IT201800004557A1 - Scarpone da sci - Google Patents

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    • A43B5/00Footwear for sporting purposes
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Description

DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
“SCARPONE DA SCI”
La presente invenzione è relativa ad uno scarpone da sci.
Più in dettaglio, la presente invenzione è relativa ad uno scarpone da scialpinismo o da Telemark. Scarponi a cui la trattazione che segue farà esplicito riferimento senza per questo perdere in generalità.
Come è noto, gli scarponi da scialpinismo tradizionalmente comprendono: uno scafo rigido a forma sostanzialmente di scarpa, che è strutturato in modo tale da accogliere e proteggere il piede dell’utilizzatore, ed ha la parte inferiore specificamente strutturata per essere fissata sul dorso dello sci da discesa o similare per mezzo di un apposito attacco da sci; un gambetto rigido, che è sagomato in modo tale da abbracciare da dietro la parte inferiore della gamba dell’utilizzatore, ed è incernierato alla parte superiore dello scafo in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse di riferimento trasversale, che è sostanzialmente perpendicolare al piano verticale di mezzeria dello scarpone, ed è anche localmente sostanzialmente coincidente con l’asse di articolazione della caviglia; ed una scarpetta protettiva in materiale morbido e termoisolante, che è inserita in modo rimovibile all’interno dello scafo e del gambetto, ed è sagomata in modo tale da accogliere e proteggere il piede e la parte inferiore della gamba dell’ utilizzatore grosso modo fino all’altezza del polpaccio.
Gli scarponi da sci sopra menzionati sono inoltre provvisti di un meccanismo di chiusura dello scafo, e di un meccanismo di chiusura del gambetto, entrambi ad azionamento manuale.
Infine, gli scarponi da scialpinismo sono dotati di un dispositivo di bloccaggio del gambetto ad azionamento manuale, che è tradizionalmente collocato nella zona soprastante il tallone dello scarpone, ed è strutturato in modo tale da poter, a scelta ed alternativamente,
- bloccare il gambetto in modo rigido allo scafo in una posizione di discesa prefissata, in cui il gambetto 3 è inclinato in avanti rispetto alla verticale di un angolo prefissato; oppure
- svincolare completamente il gambetto dallo scafo in modo tale da permettere al gambetto di oscillare liberamente avanti ed indietro sullo e rispetto allo scafo.
Purtroppo, il comportamento dinamico del dispositivo di bloccaggio del gambetto non soddisfa le esigenze di alcuni utilizzatori, che vorrebbero permettere al gambetto di compiere dei piccoli spostamenti/oscillazioni (non più di qualche grado) anche quando il gambetto è bloccato nella posizione di discesa, in modo tale da assecondare almeno parzialmente i movimenti della caviglia tipici della sciata in discesa.
Scopo della presente invenzione è quello di realizzare un dispositivo di bloccaggio del gambetto, che possa bloccare il gambetto in modo rigido allo scafo nella posizione di discesa, consentendo comunque al gambetto di effettuare piccoli movimenti rispetto alla inclinazione preimpostata.
In accordo con questi obiettivi, secondo la presente invenzione viene realizzato uno scarpone da sci come definito nella rivendicazione 1 e preferibilmente, ma non necessariamente, in una qualsiasi delle rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 è una vista prospettica di uno scarpone da sci realizzato secondo i dettami della presente invenzione, con parti asportate per chiarezza;
- le figure 2 e 3 sono due viste laterali ed in scala ingrandita della parte posteriore dello scarpone da sci illustrato in figura 1 nella configurazione con gambetto bloccato, sezionata lungo il piano di mezzeria dello scarpone e con parti asportate per chiarezza; mentre
- la figura 4 è una vista laterale ed in scala ingrandita della parte posteriore dello scarpone da sci illustrato in figura 1 nella configurazione con gambetto sbloccato, sezionata lungo il piano di mezzeria dello scarpone e con parti asportate per chiarezza.
Con riferimento alla figura 1, con il numero 1 è indicato nel suo complesso uno scarpone da sci, che può essere vantaggiosamente utilizzato per praticare lo scialpinismo o il Telemark.
Lo scarpone da sci 1 in primo luogo comprende: uno scafo 2 sostanzialmente rigido, che è sagomato sostanzialmente a forma di scarpa, è atto ad accogliere il piede dell’utilizzatore, e preferibilmente ha la parte inferiore specificamente strutturata/sagomata per potersi accoppiare/agganciare in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, ad un attacco da sci di tipo noto (non illustrato), che a sua volta è atto ad essere fissato in modo rigido sul dorso di uno generico sci da discesa o similare; ed un gambetto 3 sostanzialmente rigido, che è sagomato in modo tale da cingere la parte inferiore della gamba dell’utilizzatore, ed è infulcrato sullo scafo 2 in modo tale da poter ruotare liberamente attorno ad un asse di riferimento A trasversale, che è localmente sostanzialmente perpendicolare al piano verticale di mezzeria dello scarpone, ed è inoltre sostanzialmente coincidente con l’asse di articolazione della caviglia dell’utilizzatore.
Più in dettaglio, la parte inferiore dello scafo 2 è preferibilmente dotata di una punta anteriore 4 e di un tacco posteriore 5.
La punta anteriore 4 è preferibilmente strutturata in modo tale da potersi accoppiare/agganciare in modo stabile, ma facilmente rilasciabile, al puntale (non illustrato) di un attacco da sci che, a sua volta, è fissato stabilmente sul dorso dello sci da discesa o similare. Il tacco posteriore 5, invece, è preferibilmente strutturato in modo tale da potersi accoppiare/agganciare in modo stabile, ma facilmente rilasciabile, alla talloniera (non illustrata) del medesimo attacco da sci che, a sua volta, è fissata stabilmente sul dorso dello sci da discesa o similare.
Ancora più in dettaglio, la punta anteriore 4 dello scafo 2 è preferibilmente strutturata in modo tale da potersi accoppiare/agganciare in modo noto al puntale di un attacco da scialpinismo; mentre il tacco posteriore 5 dello scafo 2 è preferibilmente strutturato in modo tale da potersi accoppiare/agganciare in modo noto alla talloniera del medesimo attacco da scialpinismo.
Preferibilmente, la parte inferiore dello scafo 2 ha inoltre un profilo tassellato in modo tale da fare presa su neve e/o ghiaccio, e consentire quindi all’utilizzatore di camminare su neve e ghiaccio in relativa sicurezza.
Più in dettaglio, con riferimento alla figura 1, lo scafo 2 preferibilmente comprende: un guscio rigido 6 a forma sostanzialmente di vasca oblunga, che è preferibilmente realizzato in materiale plastico e/o composito, ed è sagomato in modo tale da accogliere e racchiudere il piede dell’ utilizzatore, preferibilmente grosso modo fino all’altezza della caviglia; ed opzionalmente una suola inferiore 7 preferibilmente con profilo tassellato, che è preferibilmente realizzata in gomma vulcanizzata o altro materiale elastomerico ad elevato coefficiente di attrito, ed è fissata saldamente sulla parete di fondo del guscio 6 preferibilmente tramite incollaggio.
Preferibilmente, ma non necessariamente, lo scafo 2 in aggiunta comprende anche un inserto rigido 8 preferibilmente realizzato in materiale metallico, che ha una struttura sostanzialmente piastriforme, ed è stabilmente annegato/ incorporato nella parete di fondo del guscio rigido 6 grosso modo in corrispondenza della punta 4 dello scafo 2.
L’inserto rigido 8 è inoltre dimensionato in modo tale da affiorare/emergere all’esterno del guscio 6 da bande opposte della punta anteriore 4 dello scafo 2, preferibilmente in posizione sostanzialmente speculare rispetto al piano di mezzeria dello scarpone, in modo tale che le due estremità distali dell’inserto rigido 8 possano accoppiarsi in modo assialmente girevole al puntale dell’attacco da scialpinismo.
Con riferimento alla figura 1, invece il gambetto 3 preferibilmente comprende un guscio rigido 9 in materiale plastico e/o composito, che è piegato sostanzialmente a forma di C in modo tale da coprire la parte posteriore della gamba dell’utilizzatore, dalla caviglia sostanzialmente fino all’ altezza del polpaccio, ed è inoltre dotato di due lembi laterali oblunghi (non visibili nelle figure) che si prolungano in avanti da bande opposte del piano di mezzeria dello scarpone, in modo tale da abbracciare da dietro la gamba dell’utilizzatore grosso modo all’altezza del polpaccio, e preferibilmente poi si sovrappongono uno all’altro in corrispondenza della parte anteriore della gamba, formando una struttura tubolare che cinge la gamba dell’utilizzatore all’altezza del polpaccio.
Il gambetto 3, in aggiunta, è preferibilmente fissato in modo liberamente girevole sulla parte superiore dello scafo 2, o meglio del guscio rigido 6, tramite due cerniere di collegamento 10 preferibilmente realizzate in materiale metallico, che sono posizionate sui fianchi laterali interno ed esterno dello scafo 2 e del gambetto 3, allineate lungo l’asse trasversale A, in modo tale da consentire al gambetto 3 di oscillare liberamente sullo scafo 2 in avanti ed indietro, rimanendo sempre su di un piano di riferimento ortogonale all’asse A e sostanzialmente coincidente con il piano di mezzeria dello scarpone.
Con riferimento alla figura 1, preferibilmente lo scarpone da sci 1 in aggiunta comprende anche una scarpetta protettiva 11 preferibilmente a forma sostanzialmente di stivale o di scarpa, che è inserita all’interno dello scafo 2 e del gambetto 3 preferibilmente in modo manualmente rimovibile, ed ha una struttura morbida e termoisolante sagomata in modo tale da poter accogliere e proteggere il piede ed opzionalmente anche la parte inferiore della gamba dell’utilizzatore.
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato la scarpetta 11 è preferibilmente sagomata a forma sostanzialmente di stivale in modo tale da accogliere, coprire e proteggere il piede e la parte inferiore della gamba dell’utilizzatore, grosso modo fino alla sommità del polpaccio. Preferibilmente la scarpetta 11 ha inoltre una struttura di tipo termoformabile.
In aggiunta lo scarpone da sci 1 è dotato anche di un meccanismo di chiusura dello scafo 12 e/o di un meccanismo di chiusura del gambetto 13, preferibilmente entrambi ad azionamento manuale.
Il meccanismo di chiusura dello scafo 12 è strutturato in modo tale da poter selettivamente chiudere/stringere lo scafo 2 sul piede dell’utilizzatore, così da immobilizzare il piede dell’utilizzatore all’interno dello scafo 2, o meglio all’interno della scarpetta 11. Il meccanismo di chiusura del gambetto 13, invece, è strutturato in modo tale da poter selettivamente chiudere/stringere la parte superiore del gambetto 3 sulla gamba dell’utilizzatore, così da immobilizzare la gamba dell’utilizzatore all’interno del gambetto 3, o meglio all’interno della scarpetta 11.
Il meccanismo di chiusura dello scafo 12 ed il meccanismo di chiusura del gambetto 13 sono dispositivi già ampiamente conosciuti nel settore degli scarponi da sci, e non verranno quindi ulteriormente descritti.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, lo scarpone da sci 1 è infine provvisto di un dispositivo di bloccaggio del gambetto 15 ad azionamento manuale, che è strutturato in modo tale da poter selettivamente bloccare il gambetto 3 allo scafo 2 in una posizione di discesa prefissata in cui il gambetto 3 è inclinato rispetto alla verticale di un angolo prestabilito e preferibilmente inferiore a 25°, consentendo contemporaneamente al gambetto 3 di compiere piccole oscillazioni nell’intorno della medesima posizione di discesa.
Più in dettaglio, il dispositivo di bloccaggio del gambetto 15 è preferibilmente fissato sul gambetto 3 nella zona soprastante il tallone dello scarpone, sostanzialmente a cavallo del piano di mezzeria dello scarpone, ed è strutturato in modo tale da poter, a scelta ed alternativamente:
- collegare il gambetto 3 allo scafo 2 in modo tale da bloccare il gambetto 3 in detta posizione di discesa, consentendo comunque al gambetto 3 di muoversi/oscillare di alcuni gradi nell’intorno della posizione di discesa; e
- sbloccare/svincolare completamente il gambetto 3 dallo scafo 2 in modo tale da permettere al gambetto 3 di oscillare liberamente avanti ed indietro sullo scafo 2 attorno all’asse trasversale A, rimanendo sul piano di mezzeria dello scarpone.
Preferibilmente il dispositivo di bloccaggio del gambetto 15 è inoltre strutturato in modo tale da opporsi in modo elastico alle piccole oscillazioni del gambetto 3 nell’ intorno della posizione di discesa sopra menzionata.
Più in dettaglio, nella posizione di discesa il gambetto 3 è preferibilmente inclinato in avanti rispetto alla verticale di un angolo compreso tra 3° e 20°.
Le piccole oscillazioni nell’intorno della posizione di discesa, invece, hanno una ampiezza massima preferibilmente inferiore a 5°.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, il dispositivo di bloccaggio del gambetto 15 in particolare comprende: una piastra di supporto 16 preferibilmente di forma oblunga, che è preferibilmente realizzata in materiale metallico, ed è fissata in modo rigido sul gambetto 3, al disopra del tallone dello scarpone 1 e sostanzialmente a cavallo del piano di mezzeria dello scarpone; un braccetto mobile 17 rigido ed oblungo, che è preferibilmente realizzato in materiale metallico, ed è incernierato di testa sulla piastra di supporto 16 in modo tale da poter ruotare liberamente rispetto a quest’ultima sostanzialmente parallelamente al piano di mezzeria dello scarpone (ossia rimanendo su di un piano di giacitura localmente sostanzialmente parallelo al, e preferibilmente anche coincidente con, il piano di mezzeria dello scarpone), da e verso una posizione abbassata o di bloccaggio (vedi figure 1, 2 e 3) in cui il braccetto mobile 17 si estende verso il basso, preferibilmente sostanzialmente rasente alla superficie esterna del gambetto 3, e si aggancia in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, allo scafo 2 sottostante; ed infine un organo elastico di contrasto 18 che è strutturato in modo tale da portare e mantenere il braccetto mobile 17 in modo elastico nella sopramenzionata posizione abbassata o di bloccaggio.
Più in dettaglio, nella posizione abbassata o di bloccaggio, il braccetto mobile 17 preferibilmente si estende verso il basso in modo tale da disporre la sua estremità distale 17a in battuta su di una struttura di ancoraggio 19, che è stabilmente posizionata sullo scafo 2, o meglio sul guscio rigido 6, spaziata al disotto del dispositivo di bloccaggio del gambetto 15, sostanzialmente a cavallo del piano di giacitura e rotazione del braccetto 17, ossia sul piano di mezzeria dello scarpone e più o meno in corrispondenza del tallone dello scarpone.
L’estremità distale 17a del braccetto mobile 17 è preferibilmente strutturata in modo tale da potersi accoppiare/ agganciare, quando il braccetto 17 è nella posizione abbassata o di bloccaggio, in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, alla struttura di ancoraggio 19, così da rendere la piastra di supporto 16 solidale allo scafo 2.
L’organo elastico di contrasto 18, a sua volta, è preferibilmente interposto tra il braccetto mobile 17 e la piastra di supporto 16, ed è atto ad esercitare, sul braccetto mobile 17, una coppia o forza elastica che tende a portare e mantenere il braccetto mobile 17 in modo elastico nella posizione abbassata o di bloccaggio, ossia con la estremità distale 17a in battuta sulla struttura di ancoraggio 19.
Più in dettaglio, l’organo elastico di contrasto 18 è preferibilmente strutturato in modo tale da poter portare e trattenere in modo elastico il braccetto mobile 17 alternativamente ed indifferentemente nella posizione abbassata o di bloccaggio sopra menzionata, ed in aggiunta anche in una posizione sollevata o di sbloccaggio (vedi figura 4) in cui il braccetto mobile 17 è ruotato verso l’alto rispetto alla posizione abbassata di un angolo prefissato e superiore a 120°.
In altre parole, nella posizione sollevata o di sbloccaggio (vedi figura 4), il braccetto mobile 17 si estende a sbalzo dalla piastra di supporto 16 verso l’alto, rimanendo più o meno rasente alla superficie esterna del gambetto 3.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, in aggiunta la testa del braccetto mobile 17 è anche incernierata sulla piastra di supporto 16 con la possibilità di scorrere/ traslare liberamente sulla piastra di supporto 16 in una direzione d prefissata, che è localmente sostanzialmente tangente alla superficie del gambetto 3 e parallela al piano di giacitura e rotazione del braccetto mobile 17, ossia al piano di mezzeria dello scarpone. L’organo elastico di contrasto 18 è atto contrastare in modo elastico anche lo scorrimento/spostamento del braccetto 17 lungo/sulla piastra di supporto 16 nella direzione d.
In altre parole, la testa del braccetto mobile 17 è fissata sulla piastra di supporto 16 in modo tale da potersi spostare liberamente avanti ed indietro sulla piastra di supporto 16 in una direzione d localmente sostanzialmente tangente alla superficie del gambetto 3 e parallela al piano di giacitura e rotazione del gambetto 3, ossia al piano di mezzeria dello scarpone, e l’organo elastico di contrasto 18 è atto a contrastare in modo elastico qualsiasi traslazione della testa del braccetto mobile 17 sulla piastra di supporto 16.
Più in dettaglio, l’organo elastico di contrasto 18 è preferibilmente atto ad esercitare, sul braccetto mobile 17, una forza elastica f che tende portare/spingere e mantenere in modo elastico la testa del braccetto mobile 17 sulla piastra di supporto 16 in un punto prefissato della sua corsa longitudinale sulla piastra di supporto 16 (vedi figure 1, 3 e 4), che preferibilmente consente al braccetto mobile 17 di disporre il gambetto 3 nella posizione di discesa.
In altre parole, quando si trova nella posizione abbassata o di bloccaggio con la testa in detto punto prefissato della piastra di supporto 16, il braccetto mobile 17 è in grado di disporre il gambetto 3 nella posizione di discesa.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, in particolare la testa del braccetto mobile 17 è preferibilmente incernierata sulla piastra di supporto 16 tramite un perno trasversale 20 che si estende coassiale ad un asse di riferimento B sostanzialmente perpendicolare al piano di giacitura e rotazione del braccetto mobile 17, ossia al piano di mezzeria dello scarpone, ed impegna in modo liberamente assialmente girevole e scorrevole una coppia di asole guida 21 parallele ed affacciate tra loro, che si estendono sostanzialmente nella direzione d, e sono realizzate sulla piastra di supporto 16 preferibilmente da bande opposte della testa del braccetto mobile 17 e preferibilmente anche del piano di mezzeria dello scarpone, in modo tale da essere localmente sostanzialmente tangenti alla superficie del gambetto 3. Preferibilmente le asole guida 21 sono inoltre sostanzialmente rettilinee.
L’organo elastico di contrasto 18, invece, è preferibilmente strutturato in modo tale da esercitare, sul perno trasversale 20 del braccetto mobile 17, una forza elastica f che è diretta parallelamente alla direzione d, ossia parallelamente alle asole guida 21, ed è atta a spingere e mantenere in modo elastico il perno trasversale 20 in battuta su una prima estremità delle due asole guida 21.
In altre parole, l’organo elastico di contrasto 18 è preferibilmente atto a spingere e trattenere la testa del braccetto mobile 17 in modo elastico in corrispondenza di una estremità della corsa che la testa del braccetto mobile 17 può compiere sulla piastra di supporto 16.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, nell’esempio illustrato, in particolare, la piastra di supporto 16 è preferibilmente fissata/bloccata saldamente sul gambetto 3, o meglio sul guscio rigido 9, tramite almeno una vite di ancoraggio 22 trasversale, che preferibilmente attraversa in modo passante il guscio rigido 9 del gambetto 3 prima di penetrare nel corpo della piastra di supporto 16.
Preferibilmente la piastra di supporto 16 è inoltre dotata di due alette sporgenti 23 che sono sostanzialmente parallele ed affacciate tra loro, e si estendono a sbalzo dalla superficie esterna del gambetto 3, da bande opposte della testa del braccetto mobile 17, preferibilmente rimanendo localmente sostanzialmente perpendicolari alla superficie esterna del gambetto 3 e/o parallele al piano di giacitura e rotazione del braccetto mobile 17, ossia parallele al piano di mezzeria dello scarpone.
Le asole guida 21 sono preferibilmente realizzate sulle due alette sporgenti 23 della piastra di supporto 16, ed il perno trasversale 20 si estende a cavallo tra le medesime alette sporgenti 23.
Con riferimento alla figura 1, a sua volta la testa o estremità prossimale 17b del braccetto mobile 17 è preferibilmente sagomata a forma sostanzialmente di forcella, e l’organo elastico di contrasto 18 è preferibilmente collocato tra i due rebbi della testa del braccetto mobile 17.
Preferibilmente entrambi i rebbi della forcella sono preferibilmente infulcrati sulla piastra di supporto 16 tramite il perno trasversale 20.
Invece, l’estremità distale 17a del braccetto mobile 17 è preferibilmente strutturata in modo tale da potersi incastrare in modo rimovibile a cavallo di un secondo perno trasversale 24 preferibilmente realizzato in materiale metallico, che si estende coassiale ad un asse C localmente sostanzialmente perpendicolare al piano di mezzeria dello scarpone, e quindi sostanzialmente parallelo all’asse A e/o B, ed è fissato in modo rigido e stabile alla parte posteriore dello scafo 2, o meglio del guscio rigido 6, a cavallo del piano di giacitura e rotazione del braccetto.
Più in dettaglio, la struttura di ancoraggio 19 preferibilmente comprende il perno trasversale 24 ed una coppia di alette di supporto 25 parallele ed affacciate tra loro, che sporgono a sbalzo dalla parte posteriore dello scafo 2, o meglio dalla parte posteriore del guscio rigido 6, da bande opposte del piano di mezzeria dello scarpone, preferibilmente in posizione sostanzialmente speculare rispetto al piano di mezzeria dello scarpone, e si estendono fino alle due estremità del perno trasversale 24 in modo tale da supportare direttamente il perno trasversale 24.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, l’organo elastico di contrasto 18 invece preferibilmente comprende: un mozzo trasversale 27, che è calzato sul perno trasversale 20, preferibilmente a cavallo del piano di giacitura e rotazione del braccetto mobile 17, ed è angolarmente solidale alla testa o estremità prossimale 17b del braccetto mobile 17 in modo tale da ruotare attorno all’asse B unitamente a quest’ultimo; ed un gruppo spintore 28 che è posizionato/ fissato sulla piastra di supporto 16 di fianco al mozzo trasversale 27, preferibilmente a cavallo del piano di giacitura e rotazione del braccetto mobile 17, ed è disposto in appoggio scorrevole/volvente sulla periferia esterna del mozzo trasversale 27, in modo tale da poter spingere il mozzo trasversale 27 in modo elastico nella direzione d, ossia parallelamente alle asole guida 21, consentendo comunque al mozzo trasversale 27 di ruotare liberamente attorno all’asse di riferimento B.
Più in dettaglio, il gruppo spintore 28 è preferibilmente posizionato/fissato sulla piastra di supporto 16 di fianco ed al disotto del mozzo trasversale 27, ed è preferibilmente atto a spingere il mozzo trasversale 27 in modo elastico verso l’alto.
Nell’esempio illustrato, in particolare, il mozzo trasversale 27 si estende sostanzialmente coassiale al perno trasversale 20, e preferibilmente si estende a ponte tra i due rebbi della testa o estremità prossimale 17b del braccetto mobile 17.
In aggiunta la periferia del mozzo trasversale 27 ha un profilo a camma, ed il gruppo spintore 28 è atto ad interagire con la periferia del mozzo trasversale 27 in modo tale da generare una coppia elastica che tende a portare e trattenere il mozzo trasversale 27 in una prima posizione angolare di equilibrio stabile in cui il mozzo trasversale 27 dispone il braccetto mobile 17 nella posizione abbassata o di bloccaggio (vedi figure 1, 2, e 3), ed opzionalmente anche in una seconda posizione angolare di equilibrio stabile in cui il mozzo trasversale 27 dispone il braccetto mobile 17 nella posizione sollevata o di sbloccaggio (vedi figura 4).
In altre parole, nella seconda posizione angolare di equilibrio stabile, il mozzo trasversale 27 è ruotato verso l’alto di un angolo superiore a 120°.
Più in dettaglio, il gruppo spintore 28 è preferibilmente posizionato tra i due rebbi della testa o estremità prossimale 17b del braccetto mobile 17, e preferibilmente comprende: uno stelo rettilineo telescopico 30, che si estende nella direzione d preferibilmente a cavallo del piano di giacitura e rotazione del braccetto mobile 17, rimanendo coassiale ad un asse longitudinale L che interseca l’asse B del perno trasversale 20, ha una prima estremità assiale fissata in modo rigido sulla piastra di supporto 16, ed una seconda estremità assiale 31, preferibilmente di forma sostanzialmente semisferica, disposta in appoggio scorrevole sulla periferia del mozzo trasversale 27; ed una molla elicoidale 32 o altro elemento elastico di contrasto, che è preferibilmente calzato/a sullo stelo telescopico 30, ed agisce sullo stelo telescopico 30 in modo tale da spingere con forza l’estremità assiale 31 dello stelo telescopico 30 in battuta sulla periferia del mozzo trasversale 27.
In altre parole, la molla elicoidale 32 è precaricata in compressione in modo tale da mantenere in modo elastico lo stelo telescopico 30 nella configurazione di massima estensione.
Il mozzo trasversale 27, invece, è preferibilmente dotato di almeno uno e preferibilmente una coppia di sedi o incavature 27a e 27b che sono posizionate sulla periferia esterna del mozzo trasversale 27 in posizione sostanzialmente diametrale una rispetto all’altra, e ciascuna dei quali è sagomata in modo tale da essere impegnata da una parte del gruppo spintore 28, o meglio dalla estremità assiale 31 dello stelo telescopico 30, così da contrastare in modo elastico ogni ulteriore spostamento angolare del mozzo trasversale 27.
Preferibilmente il gruppo spintore 28 infine comprende anche un tampone smorzatore 33 preferibilmente realizzato in materiale elastomerico, che è posizionato all’interno del cannotto tubolare dello stelo telescopico 30, in moto tale da impedire all’asta dello stelo telescopico 30 di sbattere violentemente contro la piastra di supporto 16.
Il funzionamento generale dello scarpone da sci 1 è facilmente desumibile da quanto sopra descritto, e non necessita di ulteriori spiegazioni.
Per quanto riguarda invece il dispositivo di bloccaggio del gambetto 15, l’utilizzatore dispone manualmente il braccetto mobile 17 nella posizione di bloccaggio, quando vuole bloccare il gambetto 3 nella posizione di discesa.
Il gambetto 3 rimane nella posizione di discesa fino a quando l’utilizzatore non imprime al gambetto 3 una forza flessionale tale da vincere la resistenza dell’organo elastico di contrasto 18, e spostare la testa del braccetto mobile 17 lungo la piastra di supporto 16, consentendo un ulteriore piccolo e temporaneo incremento dell’angolo di inclinazione del gambetto 3 rispetto alla verticale.
I vantaggi associati al dispositivo di bloccaggio del gambetto 15 sono notevoli.
In primo luogo, il dispositivo di bloccaggio del gambetto 15 consente di bloccare il gambetto 3 nella posizione di discesa, consentendo contemporaneamente al gambetto 3 di compiere piccole oscillazioni nell’intorno di detta posizione di discesa.
Inoltre, il dispositivo di bloccaggio del gambetto 15 può prendere il posto dei dispositivi di bloccaggio del gambetto attualmente sul mercato, senza richiedere modifiche alla struttura del gambetto e/o dello scafo dello scarpone da sci, con tutti i vantaggi che questo comporta.
Risulta infine chiaro che allo scarpone da sci 1 sopra descritto possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione.
Per esempio in una prima variante realizzativa, la piastra di supporto 16 può essere realizzata in pezzo unico con il gambetto 3. In altre parole, le asole guida 21 possono essere realizzate direttamente sul gambetto 3, o meglio sul guscio rigido 9.
In una diversa forma di realizzazione dell’organo elastico di contrasto 18, infine, il gruppo spintore 28 può essere posizionato/fissato sulla piastra di supporto 16 di fianco ed al disopra del mozzo trasversale 27, in modo tale da spingere il mozzo trasversale 27 nella direzione d, verso il basso.

Claims (15)

1. Scarpone da sci (1) comprendente: uno scafo (2) sostanzialmente rigido, che è atto ad accogliere il piede dell’utilizzatore ed ha la parte inferiore strutturata per potersi agganciare ad un attacco da sci; un gambetto (3) sostanzialmente rigido, che è atto a cingere la parte inferiore della gamba dell’utilizzatore, ed è infulcrato sullo scafo (2) in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse di riferimento (A) sostanzialmente perpendicolare al piano di mezzeria dello scarpone; ed un dispositivo di bloccaggio del gambetto (15) ad azionamento manuale, che è selettivamente atto a bloccare il gambetto (3) sullo scafo (2) in una posizione di discesa prefissata; il dispositivo di bloccaggio del gambetto (15) comprendendo: una piastra di supporto (16) posizionata sul gambetto (3), al disopra del tallone dello scarpone (1); un braccetto mobile (17) che è incernierato di testa sulla piastra di supporto (16) in modo tale da poter ruotare da e verso una posizione di bloccaggio in cui il braccetto mobile (17) si estende verso il basso e si aggancia in modo rilasciabile allo scafo (2) sottostante; ed un organo elastico di contrasto (18) che è atto a portare e mantenere in modo elastico il braccetto mobile (17) in detta posizione di bloccaggio; lo scarpone da sci (1) essendo caratterizzato dal fatto che la testa del braccetto mobile (17) è fissata sulla piastra di supporto (16) anche con la possibilità di scorrere sulla piastra di supporto (16) in una prima direzione (d) che è sostanzialmente parallela al piano di giacitura e rotazione del braccetto mobile (17) e localmente sostanzialmente tangente alla superficie del gambetto (3); e dal fatto che l’organo elastico di contrasto (18) è anche atto a contrastare in modo elastico lo scorrimento del braccetto mobile (17) sulla piastra di supporto (16).
2. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 1, in cui l’organo elastico di contrasto (18) è atto ad esercitare, sul braccetto mobile (17), una forza elastica (f) che tende a disporre la testa del braccetto mobile (17) in un punto prefissato della sua corsa sulla piastra di supporto (16).
3. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 2, in cui il braccetto mobile (17) è atto a disporre il gambetto (3) in detta posizione di discesa quando la testa del braccetto mobile (17) si trova in detto punto prefissato della sua corsa sulla piastra di supporto (16).
4. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 1, 2 o 3, in cui la testa del braccetto mobile (17) è incernierata sulla piastra di supporto (16) mediante un perno trasversale (20) che è sostanzialmente perpendicolare al piano di giacitura e rotazione del braccetto mobile (17), ed impegna in modo liberamente assialmente girevole e scorrevole una coppia di asole guida (21), che si estendono sulla piastra di supporto (16) in detta prima direzione (d), da bande opposte della testa del braccetto mobile (17).
5. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 4, in cui le asole guida (21) sono sostanzialmente rettilinee.
6. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 4 o 5, in cui la piastra di supporto (16) è dotata di due alette sporgenti (23) sostanzialmente parallele ed affacciate tra loro, che si estendono a sbalzo dalla superficie esterna del gambetto (3), da bande opposte della testa del braccetto mobile (17), rimanendo localmente sostanzialmente perpendicolari alla superficie esterna del gambetto (3) e parallele al piano di mezzeria dello scarpone; le asole guida (21) essendo realizzate su dette alette sporgenti (23).
7. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 4, 5 o 6, in cui l’organo elastico di contrasto (18) è atto ad esercitare, su detto perno trasversale (20), una forza elastica (f) che è diretta sostanzialmente lungo detta prima direzione (d) ed è atta a spingere e mantenere in modo elastico il perno trasversale (20) in battuta su una estremità di dette asole guida (21).
8. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 4, 5, 6 o 7, in cui l’organo elastico di contrasto (18) comprende: un mozzo trasversale (27), che è calzato su detto perno trasversale (20) ed è angolarmente solidale alla testa del braccetto mobile (17) in modo tale da ruotare unitamente a quest’ ultimo; ed un gruppo spintore (28) che è posizionato sulla piastra di supporto (16) di fianco al mozzo trasversale (27), ed è disposto in appoggio scorrevole/volvente sulla periferia esterna del mozzo trasversale (27), in modo tale da poter spingere il mozzo trasversale (27) in modo elastico in detta prima direzione (d).
9. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 8, in cui la periferia del mozzo trasversale (27) ha un profilo a camma, ed il gruppo spintore (28) interagisce con la periferia del mozzo trasversale (27) in modo tale da generare una coppia elastica che tende a portare e trattenere il mozzo trasversale (27) in una prima posizione angolare di equilibrio stabile in cui il mozzo trasversale (27) dispone il braccetto mobile (17) in detta posizione di bloccaggio.
10. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 9, in cui il gruppo spintore (28) interagisce con la periferia del mozzo trasversale (27) in modo tale da generare una coppia elastica che tende a portare e trattenere il mozzo trasversale (27) anche in una seconda posizione angolare di equilibrio stabile in cui il mozzo trasversale (27) è ruotato verso l’alto, rispetto alla prima posizione angolare di equilibrio stabile, di un angolo prefissato e superiore a 120°.
11. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 8, 9 o 10, in cui il gruppo spintore (28) comprende: uno stelo telescopico (30), che si estende in detta prima direzione (d) rimanendo coassiale ad un asse longitudinale (L) che interseca l’asse di rotazione (B) del perno trasversale (20), ha una prima estremità assiale fissata in modo rigido sulla piastra di supporto (16), ed una seconda estremità assiale (31) disposta in appoggio scorrevole sulla periferia del mozzo trasversale (27); ed un elemento elastico di contrasto (32), che agisce sullo stelo telescopico (30) in modo tale da spingere con forza la seconda estremità assiale (31) dello stelo telescopico (30) in battuta sulla periferia del mozzo trasversale (27).
12. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 11, in cui detto elemento elastico di contrasto (32) è calzato sullo stelo telescopico (30).
13. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la testa del braccetto mobile (17) è sagomata sostanzialmente a forma di forcella.
14. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 13, in cui l’organo elastico di contrasto (18) è collocato tra i due rebbi della testa del braccetto mobile (17).
15. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il braccetto mobile (17), nella posizione di bloccaggio, si estende verso il basso in modo tale da disporre la sua estremità distale (17a) in battuta su di una struttura di ancoraggio (19), che è posizionata sullo scafo (2) spaziata al disotto del dispositivo di bloccaggio del gambetto (15); l’estremità distale (17a) del braccetto mobile (19) essendo strutturata in modo tale da potersi accoppiare/agganciare a detta struttura di ancoraggio (19).
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US4519149A (en) * 1981-08-31 1985-05-28 Nordica S.P.A. Device for adjusting the flex in rear-entry ski boots
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