IT201800006469A1 - Dispensatore di agenti di lavaggio e metodo di montaggio - Google Patents

Dispensatore di agenti di lavaggio e metodo di montaggio Download PDF

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Description

Descrizione dell’invenzione industriale dal titolo:
“Dispensatore di agenti di lavaggio e metodo di montaggio”,
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Campo dell’invenzione
La presente invenzione si riferisce ai dispensatori di agenti di lavaggio per macchine lavastoviglie domestiche, e più particolarmente ai dispensatori destinati ad essere montati in corrispondenza di una delle pareti che definiscono una vasca di lavaggio di una macchina lavastoviglie, quale ad esempio una parete interna o controporta di una porta frontale che delimita frontalmente la vasca della macchina. L’invenzione è stata sviluppata con particolare riferimento ai dispensatori destinati ad essere montati in corrispondenza di una parete della vasca che è formata almeno in parte con un materiale plastico.
Stato della tecnica
Come è noto, le lavastoviglie domestiche sono usualmente dotate di una porta frontale, la cui struttura include una parete che, quando la porta stessa è chiusa, delimita frontalmente la vasca di lavaggio della macchina. Tale parete è in genere definita “controporta” (“inner door panel”).
Nella maggior parte delle soluzioni note, il dispensatore di agenti di lavaggio della lavastoviglie è fissato in corrispondenza di una apertura passante della controporta, di modo che una sua porzione anteriore risulti affacciata verso l’interno della vasca, per consentire l’erogazione degli agenti di lavaggio. In altri casi il dispensatore di agenti di lavaggio è invece fissato in corrispondenza di una apertura passante di una delle parti fisse della vasca, quale ad esempio una sua parete laterale. Nel seguito, quindi, con il termine “parete di montaggio”, si intenderà designare la parete in corrispondenza della quale è montato il dispensatore, sia essa la parete “mobile” della vasca realizzata dalla controporta oppure una delle pareti fisse della vasca, ad esempio una parete laterale.
Tra la suddetta porzione anteriore del dispensatore ed il lato frontale della parete di montaggio è usualmente prevista una guarnizione di tenuta.
La parete di montaggio è tradizionalmente una parete formata con materiale metallico, generalmente acciaio inossidabile, sebbene in tempi recenti si sia diffusa la realizzazione di vasche di lavaggio con pareti, ad esempio controporte, formate almeno in parte con un polimero o materiale plastico, ad esempio in forma di guscio di materiale termoplastico. Tale tipo di realizzazione è in particolare inteso per ridurre i costi e/o ottenere più agevolmente delle forme complesse per la vasca della macchina.
In vista del fatto che la parete di montaggio è direttamente esposta all’ambiente di lavaggio, essa può essere occasionalmente soggetta a deformazioni o dilatazioni, in particolare durante l’effettuazione di fasi a caldo di un ciclo di funzionamento della lavastoviglie, quale ad esempio fasi di lavaggio o fasi di risciacquo effettuate con liquido riscaldato all’interno alla vasca. La problematica può essere presente in particolare in occasione dell’effettuazione di programmi di lavaggio detti “energici”, che sono contraddistinti - tra le altre cose - da temperatura relativamente elevate del liquido di trattamento.
Le suddette deformazioni o dilatazioni potrebbero comportare perdite di tenuta in corrispondenza della suddetta guarnizione, che circonda l’apertura passante della parete di montaggio in corrispondenza della quale è montato il dispensatore. Per tale ragione, il fissaggio del dispensatore sulla parete di montaggio viene realizzato in modo robusto e a tal fine vengono preferibilmente utilizzate guarnizioni concepite per realizzare una tenuta di tipo assiale tra il corpo del dispensatore ed il lato frontale della parete di montaggio. Il corpo del dispensatore è tipicamente assicurato alla parete di montaggio utilizzando una serie di organi filettati, disposti e serrati in modo da impaccare assialmente la guarnizione tra il corpo del dispensatore e la parete di montaggio, irrobustendo al contempo la zona di tenuta. Questo tipo di fissaggio risulta piuttosto laborioso, aumentando i tempi e la complessità di realizzazione della lavastoviglie.
Scopo e sintesi dell’invenzione
La presente invenzione si propone essenzialmente di risolvere gli inconvenienti indicati della tecnica nota, tramite un dispensatore di agenti di lavaggio di costruzione economica, ma al contempo tale da poter essere montato in modo semplice, rapido e affidabile su di parete di una vasca formata almeno in parte con un materiale plastico o polimerico. Questo ed altri scopi ancora, che risulteranno maggiormente chiari in seguito, sono raggiunti secondo la presente invenzione da un dispensatore di agenti di lavaggio aventi le caratteristiche delle rivendicazioni allegate. Formano altresì oggetto dell’invenzione lavastoviglie domestica utilizzante un tale dispensatore, nonché un metodo per il montaggio di un tale dispensatore.
Le rivendicazioni costituiscono parte integrante dell’insegnamento tecnico qui fornito in relazione all’invenzione.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue, effettuata con riferimento ai disegni annessi, forniti a puro titolo di esempio non limitativo, nei quali:
- la figura 1 è una vista prospettica schematica di una macchina lavastoviglie, con una porta frontale in posizione aperta;
- la figura 2 è una vista prospettica schematica di un corpo di dispensatore di un dispensatore in accordo a possibili forme di attuazione dell’invenzione;
- la figura 3 è una vista prospettica schematica di un dispensatore in accordo a possibili forme di attuazione dell’invenzione, in una fase di montaggio su di una parete di una vasca di lavaggio di una lavastoviglie, tale parete essendo rappresentata solo parzialmente;
- le figure 4 e 5 sono viste prospettiche schematiche, da diverse angolazioni, di una guarnizione di tenuta utilizzabile in un dispensatore in accordo a possibili forme di attuazione dell’invenzione;
- le figure 6 e 7 sono viste parziali e schematiche di porzioni della guarnizione delle figure 4-5;
- la figura 8 è una vista prospettica schematica di un telaio per un dispensatore in accordo a possibili forme di attuazione dell’invenzione;
- la figura 9 è una vista prospettica, parziale e schematica, di un dispensatore in accordo a possibili forme di attuazione dell’invenzione, montato su di una parete di una vasca di lavaggio di una lavastoviglie;
- la figura 10 è un dettaglio di figura 9;
- la figura 11 è una vista prospettica schematica di un telaio per dispensatore in accordo a possibili forme di attuazione dell’invenzione, associato ad una parete di una vasca di lavaggio di una lavastoviglie;
- la figura 12 è una vista sezionata simile a quella di figura 11;
- la figura 13 è un dettaglio in maggior scala di figura 12;
- la figura 14 è una vista sezionata simile a quella di figura 9;
- la figura 15 è un dettaglio in maggior scala di figura 14;
- la figura 16 è una sezione laterale simile a quella di figura 15;
- la figura 17 è una vista prospettica schematica di un telaio per un dispensatore in accordo ad altre possibili forme di attuazione dell’invenzione;
- la figura 18 è un dettaglio in maggior scala di figura 17;
- la figura 19 è una vista prospettica schematica di un telaio per un dispensatore in accordo ad altre possibili forme di attuazione dell’invenzione, con un relativo controtelaio;
- la figura 20 è una sezione schematica di un dispensatore in accordo a possibili forme di attuazione dell’invenzione, montato su di una parete di una vasca di lavaggio di una lavastoviglie utilizzando il telaio ed il contro-telaio di figura 18;
- la figura 21 è un dettaglio in maggior scala di figura 20;
- la figura 22 è un vista simile a quella di figura 21, relativa ad una variante dell’invenzione; e
- la figura 23 è una vista prospettica, parziale e schematica, di una macchina lavastoviglie secondo una possibile ulteriore forma di attuazione.
Descrizione di forme di attuazione preferite
Il riferimento ad una forma di attuazione all’interno di questa descrizione sta ad indicare che una particolare configurazione, struttura, o caratteristica descritta in relazione alla forma di attuazione è compresa in almeno una forma di attuazione. Quindi, frasi come “in una forma di attuazione”, “in varie forme di attuazione” e simili, eventualmente presenti in diversi luoghi di questa descrizione, non sono necessariamente riferite alla stessa forma di attuazione. Inoltre, particolari conformazioni, strutture o caratteristiche definite all’interno di questa descrizione possono essere combinate in ogni modo adeguato in una o più forme di attuazione, anche differenti da quelle raffigurate. I riferimenti numerici e spaziali (quali “superiore”, “inferiore”, “alto”, “basso”, eccetera) qui utilizzati sono soltanto per comodità e non definiscono dunque l’ambito di tutela o la portata delle forme di attuazione. Nelle figure sono utilizzati medesimi numeri di riferimento per indicare elementi analoghi o tra loro tecnicamente equivalenti.
In figura 1 è rappresentata in forma schematica una macchina lavastoviglie, indicata nel suo complesso con 1, equipaggiata con un dispensatore di agenti di lavaggio realizzato in accordo all’invenzione. Nel caso esemplificato la lavastoviglie 1 ha un mobile o struttura 2 definente al proprio interno una vasca o camera di lavaggio 3. Con 4 è indicata nel suo complesso una porta frontale della macchina 1, associata al mobile 2 in modo da poter essere spostata tra una posizione di apertura ed una posizione di chiusura. In varie forme di attuazione, quale quella esemplificata, la porta 4 è spostabile angolarmente tra le suddette posizioni, preferibilmente ma non necessariamente secondo un asse sostanzialmente orizzontale. La lavastoviglie 1 potrebbe tuttavia essere di altro tipo, ad esempio con almeno una porta traslabile o scorrevole: in alcune lavastoviglie, infatti, la porta di caricamento non è ribaltabile, ma scorrevole linearmente su apposite guide, ad esempio similmente a FR-A-2.674.426; in altre soluzioni ancora, la lavastoviglie può presentare un cestello di contenimento delle stoviglie da lavare configurato come cassetto scorrevole, la cui parete frontale realizza di fatto una porta della macchina.
La faccia interna della porta 4 comprende una parete di vasca 5, nel seguito identificata anche come “controporta”, avente un lato esterno 5a che realizza la superficie frontale della vasca di lavaggio 3. La vasca 3 è delimitata anche da una pluralità di pareti di vasca fisse, una delle quali indicata con 5’, che comprendono tipicamente due pareti laterali, una parete posteriore, una parete superiore o cielo ed una parete inferiore o fondo.
Nella controporta 5 è montato, in corrispondenza di una relativa apertura passante, un dispensatore di agenti di lavaggio, indicato globalmente con 10 e solo schematizzato in figura 1. In varie forme di attuazione la controporta 5, o almeno una sua parte in cui è definita la suddetta apertura passante, è formata in materia plastica, ad esempio tramite stampaggio ad iniezione di un materiale termoplastico. La macchina 1 comprende poi tutti gli elementi normalmente noti per il suo funzionamento, che prescindono dalle finalità dell’invenzione e che non verranno quindi qui descritti.
Il montaggio del dispensatore 10 sulla controporta 5 deve essere inteso come esemplificativo, in quanto esso potrebbe essere installato in corrispondenza di un’apertura passante di una qualsiasi delle pareti della vasca 3, ad esempio una parete stazionaria, quale la parete laterale indicata con 5’, o una parete mobile, quale la parete 5 di una porta (o di un cassetto mobile): pertanto, quando qui di seguito descritto in relazione al montaggio del dispensatore 10 sulla controporta 5 deve intendersi esemplificativo anche del montaggio del dispensatore 10 su una qualsiasi altra parete della vasca 3, in particolare una sua parete fissa. Il lato qui definito “esterno” della parete di montaggio del dispensatore 10 (sia essa una parete mobile 5 o una parete fissa 5’) indica la superficie di tale parete rivolta verso l’interno della vasca di lavaggio della macchina, mentre il lato definito “interno” indica la superficie della stessa parete opposta al lato esterno. Il lato qui definito “di montaggio” indica il lato della parete di vasca (sia essa una parete mobile 5 o una parete fissa 5’) a partire dal quale il corpo di dispensatore 11 viene inserito attraverso la relativa apertura passante A.
Con riferimento alla figura 2, in varie forme di attuazione il dispensatore 10 comprende un corpo di dispensatore 11, il quale è preferibilmente formato almeno in parte con materiale termoplastico stampato. Di preferenza, il corpo 11 è formato in più pezzi, ad esempio stampate con materiale termoplastico separatamente l'uno dall'altro e poi uniti tra loro, ad esempio tramite saldatura. Al corpo 11 sono associati vari organi funzionali, di tipo in sé noto e quindi non descritti, necessari al suo funzionamento (quali mezzi attuatori, uno sportello e/o un tappo, un sistema di aggancio/sgancio di uno sportello, una valvola di dosaggio di un agente di lavaggio liquido, eccetera).
Nell’esempio illustrato il corpo di dispensatore 11 comprende una prima parte 11’, atta ad essere almeno in parte inserita in un’apertura passante della parete 5 della vasca, ed una seconda parte 11”, destinata a sporgere almeno in parte dal lato anteriore o esterno 5a della controporta 5; nel seguito, per semplicità, le suddette parti di corpo 11’ e 11” verranno anche identificate come “parte posteriore” e “parte anteriore”, rispettivamente.
In varie forme di attuazione, nel fronte del corpo 11, ovvero della parte anteriore 11”, è definito un ricettacolo 12 atto al contenimento di un agente di lavaggio, quale un agente di lavaggio solido in forma di polvere o di pastiglia (per quanto non sia escluso il contenimento di sostanze di lavaggio in altra forma, quale un liquido o un gel). In corrispondenza del ricettacolo 12, al corpo 11, ovvero alla parte anteriore 11”, è vincolato uno sportello, indicato complessivamente con 13, comprendente ad un esempio un corpo di sportello formato tramite stampaggio di materiale termoplastico. Lo sportello 13 è montato mobile sulla parte di corpo 11”, in modo da potersi spostare tra una posizione di chiusura ed una posizione di apertura del ricettacolo 12. A tale scopo, ad esempio, lo sportello 13 può essere vincolato relativamente al corpo di dispensatore 11 tramite guide di scorrimento 14, ed al medesimo corpo 11 può essere associato un idoneo sistema di aggancio/sgancio dello sportello 13, secondo tecnica in sé nota.
In varie forme di attuazione, in aggiunta o in alternativa al sistema di erogazione comprensivo di ricettacolo 12 e sportello 13, il dispensatore 10 definisce all’interno del corpo 11 un serbatoio per un agente di lavaggio liquido (ad esempio un brillantante), ed al corpo stesso è associata un sistema per il dosaggio e l’erogazione di tale agente di lavaggio liquido. Riferendosi all’esempio non limitativo illustrato in figura 2, a fianco della zona in cui è definito il ricettacolo 12, è associato un coperchio 15, provvisto di un relativo dispositivo di aggancio/rilascio azionabile manualmente. Il coperchio 15 è preferibilmente incernierato alla parte anteriore 11” del corpo di dispensatore 11 per ruotare secondo un asse generalmente orizzontale, potendo tuttavia essere montato scorrevole. Lo sportello 15 è destinato a coprire una relativa zona in cui si trova l’imbocco del sopra citato serbatoio. Nella stessa zona sottesa dal coperchio 15 può essere presente una apertura di uscita facente parte del sistema di erogazione dell’agente di lavaggio liquido, e a tale scopo il corpo del coperchio 15 presenta di preferenza aperture o passaggi atti a consentire il deflusso di tale agente liquido verso l'interno della vasca di lavaggio 3 della macchina 1. La presenza di due diversi sistemi di erogazione di due diversi agenti di lavaggio non costituisce caratteristica essenziale dell’invenzione. Lo stesso dicasi per quello che riguarda la realizzazione esemplificata di tali due sistemi di erogazione, che potrebbero infatti essere realizzati secondo qualsiasi altra tecnica di per sé nota nel settore.
In figura 3 è visibile una porzione della controporta 5, come detto formata almeno in parte in materia plastica. In varie forme di attuazione la materia plastica in questione è con polipropilene, eventualmente caricato (ad esempio con talco), oppure polipropilene masterizzato, oppure una miscela polipropilene polietilene. Come detto, la parete di montaggio 5 del dispensatore 10 potrebbe comunque essere una delle pareti fisse della vasca 3, ad esempio la parete indicata con 5’ in figura 1.
La controporta 5 è dotata di una apertura passante A, per il montaggio del dispensatore 10, come in seguito descritto. In varie forme di attuazione, l’apertura A è sostanzialmente quadrangolare, particolarmente sostanzialmente rettangolare con angoli arrotondati, ma non sono escluse altre forme.
In varie forme di attuazione preferenziali, la controporta 5 è conformata – ad esempio tramite stampaggio a iniezione, oppure tramite termoformatura, oppure tramite stampaggio per soffiaggio - in modo da definire integralmente un labbro o bordo perimetrale dell’apertura passante A, tale bordo essendo indicato con 20. Il bordo 20 è di preferenza orientato verso l’interno della porta 4 o, più in generale, verso l’esterno della vasca della lavastoviglie 1. Il bordo 20 si eleva da un lato interno 5b della controporta 5 (o altra parete della vasca), quale il lato opposto al lato 5a della controporta 5 (o altra parete) che delimita parte della vasca 3 (vedere figura 1).
Ai fini del montaggio, il corpo di dispensatore 11 viene parzialmente inserito nell’apertura A, a partire dal lato di montaggio 5a della controporta 5, come visibile in figura 3, in modo tale per cui la parte posteriore 11’ del corpo 11 risulti alloggiata all’interno della porta 4, e la parte anteriore 11” del corpo 11 sporga frontalmente dalla controporta 5, ovvero dal suo lato 5a destinato ad essere rivolto verso l’interno della vasca di lavaggio. Prima del suddetto inserimento, sul corpo di dispensatore 11 viene montata una guarnizione anulare, indicata con 30, sostanzialmente in corrispondenza di una zona di transizione tra le due parti 11’ e 11” del corpo 11, ed il corpo di dispensatore 11 viene poi fissato in posizione relativamente alla parete 5. La guarnizione 30 è di preferenza formata con un materiale elastomero, ad esempio un silicone.
La parte di corpo anteriore 11” ha preferibilmente dimensioni di ingombro perimetrale maggiori sia rispetto all’apertura passante A, sia rispetto alla parte di corpo posteriore 11’ del corpo 11: in tal modo, il corpo 11 può essere fissato in posizione di modo che la guarnizione 30 si trovi in una condizione di almeno parziale compressione elastica, onde esercitare tenuta, almeno tra la parte di corpo anteriore 11” ed il lato di montaggio 5a della parete 5.
Una possibile forma di attuazione della guarnizione 30 è visibile nelle figure 4-5, e nei relativi dettagli delle figure 6-7. Nell’esempio la guarnizione 30 ha sagoma anulare, qui generalmente quadrangolare con angoli arrotondati, particolarmente sostanzialmente rettangolare. In varie forme di attuazione, la guarnizione 30 ha una porzione di piede 30a, destinata ad essere accoppiata in una corrispondente sede S (figura 3) definita nel corpo di dispensatore 11, nell’esempio sostanzialmente in prossimità della transizione o giunzione tra le due parti di corpo 11’ e 11”. In varie forme di attuazione, la guarnizione 30 ha una porzione di testa 30b, che si estende preferibilmente dalla parte opposta rispetto alla porzione 30a, che è configurata per realizzare una prima tenuta, particolarmente una tenuta di tipo sostanzialmente radiale, come in seguito descritto. In varie forme di attuazione, la guarnizione 30 è conformata in modo da realizzare anche una tenuta di tipo assiale. Nell’esempio illustrato, la guarnizione 30 comprende a tale scopo una porzione intermedia 30c, ad esempio configurata come parte sporgente, in guisa di flangia, verso l’esterno del profilo anulare della guarnizione stessa. Dal dettaglio di figura 7 si nota come, in possibili forme di attuazione, la porzione di piede 30a, configurata per il fissaggio in posizione della guarnizione 30, possa essere generalmente cava, ovvero includere due pareti anulari generalmente parallele, unite localmente tra loro a mezzo di pareti trasversali 30d di irrigidimento.
Il fissaggio del corpo 11 alla parete 5 è realizzato per il tramite di una cornice o telaio, indicato complessivamente con 40 in figura 3. Come visibile anche in figura 8, in varie forme di attuazione il telaio 40 ha forma sostanzialmente anulare, onde definire un passaggio centrale B attraverso il quale è inseribile la parte posteriore 11’ del corpo di dispensatore 11. Di preferenza, il passaggio B ha un profilo sostanzialmente quadrangolare, particolarmente sostanzialmente rettangolare con angoli arrotondati, ma non sono escluse altre forme.
In varie forme di attuazione preferenziali il telaio 40 è formato in un pezzo unico di materiale metallico, ad esempio tramite stampaggio o tranciatura da lamiera. Di preferenza il telaio 40 ha una parete di base 40a, sostanzialmente piana, destinata all’appoggio rispetto al lato interno 5b della controporta 5, in tale parete di base 40a essendo definito il passaggio B. Nell’esempio la parete di base 40a ha un profilo periferico continuo sostanzialmente rettangolare, ma ciò non costituisce caratteristica essenziale.
In varie forme di attuazione preferenziali, il telaio 40 è provvisto di primi elementi di accoppiamento, che sono accoppiabili con corrispondenti secondi elementi di accoppiamento complementari previsti nella parte posteriore 11’ del corpo 11. Di preferenza i suddetti primi e secondi mezzi di accoppiamento sono mezzi ad accoppiamento rapido, particolarmente con un reciproco aggancio elastico o a scatto. Sempre preferibilmente, i primi mezzi di accoppiamento sono definiti integralmente dal corpo del telaio 40, ovvero in un pezzo unico con esso. Allo stesso modo, preferibilmente, i secondi mezzi di accoppiamento sono definiti integralmente con una parte del corpo di dispensatore 11, ovvero in un pezzo unico con tale parte.
Riferendosi in particolare alle figure 3 e 8, in varie forme di attuazione, i suddetti primi mezzi di accoppiamento comprendono alette 41 che si elevano o sporgono dal retro del telaio 40, ovvero dal retro della sua parete di base 40a, e che sono sostanzialmente distribuite lungo il perimetro del passaggio centrale B. Le alette 41 sono di preferenza almeno leggermente inclinate verso il centro del passaggio B e sono elasticamente flessibili.
Dall’altro lato, i suddetti secondi mezzi di accoppiamento sono previsti sul corpo di dispensatore 11, e particolarmente in corrispondenza del profilo periferico della sua parte posteriore 11’. Nell’esempio, i secondi mezzi di accoppiamento comprendono denti o rilievi di aggancio 16, che sporgono verso l’esterno dalle pareti laterali della parte posteriore 11’ del corpo 11, in posizioni sostanzialmente corrispondenti a quelle delle alette 41 del telaio 40.
Ai fini del fissaggio, come detto, la parte 11’ viene inserita attraverso l’apertura A della controporta 5, con il telaio 40 che è disposto in corrispondenza del lato interno 5b della stessa controporta, in particolare con la parete di base 40a del telaio in appoggio su tale lato 5b. Nel corso dell’inserimento le alette 41 giungono in appoggio sui rilievi di aggancio 16, flettendo elasticamente verso l’esterno (rispetto al passaggio B del telaio 40), per poi ritornare elasticamente verso l’interno, sino alla posizione di aggancio. Vantaggiosamente, i rilievi 16 possono essere conformati per includere una superficie inclinata, onde favorire in tale fase lo scorrimento delle alette 41 sui rilievi stessi.
Pressoché al fondo della corsa di inserimento, le estremità superiori delle alette 41 superaro il profilo dei rilievi di aggancio 16, flettendo nuovamente verso l’interno (rispetto al passaggio B del telaio 40), agganciandosi sostanzialmente a scatto rispetto ai rilievi stessi, come si nota in figura 9 e nel relativo dettaglio di figura 10, e con ciò bloccando in posizione il corpo di dispensatore 11. La disposizione relativa tra i rilievi 16 e le alette 41, nonché la disposizione inclinata di queste ultime, consente vantaggiosamente di determinare un auto-centraggio del corpo 11 relativamente al telaio 40. L’aggancio tra le alette 41 ed i rilievi 16 è preferibilmente ottenuta in una condizione di parziale compressione della guarnizione 30, che in tal modo può esercitare o migliorare la necessaria tenuta.
Il telaio 40 integra mezzi di rinforzo, predisposti per contrastare possibili deformazioni o cedimenti della controporta 5, almeno in corrispondenza della zona della controporta che circonda la relativa apertura passante A destinata al montaggio del dispensatore, particolarmente in corrispondenza di un bordo o labbro - quale quello indicato con 20 - che circonda l’apertura A nella controporta 5, sul quale opera di preferenza in tenuta la guarnizione 30.
A tale scopo, in varie forme di attuazione preferite dell’invenzione, il passaggio centrale B del telaio 40 è provvisto di un labbro o bordo anulare di rinforzo, indicato con 42 ad esempio nelle figure 8-11. Di preferenza, il bordo 42 è un bordo sporgente che si eleva dalla parete di base 40a del telaio 40, dal medesimo lato in cui si trovano le alette 41. In tal modo, la parete di base 40a del telaio 40 può poggiare direttamente sul lato interno 5b della controporta 5, o comunque essere parallelo ad esso, se tra le due parti in questione viene interposto un ulteriore elemento (ad esempio una guarnizione piatta). In varie forme di attuazione preferenziali, le alette 41 si elevano dalla sommità del bordo anulare di rinforzo 42, ma le stesse potrebbero elevarsi direttamente dalla parete di base 40a.
In varie forme di attuazione, il bordo anulare 42 è sostanzialmente quadrangolare, particolarmente sostanzialmente rettangolare con angoli arrotondati; preferibilmente il bordo anulare 42 è almeno in parte arrotondato o inclinato verso l’interno dell’apertura B. Più in generale, è preferibile che il bordo 20 dell’apertura A della controporta 5 ed il bordo 42 del passaggio B del telaio 40 abbiano un profilo perimetrale sostanzialmente simile, o almeno in parte prossimo o vicino tra loro, quali profili tali da potersi almeno in parte accoppiare o giungere a contatto tra loro, particolarmente nel caso di una deformazione del bordo 20 dell’apertura A.
In varie forme di attuazione, il bordo 42 è conformato in modo da presentare una serie di nervature o elementi di irrigidimento distribuiti lungo il suo perimetro. Nel caso esemplificato nelle figure, tali elementi di irrigidimento sono costituiti da piccole porzioni 43 sostanzialmente deformate o imbutite del telaio, che si estendono tra la parete di base 40a e l’esterno del bordo 42. Preferibilmente ogni elemento 43 è sagomato in modo da realizzare almeno una parete arcuata o almeno in parte curva e/o con almeno una parete comprendente tratti inclinati in versi opposti.
Il bordo anulare di rinforno 42 ha di preferenza dimensioni perimetrali maggiori rispetto al bordo 20, in modo da consentire un montaggio agevole ma preciso del telaio 40 sul lato interno 5b della controporta 5, in fase di fissaggio del corpo di dispensatore 11. Peraltro, conformemente ad una caratteristica preferenziale dell’invenzione, le dimensioni perimetrali dei bordi 20 e 42 sono tali per cui, quando il corpo 11 è bloccato in posizione tramite il telaio 40, il bordo 42 rimane comunque distanziato rispetto al bordo 20, in corrispondenza del lato interno 5b della controporta 5. Tale caratteristica è apprezzabile ad esempio nelle figure 11-12, e nel relativo dettaglio di figura 13, la distanza o spazio esistete tra i due bordi 20 e 42 essendo indicato con G in figura 13. A titolo meramente indicativo, tale spazio G può essere inferiore a 1 mm, ad esempio 0,3 mm. Di preferenza, lo spazio G si estende lungo tutti i lati dei bordi 20 e 42, ovvero i bordi 20 e 42 risultano disposti sostanzialmente concentrici, con uno spazio anulare G che si trova tra di essi.
Come spiegato in precedenza, tra il lato esterno o di montaggio 5a della controporta 5 ed il corpo di dispensatore 11, segnatamente la sua parte anteriore 11”, è montata una guarnizione anulare 30, visibile nella sua condizione montata in figura 14 e, più chiaramente nei dettagli ingranditi delle figure 15 e 16.
In accordo ad una caratteristica preferenziale dell’invenzione, la guarnizione 30 è realizzata in modo da avere almeno una rispettiva parte suscettibile di esercitare un’azione di tenuta radiale tra il bordo 20 dell’apertura A ed il corpo di dispensatore 11.
Come detto la parte anteriore 11” del corpo 11 ha preferibilmente ingombro perimetrale maggiore sia rispetto all’apertura A della controporta 5, sia rispetto alla parte posteriore 11’ del corpo 11. In tal modo, come visibile nelle figure 15 e 16, sostanzialmente in prossimità della transizione o giunzione tra le due parti di corpo 11’ e 11”, la parte anteriore 11” può definire la sede S, nell’ambito della quale è accoppiabile la relativa porzione di piede 30a della guarnizione 30. Dalla parte opposta, la porzione di testa 30b della guarnizione 30 è invece conformata per impegnarsi - con almeno una sua leggera compressione - almeno in parte tra il bordo 20 dell’apertura A ed il corpo di dispensatore 11, particolarmente la parte 11” di quest’ultimo, in modo da realizzare una tenuta sostanzialmente radiale tra tali bordo 20 e corpo 11.
A tale riguardo si consideri che la giunzione tra le due parti di corpo 11’ e 11” potrebbe essere ubicata in altra posizione, e che almeno parte della guarnizione 30 -quale la porzione di testa 30b - potrebbe impegnarsi almeno in parte tra il bordo 20 dell’apertura A e la parte 11’ del corpo di dispensatore 11 (ad esempio secondo quanto descritto in EP 1059058 A a nome della stessa Richiedente).
Si noti che nelle figure 15 e 16 (ed anche nelle figure 21 e 22) la guarnizione 30 è stata illustrata schematicamente nella sua forma non elasticamente compressa, e quindi con alcune sue porzioni - indicate con C - che sono rappresentate volutamente come sovrapposte a corrispondenti parti del corpo di dispensatore 11: tali porzioni C intendono rappresentare porzioni soggette a maggiore compressione e/o deformazione elastica in corrispondenza del bordo 20, da un lato, ed il corpo 11, dall’altro lato, onde realizzare o migliorare la suddetta tenuta radiale.
Come detto, in varie forme di attuazione preferenziali, la guarnizione 30 può essere conformata in modo da realizzare anche una tenuta di tipo assiale. Nell’esempio illustrato la guarnizione 30 comprende a tale scopo la porzione intermedia 30c, che è configurata in modo da risultare interposta - con almeno una sua leggera compressione -tra il corpo 11 (in particolare la parte 11” nell’esempio raffigurato) ed il lato esterno 5a della controporta 5, onde garantire ulteriormente l’effetto di tenuta e prevenire possibili passaggi di acqua verso l’interno della porta 4. Di preferenza la suddetta porzione intermedia 30c è configurata in guisa di una flangia o labbro che sporge lateralmente, dalla guarnizione anulare 30, ovvero verso l’esterno della stessa.
Come indicato in precedenza, in varie forme di attuazione, il bordo 42 del passaggio centrale B del telaio 40 ha dimensioni perimetrali maggiori rispetto al bordo 20 dell’apertura passante A della controporta 5, preferibilmente di modo che tra i due bordi in questione sussista uno spazio G; come accennato, ciò risulta vantaggioso in fase di assemblaggio, per agevolare il preciso posizionamento del telaio 40 in corrispondenza dell’apertura A della controporta 5. La presenza di uno spazio G predefinito potrebbe anche risultare utile per compensare eventuali tolleranze dimensionali del bordo 42 del telaio 40 e/o del bordo 20 della controporta 5, quali eventuali tolleranze dimensionali derivanti da un processo produttivo di stampaggio e/o tranciatura; ad esempio nel caso di un bordo 42 e/o un passaggio B leggermente più stretto rispetto al valore nominale a progetto e/o nel caso di un bordo 20 e/o una apertura A leggermente più larghi rispetto al valore nominale a progetto.
Come indicato nella parte introduttiva, nell’impiego della macchina lavastoviglie 1 la controporta 5 in plastica potrebbe essere occasionalmente soggetta a deformazioni o dilatazioni, in particolare durante le fasi a caldo di un ciclo di funzionamento della lavastoviglie stessa, quale ad esempio fasi di lavaggio o di risciacquo effettuate con liquido riscaldato all’interno alla vasca 3. Le suddette deformazioni o dilatazioni potrebbero quindi causare rischi di perdita della tenuta da parte della guarnizione perimetrale 30, ad esempio a causa di spostamenti del bordo perimetrale 20 dell’apertura A anche sotto la forza di reazione elastica della guarnizione anulare 30, che tende elasticamente ad assumere la sua condizione espansa (non compressa). Il telaio 40 consente di evitare tali rischi, in quanto la presenza del suo bordo 42 consente di contrastare cedimenti o dilatazioni eccessive della controporta 5 in corrispondenza della sua zona di tenuta, e segnatamente del suo bordo 20. In particolare, si apprezzerà che una eventuale dilatazione o cedimento laterale del bordo 20 verrà arrestata dal bordo 42, quando il primo giungerà in contatto con il secondo, evitando con ciò una perdita di tenuta.
Preferibilmente, il bordo 42 ha una resistenza meccanica maggiore rispetto al bordo 20. In particolare, il particolare il bordo 42 ha una resistenza meccanica almeno in direzione radiale che è maggiore della forza radiale eventualmente esercitata dal bordo 20, sostanzialmente rivolta verso il bordo 42 e/o dal centro del relativo passaggio B verso l’esterno, in caso di dilatazione della controporta 5.
Per meglio chiarire il concetto, e riferendosi alla figura 16, si supponga che lo spazio G presente tra il bordo 20 ed il bordo 42 sia di circa 0,3 mm, e che la guarnizione 30 sia predisposta in fase di progetto per essere soggetta, nella condizione montata del dispensatore 10, una compressione nominale in tenuta rispetto al bordo 20 di circa 0,8 mm, come evidenziato dalla quota G1 in figura 16.
Le maggiori dimensioni perimetrali del bordo 32 rispetto al bordo 20, ovvero la differenza dimensionale G, permettono come detto un agevole e corretto posizionamento del telaio 30 durante l’assemblaggio. Dall’altro lato, in caso di una dilatazione della controporta 5 in plastica, come sopra indicato, il possibile cedimento del bordo 20 verso sinistra (riferendosi alla figura 16) verrà arrestato dal bordo di rinforzo 42, e quindi rimarrà contenuto in 0,3 mm al massimo (ovvero sino a quando lo stesso bordo 20 giunge in appoggio sul bordo 42): l’entità della compressione della guarnizione 30 si riduce, ma rimane comunque ad un valore (0,5 mm) tale da evitare rischi di perdite di tenuta attraverso l’apertura A della controporta 5.
Come in precedenza indicato, in varie forme di attuazioni preferenziali, il telaio 40 è formato in un pezzo unico di materiale metallico, preferibilmente ottenuto tramite tranciatura e deformazione di lamiera metallica. In altre forme di attuazione, tuttavia, il suddetto telaio può essere anch’esso formato in materia plastica, preferibilmente in un pezzo unico, ad esempio ottenibile tramite stampaggio ad iniezione di materiale termoplastico, eventualmente caricato (ad esempio con fibra di vetro).
Una realizzazione di questo tipo è esemplificata nelle figure 14 e 15, dove sono utilizzati i medesimi numeri di riferimento delle figure precedenti, per indicare elementi tecnicamente equivalenti a quelli già sopra descritti. Come si nota, il telaio 40 di figura 14 è strutturalmente simile a quello di figura 5, la differenza più importante essendo rappresentata dagli spessori delle varie parti del telaio, che in caso di realizzazione in materia plastica saranno di preferenza maggiori rispetto al caso di realizzazione in metallo. Altra differenza è costituita dalla diversa realizzazione degli elementi di irrigidimento 43 distribuiti lungo il perimetro del bordo 42 del passaggio B, che in questo caso potranno essere in forma di nervature o costole piene, ed essere in numero maggiore rispetto al caso di un telaio 40 metallico. Anche in questo caso le formazioni piene rappresentate dagli elementi 43 si estendono tra la parete di base 40a ed il bordo 42, evidentemente in corrispondenza del lato esterno di quest’ultimo, onde contribuire ad accrescere la funzione di rinforzo e contenimento propria del bordo 42.
Nel polimero o materiale plastico che realizza un telaio del tipo indicato con 40 può essere almeno parzialmente annegato almeno un elemento di rinforzo o inserto metallico, quale ad esempio un inserto o un anello in filo metallico ubicato almeno in parte in corrispondenza del bordo 42. Sull’almeno un elemento di rinforzo può essere sovrastampato il polimero o materiale plastico: ad esempio, un materiale termoplastico può essere iniettato in uno stampo dove è stato preventivamente inserito l’almeno un elemento di rinforzo, ad esempio di forma di inserto o anello metallico. Eventualmente, simili elementi di rinforzo potrebbero essere previsti in corrispondenza delle alette 41, ad esempio anch’essi almeno parzialmente annegati in un polimero o materiale plastico sovrastampato.
In varie forme di attuazione, quali quelle descritte in precedenza, il telaio 40 adempie sia una funzione di fissaggio del dispensatore, sia una funzione di rinforzo della parete della vasca (ad esempio la controporta) sulla quale è installato il dispensatore. Il altre forme di attuazione, tuttavia, il telaio 40 potrebbe adempiere una sola delle due funzioni citate, oppure le due funzioni potrebbero essere disgiunte e realizzate da elementi funzionali diversi.
Ad esempio, in figura 19 è illustrato in forma schematica un telaio 40 che è configurato per adempiere sole funzioni di rinforzo di una parete della vasca sulla quale è montato il dispensatore, ad esempio la controporta 5. Anche in tale esempio il telaio 40 è provvisto del bordo o labbro 42, che si eleva dalla parete di base 40a e che cinge perifericamente il passaggio B. Di preferenza, sono anche previsti gli elementi o nervature di rinforzo 43, secondo quanto in precedenza descritto.
In varie forme di attuazione di questo tipo, la funzione di fissaggio in posizione del dispensatore e dello stesso telaio 40 può essere realizzata per il tramite di un ulteriore telaio di fissaggio, qui indicato con 40’, ed in seguito definito per semplicità “controtelaio”. Nel caso esemplificato, il controtelaio 40’ presenta anch’esso una forma generalmente anulare, particolarmente quadrangolare, con una rispettiva parete di base 42a’ provvista di un passaggio centrale B’, di forma generalmente simile a quella del passaggio B del telaio 40.
Il controtelaio 40’ è provvisto di rispettivi mezzi di accoppiamento, ad esempio in forma di alette 41’ simili a quelle in precedenza indicate con 41, che si elevano o sporgono dal retro del controtelaio 40’, ovvero dal retro della sua parete di base 40a’, e che sono sostanzialmente distribuite lungo il perimetro del relativo passaggio centrale B’. Anche in questo caso le alette 41’ sono di preferenza almeno leggermente inclinate verso il centro del passaggio B’ e sono elasticamente flessibili. Eventualmente il controtelaio 40’ può essere anch’esso provvisto di un bordo o labbro che si eleva dal retro della relativa parete di base 40a’ e che cinge il passaggio B’; in un tale caso, le alette 41’ possono elevarsi dal bordo 42’.
Il telaio 40 ed il relativo controtelaio 41 possono essere entrambi formati in metallo oppure entrambi in materia plastica, o almeno in parte in metallo e almeno in parte in plastica, o ancora uno di essi può essere in metallo e l’altro in materia plastica: nell’esempio raffigurato, il telaio 40 è di materia plastica ed il controtelaio 40’ è in materiale metallico.
Di preferenza, ma non necessariamente, l’area della parete di base 40a’ del controtelaio 40’ è inferiore rispetto all’area della parete di base 40a del telaio 40, mentre il perimetro del bordo 42’ è maggiore del perimetro del bordo 42, comunque in modo che telaio e controtelaio possano essere sovrapposti l’uno all’altro, eventualmente potendosi almeno in parte accoppiare o innestare o agganciare tra loro. Più in generale, è sufficiente che il telaio ed il controtelaio siano predisposti in modo tale per cui il fronte della parete di base 42a’ del controtelaio 40’ sia suscettibile di poggiare (direttamente o indirettamente) sul retro della parete di base 40a del telaio 40.
La figura 20 ed il relativo dettaglio di figura 21 illustrano la condizione montata di un dispensatore 10, utilizzante il telaio 40 ed il controtelaio 40’ di figura 19, su di una parete di vasca del tipo in precedenza indicato con 5, ad esempio una controporta della lavastoviglie.
In una possibile sequenza di montaggio, la parte 11’ del corpo di dispensatore 11 viene inserita attraverso l’apertura A della controporta 5, con il telaio 40 che è disposto in corrispondenza del lato interno 5b della stessa controporta, in particolare con la parete di base 40a del telaio 40 in appoggio su tale lato 5b; in tale fase il controtelaio 40’ può essere già disposto concentricamente al telaio 40, ovvero con la sua parete 40a’ in appoggio sulla parete 40a, di modo che i passaggi B e B’ (figura 19) risultino allineati. In tale condizione, il bordo di rinforzo 42 del telaio 40 cinge il bordo 20 dell’apertura A della controporta 5, similmente a quanto già in precedenza descritto.
Anche in questo caso, nel corso dell’inserimento del corpo di dispensatore 11 attraverso l’apertura A le alette 41’ del controtelaio 40’ giungono in appoggio sui rilievi di aggancio 16, flettendo elasticamente verso l’esterno (rispetto ai passaggi B e B’), per poi ritornare elasticamente verso l’interno, sino alla posizione di aggancio. Le estremità superiori delle alette 41’ superaro poi il profilo dei rilievi di aggancio 16, flettendo nuovamente verso l’interno (rispetto ai passaggi B e B’), agganciandosi sostanzialmente a scatto rispetto ai rilievi stessi, come ben si nota in figura 21, con ciò bloccando in posizione il corpo di dispensatore 11, preferibilmente in una condizione di parziale compressione della guarnizione 30 che risulta almeno in parte interposta tra la controporta 5 (in particolare almeno il suo bordo 20) ed il corpo di dispensatore 11.
Anche in attuazioni di questo tipo, quindi, il telaio 40 integra mezzi di rinforzo, rappresentati dal bordo 42, predisposti per contrastare possibili deformazioni o cedimenti della controporta 5 almeno in corrispondenza della sua zona che circonda la relativa apertura passante A destinata al montaggio del dispensatore, particolarmente in corrispondenza del bordo 20.
In forme di attuazione del tipo descritto con riferimento alle figure 19-21, il controtelaio 40’ consente di ottenere il fissaggio in posizione sia del corpo di dispensatore 11, sia del telaio di rinforzo 40.
La presenza del controtelaio 40’ non costituisce peraltro caratteristica essenziale, in quanto le funzioni di fissaggio del dispensatore potrebbero essere ottenute in modo diverso, ad esempio predisponendo allo scopo il corpo di dispensatore 11.
Un esempio di questo tipo è illustrato schematicamente in figura 22, tramite un dettaglio schematico in sezione simile a quello di figura 21. In questo caso il corpo di dispensatore 11, e preferibilmente la sua parte posteriore 11’, integra essa stessa dei mezzi di aggancio, i quali sono suscettibili di cooperare con il telaio di rinforzo 40 onde assicurare il posizionamento di quest’ultimo e del dispensatore stesso. Il telaio di rinforzo 40 di figura 22 può essere di costruzione simile a quello illustrato in figura 19.
Più particolarmente, nell’esempio non limitativo di figura 22, i mezzi di aggancio previsti sul corpo di dispensatore 11 comprendono alette elastiche 16’, che si dipartono dalla parte posteriore 11’ del corpo di dispensatore 11 e che si estendono verso la parte anteriore 11”, inclinate verso l’esterno. Le alette 16’ hanno lunghezza e inclinazione tale per cui la loro estremità distale 16a sia atta a poggiare sul telaio 40, onde mantenerlo in posizione. Nell’esempio non limitativo raffigurato le alette elastiche 16’ sono schematizzate come parte del corpo di dispensatore 11, ma in alternativa potrebbero essere previsti mezzi di aggancio o alette 16’ configurate come parti distinte, ovvero prodotte separatamente e poi montate sul corpo di dispensatore.
In una possibile sequenza di montaggio, la parte 11’ del corpo di dispensatore 11 viene inserita attraverso l’apertura A della controporta 5, con il telaio 40 che è disposto in corrispondenza del lato interno 5b della stessa controporta, di modo che il bordo di rinforzo - qui indicato in figura 22 con 42” - cinga il bordo 20 dell’apertura A della controporta 5. Nel corso dell’inserimento del corpo di dispensatore 11 attraverso l’apertura A le alette 16’ del dispensatore giungono a contatto con il bordo 20, flettendo elasticamente verso l’interno (ovvero verso il corpo 11), per poi ritornare elasticamente verso l’esterno al superamento dello stesso bordo 20. Quando le estremità distali 16a delle alette 16 superano il profilo superiore del bordo 20, le alette 16’ flettono ancora elasticamente verso l’esterno, giungendo a contato con il bordo 42” del telaio 40, per scorrere sulla sua superficie. Nel prosieguo dell’inserimento, al superamento del profilo superiore del bordo 42”, le alette 16’ vengono liberate, ritornando alla loro condizione non flessa ed attestandosi sostanzialmente su tale profilo superiore del bordo 42”, come si nota in figura 22, con ciò bloccando in posizione il corpo di dispensatore 11, al tempo stesso mantenendo in posizione il telaio 40. Anche in questo caso l’aggancio avviene di preferenza in una condizione di parziale compressione della guarnizione 30, che risulta almeno in parte interposta tra la controporta 5 (in particolare almeno il suo bordo 20) ed il corpo di dispensatore 11. Eventualmente, onde migliorare l’accoppiamento, il profilo superiore del bordo 42” può essere provvisto di un incavo o sede per ricevere le estremità 16a delle alette 16’, con un aggancio sostanzialmente a scatto: in un tale caso, quindi, lo stesso bordo 42” realizza un mezzo di accoppiamento impiegato per il fissaggio in posizione del telaio 40 e del corpo di dispensatore 11. Come si nota, comunque, anche in attuazioni di questo tipo il telaio 40 integra mezzi di rinforzo, rappresentati dal bordo 42”, atti a contrastare possibili deformazioni o cedimenti del bordo 20.
Dalla descrizione effettuata risultano chiare le caratteristiche della presente invenzione, così come chiari risultano i suoi vantaggi. Il sistema di fissaggio descritto per il dispensatore è di semplice costruzione e di montaggio facile, rapido e preciso, pur garantendo una affidabile tenuta ed un corretto posizionamento del dispensatore stesso rispetto alla parete di montaggio, particolarmente una parete formata almeno in parte con un materiale plastico o polimerico. Il sistema di rinforzo descritto garantisce una affidabile tenuta del dispensatore rispetto alla parete di montaggio , grazie alla capacità del telaio descritto di contrastare possibili deformazioni o cedimenti della detta parete almeno in corrispondenza della sua zona che circoscrive la relativa apertura passante di montaggio del dispensatore. La forma anulare del telaio secondo l’invenzione consente di ottenere un migliore o più affidabile fissaggio, evitando possibili allentamenti o cedimenti delle alette elastiche che si agganciano sul corpo dispensatore e/o consente di irrobustire la struttura e/o migliorare la tenuta.
E’ chiaro che numerose varianti sono possibili per la persona esperta del ramo al dispensatore descritto come esempio ed al relativo metodo di montaggio, senza per questo uscire dall’ambito dell’invenzione così come definita nelle rivendicazioni che seguono.
Nelle forme di attuazione descritte in precedenza il lato di montaggio del corpo di dispensatore sulla relativa parete di vasca 5 è il lato esterno 5a. Tuttavia, il lato di montaggio potrebbe essere il lato interno della parete di vasca, ovverosia il corpo di dispensatore 11 potrebbe essere configurato per il montaggio a partire dal lato interno 5b della parete 5 o 5’ della vasca 3, nel qual caso esso avrà di preferenza una parte posteriore 11’ con dimensioni perimetrali maggiori rispetto alla parte anteriore 11”. In un tale caso, il bordo 20 dell’apertura A della parete 5 o 5’ potrebbe essere rivolto verso l’interno della vasca di lavaggio, con il telaio di fissaggio e/o rinforzo montato in corrispondenza del lato esterno 5a della stessa parete, e quindi direttamente affacciato verso la vasca. Per un tale caso, come esemplificato in forma schematica in figura 23, il suddetto telaio 40 sarà preferibilmente rifinito dal punto di vista estetico, per realizzare una sorta di cornice in vista che circonda la parte anteriore 11” del corpo di dispensatore 10. Eventualmente il telaio 40 potrà essere provvisto di una relativa parte 44 destinata a nascondere i mezzi impiegati per il fissaggio in posizione del corpo di dispensatore e del telaio stesso alla parete 5. In realizzazioni con bordo 20 dell’apertura A rivolto verso l’interno della vasca 3 e con corpo di dispensatore 11 montato a partire dal lato interno della parete di vasca 5 o 5’ (ovvero il lato opposto al lato 5a), la guarnizione di tenuta perimetrale potrebbe operare in tenuta solo sul suddetto lato interno.

Claims (20)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispensatore di agenti di lavaggio, del tipo destinato al montaggio in corrispondenza di una apertura passante (A) di una parete (5; 5’) di una vasca (3) di una lavastoviglie (1), il dispensatore (10) comprendendo: - un corpo di dispensatore (11), avente una parte posteriore (11’) ed una parte anteriore (11”), la parte anteriore (11”) avendo preferibilmente ingombro perimetrale maggiore della parte posteriore (11’), - una guarnizione perimetrale (30) montata in una relativa sede (S) del corpo di dispensatore (11), preferibilmente sostanzialmente in corrispondenza di una zona di transizione tra la parte posteriore (11’) e la parte anteriore (11”), la guarnizione perimetrale (30) essendo predisposta per esercitare una tenuta rispetto ad un lato (5a) di detta parete (5), - un telaio (40) di forma sostanzialmente anulare, definente un passaggio centrale (B) attraverso il quale è inseribile una tra la parte posteriore (11’) e la parte anteriore (11”) del corpo di dispensatore (11), il telaio (40) avendo almeno uno tra: - primi mezzi di accoppiamento (41; 42”) accoppiabili con corrispondenti secondi mezzi di accoppiamento (16; 16’) previsti nel corpo di dispensatore (11), particolarmente nella sua parte posteriore (11’), i primi mezzi di accoppiamento (41; 42”) ed i secondi mezzi di accoppiamento (16; 16’) essendo configurati per il fissaggio del corpo di dispensatore (11) in corrispondenza dell’apertura passante (A) di detta parete (5), in una condizione di almeno parziale compressione della guarnizione perimetrale (30) per esercitare con ciò una tenuta tra il corpo di dispensatore (11) ed suddetto lato (5a) di detta parete (5), e - mezzi di rinforzo (42, 43; 42”), predisposti per contrastare possibili deformazioni o cedimenti di detta parete (5) almeno in corrispondenza di una sua zona che circoscrive la relativa apertura passante (A).
  2. 2. Il dispensatore secondo la rivendicazione 1, in cui i mezzi di rinforzo comprendono un bordo anulare sporgente (42; 42”) che delimita il passaggio centrale (B) del telaio (40).
  3. 3. Il dispensatore secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui la guarnizione perimetrale (30) ha almeno una parte (30b) configurata per esercitare una tenuta di tipo sostanzialmente radiale tra il corpo di dispensatore (11) ed un bordo perimetrale (20) dell’apertura passante (20) di detta parete (5; 5’).
  4. 4. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-3, in cui il telaio (40) è configurato per essere disposto in corrispondenza di uno tra un lato esterno (5a) ed un lato interno (5b) di detta parete (5, 5’), per fissare in posizione il corpo di dispensatore (11) relativamente a detta parete (5; 5’) tramite un accoppiamento sostanzialmente elastico o a scatto tra i primi mezzi di accoppiamento (41; 42”) ed i secondi mezzi di accoppiamento (16; 16’).
  5. 5. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-4, in cui la guarnizione perimetrale (30) ha almeno una parte (30c) configurata per esercitare una tenuta di tipo sostanzialmente assiale tra il corpo di dispensatore (11) ed il lato esterno (5a) di detta parete (5; 5’).
  6. 6. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-5, in cui il telaio (40) ha una parete di base (40a) sostanzialmente piana, destinata all’appoggio rispetto ad un lato di montaggio (5b) di detta parete (5; 5’) della vasca (3), dalla parete di base (40a) elevandosi di preferenza un bordo anulare sporgente (42; 42”) che delimita il passaggio centrale (B) del telaio (40).
  7. 7. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-6, in cui i primi mezzi di accoppiamento (41) comprendono alette elasticamente flessibili sostanzialmente distribuite lungo un perimetro del passaggio centrale (B) del telaio (40), le alette elasticamente flessibili essendo impegnabili in corrispondenti rilievi di aggancio che sono definiti nella parte posteriore (11’) del corpo di dispensatore (11) e che realizzano detti secondi mezzi di accoppiamento (16).
  8. 8. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-7, in cui il telaio (40) con i relativi primi mezzi di accoppiamento (41) e/o mezzi di rinforzo (42, 43; 42”) è formato in un pezzo unico, preferibilmente di materiale metallico oppure di materiale plastico eventualmente caricato o rinforzato.
  9. 9. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 2-8, in cui il bordo anulare sporgente (42; 42”) ha elementi di irrigidimento (43) e/o elementi o inserti di rinforzo sostanzialmente distribuiti lungo il suo perimetro.
  10. 10. Il dispensatore secondo la rivendicazione 1, in cui il telaio (40) comprende detti mezzi di rinforzo (42, 43), ed in cui il dispensatore (10) comprende ulteriormente un controtelaio (40’) provvisto di rispettivi primi mezzi di accoppiamento (41’) accoppiabili con corrispondenti secondi mezzi di accoppiamento (16) previsti nel corpo di dispensatore (11), i primi mezzi di accoppiamento (41’) ed i secondi mezzi di accoppiamento (16’) essendo configurati per il fissaggio del telaio (40) e del corpo di dispensatore (11) in corrispondenza dell’apertura passante (A) di detta parete (5) della vasca (3).
  11. 11. Il dispensatore secondo la rivendicazione 1, in cui il telaio (40) comprende detti mezzi di rinforzo (42, 43), ed in cui il corpo di dispensatore (11) comprende ulteriormente mezzi di accoppiamento (16’) accoppiabili con il telaio (40) e configurati per il fissaggio del telaio (40) e del corpo di dispensatore (11) in corrispondenza dell’apertura passante (A) di detta parete (5) della vasca (3).
  12. 12. Una macchina lavastoviglie, avente una vasca di lavaggio (3) delimitata da una pluralità di pareti di vasca, almeno una (5; 5’) di dette pareti di vasca essendo formata almeno parzialmente con materiale plastico, detta almeno una parete di vasca (5; 5’) definendo una apertura passante (A) in corrispondenza della quale è montato un dispensatore di agenti di lavaggio (10) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-11.
  13. 13. Un metodo per il montaggio di un dispensatore di agenti di lavaggio (10) in una macchina lavastoviglie (1) che comprende una vasca di lavaggio (3) ed una porta (4), il metodo comprendendo i passi di: i) provvedere, in una prima parete (5; 5’) destinata a delimitare almeno parte della vasca di lavaggio (3), un’apertura passante (A) avente un bordo perimetrale (20), il bordo perimetrale (20) essendo preferibilmente orientato verso l’esterno della vasca di lavaggio (3); ii) provvedere un corpo di dispensatore (11) avente una parte posteriore (11’) ed una parte anteriore (11”), la parte anteriore (11”) avendo preferibilmente ingombro perimetrale maggiore dell’apertura passante (A) e della parte posteriore (11’); iii) provvedere una guarnizione perimetrale (30) e montarla sul corpo di dispensatore (11), preferibilmente in corrispondenza, o in prossimità, di una zona di transizione tra la parte posteriore (11’) e la parte anteriore (11”) del corpo di dispensatore (11); iv) inserire parzialmente il corpo di dispensatore (11) nell’apertura passante (A), in modo tale per cui la almeno una porzione della parte posteriore (11’) del corpo di dispensatore (11) sporga posteriormente dalla prima parete (5; 5’) ed almeno una porzione della parte anteriore (11”) del corpo di dispensatore (11) sporga frontalmente dalla prima parete (5; 5’); v) provvedere un telaio di fissaggio e/o rinforzo (40; 40’), avente forma sostanzialmente anulare e definente un passaggio centrale (B; B’) attraverso il quale è inseribile una tra la parte posteriore (11’) e la parte anteriore (11”) del corpo di dispensatore (11), vi) fissare in posizione il corpo di dispensatore (11) relativamente alla prima parete (5; 5’), in cui il telaio di fissaggio e/o rinforzo (40) è disposto in corrispondenza di uno tra un lato anteriore (5a) ed un lato posteriore (5b) della prima parete (5; 5’), in modo tale per cui il corpo di dispensatore (11) sia fissato in posizione relativamente alla prima parete (5) in una condizione di tenuta, preferibilmente con almeno parziale compressione della guarnizione perimetrale (30) che esercita una tenuta tra il corpo di dispensatore (11) e la prima parete (5; 5’); in cui il passo i) comprende formare la prima parete (5; 5’) con materia plastica almeno in corrispondenza di una sua regione in cui è definita l’apertura passante (A); in cui il passo v) comprende predisporre il telaio di fissaggio e/o rinforzo (40) con almeno uno tra: - primi mezzi di accoppiamento (41), che sono accoppiabili, preferibilmente in modo sostanzialmente elastico o a scatto, con corrispondenti secondi mezzi di accoppiamento (16; 16’) previsti nel corpo di dispensatore (11), e - mezzi di rinforzo (42, 43) configurati per rinforzare la prima parete (5; 5’) almeno in corrispondenza di una sua zona che circonda la relativa apertura passante (A).
  14. 14. Il metodo secondo la rivendicazione 13, in cui il passo iii) comprende conformare la guarnizione perimetrale (30) con una rispettiva parte (30b) suscettibile di insinuarsi tra un bordo perimetrale (20) dell’apertura passante (A) della prima parete (5; 5’) ed il corpo di dispensatore (11), per realizzare tra loro una tenuta sostanzialmente radiale.
  15. 15. Il metodo secondo la rivendicazione 13 o la rivendicazione 14, in cui il passo v) comprende formare il passaggio centrale (B) del telaio di fissaggio e/o rinforzo (40) con un bordo anulare di rinforzo (42; 42”) avente dimensioni perimetrali maggiori rispetto ad un bordo perimetrale (20) dell’apertura passante (A) della prima parete (5; 5’), il bordo anulare di rinforzo (42; 42”) essendo generalmente affacciato al bordo perimetrale (20) dell’apertura passante (A) della prima parete (5; 5’).
  16. 16. Il metodo secondo la rivendicazione 15, in cui il passo vi) comprende fissare in posizione il corpo di dispensatore (11) con il bordo anulare di rinforzo (42; 42”) del telaio di fissaggio e/o rinforzo (40) che è distanziato rispetto al bordo perimetrale (20) dell’apertura passante (A) della prima parete (5; 5’).
  17. 17. Un dispensatore di agenti di lavaggio, per implementare il metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 13-16.
  18. 18. Un telaio di fissaggio e/o rinforzo per implementare il metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 13-16 e/o per un dispensatore di agenti di lavaggio secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-12.
  19. 19. Un sistema di fissaggio di un dispensatore di agenti di lavaggio ad una parete di vasca di una vasca di lavaggio di una macchina lavastoviglie, comprendente un telaio (40) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-12.
  20. 20. Un sistema di rinforzo di una parete di vasca di una vasca di lavaggio di una macchina lavastoviglie, comprendente un telaio (40) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-12.
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