ITMI20130768A1 - Vetrina a zone climatizzate differenziate - Google Patents

Vetrina a zone climatizzate differenziate Download PDF

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Description

Vetrina a zone climatizzate differenziate
La presente invenzione si riferisce ad una vetrina per la conservazione e l'esposizione di oggetti in ambiente protetto, quale tipicamente opere d'arte, oggetti del patrimonio culturale o comunque oggetti delicati, in musei, esposizioni e simili.
Per ambiente protetto si intende qui e nel seguito un ambiente in cui l'atmosfera sia controllata, attraverso la sorveglianza di uno o più parametri fra temperatura, umidità relativa, contenuto di polvere, contenuto di inquinanti, al fine di mantenere le previste condizioni di conservazione degli oggetti esposti, ed in cui sia impedita la possibilità di accesso a personale non autorizzato, per evitare furti o danneggiamenti degli oggetti esposti.
Vetrine di questo tipo devono quindi soddisfare requisiti di vario tipo, in relazione alla conservazione ed integrità degli oggetti esposti. Inoltre, naturalmente, queste vetrine devono garantire la migliore visibilità per gli oggetti esposti così da permettere a chi gestisce musei ed esposizioni di organizzare adeguati percorsi espositivi, a seconda del messaggio culturale che si vuole trasmettere.
Soprattutto quando gli oggetti da esporre sono molto delicati, le condizioni climatiche devono essere controllate in modo molto attento e preciso, per evitare danni agli oggetti. Naturalmente poi, oggetti diversi spesso richiedono condizioni climatiche diverse. Di conseguenza, si verifica spesso che la disposizione di oggetti un uno stesso spazio museale sia condizionata più dalle esigenze di corretta conservazione dei singoli oggetti da esporre che dalle esigenze espositive, che dovrebbero portare a distribuire gli oggetti in base a criteri culturali di sequenza ed accostamento fra vari oggetti. Invece, le esigenze di conservazione portano talvolta a raggruppare nelle stesse vetrine oggetti con le stesse necessità climatiche, anche quando la disposizione logica per una migliore fruizione da parte del pubblico sarebbe diversa, oppure ad utilizzare spesso vetrine per singoli oggetti, determinando così un aumento del numero di vetrine che determina non solo costi elevati ma anche una frammentazione della esposizione che può nuocere al messaggio culturale.
Chi gestisce musei ed esposizioni di oggetti delicati, che richiedono condizioni climatiche prestabilite, sente quindi l'esigenza di strumenti innovativi che gli permettano una maggior libertà di disposizione di tali oggetti nei percorsi espositivi, pur nel più scrupoloso rispetto delle condizioni climatiche ideali di conservazione.
Di conseguenza, la presente invenzione riguarda una vetrina secondo la rivendicazione 1. Caratteristiche preferite sono indicate nelle rivendicazioni dipendenti.
Più in particolare, l'invenzione riguarda una vetrina per la conservazione e l'esposizione di oggetti in ambiente protetto, comprendente uno spazio espositivo e mezzi di regolazione e controllo per mantenere condizioni climatiche prestabilite dell'aria nello spazio espositivo, in cui i mezzi di regolazione e controllo comprendono un percorso di trattamento deH'aria esterno allo spazio espositivo nonché aperture di mandata di aria climatizzata dal percorso di trattamento allo spazio espositivo e aperture di ritorno dearia climatizzata dallo spazio espositivo al percorso di trattamento, caratterizzata dal fatto di comprendere nello stesso spazio espositivo almeno due zone espositive aventi condizioni climatiche prestabilite differenti fra loro, non separate da alcuna parete, in cui, per ciascuna zona espositiva:
- le aperture di mandata e le aperture di ritorno comprendono specifiche aperture zonali di mandata e di ritorno, e
- le aperture zonali di mandata di ciascuna delle zone espositive ricevono -dal percorso di trattamento- aria climatizzata zonale avente caratteristiche climatiche adatte a mantenere le prefissate condizioni climatiche specifiche per tale zona espositiva.
La presenza di zone espositive con condizioni climatiche differenti permette di disporre in questa vetrina più oggetti, anche con esigenze di conservazione diverse fra loro; di conseguenza, i percorsi espositivi potranno essere definiti con maggior libertà, senza che per questo sia necessario un numero eccessivo di vetrine.
Le condizioni climatiche differenti fra loro nelle diverse zone espositive possono comprendere differenti condizioni di umidità relativa e/o differenti condizioni di temperatura. Viceversa, non sarà in genere necessario prevedere diverse condizioni di pulizia da polvere o agenti inquinanti, in quanto comunque oggetti meno delicati rispetto a questi fattori non sono certo danneggiati se conservati in spazi più puliti di quanto strettamente necessario.
In una forma di esecuzione preferita, in ciascuna zona espositiva:
- le aperture zonali di mandata sono distribuite su una prima parete della vetrina affacciata sulla zona espositiva stessa e
- le aperture zonali di ritorno sono distribuite su una seconda parete della vetrina affacciata sulla zona espositiva stessa ed opposta alla prima parete.
La disposizione su pareti contrapposte delle aperture zonali di mandata e ritorno facilita la corretta distribuzione dei flussi d'aria all'interno di ciascuna zona espositiva.
Preferibilmente, in ciascuna zona espositiva le aperture zonali di mandata e le aperture zonali di ritorno sono distribuite uniformemente sulla prima e rispettivamente sulla seconda parete.
In questo modo è possibile in particolare ottenere in ciascuna zona espositiva un flusso laminare dell'aria climatizzata. Flussi laminari (diversamente dai flussi turbolenti) sono flussi unidirezionali formati da filetti fluidi estremamente regolari che scorrono parallelamente fra loro e non si mescolano. I flussi laminari d'aria climatizzata in ciascuna zona espositiva, fra le rispettive aperture zonali di mandata e di ritorno, avvolgono quindi ogni oggetto presente nella zona ed impediscono quindi che l'aria nelle diverse zone si mescoli, pur in assenza di pareti o barriere (anche barriere d'aria).
Per facilitare l'ottenimento dei suddetti flussi laminari, è opportuno che l'emissione di aria climatizzata dalle bocchette zonali di mandata sia adeguatamente controllata. Preferibilmente, in ciascuna zona espositiva, l'aria climatizzata zonale esce da tutte le aperture zonali di mandata con la medesima velocità, ed ancor più preferibilmente la velocità dell'aria climatizzata zonale alle aperture zonali di mandata è di 0,30-0,50 m/s. In questo modo, si ottiene facilmente il flusso laminare desiderato.
In una forma di esecuzione preferita, in ciascuna zona espositiva, l'aria climatizzata zonale esce dalle aperture zonali di mandata con velocità tanto maggiore quanto maggiore è la vicinanza ad altre zone espositive. La maggior velocità dell'aria nelle zone per così dire di confine fra zone espositive diverse adiacenti fra loro permette di creare un certo effetto barriera; questo effetto barriera è tale da aumentare la già ottima separazione fra zone ottenuta grazie ai flussi laminari.
Preferibilmente, la velocità dell'aria climatizzata zonale è in questo caso di 0,05-0,65 m/s alle aperture zonali di mandata. Questi valori si sono mostrati efficaci ad ottenere sia il desiderato effetto barriera fra zone espositive diverse, sia il desiderato flusso laminare all'interno delle singole zone espositive.
In una forma di esecuzione preferita, in ciascuna zona espositiva, le aperture zonali di mandata e le aperture zonali di ritorno sono distribuite sulla prima e rispettivamente sulla seconda parete in prossimità di una o più zone espositive adiacenti.
Con questa disposizione si determina una barriera d'aria che permette di separare fra loro le zone, in modo che ciascuna di esse possa essere mantenuta in condizioni climatiche differenti. L'aria climatizzata immessa in ciascuna zona non si mescola con l'aria climatizzata immessa in altre zone, garantendo il mantenimento di condizioni climatiche diverse; non vi è infatti scambio convettivo fra zone diverse ed il costante ricambio dell'aria climatizzata rende trascurabile l'effetto del possibile scambio termico per conduzione o irraggiamento.
Preferibilmente, in ciascuna zona espositiva, l'aria climatizzata zonale esce da tutte le aperture zonali di mandata con la medesima velocità, ed ancor più preferibilmente la velocità dell'aria climatizzata zonale alle aperture zonali di mandata è di 1 ,50-3,00 m/s. In questo modo, si ottiene facilmente l'effetto barriera d'aria desiderato. In generale, è opportuno che la velocità sia tanto maggiore quanto maggiore è l'altezza della vetrina. Preferibilmente, in ciascuna zona espositiva, le aperture zonali di ritorno sono distribuite su un'area più ampia di quella su cui sono distribuite le aperture zonali di mandata. In questo modo, soprattutto per vetrine alte, risulta più facile recuperare dalle aperture zonali di ritorno l'aria che deve essere inviata al percorso di trattamento, tenuto conto della naturale tendenza del getto d'aria di mandata ad allargarsi verso l'interno della zona espositiva.
Il numero di zone espositive può essere qualsiasi, ad esempio anche uguale o superiore a tre. In generale, maggiore sarà il numero delle zone, maggiore sarà la versatilità della vetrina.
Preferibilmente, il percorso di trattamento comprende, per ciascuna zona espositiva, un plenum zonale di mandata a monte delle aperture zonali di mandata e/o un plenum zonale di ritorno a valle delle aperture zonali di ritorno. Per plenum si intende qui e nel seguito una porzione nel circuito di passaggio aria che abbia sezione molto maggiore delle altre porzioni del circuito, in modo che in esso la velocità del aria sia sostanzialmente azzerata. La presenza di un plenum immediatamente a monte ed a valle della zona espositiva facilita l'instaurarsi delle condizioni di flusso laminare. Ulteriori caratteristiche e vantaggi di una vetrina secondo l'invenzione risulteranno meglio dalla seguente descrizione di alcune sue forme di esecuzione preferite, fatta con riferimento ai disegni allegati. In tali disegni:
la fig. 1 è una vista prospettica di una vetrina secondo una prima forma di esecuzione dell'invenzione;
la fig. 2 è uno schema funzionale della vetrina della fig. 1 ;
la fig. 3 è una vista prospettica di una vetrina secondo una seconda forma di esecuzione dell'invenzione;
la fig. 4 è uno schema funzionale della vetrina della fig. 3;
la fig. 5 è una vista prospettica di una vetrina secondo una terza forma di esecuzione dell'invenzione;
la fig. 6 è uno schema funzionale della vetrina della fig. 5.
Nelle figure 1 e 2, con 10 è complessivamente indicata una vetrina secondo una prima forma di esecuzione dell'invenzione. La vetrina 10 comprende un basamento 20, una cassa 21 al di sopra del basamento 20, un cielino 24 al di sopra della cassa 21, ed uno schienale 25 addossato alla cassa 21 ed adiacente sia al basamento 20 sia al cielino 24. La cassa 21 è formata da pannelli fra i quali almeno uno apribile, accoppiati fra loro a tenuta in modo di per sé convenzionale; nelle figure, né i pannelli apribili né i mezzi di tenuta sono evidenziati, in quanto estranei all'invenzione. La vetrina 10 comprende uno spazio espositivo 30 all'interno della cassa 21 e mezzi di regolazione e controllo per mantenere condizioni climatiche prestabilite dell'aria nello spazio espositivo. Questi mezzi di regolazione e controllo comprendono un percorso di trattamento 40 dell'aria, alloggiato nel basamento 20, nello schienale 25 e nel cielino 24, quindi esterno allo spazio espositivo 30, nonché aperture di mandata 41 di aria climatizzata dal percorso di trattamento 40 allo spazio espositivo 30 e aperture di ritorno 42 dell'aria climatizzata dallo spazio espositivo 30 al percorso di trattamento 40.
Il percorso di trattamento 40 comprende apparecchiature e dispositivi (di per sé noti) per misurare e modificare le condizioni climatiche dell'aria; ad esempio, potranno essere previsti riscaldatori, raffreddatori, umidificatori, deumidificatori, filtri di vario genere, tutti di per sé noti nell'arte e quindi non descritti né illustrati in dettaglio.
Nello stesso spazio espositivo 30 sono previste almeno due zone espositive aventi condizioni climatiche prestabilite differenti fra loro; in particolare, nell'esempio della vetrina 10 illustrata, sono previste due zone espositive 30a e 30b. Le due zone 30a e 30b non sono separate fra loro da alcuna parete, setto o simili; esse si differenziano quindi solo per le condizioni climatiche diverse al loro interno. Queste condizioni climatiche differenti fra loro nelle diverse zone espositive 30a e 30b comprendono differenti condizioni di umidità relativa e/o differenti condizioni di temperatura.
Le aperture di mandata e di ritorno comprendono specifiche aperture zonali di mandata 41 a, 41 b e di ritorno 42a, 42b dell'aria climatizzata. Le aperture zonali di mandata 41 a, 41 b ricevono dal percorso di trattamento 40 aria climatizzata zonale avente le prefissate condizioni climatiche specifiche per la zona espositiva 30a o 30b. A tal fine, anche il percorso di trattamento 40 è evidentemente sdoppiato in due percorsi di trattamento 40a, 40b, ciascuno specifico per la rispettiva zona di esposizione 30a, 30b. Le aperture zonali di mandata 41 a, 41 b sono distribuite uniformemente su una prima parete 51a, 51 b della vetrina 10 affacciata sulla zona espositiva 30a, 30b e le aperture zonali di ritorno 42a, 42b sono distribuite uniformemente su una seconda parete 52a, 52b della vetrina 10 affacciata sulla zona espositiva 30a, 30b ed opposta alla prima parete 51 a, 51 b.
In ogni zona espositiva 30a, 30b, fra le aperture zonali di mandata 41 a, 41 b e le aperture zonali di ritorno 42a, 42b si instaura un flusso laminare di aria climatizzata zonale, che percorre tutta la zona espositiva, come rappresentato schematicamente dai vettori nella fig. 2. L'aria climatizzata zonale esce da tutte le aperture zonali di mandata 41 a, 41 b con la medesima velocità, preferibilmente compresa fra 0,30 m/s e 0,50 m/s.
I flussi laminari d'aria climatizzata in ciascuna zona espositiva 30a, 30b, fra le rispettive aperture zonali di mandata 41 a, 41 b e di ritorno 42a, 42b, avvolgono quindi ogni oggetto presente nella zona 30a, 30b ed impediscono quindi che l'aria nelle diverse zone si mescoli, pur in assenza di pareti o barriere di qualsiasi genere.
Le aperture zonali di mandata 41 a, 41 b e di ritorno 42a, 42b possono essere formate, ad esempio, da una pluralità di forellini uguali.
II percorso di trattamento 40 dell'aria può poi comprendere, per ciascuna zona espositiva 30a, 30b, un plenum zonale 55a, 55b di mandata a monte delle aperture zonali di mandata 41 a, 41 b e/o un plenum zonale di ritorno 56a, 56b, a valle delle aperture zonali di ritorno 42a, 42b. La presenza dei plenum zonali permette di rendere il flusso d'aria climatizzata molto più regolare, facilitando quindi l'instaurarsi di condizioni di moto laminare nelle zone espositive 30a e 30b.
Nelle figure 3 e 4 è mostrata una vetrina 110 secondo una seconda forma di esecuzione dell'invenzione. La vetrina 110, in modo analogo alla vetrina 10, comprende un basamento 120, una cassa 121 al di sopra del basamento 120, un cielino 124 al di sopra della cassa 121, ed uno schienale 125 addossato alla cassa 121 ed adiacente sia al basamento 120 sia al cielino 124. La cassa 121 è formata da pannelli fra i quali almeno uno apribile, accoppiati fra loro a tenuta in modo di per sé convenzionale; nelle figure, né i pannelli apribili né i mezzi di tenuta sono evidenziati, in quanto estranei all'invenzione.
La vetrina 110 comprende uno spazio espositivo 130 all'interno della cassa 121 e mezzi di regolazione e controllo per mantenere condizioni climatiche prestabilite dell'aria nello spazio espositivo. Questi mezzi di regolazione e controllo comprendono un percorso di trattamento 140 dell'aria, alloggiato nel basamento 120, nello schienale 125 e nel cielino 124, quindi esterno allo spazio espositivo 130, nonché aperture di mandata 141 di aria climatizzata dal percorso di trattamento 140 allo spazio espositivo 130 e aperture di ritorno 142 dell'aria climatizzata dallo spazio espositivo 130 al percorso di trattamento 140.
Il percorso di trattamento 140 comprende apparecchiature e dispositivi (di per sé noti) per misurare e modificare le condizioni climatiche dell'aria; ad esempio, potranno essere previsti riscaldatori, raffreddatori, umidificatori, deumidificatori, filtri di vario genere, tutti di per sé noti nell'arte e quindi non descritti né illustrati in dettaglio.
Nello stesso spazio espositivo 130 sono previste almeno due zone espositive aventi condizioni climatiche prestabilite differenti fra loro; in particolare, nell'esempio della vetrina 110 illustrata, sono previste due zone espositive 130a e 130b. Le due zone 130a e 130b non sono separate fra loro da alcuna parete, setto o simili; esse si differenziano quindi solo per le condizioni climatiche diverse al loro interno. Queste condizioni climatiche differenti fra loro nelle diverse zone espositive 130a e 130b comprendono differenti condizioni di umidità relativa e/o differenti condizioni di temperatura.
Le aperture di mandata e di ritorno comprendono specifiche aperture zonali di mandata 141a, 141b e di ritorno 142a, 142b dell'aria climatizzata. Le aperture zonali di mandata 141 a, 141b ricevono dal percorso di trattamento 140 aria climatizzata zonale avente le prefissate condizioni climatiche specifiche per la zona espositiva 130a o 130b. A tal fine, anche il percorso di trattamento 140 è evidentemente sdoppiato in due percorsi di trattamento 140a, 140b, ciascuno specifico per la rispettiva zona di esposizione 130a, 130b.
Le aperture zonali di mandata 141 a, 141 b sono distribuite uniformemente su una prima parete 151 a, 151 b della vetrina 110 affacciata sulla zona espositiva 130a, 130b e le aperture zonali di ritorno 142a, 142b sono distribuite uniformemente su una seconda parete 152a, 152b della vetrina 110 affacciata sulla zona espositiva 130a, 130b ed opposta alla prima parete 151 a, 151 b.
In ogni zona espositiva 130a, 130b, fra le aperture zonali di mandata 141 a, 141 b e le aperture zonali di ritorno 142a, 142b si instaura un flusso laminare di aria climatizzata zonale, che percorre tutta la zona espositiva. Diversamente dalla vetrina 10, l'aria climatizzata zonale esce dalle aperture zonali di mandata 141 a, 141 b con velocità differenti. Più precisamente, l'aria climatizzata zonale esce con velocità maggiore in aperture zonali prossime ad altre zone espositive, più precisamente con velocità tanto maggiore quanto maggiore è la vicinanza ad altre zone espositive, come rappresentato schematicamente dai vettori nella fig. 4. La velocità dell'aria all'uscita dalle aperture 141a, 141 b è quindi preferibilmente compresa fra 0,05 m/s e 0,65 m/s.
Come nella vetrina 10, i flussi laminari d'aria climatizzata in ciascuna zona espositiva 130a, 130b, fra le rispettive aperture zonali di mandata 141 a, 141 b e di ritorno 142a, 142b, avvolgono quindi ogni oggetto presente nella zona 130a, 130b ed impediscono quindi che l'aria nelle diverse zone si mescoli, pur in assenza di pareti o barriere di qualsiasi genere.
Inoltre, la maggior velocità dell'aria nelle zone per così dire di confine fra le diverse zone espositive 130a, 130b adiacenti fra loro permette di creare un certo effetto barriera; questo effetto barriera è tale da aumentare la già ottima separazione fra zone ottenuta grazie ai flussi laminari.
Come per la vetrina 10, le aperture zonali di mandata 141 a, 141 b e di ritorno 142a, 142b possono essere ad esempio formate da una pluralità di forellini uguali.
Il percorso di trattamento 140 dell'aria può poi comprendere, per ciascuna zona espositiva 130a, 130b, un plenum zonale 155a, 155b di mandata a monte delle aperture zonali di mandata 141a, 141 b e/o un plenum zonale di ritorno 156a, 156b, a valle delle aperture zonali di ritorno 142a, 142b. La presenza dei plenum zonali permette di rendere il flusso d'aria climatizzata molto più regolare, facilitando quindi l'instaurarsi di condizioni di moto laminare nelle zone espositive 130a e 130b.
Nelle figure 5 e 6 è mostrata una vetrina 210 secondo una terza forma di esecuzione dell'invenzione. La vetrina 210, in modo analogo alle vetrine 10 e 110, comprende un basamento 220, una cassa 221 al di sopra del basamento 220, un cielino 224 al di sopra della cassa 221, ed uno schienale 225 addossato alla cassa 221 ed adiacente sia al basamento 220 sia al cielino 224. La cassa 221 è formata da pannelli fra i quali almeno uno apribile, accoppiati fra loro a tenuta in modo di per sé convenzionale; nelle figure, né i pannelli apribili né i mezzi di tenuta sono evidenziati, in quanto estranei all'invenzione.
La vetrina 210 comprende uno spazio espositivo 230 all'interno della cassa 221 e mezzi di regolazione e controllo per mantenere condizioni climatiche prestabilite de 'aria nello spazio espositivo. Questi mezzi di regolazione e controllo comprendono un percorso di trattamento 240 dell'aria, alloggiato nel basamento 220, nello schienale 225 e nel cielino 224, quindi esterno allo spazio espositivo 230, nonché aperture di mandata 241 di aria climatizzata dal percorso di trattamento 240 allo spazio espositivo 230 e aperture di ritorno 242 dell'aria climatizzata dallo spazio espositivo 230 al percorso di trattamento 240.
Il percorso di trattamento 240 comprende apparecchiature e dispositivi (di per sé noti) per misurare e modificare le condizioni climatiche de'aria; ad esempio, potranno essere previsti riscaldatori, raffreddatori, umidificatori, deumidificatori, filtri di vario genere, tutti di per sé noti neH'arte e quindi non descritti né illustrati in dettaglio.
Nello stesso spazio espositivo 230 sono previste almeno due zone espositive aventi condizioni climatiche prestabilite differenti fra loro; in particolare, nell'esempio della vetrina 210 illustrata, sono previste due zone espositive 230a e 230b. Le due zone 230a e 230b non sono separate fra loro da alcuna parete, setto o simili; esse si differenziano quindi solo per le condizioni climatiche diverse al loro interno. Queste condizioni climatiche differenti fra loro nelle diverse zone espositive 230a e 230b comprendono differenti condizioni di umidità relativa e/o differenti condizioni di temperatura.
Le aperture di mandata e di ritorno comprendono specifiche aperture zonali di mandata 241 a, 241 b e di ritorno 242a, 242b dell'aria climatizzata. Le aperture zonali di mandata 241 a, 241 b ricevono dal percorso di trattamento 240 aria climatizzata zonale avente le prefissate condizioni climatiche specifiche per la zona espositiva 230a o 230b. A tal fine, anche il percorso di trattamento 240 è evidentemente sdoppiato in due percorsi di trattamento 240a, 240b, ciascuno specifico per la rispettiva zona di esposizione 230a, 230b.
Le aperture zonali di mandata 241 a sono distribuite su una prima parete 251 a della vetrina 210 affacciata sulla zona espositiva 230a ed in prossimità della zona espositiva 230b; le aperture zonali di ritorno 242a sono distribuite su una seconda parete 252a della vetrina 210 affacciata sulla zona espositiva 230a ed in prossimità della zona espositiva 230b; la seconda parete 252a è opposta alla prima parete 251 a. Le aperture zonali di mandata 241 b sono distribuite su una prima parete 251 b della vetrina 210 affacciata sulla zona espositiva 230b ed in prossimità della zona espositiva 230a; le aperture zonali di ritorno 242b sono distribuite su una seconda parete 252b della vetrina 210 affacciata sulla zona espositiva 230b ed in prossimità della zona espositiva 230a; la seconda parete 252b è opposta alla prima parete 251 b.
In ogni zona espositiva 230a, 230b, fra le aperture zonali di mandata 241 a, 241 b e le aperture zonali di ritorno 242a, 242b si instaura un flusso di aria climatizzata zonale, che percorre tutta la zona espositiva.
Diversamente dalla vetrina 10 e dalla vetrina 110, l'aria climatizzata zonale che esce dalle aperture zonali di mandata 241 a, 241 b non ha le caratteristiche del flusso laminare, ma è concentrata al confine fra le zone di esposizione 230a e 230b adiacenti, formando una barriera d'aria fra di esse, come rappresentato schematicamente dai vettori nella fig. 6. La velocità dell'aria all'uscita dalle aperture 241 a, 241 b è quindi preferibilmente compresa fra 1,5 m/s e 3,0 m/s.
L'aria climatizzata in ciascuna zona espositiva 230a, 230b non percorre soltanto lo spazio direttamente compreso fra le rispettive aperture zonali di mandata 241 a, 241 b e di ritorno 242a, 242b, ma si estende all'intera zona espositiva 230a, 230b, avvolgendo quindi ogni oggetto presente in essa. La barriera d'aria formata in prossimità del confine fra le due zone espositive 230a e 230b impedisce che l'aria nelle diverse zone si mescoli, pur in assenza di pareti o barriere di qualsiasi genere.
Preferibilmente, in ciascuna zona espositiva 230a, 230b, le aperture zonali di ritorno 242a, 242 b sono distribuite su un'area più ampia di quella su cui sono distribuite le aperture zonali di mandata 241 a, 241 b. In questo modo, soprattutto se la vetrina 210 è relativamente alta, risulta più facile recuperare dalle aperture zonali di ritorno 242a, 242b l'aria che deve essere inviata al percorso di trattamento 240, tenuto conto della naturale tendenza del getto d'aria di mandata ad allargarsi verso l'interno della zona espositiva 230a, 230b.
Come per la vetrina 10 e la vetrina 110, le aperture zonali di mandata 141a, 141 b e di ritorno 142a, 142b possono essere ad esempio formate da una pluralità di forellini uguali.
Il percorso di trattamento 240 dell'aria può poi comprendere, per ciascuna zona espositiva 230a, 230b, un plenum zonale 255a, 255b di mandata a monte delle aperture zonali di mandata 241 a, 241 b e/o un plenum zonale di ritorno 256a, 256b, a valle delle aperture zonali di ritorno 242a, 242b. La presenza dei plenum zonali permette di rendere il flusso d'aria climatizzata molto più regolare, facilitando quindi in questo caso il mantenimento di una separazione fra i due flussi d'aria climatizzata adiacenti che formano la barriera d'aria fra le zone espositive 230a e 230b. Le vetrine 10, 110, 210 illustrate hanno tutte due zone espositive distinte; è naturalmente possibile che vetrine secondo l'invenzione abbiano tre o più zone espositive distinte, variamente disposte all'interno della vetrina.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Vetrina (10; 110; 210) per la conservazione e l'esposizione di oggetti in ambiente protetto, comprendente uno spazio espositivo (30; 130; 230) e mezzi di regolazione e controllo per mantenere condizioni climatiche prestabilite de 'aria nello spazio espositivo (30; 130; 230), in cui i mezzi di regolazione e controllo comprendono un percorso di trattamento deH'aria (40; 140; 240) esterno allo spazio espositivo (30; 130; 230) nonché aperture di mandata (41; 141; 241) di aria climatizzata dal percorso di trattamento (40; 140; 240) allo spazio espositivo (30; 130; 230) e aperture di ritorno (42; 142; 242) de aria climatizzata dallo spazio espositivo (30; 130; 230) al percorso di trattamento (40; 140; 240), caratterizzata dal fatto di comprendere nello stesso spazio espositivo (30; 130; 230) almeno due zone espositive (30a, 30b; 130a, 130b; 230a, 230b) aventi condizioni climatiche prestabilite differenti fra loro, non separate da alcuna parete, in cui, per ciascuna zona espositiva (30a, 30b; 130a, 130b; 230a, 230b): le aperture di mandata e le aperture di ritorno comprendono specifiche aperture zonali di mandata (41a, 41b; 141a, 141 b; 241a, 241b) e di ritorno (42a, 42b; 142a, 142b; 242a, 242b), e - le aperture zonali di mandata (41a, 41b; 141 a, 141 b; 241a, 241b) di ciascuna delle zone espositive (30a, 30b; 130a, 130b; 230a, 230b) ricevono -dal percorso di trattamento (40; 140; 240)- aria climatizzata zonale avente caratteristiche climatiche adatte a mantenere le prefissate condizioni climatiche specifiche per tale zona espositiva (30a, 30b; 130a, 130b; 230a, 230b).
  2. 2. Vetrina secondo la rivendicazione 1, in cui le condizioni climatiche differenti fra loro nelle diverse zone espositive (30a, 30b; 130a, 130b; 230a, 230b) comprendono differenti condizioni di umidità relativa e/o di temperatura.
  3. 3. Vetrina secondo la rivendicazione 1, in cui, in ciascuna zona espositiva (30a, 30b; 130a, 130b; 230a, 230b): le aperture zonali di mandata sono distribuite su una prima parete (51a, 51 b; 151 a, 151 b; 251a, 251b) della vetrina affacciata sulla zona espositiva (30a, 30b; 130a, 130b; 230a, 230b) stessa, e le aperture zonali di ritorno (42a, 42b; 142a, 142b; 242a, 242b) sono distribuite su una seconda parete (52a, 52b; 152a, 152b; 252a, 252b) della vetrina affacciata sulla zona espositiva (30a, 30b; 130a, 130b; 230a, 230b) stessa ed opposta alla prima parete (51a, 51b; 151 a, 151 b; 251a, 251b).
  4. 4. Vetrina secondo la rivendicazione 3, in cui, in ciascuna zona espositiva (30a, 30b; 130a, 130b): le aperture zonali di mandata (41a, 41b; 141a, 141 b) e le aperture zonali di ritorno (42a, 42b; 142a, 142b) sono distribuite uniformemente sulla prima (51 a, 51 b; 151 a, 151 b) e rispettivamente sulla seconda parete (52a, 52b; 152a, 152b).
  5. 5. Vetrina secondo la rivendicazione 4, in cui, in ciascuna zona espositiva (30a, 30b), l'aria climatizzata zonale esce da tutte le aperture zonali di mandata (41 a, 41 b) con la medesima velocità.
  6. 6. Vetrina secondo la rivendicazione 5, in cui la velocità dell'aria climatizzata zonale alle aperture zonali di mandata (41 a, 41 b) è di 0,30-0,50 m/s.
  7. 7. Vetrina secondo la rivendicazione 5, in cui, in ciascuna zona espositiva (130a, 130b), l'aria climatizzata zonale esce dalle aperture zonali di mandata (141 a, 141 b) con velocità tanto maggiore quanto maggiore è la vicinanza ad altre zone espositive (130b, 130a).
  8. 8. Vetrina secondo la rivendicazione 7, in cui, in ciascuna zona espositiva (130a, 130b), la velocità dell'aria climatizzata zonale è di 0,05-0,65 m/s alle aperture zonali di mandata (141a, 141 b).
  9. 9. Vetrina secondo la rivendicazione 3, in cui, in ciascuna zona espositiva (230a, 230b): - le aperture zonali di mandata (241 a, 241 b) e le aperture zonali di ritorno (242a, 242b) sono distribuite sulla prima (251 a, 251 b) e rispettivamente sulla seconda parete (252a, 252b) in prossimità di una o più zone espositive adiacenti (230b, 230a).
  10. 10. Vetrina secondo la rivendicazione 9, in cui, in ciascuna zona espositiva (230a, 230b), l'aria climatizzata zonale esce da tutte le aperture zonali di mandata (241 a, 241 b) con la medesima velocità.
  11. 11. Vetrina secondo la rivendicazione 10, in cui la velocità de 'aria climatizzata zonale alle aperture zonali di mandata (230a, 230b) è di 1,50-3,00 m/s.
  12. 12. Vetrina secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 9 a 11, in cui, in ciascuna zona espositiva (230a, 230b), le aperture zonali di ritorno (242a, 242b) sono distribuite su un'area più ampia di quella su cui sono distribuite le aperture zonali di mandata (241 a, 241 b).
  13. 13. Vetrina secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il numero di zone espositive (30a, 30b; 130a, 130b; 230a, 230b) è uguale o superiore a tre.
  14. 14. Vetrina secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il percorso di trattamento (40; 140; 240) comprende, per ciascuna zona espositiva (30a, 30b; 130a, 130b; 230a, 230b), un plenum zonale di mandata (55a, 55b; 155a, 155b; 255a, 255b) a monte delle aperture zonali di mandata (41a, 41b; 141 a, 141 b; 241a, 241b) e/o un plenum zonale di ritorno (56a, 56b; 156a, 156b; 256a, 256b) a valle delle aperture zonali di ritorno (42a, 42b; 142a, 142b; 242a, 242b).
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