ITMI20091977A1 - Dispositivo modulare di protezione dei bordi adattabile al contorno dei piani - Google Patents

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ITMI20091977A1
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Description

D E S C R I Z I O N E
Descrizione dell’ INVENZIONE INDUSTRIALE dal titolo:
“Dispositivo modulare di protezione dei bordi adattabile al contorno dei piani” A nome della ditta
Campo di applicazione dell'invenzione
La presente invenzione si riferisce settore degli imballaggi in cartone, e più precisamente ad un dispositivo modulare di protezione dei bordi adattabile al contorno dei piani.
Rassegna dell'arte nota
Il brevetto italiano No. 01296839, rilasciato il 02 agosto 1999, di proprietà della stessa richiedente, descrive un dispositivo di protezione per angoli e spigoli di apparecchi e mobili in genere durante le operazioni di immagazzinaggio e trasporto, ottenuto da fogli rettangolari di cartone ondulato, provvisti di una serie di linee parallele a piegatura facilitata (cordonature) e da linee a frattura facilitata che consentono all’utilizzatore, al momento dell’uso, mediante piegature a 90° via via del foglio e con eventuale strappo delle parti delimitate dalle cordonature, dar luogo ad intercapedini a sezione rettangolare e quindi mediante altre piegature intermedie ottenere intercapedini a 90° l ’una rispetto all’altra con la formazione a piacimento di un cappuccio angolare oppure a canale con sezione ad U e quindi applicabili, a seconda dei casi, rispettivamente sugli angoli e sugli spigoli degli apparecchi e dei mobili da proteggere.
La figura 1, riferita alla domanda di brevetto citata, meglio chiarisce la struttura del dispositivo applicato ad uno spigolo di un pianale 1. Come si può notare in figura, il dispositivo 2 in foglio di cartone, comprende due identici elementi ammortizzanti 2 e 3 a struttura tubolare di larghezza prevalente rispetto all’altezza, ciascuno comprensivo di quattro pareti rettangolari di uguale lunghezza e l’un l’altra ortogonali. Gli elementi tubolari 2 e 3 sono paralleli rispetto alle loro pareti di superficie maggiore, le più interne delle quali nella configurazione affacciata sono congiunte da pieghe a rispettive pareti 4 e 5, alle quali sono incollate, più strette di circa un quinto ed eccedenti in lunghezza alle due estremità a formare due linguette d’incollaggio. Le pareti 4 e 5 sono congiunte da pieghe ad una parete trasversale 6 posta tra le due a differente distanza rispetto ai bordi longitudinali degli elementi tubolari 2 e 3. Nella configurazione illustrata, le pareti 4 e 5 con la parete 6 formano una sede ad U per l’introduzione del fianco del pianale 1 da proteggere dagli urti, come quelli derivanti da una caduta sul fianco, tramite il distanziale costituito dal prolungamento oltre la parete 6 dei bordi longitudinali degli elementi tubolari 2 e 3. Questi ultimi proteggono inoltre le due facce maggiori del pianale 1 dagli effetti di urti contro di esse, assai meno pericolosi dei precedenti che invece possono scheggiare le superfici delle facce lungo gli spigoli. Gli elementi tubolari 2 e 3 sono suddividibili in due parti, rispettivamente 2a e 2b per il tubolare 2, e 3a e 3b per il tubolare 3. Le due parti sono speculari rispetto ad un taglio 8 che attraversa il suddetto distanziale trasversalmente in posizione centrale, fino a raggiungere un vertice da cui divergono due pieghe a frattura facilitata 9 e 10 inclinate di 45° in dire zioni opposte. La parete 6 è attraversata da una cordonatura allineata al taglio 8, che consente la rotazione a 45° attorno ad essa in sensi opposti delle due parti della struttura, determinando l’avvicinamento dei lembi 9 e 10 (previo asportazione della parte di cartone fratturata) fino a combaciare, e la contemporanea divaricazione dei due margini del taglio 8. La struttura in tal modo piegata è simile ad una squadretta incompleta sull’angolo esterno.
La suddivisibilità in due parti degli elementi tubolari 2 e 3, con relativi tagli e linee a frattura facilitata, e cordonatura trasversale, riguarda unicamente l’utilizzo del dispositivo sugli angoli.
L’applicazione del dispositivo sia ad un fianco del pianale 1 sia attorno ad un angolo, necessita dell’incollaggio di linguette adesive alle due facce del pianale 1, e questo costituisce un primo inconveniente che l’invenzione in oggetto si prefigge di superare.
D’altro canto l’inconveniente è intrinseco alla struttura stessa del dispositivo di protezione, come evidenziato in figura 2 che schematizza l’emisezione trasversale del dispositivo di figura 1. In figura sono visibili all’interno del foglio di cartone le pareti longitudinali di due scanalature sovrapposte di altezza diversa, divisi da una sottile parete divisoria. Qualora viste in sezione longitudinale nella direzione delle pieghe, le scanalature mostrerebbero il classico profilo doppiamente ondulato. Un lato del foglio di cartone è disegnato in sezione con linee di maggior spessore, ciò serve a dare un riferimento alle cordonature rispetto al lato del foglio su cui sono impresse. Lo scopo è quello di evidenziare la configurazione risultante dalla tendenza spontanea delle pareti piegate a divaricarsi con vertice nella cordonatura, per via dell’elasticità del foglio di cartone deformato in corrispondenza della cordonatura e compresso dalla piegatura. In figura le pareti sono indicate da a a f; tra la prete a e la parete e è presente uno strato di colla 7. Come si può notare, le pareti a ÷ e sono piegate in senso orario attorno a cordonature presenti su uno stesso lato del cartone (a linee di spessore normale), invece la parete f è piegata in senso antiorario rispetto alla parete e attorno ad una cordonatura presente sul lato opposto del cartone. La tendenza ad aprirsi delle prime pareti è neutralizzata dall’incollatura 7 tra le pareti a ed e. La piega tra le pareti e ed f tende ad allontanarle dal pianale 1. La parete e essendo più larga comporta il maggior allontanamento dal pianale 1, trascinando seco la struttura ammortizzante superiore; le linguette adesive 6 e 7 risultano quindi indispensabili per contrastare tale tendenza. Le stesse conclusioni sono valide per l’utilizzo del dispositivo in forma piegata per garantire la protezione sugli angoli.
In conclusione, in assenza di mezzi non strutturati, come appunto l’adesivo, il dispositivo della citazione non rimarrebbe vincolato ai bordi o agli angoli dell’oggetto da proteggere durante l’urto, e ciò costituisce una limitazione. Occorre inoltre tener presente che non sempre i vertici da incappucciare hanno a disposizione un piano idoneo all’applicazione di strisce adesivizzate: vi potrebbero infatti essere delle costolature o altri rilievi che mal si adattano ad una tale soluzione.
Per quanto riguarda la protezione angolare, essa è piuttosto scarsa perché la struttura piegata può opporsi all’urto in direzione del vertice con il solo cartone in corrispondenza della piega trasversale sulla parete 6.
Scopi dell’invenzione
Scopo dell’invenzione è quello di superare gli inconvenienti evidenziati nei dispositivi di protezione noti realizzati in cartone, in particolare quello di dover confidare sul contributo di mezzi trasversali non strutturali, come l’adesivo tra le preti del dispositivo e le pareti dell’oggetto da proteggere.
Altro scopo è quello di aumentare la protezione sugli angoli rispetto ad urti nella direzione dei vertici.
Sommario dell’invenzione
Per conseguire tali scopi la presente invenzione ha per oggetto un dispositivo di protezione dagli urti accidentali dei bordi di oggetti piani di vario spessore, ad esempio i pianali, comprendente un foglio di cartone ondulato di forma pressoché rettangolare con due prime cordonature parallele impresse su un lato del foglio, delimitando in tal modo una prima parete longitudinale tra due seconde pareti longitudinali, a loro volta connesse a rispettive terze pareti di cartone ondulato, combacianti per una frazione della loro larghezza a dette seconde pareti sul lato del foglio opposto al lato su cui sono impresse le prime cordonature, le terze pareti essendo rigidamente connesse alle seconde pareti, preferibilmente mediante incollatura, sporgendo oltre il limite delle prime cordonature per la restante frazione della loro larghezza, le seconde pareti ruotate in sensi opposti attorno alle prime cordonature delimitando, assieme alle terze pareti, da lati opposti della prima parete una sede per l’applicazione ai detti bordi ed una configurazione distanziale, in cui secondo l’invenzione detta sede per l’applicazione ai bordi è sul lato del foglio di cartone opposto al lato su cui sono impresse dette prime cordonature, come descritto nella rivendicazione 1.
L’invenzione sfrutta l’elasticità del cartone compresso nelle cordonature, tendente ad allontanare le seconde pareti l’una dall’altra. Tale tendenza è contrastata dalle reazioni vincolari sulle estremità libere delle terze pareti, consentendo loro di serrare come becchi di una pinza il bordo del pianale. Le restanti pareti assumono una configurazione distanziale.
Ulteriori caratteristiche della presente invenzione ritenute innovative sono descritte nelle rivendicazioni dipendenti.
Vantaggiosamente, onde ottenere una maggiore forza della presa a “pinza invertita” esercitata dalle terze pareti, le prime cordonature sono ortogonali alla direzione longitudinale delle scanalature delimitate dalle pareti ondulate interne al foglio di cartone. Il termine “pinza invertita” verrà spiegato in seguito.
In una forma realizzativa le terze pareti sono unite alle seconde pareti da pieghe effettuate in corrispondenza di seconde cordonature impresse sul lato del foglio di cartone opposto al lato su cui sono impresse le prime cordonature. In una forma realizzativa le terze pareti sono unite alle seconde pareti in corrispondenza di tagli profondi una frazione dello spessore del foglio, eseguiti sullo stesso lato del foglio su cui sono impresse le prime cordonature.
In una forma realizzativa dette terze pareti sono unite in corrispondenza di pieghe del foglio a rispettivi elementi tubolari ammortizzanti comprendenti pareti rettangolari congiunte l’una rispetto all’altra in corrispondenza di pieghe a 90<o>del foglio effettuate nello stesso senso.
In una forma realizzativa utile nel caso di pianali di piccolo spessore, la larghezza della restante frazione delle terze pareti sporgente oltre il limite delle prime cordonature è maggiore della larghezza della prima parete di forma rettangolare. Vantaggiosamente, in questo caso i bordi liberi delle terze pareti hanno profili dentellati sovrapponibili ad incastro nel dispositivo in configurazione collassata.
In una forma realizzativa il dispositivo include una o più linee a frattura facilitata impresse su tutte le pareti trasversalmente ad esse per consentirne la suddivisione in due o più elementi di identica struttura.
In una forma realizzativa:
− detta prima parete ha impressa almeno una cordonatura trasversale sul lato del foglio opposto al lato su cui sono impresse dette prime cordonature;
− dette seconde e terze pareti nella configurazione distanziale hanno impressa una linea trasversale a frattura facilitata in continuazione delle estremità della suddetta cordonatura trasversale;
− dette terze pareti in corrispondenza della sede per l’applicazione al bordo dell’oggetto avendo impresse rispettive coppie di linee a frattura facilitata divergenti fino al bordo della parete a partire da rispettive estremità della cordonatura trasversale impressa nella prima parete.
Tali caratteristiche consentono la frattura lungo le linee a frattura facilitata e la rimozione del cartone compreso tra le linee divergenti, la rotazione dell’una, dell’altra, o di entrambe le parti risultanti del dispositivo attorno alla cordonatura trasversale per l’applicazione di ciascuna parte a bordi convessi del pianale. Secondo un aspetto dell’invenzione, l’angolo compreso tra le linee divergenti a frattura facilitata è di 90<o>per l’applicazione a bordi confluenti ad angolo retto. Secondo un altro aspetto dell’invenzione, l’angolo compreso tra le linee divergenti a frattura facilitata è superiore a 90<o>per l’applicazione a bordi confluenti ad angolo inferiore a quello retto.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, l’angolo compreso tra le linee divergenti a frattura facilitata è inferiore a 90<o>per l’applicazione a bordi confluenti ad angolo superiore a quello retto.
Vantaggiosamente, la configurazione descritta può essere replicata in corrispondenza di altre cordonature trasversali, ottenendo un dispositivo di protezione modulare in grado di adattarsi a bordi convessi più lunghi.
Nel caso di utilizzo del suddetto dispositivo di protezione dei bordi in configurazione ripiegata a 90<o>per proteggere i bordi confluenti ad angolo retto, la protezione angolare viene utilmente incrementata dall’applicazione al suddetto dispositivo di una sorta di cappuccio angolare in cartone.
Il cappuccio angolare è ottenibile in foglio di cartone, preferibilmente di tipo ondulato, piegato in corrispondenza di cordonature, ed opportunamente tagliato, ed include:
− una prima parete comprensiva di due parti componibile ad incastro, le due parti avendo due lati confluenti in un angolo di 90<o>in corrispondenza di pieghe congiungenti gli stessi a due rispettive seconde pareti rettangolari ruotate di 90<o>dallo stesso lato della prima parete;
− due elementi tubolari in funzione ammortizzante includenti ciascuno una sequenza di pareti rettangolari congiunte a 90<o>l’una rispetto all’altra da pieghe del foglio nello stesso senso; i due elementi tubolari essendo compresi entro l’angolo formato dalle seconde pareti alle quali sono rispettivamente congiunti da pieghe sull’altro bordo delle stesse, ad una distanza prefissata dalla prima parete in modo da costituire con essa una sede angolare per l’applicazione del cappuccio ai bordi liberi di pareti di cartone.
La suddetta configurazione incorporando le seguenti relazioni strutturali:
a) un primo dei due elementi tubolari eccede in lunghezza il secondo per la larghezza del secondo;
b) la detta distanza prefissata è almeno il doppio dello spessore del foglio di cartone;
c) la larghezza degli elementi tubolari è maggiore o uguale alla larghezza delle terze pareti del dispositivo di protezione in corrispondenza della configurazione distanziale;
d) l’altezza degli elementi tubolari è inferiore all’altezza della prima parete del dispositivo di protezione.
La prima relazione strutturale fa sì che la parete laterale esterna comune ai due elementi tubolari funga da appoggio ad una bocca del primo elemento tubolare nel tratto che si prolunga dal secondo elemento tubolare. Ne consegue che una bocca del secondo elemento tubolare sia contro la parete laterale del primo elemento tubolare compresa nell’area delimitata dalla prima parete. I due elementi tubolari sono quindi vincolati l’uno all’altro, sia dalla piega comune impressa nella parete esterna, sia dal reciproco appoggio conforme alle modalità evidenziate. L’elemento tubolare più lungo, in tal modo vincolato, è in grado di ammortizzare urti diretti verso l’angolo provenienti da qualunque direzione.
La seconda relazione strutturale fa sì che il cappuccio angolare abbia una sede non lasca per l’introduzione della doppia parete costituente uno dei due bracci della configurazione distanziale ad U del primo dispositivo.
La terza relazione strutturale fa sì che con l’inserimento del cappuccio angolare a cavallo delle pareti distanziali del dispositivo di protezione dei bordi, gli elementi tubolari del cappuccio siano già a contatto della prima parete del detto dispositivo, la quale è trasversale a tutte le altre dopo l’applicazione ai bordi. In tal modo durante l’urto laterale gli elementi tubolari hanno margine per deformarsi restando sempre a contatto della parete divisoria.
La quarta relazione strutturale consente agli elementi tubolari di essere accolti tra i due bracci della configurazione distanziale, con un margine per la deformazione durante l’urto.
È del tutto evidente che l’invenzione è pure rivolta ad un metodo di fabbricazione di un dispositivo di protezione in cartone avente le caratteristiche delle rivendicazioni. Tale metodo conterrà i passi che portano ad imprimere le richieste configurazioni di cordonature (pieghe) e di tagli entro un foglio di cartone, all’esecuzione di ripiegamenti attorno alle suddette cordonature, ed eventuali altre manovre necessarie al completamento del dispositivo di protezione.
Vantaggi dell’invenzione
Il dispositivo della presente invenzione risolve effettivamente i difetti dell’arte nota, poiché esso è in grado di restare automaticamente agganciato ai bordi dei pianali senza bisogno di strisce adesive. La manovra di aggancio e sgancio è semplice, poiché in entrambi i casi occorre soltanto esercitare con le dita una pressione contro i bordi dei due bracci distanziali, causando la rotazione divergente dei bracci di presa attorno ai bordi della parete di separazione.
E’ possibile produrre il dispositivo in configurazione modulare e in forma collassata assolutamente piana, lasciando all’utilizzatore stesso la facoltà di ritagliare dalla striscia la lunghezza di volta in volta necessaria. Nel dispositivo modulare, previo esecuzione delle necessarie fratture e rimozione di parti, i vari tratti della prima parete sono ruotabili in uno stesso senso attorno alle cordonature, ciò rende il dispositivo adattabile a profili convessi che possono anche includere tratti obliqui delimitanti angoli maggiori, uguali, o minori di un diedro retto.
Il cappuccio angolare si adatta alla struttura del dispositivo in forma piegata ad angolo retto, aumentando il grado di protezione sugli angoli dei pianali da urti obliqui diretti verso i vertici. Diversamente dai cappucci noti, il cappuccio proposto ad integrazione del dispositivo dell’invenzione, non presenta tagli obliqui che possano essere divaricati nell’urto diagonale, vanificando la protezione.
Breve descrizione delle figure
Ulteriori scopi e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue di un esempio di realizzazione della stessa e dai disegni annessi dati a puro titolo esplicativo e non limitativo, in cui: − la figura 1 è una vista prospettica di un dispositivo di protezione dei bordi dei pianali, o similari, realizzato in cartone ondulato secondo l’arte nota;
− la figura 2 è una vista in emi-sezione trasversale del dispositivo di figura 1; − la figura 3 è una vista prospettica di un foglio di cartone tagliato e cordonato utilizzato nella costruzione di un dispositivo di protezione dei bordi dei pianali, o similari, secondo la presente invenzione;
− le figure da 4 a 7 sono viste prospettiche della struttura progressivamente risultante dalla piegatura del foglio di cartone di figura 3;
− la figura 8 è una vista prospettica di un foglio di cartone tagliato e cordonato, utilizzato nella costruzione di un secondo dispositivo applicabile a guisa di cappuccio angolare al dispositivo di protezione dei bordi piegato a 90<o>come mostrato in figura 7;
− la figura 9 è una vista prospettica della struttura risultante dalla piegatura parziale del foglio di cartone di figura 8;
− le figure da 10 a 13 sono viste prospettiche della struttura progressivamente risultante dal completamento della piegatura della struttura di figura 9 applicata al dispositivo di figura 7;
− la figura 14 è una vista prospettica di un foglio di cartone tagliato e cordonato utilizzato nella costruzione di un dispositivo di protezione dei bordi, secondo una variante realizzativa della presente invenzione;
− le figure da 15 a 17 sono viste prospettiche della struttura progressivamente risultante dalla piegatura del foglio di cartone di figura 14.
Descrizione dettagliata di alcune forme preferite di realizzazione dell’invenzione
Nella descrizione che segue, elementi uguali che compaiono in figure differenti potranno essere indicati con gli stessi simboli. Nell’illustrazione di una figura è possibile fare riferimento ad elementi non espressamente indicati in quella figura ma in figure precedenti. La scala e le proporzioni dei vari elementi raffigurati non corrispondono necessariamente a quelle reali.
La figura 3 mostra un foglio di cartone 20 di forma pressoché rettangolare, tagliato e cordonato, completamente dispiegato su un piano. Il foglio 20 rappresenta lo sviluppo in piano di un dispositivo di protezione dagli urti che, una volta assemblato, avrà struttura modulare e potrà essere applicato al bordo dei pianali. Ciò non limita l’invenzione nella sua forma più generale riferita al singolo modulo, o a due moduli disposti ad angolo retto nel caso di protezione sugli angoli. Con le precisazioni di cui sopra, nel foglio 20, procedendo a partire da un bordo longitudinale verso l’altro, è possibile distinguere una sequenza di linee longitudinali 21, 22, 23 e 24 che, insieme ai bordi longitudinali del foglio di cartone, delimitano delle bande: 25, 26, 27, 28 e 29. Le linee longitudinali più esterne 21 e 24 sono dei tagli parziali (indicati a tratto centrato) che solcano tutto lo spessore del cartone ondulato ad eccezione del solo strato di carta esterno, rendendo con ciò possibile il ripiegamento delle bande più esterne 25 e 29 di 180<o>rispetto al lato del foglio 20 rappresentato in figura. I tagli potrebbero anche essere netti ma in tal caso occorrerebbe maneggiare le singole parti tagliate separate dal resto del foglio. In alternativa ai tagli parziali è possibile interpretare le linee 21 e 24 come delle cordonature eseguite sulla faccia opposta del cartone 20. Nel seguito verrà adottata la prima interpretazione, cioè quella dei tagli parziali, perché piegare il foglio di 180<o>attorno ad una cordonatura renderebbe più impegnativo l’incollaggio.
Più precisamente:
− la banda 25 è compresa tra un bordo longitudinale del foglio 20 e il taglio parziale 21;
− la banda 26 è compresa tra il taglio parziale 21 e la cordonature 22;
− la banda 27 è compresa tra le cordonature 22 e 23;
− la banda 28 è compresa tra la cordonatura 23 e il taglio parziale 24;
− la banda 29 è compresa tra il taglio parziale 24 e l’altro bordo longitudinale del foglio 20.
Le bande più esterne 25 e 29 hanno la stessa larghezza, pari a circa il doppio della larghezza delle bande intermedie 26 e 28. La larghezza della banda centrale 27, che in figura appare circa uguale a quella delle bande più esterne, è in realtà pressoché uguale allo spessore del pianale a cui il dispositivo finale è destinato.
Nella banda centrale 27, procedendo a partire da un bordo libero della stessa verso l’altro, è possibile distinguere una sequenza di linee trasversali equidistanti 30, 31, 32 e 33 (linee punteggiate) che, insieme alle cordonature longitudinali 22 e 23 ed ai bordi trasversali del foglio di cartone, delimitano delle sezioni: 35, 36, 37, 38 e 39 della stessa lunghezza. Le linee 30, 31, 32 e 33 sono rappresentate diversamente dalle linee longitudinali 23 e 24 perché rappresentano delle cordonature sul lato opposto del foglio 20. Più precisamente:
− la sezione terminale 35 è compresa tra un bordo libero della banda 27 e la linea 30;
− la sezione 36 è compresa tra le linee 30 e 31;
− la sezione 37 è compresa tra le linee 31 e 32;
− la sezione 38 è compresa tra le linee 32 e 33;
− la sezione terminale 39 è compresa tra la linea 33 e l’altro bordo libero della banda 27.
Nella descrizione duale, procedendo a partire da un bordo trasversale del foglio di cartone 20 verso l’altro, la banda intermedia 26 (28) e la banda più esterna 25 (29) sono attraversate da linee a frattura facilitata 41, 42, 43 e 44 (46, 47, 48 e 49) rispettivamente allineate alle linee trasversali 30, 31, 32 e 33 e congiungenti queste ultime al bordo libero longitudinale della banda 25 (29). Le linee a frattura facilitata 41, 42, 43 e 44 (46, 47, 48 e 49), insieme al taglio parziale 21 (24) e alla cordonatura 22 (23) ed al bordo libero longitudinale della banda 25 (29), delimitano delle sezioni: 51, 52, 53, 54, 55, 57, 58, 59, 60 e 61 (63, 64, 65, 66, 67, 69, 70, 71, 72 e 73) della stessa lunghezza. In altri esempi di attuazione la lunghezza delle varie sezioni può variare dall’una altra.
Più precisamente, nella banda intermedia 26 (28):
− la sezione 51 (63), adiacente alla sezione 35, è compresa tra un bordo trasversale del foglio di cartone 20 e la linea a frattura facilitata 41 (46);
− la sezione 52 (64), adiacente alla sezione 36, è compresa tra le linee a frattura facilitata 41 (46) e 42 (47);
− la sezione 53 (65), adiacente alla sezione 37, è compresa tra le linee a frattura facilitata 42 (47) e 43 (48);
− la sezione 54 (66), adiacente alla sezione 38, è compresa tra le linee a frattura facilitata 43 (48) e 44 (49);
− la sezione 55 (67), adiacente alla sezione 39, è compresa tra la linea a frattura facilitata 44 (49) e l’altro bordo trasversale del foglio di cartone 20.
Proseguendo nella descrizione duale, nella banda più esterna 25 (29):
− la sezione 57 (69), adiacente alla sezione 51 (63), è compresa tra un bordo trasversale del foglio di cartone 20 e la linea a frattura facilitata 41 (46);
− la sezione 58 (70), adiacente alla sezione 52 (64), è compresa tra le linee a frattura facilitata 41(46) e 42 (47);
− la sezione 59 (71), adiacente alla sezione 53 (65), è compresa tra le linee a frattura facilitata 42 (47) e 43 (48);
− la sezione 60 (72), adiacente alla sezione 54 (66), è compresa tra le linee a frattura facilitata 43 (48) e 44 (49);
− la sezione 61 (73), adiacente alla sezione 55 (67), è compresa tra la linea a frattura facilitata 44 (49) e l’altro bordo trasversale del foglio di cartone 20. Per ciascuna linea a frattura facilitata 41, 42, 43, 44, 46, 47, 48 e 49, il foglio di cartone 20 comprende una rispettiva finestra 75, 76, 77, 78, 80, 81, 82, e 83, avente forma di triangolo rettangolo isoscele, aperta sul bordo longitudinale del foglio di cartone in corrispondenza della base e con il vertice dell’angolo retto coincidente con l’estremo della rispettiva linea a frattura facilitata.
In altre forme realizzative le finestre 75, 76, 77, 78, 80, 81, 82, e 83 hanno forma di triangolo isoscele non rettangolo, con angolo compreso tra i due lati uguali che può essere superiore o inferiore all’angolo retto.
In figura 3 è inoltre possibile notare una linguetta trapezoidale isoscele 85 congiunta, per la base minore, alla sezione 61 in corrispondenza del bordo libero trasversale. La sezione 57 ha una finestra 86 avente la stessa forma e dimensioni della linguetta 85, aperta in corrispondenza della base maggiore sul bordo libero trasversale della stessa. Eccezion fatta per la presenza della linguetta 85 e della finestra 86, il foglio di cartone 20 è simmetrico sia rispetto ad un asse longitudinale che trasversale.
Il foglio di cartone 20 viene piegato come indicato nelle successive figure.
La figura 4 mostra il risultato di un piegamento a 90° in sens i opposti delle bande più esterne 25 e 29 attorno ai tagli parziali 21 e 24 nella direzione dell’altro lato del foglio 20 rispetto al lato visibile in figura 3. Tale altro lato è appunto quello mostrato in figura 4. Come si può notare in figura, le linee trasversali 30, 31, 32 e 33 sono ora raffigurate in solido poiché trattasi di cordonature. La figura 5 mostra il risultato di un ulteriore piegamento a 90° in sensi opposti delle bande più esterne 25 e 29 attorno ai tagli parziali 21 e 24 nella direzione del cartone compreso tra gli stessi. Al termine di questa manovra le bande 25 e 29 hanno i bordi liberi longitudinali pressoché combacianti e, nella descrizione duale, le sezioni 57, 58, 59, 60 e 61 (69, 70, 71, 72 e 73) della banda più esterna 25 (29) sono rispettivamente sovrapposte alle sezioni 51, 52, 53, 54 e 55 (63, 64, 65, 66 e 67) della banda intermedia 26 (28) ed alle sezioni 35, 36, 37, 38 e 39 della banda centrale 27 per una prima (seconda) metà della sua larghezza. Le bande più esterne 25 e 29 sono incollate alle bande intermedie rispettivamente 26 e 28, risultano quindi incollate tra loro le rispettive sezioni sulla superficie combaciante. La parte delle sezioni più esterne 25 e 29 che si estende oltre le sezioni intermedie 26 e 28, sovrapponendosi alla banda centrale 27, non è incollata.
La figura 6 mostra come si presenta la struttura della figura precedente dopo le seguenti manovre:
− un piegamento iniziale a 90° in senso antiorario d elle sezioni 51+57, 52+58, 53+59, 54+60, 55+61 attorno alla cordonatura 22;
− un piegamento a 90° in senso orario delle sezioni 63+69, 64+70, 65+71, 66+72, 67+73 attorno alla cordonatura 23;
− un piegamento di circa 20° in senso orario di cias cuna sezione centrale 35, 36, 37, 38 e 39 attorno alla rispettiva cordonatura trasversale 30, 31, 32 e 33. Questa manovra determina la rottura delle linee a frattura facilitata 41, 42, 43, 44, 46, 47, 48 e 49 e la separazione di ciascuna sezione della banda intermedia e più esterna dalla rispettiva sezione ad essa adiacente, ovviamente della banda intermedia e più esterna. Questa manovra determina contestualmente un avvicinamento dei bordi di ciascuna finestra 75, 76, 77, 78, 80, 81, 82 e 83.
In figura 6 è possibile notare che la sequenza di ripiegamenti sopra descritta ha portato alla formazione di una struttura modulare con cinque elementi di protezione 90, 91, 92, 93 e 94 congiunti soltanto dalle pieghe in corrispondenza delle cordonature, rispettivamente 30, 31, 32 e 33. Gli elementi centrali 91, 92, e 93 sono uguali; gli elementi più esterni 90 e 94 sono uguali tra loro e differiscono dai precedenti per la sola mancanza dello smusso a 45<o>sulla terminazione delle pareti più esterne rispettivamente 57, 69 dell’elemento 90 e 61, 73 dell’elemento 94. La descrizione può quindi essere semplificata indirizzandola al solo elemento 90 ed indicando tra parentesi i riferimenti che gli corrispondono nella descrizione degli altri elementi 91, 92, 93 e 94.
Con ciò, l’elemento 90 (91, 92, 93, 94) è costituito da:
− una prima parete corrispondente alla sezione 35 (36, 37, 38, 39);
− una seconda parete corrispondente alla sezione 51 (52, 53, 54, 55), congiunta alla parete 35 (36, 37, 38, 39) ortogonalmente ad essa mediante la piega 22;
− una terza parete corrispondente alla sezione 63 (64, 65, 66, 67), congiunta alla parete 35 (36, 37, 38, 39) perpendicolarmente ad essa dalla stessa parte rispetto alla parete 51 (52, 53, 54, 55), mediante la piega 23;
− una quarta parete corrispondente alla sezione 57 (58, 59, 60, 61), combaciante per una frazione della sua larghezza alla parete 51 (52, 53, 54, 55), e congiunta alla stessa mediante la piega in corrispondenza del taglio parziale 21;
− una quinta parete corrispondente alla sezione 69 (70, 71, 72, 73), combaciante per una frazione della sua larghezza alla parete 63 (64, 65, 66, 67) e congiunta alla stessa mediante la piega in corrispondenza del taglio parziale 24.
Le pareti 57 e 51 sono incollate tra loro in corrispondenza delle superfici combacianti, come pure le pareti 69 e 63.
Partendo dalla configurazione completamente distesa in cui le pareti 35, 36, 37, 38 e 39 sono allineate a 180°, ciascuna di esse può ruotare in modo indipendente dalle altre pareti attorno all’una o all’altra piega alle proprie estremità, rispettivamente 30, 31, 32 e 33 fino ad un angolo minimo di 90° sotteso con una parete mobile adiacente, in corrispondenza di tale angolo i lati obliqui degli smussi triangolari sono combacianti, e oltre non si può più andare.
Nella struttura in tal modo ottenuta, le porzioni delle pareti più esterne 57, 58, 59, 60, 61 e 69, 70, 71, 72, 73 non combacianti alle rispettive pareti 51, 52, 53, 54, 55 e 63, 64, 65, 66, d 67, alle quali sono incollate, delimitando insieme alle pareti centrali 35, 36, 37, 38 e 39, una sede per l’inserimento del bordo di un pianale (non mostrato), il cui spessore è pressoché uguale all’altezza comune delle pareti centrali, corrispondente alla distanza tra le superfici opposte delle pareti più esterne. Le pareti centrali 35, 36, 37, 38, 39 risulteranno contro il bordo del pianale compresa tra le rispettive due porzioni di pareti più esterne oltre la parete centrale. Di conseguenza, le porzioni delle pareti più esterne 57, 58, 59, 60, 61 e 69, 70, 71, 72, 73 assieme alle pareti 51, 52, 53, 54, 55 e 63, 64, 65, 66, d 67, alle quali sono incollate,vengono a costituire una configurazione distanziale sull’altro lato delle pareti centrali 35, 36, 37, 38, 39 che fungeranno da pareti divisorie tra le sedi per il bordo del pianale e le rispettive configurazioni distanziali.
Per effetto dell’elasticità del cartone in corrispondenza delle pieghe attorno alle cordonature, le pareti piegate lungo una cordonatura nella direzione rivolta verso il lato del cartone su ci è impressa la cordonatura stessa, tendono ad aprirsi spontaneamente una volta piegate, contrastando in tal modo gli sforzi generati dalle deformazioni di compressione. Detto questo le frazioni di pareti esterne incollate alle pareti combacianti e che assieme si proiettano oltre le pareti centrali in configurazione distanziale, una volta piegate tendono a ruotare attorno alle pieghe 22 e 23 delle rispettive pareti d’incollaggio, divaricandosi. Di conseguenza, le estremità libere delle frazioni rimanenti delle pareti più esterne che si proiettano dalla parte opposta delle pareti centrali tendono ad avvicinarsi per effetto della suddetta rotazione attorno alle pieghe 22 e 23, serrando automaticamente il bordo del pianale come fossero i becchi di una pinza che lavora al contrario (la pressione sui manici apre i becchi della pinza invece di chiuderli e la chiusura è automatica sotto la spinta di una molla) avvalorando il termine “pinza invertita”. Non servono quindi mezzi esterni di fissaggio del dispositivo di protezione al pianale.
La rotazione parziale degli elementi 90, 91, 92, 93 e 94 con fulcro sulle pieghe 30, 31, 32 e 33 rende la struttura adattabile a spigoli di profilo convesso che si accoppia alla lunghezza dei vari tratti componenti. Qualora la lunghezza del bordo del pianale sia preponderante rispetto alla lunghezza del singolo elemento, è possibile applicare un dispositivo dotato di un adeguato numero di elementi perfino ad un bordo circolare.
Per mezzo della linguetta 85 e della sede 86 il dispositivo mostrato in figura è connettibile ad altri dispositivi aventi la stessa struttura.
Il dispositivo di protezione di figura 6 ha struttura modulare idonea alla piegatura, ciò non preclude la possibilità di ricorrere ad un dispositivo più elementare costituito da un solo elemento che differisce da quelli mostrati per il fatto di non avere gli smussi obliqui sui due lati trasversali.
La figura 7 mostra come si presenta la struttura di figura 6 al termine di una manovra che allinea gli elementi 90 e 91, come pure gli elementi 92, 93, e 94 tra loro lungo rispettive direzioni ortogonali, di modo che gli elementi adiacenti 91 e 92 siano reciprocamente disposti a 90° attorno alla piega 31. Al termine di questa manovra, che determina la rottura delle linee a frattura facilitata 43 e 48 e la loro divaricazione a 90°, la parete 36 è ortog onale alla parete 37, ed i bordi obliqui degli smussi laterali delle pareti esterne combaciano. Come si può notare in figura, il dispositivo di protezione ha assunto una forma del tipo a squadretta applicabile ad un pianale rettangolare in corrispondenza di un angolo. Le successive figure da 8 a 13 mostrano un dispositivo opzionale complementare al dispositivo di protezione finora illustrato, la cui funzione è quella di aumentare la protezione sugli angoli fornita dal dispositivo principale. Per via della forma funzionale e della modalità di applicazione, un tale dispositivo addizionale è stato denominato “cappuccio angolare”.
Ciò posto, la figura 8 mostra un foglio di cartone 100 di forma pressoché rettangolare, tagliato e cordonato sulla faccia visibile del foglio, completamente dispiegato su un piano. Il foglio 100 comprende due corte bande longitudinali 101 e 102, ovviamente rettangolari, separate da un gap centrale 133 terminante a ridosso di una sezione rettangolare 103 unita alla banda 101 da una cordonatura 105 in corrispondenza di un lato più lungo. Le bande 101 e 102 hanno impresse delle cordonature trasversali opportunamente distanziate. La sezione 103 è congiunta lateralmente ad una sezione 104, di uguale forma e dimensioni, tramite una cordonatura 107 impressa sul proseguimento del lato della banda 102 rivolto dalla parte del gap centrale 133. La sezione 104 è a sua volta congiunta alla banda 102 tramite una cordonatura 106 in corrispondenza di un lato più lungo. Le sezioni rettangolari 103 e 104 sono ulteriormente congiunte a due rispettive sezioni trapezoidali rettangolari 108 e 109 da due rispettive cordonature longitudinali 110 e 111, opposte alle cordonature 105 e 106. Le sezioni 108 e 109 hanno pressoché le stesse dimensioni e sono speculari rispetto alla direzione della cordonatura 107, con le basi in corrispondenza delle cordonature 110 e 111 ed i lati obliqui che convergono al centro..
Nella descrizione duale, sulla banda 101 (102), procedendo verso la cordonatura 105 (106) a partire dall’estremità opposta, è possibile distinguere una sequenza di cordonature trasversali 112, 113, 114 e 115 (116, 117, 118 e 119) che delimitano insieme alla cordonatura 105 (106) ed ai bordi liberi della banda, delle sezioni indicate con i numeri: 120, 121, 122, 123 e 124 (125, 126, 127, 128 e 129). Più precisamente:
− la sezione terminale 120 (125) è compresa tra il bordo della banda opposto alla cordonatura 105 (106) e la cordonatura 112;
− la sezione 121 (126) è compresa tra le cordonature 112 (116) e 113 (117); − la sezione 122 (127) è compresa tra le cordonature 113 (117) e 114 (118); − la sezione 123 (128) è compresa tra le cordonature 114 (118) e 115 (119); − la sezione 124 (129) è compresa tra le cordonature 115 (119) e 105 (106). Le sezioni 120, 121, 122, 123, 124, 103 e 108 hanno la stessa larghezza delle sezioni, rispettivamente 125, 126, 127, 128, 129, 104 e 109.
Nella descrizione duale, la larghezza della sezione 108 (109), corrispondente all’altezza del trapezio rettangolo, è superiore a quella delle altre sezioni. La sezione 103 (104) ha una larghezza pari a circa un terzo della sezione 108 (109). Le sezioni 121 (126) e 123 (128) hanno pressoché la stessa larghezza, inferiore alla larghezza della sezione 103 (104) per almeno il doppio dello spessore del cartone del foglio di cartone 20 di figura 3 utilizzato nella costruzione del dispositivo di protezione di figura 7. E’ ragionevole assumere che i fogli di cartone ondulato 20 e 100 abbiano lo stesso spessore. Le sezioni 120, 122, e 124 (125, 127, e 129) hanno una larghezza maggiore di quella delle sezioni 121 (126) e 123 (128). La larghezza del gap centrale 133 tra le bande 101 e 102, pari alla differenza tra la larghezza della banda 102 e la larghezza della banda 101, è uguale alla larghezza della banda 129.
Nella stessa figura è possibile notare che la sezione trapezoidale 108 ha un profilo del ritaglio tale per cui dal lato obliquo si protende verso l’esterno una linguetta trapezoidale isoscele 130, la cui base minore interrompe la continuità del taglio obliquo. La sezione trapezoidale 109 ha un profilo di ritaglio complementare al profilo della sezione 108, in modo da realizzare con questa previo piegatura un incastro a coda di rondine ad un solo dente. Pertanto, dal lato obliquo si apre verso l’interno una finestra trapezoidale isoscele 131, della stessa forma e dimensioni della linguetta 130, con la sua base minore che interrompe la continuità del lato obliquo.
La figura 9 mostra come si presenta nello spazio la struttura della figura precedente dopo le seguenti manovre:
− un piegamento iniziale a 90° in senso orario delle sezioni 120 e 125 attorno alle cordonature 112 e 116;
− un piegamento a 90° nello stesso senso delle sezio ni 121 e 126 attorno alle cordonature 113 e 117;
− un piegamento a 90° nello stesso senso delle sezio ni 122 e 127 attorno alle cordonature 114 e 118;
− un piegamento a 90° nello stesso senso delle sezio ni 123 e 128 attorno alle cordonature 115 e 119;
− un piegamento a 90° nello stesso senso delle sezio ni 124 e 129 attorno alle cordonature 105 e 106.
La sequenza di ripiegamenti sopra descritta porta alla formazione di due elementi tubolari 135 e 136, costituiti ciascuno dalle cinque pareti avvolte come detto sopra partendo dalla parete più interna, rispettivamente 120 e 125.
Gli elementi tubolari 135 e 136 nella struttura tridimensionale hanno lunghezza, larghezza, ed altezza. La lunghezza corrisponde alla larghezza delle bande longitudinali rispettivamente 101 e 102; la larghezza (o profondità) corrisponde alla larghezza delle facce terminali 124 e 129; l’altezza corrisponde alla larghezza delle facce 123 e 128 opposte e non combacianti alle pareti 103 e 104.
Con tali precisazioni, le pareti esterne 103 e 104 eccedono in “altezza” (ex larghezza) l’altezza dei rispettivi elementi tubolari 135 e 136 per almeno il doppio spessore del foglio di cartone 20. La lunghezza dell’elemento tubolare 136 eccede la lunghezza dell’elemento tubolare 135 per la larghezza del gap 133, corrispondente alla larghezza (profondità) dell’elemento tubolare 136 stesso. Ciò determina in corrispondenza della parete 103 un margine libero 133a tra il termine dell’elemento tubolare 135 e la cordonatura centrale 107.
In ciascun elemento tubolare 135 e 136 la prima e la quinta parete sono combacianti ed incollate tra loro, impedendo alla rispettiva struttura tubolare di aprirsi spontaneamente.
Secondo una variante realizzativa è possibile dotare gli elementi tubolari 135 e 136 di ulteriori pareti di rinforzo (non mostrate nelle figure) ruotate l’un l’altra di 90<o>secondo la comune direzione attorno a pieghe del foglio. La larghezza della struttura annidata che si viene a creare può essere minore della larghezza interna dell’elemento che la include, con ciò fornendo una nervatura trasversale di rinforzo. Le successive figure 10, 11, 12, e 13 mostrano a scopo illustrativo una possibile modalità di assemblaggio del cappuccio angolare che prevede la sua graduale applicazione durante le fasi di assemblaggio alla configurazione distanziale del dispositivo di protezione di figura 7. Questo serve più che altro ad evidenziare la configurazione interna al cappuccio angolare, altrimenti impossibile da vedere nella configurazione finale di figura 13. In una seconda modalità operativa, il cappuccio angolare è assemblato a parte e poi applicato al dispositivo di protezione di figura 7, a sua volta già applicato all’angolo di un pianale.
La figura 10 mostra la struttura della figura precedente in una prima fase dell’applicazione della stessa all’angolo retto formato tra gli elementi 91 e 92 del dispositivo di protezione in configurazione ripiegata di figura 7. Come si può notare in figura, l’elemento tubolare 136 è inserito nella sede fornita dalla configurazione distanziale dell’elemento di protezione 92, e l’elemento tubolare 135 è invece ancora esterno alla struttura del dispositivo di figura 7. Tra le due strutture sussistono le seguenti relazioni dimensionali:
− la larghezza degli elementi tubolari 135 e 136 è maggiore o tuttalpiù uguale alla larghezza delle pareti distanziali 52 e 64 dell’elemento 91 e delle pareti distanziali 53 e 65 dell’elemento 92;
− l’altezza degli elementi tubolari 135 e 136 è inferiore o tuttalpiù uguale alla larghezza delle pareti separatorie 36 e 37 della configurazione distanziale degli elementi 91 e 92;
− la larghezza dei tratti eccedenti 132 e 134 è come già detto uguale ad almeno al doppio dello spessore del foglio 20.
La figura 11 mostra il risultato di un piegamento a 90° della s ezione 109 attorno alla piega 111 verso l’elemento distanziale 92. Al termine di questa manovra la sezione 109 è parzialmente sovrapposta alle pareti esterne 58 e 59 degli elementi 91 e 92.
La figura 12 mostra il risultato di un piegamento a 90° della p arete 103, e con essa dell’elemento tubolare 135 e della parete trapezoidale 108, attorno alla piega 107 verso l’elemento 91. Al termine di questa manovra anche l’elemento tubolare 135 è inserito nella sede fornita dalla configurazione distanziale dell’elemento di protezione 91. Il bordo libero delle pareti dell’elemento tubolare 136 che prima era rivolto verso l’elemento tubolare 135 è ora a contatto della parete esterna 103 dell’elemento tubolare 135, occupando il tratto eccedente 133a. Il bordo libero delle pareti dell’elemento tubolare 135 che prima era rivolto verso l’elemento tubolare 136 è ora a contatto della parete 128 dell’elemento tubolare 136.
La figura 13 mostra il risultato di un piegamento finale a 90° della sezione 108 attorno alla piega 110 verso l’elemento 91. Al termine di questa manovra la sezione 109 è parzialmente sovrapposta alle pareti 58 e 59 degli elementi 91 e 92. La manovra descritta determina l’inserimento ad incastro della linguetta 130 congiunta alla parete 108 nella finestra 131 ricavata nella parete 109. Ciò vincola tra loro le sezioni 108 e 109, impedendo agli elementi tubolari 135 e 136 ad esse connessi di aprirsi per effetto dell’elasticità del cartone. La chiusura ad incastro del cappuccio angolare stabilizza la sede compresa tra la parete composta 108-130-109 e la faccia dei due elementi tubolari 135 e 136 rivolta verso la suddetta parete. Detta sede forma a sua volta una specie d’incastro con le pareti distanziali doppie 58-52 e 59-53 degli elementi 91 e 92, in grado di mantenere il cappuccio angolare vincolato al dispositivo di protezione, con i suoi elementi tubolari 135 e 136 a rispettivo contatto delle pareti divisorie 36 e 37 dei distanziali, unite in corrispondenza della cordonatura 31 predisposta per la piega a 90<o>tra le due pareti. La cordonatura 31 viene quindi a trovarsi contro il vertice dell’angolo a 90<o>formato dalla disposizione ortogonale dei due elementi tubolari 135 e 136 all’interno del cappuccio angolare. Pertanto, l’urto sul vertice del cappuccio angolare in direzione diagonale, si trasmette sul vertice del dispositivo di protezione a contatto della cordonatura 31, solo dopo essere stato smorzato dall’elemento tubolare più lungo 136, riducendone drasticamente gli effetti dannosi sul vertice del pianale.
Le successive figure da 14 a 17 mostrano una variante realizzativa del dispositivo di protezione, particolarmente utile nell’applicazione a pianali di piccolo spessore. La sua utilità deriva dal fatto che è in grado di offrire una soluzione quando la configurazione “a bordi combacianti” di figura 5 non potrebbe più essere realizzata, poiché, a causa della strettezza della sede per il bordo del pianale, le pareti a pinza invertita avrebbero un margine di estensione sul pianale insufficiente a garantire la presa. Anche in questo caso viene mostrata una realizzazione modulare, che non limita l’invenzione qualora riferita ad un solo modulo.
La figura 14 mostra un foglio di cartone 150 tagliato e cordonato, completamente dispiegato su un piano. I bordi longitudinali del foglio 150 sono dentellati con denti rettangolari di uguali dimensioni, sfalsati l’uno rispetto all’altro sui due margini del foglio. Nel foglio 150, procedendo a partire da un bordo longitudinale verso l’altro, è possibile distinguere una sequenza di linee longitudinali 151, 152, 153 e 154 che, insieme ai bordi longitudinali del foglio di cartone, delimitano delle bande: 155, 156, 157, 158 e 159. Più precisamente:
− la banda dentellata 155 è compresa tra un bordo longitudinale del foglio 150 e un taglio parziale 151 (indicato a tratto centrato);
− la banda 156 è compresa tra il taglio parziale 151 e una cordonatura 152; − la banda 157 è compresa tra la cordonatura 152 e un’altra cordonatura 153; − la banda 158 è compresa tra la cordonatura 153 ed un taglio parziale 154; − la banda dentellata 159 è compresa tra il taglio parziale 154 e l’altro bordo longitudinale del foglio 20.
La larghezza della banda centrale 157 è minore di quella delle altre bande. Le bande intermedie 156 e 158 hanno la stessa larghezza, pari a circa il triplo della banda centrale 157. Le bande più esterne 155 e 159 hanno la stessa larghezza misurata sul bordo delle finestre tra i denti e pure a filo dei denti. La larghezza misurata alla base delle finestre tra i denti è minore della larghezza della banda intermedia 156 o 158. La larghezza misurata a filo dei denti è maggiore della somma delle larghezze della banda centrale 157 e della banda intermedia 156 o 158. Le relazioni tra le varie larghezze saranno comprensibili dalla descrizione delle successive figure.
Nel foglio 150, procedendo a partire da un bordo laterale della stesso verso l’altro, è possibile distinguere una sequenza di linee trasversali equidistanti 170, 171 e 172, eseguite a tratteggio per indicare che sono linee a frattura facilitata del cartone qualora piegato attorno ad esse. Le linee trasversali 170, 171 e 172, insieme alle linee longitudinali 151, 152, 153 e 154 ed ai bordi liberi dentellati, delimitano delle sezioni: 163, 164, 165, 166, 173, 174, 175, 176, 177, 178, 179, 180, 181, 182, 183, 184, 185, 186, 187 e 188. Più precisamente, nella banda centrale 157:
− la sezione terminale 163 è compresa tra un bordo libero della banda 157 e la linea a frattura facilitata 170;
− la sezione 164 è compresa tra le linee a frattura facilitata 170 e 171;
− la sezione 165 è compresa tra le linee a frattura facilitata 171 e 172;
− la sezione terminale 166 è compresa tra la cordonatura 172 e l’altro bordo libero della banda 157.
Proseguendo nella descrizione duale, nella banda intermedia 156 (158):
− la sezione terminale 173 (181), adiacente alla sezione 163, è compresa tra un bordo laterale del foglio di cartone 150 e la linea a frattura facilitata 170; − la sezione 174 (182) è compresa tra le linee a frattura facilitata 170 e 171; − la sezione 175 (183) è compresa tra le linee a frattura facilitata 171 e 172; − la sezione terminale 176 (184) è compresa tra la linea a frattura facilitata 172 e l’altro bordo laterale del foglio di cartone 150.
Infine, nella banda più esterna 155 (159):
− la sezione dentellata 177 (185), adiacente alla sezione 173 (181), è compresa tra un bordo laterale del foglio di cartone 150 e la linea a frattura facilitata − la sezione 178 (186) è compresa tra le linee a frattura facilitata 170 e 171; − la sezione 179 (187) è compresa tra le linee a frattura facilitata 171 e 172; − la sezione terminale 180 (188) è compresa tra la linea a frattura facilitata 172 e l’altro bordo laterale del foglio di cartone 150.
In figura 14 è inoltre possibile notare che ciascuna sezione delle bande più esterne 155 e 159 comprende due creste e due gole dell’onda rettangolare con cui è possibile schematizzare il profilo della dentellatura. Le creste e le gole non sono pezzate dalle linee a frattura facilitata, né dai bordi laterali del foglio di cartone 150. In particolare, le sezioni 177, 178, 179 e 180 hanno una cresta in corrispondenza o del bordo laterale del foglio 150 o delle linee a frattura facilitata 170, 171 e 172. Le sezioni 185, 186, 187 e 188 hanno una gola in corrispondenza o del bordo trasversale del foglio 150 o delle linee a frattura facilitata 170, 171 e 172.
La dentellatura in figura equivale a una configurazione in cui i denti, tutti uguali, sono sfalsati di una posizione (intervallati) da un bordo longitudinale all’altro del foglio 150, e pertanto essi si incastrano con precisione nelle finestre contrapposte. Inoltre, la lunghezza di ciascuna sezione dentellata è multipla della lunghezza di ciascun dente o finestra. E’ possibile generalizzare la realizzazione dell’esempio a configurazioni in cui i denti sui due bordi in figura sono sì intervallati, ma i denti hanno una larghezza inferiore a quella delle finestre sul bordo opposto, ed i denti non hanno necessariamente uguale larghezza. Non avrebbe quindi rilevanza il fatto che la larghezza della sezione sia multipla del numero di denti, e tantomeno che l’inizio o la fine di una sezione coincida rispettivamente con l’inizio di un dente o la fine di una finestra. Nella generalizzazione, e con le dovute attenzioni, i profili dentellati sui due bordi possono non essere complementari e una finestra può ospitare anche più denti.
Il foglio di cartone 150 viene piegato come indicato nelle successive figure.
La figura 15, partendo dalla configurazione di figura 14, mostra il risultato di un piegamento di circa 150° in senso antiorario della banda dentellata 155 attorno al taglio parziale 151, che la porta sul lato del foglio opposto a quello mostrato nella figura precedente (e ora visibile in figura 15), e di un piegamento in senso orario di uno stesso angolo della banda dentellata 159 attorno al taglio parziale 154.
La figura 16 mostra il risultato di un ulteriore piegamento di circa 30° in senso orario della banda dentellata 155 attorno al taglio parziale 151, e di un ulteriore piegamento della stessa entità in senso antiorario della banda dentellata 159 attorno al taglio parziale154. Al termine di questa manovra le bande 155 e 159 hanno i bordi dentellati combacianti. Nella descrizione duale, ciascuna sezione dentellata 177, 178, 179 e 180 (185, 186, 187 e 188) è rispettivamente sovrapposta alla sezione intermedia 173, 174, 175 e 176 (181, 182, 183 e 184), alla sezione centrale 163, 164, 165 e 166, ed a parte dell’altra sezione dentellata 181, 182, 183 e 184 (173, 174, 175 e 176) ad incastro. Sulle superfici combacianti, le sezioni dentellate sono incollate alle rispettive sezioni intermedie.
La figura 17 mostra come si presenta la struttura finale a partire da quella della figura precedente dopo un piegamento di 90° delle d ue bande dentellate 155 e 159 in direzioni opposte verso l’altro lato del foglio 150. In figura è possibile notare che la sequenza di ripiegamenti sopra descritta ha portato alla formazione di una struttura costituita da una parete divisoria tra due parti aventi diverse funzionalità alle due estremità della struttura stessa, di cui: una prima parte ha una configurazione distanziale per la protezione degli urti laterali contro i bordi dei pianali, e una seconda parte ha una funzione di presa dei bordi dei pianali per l’aggancio ad essi della struttura di protezione nel suo complesso, e per quanto possibile del mantenimento dell’aggancio durante gli urti.
La prima parte, avente profilo ad U della sezione trasversale, include:
− due pareti opposte corrispondenti alle bande intermedie 156 e 158, combacianti mediante incollaggio ad una frazione delle bande dentellate rispettivamente 155 e 159;
− una parete trasversale alle due precedenti, corrispondente alla banda centrale 157, unita alle precedenti pareti mediante pieghe a 90<o>sui bordi longitudinali in sensi opposti attorno alle cordonature 152 e 153.
La seconda parte include:
− la parete trasversale condivisa con la configurazione distanziale, per cui la parete trasversale assume un ruolo divisorio tra le due parti della struttura; − due pareti opposte costituite dalle frazioni non incollate delle bande dentellate 155 e 159 eccedenti la parete trasversale.
Il meccanismo di presa “a pinza invertita” è ancora quello illustrato nella descrizione della figura 6, e si basa in sostanza sullo sfruttamento dell’elasticità del cartone in corrispondenza delle pieghe per vincolare il dispositivo di protezione al bordo del pianale senza dover ricorrere a mezzi esterni di fissaggio.
Rispetto alla struttura modulare mostrata in figura 6, la struttura modulare di figura 17 è adatta a pianali di spessore inferiore e, grazie alle linee a frattura facilitata 170, 171 e 172, può essere accorciata a piacere per meglio adattarsi alla lunghezza dei bordi dei pianali.
Sarebbe possibile generalizzare il dispositivo di protezione di figura 17, escludendo il profilo dentellato e mantenendo la larghezza delle pareti di presa oltre la comune parete trasversale superiore all’altezza di quest’ultima nella configurazione tridimensionale. Una tale generalizzazione non consentirebbe però di ottenere il dispositivo nella configurazione planare di figura 16, assai più comoda per il minor ingombro.
Sulla base della descrizione fornita per un esempio di realizzazione preferito, è ovvio che alcuni cambiamenti possono essere introdotti dal tecnico del ramo senza con ciò uscire dall’ambito dell’invenzione come risulta dalle seguenti rivendicazioni.

Claims (12)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Dispositivo di protezione (91) dagli urti accidentali dei bordi di oggetti piani di vario spessore, ad esempio i pianali, comprendente un foglio di cartone ondulato (20, 150) di forma pressoché rettangolare con due prime cordonature (22, 23, 152, 153) parallele impresse su un lato del foglio, delimitando in tal modo una prima parete (36, 163) longitudinale tra due seconde pareti longitudinali (52, 64, 173, 181), a loro volta connesse a rispettive terze pareti (58, 70, 177, 185) di cartone ondulato combacianti per una frazione della loro larghezza a dette seconde pareti (52, 64, 173, 181) sul lato del foglio opposto al lato su cui sono impresse le prime cordonature (22, 23, 152, 153), le terze pareti (58, 70, 177, 185) essendo rigidamente connesse alle seconde pareti (52, 64, 173, 181), preferibilmente mediante incollatura, sporgendo oltre il limite delle prime cordonature (22, 23, 152, 153) per la restante frazione della loro larghezza, le seconde pareti (52, 64, 173, 181) ruotate in sensi opposti attorno alle prime cordonature (22, 23) delimitando, assieme alle terze pareti (58, 70, 177, 185), da lati opposti della prima parete (36, 163) una sede per l’applicazione ai detti bordi ed una configurazione distanziale, caratterizzato dal fatto che detta sede per l’applicazione ai bordi è sul lato del foglio di cartone opposto al lato su cui sono impresse dette prime cordonature (22, 23).
  2. 2. Il dispositivo (91) della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che dette cordonature (22, 23, 152, 153) sono ortogonali alla direzione longitudinale delle scanalature delimitate dalle pareti ondulate interne al foglio di cartone.
  3. 3. Il dispositivo (91) della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che dette terze pareti (58, 70, 177, 185) sono unite alle seconde pareti (52, 64, 173, 181) da pieghe effettuate in corrispondenza di seconde cordonature (21, 24, 151, 154) impresse sul lato del foglio di cartone opposto al lato su cui sono impresse le prime cordonature (22, 23, 152, 153).
  4. 4. Il dispositivo (91) della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che dette terze pareti (58, 70, 177, 185) sono unite alle seconde pareti (52, 64, 173, 181) in corrispondenza di tagli (21, 24, 151, 154) profondi una frazione dello spessore del foglio, eseguiti sullo stesso lato del foglio su cui sono impresse le prime cordonature (22, 23, 152, 153).
  5. 5. Il dispositivo (91) della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che dette terze pareti (58, 70, 177, 185) sono unite in corrispondenza di pieghe del foglio a rispettivi elementi tubolari ammortizzanti comprendenti pareti rettangolari congiunte l’una rispetto all’altra in corrispondenza di pieghe a 90<o>del foglio effettuate nello stesso senso.
  6. 6. Il dispositivo della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la larghezza della detta restante frazione delle terze pareti (177, 185) sporgente oltre il limite delle prime cordonature (152, 153) è maggiore della larghezza della detta prima parete (163) di forma rettangolare.
  7. 7. Il dispositivo della rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che i bordi liberi delle terze pareti (177, 185) hanno profili dentellati sovrapponibili ad incastro nel dispositivo in configurazione collassata.
  8. 8. Il dispositivo della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che include una o più linee a frattura facilitata (170, 171, 172) impresse su tutte le pareti trasversalmente ad esse per consentirne la suddivisione in due o più elementi di identica struttura.
  9. 9. Il dispositivo (91) della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che: − detta prima parete (36) ha impressa almeno una cordonatura trasversale (31) sul lato del foglio opposto al lato su cui sono impresse dette prime cordonature (22, 23); − dette seconde (52, 64) e terze pareti (58, 70) nella configurazione distanziale hanno impressa una linea trasversale a frattura facilitata (42, 47) in continuazione delle estremità della suddetta cordonatura trasversale (31); − dette terze pareti (58, 70) in corrispondenza della sede per l’applicazione al bordo dell’oggetto avendo impresse rispettive coppie di linee a frattura facilitata (76, 81) divergenti fino al bordo della parete a partire da rispettive estremità della cordonatura trasversale (31) impressa nella prima parete (36).
  10. 10. Il dispositivo (91) della rivendicazione 1 o 9, caratterizzato dal fatto che include un secondo dispositivo (92) identico al primo dispositivo (91), i due dispositivi essendo reciprocamente disposti secondo un angolo di 90<o>attorno ad una cordonatura (31) impressa trasversalmente sulla prima parete (36, 37) comune ad entrambi, dal lato del foglio opposto al lato su cui sono impresse dette prime cordonature (22, 23), ed i due dispositivi (91, 92) essendo combacianti in corrispondenza di smussi a 45<o>nelle terze pareti (58, 59, 70, 71) decorrenti a partire dalle estremità della cordonatura trasversale (31) impressa nella prima parete (36, 37).
  11. 11. Cappuccio angolare per l’applicazione al dispositivo (91) della rivendicazione 10, ottenibile in foglio di cartone (100), preferibilmente di tipo ondulato, piegato in corrispondenza di cordonature, ed opportunamente tagliato, caratterizzato dal fatto che include: − una prima parete comprensiva di due parti (108, 109) componibile ad incastro, le due parti (108, 109) avendo due lati confluenti in un angolo di 90<o>in corrispondenza di pieghe (110, 111) congiungenti gli stessi a due rispettive seconde pareti rettangolari (103, 104) ruotate di 90<o>dallo stesso lato della prima parete (108, 109); − due elementi tubolari (135, 136) in funzione ammortizzante includenti ciascuno una sequenza di pareti rettangolari congiunte a 90<o>l’una rispetto all’altra da pieghe del foglio nello stesso senso; i due elementi tubolari (135, 136) essendo compresi entro l’angolo formato dalle seconde pareti (103, 104) alle quali sono rispettivamente congiunti da pieghe (105, 106) sull’altro bordo delle stesse, ad una distanza prefissata dalla prima parete (108, 109) in modo da costituire con essa una sede angolare per l’applicazione del cappuccio ai bordi liberi di pareti di cartone.
  12. 12. Il cappuccio angolare della rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che: − un primo (136) dei due elementi tubolari eccede in lunghezza il secondo (135) per la larghezza del secondo (135); − la detta distanza prefissata è almeno il doppio dello spessore del foglio di cartone (20); − la larghezza degli elementi tubolari è maggiore o uguale alla larghezza delle terze pareti (58, 59, 70, 71) del dispositivo di protezione (91, 92) in corrispondenza della configurazione distanziale; − l’altezza degli elementi tubolari (135, 136) è inferiore all’altezza della prima parete (36, 37) del dispositivo di protezione (91, 92).
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* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
DE29916374U1 (de) * 1999-09-17 1999-12-09 Brakemann Verpackungen Gmbh Aus Wellpappe bestehender Eckenschützer
EP1044891A1 (en) * 1997-02-28 2000-10-18 Hitachi Zosen Corporation Cushioning material for packaging

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