ITBO980681A1 - Dosatrice a disco ed a pestelli , a funzionamento intermittente , monogiostra , particolarmente adatta per il confezionamento di dosi di pro - Google Patents

Dosatrice a disco ed a pestelli , a funzionamento intermittente , monogiostra , particolarmente adatta per il confezionamento di dosi di pro Download PDF

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ITBO980681A1
ITBO980681A1 IT1998BO000681A ITBO980681A ITBO980681A1 IT BO980681 A1 ITBO980681 A1 IT BO980681A1 IT 1998BO000681 A IT1998BO000681 A IT 1998BO000681A IT BO980681 A ITBO980681 A IT BO980681A IT BO980681 A1 ITBO980681 A1 IT BO980681A1
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pestles
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Roberto Trebbi
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I M A Ind Macchine Automatic H
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    • B65BMACHINES, APPARATUS OR DEVICES FOR, OR METHODS OF, PACKAGING ARTICLES OR MATERIALS; UNPACKING
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    • B65B1/30Devices or methods for controlling or determining the quantity or quality or the material fed or filled
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    • B65B1/363Devices or methods for controlling or determining the quantity or quality or the material fed or filled by volumetric devices or methods with measuring pockets moving in an endless path
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    • A61J3/074Filling capsules; Related operations

Description

TESTO DELLA DESCRIZIONE
Il trovato fa riferimento alle dosatrìci a disco ed a pestelli, a funzionamento intermittente, particolarmente adatte per il confezionamento di dosi di prodotto incoerente in capsule di gelatina dura od altri contenitori ed in questo specifico settore della tecnica, il trovato tratta dei perfezionamenti per rendere tali macchine più affidabili, più precise e di più facile impiego al variare del volume delle dosi da produrre, nonché per contenere le dispersioni di prodotto e per eliminare le usure dei componenti della macchina. Queste ed altre caratteristiche del trovato ed i vantaggi che ne derivano nel confronto con la tecnica nota, appariranno evidenti dalla seguente descrizione di una forma preferita di realizzazione dello stesso, illustrata a puro titolo d’esempio, non limitativo, nelle figure delle quattro tavole allegate di disegni, in cui:
- la fig. 1 è una vista schematica ed in pianta dall’alto della macchina secondo l’arte nota alla quale si fa riferimento;
- la fig. 2 illustra ulteriori dettagli della macchina nota, rilevati secondo la linea di sezione II-II di figura 1 ;
- la fig. 3 illustra schematicamente e con sviluppo rettilineo le successive stazioni di formazione e di scarico nelle capsule di una dose composita di prodotto da parte della macchina di cui alle figure 1 e 2;
- la fig. 4 è una vista in pianta dall’alto della macchina secondo il trovato;
- la fig. 5 illustra ulteriori dettagli della macchina di figura 4 sezionata secondo la linea V-V;
- la fig. 6 illustra schematicamente e con sviluppo rettilineo, le successive stazioni di formazione e di scarico di una dose di prodotto da parte della macchina come dalle figure 4 e 5;
- la fig. 7 illustra lateralmente dei dettagli relativi alla composizione di alcuni dei pestelli della macchina secondo il trovato;
- la fig. 8 illustra ulteriori dettagli rilevati secondo la sezione Vili- Vili di figura 7.
Dalle figure 1, 2 e 3 si rileva che la macchina secondo l’arte nota è fondamentalmente composta da due giostre A e B ad assi verticali, che ruotano entrambe nello stesso senso come indicato ad esempio dalle frecce F, con un movimento intermittente e di ampiezza pari all’angolo impegnato da ognuna delle stazioni di tali giostre. La giostra B è adibita alla formazione delle dosi di prodotto ed è ad esempio dotata di sei equipaggi angolarmente equidistanziati, per cui ruota a scatti di sessanta gradi, mentre la giostra A che è adibita alla manipolazione delle capsule di gelatina, è dotata di dodici equipaggi angolarmente equidistanziati e pertanto ruota a scatti di trenta gradi, il tutto in modo che ciclicamente un equipaggio di tale giostra si allinei con un equipaggio della giostra vicina. La giostra B comprende un disco orizzontale 1 dotato sulla periferia di sei gruppi di cave o fori verticali 2 che interessano il disco per tutto lo spessore e le cui dimensioni sono in funzione diretta della massa delle dosi di prodotto che di volta in volta debbono essere confezionate nelle capsule, ed in funzione delle dimensioni delle capsule stesse.. Al variare di queste caratteristiche, nelle macchine note occorre cambiare il disco 1. In ogni gruppo di fori 2, gli stessi fori sono ad esempio ordinati su due file tra loro parallele e perpendicolari al raggio della giostra stessa ed i fori di una fila sono allineati ai fori della fila vicina. Il disco 1 ruota nel senso della freccia F ed i fori 2 sono normalmente chiusi sul fondo da un settore fisso 3, che si interrompe nel tratto in cui un gruppo di fori della giostra B coopera con un equipaggio della giostra A. Il disco 1 forma il fondo di un magazzino 4, la cui parete laterale ruota ad esempio in solido con lo stesso disco 1, che è coperto superiormente da un coperchio 5, fisso e nel cui interno viene mantenuto da mezzi non illustrati un giusto strato del prodotto incoerente 6 da confezionare in giuste dosi nelle capsule. Il prodotto in questione è in certi casi di origine vegetale, di tipo filamentoso e stenta ad entrare per gravità nei fori 2. Il coperchio 5 è attraversato da una pluralità di gruppi di pestelli verticali 7 che formano le sei stazioni della giostra B, che sono posti con lo stesso ordine dei gruppi di fori 2, che hanno un tratto inferiore di diametro tale da attraversare con sufficiente precisione gli stessi fori 2 e che hanno un posizionamento in quota singolarmente registrabile per mezzo dei registri 107. 1 gruppi di pestelli 7 sono montati con possibilità di registrazione altimetrica su una torretta 8 che per mezzo di slitte verticali e contrapposte 9, 9’ scorre su relative guide 109.
109’ e che in giusta fase viene sollevata ed abbassata. Il gruppo di fori 2 che ciclicamente coopera con un equipaggio della giostra A, nella stazione K6, è posizionato in un tratto del magazzino 4 che è privo di prodotto per la presenza in questo di una parete di rasamento 10, di forma concava verso l’interno e fissa ad esempio al coperchio 5. Ogni equipaggio della giostra A è dotato di due corpi sovrapposti 11, 11 ’ con delle boccole o sedi atte a contenere le capsule di gelatina dura, con lo stesso ordine dei gruppi di fori 2 nel disco 1 della giostra B. Il corpo superiore 11 con le sedi di maggior diametro, utili al contenimento dei coperchi CI delle capsule, è vincolato alla giostra A, eventualmente con possibilità di spostamento verticale, mentre il corpo inferiore 11 ’ che ha le sedi di minor diametro, per il contenimento dei fondelli C2 delle capsule, è collegato alla giostra per mezzo di slitte radiali 12 che a comando allontanano il corpo 11 ’ da quello 11 per posizionarlo sotto al disco 1 della giostra B. Il funzionamento della macchina nota di cui trattasi è riassunto nello schema di figura 3. Ad ogni arresto ciclico del disco 1, vedi anche figura 2, dei corrispondenti gruppi di fori 2 sono posizionati nelle stazioni Kl, K2, K3, K4, K5 e K6 della giostra B, in allineamento a corrispondenti gruppi di pestelli 7 che in giusta fase vengono portati nella corsa di discesa per pressare dapprima all’interno dei fori 2 delle corrispondenti quantità di prodotto come indicato con Ql, Q2, Q3, Q4, Q5 nelle stazioni da Kl a K5, fino al completo riempimento degli stessi fori ed al completamento della compressione della dose composita di prodotto nella stazione K5. I gruppi di fori 2 giungono pieni di prodotto nella stazione K6 della giostra B, dopo aver oltrepassato la parete di rasamento 10 ed in tale stazione sono allineati con soprastanti pestelli 7 ed inferiormente con corrispondenti fondelli C2 portati da un corpo mobile 11 ’ di un equipaggio periferico della giostra A, cosi che quando i detti pestelli 7 calano, le dosi di prodotto Q1-Q5 vengono evacuate dai fori 2 e trasferite nei fondelli C2 delle capsule. In successione di fase i pestelli 7 tornano nella posizione alta come dalla figura 3, il disco 1 ruota di 60° ed il ciclo descritto si ripete.
Nelle stazioni HI, H2 ed H3 della giostra A, i corpi inferiori 11 coi fondelli delle capsule cariche del prodotto proveniente dalla giostra A, sono ancora in posizione estesa per le fasi di selezione scarti e per eventualmente inserire nello stesso fondello delle capsule degli ulteriori prodotti, ad esempio dei cronoidi o delle compresse. Nella successiva stazione H4 il corpo inferiore 11 ’ viene allineato col corpo superiore 11 della giostra A e le capsule vengono chiuse. Nelle successive stazioni H5 ed H6 le capsule vengono espulse dalla giostra A. Nella stazione H7 le sedi dei corpi 11, 11 ’ vengono pulite e nella successive stazioni H8 ed H9 vengono alimentate alla giostra A nuove capsule vuote che nella successiva stazione H10 vengono aperte. Nel passaggio dalla stazione H11 a quella H12 il corpo inferiore 11 coi fondelli delle capsule viene esteso ed allineato alla stazione K6 già considerata della giostra B.
Nella macchina nota come dalle figure 1, 2 e 3 si riscontrano i seguenti inconvenienti. Le dosi di prodotto pressate all intemo dei fori 2 del disco 1, durante la rotazione ciclica di tale disco, sfregano sul settore fisso 3 ed a lungo andare creano su questo dei solchi attraverso i quali si può disperdere del prodotto e che falsano il volume delle dosate. Le polveri di metallo asportate per usura dal settore 3, inquinano le dosi di prodotto. Ulteriori fughe di prodotto avvengono attraverso il piccolo gioco che deve necessariamente esistere tra il disco 1 ed il settore fisso 3, per consentire la rotazione di tale disco. Quando i gruppi di fori 2 con le dosi di prodotto giungono nella stazione K6 della giostra B, sotto di essi vi è il corpo 1 Γ coi fondelli delle capsule. Ulteriore prodotto può disperdersi attraverso il gioco esistente tra il disco 1 ed il detto corpo 11. Durante il posizionamento dei fori 2 col prodotto sul corpo 11’, gli stessi fori 2 transitano sopra tutte le sedi coi fondelli delle capsule e possono disperdere casualmente prodotto nei fondelli, falsando le dosate. Un altro inconveniente deriva dalla necessità di cambiare il disco 1 al variare delle dosi di prodoto da formare, anche per piccole variazioni delle dosi. Sono stati fatti tentativi di usare dischi con sedi telescopiche, variabili in altezza in funzione delle dosi di prodotto da produrre, ma senza successo in presenza di prodotti incoerenti che aderiscono ai mezzi di manipolazione, perché in questo caso il sistema tende a grippare ed a perdere funzionalità.
Il trovato intende ovviare a questi e ad altri inconvenienti della tecnica nota con la seguente idea di soluzione. La giostra di formazione delle dosi di prodotto viene integrata con la giostra di manipolazione delle capsule e sotto al disco coi gruppi di fori per la formazione delle dosi, vengono posti dei corpi di chiusura associati ai corpi mobili di manipolazione dei fondelli delle capsule, in modo che durante la rotazione della giostra composita di cui trattasi, tra le due parti che definiscono le sedi di dosaggio non v’è moto relativo ed attrito radente, come invece avviene nella tecnica nota, I gruppi di fori del disco di dosaggio sono tra loro opportunamente sfalsati e con lo stesso ordine sono disposte le sedi di contenimento delle capsule di gelatina, in modo che quando l’equipaggio inferiore di chiusura dei detti fori viene spostato radialmente per allineare ai fori stessi i fondelli delle capsule, ogni foro col prodotto si apre esclusivamente sulla sede col fondello dedicato. E’ inoltre prevista la possibilità di realizzare con un solo disco, delle dosi di diversa massa, variando l’ampiezza della corsa dei gruppi di pestelli, usando l’ultimo gruppo di pestelli che opera nel magazzino per riempire i fori di dosaggio a filo della bocca superiore e prevedendo al di fuori della parete di rasatura finale, non solo il gruppo di pestelli per lo scarico delle dosi di prodotto ma, prima di questo, almeno un gruppo di pestelli che provvede a pressare la quantità di polvere presente nei fori, per darle la compattezza e l’altezza necessarie per il corretto trasferimento nella capsula e per darle la densità richiesta dalle specifiche farmacologiche. Queste ed altre caratteristiche del trovato, ed i vantaggi che ne derivano, appariranno meglio evidenti dalla seguente descrizione fatta con riferimento alle figure 4 e 5. In queste figure, con 13 è indicato un albero verticale e fisso sul quale ruota la giostra composita 14 che gira ad esempio in senso antiorario e che sostiene superiormente il disco 1 coi gruppi di fori di dosaggio 2 tra loro opportunamente equidistanziati ed in giusto numero, ad esempio in numero di dodici gruppi. Dalla figura 4 si rileva che in ogni gruppo di fori 2, i fori stessi sono posti su più file, ad esempio su due file, ed i fori di una fila sono sfalsati rispetto ai fori della fila vicina. Sulla periferia del disco 1 sono fissati radialmente ed a sbalzo i corpi 11 che portano le sedi per il trattenimento del coperchio CI delle capsule, che lasciano invece passare il fondello delle capsule stesse e che sono aperte inferiormente. Sotto tali corpi sono previsti i corpi mobili 11 ’ che portano le sedi per il trattenimento dei fondelli C2 delle capsule, sedi che sono aperte inferiormente per il passaggio dei puntali di tipo noto che provvedono all’ apertura per aspirazione delle capsule, estraendo il fondello dal coperchio che rimane nelle sedi superiori del corpo 11 e per il passaggio dei puntali finali di sollevamento per la chiusura delle capsule e per la loro espulsione dalle sedi della giostra, il tutto secondo soluzioni note e pertanto qui non illustrate. I corpi 11 ’ sono sostenuti dalle slitte 12 protette da soffietto con canalizzazione di sfiato e che mediante mezzi noti della giostra 14 possono portare le sedi degli stessi corpi 11 in allineamento con le sedi dei corpi superiori 11’, oppure coi gruppi di fori 2 del disco di dosaggio, o viceversa. Nella macchina secondo il trovato, le sedi dei corpi 11 ed 11 ’ sono poste con lo stesso ordine dei gruppi di fori 2 del disco di dosaggio 1 , per gli scopi più avanti detti. Nella stessa macchina di cui trattasi, i corpi 11 ’ sono poi caratterizzati dal presentare una estensione 111 in direzione della giostra 14, piana e tale che quando tali corpi sono con le loro sedi in allineamento a quelle del corpo superiore 11, come illustrato alla destra di figura 5, la faccia superiore di tale estensione 111 si dispone a contatto int imo con la faccia inferiore della porzione anulare 101 del disco 1 sulla quale si aprono le estremità inferiori dei fori di dosaggio 2, essendo tale porzione 101 opportunamente ribassata rispetto alla parte attigua della faccia inferiore dello stesso disco, in modo da limitare Γ attrito radente tra le parti quando il complesso inferiore 111, 11 ’ viene spostato per mezzo delle slitte 12. Va rilevato che nelle fasi in cui ogni gruppo di fori 2 del disco di dosaggio è chiuso inferiormente dalla relativa estensione 111, questa stessa estensione o le slitte 12 che la portano, appoggiano ad esempio su dei rulli ad assi orizzontali 15, sostenuti dalla struttura 109 della torretta dei pestelli più avanti detta, in modo da garantire un contatto intimo tra le parti 111 e 101. Quando invece il complesso inferiore 111, 1Γ deve essere spostato nelle ultime stazioni di lavoro della macchina, per allineare i fondelli C2 delle capsule dapprima coi fori di dosaggio 2 e poi con le sedi del corpo 11 col coperchio CI delle capsule, i detti rulli 15 non sono previsti così che il detto complesso può essere spostato con un attrito radente limitato, grazie eventualmente anche alla possibilità di prevedere un piccolo gioco verticale sulle slitte 12, che consente un lieve distacco dello stesso complesso dalla superficie 101. Questo lieve gioco, ad esempio di valore decimale o centesimale, viene poi annullato nelle stazioni operative, con l’intervento dei rulli 15. Resta inteso che al posto dei rulli 15 possono essere previsti degli appoggi di tipo equivalente. Ad esempio i rulli potrebbero essere associati inferiormente all’equipaggio mobile 111-11 ’ e potrebbero scorrere su delle guide fisse. Diversamente, nelle diverse stazioni operative potrebbero essere previsti uno o più contrasti mobili, che si abbassano durante la rotazione della giostra e che si sollevano dopo tale rotazione.
Come nella soluzione nota, anche nella macchina di cui trattasi il disco di dosaggio 1, sul quale si tornerà più avanti, forma il fondo del magazzino 4 di contenimento del prodotto 6 da dosare, essendo in questo caso lo stesso magazzino di forma torica, con la parete laterale esterna 104 solidale ad esempio al disco 1. Il coperchio 5, con la parete laterale interna 204 del magazzino 4 sono ad esempio solidali all’albero 13 a sua volta fisso. Appositi mezzi, non illustrati in quanto noti, sono previsti per immettere nel magazzino 4 il prodotto da dosare e per mantenerne uno strato di altezza prefissata ed uniformemente distribuita.
La giostra 14 è sormontata in parte, ad esempio per 180°, da una torretta 8 con gruppi a guida e slitta verticali e contrapposti 9, 9’, 109, 109’ e sulla quale torretta sono montati con rinterposizione degli appositi registri altimetrici 107, i gruppi di pestelli 7 verticali, orientati verso il basso, che attraversano delle aperture del coperchio 5 e che terminano nel magazzino 4, in allineamento a rispettivi fori dei gruppi di fori di dosaggio 2 e ad una distanza dal disco 1 che può essere registrata. Nell’esempio di cui trattasi, i gruppi di pestelli 7 sono ad esempio in numero di sei e sono distribuiti nelle stazioni da K1 a K6. Gli ultimi due gruppi di pestelli che operano nelle stazioni K5 e K6, non sono immersi nel prodotto 6 come gli altri, ma sono al di fuori del prodotto stesso per la presenza nel magazzino di una parete di rasamento 10, fissa ad esempio al coperchio 5 ed avente la conformazione concava verso Γ esterno indicata in figura 4 con segno a trattini. La macchina come descritta funziona nel modo seguente. Nelle stazioni Kll e K12 l’equipaggio mobile 111, 1Γ è nella posizione estesa come illustrato alla destra di figura 5, non è sostenuto da rulli 15 e nelle sedi del complesso 11, 11 vengono alimentate le capsule chiuse che poi vengono aperte ad esempio nelle stesse stazioni Kll, KI2. Nelle stazioni Kl, K2, K3, K4 i gruppi di fori 2 che ciclicamente si avvicendano in tali stazioni, col relativo contrasto 111 sostenuto da rulli 15, vengono riempiti di prodotto con la seguente logica. Nelle stazioni Kl, K2, K3 i soprastanti gruppi di pestelli 7 provvedono a comprimere nei gruppi di fori 2 delle corrispondenti quantità di prodotto, come indicato nella figura 6 con Ql, Q2, Q3. Variando la posizione originaria in quota dei gruppi di pestelli 7 nelle stazioni Kl, K2 e K3, poiché i pestelli compiono una ugual corsa di discesa per effetto del vincolo alla comune torretta 8, con la registrazione di cui sopra si ottiene una variazione del finecorsa in basso degli stessi pestelli. Più i finecorsa dei pestelli sono posizionati in basso, maggiore è la densità delle quantità di prodotto Ql, Q2, Q3 pressate in successione nei fori 2 e maggiore è lo spazio degli stessi fori 2 che viene lasciato libero da tali quantità di prodotto pressate. I pestelli 7 delle stazioni Kl, K2 e K3 possono essere dotati di registri selettivi e/o di un registro unificato. Nella stazione K4 i corrispondenti pestelli 7 sono registrati in modo da compiere una corsa che riempia di prodotto la restante parte libera dei fori 2, con una quantità di prodotto Q4 che ha una densità inferiore a quella delle precedenti dosate Q1-Q3. Nella successiva stazione K5 i corrispondenti pestelli 7 effettuano la compressione della quantità di prodotto Q4 alimentato nella stazione K4 ed eventualmente sottopongono ad una ulteriore compressione l’intera dose Q1-Q4, per portarla alla densità ed all’altezza desiderata. E’ evidente come la macchina secondo il trovato offra il vantaggio di formare con un unico disco di dosaggio 1, delle dosi di prodotto la cui densità, la cui massa e le cui dimensioni in altezza variano entro un’ampia gamma.
Nella stazione K6, l’equipaggio mobile 11-111 si dispone nella condizione illustrata alla sinistra di figura 5, coi fondelli C2 delle capsule in allineamento e al di sotto dei fori 2 del disco 1 con le dosi di prodotto precedentemente formate ed i pestelli 7 di tale stazione K6 trasferiscono le dosi di prodotto dai fori 2 all’ interno dei fondelli C2 delle capsule. Dalla figura 4 appare come nella fase di spostamento radiale dell’equipaggio mobile 111, 11, come indicato dalle frecce Z, per effetto dello sfalsamento dei fori 2 del disco di dosaggio e del corrispondente sfalsamento delle sedi del detto equipaggio coi fondelli delle capsule, ogni fondello si apra esattamente in corrispondenza del rispettivo foro, senza transitare in corrispondenza di altri fori come invece avviene nella tecnica nota. Nella stessa stazione K6 viene operato la selezione degli scarti, ossia la eliminazione dal corpo 11 delle capsule non correttamente aperte, o la eliminazione dalle sedi senza fondello del corpo 11 ’ delle dosi di prodotto in esse alimentate.
Nella successiva stazione K7, gli equipaggi 111, 11 si spostano verso l’esterno e le capsule vengono chiuse. Nelle stazioni K8 e K9 le capsule chiuse vengono ad esempio estratte dalla giostra. Nella stazione K10 viene ad esempio effettuata la pulizia delle sedi degli equipaggi 111, 11, prima che in tali sedi vengano alimentate nuove capsule vuote, come già detto per le successive stazioni Kll e K12.
Resta inteso che in una o più stazioni immediatamente successive a quella K6, disponendo di un numero di stazioni superiori a dodici, gli equipaggi mobili 111, 11 possono rimanere in posizione arretrata ed attraverso i fori aperti 2 posti al di sopra dei fondelli delle capsule caricati con le dosi di prodotto, possono essere introdotti nei fondelli stessi delle capsule stesse delle compresse, dei cronoidi od altri prodotti, il tutto in modo intuibile e facilmente realizzabile dai tecnici del ramo. In questo caso la parete di rasamento 10 si estenderà ad interessare anche queste stazioni, come indicato schematicamente col prolungamento indefinito ed a trattini 10’ nella figura 4.
Almeno nella stazione K5 dianzi detta, dove si effettua la compattazione voluta dell’intera dose di prodotto, prima del suo trasferimento nella capsula, può essere prevista l’associazione ai pestelli, di trasduttori di forza, in grado di emettere un segnale elettrico proporzionale alla spinta che gli stessi pestelli esercitano sulle carote di prodotto e questo segnale può essere trasmesso al processore che controlla la macchina, che lo confronta con valori prefissati per verificare se la densità delle carote rientra in questi valori. In caso negativo il processore emette dei segnali che possono essere impiegati per lo scarto automatico delle capsule con le dosi di prodotto errate, per avvisare l’operatore della necessità di effettuare delle regolazioni e per eventualmente comandare automaticamente tali regolazioni qualora i registri 107 dei pestelli 7 siano servocomandati. Anche nella stazione K6 possono essere impiegati dei trasduttori di forza in associazione ai pestelli, per rilevare lo sforzo di estrazione delle carote di prodotto dalle sedi del disco di dosaggio.
Con riferimento alle figure 7 ed 8 viene ora illustrata una possibile realizzazione dei sensori con trasduttori di forza associati ai pestelli della stazione K5 o d’altre stazioni. I pestelli che vengono sostituiti al variare delle sedi del disco di dosaggio, sono montati amovibilmente con la loro estremità superiore, in una sede della slitta registrabile di supporto, non illustrata, nella cui parte alta è avvitato il tratto superiore 16 filettato del corpo del sensore, che presenta tre tratti cilindrici di diametro crescente verso il basso e che è assialmente cavo come indicato con 17 per il passaggio dei conduttori elettrici 18 attestati ai trasduttori. Il tratto intermedio 19 del detto corpo è dotato in posizione intermedia di un foro trasversale e passante 20, le cui estremità si aprono su parti spianate, contrapposte, uguali e parallele 21, 21’, sulla parte superiori delle quali sono aperte le estremità di un piccolo foro 22 parallelo a quello 20 e che interseca la cavità 17 per il passaggio dei conduttori elettrici 18 collegati a trasduttori di forza T, T’ fissati sulla parete laterale interna del foro 20 che poi viene riempito con una adatta resina elettricamente isolante ed autoindurente. Il tratto 19 del corpo del sensore, nella porzione intermedia interessata dalla spianature 21, 21, è dotato alle estremità di recessi semicilindrici, uguali e contrapposti 23 , con asse di curvatura parallelo all’asse del foro 20, che hanno la finizione di conferire una sufficiente elasticità allo stesso tratto 19 del corpo del sensore, cosi che quando il pestello che è a contatto col corpo 19, esercita una spinta sulla dose di prodotto da comprimere nei fori del disco di dosaggio, i trasduttori T, T’ rilevino una microdeformazione elastica indotta dalla spinta nelle pareti del foro 20 che li alloggia ed emettano un segnale elettrico di valore proporzionale a quello della detta spinta. Il tratto intermedio 19 del corpo del sensore è ad esempio rivestito con una boccola 24 di un adatto materiale, ad esempio di materia plastica, che appoggia sul tratto inferiore e di maggior diametro 25 del pestello, provvisto di spianature contrapposte 26 o di una cava esagonale per la cooperazione con una chiave che consente l avviamento o lo svitamento del detto codolo filettato 16 nella o dalla relativa sede di supporto.
Resta inteso che la descrizione si è riferita ad una forma preferita di realizzazione del trovato, con l’omissione dei dettagli relativi ai mezzi di azionamento della giostra 14 ed ai vari dispositivi e circuiti di controllo e di sicurezza, in quanto intuibili e facilmente realizzabili dai tecnici del ramo. Resta pertanto inteso che alla macchina descritta, possono essere apportate numerose varianti e modifiche, soprattutto costruttive, senza per altro abbandonare il principio informatore dell 'invenzione, come sopra esposto, come illustrato e come a seguito rivendicato. Nelle rivendicazioni, i riferimenti riportati tra parentesi sono puramente indicativi e non limitativi dell’ambito di protezione delle stesse rivendicazioni.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Dosatrice a disco ed a pestelli, a funzionamento intermittente, particolarmente adatta per confezionare dosi di prodotto incoerente in capsule di gelatina dura od altri contenitori, caratterizzata dal comprendere una giostra (14) ad asse verticale che porta superiormente un magazzino (4) col prodotto da dosare (6), coperto superiormente da un coperchio fisso (5) e chiuso inferiormente da un disco (1) che ruota con la giostra stessa ed è dotato sulla periferia di gruppi di fori verticali e passanti (2), tra loro angolarmente equidistanziati, essendo sotto ogni gruppo di fori previsto un corpo piano (111) di chiusura dei fori stessi, che costituisce una estensione al corpo (11) montato su slitte radiali (12) della detta giostra e che porta le sedi per il contenimento dei fondelli (C2) delle capsule di gelatina dura, essendo la giostra dotata di mezzi per far si che al variare della posizione angolare dei vari equipaggi ad essa associati, le dette slitte vengano azionate per spostare il detto corpo con le sedi dei fondelli dalla posizione di allineamento di tali sedi con soprastanti sedi di un corpo (11) fisso al detto disco (1), atto al contenimento dei coperchi (Cl) delle capsule (posizione utile per il caricamento delle capsule e per le fasi di apertura e poi di richiusura e di scarico delle stesse allorché riempite), alla posizione che vede i fondelli allineati ai detti gruppi di fori (2) del disco di dosagggio, per il riempimento dei fondelli con le dosi di prodotto, essendo il coperchio del magazzino dotato di aperture attraversate da gruppi di pestelli (7) che interessano la giostra per una parte dell’angolo giro, ad esempio per almeno 180° e che sono montati coi relativi registri altimetrici (107) sulla torretta (8) che da parte di appositi mezzi viene abbassata e sollevata in fase con le soste della detta giostra (14), essendo i detti gruppi di pestelli posti in parte in posizione tale da interferire col prodotto del magazzino per comprimere progressivamente delle corrispondenti quantità di prodotto stesso nei detti gruppi di fori di dosaggio (2) ed in parte essendo collocati all’esterno di una parete fissa di rasamente (10), dove il magazzino è sprovvisto di prodotto e dove i pestelli effetuano le ultime fasi del ciclo di lavoro della macchina, tra cui quella di trasferimento delle dosi di prodotto dai detti fori ai fondelli delle capsule, 2) Dosatrice secondo la rivendicazione 1), in cui i gruppi di fori (2) del disco di dosaggio (1) sono aperti inferiormente su una parte periferica e di forma anulare (101) del detto disco, che è ribassata rispetto alla faccia attigua inferiore dello stesso disco, in modo da limitare l’ampiezza della superficie inferiore di contatto del medesimo disco coi detti corpi compositi (111, 11 ’) portati con possibilità di spostamento radiale dalla giostra (14). 3) Dosatrice secondo la rivendicazione 1), caratterizzata dal fatto che sono previsti dei mezzi di contrasto (15) che operano sotto ai detti corpi compositi (111, 11) e/od alle relative slitte di supporto (12) quando tali corpi sono nella condizione di chiusura inferiore dei gruppi di fori di dosaggio (2), per contrastare la spinta esercitata su tali corpi compositi dai soprastanti pestelli di dosaggio (7) nella loro corsa di discesa. 4) Dosatrice secondo la rivendicazione 3), in cui i detti mezzi di contrasto sono costituiti da rulli (15) sostenuti ad esempio girevolmente dalla struttura fissa (109) di supporto della torretta (8) coi gruppi di pestelli. 5) Dosatrice secondo la rivendicazione 3), in cui i detti corpi compositi (111, 11) o le relative slitte di supporto (12) sono dotate di un piccolissimo gioco in senso verticale, utile per assicurare una perfetta aderenza di tali corpi al disco di dosaggio (1), quando intervengono i detti mezzi di contrasto (15) e che assicurano invece un piccolo gioco tra gli stessi corpi compositi ed il disco di dosaggio quando non sono presenti i detti mezzi di contrasto (15), così da consentire uno spostamento radiale di questi pressoché privo di attrito. 6) Dosatrice secondo le rivendicazioni precedenti, in cui i fori dei gruppi di fori (2) del disco di dosaggio (1) sono posti su più file, ad esempio su almeno due file ed i fori di una fila sono opportunamente sfalsati rispetto a quelli della fila attigua, essendo con lo stesso ordine collocati i gruppi di pestelli (7) e le sedi dei corpi (11, 1Γ, 111) atti al supporto del coperchio e del fondello delle capsule di gelatina dura, il tutto in modo che quando i corpi compositi (111, 11 ’) coi fondelli delle capsule vengono spostati per l allineamento dei fondelli stessi coi gruppi di fori di dosaggio (2), ogni foro si allinei col relativo fondello senza transitare sopra altri fondelli. 7) Dosatrice secondo le rivendicazioni precedenti, in cui i gruppi di pestelli (7) sono ordinati in modo che nella parte del magazzino (4) impegnata dal prodotto (6), un’ultima stazione (K4) di pestelli (7) abbia a riempire di prodotto (Q4) lo spazio rimanente dei gruppi di fori di dosaggio (2), fino al bordo superiore, mentre all’ esterno della parete di rasamento (10), almeno una stazione (K5) di pestelli effettua la compressione alla densità voluta della detta ultima dosata (Q4) ed eventualmente dell’intera carota di prodotto (Q1-Q4), ed un’ultima stazione (K6) di pestelli effettua l’espulsione della dose composita di prodotto dal disco di dosaggio (1), il tutto in modo che con uno stesso disco sia possibile, regolando la posizione in quota dei gruppi di pestelli delle stazioni di prima e di ultima pressatura (K1-K3, K5), per formare dosi di prodotto diverse nella densità, nella massa e nell’ altezza. 8) Dosatrice secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che i gruppi di pestelli (7) possono essere dotati di registri (107) di tipo selettivo e/o centralizzato, a comando manuale o servocomandato. 9) Dosatrice secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal portare a bordo e con essa girevole, un magazzino (4) per il prodotto, di forma torica, che ha la parete laterale esterna (104, 204) ed il disco di fondo (1) coi gruppi di fori di dosaggio (2) solidali alla giostra e che ha invece la parete di rasamento (10) e la parete laterale interna (204) solidali al coperchio (5) dello stesso magazzino, che ad esempio è a sua volta solidale all’asse centrale fìsso (13) della giostra ( 14). 10) Dosatrice secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la parete di rasamento (10) operante fissa all inte o del magazzino (4) del prodotto da dosare, ha una estensione tale per cui nello spazio isolato dal prodotto da tale parete, operino una o più stazioni ausiliarie successive a quella (K6) di trasferimento delle dosi di prodotto nei fondelli (C2) delle capsule e quando ancora tali fondelli sono allineati ai relativi gruppi di fori di dosaggio (2), le dette stazioni ausiliarie sono ad esempio predisposte per immettere nei fondelli delle capsule degli ulteriori prodotti, quali ad esempio compresse e/o cronoidi. 11) Dosatrice secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che almeno i pestelli (7) dell ultima stazione (K5) di compressione delle dosi di prodotto, sono dotati di sensori di forza (T, T’) in grado di emettere un segnale elettrico proporzionale alla spinta assiale che gli stessi pestelli esercitano sulla dose di prodotto pressata e questo segnale essendo inviato al processore che controlla il funzionamento della macchina, il quale lo confronta con valori prefissati, per un controllo automatico e selettivo della massa delle dosi di prodotto, essendo previsto che nel caso in cui la verifica porti a risultati negativi, il processore predisponga successivamente all’eventuale scarto automatico del capsule con le dosi di prodotto errate e comandi l’attivazione di un avvisatore ed eventualmente anche quella di mezzi, se previsti, per la regolazione automatica della posizione in quota dei pestelli, affinchè la machina abbia a produrre dosi di prodotto con caratteristiche di massa prefissate ed accettabili. 12) Dosatrice secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che anche ai pestelli della stazione (K6) di scarico delle dosi di prodotto dai fori del disco di dosaggio, sono associati dei trasduttori di forza (T, T’), per rilevare la resistenza allo scarico delle stesse dosi e per trasmettere questo dato al processore di controllo della machina. 13) Dosatrice secondo le rivendicazioni 11 e 12), in cui i pestelli (7) ai quali sono associati i trasduttori di forza (T, T’) sono posti a contatto con la loro estremità superiore col corpo di un sensore montato nella struttura di supporto degli stessi pestelli, il quale corpo è provvisto nella parte intermedia di un foro trasversale e passante (20) e sopra e sotto tale foro Io stesso corpo è dotato di recessi simmetrici di alleggerimento trasversale (23), in modo da conferire una sufficiente elasticità alla detta parte del corpo col foro, ed essendo previsto che nello stesso foro (20) siano fissati a parete dei trasduttori di forza (T, T’), essendo tale foro riempito successivamente con una resina autoindurente o con altro materiale che mantenga i sensori in posizione e li precarichi opportunamente, ed essendo previsto che i terminali elettrici (18) dei trasduttori escano da una o dalle opposte estremità del detto foro (20) e che attraversino dei tratti longitudinalmente spianati (21, 21) del detto corpo dei sensori, circoscritti da una boccola di protezione (24) e nella parte alta dei quali sono aperti dei fori trasversali (22) che vengono attraversati dai detti terminali elettrici e che si attestano in un foro assiale (17) del corpo del sensore, attraverso il quale i detti terminali elettrici escono superiormente dal medesimo sensore, per il collegamento elettrico ed elettronico agli altri componenti di controllo e di elaborazione. 14) Dosatrice a disco ed a pestelli, di tipo intermittente, monogiostra, particolarmente adatta per il confezionamento di dosi di prodotto incoerente in capsule di gelatina dura od altri contenitori, ad esempio in flaconi, realizzata in particolare, in tutto o sostanzialmente, come descritto, come illustrato nelle figure delle quattro tavole allegate di disegni e per gli scopi sopra esposti.
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