarà efficace fino al momento in cui fondo o oggetto non cederanno. Ovviamente maggiore sarà la coesione del materiale costituente il fondo e più resistenti saranno i materiali con cui si realizza l'oggetto, maggiore sarà l'efficacia dell'ancoraggio.
Una sollecitazione meccanica dovuta al peso della struttura poggiante sulla base di ancoraggio che preme la base verso il fondo verrà sostenuta scaricandone il peso sulla massa di fondo sottostante gli inserti di ancoraggio. La figura 5 mostra in maniera estremamente semplificata come ad una pressione sulla base si contrapponga la resistenza del fondo alla penetrazione da parte della superficie degli inserti posizionati in maniera obliqua. Analogamente la figura 6 mostra come ad una forza esercitata lungo l'asse della base di ancoraggio in direzione opposta al fondo si opponga la massa che insiste sopra gli inserti di ancoraggio. Ancora una volta la quantità di massa che si oppone a tale sollecitazione sarà determinata dalla coesione del materiale costituente il fondo stesso e l'area interessata dagli inserti, tanto maggiore quanto lunghi ed obliqui essi possano essere.
Per rappresentare gli elementi che si contrappongono ad una pressione laterale in figura 7 risulta esemplificativo rappresentare una struttura verticale 7 fissata alla base tramite un foro centrale 4. In questo caso una forza applicata perpendicolarmente alla struttura verticale genera un effetto rotazione determinato dal momento meccanico esistente tra gli inserti, la base, la struttura ancorata ed il fondo. Ad opporsi al movimento sarà in questo caso una sorta di composizione degli effetti delle figure 5 e 6 che varia rispetto all'asse della base di ancoraggio. Dal lato della provenienza della pressione laterale vi sarà un effetto simile a quello di figura 6 ossia ad opporsi sarà la pressione del fondo sugli inserti di ancoraggio che scendono obliquamente in tale direzione. Dal lato opposto l'effetto sarà invece quello di figura 5 ad opporsi sarà infatti la resistenza alla penetrazione degli inserti da parte del fondo. Si può inoltre dedurre come il tipo di ancoraggio possa opporre una resistenza ad una forza che tende a torcere la base di ancoraggio.
Più volte si è fatto riferimento alle svariate possibilità di realizzare il trovato per forme, misure e materiali e si è ritenuto pertanto opportuno presentare una realizzazione alternativa del trovato. Nelle figure dalla 8 alla 13 si rappresenta un'altra possibile applicazione del medesimo principio di funzionamento su di una forma completamente diversa che può meglio adattarsi al sostenimento di strutture di un certo tipo o può avere un minor costo di produzione. Si tratta di un recipiente a sezione quadrata 8 con saldate all'esterno le guide cave 10 che dovranno ospitare gli inserti di ancoraggio 5 passanti per la cavità 9. Per esigenze estetiche si può pensare di saldare le stesse guide 10 sulla superficie interna della base come mostrato in una vista sezionale dall'alto in figura 14, a quel punto ad ancoraggio effettuato le guide e gli inserti non saranno più visibili. Possiamo pensare esso funga da base, solo per fare alcuni esempi, alla gamba di supporto per un gazebo in un giardino, ad un palo per la segnaletica in un giardino pubblico o sulla strada ed alle molteplici altre problematiche di ancoraggio alle quali un sistema di questo tipo con questa specifica realizzazione possa fare fronte. Una volta introdotta la struttura all'interno della base può essere prevista nella realizzazione industriale dell'oggetto una serie di viti passanti che possano bloccarne l'oggetto all'interno e nello stesso tempo permettano eventualmente di regolarne la verticalità.
Nonostante in ambo gli esempi di realizzazione portati si sia fatto riferimento alla presenza di quattro inserti di ancoraggio, si ribadisce che il principio di funzionamento del trovato prevede un minimo di due inserti fino ad un numero massimo indefinito, che dovrà rispondere ai principi di efficacia ed efficienza. Chiaramente nella realizzazione industriale si dovrà tenere conto del dimensionamento meccanico determinato dalla struttura ancorata e dal fondo al quale si necessita effettuare l'ancoraggio nonché dei costi di realizzazione e di applicazione del sistema. Si precisa peraltro che non è necessaria una lavorazione meccanica di precisione per la realizzazione pratica dell'oggetto in quanto il principio sfruttato non ha vincoli determinati dalla precisione.

Claims (6)

  1. DISPOSITIVO DI ANCORAGGIO RAPIDO AD INSERTI OBLIQUI 3. RIVENDICAZIONI 1. Si rivendica l'invenzione di un sistema di ancoraggio al suolo o parete per elementi e strutture di varie forme ed applicazioni che sfrutta un principio innovativo rispetto allo stato della tecnica in uso. Si basa nella contrapposizione di 2 o più elementi conficcati obliquamente nel suolo o parete facenti capo ad una base di ancoraggio.
  2. 2. Il sistema si fonda sulla resistenza alle sollecitazioni meccaniche di una base di ancoraggio fissata al fondo o parete con almeno due inserti di ancoraggio. Detti Inserti di ancoraggio penetrano obliquamente rispetto all'asse della base di ancoraggio stessa, come da figure da 4 a 7. Almeno 2 guide, integrate nella base, sono previste per direzionare almeno 2 inserti di ancoraggio con angolo diverso dall'asse della base di ancoraggio. La funzione di ciascuna di tali guide non è solo quella di direzionare gli inserti di ancoraggio, esse infatti riportano alla base il vincolo meccanico determinato dall'inserto di ancoraggio ospitato in essa e penetrato nel fondo o parete, risultando pertanto parte fondamentale del trovato. L'inserto di ancoraggio rimane incamiciato nella guida con la sua estremità superiore. Alla base di ancoraggio si avrà la risultante delle resistenze opposte da ogni singolo vincolo derivante dal suddetto incastro tra guida, inserto e fondo o parete.
  3. 3. Le direzioni in cui verranno guidati gli inserti non sono necessariamente disposte in maniera simmetrica, fondamentale è che esse siano disposte non parallelamente.
  4. 4. Il principio di cui alle rivendicazioni 1 e 2 è applicabile ad una pluralità di forme dell'oggetto, si vedano a titolo di esempio figure 3, 10 e 14. Non si caratterizza per misura, lunghezza, forma e materiali costituenti base di ancoraggio ed inserti di ancoraggio. Essi sono determinati in fase di realizzazione secondo il dimensionamento meccanico.
  5. 5. Si rivendica la capacità di tale sistema ad opporsi, a differenza degli altri sistemi, alle sollecitazioni meccaniche generate da forze esercitate sull'oggetto ancorato, siano esse sottoforma di pressione verticale, di torsione, di trazione o di spinta laterale.
  6. 6. Si rivendica la particolare innovatività del sistema che non necessita di escavazione o tecniche particolarmente invasive per l'applicazione, poiché è sufficiente poggiare la base sul suolo e fissarla introducendo gli inserti sospingendoli con una mazza o un mezzo meccanico di uso comune. L'ancoraggio è possibile immediatamente dopo l'installazione poiché non modificando lo stato del fondo non necessita di tempi di assestamento o di presa dei materiali. La struttura ancorata verrà assicurata alla base una volta che il dispositivo di ancoraggio è stato installato.
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