ITTO20140094U1 - Scarpone da sci - Google Patents

Scarpone da sci

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ITTO20140094U1
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IT
Italy
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cuff
way
shell
ratchet
support plate
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ITTO2014U000094U
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English (en)
Inventor
Davide Parisotto
Original Assignee
Scarpa Calzaturificio Spa
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DESCRIZIONE
del modello di utilità dal titolo: “SCARPONE DA SCI”
La presente innovazione è relativa ad uno scarpone da sci.
Più in dettaglio, la presente innovazione è relativa ad uno scarpone da scialpinismo, impiego a cui la trattazione che segue farà esplicito riferimento senza per questo perdere in generalità.
Come è noto, gli scarponi da scialpinismo più recenti sono composti essenzialmente da uno scafo rigido in materiale plastico che è sagomato in modo tale da accogliere il piede dello sciatore, ed ha la parte inferiore specificamente strutturata per essere fissata sul dorso di uno sci da discesa o similare tramite appositi attacchi da sci di tipo noto; da un gambetto rigido in materiale plastico che è sagomato in modo tale da abbracciare da dietro la parte inferiore della gamba dello sciatore, ed è incernierato alla parte superiore dello scafo in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse di riferimento trasversale che è grosso modo coincidente con l’asse di articolazione della caviglia ed è sostanzialmente perpendicolare al piano di mezzeria dello scarpone; da una scarpetta interna in materiale morbido e termoisolante, che è inserita in modo amovibile all’interno dello scafo e del gambetto, ed è sagomata in modo tale da avvolgere e proteggere sia il piede che la parte inferiore della gamba dello sciatore; ed infine da una serie di ganci di chiusura ad azionamento manuale, che sono opportunamente distribuiti sullo scafo e sul gambetto e sono strutturati in modo tale da poter selettivamente chiudere/stringere lo scafo ed il gambetto così da immobilizzare la gamba dello sciatore stabilmente all’interno della scarpetta.
La maggior parte degli scarponi da scialpinismo è infine dotata di un dispositivo di bloccaggio del gambetto ad azionamento manuale, che è strutturato in modo tale da poter, a scelta ed alternativamente,
- bloccare rigidamente il gambetto allo scafo in modo tale da impedire qualsiasi movimento oscillatorio del gambetto sullo scafo; oppure - svincolare completamente il gambetto dallo scafo in modo tale da permettere al gambetto di oscillare liberamente sullo scafo avanti ed indietro, rimanendo sul piano di mezzeria dello scarpone. Negli scarponi da scialpinismo più sofisticati, il dispositivo di bloccaggio del gambetto è composto essenzialmente da una asta rigida di collegamento, che ha l’estremità inferiore incernierata sullo scafo in corrispondenza del tallone dello scarpone, in modo tale da poter ruotare liberamente attorno ad un asse di riferimento localmente sostanzialmente perpendicolare al piano di mezzeria dello scarpone, e si estende sul piano di mezzeria dello scarpone fino a raggiungere la porzione del gambetto che si trova immediatamente al disopra del tallone dello scarpone; e da un gruppo di bloccaggio ad azionamento manuale, che è fissato in modo rigido sul gambetto immediatamente al disopra del tallone dello scarpone, in modo tale da essere impegnato in modo assialmente scorrevole dalla parte terminale dell’asta, ed è strutturato in modo tale da poter selettivamente impedire qualsiasi movimento relativo tra l’asta di collegamento ed il gruppo di bloccaggio, così da bloccare in modo rigido il gambetto allo scafo dello scarpone.
Purtroppo, pur funzionando egregiamente, il dispositivo di bloccaggio del gambetto sopra descritto ha peso ed ingombri eccessivi per essere installato nei nuovi scarponi da scialpinismo con struttura superleggera.
Inoltre, quando il gambetto viene lasciato libero di oscillare rispetto allo scafo, l’attrito dovuto al continuo sfregamento dell’asta sul corpo del gruppo di bloccaggio tende ad ostacolare/frenare il movimento della gamba dell’utilizzatore, con tutti gli inconvenienti che questo comporta.
Scopo della presente innovazione è quello di realizzare un dispositivo di bloccaggio del gambetto che sia strutturalmente più semplice e leggero dei dispositivi di bloccaggio del gambetto attualmente in uso, e sia inoltre più semplice e pratico da azionare.
In accordo con questi obiettivi, secondo la presente innovazione viene realizzato uno scarpone da sci come definito nella rivendicazione 1 e preferibilmente, ma non necessariamente, in una qualsiasi delle rivendicazioni dipendenti.
La presente innovazione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 è la vista laterale di uno scarpone da scialpinismo realizzato secondo i dettami della presente innovazione, in una prima configurazione di funzionamento; mentre
- la figura 2 illustra in scala ingrandita, e con parti in sezione e parti asportate per chiarezza, la parte superiore posteriore dello scarpone da scialpinismo di Figura 1 in una seconda configurazione di funzionamento.
Con riferimento alle figure 1 e 2, con il numero 1 è indicato nel suo complesso uno scarpone da sci, ed in particolare uno scarpone da sci appositamente strutturato per praticare la disciplina sportiva dello scialpinismo.
Lo scarpone da sci 1 è composto essenzialmente da uno scafo 2 rigido in materiale plastico o composito, che è sagomato in modo tale da accogliere il piede dell’utilizzatore, ed ha la parte inferiore specificamente strutturata per essere fissata al dorso di un generico sci da discesa o similare tramite un apposito attacco da sci di tipo noto; e da un gambetto 3 rigido in materiale plastico o composito, che è preferibilmente sagomato sostanzialmente a forma di C in modo tale da abbracciare da dietro la parte inferiore della gamba dell’utilizzatore, ed è incernierato sulla parte superiore dello scafo 2 in modo tale da poter oscillare liberamente attorno ad un asse A di riferimento trasversale, che è localmente sostanzialmente perpendicolare al piano verticale di mezzeria dello scarpone (ossia perpendicolare al piano del foglio nelle figure 1 e 2), ed è inoltre localmente sostanzialmente coincidente con l’asse di articolazione della caviglia dell’utilizzatore.
Più in dettaglio, la parte inferiore dello scafo 2 è dotata di una suola anteriore 4 e di un tacco posteriore 5 che sono specificamente strutturati/sagomati per potersi accoppiare/agganciare in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, rispettivamente con il puntale e con la talloniera di un attacco da sci di tipo noto, a sua volta strutturato per essere fissato in modo rigido sul dorso di uno sci da discesa o similare.
La suola 4 ed il tacco 5 sono inoltre preferibilmente, ma non necessariamente, dotati di profilo tassellato e sono preferibilmente, ma non necessariamente, realizzati in materiale elastomerico antisdrucciolo.
Il gambetto 3 è invece fissato in modo liberamente girevole sullo scafo 2 tramite due cerniere 6 laterali di collegamento, che sono posizionate sui fianchi laterali interno ed esterno dello scafo 2 e del gambetto 3, allineate lungo l’asse A, in modo tale da consentire al gambetto 3 di oscillare liberamente sullo scafo 2 sia in avanti che indietro, rimanendo sempre su di un piano di riferimento ortogonale all’asse A e sostanzialmente coincidente con il piano di mezzeria dello scarpone.
Nell’esempio illustrato, in particolare, lo scafo 2 ed il gambetto 3 sono preferibilmente, ma non necessariamente, realizzati in Nylon (poliammide), PEBAX (poliestere-ammide) o polimeri plastici similari. In alternativa, lo scafo 2 e/o il gambetto 3 potrebbero anche essere costituiti da gusci preferibilmente, ma non necessariamente, con struttura monolitica, realizzati in un materiale composito formato da uno o più strati sovrapposti di fibre di carbonio e/o fibre di vetro e/o fibre aramidiche, opportunamente intrecciate e/o sovrapposte tra loro ed annegate in una matrice di resina epossidica, fenolica o poliestere preferibilmente di tipo termoindurente.
Le due cerniere di collegamento 6 sono invece preferibilmente realizzate in materiale metallico e non verranno ulteriormente descritte essendo dei componenti già ampiamente conosciuti nel settore degli scarponi da sci.
Con riferimento alle figure 1 e 2, lo scarpone da sci 1 comprende inoltre una scarpetta interna 7 preferibilmente realizzata in materiale morbido e termoisolante, che è alloggiata all’interno dello scafo 2 e del gambetto 3 preferibilmente, ma non necessariamente, in modo amovibile, ed è sagomata in modo tale da avvolgere e proteggere il piede e la parte inferiore della gamba dell’utilizzatore; ed un dispositivo di chiusura dello scarpone 8 ad azionamento manuale, che è strutturato in modo tale da poter selettivamente chiudere/stringere lo scafo 2 e il gambetto 3 così da immobilizzare la gamba dell’utilizzatore stabilmente all’interno della scarpetta 7.
Nell’esempio illustrato, in particolare, lo scafo 2 è preferibilmente dotato di una fenditura longitudinale (non illustrata) che si estende lungo la parte superiore dello scafo 2 rimanendo localmente sostanzialmente complanare al piano verticale di mezzeria dello scarpone, ed è dimensionata in modo tale da consentire allo scafo 2 di allargarsi temporaneamente in modo tale da agevolmente l’inserimento del piede dell’utilizzatore all’interno della scarpetta 7.
Inoltre, con riferimento alle figure 1 e 2, lo scarpone da sci 1 è preferibilmente dotato anche di una linguetta protettiva 9 superiore di forma oblunga ed appiattita, che è realizzata preferibilmente, ma non necessariamente, in materiale plastico o composito, ed è posizionata in appoggio sullo scafo 2 nella zona sovrastante il collo del piede e la parte inferiore della gamba, a copertura della fenditura longitudinale dello scafo 2.
In altre parole, la linguetta protettiva 9 è piegata sostanzialmente ad L e si estende radente allo scafo 2 nella zona immediatamente soprastante il collo del piede e la giunzione tibio-astragalica della caviglia, a copertura della fenditura longitudinale dello scafo 2, e poi risale lungo la gamba fino a raggiungere ed infilarsi al disotto del gambetto 3 in modo tale da coprire la parte inferiore della tibia.
Il dispositivo di chiusura dello scarpone 8 è invece preferibilmente, ma non necessariamente, costituito da un congruo numero di ganci di chiusura a leva 8 ad azionamento manuale, che sono posizionati sullo scafo 2 e/o sul gambetto 3 e/o sulla linguetta protettiva 9 in modo tale da poter selettivamente chiudere/stringere lo scafo 2 e/o il gambetto 3 così da immobilizzare la gamba dell’utilizzatore stabilmente all’interno della scarpetta 7.
Con riferimento alle figure 1 e 2, lo scarpone da sci 1 è infine dotato di un dispositivo di bloccaggio del gambetto 10 ad azionamento manuale, che è strutturato in modo tale da poter, a scelta ed alternativamente,
- bloccare il gambetto 3 in modo rigido allo scafo 2 in una posizione operativa inclinata in cui il gambetto 3 è inclinato in avanti rispetto alla verticale allo scafo 2 di un angolo β prestabilito (vedi figura 1) e preferibilmente, ma non necessariamente, compreso tra 8° e 28°; oppure - sbloccare/svincolare completamente il gambetto 3 dallo scafo 2 in modo tale da consentire al gambetto 3 di oscillare liberamente sullo scafo attorno all’asse A, preferibilmente sia in avanti che indietro.
Il dispositivo di bloccaggio del gambetto 10, in particolare, è posizionato nella zona immediatamente soprastavate il tallone dello scarpone, a cavallo tra lo scafo 2 ed il gambetto 3, e comprende:
- una piastra di aggancio 11 sostanzialmente nastriforme che è preferibilmente realizzata in materiale metallico, ed è fissata in modo rigido sullo scafo 2, immediatamente al disopra del tallone dello scarpone, in modo tale da essere localmente sostanzialmente radente/tangente alla superficie esterna dello scafo 2 e localmente sostanzialmente complanare al piano di mezzeria dello scarpone; ed
- un gruppo di bloccaggio 12 ad azionamento manuale, che è fissato in modo rigido sulla parte posteriore del gambetto 3, sostanzialmente complanare al piano di mezzeria dello scarpone, in modo tale da essere posizionato al disopra della piastra di aggancio 11, ed è dotato di un elemento mobile a chiavistello che è mobile localmente sostanzialmente ortogonalmente alla piastra di aggancio 11, ed è strutturato in modo tale da potersi selettivamente piantare/ innestare/inserire in una sede di arresto 13 specificamente realizzata nella piastra di aggancio 11, in modo tale da poter selettivamente impedire qualsiasi movimento relativo tra il gruppo di bloccaggio 12 e la piastra di aggancio 11 e conseguentemente bloccare in modo rigido il gambetto 3 allo scafo 2.
Più in dettaglio, con riferimento alle figure 1 e 2, la piastra di aggancio 11 è posizionata sullo scafo 2 in modo tale che l’estremità superiore 11a della piastra di aggancio 11 si estenda/prolunghi al disotto del gambetto 3, all’interno della intercapedine 14 tra lo scafo 2 ed il gambetto 3. Mentre la sede di arresto 13 è realizzata sul corpo della piastra di aggancio 11, a ridosso dell’estremità superiore 11a della piastra di aggancio 11, in una posizione tale da essere coperta dal corpo del gambetto 3 quando il gambetto 3 è inclinato in avanti rispetto alla verticale allo scafo 2 di un angolo α minore dell’angolo β, e da essere scoperta ed affacciata all’esterno dello scarpone quando il gambetto 3 è inclinato in avanti rispetto alla verticale allo scafo 2 di un angolo α maggiore od uguale all’angolo β.
In altre parole, la sede di arresto 13 è posizionata in modo tale da essere coperta dal corpo del gambetto 3 quando il gambetto 3 si trova in posizione sostanzialmente verticale o eretta (vedi figura 2), e da essere scoperta e selettivamente impegnabile dall’elemento mobile a chiavistello del gruppo di bloccaggio 12 quando il gambetto 3 si trova nella posizione operativa inclinata (vedi figura 1), ossia quando il gambetto 3 è inclinato in avanti rispetto alla verticale di un angolo uguale all’angolo β.
Con particolare riferimento alle figure 2, il gruppo di bloccaggio 12 comprende invece una piastra di supporto 15 che è fissata in modo rigido sulla parte posteriore del gambetto 3, al disopra del tallone dello scarpone, in modo tale da giacere sostanzialmente sul piano di mezzeria dello scarpone, verticalmente allineata alla piastra di aggancio 11; ed un arpionismo oscillante di aggancio 16 che è disposto sostanzialmente complanare al piano di mezzeria dello scarpone, ha l’estremità superiore 16a incernierata sulla piastra di supporto 15 in modo tale da poter oscillare liberamente rispetto alla piastra di supporto 15 rimanendo localmente sostanzialmente complanare al piano di mezzeria dello scarpone, e si estende sostanzialmente radente/tangente alla piastra di supporto 15 e/o alla superficie esterna del gambetto 3 in modo tale da sporgere a sbalzo oltre il bordo inferiore del gambetto 3.
L’estremità inferiore 16b dell’arpionismo oscillante 16 è invece incurvata sostanzialmente ad uncino verso la piastra di aggancio 11 sottostante, preferibilmente in modo tale da essere localmente sostanzialmente ortogonale alla estremità superiore 11a della piastra di aggancio 11, ed è sagomata in modo tale da potersi piantare/innestare/ inserire nella sede di arresto 13 presente sulla piastra di aggancio 11.
L’arpionismo oscillante di aggancio 16, o meglio l’estremità inferiore 16b dell’arpionismo oscillante 16, forma quindi l’elemento mobile a chiavistello del gruppo di bloccaggio 12.
Il gruppo di bloccaggio 12 è inoltre provvisto di un organo elastico 17 che è strutturato in modo tale da mantenere in modo elastico l’arpionismo oscillante 16 in una posizione completamente abbassata in cui il corpo dell’arpionismo oscillante 16 si trova localmente sostanzialmente radente/tangente alla piastra di supporto 15 e/o alla superficie esterna del gambetto 3 (vedi figura 1), in modo tale che l’estremità inferiore 16b dell’arpionismo rimanga stabilmente in battuta sulla, o comunque alla minima distanza dalla piastra di aggancio 11; e di un organo di comando 18 ad azionamento manuale, che è in grado di spostare e mantenere stabilmente l’arpionismo oscillante 16 in una posizione completamente sollevata (vedi figura 2) in cui il corpo dell’arpionismo oscillante 16 è inclinato di alcuni gradi rispetto alla piastra di supporto 15 ed alla superficie esterna del gambetto 3, in modo tale da posizionare l’estremità inferiore 16b dell’arpionismo alla massima distanza possibile dalla piastra di aggancio 11 vincendo la forza elastica dell’organo elastico 17.
Con riferimento alle figure 1 e 2, nell’esempio illustrato, in particolare, l’arpionismo oscillante di aggancio 16 è preferibilmente costituito da un braccetto rigido 16 a forma sostanzialmente di L, preferibilmente realizzato in materiale metallico, che ha l’estremità superiore 16a incernierata sulla piastra di supporto 15 in modo tale da poter ruotare rispetto alla piastra di supporto 15 rimanendo localmente sostanzialmente complanare al piano di mezzeria dello scarpone, ed è disposto con il segmento longitudinale maggiore sostanzialmente radente/tangente alla piastra di supporto 15 e/o alla superficie esterna del gambetto 3 in modo tale da sporgere a sbalzo oltre il bordo inferiore del gambetto 3. Il segmento trasversale minore del braccetto 16 invece si protende verso la piastra di aggancio 11 sottostante, preferibilmente rimanendo localmente sostanzialmente ortogonale alla estremità superiore 11a della piastra di aggancio 11, ed è sagomato in modo tale da potersi piantare/innestare/inserire nella sede di arresto 13 presente sulla piastra di aggancio 11.
La piastra di supporto 15 è invece preferibilmente realizzata in materiale metallico, ed è preferibilmente fissata sulla parte posteriore del gambetto 3 in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile. Inoltre, la piastra di supporto 15 è anche preferibilmente fissata sulla parte posteriore del gambetto 3 in modo registrabile dall’utilizzatore.
Più in dettaglio, la piastra di supporto 15 è preferibilmente strutturata in modo tale da essere fissabile sulla parte posteriore del gambetto 3 in una pluralità di posizioni distinte e liberamente selezionabili dall’utilizzatore, in modo tale da consentire all’utilizzatore di variare/regolare il valore dell’angolo β di inclinazione del gambetto quando il gambetto 3 si trova nella posizione operativa inclinata.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la piastra di supporto 15 è fissata in modo rigido al gambetto 3 tramite una o più viti passanti di ancoraggio (non visibili nell’ esempio illustrato), ciascuna delle quali è dimensionata in modo tale da impegnare in modo passante un’asola o foro passante appositamente realizzato nel corpo della piastra di supporto 15, e poi penetrare nel corpo del gambetto 3 per avvitarsi in un corrispondente corpo madrevite (non visibili nell’esempio illustrato) collocato all’interno del gambetto 3, dalla parte opposta della piastra di supporto 11, così da poter trattenere la piastra di supporto 15 stabilmente in battuta sulla parte posteriore del gambetto 3.
Con riferimento alle figure 1 e 2, l’organo elastico 17 invece consiste preferibilmente, ma non necessariamente, in una lamina metallica 17 in acciaio armonico ripiegata sostanzialmente ad U, che è posizionata tra l’arpionismo oscillante 16 e la piastra di supporto 11, con le due estremità fissate in modo rigido una all’arpionismo oscillante 16, ossia al braccetto a forma di L 16, e l’altra alla piastra di supporto 15, in modo tale da trattenere l’arpionismo oscillante 16 stabilmente adagiato in battuta sulla piastra di supporto 15.
Con riferimento alle figure 1 e 2, l’organo di comando 18 è invece preferibilmente costituito da una leva di sollevamento 18 che è incernierata direttamente sull’arpionismo oscillante 16, ossia sul braccetto mobile 16 a forma di L, in modo tale da poter ruotare liberamente sull’arpionismo oscillante di aggancio 16 preferibilmente rimanendo su di un piano di riferimento localmente sostanzialmente coincidente con il piano di giacitura dell’arpionismo oscillante 16, ed è sagomata/strutturata in modo tale da potersi puntellare/fare perno sulla piastra di supporto 15 immediatamente sottostante e/o direttamente sul corpo del gambetto 3, per costringere l’arpionismo oscillante 16 a ruotare passando dalla posizione completamente abbassata alla posizione completamente sollevata vincendo la spinta dell’organo elastico 17.
Più in dettaglio, la leva di sollevamento 18 è dotata di una porzione lobata 18a con profilo a camma che, al variare della posizione angolare/inclinazione della leva di sollevamento 18 rispetto all’arpionismo oscillante 16, è in grado di appoggiarsi sulla piastra di supporto 15 o sul corpo del gambetto 3 sottostante, e poi sollevare localmente l’arpionismo oscillante 16 dalla piastra di supporto 15 o dal gambetto 3 sottostante, in modo tale da costringere l’arpionismo oscillante 16 a ruotare rispetto alla piastra di supporto 15 passando dalla posizione completamente abbassata fino alla posizione completamente sollevata.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la leva di sollevamento 18 è preferibilmente realizzata in materiale metallico o plastico, ed è inoltre preferibilmente incernierata sul braccetto a forma di L 16 tramite un perno passante 19 trasversale che si estende attraverso il corpo del braccetto 16 ed il corpo della leva di sollevamento 18 rimanendo localmente ortogonale al piano di mezzeria dello scarpone.
Il funzionamento dello scarpone da sci 1 è facilmente desumibile da quanto sopra descritto, e non necessita quindi di ulteriori spiegazioni.
Per quanto riguarda invece il dispositivo di bloccaggio del gambetto 10, quando l’utilizzatore dispone l’arpionismo oscillante 16 nella posizione completamente abbassata, l’estremità inferiore 16b dell’arpionismo si porta in battuta sulla piastra di aggancio 11 e striscia sulla piastra di aggancio 11 rimuovendo le eventuali incrostazioni di ghiaccio o neve che ricoprono la piastra di aggancio 11, fino a quando l’utilizzatore non dispone il gambetto 3 nella posizione operativa inclinata (vedi figura 1), consentendo all’estremità inferiore 16b dell’arpionismo di piantarsi/innestarsi/inserirsi nella sede di arresto 13 presente sulla piastra di aggancio 11.
I vantaggi derivanti dalla particolare struttura del dispositivo di bloccaggio del gambetto 10 sono numerosi. In primo luogo, il dispositivo di bloccaggio del gambetto 10 ha peso ed ingombri notevolmente inferiori a quelli dei dispositivi di bloccaggio del gambetto attuali, ed è quindi particolarmente adatto ad essere negli scarponi da scialpinismo da competizione, che notoriamente devono pesare il meno possibile.
Inoltre, la particolare struttura del dispositivo di bloccaggio del gambetto 10 impedisce a neve e ghiaccio di ostruire la sede di arresto 13 presente sulla piastra di aggancio 11 (quando il gambetto 3 è in posizione eretta la sede di arresto 13 è coperta dal corpo del gambetto 3), evitando spiacevoli malfunzionamenti del dispositivo di bloccaggio del gambetto quando l’utilizzatore deve operare in condizioni ambientali e/o meteorologiche avverse.
Ultimo, ma non meno importante, nel dispositivo di bloccaggio del gambetto 10 non ci sono parti che sfregano una sull’altra quando il gambetto 3 viene lasciato libero di oscillare rispetto allo scafo 2, riducendo significativamente l’affaticamento dell’utilizzatore durante la camminata con gli scarponi.
Risulta infine chiaro che allo scarpone da sci 1 sopra descritto possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall’ambito della presente innovazione.
Per esempio, lo scarpone da sci 1 potrebbe essere strutturato per praticare la disciplina sportiva del Telemark o del Freeride.
Per quanto riguarda invece il dispositivo di bloccaggio del gambetto 10, in una diversa forma di realizzazione l’arpionismo oscillante 16 può essere costituito da un braccetto a forma sostanzialmente di L che è incernierato sulla piastra di supporto 15 grosso modo al centro del segmento longitudinale maggiore, in modo tale da poter oscillare a bilanciere sulla piastra di supporto 15. In questa forma di realizzazione, l’organo elastico 17 può essere vantaggiosamente costituito da una molla elicoidale interposta tra l’estremità superiore 16a del braccetto oscillante a bilanciere 16 e la piastra di supporto 15.
In una forma di realizzazione meno sofisticata, invece, la piastra di supporto 15 potrebbe essere fissata sulla parte posteriore del gambetto 3 in modo inamovibile, oppure essere realizzata in pezzo unico con il gambetto 3.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Scarpone da sci (1) comprendente uno scafo (2) rigido che è sagomato in modo tale da accogliere il piede dell’utilizzatore, ed un gambetto (5) rigido che è sagomato in modo tale da cingere la caviglia dell’utilizzatore ed è incernierato sullo scafo (2) in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse di rotazione (A) sostanzialmente perpen-dicolare al piano di mezzeria dello scarpone e localmente sostanzialmente coincidente con l’asse di articolazione della caviglia dell’utilizzatore; lo scarpone (1) essendo inoltre provvisto di un dispositivo di bloccaggio del gambetto ad azionamento manuale (10) che è strutturato in modo tale da poter, a scelta, bloccare il gambetto (3) in modo rigido allo scafo (2) in una posizione operativa inclinata in cui il gambetto (3) è inclinato rispetto allo scafo (2) di un primo angolo di inclinazione (β) prestabi-lito, oppure sbloccare/svincolare il gambetto (3) dallo scafo (2) in modo tale da consentire al gambetto (3) di oscillare liberamente sullo scafo (2) attorno a detto asse di rotazione (A); lo scarpone da sci (1) essendo caratterizzato dal fatto che il dispositivo di bloccaggio del gambetto (10) comprende: - una piastra di aggancio sostanzialmente nastriforme (11) che è fissata in modo rigido sullo scafo (2) al disopra del tallone dello scarpone, in modo tale da essere localmente sostanzialmente radente/ tangente alla superficie esterna dello scafo (2) e localmente sostanzialmente complanare al piano di mezzeria dello scarpone; ed - un gruppo di bloccaggio ad azionamento manuale (12), che a sua volta comprende una piastra di supporto (15) posizionata sulla parte posteriore del gambetto (3) al disopra del tallone dello scarpone, in modo tale da essere verticalmente allineata alla piastra di aggancio (11); ed un arpionismo oscillante (16) che è incernierato sulla piastra di supporto (15) in modo tale da poter oscillare liberamente rispetto alla piastra di supporto (15) rimanendo localmente sostanzialmente complanare al piano di mezzeria dello scarpone, e si estende sostanzialmente radente/tangente alla piastra di supporto (15) e/o alla superficie esterna del gambetto (3) in modo tale da sporgere a sbalzo oltre il bordo inferiore del gambetto (3); l’estremità inferiore (16b) dell’arpionismo oscillante (16) essendo incurvata sostanzialmente ad uncino verso la piastra di aggancio (11) e sagomata in modo tale da potersi selettivamente piantare/ innestare/inserire in una sede di arresto (13) realizzata nella piastra di aggancio (11), in modo tale da poter impedire qualsiasi movimento relativo tra il gruppo di bloccaggio (12) e la piastra di aggancio (11); la piastra di aggancio (11) essendo posizionata sullo scafo (2) in modo tale che l’estremità superiore (11a) della piastra di aggancio (11) si estenda/prolunghi al disotto del gambetto (3), all’interno di una intercapedine (14) tra lo scafo (2) ed il gambetto (3); la sede di arresto (13) essendo realizzata sul corpo della piastra di aggancio (11), a ridosso dell’estremità superiore (11a) della piastra di aggancio (11), in una posizione tale da essere coperta dal corpo del gambetto (3) quando il gambetto (3) è inclinato in avanti rispetto allo scafo (2) di un angolo (α) minore di detto primo angolo di inclinazione (β), e da essere scoperta ed affacciata all’esterno dello scarpone quando il gambetto (3) è inclinato in avanti rispetto allo scafo (2) di un angolo (α) maggiore od uguale a detto primo angolo di inclinazione (β); la piastra di supporto (15) del gruppo di bloccaggio ad azionamento manuale (12) essendo strutturata in modo tale da essere fissabile sulla parte posteriore del gambetto (3) in una pluralità di posizioni di ancoraggio distinte e liberamente selezionabili dall’ utilizzatore.
  2. 2. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l’estremità inferiore (16b) dell’arpionismo oscillante (16) è mobile localmente sostan-zialmente ortogonalmente a detta piastra di aggancio (11).
  3. 3. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che il gruppo di bloccaggio ad aziona-mento manuale (12) comprende anche un organo elastico (17) il quale è che è strutturato in modo tale da mantenere in modo elastico l’arpionismo oscillante (16) in una posizione completamente abbassata in cui il corpo dell’arpionismo oscillante (16) si trova localmente sostanzialmente radente /tangente alla piastra di supporto (15) e/o alla superficie esterna del gambetto (3), in modo tale che l’estremità inferiore (16b) dell’arpionismo rimanga stabilmente in battuta sulla, o comunque alla minima distanza dalla piastra di aggancio (11).
  4. 4. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che il gruppo di bloccaggio ad aziona-mento manuale (12) comprende anche un organo di comando (18) ad azionamento manuale, che è in grado di spostare e mantenere stabilmente l’arpionismo oscillante (16) in una posizione completamente sollevata in cui il corpo dell’ar-pionismo oscillante (16) è inclinato rispetto alla piastra di supporto (15) ed alla superficie esterna del gambetto (3), in modo tale da posizionare l’estremità inferiore (16b) dell’arpionismo alla massima distanza possibile dalla piastra di aggancio (11).
  5. 5. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle rivendi-cazioni precedenti 3, 4 o 5, caratterizzato dal fatto che l’arpionismo oscillante di aggancio (16) comprende un braccetto rigido a forma sostanzialmente di L (16), che è incernierato sulla piastra di supporto (15) in modo tale da poter ruotare rispetto alla piastra di supporto (15) rimanendo localmente sostanzialmente complanare al piano di mezzeria dello scarpone, ed è disposto con il segmento maggiore sostanzialmente radente/tangente alla piastra di supporto (15) e/o alla superficie esterna del gambetto (3) in modo tale da sporgere a sbalzo oltre il bordo inferiore del gambetto (3), e con il segmento minore che si protende verso la piastra di aggancio (11) sottostante, ed è sagomato in modo tale da potersi piantare/innestare/ inserire nella sede di arresto (13) presente sulla piastra di aggancio (11).
  6. 6. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle riven-dicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la piastra di supporto (15) del gruppo di bloccaggio ad aziona-mento manuale (12) è fissata sulla parte posteriore del gambetto (3) in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile.
  7. 7. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 4, 5 o 6, caratterizzato dal fatto che l’organo di comando (18) comprende una leva di sollevamento (18) che è incernierata sull’arpionismo oscillante (16) in modo tale da poter ruotare liberamente sull’arpionismo oscillante (16), ed è strutturata/sagomata in modo tale da potersi puntellare sulla piastra di supporto (15) e/o sul gambetto (3) per costringere l’arpionismo oscillante (16) a ruotare dalla posizione completamente abbassata alla posizione completa-mente sollevata vincendo la spinta dell’organo elastico (17).
  8. 8. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che la leva di sollevamento (18) è incernierata sull’arpionismo oscillante (16) in modo tale da poter ruotare liberamente sull’arpionismo oscillante (16) rimanendo su di un piano di riferimento localmente sostanzialmente coincidente con il piano di giacitura dell’arpionismo oscillante (16).
  9. 9. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che la leva di sollevamento (18) è dotata di una porzione lobata (18a) con profilo a camma che, al variare della posizione angolare/inclinazione della leva di sollevamento (18) rispetto all’arpionismo oscil-lante (16), è in grado di appoggiarsi sulla piastra di supporto (15) o sul corpo del gambetto (3) sottostante, e poi sollevare localmente l’arpionismo oscillante (16) dalla piastra di supporto (15) o dal gambetto (3) sottostante.
  10. 10. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle riven-dicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la sede di arresto (13) è posizionata sulla piastra di aggancio (11) in modo tale da essere coperta dal corpo del gambetto (3) quando il gambetto (3) si trova in una posizione sostanzialmente verticale o eretta.
  11. 11. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle riven-dicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il valore di detto primo angolo di inclinazione (β) è compreso tra 8° ed 28°.
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