ITTV20120077A1 - Scarpone da sci - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
“SCARPONE DA SCIâ€
La presente invenzione à ̈ relativa ad uno scarpone da sci.
Più in dettaglio, la presente invenzione à ̈ relativa ad uno scarpone da sci polivalente, che può essere utilizzato per praticare lo scialpinismo e per praticare la discesa con gli sci su pista.
Come à ̈ noto, la discesa con gli sci su pista e lo scialpinismo sono discipline sportive estremamente specializzate che richiedono l’utilizzo di attrezzature dedicate, non utilizzabili in altri contesti senza mettere a grave rischio la propria incolumità . Tra le attrezzature specifiche per ciascuna disciplina sportiva vanno sicuramente annoverati gli scarponi da sci.
É risaputo infatti che gli scarponi da sci di entrambe le discipline sportive, pur presentando una struttura di base molto simile, differiscono in modo significativo nella parte inferiore dello scarpone, che à ̈ tradizionalmente destinata ad essere fissata sul dorso dello sci tramite attacchi da sci specifici per ciascuna disciplina sportiva.
Più in dettaglio, gli scarponi da sci di entrambe le discipline sportive sono composti essenzialmente da uno scafo rigido in materiale plastico o composito che à ̈ sagomato in modo tale da accogliere il piede dello sciatore, ed ha la parte inferiore specificamente strutturata per essere fissata sul dorso dello sci tramite appositi attacchi da sci; da un gambetto rigido in materiale plastico o composito che à ̈ sagomato in modo tale da abbracciare da dietro la parte inferiore della gamba sciatore, ed à ̈ incernierato alla parte superiore dello scafo in modo tale da poter ruotare/oscillare attorno ad un asse di riferimento trasversale localmente sostanzialmente coincidente con l’asse di articolazione della caviglia; da una scarpetta interna in materiale morbido e termoisolante, che à ̈ inserita in modo amovibile all’interno dello scafo e del gambetto, ed à ̈ sagomata in modo tale da avvolgere e proteggere sia il piede che la parte inferiore della gamba dello sciatore; ed infine da una serie di ganci di chiusura ad azionamento manuale, che sono opportunamente distribuiti sullo scafo e sul gambetto, e sono strutturati in modo tale da poter selettivamente chiudere/stringere lo scafo e il gambetto così da immobilizzare la gamba dello sciatore stabilmente all’interno della scarpetta.
Ovviamente, visto che i movimenti che lo sciatore deve poter compiere sugli sci variano in modo significativo da una disciplina sportiva all’altra e che l’attacco da sci deve poter assecondare solamente tali movimenti, la struttura dell’attacco da sci varia in modo sostanziale da una disciplina sportiva all’altra. Questo fatto implica che la forma della parte inferiore dello scafo cambia radicalmente a seconda che lo scarpone da sci sia destinato alla pratica dello scialpinismo, oppure alla pratica della discesa su pista.
Più in dettaglio, lo scafo dello scarpone da sci à ̈ dotato inferiormente di una suola anteriore e di un tacco posteriore che sono specificamente strutturati/sagomati per potersi accoppiare, rispettivamente, con un puntale ed una talloniera che sono solidali al dorso dello sci, e sono specificamente strutturati per consentire allo sciatore di compiere i movimenti caratteristici della discesa con gli sci su pista, oppure i movimenti caratteristici dello scialpinismo.
Ovviamente le specifiche dimensionali della suola e del tacco dello scarpone da sci sono disciplinate da due distinte normative internazionali tra loro incompatibili, una vincolante per gli scarponi da discesa su pista (nella fattispecie la normativa ISO 5355) e l’altra vincolante per gli scarponi da scialpinismo (nella fattispecie la normativa ISO 9523 e le specifiche dimensionali necessarie per l’accoppiamento agli attacchi da scialpinismo tipo Dynafit o similari).
Con l’intento di rendere uno stesso scarpone da sci compatibile sia con gli attacchi da sci per la discesa su pista, che con gli attacchi da sci per lo scialpinismo, alcuni produttori di scarponi da sci hanno sviluppato e commercializzato degli scarponi da sci in cui la suola anteriore ed il tacco posteriore sono fissati sulla parte inferiore dello scafo in modo rimovibile tramite una serie di viti di bloccaggio. Questo accorgimento consente di dotare lo scarpone di due distinti set di suola anteriore e tacco posteriore, alternativamente posizionabili sula parte inferiore dello scafo secondo le necessità dello sciatore.
Il primo set di suola anteriore e tacco posteriore à ̈ specificamente strutturato/dimensionato per soddisfare alla normativa internazionale ISO-5355 vincolante per gli scarponi da discesa su pista, mentre il secondo set di suola anteriore e tacco posteriore à ̈ specificamente strutturato/ dimensionato per soddisfare alla normativa internazionale ISO-9523 vincolante per gli scarponi da scialpinismo, e più in particolare alle specifiche dimensionali necessarie per l’accoppiamento agli attacchi da scialpinismo tipo Dynafit o similari. Attacchi da scialpinismo sommariamente descritti per esempio nel brevetto europeo EP-0199098.
Uno scarpone da sci dotato di due diversi set di suola anteriore e tacco posteriore rimovibili à ̈ descritto nella domanda PCT WO2009/003904
Purtroppo l’utilizzo di questo tipo di scarponi da sci ha evidenziato alcune criticità che ne hanno fortemente penalizzato la diffusione sul mercato. Secondo gli sciatori più attenti ed esperti, infatti, lo scarpone da sci sopra descritto non à ̈ in grado di offrire all’utilizzatore lo stesso comportamento dinamico e reattività di un normale scarpone da sci con suola e tacco realizzati in pezzo unico con lo scafo, con tutti i problemi che questo comporta.
Scopo della presente invenzione à ̈ quello di realizzare uno scarpone da sci compatibile con gli attacchi da sci da discesa e con gli attacchi da scialpinismo, che sia in grado di offrire allo sciatore un comportamento dinamico equivalente a quelli di un tradizionale scarpone da sci con suola e tacco realizzati in pezzo unico con lo scafo.
In accordo con questi obiettivi, secondo la presente invenzione viene realizzato uno scarpone da sci come definito nella rivendicazione 1 e preferibilmente, ma non necessariamente, in una qualsiasi delle rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 Ã ̈ la vista laterale di uno scarpone da scialpinismo realizzato secondo i dettami della presente invenzione, in una prima configurazione operativa e con la parte inferiore sezionata lungo il piano di mezzeria;
- la figura 2 Ã ̈ una vista in sezione dello scarpone da sci illustrato in figura 1 lungo la linea di sezione D-D;
- la figura 3 Ã ̈ una vista in scala ingrandita e parzialmente esplosa della parte inferiore dello scarpone da sci illustrato in figura 1;
- la figura 4 Ã ̈ una vista in scala ingrandita e parzialmente esplosa della parte inferiore dello scarpone da sci illustrato in figura 1, in una seconda configurazione operativa;
- la figura 5 Ã ̈ una vista in sezione dello scarpone da sci illustrato in figura 4 lungo la stessa linea di sezione utilizzata in figura 2.
Con riferimento alle figure 1, 2 e 3, con il numero 1 Ã ̈ indicato nel suo complesso uno scarpone da sci strutturato per potersi accoppiare sia ad un attacco da sci specifico per la discesa su pista, che ad un attacco da sci specifico per lo scialpinismo.
Lo scarpone da sci 1 à ̈ composto essenzialmente da uno scafo 2 rigido esterno in materiale plastico o composito, che à ̈ sagomato in modo tale da accogliere l’intero piede dell’utilizzatore; da una suola 3 anteriore rimovibile che à ̈ fissata in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, grosso modo in corrispondenza della zona tarso-falangea del piede, e che sporge a sbalzo oltre la punta ogivale dello scafo 2; da un tacco 4 posteriore rimovibile che à ̈ fissato in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, in corrispondenza del tallone del piede; e da un gambetto 5 rigido in materiale plastico o composito, che à ̈ preferibilmente sagomato sostanzialmente a C in modo tale da abbracciare da dietro la parte inferiore della gamba dell’utilizzatore, ed à ̈ incernierato sulla parte superiore dello scafo 2 in modo tale da poter oscillare liberamente attorno ad un asse A di riferimento trasversale, che à ̈ localmente sostanzialmente perpendicolare al piano verticale di mezzeria M dello scarpone (ossia perpendicolare al piano del foglio in figura 1), ed à ̈ inoltre localmente sostanzialmente coincidente con l’asse di articolazione della caviglia dell’utilizzatore.
Più in dettaglio, il gambetto 5 à ̈ fissato in modo liberamente girevole sullo scafo 2 tramite due cerniere 6 di collegamento, che sono posizionate sui fianchi laterali esterno ed interno dello scafo 2 e del gambetto 5, allineate lungo l’asse A, in modo tale da consentire al gambetto 5 di oscillare liberamente sullo scafo 2 rimanendo sempre su di un piano di riferimento ortogonale all’asse A e sostanzialmente coincidente con il piano di mezzeria M dello scarpone.
Nell’esempio illustrato, in particolare, lo scafo 2 ed il gambetto 5 sono preferibilmente, ma non necessariamente, realizzati in Nylon (poliammide), PEBAX (poliestere-ammide) o polimeri plastici similari.
Preferibilmente, con riferimento alle figure 4 e 5, lo scarpone da sci 1 comprende anche una seconda suola anteriore rimovibile 3’ che à ̈ atta ad fissata in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, al posto della suola anteriore rimovibile 3, ossia grosso modo in corrispondenza della zona tarsofalangea del piede; ed un secondo tacco posteriore rimovibile 4’ che à ̈ fissato in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, sulla parete inferiore 2a dello scafo 2 al posto del tacco posteriore rimovibile 4, ossia in corrispondenza del tallone del piede.
Analogamente alla suola anteriore rimovibile 3, anche la seconda suola anteriore rimovibile 3’ sporge a sbalzo oltre la punta ogivale dello scafo 2.
Con riferimento alla figura 1, lo scarpone da sci 1 à ̈ inoltre dotato di una scarpetta 7 interna che à ̈ realizzata preferibilmente in materiale morbido e termoisolante, à ̈ alloggiata all’interno dello scafo 2 e del gambetto 5 preferibilmente, ma non necessariamente, in modo amovibile, ed à ̈ infine sagomata in modo tale da avvolgere e proteggere il piede e la parte inferiore della gamba dell’utilizzatore; ed opzionalmente anche di una linguetta protettiva 8 di forma oblunga, che à ̈ realizzata preferibilmente, ma non necessariamente, in materiale plastico o composito, ed à ̈ posizionata in appoggio sullo scafo 2 nella zona sovrastante il collo del piede e la parte inferiore della gamba, a copertura di una fenditura longitudinale (non illustrata) che si estende lungo la parte superiore dello scafo 2, rimanendo localmente sostanzialmente complanare al piano di mezzeria M dello scarpone. Questa fenditura longitudinale consente alla parte superiore dello scafo 2 di allargarsi temporaneamente in modo tale da agevolmente l’inserimento del piede dell’utilizzatore all’interno della scarpetta 7.
In altre parole, la linguetta protettiva 8 Ã ̈ piegata sostanzialmente ad L e si estende radente allo scafo 2 nella zona immediatamente soprastante il collo del piede e la giunzione tibio-astragalica della caviglia, e poi risale lungo la gamba fino a raggiungere ed infilarsi al disotto del gambetto 5 in modo tale da coprire la parte inferiore della tibia.
Sempre con riferimento alla figura 1, lo scarpone da sci 1 comprende anche uno o più dispositivi meccanici di chiusura dello scarpone 9 ad azionamento manuale, che sono strutturati in modo tale da poter selettivamente chiudere/ stringere lo scafo 2 e il gambetto 5 così da poter immobilizzare la gamba dell’utilizzatore all’interno dello scarpone 1, o meglio della scarpetta 7.
Nell’esempio illustrato, in particolare, i dispositivi meccanici di chiusura dello scarpone 9 sono preferibilmente, ma non necessariamente, costituti da una serie di ganci di chiusura a leva 9 che sono posizionati di traverso sullo scafo 2 e/o sul gambetto 5 e/o sulla linguetta protettiva 8, sostanzialmente a cavallo della fenditura longitudinale dello scafo 2, in modo tale da poter selettivamente chiudere/stringere lo scafo 2 e il gambetto 5 per immobilizzare la gamba dell’utilizzatore stabilmente all’interno della scarpetta 7.
Preferibilmente lo scarpone da sci 1 à ̈ infine provvisto anche di un dispositivo di bloccaggio del gambetto 10 ad azionamento manuale, che à ̈ strutturato in modo tale da poter, a scelta:
- bloccare rigidamente il gambetto 5 allo scafo 2 in modo tale da impedire qualsiasi movimento oscillatorio del gambetto 5 sullo scafo 2; oppure - svincolare completamente il gambetto 5 dallo scafo 2 in modo tale da permettere al gambetto 5 di poter oscillare liberamente attorno all’asse A sia in avanti che indietro.
Il dispositivo di bloccaggio del gambetto 10 ed i ganci di chiusura a leva 9 sono componenti già ampiamente conosciuti nel settore degli scarponi da sci, e non verranno quindi ulteriormente descritti.
Con riferimento alle figure 1, 2 e 3, diversamente dagli scarponi da sci attualmente conosciuti, lo scafo rigido 2 dello scarpone 1 à ̈ provvisto internamente di una piastra trasversale di irrigidimento 12 oblunga ed in materiale metallico, che à ̈ annegata in modo rigido ed inamovibile all’interno della parete inferiore 2a dello scafo, a ridosso della punta dello scafo 2, in posizione sostanzialmente orizzontale e localmente sostanzialmente perpendicolare al piano verticale di mezzeria M dello scarpone, ed à ̈ inoltre dotata di due risalti o escrescenze sporgenti 12a che si prolungano a sbalzo verso il basso rimanendo da bande opposte del piano di mezzeria M dello scarpone, fino ad emergere/affiorare sulla superficie esterna della parete inferiore 2a dello scafo, ossia all’esterno dello scafo 2, immediatamente al disopra della suola 3, 3’ momentaneamente fissata sulla parete inferiore 2a dello scafo 2.
In altre parole, la piastra trasversale di irrigidimento 12 à ̈ annegata all’interno della parete inferiore 2a dello scafo, a ridosso della punta dello scafo 2 ed a cavallo del piano verticale di mezzeria M dello scarpone, e le estremità distali dei due risalti o escrescenze sporgenti 12a della piastra trasversale di irrigidimento 12 emergono/affiorano sulla superficie esterna della parete inferiore 2a dello scafo sostanzialmente in corrispondenza della zona metatarso-falangea del piede.
Nell’esempio illustrato, in particolare, i due risalti o escrescenze sporgenti 12a della piastra trasversale di irrigidimento 12 sono preferibilmente disposti in posizione speculare da bande opposte del piano di mezzeria M dello scarpone, ed hanno preferibilmente, ma non necessariamente, una forma sostanzialmente cilindrica o sostanzialmente troncoconica rastremata verso l’estremità distale.
Con riferimento alle figure 1, 2 e 3, la suola anteriore rimovibile 3 à ̈ invece composta essenzialmente da uno zoccolo rigido 13 piastriforme che à ̈ realizzato in materiale plastico o composito, ed ha la faccia superiore 13a sagomata in modo tale da potersi accoppiare e bloccare/ incastrare in modo rimovibile sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, grosso modo in corrispondenza della zona tarso-falangea del piede, e preferibilmente anche in modo tale da coprire parzialmente la parte inferiore della punta ogivale dello scafo 2; e da una falda di materiale elastomerico 14 preferibilmente con profilo tassellato, che à ̈ fissata in modo inamovibile sulla faccia inferiore 13b dello zoccolo 13 in modo tale da ricoprire sostanzialmente l’intera superficie della faccia inferiore 13b dello zoccolo 13 formando un blocco unico con lo stesso zoccolo 13. Quando la faccia superiore 13a dello zoccolo 13 à ̈ accoppiata alla parete inferiore 2a dello scafo 2, la falda di materiale elastomerico 14 forma il battistrada anteriore dello scarpone da sci 1.
Il corpo monolitico formato dallo zoccolo 13 e dalla falda di materiale elastomerico 14 à ̈ inoltre strutturato in modo tale da essere trattenuto stabilmente in battuta sulla parete inferiore 2a dello scafo 2 in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, tramite un congruo numero di viti di ancoraggio 15, ed à ̈ complessivamente sagomato/strutturato in modo tale da rispettare, quando la suola 3 à ̈ fissata sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, la normativa internazionale in vigore per gli scarponi da scialpinismo (attualmente la normativa internazionale ISO-9523 e le specifiche dimensionali necessarie per l’accoppiamento agli attacchi da scialpinismo tipo Dynafit o similari).
In aggiunta a quanto sopra scritto, con riferimento alle figure 1, 2 e 3, la suola anteriore rimovibile 3 comprende anche una piastra trasversale di irrigidimento 16 oblunga ed in materiale metallico, che à ̈ annegata in modo rigido ed inamovibile all’interno dello zoccolo 13, a ridosso della estremità anteriore dello stesso zoccolo 13 e preferibilmente in posizione sostanzialmente orizzontale e localmente sostanzialmente perpendicolare al piano verticale di mezzeria M dello scarpone, in modo tale da essere allineata al disotto della piastra di irrigidimento 12 dello scafo 2 quando la suola 3 à ̈ fissata sulla parete inferiore 2a dello scafo.
La piastra di irrigidimento 16 à ̈ inoltre sagomata in modo tale da emergere/affiorare dalla/sulla superficie della faccia superiore 13a dello zoccolo 13 in corrispondenza di due aree/porzioni 16a che sono posizionate da bande opposte del piano di mezzeria M dello scarpone, ciascuna allineata alla estremità distale di un corrispondente risalto sporgente 12a della piastra di irrigidimento 12, in modo tale che la piastra di irrigidimento 16 possa appoggiare direttamente sulle due escrescenze o risalti sporgenti 12a della piastra di irrigidimento 12 dello scafo quando la suola 3 à ̈ fissata sulla parete inferiore 2a dello scafo 2.
In altre parole la piastra di irrigidimento 16 della suola 3 à ̈ annegata all’interno dello zoccolo 13, a cavallo del piano verticale di mezzeria M dello scarpone, ed à ̈ sagomata/strutturata in modo tale da emergere/affiorare sulla superficie della faccia superiore 13a dello zoccolo 13 in corrispondenza di due aree/porzioni 16a che sono posizionate sostanzialmente in corrispondenza della zona metatarso-falangea del piede, da bande opposte del piano di mezzeria M dello scarpone, in modo tale da potersi appoggiare direttamente sulla piastra trasversale di irrigidimento 12 dello scafo 2.
La piastra di irrigidimento 16 della suola anteriore rimovibile 3 à ̈ infine strutturata in modo tale che le sue due estremità assiali 16b affiorino dai fianchi laterali dello zoccolo 13, da bande opposte del piano verticale di mezzeria M dello scarpone, e siano sagomate in modo tale da potersi accoppiare con l’organo di bloccaggio a pinza del puntale di un tradizionale attacco da scialpinismo, così da consentire al medesimo organo di bloccaggio a pinza di afferrare e trattenere/bloccare la piastra di irrigidimento 16, e quanto ad essa solidale, con le modalità previste dalle normative internazionali in vigore per gli scarponi da scialpinismo (attualmente la normativa internazionale ISO-9523 e le specifiche dimensionali necessarie per l’accoppiamento agli attacchi da scialpinismo tipo Dynafit o similari).
In altre parole, la forma delle due estremità assiali 16b della piastra di irrigidimento 16 e la posizione delle due estremità assiali 16b della piastra di irrigidimento 16 sui fianchi laterali dello zoccolo 13, sono tali da rispettare, quando la suola 3 à ̈ fissata sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, la normativa internazionale in vigore per gli scarponi da scialpinismo (attualmente la normativa internazionale ISO-9523 e le specifiche dimensionali necessarie per l’accoppiamento agli attacchi da scialpinismo tipo Dynafit o similari).
Per quanto riguarda invece le viti di ancoraggio 15, nell’esempio illustrato lo scarpone da sci 1 à ̈ dotato di una serie di viti passanti 15 di ancoraggio che sono strutturate in modo tale da poter impegnare in modo passante il corpo monolitico formato dallo zoccolo 13 e dalla falda di materiale elastomerico 14, e poi avvitarsi nella parete inferiore 2a dello scafo 2 in modo tale da bloccare/ trattenere lo zoccolo 13 stabilmente in battuta sulla parete inferiore 2a dello scafo 2.
Più in dettaglio, lo scarpone da sci 1 comprende almeno due di viti di ancoraggio principali 15 che sono disposte da bande opposte del piano verticale di mezzeria M dello scarpone, e sono strutturate in modo tale da impegnare in modo passante il corpo monolitico formato dallo zoccolo 13 e dalla falda di materiale elastomerico 14, in corrispondenza delle due aree/porzioni emerse 16a della piastra di irrigidimento 16, in modo tale che lo stelo 15a di ciascuna vite principale di ancoraggio 15 possa impegnare in modo passante la piastra di irrigidimento 16 della suola 3 in corrispondenza di una rispettiva area/porzione emerse 16a della piastra di irrigidimento 16, e poi avvitarsi direttamente nella sottostante escrescenza o risalto sporgente 12a della piastra di irrigidimento 12 dello scafo 2.
In questo modo, ciascuna vite di ancoraggio principale 15 à ̈ in grado di bloccare/trattenere la piastra di irrigidimento 16 direttamente in battuta sulla estremità distale di una rispettiva escrescenza o risalto sporgente 12a della piastra di irrigidimento 12 dello scafo 2.
Con riferimento alle figure 1 e 3, similmente alla suola anteriore rimovibile 3, anche il tacco posteriore rimovibile 4 à ̈ composto essenzialmente da uno zoccolo rigido 18 piastriforme che à ̈ realizzato in materiale plastico o composito, ed ha la faccia superiore 18a sagomata in modo tale da potersi accoppiare e bloccare/incastrare in modo rimovibile sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, grosso modo in corrispondenza del tallone dell’utilizzatore; e da una falda di materiale elastomerico 19 preferibilmente con profilo tassellato, che à ̈ fissata in modo inamovibile sulla faccia inferiore 18b dello zoccolo 18 in modo tale da coprire almeno parzialmente la faccia inferiore 18b dello zoccolo 18 formando un blocco unico con quest’ultimo.
Quando la faccia superiore 18a dello zoccolo 18 Ã ̈ accoppiata alla parete inferiore 2a dello scafo 2, la falda di materiale elastomerico 18 forma il battistrada posteriore dello scarpone da sci 1.
Nell’esempio illustrato, in particolare, lo zoccolo 18 à ̈ fissato sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, in corrispondenza del tallone dell’utilizzatore, ed à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, dotato di una appendice piana sporgente che si prolunga a sbalzo verso la punta dello scafo 2 rimanendo sul piano di mezzeria M dello scarpone, in modo tale da poter coprire la zona centrale della parete inferiore 2a dello scafo che à ̈ posizionata immediatamente al disotto dell’arco plantare dell’utilizzatore. Questa appendice piana dello zoccolo 18 à ̈ inoltre preferibilmente dimensionata in modo tale da potersi insinuare/infilare al disotto della suola anteriore rimovibile 3, in modo tale da rimanere intrappolata tra la parete inferiore 2a dello scafo 2 e la suola anteriore 3.
Analogamente alla falda di materiale elastomerico 14 della suola anteriore 3, anche la falda di materiale elastomerico 19 à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, sagomata in modo tale da ricoprire sostanzialmente l’intera superficie della faccia inferiore 18b dello zoccolo 18, appendice piana compresa, infilandosi quindi anch’essa al disotto della suola anteriore rimovibile 3.
Similmente alla suola anteriore rimovibile 3, anche il corpo monolitico formato dallo zoccolo 18 e dalla falda di materiale elastomerico 19 à ̈ inoltre strutturato in modo tale da essere trattenuto stabilmente in battuta sulla parete inferiore 2a dello scafo 2 in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, tramite un congruo numero di viti di ancoraggio 20, ed à ̈ complessivamente sagomato/strutturato in modo tale da rispettare, quando il tacco 4 à ̈ fissato sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, la normativa internazionale in vigore per gli scarponi da scialpinismo (attualmente la normativa internazionale ISO-9523 e le specifiche dimensionali necessarie per l’accoppiamento agli attacchi da scialpinismo tipo Dynafit o similari).
In altre parole, lo scarpone da sci 1 Ã ̈ dotato anche di un secondo gruppo di viti passanti 20 di ancoraggio che sono strutturate in modo tale da poter impegnare in modo passante il corpo monolitico formato dallo zoccolo 18 e dalla falda di materiale elastomerico 19, e poi avvitarsi nella parete inferiore 2a dello scafo 2 in modo tale da bloccare/ trattenere lo zoccolo 18 stabilmente in battuta sulla parete inferiore 2a dello scafo 2.
Più in dettaglio, viti passanti 20 di ancoraggio sono strutturate in modo tale da poter impegnare in modo passante il corpo monolitico formato dallo zoccolo 18 e dalla falda di materiale elastomerico 19, e poi avvitarsi all’interno di apposite bussole 21 o altri inserti metallici fissati o annegati nella parete inferiore 2a dello scafo 2 in modo tale da bloccare/trattenere lo zoccolo 18 stabilmente in battuta sulla parete inferiore 2a dello scafo 2.
Sempre con riferimento alle figure 1 e 3, in aggiunta il tacco posteriore rimovibile 4 comprende anche una piastra di irrigidimento posteriore 22 in materiale metallico, che à ̈ fissata in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, sul bordo posteriore della parete inferiore 2a dello scafo 2 tramite almeno una vite di ancoraggio 23, in modo tale da essere disposta a cavallo del piano di mezzeria M dello scarpone, immediatamente al disotto del tallone dell’utilizzatore. Questa piastra di irrigidimento 22 à ̈ inoltre sagomata/strutturata in modo tale da potersi accoppiare con l’organo di bloccaggio della talloniera di un tradizionale attacco da scialpinismo, così da consentire al medesimo organo di bloccaggio di afferrare e trattenere/ bloccare la piastra di irrigidimento 22, e quanto ad essa solidale, con le modalità previste dalle normative internazionali in vigore per gli scarponi da scialpinismo (attualmente la normativa internazionale ISO-9523 e le specifiche dimensionali necessarie per l’accoppiamento agli attacchi da scialpinismo tipo Dynafit o similari).
In altre parole, la posizione e la forma della piastra di irrigidimento posteriore 22, sono tali da rispettare, quando la piastra di irrigidimento posteriore 22 à ̈ fissato sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, la normativa internazionale in vigore per gli scarponi da scialpinismo (attualmente la normativa internazionale ISO-9523 e le specifiche dimensionali necessarie per l’accoppiamento agli attacchi da scialpinismo tipo Dynafit o similari).
Con riferimento alle figure 4 e 5, la seconda suola anteriore rimovibile 3’ à ̈ invece composta essenzialmente da uno zoccolo rigido 33 piastriforme che à ̈ realizzato in materiale plastico o composito, ed ha la faccia superiore 33a sagomata in modo tale da potersi accoppiare e bloccare/ incastrare in modo rimovibile sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, grosso modo in corrispondenza della zona tarso-falangea del piede, e preferibilmente anche in modo tale da coprire parzialmente la parte inferiore della punta ogivale dello scafo 2; e da una falda di materiale plastico 34, che ha un coefficiente di attrito radente inferiore a quello del materiale elastomerico usato nella suola anteriore 3, ed à ̈ fissata in modo inamovibile sulla faccia inferiore 33b dello zoccolo 33 in modo tale da ricoprire sostanzialmente la intera superficie della faccia inferiore 33b dello zoccolo 33, formando un blocco unico con lo stesso zoccolo 33. Il materiale plastico che forma la falda 34 ha inoltre una rigidità preferibilmente supe-riore a quella del materiale polimerico elastomerico che forma la falda 14 della suola anteriore rimovibile 3.
Similmente alla falda 14 della suola anteriore rimovibile 3, anche la falda di materiale plastico 34 concorre a formare il battistrada anteriore dello scarpone da sci 1 quando la suola anteriore rimovibile 3’ à ̈ fissata sulla parete inferiore 2a dello scafo 2.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la falda 34 della suola 3’ à ̈ preferibilmente realizzata in Nylon (poliammide), PEBAX (poliestere-ammide) o polimeri plastici similari.
In alternativa la falda 34 della suola 3’ potrebbe anche essere realizzata in materiale elastomerico, come ad esempio il TPU (poliuretano termoplastico).
Il corpo monolitico formato dallo zoccolo 33 e dalla falda di materiale elastomerico 34 à ̈ inoltre strutturato in modo tale da essere trattenuto stabilmente in battuta sulla parete inferiore 2a dello scafo 2 in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, tramite un congruo numero di viti di ancoraggio, ed à ̈ complessivamente sagomato/strutturato in modo tale da rispettare, quando la suola 3’ à ̈ fissata sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, la normativa internazionale in vigore per gli scarponi da discesa su pista (attualmente la normativa internazionale ISO-5355).
In aggiunta a quanto sopra scritto, con riferimento alle figure 4 e 5, la seconda suola anteriore rimovibile 3’ comprende anche una piastra trasversale di irrigidimento 36 oblunga ed in materiale metallico, che à ̈ annegata in modo rigido ed inamovibile all’interno dello zoccolo 33, a ridosso della estremità anteriore dello stesso zoccolo 33 e preferibilmente in posizione sostanzialmente orizzontale e localmente sostanzialmente perpendicolare al piano verticale di mezzeria M dello scarpone, in modo tale da essere allineata al disotto della piastra di irrigidimento 12 dello scafo 2 quando la suola 3’ à ̈ fissata sulla parete inferiore 2a dello scafo.
La piastra di irrigidimento 36 della suola 3’ à ̈ inoltre sagomata in modo tale da emergere/affiorare dalla/sulla superficie della faccia superiore 33a dello zoccolo 33 in corrispondenza di due aree/porzioni 36a che sono posizionate da bande opposte del piano di mezzeria M dello scarpone, ciascuna allineata alla estremità distale di un corrispondente risalto sporgente 12a della piastra di irrigidimento 12, in modo tale che la piastra di irrigidimento 36 possa appoggiare direttamente sulle due escrescenze o risalti sporgenti 12a della piastra di irrigidimento 12 dello scafo quando la suola 3’ à ̈ fissata sulla parete inferiore 2a dello scafo 2.
In altre parole la piastra di irrigidimento 36 della suola 3’ à ̈ annegata all’interno dello zoccolo 33, a cavallo del piano verticale di mezzeria M dello scarpone, ed à ̈ sagomata/strutturata in modo tale da emergere/affiorare sulla superficie della faccia superiore 33a dello zoccolo 33 in corrispondenza di due aree/porzioni 16a che sono posizionate sostanzialmente in corrispondenza della zona metatarso-falangea del piede, da bande opposte del piano di mezzeria M dello scarpone, in modo tale da potersi appoggiare direttamente sulla piastra trasversale di irrigidimento 12 dello scafo 2.
Per quanto riguarda invece il bloccaggio della suola anteriore rimovibile 3’ sulla parete inferiore 2a dello scafo, il corpo monolitico formato dallo zoccolo 33 e dalla falda di materiale plastico 34 à ̈ strutturato in modo tale da essere trattenuto stabilmente in battuta sulla parete inferiore 2a dello scafo 2 in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, tramite le stesse viti di ancoraggio 15 che servono a bloccare la suola anteriore rimovibile 3’ sulla parete inferiore 2a dello scafo.
In altre parole le viti passanti 15 di ancoraggio sono anche strutturate in modo tale da poter impegnare in modo passante il corpo monolitico formato dallo zoccolo 33 e dalla falda di materiale elastomerico 34, e poi avvitarsi nella parete inferiore 2a dello scafo 2 in modo tale da bloccare/trattenere lo zoccolo 33 stabilmente in battuta sulla parete inferiore 2a dello scafo 2.
Più in dettaglio, anche in questo caso almeno due di viti di ancoraggio principali 15 che sono disposte in posizione speculare da bande opposte del piano di mezzeria M dello scarpone, e sono strutturate in modo tale da impegnare in modo passante il corpo monolitico formato dallo zoccolo 33 e dalla falda di materiale plastico 34, in corrispondenza delle due aree/porzioni emerse 36a della piastra di irrigidimento 36, in modo tale che lo stelo 15a di ciascuna vite principale di ancoraggio 15 possa impegnare in modo passante la piastra di irrigidimento 36 della suola 3’ in corrispondenza di una rispettiva area/ porzione emerse 36a della piastra di irrigidimento 36, e poi avvitarsi direttamente nella sottostante escrescenza o risalto sporgente 12a della piastra di irrigidimento 12 dello scafo 2.
In questo modo, ciascuna vite di ancoraggio principale 15 à ̈ in grado di bloccare/trattenere la piastra di irrigidimento 36 direttamente in battuta sulla estremità distale di una rispettiva escrescenza o risalto sporgente 12a della piastra di irrigidimento 12 dello scafo 2.
Con riferimento alla figura 4, similmente alla seconda suola anteriore rimovibile 3’, anche il secondo tacco posteriore rimovibile 4’ à ̈ composta essenzialmente da uno zoccolo rigido 38 piastriforme che à ̈ realizzato in materiale plastico o composito, ed ha la faccia superiore 38a sagomata in modo tale da potersi accoppiare e bloccare/ incastrare in modo rimovibile sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, grosso modo in corrispondenza del tallone dell’utilizzatore; e da una falda di materiale plastico 39 che ha un coefficiente di attrito radente inferiore a quello del materiale elastomerico usato nel tacco posteriore 4, ed à ̈ fissata in modo inamovibile sulla faccia inferiore 38b dello zoccolo 38 in modo tale da ricoprire sostanzialmente la intera superficie della faccia inferiore 38b dello zoccolo 38, formando un blocco unico con lo stesso zoccolo 38. Il materiale plastico che forma la falda 39 ha inoltre una rigidità preferibilmente superiore a quella del materiale polimerico elastomerico che forma la falda 18 del tacco posteriore rimovibile 4.
Similmente alla falda 18 del tacco posteriore rimovibile 4, anche la falda di materiale plastico 38 concorre a formare il battistrada posteriore dello scarpone da sci 1 quando il tacco posteriore rimovibile 4’ à ̈ fissata sulla parete inferiore 2a dello scafo 2.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la falda 39 del tacco 4’ à ̈ preferibilmente realizzata in Nylon (poliammide), PEBAX (poliestere-ammide) o polimeri plastici similari.
In alternativa la falda 39 della tacco 4’ potrebbe anche essere realizzata in materiale elastomerico, come ad esempio il TPU (poliuretano termoplastico).
Nell’esempio illustrato, in particolare, lo zoccolo 38 à ̈ fissato sulla in modo rimovibile sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, in corrispondenza del tallone dell’utilizzatore, ed à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, dotato di una appendice piana sporgente che si prolunga a sbalzo verso la punta dello scafo 2 rimanendo sul piano di mezzeria M dello scarpone, in modo tale da poter coprire la zona centrale della parete inferiore 2a dello scafo che à ̈ posizionata immediatamente al disotto dell’arco plantare dell’utilizzatore. Questa appendice piana dello zoccolo 38 à ̈ inoltre preferibilmente dimensionata in modo tale da potersi insinuare/infilare al disotto della suola anteriore rimovibile 3’, in modo tale da rimanere intrappolata tra la parete inferiore 2a dello scafo 2 e la suola anteriore 3’.
Analogamente alla falda di materiale elastomerico 34 della suola anteriore 3’, anche la falda di materiale elastomerico 39 à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, sagomata in modo tale da ricoprire sostanzialmente l’intera superficie della faccia inferiore 38b dello zoccolo 38, appendice piana compresa, infilandosi quindi anch’essa al disotto della suola anteriore rimovibile 3’.
Similmente alla suola anteriore rimovibile 3’, anche il corpo monolitico formato dallo zoccolo 38 e dalla falda di materiale elastomerico 39 à ̈ inoltre strutturato in modo tale da essere trattenuto stabilmente in battuta sulla parete inferiore 2a dello scafo 2 in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, tramite un congruo numero di viti di ancoraggio, ed à ̈ complessivamente sagomato/strutturato in modo tale da rispettare, quando il tacco 4’ à ̈ fissato sulla parete inferiore 2a dello scafo 2, la normativa internazionale in vigore per gli scarponi per gli scarponi da discesa su pista (attualmente la normativa internazionale ISO-5355).
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato, il corpo monolitico formato dallo zoccolo 38 e dalla falda di materiale plastico 39 à ̈ preferibilmente strutturato in modo tale da essere trattenuto stabilmente in battuta sulla parete inferiore 2a dello scafo 2 in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, tramite le viti di ancoraggio 20 e 23 che servono a bloccare il tacco posteriore 4 sulla parete inferiore 2a dello scafo.
Il funzionamento generale dello scarpone da sci 1 Ã ̈ facilmente desumibile da quanto sopra descritto, e non necessita quindi di ulteriori spiegazioni.
Per quanto riguarda invece l’accoppiamento delle suole anteriori rimovibili 3 e 3’, prove sperimentali hanno evidenziato che il contatto diretto tra la piastra metallica di irrigidimento 12 all’interno dello scafo 2 ed, a scelta ed alternativamente, la piastra metallica di irrigidimento 16 annegata nella suola anteriore rimovibile 3, oppure la piastra metallica di irrigidimento 36 annegata nella anteriore rimovibile 3’, conferisce alla parte anteriore dello scarpone da sci 1 una rigidità strutturale molto superiore a quella tipica degli attuali scarponi da sci con suola e tacco rimovibili.
Questo incremento localizzato della rigidità strutturale dello scarpone, rende il comportamento dinamico e la reattività dello scarpone da sci 1 praticamente identici a quelli riscontrabili negli scarponi da sci con suola e tacco realizzati in pezzo unico con lo scafo.
I vantaggi derivanti dalla particolare struttura dello scafo 2 e delle due diverse suole anteriori rimovibili 3 e 3’ sono numerosi. Lo scarpone da sci 1 può essere impiegato in assoluta sicurezza, sia nella discesa su pista che nello scialpinismo, garantendo un comportamento dinamico ed una reattività praticamente identici a quelli degli scarponi da sci con suola e tacco realizzati in pezzo unico con lo scafo.
Risulta infine chiaro che allo scarpone da sci 1 sopra descritto possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione.
Per esempio, in una diversa forma di realizzazione, anziché essere dotata di due distinti risalti o escrescenze sporgenti 12a che si prolungano a sbalzo verso il basso fino ad emergere/affiorare sulla superficie esterna della parete inferiore 2a dello scafo, la piastra trasversale di irrigidimento 12 dello scafo 2 potrebbe essere sagomata/ strutturata in modo tale che la sua intera porzione centrale possa emergere/affiorare sulla superficie esterna della parete inferiore 2a dello scafo, a cavallo del piano verticale di mezzeria M dello scarpone, e sostanzialmente in corrispondenza della zona metatarso-falangea del piede. Ovviamente le dimensioni di questa porzione centrale devono essere sufficienti per garantire un appoggio stabile alla piastra trasversale di irrigidimento 16, 36 delle due suole anteriori rimovibili 3 e 3’.
Anche in questo caso, almeno una delle viti di ancoraggio principali 15 à ̈ atta a bloccare/trattenere una qualsiasi delle suole anteriori rimovibili 3 e 3’ in battuta sulla parete inferiore 2a dello scafo, impiegando in modo passante il corpo monolitico formato dallo zoccolo 13 o 33 e dalla falda di materiale elastomerico 14 o 34, e la piastra trasversale di irrigidimento 16, 36 annegata all’interno dello stesso zoccolo 13 o 33, per poi avvitarsi direttamente nella sottostante porzione centrale emersa della piastra di irrigidimento 12 dello scafo 2.
Claims (16)
- R I V E N D I C A Z I O N I 1. Scarpone da sci (1) comprendente uno scafo (2) rigido in materiale plastico o composito che à ̈ sagomato in modo tale da accogliere il piede dell’utilizzatore, ed almeno una prima (3) ed una seconda suola anteriore rimovibile (3’) che, in alternativa una all’altra, sono atte ad essere fissata in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, sulla parete inferiore (2a) dello scafo (2) sostanzialmente in corrispondenza della zona tarso-falangea del piede; detta prima (3) e detta seconda suola anteriore rimovibile (3’) essendo strutturate per essere fissate sul dorso dello sci tramite uno attacco da sci; lo scarpone da sci (1) essendo caratterizzato dal fatto che lo scafo (2) à ̈ provvisto di una prima piastra trasversale di irrigidimento (12) in materiale metallico che à ̈ annegata all’interno della parete inferiore (2a) dello scafo, a ridosso della punta dello scafo (2), ed à ̈ strutturata/sagomata in modo tale da emergere/affiorare parzialmente sulla superficie esterna della parete inferiore (2a) dello scafo sostanzialmente in corrispondenza della zona metatarso-falangea del piede; e dal fatto che sia la prima (3) che la seconda suola anteriore rimovibile (3’) comprendono: uno zoccolo superiore piastriforme (13, 33) che ha la faccia superiore (13a, 33a) sagomata in modo tale da potersi accoppiare in modo rimovibile con la parete inferiore (2a) dello scafo (2) sostanzialmente in corrispondenza della zona tarso-falangea del piede, ed una seconda piastra trasversale di irrigidimento (16, 36) in materiale metallico che, a sua volta, à ̈ annegata all’interno dello zoccolo superiore piastriforme (13, 33) a ridosso della estremità anteriore dello zoccolo (13, 33), in modo tale da essere allineata al disotto della piastra trasversale di irrigidimento (12) dello scafo (2), ed inoltre sagomata in modo tale da emergere/affiorare sulla superficie della faccia superiore (13a, 33a) dello zoccolo (13, 33a) sostanzialmente in corrispondenza della zona metatarso-falangea del piede, in modo tale da potersi appoggiare direttamente sulla piastra trasversale di irrigidimento (12) dello scafo (2).
- 2. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la prima suola anteriore rimovibile (3) comprende anche una falda di materiale elastomerico (14) che à ̈ fissata sulla faccia inferiore (13b) dello zoccolo superiore piastriforme (13) in modo tale da formare un blocco unico con quest’ultimo; detto blocco unico essendo complessivamente sagomato/strutturato in modo tale da rispettare la normativa per gli scarponi da scialpinismo.
- 3. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che la falda di materiale elastomerico (14) ha un profilo tassellato.
- 4. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la seconda suola anteriore rimovibile (3’) comprende anche una falda di materiale plastico o elastomerico che à ̈ fissata sulla faccia inferiore (33b) dello zoccolo superiore piastriforme (33) in modo tale da formare un blocco unico con quest’ultimo; detto blocco unico essendo complessivamente sagomato/strutturato in modo tale da rispettare la normativa per gli scarponi da discesa su pista.
- 5. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che la falda di materiale plastico (14) Ã ̈ realizzata con un materiale polimerico che ha un coefficiente di attrito radente inferiore a quello del materiale elastomerico della falda di materiale elastomerico (14) della prima suola anteriore rimovibile (3).
- 6. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere anche almeno una prima vite di ancoraggio (15) la quale à ̈ atte a bloccare/trattenere lo zoccolo superiore piastriforme (13, 33) della prima (3) o della seconda suola anteriore rimovibile (3’) in battuta sulla parete inferiore (2a) dello scafo (2).
- 7. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detta prima vite di ancoraggio (15) à ̈ atta ad impegnare in modo passante lo zoccolo superiore piastriforme (13, 33) della prima (3) o della seconda suola anteriore rimovibile (3’) e la piastra trasversale di irrigidimento (16, 36) annegata nello zoccolo superiore piastriforme (13, 33), e poi ad avvitarsi nella direttamente nella porzione emersa (12a) della piastra trasversale di irrigidimento (12) dello scafo (2).
- 8. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la piastra trasversale di irrigidimento (12) dello scafo (2) Ã ̈ provvista di due risalti o escrescenze sporgenti (12a) che si prolungano a sbalzo rimanendo da bande opposte del piano verticale di mezzeria dello scarpone (M), fino ad emergere/ affiorare sulla superficie esterna della parete inferiore (2a) dello scafo, sostanzialmente in corrispondenza della zona metatarso-falangea del piede.
- 9. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che i due risalti o escrescenze sporgenti (12a) della piastra trasversale di irrigidimento (12) dello scafo sono disposti in posizione speculare da bande opposte del piano verticale di mezzeria dello scarpone (M).
- 10. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 8 o 9, caratterizzato dal fatto che la piastra trasversale di irrigidimento (16, 36) della prima (3) e della seconda suola anteriore rimovibile (3’) e sagomata in modo tale da emergere/affiorare dalla/sulla superficie della faccia superiore (13a, 33a) dello zoccolo superiore piastriforme (13, 33) in corrispondenza di due aree/porzioni (16a, 36a) che sono posizionate da bande opposte del piano verticale di mezzeria (M) dello scarpone, ciascuna allineata alla estremità distale di un corrispondente risalto o escrescenza sporgente (12a) della piastra trasversale di irrigidimento (12) dello scafo, per disporsi in battuta sulla estremità distale del detto risalto o escrescenza sporgente (12a).
- 11. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno due prime viti di ancoraggio (15) che sono disposte da bande opposte del piano verticale di mezzeria (M) dello scarpone, e ciascuna di dette prime viti di ancoraggio (15) à ̈ strutturata in modo tale da impegnare in modo passante lo zoccolo superiore piastriforme (13, 33) in corrispondenza di una corrispondente area/porzione emersa (16a, 36a) della piastra trasversale di irrigidimento (16, 36) della prima (3) o della seconda suola anteriore rimovibile (3’), e poi avvitarsi direttamente nella sottostante escrescenza o risalto sporgente (12a) della piastra trasversale di irrigidimento (12) dello scafo (2).
- 12. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere anche almeno un primo (4) ed un secondo tacco posteriore rimovibile (4’) che, in alternativa uno all’altro, sono atti ad essere fissati in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, sulla parete inferiore (2a) dello scafo (2) sostanzialmente in corrispondenza del tallone del piede.
- 13. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che sia il primo (4) che il secondo tacco posteriore rimovibile (4’) comprendono uno zoccolo superiore piastriforme (18, 38) che ha la faccia superiore (18a, 38a) sagomata in modo tale da potersi accoppiare in modo rimovibile con la parete inferiore (2a) dello scafo (2) sostanzialmente in corrispondenza del tallone del piede.
- 14. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che il primo tacco posteriore rimovibile (4) comprende anche una falda di materiale elastomerico (19) che à ̈ fissata sulla faccia inferiore (18b) dello zoccolo superiore piastriforme (18) in modo tale da formare un blocco unico con quest’ultimo; detto blocco unico essendo complessivamente sagomato/strutturato in modo tale da rispettare la normativa per gli scarponi da scialpinismo.
- 15. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che il secondo tacco posteriore rimovibile (4’) comprende anche una falda di materiale plastico o elastomerico (39) che à ̈ fissata sulla faccia inferiore (38b) dello zoccolo superiore piastriforme (38) in modo tale da formare un blocco unico con quest’ultimo; detto blocco unico essendo complessivamente sagomato/strutturato in modo tale da rispettare la normativa per gli scarponi da discesa su pista.
- 16. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere anche un gambetto (5) rigido che à ̈ sagomato in modo tale da cingere la caviglia dell’utilizzatore ed à ̈ incernierato sullo scafo (2) in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse (A) sostanzialmente perpendicolare al piano verticale di mezzeria (M) dello scarpone.
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