ITBL20000009A1 - Metodo di assemblaggio per incastro, delle parti di occhiali a giorno - Google Patents

Metodo di assemblaggio per incastro, delle parti di occhiali a giorno Download PDF

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Description

Descrizione dell’ INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo: “METODO DI ASSEMBLAGGIO, PER INCASTRO, DELLE PARTI DI UN OCCHIALE A GIORNO”
La presente innovazione attiene ad un nuovo ed originale metodo o sistema di assemblaggio delle varie parti costituenti la montatura autoportante degli occhiali del tipo cosi detto “a giorno”, essendo privi di cerchielli di contenimento delle lenti ed avendo gli elementi di reciproca unione delle lenti o ponte e di unione alle astine che sono fissati direttamente ai bordi delle lenti.
Caratteristica principale della presente innovazione è quella di prevedere l’unione delle lenti, tra loro e con gli elementi di nasello, per mezzo di un ponte che è dotato di due estremità con un piolino, fisso o sostituibile, e un riscontro destinati ad innestarsi in apposite sedi ricavate sui bordi interni delle due lenti da associare, l’estremità di innesto degli elementi di nasello costituendo anche l’elemento di ritenzione delle estremità del ponte, mentre le astine sono innestate ad appositi perni che sono solidali con una estremità dei rispettivi musetti, essendo l’altra estremità degli stessi musetti dotata di un piolino, fisso o sostituibile, e un riscontro per innestarsi alle rispettive sedi ricavate sui bordi esterni delle stesse lenti.
Le migliorate conoscenze sulle qualità dei materiali ha portato alla realizzazione di occhiali con lenti e montature sempre più leggere, per ridurre il disagio di dover indossare sul viso un elemento purtroppo necessario per correggere i difetti della vista o per proteggere dalle radiazioni o abbagliamenti.
Con l’uso di questi nuovi materiali, si sono realizzati occhiali con lenti e montature così leggere che talvolta gli occhiali vengono indossati, anche senza necessità di una funzione correttiva, terapeutica o protettiva, ma unicamente quale elemento decorativo del viso.
Un sicuro impulso al conseguimento di occhiali ultra leggeri é stato dato dall’uso di filo in leghe al titanio, con il quale é stato possibile realizzare montature estremamente leggere, oltre che sagomate in modo da superare l’uso di viti di chiusura sulle lenti e di incemieramento tra estremità di frontale ed astine.
Il superamento dell’uso delle viti di chiusura delle lenti e di incemieramento delle astine é stata una necessità dovuta alla difficoltà di saldatura che le leghe al titanio notoriamente presentano.
Per superare Γ inconveniente della insaldabilità di queste leghe usate nelle montature, si é ricorsi a vari sistemi di attorcigliamento delle estremità del filo usato per la realizzazione della montatura stessa o dei singoli elementi di ponte, di musetto e astine della montatura, impegnandole tra di loro e con le estremità forate delle lenti o sui loro bordi bisellati, secondo una serie molto ampia di soluzioni costruttive.
In particolare si è diffusa una soluzione di montatura “a giorno” realizzata con un elemento filiforme sagomato a ponte ed applicato direttamente su opportune sedi ricavate sui lati interni delle due lenti da associare, mentre su entrambi i lati esterni delle stesse lenti è stato realizzato un elemento filiforme con una estremità applicata in opportune sedi della lente, con funzione di musetto, e con l’altra estremità adeguatamente sagomata, in modo da poter contenere ed alloggiare l’estremità di incemieramento della rispettiva astina.
Tutte queste parti delle varie montature “a giorno” attualmente note essendo comunque realizzate con varie ed adeguate sagomature ed attorcigliamenti delle estremità del ponte, dei musetti e delle astine da associare.
Questa tecnica costruttiva ha avuto un sicuro riscontro produttivo, oltre che per l’effettiva leggerezza degli occhiali, anche per la novità commerciale di un simile tipo di occhiale che permetteva una soluzione personalizzata, diversa del tipo di occhiale fino ad allora conosciuto.
L’affermarsi di questa tecnica ha evidenziato però anche alcuni suoi aspetti meno positivi, a cominciare proprio dall’ aspetto estetico non positivo che i vari attorcigliamenti degli elementi di montatura comportano forzatamente.
Un altro aspetto non positivo degli occhiali “a giorno” é dato dalla difficoltà di conseguire e mantenere nel tempo una adeguata solidità della montatura, la quale tende inevitabilmente a diventare lasca e a non assicurare la dovuta rigidità.
Un ulteriore inconveniente riscontrato negli attuali occhiali “a giorno” é poi dato dal loro costo piuttosto elevato, dovuto principalmente al costo dei macchinari richiesti per poter conferire le varie sagomature agli elementi di filo al titanio, oltre che all’elevato costo del filo di lega usato.
Alla base della presente innovazione é posta la considerazione che la tecnologia attuale offre anche altri materiali leggeri, particolarmente materiali plastici, i quali, a differenza delle leghe al titanio, possono essere agevolmente sagomati per poter essere uniti ed intercambiati tra di loro e con le lenti da associare per semplice innesto delle varie parti.
Scopo principale del presente metodo é infatti quello di poter realizzare montature di occhiali “a giorno” che, uniscano i requisiti di una massima leggerezza e flessibilità con i requisiti di massima solidità costruttiva.
Altro scopo dell’innovazione è quello di poter conferire all’occhiale “a giorno” un suo aspetto estetico innovativo e più lineare, oltre che variabile, senza presentare i punti di attorcigliamento che le attuali montature realizzate con filo al titanio devono necessariamente prevedere.
Ulteriore scopo dell 'innovazione é quello di poter realizzare i vari elementi della montatura per semplice stampaggio, evitando di dover scaricare sulle montature realizzate i costi di compiesse macchine di sagomatura, oltre che i costi del materiali con cui sono realizzati..
Ennesimo scopo del metodo proposto é quello di poter conseguire una montatura di occhiale che sia completamente intercambiabile, oltre che personalizzabile, potendo essere assemblata dall’ottico o anche dal privato, senza necessità di alcun attrezzo o macchinario di assemblaggio.
Non ultimo scopo dell 'innovazione é quello di realizzare montature di occhiali del tipo “a giorno” con montature in materiale anallergico.
Questi ed altri scopi sono in effetti perfettamente conseguiti con l’attuazione del presente metodo di assemblaggio, per incastro, delle parti prestampate di occhiale, come di seguito viene descritto in una sua sequenza, indicativa ma non limitativa, proposta anche con l’ausilio di n. 11 figure schematiche riprodotte in n. 2 tavole allegate e delle quali:
- la fig.1 di tav. 1 rappresenta una vista verticale e dall’esterno di una lente destra di occhiale del tipo “a giorno”, così realizzata per l’attuazione del metodo in esame; - la fig. 2 rappresenta una vista in sezione trasversale di una parte della lente di fig.
1, secondo il suo piano di sezione I - I;
- la fig. 3 rappresenta una vista prospettica e in esploso di un musetto o estremità laterale da applicare alla lente di fig. 1 per l’incerneramento dell’astina, secondo il metodo in esame;
- la fig. 4 rappresenta una vista prospettica dell’astina da innestare al musetto di fig.
3, sempre secondo il presente metodo;
- la fig. 5 rappresenta una vista prospettica del nasello da associare alla lente di fig.
1, in abbinamento con il ponte di unione all’altra lente sinistra;
- la fig. 6 rappresenta una vista prospettica di un elemento di chiusura della lente al musetto o al ponte, come di seguito meglio specificato;
- la fig. 7 rappresenta una vista prospettica del ponte di unione tra la lente destra di fig. 1 e una simmetrica lente sinistra dello stesso occhiale da realizzare secondo linnovazione;
- la fig. 8 rappresenta una vista prospettica di una forma costruttiva nota di nasello, che è possibile applicare, anche nel presente metodo, in sostituzione dei naselli di fig. 5;
- la fig. 9 di tav. 2 rappresenta una vista verticale esterna di un frontale di occhiale del tipo “a giorno”, realizzati assemblandogli elementi di figg. da 1 a 7 di tav 1, secondo il presente metodo;
- la fig. 10 rappresenta una vista in pianta dei vari elementi di fig. 1 usati per essere assemblati nella formazione della parte destra di un occhiale realizzato con il metodo in esame, secondo il piano di sezione X - X;
- la fig. 11 rappresenta una vista in pianta degli stessi elementi di fig. 10, così come vengono assemblati secondo il presente metodo.
In tutte le figure gli stessi particolari sono rappresentati, o si intendono rappresentati, con lo stesso numero di riferimento.
Per l’attuazione del metodo in esame, una prima fase é data dalla preparazione e predisposizione delle varie parti che compongono Γ occhiale da assemblare, secondo le indicazioni delle varie figure di tav. 1.
Un primo componente é naturalmente costituito dalla coppia di lenti LI e L2 aventi le caratteristiche ottiche e/o protettive richieste dalla persona che deve indossare l’occhiale e sagomate con un profilo casuale, corrispondente a quello prescelto dalla stessa persona.
In prossimità del bordo esterno di ogni lente L1 e L2 viene realizzato un foro passante 1 con attigua rientranza 2 della stessa lente.
In prossimità del bordo interno di ogni lente L1 e L2 viene realizzato un altro foro passante 3 con attigua rientranza 4 del bordo della stessa lente.
Il metodo in esame prevede poi la realizzazione e predisposizione delle altre parti che compongono la montatura per occhiale “a giorno”, secondo l’innovazione.
In generale, é prevista la preparazione di una coppia di musetti 10, una coppia di astine 20, una coppia contrapposta di naselli 30, una coppia di riscontri 40 e un ponte di unione 50, come rappresentato rispettivamente nelle figg.da 3 a 7 di tav. 1.
Più dettagliatamente, una coppia dì musetti o estremità di incemieramento 10, ad esempio per stampaggio di adeguato materiale plastico, viene realizzata in forma indicativamente a “L”, con un lato 11 dotato di ribasso 12 al quale é solidale, in modo fisso o amovibile, un piolino 13 con testa maggiorata 13a.
Ogni musetto 10, in conseguenza dell’ abbassamento 12 presenta anche una spalla 19.
Il lato opposto 14 di ogni musetto 10 é dotato di una coppia di pareti 15 e 16, del tipo femmina per incemieramento, distanziate da un vano 17 ed unite da un perno 18 che preferenzialmente viene realizzato assieme al musetto 10.
Una astina 20, realizzata ad esempio per stampaggio di adeguato materiale plastico, é dotata di estremità di incemieramento 21 con parte finale 22, del tipo maschio per incerniemamento, che é munita di un foro passante 23 collegato ad una apertura svasata 24. Detta apertura 24 é sagomata in modo da non raggiungere il diametro massimo del foro 23.
Una coppia di placchette per nasello 30, realizzate ad esempio per stampaggio di adeguato materiale morbido ed anallergico, é costituita da una parte superiore o riscontro 31, con superficie ribassata 32 che é dotata di foro passante 33, il quale é collegato ad una apertura svasata 34, essendo detta apertura 34 sagomata in modo da non raggiungere il diametro massimo del foro 33.
Ogni placchetta é poi dotata di un gambo o nasello 35, rispettivamente destro e sinistro, per essere associato alla rispettiva lente L1 o L2.
Una coppia di riscontri 40 sono dotati di una parte ribassata 42 , con foro passante 43 ed apertura svasata 44, che è sagomata in modo da non raggiungere il diametro massimo del foro 43.
Un ponte 50, di unione tra le due lenti L1 e L2 é sostanzialmente costituito da due estremità 51 con ribassi 52 adeguatamente inclinati, ai quali sono fissati, in modo stabile o amovibile, dei piolini 53 con base 53a e con testa allargata 53b.
Per la presenza dei ribassi 52, il ponte 50 presenta poi anche due spalle 59. Dopo una prima fase di preparazione degli elementi sopraccitati, il presente metodo prevede le successive fasi di assemblamento che di seguito vengono riassunte e che si possono desumere dalle varie figure di tavola 2.
Una fase di assemblamento é data dall’infilare il piolino 13 dei musetti 10 nei rispettivi fori passanti 1 delle lenti L1 e L2.
Il diametro dei fori 1 é calibrato per alloggiare senza gioco la base 13a del piolino 13, mentre la larghezza delle rientranze 2 delle stesse lenti L1 e L2 é calibrata per alloggiare senza gioco gli spallamenti 19 dei musetti 10, eliminando così ogni possibilità di lasco ed oscillazione delle lenti sui rispettivi musetti 10.
Sulla superficie interna delle lenti L1 e L2, viene applicata una coppia di riscontri 40, spingendone la parte svasata 44 contro il rispettivo piolino 13.
Per effetto di questa spinta, si ha una leggera divaricazione delle due parti svasate, tale comunque da consentire Γ inserimento dello stesso riscontro 40 sul piolino 13 di entrambi i musetti 10, mentre la testa maggiorata 13b degli stessi piolini 13 impedisce ai riscontri 40 di sfilarsi assialmente.
Con questa spinta di bloccaggio, la base 49 dei riscontro 40 va ad alloggiarsi entro il vano 2 della rispettiva lente, vincolandosi alla stessa per non ruotare sul piolino 13.
In una altra fase di assemblamento dell’occhiale in oggetto, si spinge l’estremità 22 dell’astina 20 entro il vano 17 del rispettivo musetto 10, in modo tale che la svasatura 24 incontri e superi il perno 18, obbligandolo così ad alloggiarsi entro il foro 23 della stessa astina 20.
In questa fase vengono così fissate le astine 20 al musetto 10, consentendo loro una normale rotazione di apertura e chiusura regolata sul musetto 10.
In una diversa fase, i piolini 53 del ponte 50 vengono infilati nei fori 3 delle lenti L1 e L2, mentre le spalle 59 dello stesso ponte 50 vanno ad alloggiarsi entro la feritoia 4 delle stesse lenti L1 - L2.
Per effetto della calibratura del foro 3 e della feritoia 4, rispetto alle dimensioni delle basi 53a dei piolini 53 e degli spallamenti 59 del ponte 50, si ha un sicuro innesto del ponte alle lenti L1 e d L2, senza possibilità di oscillazioni.
Sulla superficie interna delle stesse lenti L1 e L2, la superficie ribassata 32 dei naselli 30 viene spinta conto lo sporgente piolino 53, in modo da allargare la svasatura 34 di quanto basta per obbligare detti piolini 53 ad alloggiarsi nei fori 33 del rispettivo nasello 30, mentre la testa maggiorata 53b impedisce allo stesso nasello 30 di scorrere assialmente sul piolino 53 e di sfilarsi dall' innesto con il ponte 50 e con la lente intermedia L1 o L2 che rimane bloccata.
anche in questa fase si ha Γ alloggiamento degli spallamenti 39 dei naselli 30 entro le riseghe 4 delle lenti L1 e L2, impedendo così agli stessi naselli di spostarsi, rispetto alla posizione voluta.
Con queste poche e semplici fasi di innesto ed assemblaggio dei musetti 10 e del ponte 50 alle lenti L1 ed L2, adeguatamente riprese e vincolate dalla applicazione delle riprese laterali 40 e dei naselli 30, oltre che con il semplice innesto delle astine 20 ai perni 18 sui vani 17 dei musetti 10, si ottiene la realizzazione di un occhiale del tipo “a giorno” realizzato con semplici e sicuri elementi che assicurano la massima leggerezza dell’occhiale, seppure con la massima stabilità e rigidezza e con un deciso contenimento dei costi di produzione degli elementi e di un loro assemblaggio, oltre che la possibilità della massima intercambiabilità dei pezzi, conforme ai vari scopi specificati.
Con riferimento alla fìg. 8 si vuole indicare la possibilità di realizzare una prima variazione sulla forma delle parti componenti e conseguentemente sulle fasi di realizzazione dell’occhiale citato. In detta figura é riprodotto infatti un nasello 60 di tipo classico, dotato di una feritoia 61 sulla sua base, potendosi applicare lo stesso nasello alla parete interna del ponte 50, adeguatamente dotato di opportuno riscontro.
In questo modo si renderebbe superfluo l’uso dei naselli 30, mentre per il bloccaggio delle lenti L1 e L2 ai piolini 53 é sufficiente utilizzare un’altra coppia di riscontri 40.
Naturalmente, come già citato, la soluzione costruttiva e la conseguente successione delle fasi indicate sono state illustrate a titolo puramente indicativo e non imitativo.
É possibile infatti, ad esempio sostituire le astine 20 con normali astine da unire alle estremità di incernieramento 15 - 16 dei musetti 10, per mezzo di una tradizionale vite avente anche la funzione di perno di incemieramento.
E possibile inoltre realizzare musetti 10 e ponti 50 dotati di piolini 13 e 53 aventi diverse lunghezze, in relazione ai prevedibili spessori delle lenti da applicare, così come é possibile prevederne una loro sostituzione con altri piolini di adeguate misure.
É poi possibile conseguire il giusto grado tenuta delle lenti al musetto ed al ponte lavorando sullo spessore dei riscontri 40 e o della parte di innesto 31 dei nasello 30, così come é possibile sostituire detti riscontri 40 o parti di nasello 31 con normali cappucci ad innesto sui piolini 13 e 53.
É ancora possibile sagomare i musetti 10 e il ponte 50 con spallamenti 19 e 59 oltre che con ribassi 12 e 52 ricavati sul lato opposto a quello esemplificato, per un innesto realizzato sulla superficie interna delle lenti L1 e L2.
Queste ed altre analoghe modifiche o adattamenti al metodo di realizzazione di occhiali “a giorno” fino ad ora esemplificato, si intendono comunque rientranti nella originalità dell’ innovazione che si vuole proteggere.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI. 1.- Metodo di assemblaggio, per incastro, delle parti di un occhiale a giorno, caratterizzato dal fatto di prevedere una serie di fasi di preparazione e di assemblaggio dei vari elementi costituenti l’occhiale del tipo citato, essendo le stesse fasi finalizzate a predisporre ed utilizzare particolari parti di ogni elemento che sono sagomate appositamente per potersi innestare nelle altre parti degli altri elementi; 2.- Metodo di assemblaggio, per incastro, delle parti di un occhiale a giorno, come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che, in una prima fase, si predispongono gli elementi da assemblare che sono sostanzialmente costituiti da; - una coppia di lenti L1 - L2 dotate di fori passanti 1 e 3, con attigue rientranze 2 e 4 disposte sul loro profilo occasionalmente sagomato; - una coppia di musetti contrapposti 10 o estremità laterali delle lenti LI - L2, essendo ogni musetto 10 dotato di estremità 11 con spalla 19 e ribasso 12 sul quale é fissato, in modo stabile o amovibile, un piolino 13 la cui base 13a é calibrata per essere alloggiata nelle rispettive sedi 1 e 3 delle lenti L1 1 L2 e la cui estremità 13b sia stata maggiorata, essendo gli stessi musetti 10 dotati dì una estremità opposta 14 sagomata come elemento femmina di incernieramento, con pareti 15 e 17 intervallate dal vano 17 e unite da un perno 18; - una coppia di astine 20 dotate di estremità di incemieramento 21 con parete 22 di innesto avente un foro 23 reso aperto da una svasatura 24, essendo detta parete 22 sagomata in modo da potersi infilare ed incernierare nel vano 17 e sul perno 18 di ogni musetto 10; - una coppia di naselli 30 contrapposti, dotati di estremità a nasello 35 ed estremità opposta 31 che è sagomata con una spalla 39, con un ribasso 32 e foro passante 33 reso aperto dalla svasatura 34; - una coppia di riscontri 40 contrapposti, con spalla 49 e ribasso 42 sul quale è ricavato un foro passante 43 reso aperto dalla svasatura 44; - un ponte 50, dotato di due estremità 51 con spalla 59 e ribasso 52 sul quale é fissato, in modo stabile o sostituibile, un piolino 53 la cui base calibrata 53a è destinata ad essere alloggiata nei fori 3 delle lenti L1 e L2, mentre le rispettive spalle 59 sono calibrate per essere alloggiate nei vani 4, essendo le stesse spine o piolini 53 dotati di testa maggiorata 53b; 3.- Metodo di assemblaggio, per incastro, delle parti di un occhiale a giorno, come alle rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto che una fase di assemblaggio prevede linnesto della parete 22 dellastina 20 entro il vano 17 del musetto 10, in modo tale che, con adeguata pressione, il perno 18 si innesti nel foro 12, dopo essere stato appoggiato sulla svasatura 24; 4.- Metodo di assemblaggio, per incastro, come alle rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto che una fase di assemblaggio prevede l’introduzione della base 13a del piolino 13 di ogni musetto 10 nei rispettivi fori calibrati 1 delle lenti L1 e L2, in modo tale che le spalle 19 degli stessi musetti si innestino nei rispettivi vani 2 calibrati delle lenti L2 e L2, per impedire ogni oscillazione tra musetto 10 la rispettiva lente L1 o L2; 5.- Metodo di assemblaggio, per incastro, come alla rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che, in una successiva fase di assemblaggio, sul lato della lente LI e L2 che sia opposto al lato di applicazione del musetto 10, viene spinto un riscontro 40 in modo che la sua svasatura 44 si imbocchi sul rispettivo spinotto 13 fintanto che lo stesso spinotto venga ad essere alloggiato nel foro 43, mentre la sua spalla 49 si alloggia nella rientranza 2 della rispettiva lente LI o L2, mentre la testa 13b dello stesso piolino 13 impedisce ogni traslazione sul suo stelo; 6.- Metodo di assemblaggio, per incastro, delle parti di un occhiale a giorno, come alle rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto di prevedere una fase di innesto delle basi calibrate 53a del ponte 50 entro i rispettivi fori calibrati 3, mentre le loro attigue spalle 59 si innestano nelle sedi calibrate 4 delle stesse lenti L1 e L2, in modo da rendere impossibile ogni oscillazione tra il ponte e i due lenti L1 e L2 ad esso associate; 7.- Metodo di assemblaggio, come alla rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che, in una successiva fase di assemblaggio, sul lato delle lenti L1 e L2 opposto al lato di applicazione dei ribassi 52 del ponte 50, viene spinto il lato 31 di un elemento di nasello 30, in modo che la sua estremità di nasello 35 sia adeguatamente posizionata per la sua funzione, fìntanto che la sua svasatura 34 consenta il passaggio del perno 53 ed il suo alloggiamento nel suo foro 33, con inserimento della spalla 39 nel vano 4 delle lenti L1 e 12, essendo impedita ogni sua traslazione si piolino 53 dalla testa maggiorata 53b; 8.- Metodo di assemblaggio, come alla rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che, in una successiva fase di assemblaggio, sul lato delle lenti L1 e L2 opposto al lato di applicazione dei ribassi 52 del ponte 50, viene spinta la svasatura 44 di un ulteriore riscontro 40, fintanto che il perno 53 si alloggia nella sua sede 43, con inserimento della spalla 49 nel vano 4 delle lenti L1 e L2, secondo una variazione costruttiva e di metodo che preveda l’applicazione di tradizionali naselli 60 al posto dei naselli 30; 9.- Metodo di assemblaggio, per incastro, delle parti di un occhiale a giorno, come alle rivendicazioni da 1 a 8, caratterizzato dal fatto di poter prevedere fasi alternative o aggiuntive di preparazione e assemblaggio dei componenti, con possibilità di prevedere elementi e fasi tradizionali dì assemblaggio, quali ad esempio l’uso di tradizionali sistemi di incemieramento delle astine, pur riamando inalterate le altre parti e fasi di assemblaggio, secondo il metodo rivendicato.
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