ITMO20100032A1 - Dispositivo stabilizzatore per macchina operatrice - Google Patents
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Description
DISPOSITIVO STABILIZZATORE PER MACCHINA OPERATRICE
DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE
L’invenzione si inserisce nel settore tecnico riguardante le macchine operatrici semoventi, ad esempio del tipo utilizzato in edilizia, in agricoltura o simili.
Alcune realizzazioni consistono nell’attrezzare opportunamente un normale autocarro installando il gruppo operativo sul pianale di quest’ultimo, mentre altre prevedono la costruzione integrata di un veicolo specificamente studiato per portare una particolare attrezzatura e consentire ad essa la massima funzionalità operativa.
Per attrezzature destinate ad operare a veicolo fermo, ed oltre una certa altezza dal suolo, come ad esempio una gru, sono previsti, per entrambe le tipologie di macchine considerate, dei dispositivi stabilizzatori, quali piedi e simili, atti al tempo stesso a:
− livellare la macchina in assetto orizzontale;
− neutralizzare l’escursione delle sospensioni;
− aumentare, soprattutto in larghezza, la base di appoggio a terra per contrastare il momento ribaltante.
Nelle Figg. 1, 2, 3 à ̈ stata illustrata, a titolo di esempio, una macchina operatrice M del citato tipo integrato, dotata di una gru a braccio telescopico 1 a cui à ̈ associato un elemento di sostegno a forche 2.
Al disopra del telaio 3 della macchina M à ̈ prevista una torretta, girevole mediante una ralla 4 ad asse verticale, atta a supportare la gru 1 e la cabina 5 per l’operatore, alle quali sono pertanto consentite rotazioni di 360° sia in un verso che nell’altro, senza soluzione di continuità (si veda in particolare la Fig.3).
La macchina M à ̈ dotata di due coppie di dispositivi stabilizzatori, prima 6A e seconda 6P, rispettivamente associate all’estremità anteriore e posteriore del telaio 3, trasversalmente rispetto a quest’ultimo.
In ciascuna coppia 6A, 6P i relativi dispositivi stabilizzatori 61, 62 sono disposti simmetrici, in maniera che i corrispondenti piedi di appoggio 71, 72 siano rivolti verso l’esterno del telaio 3, da parti opposte rispetto alla mezzeria di quest’ultimo.
Ciascuno di detti dispositivi stabilizzatori 61, 62 comprende una trave fissa 610, 620 disposta inclinata, dalla quale fuoriesce una trave sfilante 611, 621, per l’azione di un primo martinetto idraulico 612, 622.
All’estremità libera della trave sfilante 611, 621 à ̈ fissato un secondo martinetto idraulico 613, 623 al quale à ̈ associato il piede di appoggio 71, 72.
Quando detti dispositivi stabilizzatori 61, 62 sono in condizione inoperativa, durante i trasferimenti su strada, le travi sfilanti 611, 621 sono mantenute all’interno delle relative travi fisse 610, 620 ed i piedi 71, 72 sono mantenuti sollevati, cosicché l’ingombro trasversale di ciascuna coppia 6A, 6P rientra nel limite massimo di sagoma.
Nella posizione operativa di cui alle figure, le travi sfilanti 611, 621 sono estratte ed i piedi 71, 72 abbassati, in modo che le ruote della macchina M risultino sollevate dal suolo.
Nella Fig.3 à ̈ stata indicata con X la distanza longitudinale tra due dispositivi stabilizzatori, rispettivamente della prima e della seconda coppia 6A, 6P, mentre à ̈ stata indicata con Y la distanza trasversale tra i piedi di appoggio 71, 72 di ciascuna delle stesse coppie 6A, 6P.
La base d’appoggio definita dai piedi 71, 72 à ̈ perciò un rettangolo di lunghezza pari alla quota X e di larghezza pari alla quota Y.
Poiché la quota Y risulta sensibilmente inferiore alla quota X ne deriva che la situazione di minore stabilità si verifica quando la gru 1, e quindi il carico portato dall’elemento di sostegno a forche 2, si trovano orientati trasversalmente rispetto al telaio 3, come illustrato nella Fig.2 e, parzialmente, nella Fig.3.
Per comprensibili ragioni di sicurezza, il carico massimo che può essere portato dalla gru 1 deve essere calcolato nella condizione più sfavorevole, per evitare il ribaltamento del mezzo.
Pertanto, la limitata distanza trasversale Y data dai dispositivi stabilizzatori noti, penalizza le caratteristiche operative della macchina e, di conseguenza, i costi relativi al suo utilizzo. Scopo della presente invenzione à ̈ perciò quello di proporre un dispositivo stabilizzatore per macchina operatrice conformato in modo da ottenere, con una installazione simile a quella dei dispositivi stabilizzatori noti, un incremento della larghezza della base di appoggio, tale da portarla almeno prossima alla relativa lunghezza.
Un altro scopo dell’invenzione consiste nel proporre un dispositivo stabilizzatore in grado di cooperare efficacemente con gli altri dell’equipaggio per ottenere un preciso assetto orizzontale della macchina operatrice.
Ancora uno scopo dell’invenzione riguarda la volontà di proporre un dispositivo stabilizzatore robusto, dal funzionamento affidabile e sicuro.
Le caratteristiche dell’invenzione risulteranno evidenti dalla descrizione seguente di preferite forme di realizzazione del dispositivo stabilizzatore in oggetto, in accordo con quanto proposto nelle rivendicazioni e con l’ausilio delle allegate tavole di disegno, nelle quali:
− la Fig. 1 illustra una vista laterale schematica di una macchina operatrice provvista di dispositivi stabilizzatori noti in posizione operativa;
− la Fig. 2 illustra una vista frontale della macchina di Fig. 1, con la torretta superiore in una diversa posizione;
− la Fig. 3 illustra una vista in pianta della Fig. 1 con evidenziata la rotazione della torretta superiore e le dimensioni della base di appoggio;
− la Fig.4 illustra una vista laterale schematica di una macchina operatrice provvista dei dispositivi stabilizzatori in oggetto, in una prima forma di realizzazione, in posizione operativa;
− la Fig. 5 illustra una vista frontale della macchina di Fig. 4, con la torretta superiore in una diversa posizione;
− la Fig. 6 illustra una vista in pianta della Fig. 4 con evidenziata la rotazione della torretta superiore e le dimensioni della base di appoggio;
la Fig. 7 illustra una vista frontale schematica di una coppia di dispositivi stabilizzatori come quelli di cui alle Figg.4, 5, 6, in posizione di riposo;
la Fig. 8 illustra una vista simile alla Fig. 7 con i dispositivi stabilizzatori parzialmente estratti;
la Fig.9 illustra una vista simile alla Fig. 7 con i dispositivi stabilizzatori completamente estratti;
la Fig.10 illustra una vista laterale schematica di una macchina operatrice provvista dei dispositivi stabilizzatori in oggetto, in una seconda forma di realizzazione, in posizione operativa;
la Fig.11 illustra una vista frontale della macchina di Fig.10, con la torretta superiore in una diversa posizione;
la Fig. 12 illustra una vista in pianta della Fig. 10 con evidenziata la rotazione della torretta superiore e le dimensioni della base di appoggio;
la Fig.13 illustra una vista frontale schematica di una coppia di dispositivi stabilizzatori come quelli di cui alle Figg.10, 11, 12, in posizione di riposo;
la Fig.14 illustra una vista simile alla Fig.13 con i dispositivi stabilizzatori parzialmente estratti;
la Fig. 15 illustra una vista simile alla Fig. 13 con i dispositivi stabilizzatori completamente estratti;
la Fig.16 illustra una vista laterale schematica di una macchina operatrice provvista dei dispositivi stabilizzatori in oggetto, in una variante costruttiva della seconda forma di realizzazione, in posizione operativa;
la Fig.17 illustra una vista frontale della macchina di Fig.16, con la torretta superiore in una diversa posizione;
la Fig. 18 illustra una vista in pianta della Fig. 16 con evidenziata la rotazione della torretta superiore e le dimensioni della base di appoggio;
− la Fig.19 illustra una vista frontale schematica di una coppia di dispositivi stabilizzatori come quelli di cui alle Figg.16, 17, 18, in posizione di riposo;
− la Fig.20 illustra una vista simile alla Fig.19 con i dispositivi stabilizzatori parzialmente estratti;
− la Fig. 21 illustra una vista simile alla Fig. 19 con i dispositivi stabilizzatori completamente estratti.
Con riferimento alle figure da 1 a 3 à ̈ stata illustrata una macchina operatrice M dotata di dispositivi stabilizzatori di tipo noto, di cui si à ̈ detto in premessa.
Analogamente, per la descrizione dell’invenzione in oggetto, à ̈ stata considerata una identica macchina operatrice M del tipo integrato, dotata di una gru a braccio telescopico 1 a cui à ̈ associato un elemento di sostegno a forche 2.
Al disopra del telaio 3 della macchina M à ̈ prevista una torretta, girevole mediante una ralla 4 ad asse verticale, atta a supportare la gru 1 e la cabina 5 per l’operatore, alle quali sono pertanto consentite rotazioni di 360° sia in un verso che nell’altro, senza soluzione di continuità (si vedano in particolare le Figg.6, 12, 18).
Anche in questo caso la macchina M à ̈ dotata di due coppie di dispositivi stabilizzatori, per maggiore facilità di confronto indicate con gli stessi riferimenti utilizzate nelle figure di arte nota.
Sono definite, pertanto, una prima ed una seconda coppia 6A, 6P di dispositivi stabilizzatori, rispettivamente associate all’estremità anteriore e posteriore del telaio 3, trasversalmente rispetto a quest’ultimo.
In ciascuna coppia 6A, 6P i relativi dispositivi stabilizzatori (in seguito dettagliatamente descritti) sono disposti simmetrici, in maniera che i corrispondenti piedi di appoggio siano rivolti verso l’esterno del telaio 3, da parti opposte rispetto alla mezzeria di quest’ultimo. Con i dispositivi stabilizzatori di ciascuna coppia 6A, 6P in posizione operativa, come meglio precisato in seguito, viene definita una base di appoggio, per la macchina M, a ruote sollevate, similmente a quanto descritto in premessa.
Tale base di appoggio presenta forma rettangolare di lunghezza X pari alla distanza longitudinale tra le medesime coppie 6A, 6P, e di larghezza Y pari alla distanza trasversale tra i piedi di appoggio di ciascuna di queste ultime (si vedano ancora le Figg.6, 12, 18).
Nelle figure da 4 a 9 Ã ̈ illustrata una prima forma di realizzazione dei dispositivi stabilizzatori di ciascuna coppia 6A, 6P, indicati con i riferimenti 161, 162.
Nelle figure da 10 a 15 Ã ̈ illustrata una seconda forma di realizzazione dei dispositivi stabilizzatori di ciascuna coppia 6A, 6P, indicati con i riferimenti 261, 262.
Nelle figure da 16 a 21 Ã ̈ illustrata una variante della seconda forma di realizzazione dei dispositivi stabilizzatori di ciascuna coppia 6A, 6P, indicati con i riferimenti 361, 362.
Secondo l’invenzione, ognuno dei citati dispositivi stabilizzatori 161, 162, 261, 262, 361, 362 comprende almeno un primo ed un secondo modulo 10, 11, reciprocamente interconnessi, uno dei quali provvisto di mezzi di allungamento lineare 12 e l’altro provvisto di mezzi di allungamento a compasso 13.
Detti mezzi di allungamento lineare 12 ed a compasso 13 sono atti ad essere azionati in relazione di fase per definire una posizione retratta di riposo R, in cui il corrispondente piede di appoggio à ̈ sollevato dal suolo e l’ingombro di detto dispositivo stabilizzatore 161, 162, 261, 262, 361, 362 rientra nel limite massimo di sagoma della citata macchina M, ed una estratta di lavoro L, in cui detto piede di appoggio à ̈ a contatto del suolo, ad una prefissata distanza dalla citata mezzeria longitudinale, tale per cui in detta base di appoggio la quota di larghezza Y risulta almeno prossima a quella della relativa lunghezza X, come sotto specificato.
Nella citata prima forma di realizzazione, il primo modulo 10 di ogni dispositivo stabilizzatore 161, 162 à ̈ provvisto di detti mezzi di allungamento a compasso 13 e comprende una piastra verticale fissa 14, disposta trasversalmente al telaio 3 della macchina M ed alla quale à ̈ articolato un braccio 15, oscillante da una posizione sollevata H1 (Fig. 7) ad una abbassata H2 (Figg. 8, 9), per l’azione di un rispettivo primo attuatore 16, ad esempio un martinetto idraulico.
Il suddetto secondo modulo 11, che in tal caso risulta associato al citato braccio 15, Ã ̈ provvisto di detti mezzi di allungamento lineari 12 e comprende un elemento sfilante 17, portato coassiale dal medesimo braccio 15 ed azionato da un rispettivo secondo attuatore 18, ad esempio un martinetto idraulico, tra una posizione interna W1 (Figg. 7, 8) ed una esterna W2 (Figg.4, 5, 6, 9).
All’estremità di detto elemento sfilante 17 à ̈ liberamente articolato un piede di appoggio 19, destinato ad intercettare il suolo.
In ciascuna coppia 6A, 6P dei dispositivi stabilizzatori 161, 162 appena descritti, le relative piastre 14 sono vantaggiosamente riunite in un unico corpo.
Nella Fig. 7 Ã ̈ illustrata la citata posizione retratta di riposo R dei dispositivi stabilizzatori 161, 162, con i rispettivi bracci 15 sollevati nella loro posizione H1 e gli elementi sfilanti 17 nella loro posizione interna W1.
Nella Fig. 8 à ̈ illustrata una posizione intermedia tra la citata di riposo R e quella di lavoro L (Fig. 9); in quest’ultima detti bracci 15 sono nella loro posizione abbassata H2 e gli elementi sfilanti 17 nella loro posizione esterna W2.
Come evidenziato nella Fig. 6, la base d’appoggio così definita presenta la relativa larghezza Y maggiore della lunghezza X.
Nella citata seconda forma di realizzazione, il primo modulo 10 di ogni dispositivo stabilizzatore 261, 262 à ̈ provvisto di detti mezzi di allungamento lineare 12, e comprende un elemento tubolare fisso 20, inclinato rispetto all’orizzontale, atto a contenere e guidare uno stelo scorrevole 21, azionato da un relativo primo attuatore 22, ad esempio un martinetto idraulico, tra una posizione interna V1 (Figg. 13, 14) ed una esterna V2 (Fig. 15).
Il suddetto secondo modulo 11, che in tal caso risulta associato al citato stelo scorrevole 21, à ̈ provvisto di mezzi di allungamento a compasso 13 e comprende un relativo braccio oscillante 23, articolato all’estremità esterna di detto stelo scorrevole 21, azionato da un relativo secondo attuatore 24, ad esempio un martinetto idraulico, tra una posizione sollevata K1 (Fig.13) ed una abbassata K2 (Figg.10, 11, 12, 14, 15).
All’estremità di detto braccio oscillante 23 à ̈ liberamente articolato un piede di appoggio 25, destinato ad intercettare il suolo.
Nella Fig. 13 Ã ̈ illustrata la citata posizione retratta di riposo R dei dispositivi stabilizzatori 261, 262, con i rispettivi steli scorrevoli 21 nella loro posizione interna V1 ed i relativi bracci oscillanti 23 sollevati nella loro posizione K1.
Nella Fig.14 à ̈ illustrata una posizione intermedia tra la citata di riposo R e quella di lavoro L (Fig.15); in quest’ultima detti steli scorrevoli 21 sono nella loro posizione esterna V2 ed i citati bracci oscillanti 23 nella loro posizione abbassata K2.
Come evidenziato nella Fig. 12, la base d’appoggio così definita presenta la relativa larghezza Y maggiore della lunghezza X.
Nella citata variante della seconda forma di realizzazione, il primo modulo 10 di ogni dispositivo stabilizzatore 361, 362 à ̈ provvisto di detti mezzi di allungamento lineare 12, e comprende un elemento tubolare 30 atto a contenere e guidare uno stelo scorrevole 21, quest’ultimo identico al precedente.
L’elemento tubolare 30 à ̈ portato oscillante su un piano verticale trasversale al telaio 3 della macchina M, ed à ̈ assoggettato all’azione di un organo di potenza 31, ad esempio un martinetto idraulico, atto a definire, per lo stesso elemento tubolare 30, una posizione orizzontale inoperativa J1 (Fig.19) ed una inclinata operativa J2 (Figg.20, 21).
Lo stelo scorrevole 21 Ã ̈, anche in questo caso, azionato da un relativo primo attuatore 22, ad esempio un martinetto idraulico, tra una posizione interna V1 (Figg. 19, 20) ed una esterna V2 (Fig.21).
Il secondo modulo 11, ancora associato allo stelo scorrevole 21, à ̈ provvisto di mezzi di allungamento a compasso 13 e comprende un relativo braccio oscillante 23, articolato all’estremità esterna di detto stelo scorrevole 21, azionato da un relativo secondo attuatore 24, ad esempio un martinetto idraulico, tra una posizione sollevata K1 (Fig. 19) ed una abbassata K2 (Figg.16, 17, 18, 20, 21).
All’estremità di detto braccio oscillante 23 à ̈ liberamente articolato un piede di appoggio 25, destinato ad intercettare il suolo.
Nella Fig. 19 Ã ̈ illustrata la citata posizione retratta di riposo R dei dispositivi stabilizzatori 361, 362, con i rispettivi elementi tubolari 30 nella loro posizione orizzontale inoperativa J1, i corrispondenti steli scorrevoli 21 nella loro posizione interna V1 ed i relativi bracci oscillanti 23 sollevati nella loro posizione K1.
Nella Fig.20 Ã ̈ illustrata una posizione intermedia tra la citata di riposo R e quella di lavoro L , nella quale gli elementi tubolari 30 sono nella loro posizione inclinata operativa J2, i corrispondenti steli scorrevoli 21 nella loro posizione interna V1 ed i relativi bracci oscillanti 23 nella loro posizione abbassata K2.
Nella Fig. 20 Ã ̈ illustrata la posizione estratta di lavoro L dei dispositivi stabilizzatori 361, 362, con detti steli scorrevoli 21 traslati nella loro posizione esterna V2 ed i citati bracci oscillanti 23 nella loro posizione abbassata K2.
Come evidenziato nella Fig.18, la base d’appoggio così definita presenta anche in questo caso la relativa larghezza Y maggiore della lunghezza X.
Da quanto sopra descritto emerge con estrema evidenza come tutte le forme di realizzazione proposte per il dispositivo stabilizzatore in oggetto siano in grado di ottenere un incremento della larghezza della base di appoggio, tale da portarla a superare, per la tipologia di veicoli considerata, la relativa lunghezza, in accordo con lo scopo prefissato. Questo importante vantaggio consente di stabilire un carico massimo superiore rispetto a quello ammissibile, a parità di altre condizioni, con dispositivi stabilizzatori di tipo noto, in particolare conservando piena sicurezza quando la gru ed il carico sono orientati trasversalmente rispetto alla macchina.
Il dispositivo stabilizzatore proposto conserva al prerogativa di rientrare nel limite massimo di sagoma quando à ̈ inoperativo, con evidenti benefici per la mobilità della macchina.
La conformazione del suddetto dispositivo stabilizzatore permette di ottenere facilmente, in cooperazione con gli altri installati sulla macchina operatrice, un preciso assetto orizzontale di quest’ultima, a garanzia di un piazzamento ottimale.
Le forme di realizzazione descritte sono tutte improntate con l’intento di conseguire la massima robustezza, affidabilità e sicurezza.
Si intende, comunque, che quanto sopra detto ha valore esemplificativo e non limitativo, pertanto ulteriori varianti realizzative o modifiche di dettaglio che si rendesse necessario apportare rispetto a quanto descritto, si considerano sin d’ora rientranti nel medesimo ambito protettivo definito dalle sottoriportate rivendicazioni.
Claims (3)
- RIVENDICAZIONI 1) Dispositivo stabilizzatore per macchina operatrice, con quest’ultima dotata di un telaio (3) alle cui estremità anteriore e posteriore sono rispettivamente associate una prima ed una seconda coppia (6A, 6P) di detti dispositivi stabilizzatori, in ciascuna delle quali questi ultimi sono disposti simmetrici e trasversali al citato telaio (3), in maniera che i corrispondenti piedi di appoggio siano rivolti verso l’esterno, da parti opposte rispetto alla mezzeria longitudinale dello stesso telaio (3), con dette coppie (6A, 6P) atte, in posizione operativa, a definire una base di appoggio di lunghezza (X) pari alla distanza longitudinale tra le medesime coppie (6A, 6P), e di larghezza (Y) pari alla distanza trasversale tra i piedi di appoggio di ciascuna di queste ultime, con ognuno dei citati dispositivi stabilizzatori (161, 162, 261, 262, 361, 362) caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un primo ed un secondo modulo (10, 11), reciprocamente interconnessi, uno dei quali provvisto di mezzi di allungamento lineare (12) e l’altro provvisto di mezzi di allungamento a compasso (13), con i citati mezzi di allungamento lineare (12) ed a compasso (13) atti ad essere azionati in relazione di fase per definire una posizione retratta di riposo (R), in cui il corrispondente piede di appoggio (19, 25) à ̈ sollevato dal suolo e l’ingombro di detto dispositivo stabilizzatore (161, 162, 261, 262, 361, 362) rientra nel limite massimo di sagoma della citata macchina (M), ed una estratta di lavoro (L), in cui detto piede di appoggio (19, 25) à ̈ a contatto del suolo, ad una prefissata distanza dalla citata mezzeria longitudinale.
- 2 Dispositivo stabilizzatore secondo la riv. 1 caratterizzato dal fatto che in detta base di appoggio la quota di larghezza (Y) risulta essere circa uguale o superiore alla quota della lunghezza (X).
- 3 Dispositivo stabilizzatore secondo la riv. 1 o 2, caratterizzato dal fatto che: il citato primo modulo (10) à ̈ provvisto di detti mezzi di allungamento a compasso (13) e comprende una piastra verticale fissa (14), disposta trasversalmente al suddetto telaio (3) della macchina (M) ed alla quale à ̈ articolato un braccio (15), oscillante da una posizione sollevata (H1) ad una abbassata (H2), per l’azione di un rispettivo primo attuatore (16); detto secondo modulo (11) risulta associato al citato braccio (15), à ̈ provvisto dei suddetti mezzi di allungamento lineari (12) e comprende un elemento sfilante (17), portato coassiale dal medesimo braccio (15) ed azionato da un rispettivo secondo attuatore (18), tra una posizione interna (W1) ed una esterna (W2); detto piede di appoggio (19) à ̈ liberamente articolato all’estremità del citato elemento sfilante (17); la citata posizione retratta di riposo (R) del suddetto dispositivo stabilizzatore (161, 162) à ̈ definita con detto braccio (15) nella citata posizione sollevata (H1) e con detto elemento sfilante (17) nella citata posizione interna W1; la suddetta posizione estratta di lavoro (L) del medesimo dispositivo stabilizzatore (161, 162) à ̈ definita con detto braccio (15) nella citata posizione abbassata (H2) e con detto elemento sfilante (17) nella citata posizione esterna (W2). Dispositivo stabilizzatore secondo la riv. 1 o 2, caratterizzato dal fatto che: il citato primo modulo (10) à ̈ provvisto di detti mezzi di allungamento lineare (12) e comprende un elemento tubolare fisso (20), atto a contenere e guidare uno stelo scorrevole (21), azionato da un relativo primo attuatore (22) tra una posizione interna (V1) ed una esterna (V2); detto secondo modulo (11) risulta associato al citato stelo scorrevole (21), à ̈ provvisto dei suddetti mezzi di allungamento a compasso (13) e comprende un braccio oscillante (23), articolato all’estremità esterna di detto stelo scorrevole (21) ed azionato da un relativo secondo attuatore (24), tra una posizione sollevata (K1) ed una abbassata (K2); detto piede di appoggio (25) à ̈ liberamente articolato all’estremità del citato braccio oscillante (23); la citata posizione retratta di riposo (R) del suddetto dispositivo stabilizzatore (261, 262) à ̈ definita con detto stelo scorrevole (21) nella citata posizione interna (V1) e con detto braccio oscillante (23) nella citata posizione sollevata (K1); la suddetta posizione estratta di lavoro (L) del medesimo dispositivo stabilizzatore (261, 262) à ̈ definita con detto stelo scorrevole (21) nella citata posizione esterna (V2) e con detto braccio oscillante (23) nella citata posizione abbassata (K2). 5) Dispositivo stabilizzatore secondo la riv. 4, caratterizzato dal fatto che detto elemento tubolare fisso (20) risulta inclinato rispetto all’orizzontale. 6) Dispositivo stabilizzatore secondo la riv. 1 o 2, caratterizzato dal fatto che: il citato primo modulo (10) à ̈ provvisto di detti mezzi di allungamento lineare (12) e comprende un elemento tubolare (30), atto a contenere e guidare uno stelo scorrevole (21), azionato da un relativo primo attuatore (22) tra una posizione interna (V1) ed una esterna (V2); detto elemento tubolare (30) à ̈ portato oscillante su un piano verticale trasversale al citato telaio (3) della macchina (M) ed à ̈ assoggettato all’azione di un organo di potenza (31) atto a definire, per lo stesso elemento tubolare (30), una posizione orizzontale inoperativa (J1) ed una inclinata operativa (J2); detto secondo modulo (11) risulta associato al citato stelo scorrevole (21), à ̈ provvisto dei suddetti mezzi di allungamento a compasso (13) e comprende un braccio oscillante (23), articolato all’estremità esterna di detto stelo scorrevole (21) ed azionato da un relativo secondo attuatore (24), tra una posizione sollevata (K1) ed una abbassata (K2); detto piede di appoggio (25) à ̈ liberamente articolato all’estremità del citato braccio oscillante (23); la citata posizione retratta di riposo (R) del suddetto dispositivo stabilizzatore (361, 362) à ̈ definita con detto elemento tubolare (30) nella citata posizione orizzontale inoperativa (J1), con detto stelo scorrevole (21) nella citata posizione interna (V1) e con detto braccio oscillante (23) nella citata posizione sollevata (K1); la suddetta posizione estratta di lavoro (L) del medesimo dispositivo stabilizzatore (361, 362) à ̈ definita con detto elemento tubolare (30) nella citata posizione inclinata operativa (J2), con detto stelo scorrevole (21) nella citata posizione esterna (V2) e con detto braccio oscillante (23) nella citata posizione abbassata (K2).
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