ITMO20100051A1 - Apparato per la lavorazione di pezzi - Google Patents

Description

Descrizione

APPARATO PER LA LAVORAZIONE DI PEZZI

Background dell’invenzione

L’invenzione concerne un apparato per la lavorazione di pezzi, in particolare per la lavorazione di pezzi in legno o in materiale assimilabile al legno.

In modo specifico, ma non esclusivo, l’apparato può essere utilizzato per la profilatura longitudinale di elementi di forma allungata, come ad esempio elementi di serramenti (intelaiature per porte e finestre), e per svolgere ulteriori lavorazioni (esecuzione di fori, tenoni, eccetera) sugli elementi stessi.

La tecnica nota comprende il brevetto statunitense N. US 6,974,365 che descrive una macchina realizzata secondo il preambolo della prima rivendicazione.

Uno dei limiti delle macchine note à ̈ la loro scarsa versatilità, in particolare nell’eseguire una varietà di lavorazioni (ad esempio profilatura longitudinale e lavorazioni speciali quali l’esecuzione di tenoni e fori) in modo semplice e rapido.

Un problema delle macchine note à ̈ la ridotta qualità del prodotto lavorato dovuta ad errori di lavorazione conseguenti al fatto che gli organi di bloccaggio (pinze) devono essere riposizionati, anche più volte, nella direzione della lunghezza del pezzo, per consentire l’esecuzione di lavorazioni su varie parti e/o superfici del pezzo stesso.

Un altro problema à ̈ quello di assicurare, in particolare per le lavorazioni di profilatura longitudinale, un afferraggio dei pezzi in lavorazione che sia forte, omogeneo, affidabile e con passo longitudinale degli organi di bloccaggio (pinze) relativamente ridotto, così da evitare vibrazioni che potrebbero diminuire la qualità del prodotto lavorato.

Sommario dell’invenzione

Uno scopo dell’invenzione à ̈ quello di ovviare ad uno o più dei suddetti limiti e problemi della tecnica nota.

Un vantaggio dell’invenzione à ̈ di ridurre le vibrazioni durante la lavorazione del pezzo migliorando così la qualità del prodotto finito.

Un altro vantaggio à ̈ di consentire la profilatura longitudinale, nonché l’esecuzione di lavorazioni particolari, quali la formazione di fori e/o tenoni, in modo semplice e rapido.

Un ulteriore vantaggio à ̈ di consentire l’esecuzione di lavorazioni su diverse parti e/o superfici di un pezzo mantenendo il pezzo sempre bloccato e senza la necessità di riposizionare il pezzo e/o gli organi di bloccaggio del pezzo stesso.

Tali scopi e vantaggi ed altri ancora sono tutti raggiunti dall’apparato e dal metodo secondo una o più delle rivendicazioni sotto riportate.

Breve descrizione dei disegni

L’invenzione potrà essere meglio compresa ed attuata con riferimento agli allegati disegni che ne illustrano un esempio non limitativo di attuazione.

La figura 1 à ̈ una vista in pianta dall’alto di un esempio di macchina realizzata secondo l’invenzione.

La figura 2 Ã ̈ una vista laterale, in elevazione verticale, dal basso di figura 1.

Le figure 3, 4 e 5 mostrano tre particolari ingranditi di figura 1 relativi, rispettivamente, ai tre dispositivi di bloccaggio 6, 7 e 8.

La figura 6 mostra una pinza 60 del dispositivo di bloccaggio 6 in una configurazione attiva.

La figura 7 mostra la pinza di figura 6 in una configurazione di non ingombro.

Le figure 8, 9 e 10 sono tre viste laterali in elevazione verticale della pinza di figura 6 in tre diverse configurazioni operative.

Le figure 11 e 12 sono due viste del dispositivo di bloccaggio 6 in una configurazione operativa.

La figura 13 Ã ̈ una vista laterale in elevazione verticale del dispositivo di bloccaggio nella configurazione delle figure 11 e 12, in cui sono visibili alcuni gruppi operativi.

Le figure da 14 a 17 sono quattro viste laterali in elevazione verticale che mostrano alcune fasi in sequenza del passaggio di due pezzi in lavorazione dai dispositivi di bloccaggio 6 e 8, esterni, al dispositivo di bloccaggio 7, centrale, per consentire la lavorazione (profilatura) di due lati opposti di ogni pezzo.

La figura 18 à ̈ una vista in pianta dall’alto di un secondo esempio di macchina secondo l’invenzione, in cui la struttura a portale ha una traversa che à ̈ più lunga rispetto alla figura 1 in modo da poter interessare un secondo gruppo di dispositivi di bloccaggio 6, 7 e 8 affiancato al primo gruppo.

Descrizione dettagliata

Nelle figure 1 e 2 à ̈ illustrato schematicamente nel suo complesso un apparato di lavorazione per pezzi che, nel caso specifico, comprende una struttura a portale, con una traversa superiore 1, di tipo fisso. La traversa 1 può portare, come nel caso qui illustrato, uno o più gruppi operativi 2 disposti, ad esempio, su un solo lato del portale o su entrambi i lati. I gruppi operativi 2, di tipo noto, sono predisposti per lavorare i pezzi mediante l’uso di utensili anch’essi di tipo noto (utensili di foratura e/o di fresatura e/o di profilatura, eccetera). Ogni gruppo operativo 2 à ̈ mobile lungo l’asse x-x ed à ̈ in grado di muovere l’utensile lungo l’asse z-z (verticale).

L’apparato può comprendere, inoltre, come nel caso specifico, un dispositivo di alimentazione/trasporto 3 (di tipo noto, ad esempio del tipo a cinghie) per il carico e/o lo scarico dei pezzi P in lavorazione (da lavorare e/o già lavorati). I pezzi P potranno essere, ad esempio, elementi per infissi (ad esempio di forma allungata con 5 diverse lunghezze). È possibile predisporre un dispositivo di presa 4 (di tipo noto, ad esempio del tipo a pinza) per il prelievo del pezzo P da lavorare dal dispositivo di trasporto 3 alla zona di lavorazione e/o per il ritorno del pezzo P lavorato al dispositivo di trasporto 3.

L’apparato può essere inoltre dotato, come nell’esempio specifico, di un magazzino 5 portautensili automatico (di tipo noto) operativamente associato ai gruppi operativi 2 per il cambio automatico dell’utensile.

Con 6, 7 e 8 sono stati indicati tre dispositivi di bloccaggio pezzo che provvedono a bloccare i pezzi P mentre questi sono lavorati dai gruppi operativi 2, come sarà meglio spiegato in seguito.

Il dispositivo di presa 4 può essere configurato per consegnare i pezzi da lavorare ad almeno un dispositivo di bloccaggio 6, 7, 8 e/o per prelevare i pezzi lavorati da almeno un dispositivo di bloccaggio 6, 7, 8. A questo scopo il dispositivo di presa 4 potrà essere mobile lungo l’asse x-x. Il dispositivo di presa 4 può essere portato, come nell’esempio specifico, da un carro 9 scorrevole lungo la traversa 1, ad esempio scorrevole sul lato di traversa 1 opposto ad un lato in cui lavorano i gruppi operativi 2.

I tre dispositivi di bloccaggio 6, 7 e 8 potranno essere mobili lungo l’asse di lavorazione y-y in modo indipendente l’uno dall’altro. I mezzi di azionamento della movimentazione dei vari dispositivi di bloccaggio sono di tipo noto. Nel caso specifico à ̈ predisposta una unica guida di movimento assiale che supporta i tre dispositivi di bloccaggio 6, 7 e 8. Tale guida di movimento assiale y-y comprende nella fattispecie una coppia di longheroni 10.

Nel prosieguo verranno descritti in maggior dettaglio i tre dispositivi di bloccaggio 6, 7 e 8.

Il primo dispositivo di bloccaggio 6 comprende una pluralità di prime pinze 60 (in figura 3 ne vengono mostrate alcune in maggior dettaglio) disposte l’una a fianco dell’altra a formare una fila di pinze (sostanzialmente uguali tra loro). Il secondo dispositivo di bloccaggio 7 comprende una pluralità di seconde pinze 70 (in figura 4 ne vengono mostrate alcune) disposte l’una a fianco dell’altra a formare due file contrapposte di pinze (anch’esse uguali tra loro). Il terzo dispositivo di bloccaggio 8 comprende una pluralità di terze pinze 80 (in figura 5 ne vengono mostrate alcune) disposte l’una a fianco dell’altra a formare una fila di pinze (uguali tra loro). Il secondo dispositivo di bloccaggio 7 à ̈ disposto al centro tra gli altri due dispositivi di bloccaggio 6 e 8 che sono esterni e simmetrici l’uno all’altro rispetto ad un piano di simmetria verticale perpendicolare all’asse y-y. Una fila di seconde pinze 70 del secondo dispositivo di bloccaggio 7 centrale à ̈ disposta parallela ed affacciata alla fila di prime pinze 60 esterne, mentre l’altra fila di seconde pinze 70 centrali à ̈ parallela ed affacciata all’altra fila di terze pinze 80 esterne.

Nelle figure 6 e 7 à ̈ illustrata in maggior dettaglio una prima pinza 60. Si consideri, ai fini della presente descrizione, che le terze pinze 80 possono essere disposte simmetricamente e strutturate in modo uguale alle prime pinze 60. Ogni prima pinza 60 comprende un supporto 61, una coppia di ganasce (ganascia superiore 62 e ganascia inferiore 63) per stringere il pezzo P, un attuatore 64 che fornisce la forza di afferraggio della pinza, un perno di rotazione 65 per l’accoppiamento girevole delle ganasce 62, 63 sul supporto 61, un attuatore 66 per comandare la rotazione delle ganasce attorno al perno 65, un corpo pinza 67 che porta le ganasce 62, 63 e l’attuatore 64. Gli attuatori 64 e 66 possono essere lineari ad azionamento di fluido, in particolare pneumatico, come nell’esempio specifico. L’attuatore 64 può essere operativamente associato ad una ganascia, ad esempio la ganascia superiore 62 che quindi sarà mobile in avvicinamento e allontanamento rispetto alla ganascia inferiore 63, fissa, come nell’esempio illustrato.

Nelle figure da 8 a 10 sono illustrate una posizione operativa di pinza aperta per poter ricevere/rilasciare il pezzo P (figura 8), una posizione operativa di pinza chiusa che stringe il pezzo P (figura 9) e una posizione inattiva di non ingombro in cui la pinza viene esclusa dall’azione di afferraggio ed allontanata dal pezzo P. In quest’ultima posizione di esclusione di almeno una prima pinza 60, il pezzo P può essere tenuto stretto da altre prime pinze 60 (non illustrate in figura 10 ed adiacenti alla prima pinza illustrata) dello stesso primo dispositivo di bloccaggio 6. In sostanza, la pinza 60 à ̈ in grado di assumere una posizione aperta (figura 8), in cui le ganasce superiore 62 ed inferiore 63 definiscono un’apertura per l’inserimento e l’estrazione del pezzo P, una posizione chiusa di bloccaggio (figura 9) in cui le ganasce stringono il pezzo P tra due lati opposti, e una posizione ritratta di non ingombro (figura 10) in cui la pinza 60 à ̈ lontana dal pezzo P.

La prima pinza 60 può essere dotata, come nell’esempio delle figure 8 a 10, di un organo di riferimento 68 (mobile, ad esempio scorrevole assialmente, con movimento di allontanamento e avvicinamento dalla zona di bloccaggio del pezzo P) che può fungere da guida e riferimento per il corretto posizionamento del pezzo P.

Nelle figure 11 e 12 à ̈ illustrato (in due viste, una anteriore e l’altra posteriore) il primo dispositivo di bloccaggio 6 con alcune prime pinze 60 che stringono un pezzo P in posizione operativa chiusa e altre prime pinze 60 in posizione ritratta di non ingombro in cui sono escluse dall’azione di afferraggio. Le prime pinze in posizione di non ingombro lasciano libero almeno un lato o una zona del pezzo in lavorazione per consentire l’accesso ad almeno un gruppo operativo 2.

Nel caso specifico il primo dispositivo di bloccaggio 6 tiene stretti due pezzi P lasciando libera la zona compresa tra i due pezzi P. È così possibile, ad esempio, l’accesso ad un utensile per l’esecuzione di tenoni T alle estremità dei pezzi P, tenoni che serviranno per la successiva formazione dell’infisso mediante incastro in modo noto.

Nell’esempio delle figure 11 e 12 sono state inoltre escluse altre prime pinze 60 in modo da lasciare libera una parte del lato superiore (e inferiore) di ogni pezzo P per l’esecuzione di un foro F (destinato per esempio al successivo inserimento e/o fissaggio di maniglie o di altri elementi accessori per l’infisso).

In figura 13 sono stati rappresentati, per maggiore chiarezza, i gruppi operativi 2 dotati degli utensili 21 e 22 per l’esecuzione, rispettivamente, di tenoni e fori. Tali utensili potranno lavorare nelle zone lasciate libere dalle prime pinze 60 nella posizione di non ingombro, mentre le prime pinze 60 in posizione attiva terranno bloccato il pezzo P in lavorazione.

La lavorazione di profilatura longitudinale potrà invece essere svolta con il pezzo P bloccato mediante tutte le pinze interessate alla lunghezza del pezzo, in modo da migliorare la tenacia dell’azione di afferraggio, ridurre le vibrazioni e migliorare così la qualità del prodotto finito. In particolare, sarà possibile eseguire prima una lavorazione di tenonatura (con alcune pinze disarmate, ovverosia in posizione di non ingombro per lasciare libera la zona di lavoro), poi una lavorazione di fora-fresatura (anche questa con alcune pinze disarmate, in particolare saranno disarmate le pinze che in posizione di bloccaggio interessano la zona di esecuzione del foro e potranno essere riarmate le pinze interessate alle zone di estremità dove sono stati formati i tenoni), quindi la profilatura longitudinale (con tutte le pinze interessate alla lunghezza del pezzo che saranno state riarmate in posizione di bloccaggio).

Le suddette fasi possono essere tutte svolte mantenendo sempre il pezzo bloccato dal dispositivo di bloccaggio, senza alterare lo stato delle pinze di bloccaggio non interessate dalle zone di lavoro e senza necessità di un riposizionamento del pezzo. In particolare si osserva che non vi à ̈ la necessità di un posizionamento delle pinze di bloccaggio in direzione longitudinale (nella direzione della lunghezza del pezzo e della fila di pinze di bloccaggio). Il dispositivo di bloccaggio consente quindi di attivare o disattivare alcune pinze operativamente associate a determinate zone del pezzo in funzione della lavorazione che deve essere eseguita. Il pezzo sarà comunque mantenuto bloccato, grazie ad alcune pinze che stringeranno il pezzo in altre zone predeterminate, per consentire la lavorazione. Per svolgere la profilatura longitudinale su entrambi i lati del pezzo, quest’ultimo viene passato da un dispositivo di bloccaggio all’altro, come à ̈ meglio chiarito dalle figure da 16 a 19, in cui à ̈ illustrata una sequenza di fasi di un metodo per il passaggio del pezzo P da un dispositivo di bloccaggio all’altro.

Come detto, inizialmente (figura 16) un pezzo P viene mantenuto bloccato dal primo dispositivo di bloccaggio 6. Opzionalmente, come nel caso specifico, un altro pezzo può essere mantenuto bloccato dall’altro dispositivo di bloccaggio esterno, ovverosia il terzo dispositivo di bloccaggio 8. Si à ̈ già visto che in questa posizione un lato di ogni pezzo può essere profilato longitudinalmente (in modo noto e non descritto nel dettaglio). Si à ̈ anche visto che altre lavorazioni (tenonatura, foratura, eccetera) possono essere realizzate, come descritto in precedenza, escludendo alcune prime pinze 60 e/o terze pinze 80 dall’azione di afferraggio per consentire l’accesso degli utensili appropriati.

L’apparato consente poi di lavorare il pezzo anche sulla zona occupata dalle pinze che, necessariamente, come in figura 16, dovranno comunque tenere bloccato il pezzo. In particolare sarà possibile eseguire la profilatura longitudinale anche sull’altro lato del pezzo che non può essere inizialmente profilato a causa della presenza delle pinze.

A questo scopo, mediante movimentazioni (indipendenti) lungo l’asse y-y, i vari dispositivi di bloccaggio 6, 7 e 8 possono essere avvicinati tra loro (in figura 15 i dispositivi 6, 7 e 8 sono mostrati in posizione ravvicinata di cambio pinza). In preparazione alla fase di cambio pinza, le seconde pinze 70 del dispositivo di bloccaggio centrale 7 possono ruotare attorno ad un perno di rotazione 71 in modo da inclinarsi leggermente in avanti, allo scopo di non danneggiare il pezzo P (in particolare il lato inferiore del pezzo) bloccato dal dispositivo di bloccaggio 6 e/o 8 esterno, nella fase di avvicinamento e inserimento nel pezzo P. In particolare la leggera inclinazione, almeno della ganascia inferiore della seconda pinza 70 (o di entrambe le ganasce superiore ed inferiore della pinza 70), evita che la pinza stessa possa impuntarsi contro il pezzo a causa, ad esempio, di possibili errori di planarità del pezzo stesso o errori di posizionamento delle pinze. Sarà predisposto un attuatore (ad esempio di tipo lineare ad azionamento di fluido) per azionare la rotazione della pinza 70 attorno al perno 71. Vi sarà poi un altro attuatore per azionare il movimento di afferraggio con cui le ganasce superiore ed inferiore della pinza 70 stringeranno il pezzo.

Il cambio pinza (passaggio di un pezzo P da una fila di pinze 60 o 80 esterne ad una fila di pinze 70 centrali) avviene allineando le pinze 70 centrali (nel caso specifico mediante una rotazione in senso orario, con riferimento 5 alla figura 16, attorno al perno 71 per passare dalla posizione inclinata alla posizione allineata con le altre pinze 60 o 80 e con il pezzo), quindi bloccando il pezzo P con le seconde pinze 70 del secondo dispositivo di bloccaggio 7 centrale per poi sbloccare le pinze 60 e 80 dei dispositivi di bloccaggio, primo e secondo, 6 e 8, laterali. I tre dispositivi di bloccaggio vengono poi allontanati tra loro (figura 17) per consentire la lavorazione (in particolare la profilatura del secondo lato) su ogni pezzo tenuto stretto da una fila di seconde pinze 70.

Una volta finite le varie lavorazioni, il secondo dispositivo di bloccaggio 7 si può portare in una prestabilita posizione di scarico pezzo ove il dispositivo di presa 4 potrà prelevare i pezzi lavorati e trasferirli sul dispositivo di trasporto 3.

In figura 18 à ̈ mostrato un apparato dotato di un primo insieme di tre dispositivi di bloccaggio 6, 7 e 8 (analogamente a quanto descritto finora) disposto a fianco di un secondo insieme di tre dispositivi di bloccaggio 6, 7 e 8 uguale al primo. Saranno predisposte due guide affiancate e parallele (ad esempio due coppie di longheroni) per lo scorrimento dei due gruppi (terne) di dispositivi di bloccaggio. La traversa superiore (indicata sempre con 1 per analogia) à ̈ più lunga rispetto all’apparato di figura 1. Inoltre, i gruppi operativi 2 potrebbero essere disposti su uno solo o, come in questo caso, su entrambi i lati della traversa 1. In questo caso specifico il dispositivo di presa per il carico/scarico dei pezzi à ̈ mobile su un portale indipendente rispetto a quello che porta i gruppi operativi. Negli esempi sopra descritti, ciascuna pinza esterna 60, 80 à ̈ in grado di assumere una posizione di non ingombro, in cui à ̈ lontana dal pezzo ed à ̈ esclusa dall’azione di afferraggio, mediante una rotazione attorno ad un perno di rotazione. È possibile tuttavia prevedere altri modi per assumere la posizione di non ingombro, ad esempio mediante una traslazione della pinza che potrà essere portata da un supporto a parallelogramma articolato, oppure mediante un movimento assiale della pinza che potrà essere portata da un supporto scorrevole linearmente (slitta o carro).

È possibile prevedere altri sistemi ancora in cui la pinza potrebbe essere spostata, dalla posizione in cui à ̈ inserita attorno ad un pezzo tenuto stretto in collaborazione con le altre pinze adiacenti, mediante almeno uno spostamento (di estrazione dal pezzo e/o reinserimento nel pezzo) con almeno una componente di moto orizzontale o comunque trasversale all’apertura frontale che à ̈ definita dalle ganasce della pinza e con cui la pinza stessa si inserisce sul pezzo.

Negli esempi sopra descritti gli apparati sono del tipo a controllo numerico. Sono stati presentati due esempi di apparati a portale fisso, con dispositivi di bloccaggio pezzo che sono mobili lungo un asse, in particolare un asse orizzontale (asse y-y), e gruppi operativi 2 che lavorano il pezzo e che sono mobili almeno lungo un altro asse, in particolare un asse orizzontale (asse x-x) e perpendicolare all’asse y-y di movimentazione dei dispositivi di bloccaggio pezzo, e lungo un altro asse ancora (asse verticale z-z). È comunque possibile prevedere altri esempi, quali ad esempio apparati del tipo a portale mobile.

Come si à ̈ visto, le pinze 60, 80 del dispositivo di bloccaggio 6, 8 possono essere escluse durante la lavorazione (spostate in posizione di non ingombro) in modo da evitare ogni interferenza con i gruppi operativi che svolgono determinate lavorazioni (ad esempio foratura, fresatura, tenonatura, eccetera). Le pinze escluse possono essere poi riportate in posizione attiva di bloccaggio per l’esecuzione di altre lavorazioni in cui à ̈ desiderabile che il pezzo sia bloccato per tutta la sua lunghezza, in particolare per garantire una ottimale finitura della lavorazione di profilatura longitudinale.

La scelta di quali siano le pinze da escludere dipenderà non solo dal tipo di lavorazione da eseguire ma anche dalla lunghezza del pezzo in lavorazione.

È possibile prevedere un apparato avente uno o più gruppi di dispositivi di bloccaggio formati, anziché da tre dispositivi 6, 7 e 8 come negli esempi fin qui descritti, da due dispositivi di bloccaggio affacciati e cooperanti tra loro come il primo dispositivo 6 e il secondo dispositivo 7 (con una sola fila di seconde pinze 70), oppure da due dispositivi di bloccaggio affacciati e cooperanti tra loro come il primo dispositivo 6 e il terzo dispositivo 8.

Si à ̈ visto come sia possibile, grazie agli apparati sopra descritti, eseguire varie lavorazioni senza la necessità di sbloccare completamente il pezzo. Non vi à ̈ nemmeno la necessità di effettuare spostamenti in direzione longitudinale (nei casi illustrati in direzione x-x) delle pinze per il passaggio del pezzo.

Si à ̈ visto che così facendo à ̈ ottenibile una ottimale ripetibilità nell’operazione di posizionamento del pezzo, con conseguente miglioramento della qualità del prodotto lavorato, oltre che un risparmio di tempo.

Il numero n di pinze di ciascuna fila di pinze 60, 70, 80 può essere maggiore di 5, o di 10, o di 15.

Claims (10)

1. RIVENDICAZIONI 1. Apparato di lavorazione comprendente: - almeno un gruppo operativo (2) configurato per lavorare un pezzo (P) in legno o in materiale assimilabile al legno; - un primo dispositivo di bloccaggio (6) comprendente due o più prime pinze (60) collaboranti tra loro per bloccare il pezzo (P), detto primo dispositivo di bloccaggio (6) e detto gruppo operativo essendo in grado di compiere un moto relativo l’uno rispetto all’altro; dette due o più prime pinze (60) essendo disposte adiacenti l’una a fianco dell’altra a formare una prima fila di pinze; ciascuna di dette due o più prime pinze (60) avendo una coppia di ganasce (62, 63) in grado di assumere una posizione aperta, in cui definiscono un’apertura per l’inserimento e l’estrazione del pezzo (P), e una posizione chiusa di bloccaggio in cui stringono il pezzo (P) tra due lati opposti, lasciando libera una zona frontale del pezzo (P) compresa tra i due lati opposti in modo da consentire al gruppo operativo (2) di lavorare la zona frontale; caratterizzato dal fatto che almeno una, o ciascuna, di dette due o più prime pinze (60) à ̈ mobile rispetto all’altra con la possibilità di assumere una posizione di non ingombro in cui le ganasce sono estratte dal pezzo (P) mentre le ganasce dell’altra pinza stringono il pezzo stesso, un movimento tra dette posizioni aperta e di non ingombro avendo almeno una componente di moto trasversale a detta apertura per consentire sia l’estrazione delle ganasce dal pezzo, sia il loro reinserimento sul pezzo attraverso una zona del pezzo opposta a detta zona frontale.
2. 2. Apparato secondo la rivendicazione 1, in cui detto gruppo operativo (2) à ̈ mobile in almeno un primo asse (x-x) e detta prima fila di pinze à ̈ parallela a detto primo asse (x-x), detto moto relativo tra detto primo dispositivo di bloccaggio (6) e detto gruppo operativo essendo in almeno un secondo asse (y-y) trasversale a detto primo asse (x-x).
3. 3. Apparato secondo la rivendicazione 2, in cui detto primo asse (x-x) e detto secondo asse (y-y) sono orizzontali, detta coppia di ganasce comprendendo una ganascia superiore (62) e una ganascia inferiore (63) che nella posizione aperta definiscono un’apertura di inserimento ed estrazione pezzo (P) a sviluppo prevalentemente verticale e che nella posizione chiusa stringono il pezzo tra un lato superiore e un lato inferiore, detta zona frontale del pezzo (P) lasciata libera essendo una zona longitudinale orizzontale, il movimento della pinza tra dette posizioni aperta e di non ingombro avendo almeno una componente di moto orizzontale.
4. 4. Apparato secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui dette due o più prime pinze (60) comprendono, ciascuna, un corpo pinza (67) che porta dette ganasce (62; 63) e che à ̈ accoppiato ad un supporto (61) mediante un perno di rotazione (65) con asse parallelo a detta prima fila di pinze, il movimento tra dette posizione aperta e detta posizione di non ingombro comprendendo una rotazione attorno a detto perno di rotazione.
5. 5. Apparato secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente un secondo dispositivo di bloccaggio (7) situato di fronte a detto primo dispositivo di bloccaggio (6) con la possibilità di compiere movimenti relativi, in direzione trasversale a detta prima fila di pinze (60), di reciproco avvicinamento e allontanamento, detto secondo dispositivo di bloccaggio (7) comprendendo una pluralità di seconde pinze (70) collaboranti tra loro per bloccare il pezzo (P) e disposte adiacenti l’una a fianco dell’altra a formare una seconda fila di pinze (70) parallela ed affacciata a detta prima fila di pinze (60); essendo prevista una configurazione di cambio pinze in cui il pezzo (P) viene stretto, tra i due lati opposti, sia da detta prima fila di pinze (60), sia da detta seconda fila di pinze (70), e in cui dette prima e seconda fila di pinze intervengono sul pezzo da parti opposte rispetto al pezzo stesso.
6. 6. Apparato secondo la rivendicazione 5, in cui ciascuna seconda pinza di detta seconda fila di pinze (70) à ̈ portata da un supporto con la possibilità di compiere un movimento di inclinazione in cui almeno una ganascia della seconda pinza viene inclinata in avanti per favorire l’inserimento sul pezzo della seconda pinza in posizione aperta, e un movimento di ritorno in cui almeno detta ganascia viene allineata al pezzo per favorire l’azione di bloccaggio in cui la seconda pinza stringe il pezzo in posizione chiusa.
7. 7. Apparato secondo la rivendicazione 5 o 6, comprendente un terzo dispositivo di bloccaggio (8) avente una pluralità di terze pinze (80) disposte adiacenti l’una a fianco dell’altra a formare una terza fila di pinze (80), detto secondo dispositivo di bloccaggio (7) essendo situato tra detto primo (6) e terzo (8) dispositivo di bloccaggio, detto secondo dispositivo di bloccaggio (7) avendo una ulteriore seconda fila di pinze (70) parallela ed affacciata a detta terza fila di pinze (80), detto secondo (7) e terzo (8) dispositivo di bloccaggio avendo la possibilità di compiere movimenti reciproci di avvicinamento e allontanamento in direzione trasversale a dette seconda e terza fila di pinze (70, 80).
8. 8. Apparato secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta prima fila di pinze e/o detta seconda fila di pinze e/o detta terza fila di pinze comprende almeno un numero n di pinze, con n > 5, o n > 10, o n > 15.
9. 9. Metodo di controllo di un apparato secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, detto metodo comprendendo le fasi di: - eseguire una profilatura longitudinale di detta zona frontale del pezzo con il pezzo mantenuto bloccato da almeno dette due o più prime pinze (60) in posizione di bloccaggio; - eseguire, prima e/o dopo detta profilatura longitudinale, almeno un’altra lavorazione sul pezzo con il pezzo mantenuto bloccato da almeno una prima pinza (60) in posizione di bloccaggio e con almeno un’altra prima pinza (60) in posizione di non ingombro, detta almeno un’altra lavorazione essendo eseguita in corrispondenza o in prossimità di una zona del pezzo lasciata libera dalla prima pinza (60) spostata dalla posizione di bloccaggio alla posizione di non ingombro.
10. 10. Metodo secondo la rivendicazione 9 e secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 6 a 8, comprendente le fasi di passare il pezzo da detto primo dispositivo di bloccaggio (6) a detto secondo dispositivo di bloccaggio (7) e quindi di eseguire una profilatura longitudinale su una zona del pezzo opposta a detta zona frontale.