ITTV20110064A1 - Attacco per l'ancoraggio di uno scarpone da scialpinismo su uno sci da discesa o similare - Google Patents

Attacco per l'ancoraggio di uno scarpone da scialpinismo su uno sci da discesa o similare Download PDF

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ITTV20110064A1
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turret
structured
ski
axis
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Roberto Giordani
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Tasci S R L
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Description

DESCRIZIONE
“ATTACCO PER L'ANCORAGGIO DI UNO SCARPONE DA SCIALPINISMO SU UNO SCI DA DISCESA O SIMILAREâ€
La presente invenzione à ̈ relativa ad un attacco per l’ancoraggio di uno scarpone da scialpinismo su uno sci da discesa o similare.
Come à ̈ noto, gli scarponi da scialpinismo più diffusi sono composti essenzialmente da uno scafo rigido in materiale plastico che à ̈ sagomato in modo tale da accogliere il piede dell’utilizzatore, ed à ̈ inferiormente provvisto di una suola anteriore e di un tacco posteriore usualmente dotati di profilo tassellato e realizzati in materiale elastomerico antisdrucciolo; da un gambetto rigido in materiale plastico che à ̈ sagomato a forma di C in modo tale da abbracciare la caviglia dell’utilizzatore da dietro, ed à ̈ incernierato alla parte superiore dello scafo in modo tale da poter oscillare attorno ad un asse di riferimento trasversale sostanzialmente coincidente con l’asse di articolazione della caviglia; da una scarpetta interna in materiale morbido e termoisolante, che à ̈ inserita in modo amovibile all’interno dello scafo e del gambetto, ed à ̈ sagomata in modo tale da avvolgere e proteggere sia il piede che la parte inferiore della gamba dell’utilizzatore; e da una serie di ganci di chiusura ad azionamento manuale, che sono opportunamente distribuiti sullo scafo e sul gambetto e sono strutturati in modo tale da poter stringere lo scafo ed il gambetto così da immobilizzare la gamba dell’utilizzatore all’interno della scarpetta.
Lo scafo degli scarponi da scialpinismo à ̈ inoltre dotato anteriormente di una piccola appendice sporgente a forma sostanzialmente di becco d’anatra, che si prolunga a sbalzo dalla punta ogivale dello scafo rimanendo localmente sostanzialmente complanare alla suola anteriore, ed à ̈ strutturata in modo tale da potersi accoppiare in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, con il puntale dell’attacco da scialpinismo che, a sua volta, à ̈ fissato in modo rigido sulla parte centrale dello sci da discesa.
L’attacco da scialpinismo à ̈ invece composto da un puntale e da una talloniera che sono fissati in modo rigido e stabile sul dorso dello sci da discesa, ad una distanza prestabilita uno dall’altro, e sono strutturati in modo tale da poter, a scelta ed alternativamente,
- bloccare lo scafo dello scarpone sul dorso dello sci impedendo qualsiasi movimento relativo tra i due elementi; oppure
- bloccare lo scafo dello scarpone sul dorso dello sci consentendo allo scarpone di oscillare/ basculare liberamente rispetto allo sci attorno ad un asse di rotazione trasversale, disposto orizzontalmente e posizionato grosso modo in corrispondenza dell’appendice a becco d’anatra dello scafo.
Ovviamente, l’asse di rotazione dello scarpone à ̈ perpendicolare all’asse longitudinale dello sci da discesa, ossia à ̈ orientato in modo tale da essere localmente sostanzialmente perpendicolare sia al piano di mezzeria dello sci, che al piano di mezzeria dello scarpone.
Il puntale, in particolare, à ̈ solitamente dotato di un meccanismo di presa a pinza che à ̈ strutturato in modo tale da poter afferrare e trattenere stabilmente l’appendice sporgente a becco d’anatra dello scafo, consentendo contemporaneamente all’intero scafo di poter oscillare/basculare liberamente rispetto allo sci sottostante attorno all’asse di rotazione dello scarpone. La talloniera dell’attacco à ̈ invece strutturata in modo tale da poter selettivamente agganciare e bloccare la parte posteriore dello scafo, in modo tale da poter selettivamente impedire allo scarpone di ruotare facendo perno sul puntale ed allontanare il tacco dal dorso dello sci.
Negli attacchi da scialpinismo attualmente sul mercato, il passaggio dalla configurazione che blocca completamente lo scafo sul dorso dello sci alla configurazione che consente allo scarpone da scialpinismo di oscillare/basculare liberamente sul dorso dello sci facendo perno sul puntale, richiede sempre lo sgancio completo dello scarpone dallo sci e la riconfigurazione dell’attacco in funzione del nuovo impiego.
Purtroppo, l’aggancio dell’appendice a becco d’anatra dello scafo al puntale dell’attacco da scialpinismo à ̈ un’operazione relativamente laboriosa, che può creare qualche problema agli sciatori meno esperti, soprattutto quando si trovano ad operare nella neve fresca o comunque in condizioni meteorologiche avverse.
Scopo della presente invenzione à ̈ quello di realizzare un attacco da scialpinismo che sia più semplice ed agevole da chiudere rispetto a quelli attualmente conosciuti, e che sia inoltre economico da costruire.
In accordo con questi obiettivi, secondo la presente invenzione viene realizzato un attacco per l’ancoraggio di uno scarpone da scialpinismo ad uno sci da discesa o similare, come esplicitato nella rivendicazione 1 e preferibilmente, ma non necessariamente, in una qualsiasi delle rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 Ã ̈ una vista laterale del segmento centrale di uno sci da discesa, che porta fissato sul dorso uno scarpone da scialpinismo per mezzo di un attacco da scialpinismo realizzato secondo i dettami della presente invenzione;
- le figure 2 e 3 sono due viste assonometriche della talloniera dell’attacco da scialpinismo illustrato in figura 1;
- le figure 4 e 5 sono due viste laterali della talloniera dell’attacco da scialpinismo illustrato in figura 1, sezionate lungo il piano verticale di mezzeria ed in due diverse configurazioni di funzionamento;
- la figura 6 Ã ̈ una vista frontale della talloniera di figura 4 sezionata lungo la linea di sezione H-H;
- la figura 7 illustra in scala ingrandita un particolare della talloniera di figura 4;
- la figura 8 à ̈ una vista laterale della talloniera dell’attacco da scialpinismo illustrato in figura 1, in posizione di sgancio di emergenza; mentre
- la figura 9 Ã ̈ una vista frontale della talloniera illustrata in figura 4, sezionata lungo la linea di sezione K-K e con parti asportate per chiarezza.
Con riferimento alla figura 1, con il numero 1 Ã ̈ indicato nel suo complesso un attacco da scialpinismo appositamente strutturato per poter ancorare in modo stabile, ma facilmente rilasciabile, uno scarpone 2 da scialpinismo o Telemark sul segmento centrale di uno sci 3 da discesa, scialpinismo o similare, di tipo noto.
Più in dettaglio, l’attacco 1 à ̈ strutturato per poter ancorare, sul segmento centrale di uno sci 3 da discesa o similare, uno scarpone 2 da scialpinismo o Telemark di tipo noto, che à ̈ dotato di uno scafo 4 rigido inferiore in materiale plastico e/o composito, il quale à ̈ sagomato in modo tale da accogliere il piede dell’utilizzatore, ed à ̈ inoltre dotato inferiormente di una suola 5 anteriore e di un tacco 6 posteriore che hanno preferibilmente, ma non necessariamente, un profilo tassellato, e sono preferibilmente, ma non necessariamente, realizzati in materiale elastomerico antisdrucciolo.
Lo scafo 4 à ̈ inoltre anteriormente provvisto anche di una piccola appendice sporgente 7 a forma sostanzialmente di becco d’anatra, che si prolunga a sbalzo dalla punta ogivale dello scafo 4 rimanendo localmente sostanzialmente complanare alla suola anteriore 5, ed à ̈ strutturata in modo tale da potersi accoppiare/agganciare all’attacco 1 che, a sua volta, à ̈ fissato al segmento centrale dello sci 3 da discesa in modo rigido.
Con riferimento alla figura 1, nell’esempio illustrato, in particolare, lo scarpone 2, oltre allo scafo 4, comprende anche un gambetto 8 rigido in materiale plastico e/o composito, che à ̈ sagomato sostanzialmente a forma di C in modo tale da abbracciare la caviglia dell’utilizzatore da dietro, ed à ̈ incernierato sulla parte superiore dello scafo 4 in modo tale da poter oscillare liberamente attorno ad un asse di riferimento trasversale, che à ̈ sostanzialmente perpendicolare al piano di mezzeria dello scarpone (ossia perpendicolare al piano del foglio in figura 1), ed à ̈ inoltre localmente sostanzialmente coincidente con l’asse di articolazione della caviglia dell’utilizzatore; una scarpetta interna in materiale morbido e termoisolante, che à ̈ inserita in modo amovibile all’interno dello scafo 4 e del gambetto 8, ed à ̈ sagomata in modo tale da avvolgere e proteggere sia il piede che la parte inferiore della gamba dell’utilizzatore; ed una serie di ganci di chiusura ad azionamento manuale, che sono posizionati sullo scafo 4 e sul gambetto 8, e sono strutturati in modo tale da poter stringere lo scafo 4 ed il gambetto 8 così da poter immobilizzare la gamba dell’utilizzatore all’interno della scarpetta 8.
In aggiunta a quanto sopra scritto, lo scafo 4 à ̈ infine preferibilmente, ma non necessariamente, provvisto anche di una barra trasversale di irrigidimento (non illustrata) in materiale metallico, che si estende all’interno dell’appendice sporgente 7 a becco d’anatra rimanendo localmente sostanzialmente perpendicolare al piano di mezzeria dello scarpone, ed ha le due estremità assiali che emergono/affiorando all’esterno dell’appendice sporgente 7 in corrispondenza dei due fianchi laterali della medesima appendice.
Con riferimento alla figura 1, l’attacco da scialpinismo 1 à ̈ invece composto da un puntale 10 e da una talloniera 11 che sono fissati in modo rigido sul dorso del segmento centrale dello sci 3 da discesa, allineati lungo l’asse longitudinale L dello sci 3, ad una distanza prestabilita uno dall’altro, e sono strutturati in modo tale da poter selettivamente afferrare/agganciare e trattenere rispettivamente la parte anteriore e la parte posteriore dello scafo 4.
Più in dettaglio, il puntale 10 e la talloniera 11 dell’attacco da scialpinismo 1 sono strutturati in modo tale da poter, a scelta ed alternativamente,
- afferrare a trattenere stabilmente la parte anteriore e la parte posteriore dello scafo 4 sul segmento centrale dello sci 3, mantenendo lo scafo 4 immobile sullo sci 3 con la suola 5 sostanzialmente parallela al dorso dello sci 3 da discesa; oppure
- afferrare a trattenere la sola parte anteriore dello scafo 4 stabilmente sul segmento centrale dello sci 3, consentendo contemporaneamente all’intero scarpone 2 di oscillare/basculare liberamente sul dorso dello sci 3 attorno ad un asse di rotazione A sostanzialmente orizzontale, che à ̈ posizionato immediatamente al disopra dello sci 3, in corrispondenza o comunque a ridosso della punta dello scafo 4, ed à ̈ localmente sostanzialmente perpendicolare all’asse longitudinale L dello sci 3 ed al piano di mezzeria dello scarpone 2.
In altre parole, il puntale 10 à ̈ dotato di un organo di presa a pinza 12 o similare che à ̈ strutturato in modo tale da poter selettivamente afferrare e trattenere stabilmente la sola parte anteriore dello scafo 4, e contemporaneamente consentire alla parte anteriore dello scafo 4 di poter oscillare/basculare liberamente sul puntale 10 attorno all’asse di rotazione A dello scarpone.
La talloniera 11 à ̈ invece strutturata in modo tale da poter selettivamente agganciare e bloccare/trattenere la parte posteriore dello scafo 4 grosso modo in corrispondenza del tallone, così da trattenere stabilmente il tacco 6 dello scarpone 2 in appoggio sul, o comunque a ridosso del dorso dello sci 3, e conseguentemente impedire qualsiasi rotazione dello scarpone 2 sul puntale 10 attorno all’asse A di rotazione dello scarpone.
Con riferimento alla figura 1, nell’esempio illustrato, in particolare, l’organo di presa 12 del puntale 10 à ̈ strutturato in modo tale da poter stringere i fianchi laterali dell’appendice sporgente 7 dello scafo, portandosi in battuta sull’appendice sporgente 7 in corrispondenza delle due estremità assiali della barra trasversale di irrigidimento eventualmente annegata nella medesima appendice, e contemporaneamente consentire all’appendice sporgente 7 dello scafo di poter oscillare/basculare liberamente rispetto al puntale 10 in corrispondenza dei punti di contatto tra l’organo di presa a pinza 12 ed i fianchi laterali dell’appendice sporgente 7.
In altre parole, l’asse A di rotazione dello scarpone à ̈ posizionato sull’appendice sporgente 7 dello scafo 4, in corrispondenza dei punti di contatto tra l’organo di presa a pinza 12 ed i fianchi laterali dell’appendice sporgente 7. Inoltre, quando la parte anteriore dello scafo 4 à ̈ fissata sul puntale 10 tramite l’organo di presa 12, l’asse longitudinale della barra trasversale di irrigidimento dell’appendice sporgente 7, se presente, viene a coincidere con l’asse A di rotazione dello scarpone 2.
Il puntale 10 dell’attacco da scialpinismo 1 à ̈ un componente già ampiamente conosciuto nel settore, e non verrà ulteriormente descritto.
Con riferimento alle figure 1, 2 e 3, la talloniera 11 dell’attacco da scialpinismo 1 comprende invece una piastra o base di ancoraggio 13 che à ̈ strutturata in modo tale da essere ancorata in modo rigido sul dorso dello sci 3 da discesa o similare; ed una torretta 14 che si prolunga a sbalzo verso l’alto dalla faccia superiore della piastra di ancoraggio 13, parallelamente ad una asse B di riferimento che à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, localmente sostanzialmente perpendicolare al piano di giacitura della piastra di ancoraggio 13, ossia à ̈ localmente sostanzialmente perpendicolare al dorso dello stesso sci 3 ed all’asse longitudinale L dello sci.
La talloniera 11 comprende inoltre un’appendice sporgente 15 di aggancio che si estende a sbalzo dalla torretta 14 verso il puntale 10, ed à ̈ strutturata in modo tale da potersi agganciare/accoppiare alla parte posteriore dello scafo 4 grosso modo in corrispondenza del tallone, così da trattenere stabilmente il tacco 6 dello scarpone 2 in appoggio sul, o comunque a ridosso del dorso dello sci 3, e quindi impedire qualsiasi rotazione dello scarpone 2 sul puntale 10 attorno all’asse A di rotazione dello scarpone.
Più in dettaglio, l’appendice sporgente 15 di aggancio si estende a sbalzo dalla torretta 14 rimanendo localmente sostanzialmente parallela ad un asse C di riferimento che à ̈ preferibilmente disposto localmente sostanzialmente parallelo o comunque sostanzialmente allineato all’asse longitudinale L dello sci 3, ed à ̈ sagomata/strutturata in modo tale da raggiungere ed innestarsi nella parte posteriore dello scafo 4 per trattenere stabilmente il tacco 6 dello scarpone 2 in appoggio, o comunque a ridosso, del dorso dello sci 3, quando l’asse C à ̈ parallelo o comunque sostanzialmente allineato all’asse longitudinale L dello sci.
La talloniera 11 à ̈ inoltre posizionata sul segmento centrale dello sci 3 da discesa o similare ad una distanza nominale prestabilita dall’organo di presa 12 del puntale 10, in modo tale da consentire all’appendice sporgente 15 di raggiungere ed agganciare/bloccare stabilmente la parte posteriore dello scafo 4, quando l’organo di presa 12 del puntale 10 à ̈ stretto/chiuso sull’appendice sporgente 7 dello scafo 4 e permette allo scarpone 2 di ruotare sul puntale 10 attorno all’asse A.
Ovviamente, il valore della distanza tra il puntale 10 e la talloniera 11 dipende dalle dimensioni/lunghezza dello scafo 4, ossia dalla taglia dello scarpone 2.
Con riferimento alle figure 4 e 5, nell’esempio illustrato, in particolare, la torretta 14 à ̈ preferibilmente fissata sulla piastra di ancoraggio 13 con la possibilità di ruotare liberamente attorno all’asse B, e la talloniera 13 à ̈ preferibilmente provvista anche di un organo elastico di bloccaggio 16 a sgancio programmato, che à ̈ strutturato in modo tale da consentire la rotazione della torretta 14 attorno all’asse B quando la coppia torcente supera un valore di soglia prestabilito.
In altre parole, l’organo elastico di bloccaggio 16 à ̈ strutturato in modo tale da contrastare in modo elastico qualsiasi rotazione della torretta 14 attorno all’asse B, che comprometta l’allineamento tra l’asse C di riferimento dell’appendice di aggancio 15 e l’asse longitudinale L dello sci. Allineamento che consente all’appendice sporgente di agganciare 15 di innestarsi nella parte posteriore dello scafo 4 in modo tale da trattenere stabilmente il tacco 6 dello scarpone 2 in appoggio o comunque a ridosso del dorso dello sci 3, impedendo quindi qualsiasi rotazione dello scarpone 2 attorno all’asse A.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la torretta 14 superiore à ̈ parzialmente inserita e bloccata in modo assialmente girevole all’interno di un mozzo 17 tubolare cilindrico che si estende a sbalzo dalla faccia superiore della piastra di ancoraggio 13, rimanendo localmente coassiale all’asse B di rotazione della torretta 14.
Invece, con riferimento alla figura 6, l’organo elastico di bloccaggio 16 à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, alloggiato all’interno della porzione della torretta 14 che à ̈ inserita in modo girevole nel mozzo 17, e comprende:
- una molla elicoidale 18 o elemento elastico similare, che à ̈ inserita all’interno di un foro passante 19 realizzato in posizione diametrale sulla porzione della torretta 14 che à ̈ inserita in modo girevole nel mozzo 17;
- una sfera o perno di bloccaggio 20, che à ̈ inserita in modo assialmente scorrevole in corrispondenza di una prima estremità/imboccatura del foro passante 19; ed infine
- un grano filettato 21 avvitato in corrispondenza della seconda estremità/imboccatura del foro passante 19. La molla elicoidale 18 à ̈ calzata all’interno del foro passante 19 in modo tale da avere le due estremità in battuta una sulla sfera di bloccaggio 20 e l’altra sul grano filettato 21, ed à ̈ precaricata in compressione tramite il grano filettato 21, in modo tale da spingere e mantenere con forza la sfera di bloccaggio 20 in battuta sulla superficie interna del mozzo 17, all’interno di una sede o incavo 20a di arresto appositamente ricavato sulla parete tubolare cilindrica del mozzo 17.
Con riferimento alle figure da 1 a 5, l’appendice sporgente 15 di aggancio della talloniera 11 à ̈ invece fissata sulla torretta 14 con la possibilità di muoversi rispetto alla torretta 14 tra una posizione completamente estratta (vedi figure 1, 2, e 4), in cui l’appendice sporgente di aggancio 15 sporge a sbalzo dal corpo della torretta 14 di una lunghezza l1prestabilita sufficiente per innestarsi completamente nella parte posteriore dello scafo 4 in modo tale da impedire qualsiasi rotazione dello scarpone 2 attorno all’asse A; ed una posizione ritratta (vedi figure 3 e 5) in cui l’appendice sporgente di aggancio 15 à ̈ completamente ritratta all’interno del corpo della torretta 14, oppure sporge a sbalzo dal corpo della torretta 14 di una lunghezza l2notevolmente inferiore alla lunghezza l1, in modo tale da non poter raggiungere e bloccare la parte posteriore dello scafo 4.
In aggiunta a quanto sopra scritto, la talloniera 11 comprende inoltre un dispositivo di comando ad azionamento manuale 22, che à ̈ strutturato in modo tale da poter spostare e bloccare l’appendice sporgente 15 di aggancio, a scelta ed alternativamente, nella posizione completamente estratta o nella posizione ritratta.
Più in dettaglio, il dispositivo di comando 22 à ̈ in grado di disporre l’appendice sporgente di aggancio 15 a scelta ed alternativamente nella posizione completamente estratta o nella posizione ritratta, muovendo l’appendice sporgente 15 rispetto alla torretta 14 in una direzione d localmente parallela all’asse di riferimento C della stessa appendice sporgente.
Con riferimento alle figure da 4 e 5, nell’esempio illustrato, in particolare, la talloniera 11 comprende un elemento a chiavistello 23 che si estende in modo passante attraverso il corpo della torretta 14 rimanendo localmente sostanzialmente coassiale, o comunque parallelo, all’asse C di riferimento dell’appendice sporgente 15, con la possibilità di muoversi avanti ed indietro rispetto alla torretta 14 parallelamente all’asse C.
L’appendice sporgente di aggancio 15 à ̈ costituita dalla punta dell’elemento a chiavistello 23, ed il dispositivo di comando 22 à ̈ strutturato in modo tale da spostare l’elemento a chiavistello 23 avanti ed indietro sulla torretta 14 parallelamente all’asse C, e poi bloccare stabilmente l’elemento a chiavistello 23 alternativamente in due diverse posizioni di lavoro.
Più in dettaglio, il dispositivo di comando 22 à ̈ strutturato in modo tale da poter spostare e bloccare l’elemento a chiavistello 23 in una posizione avanzata (vedi figura 4), in cui la punta 15 dell’elemento a chiavistello 23 sporge a sbalzo dal corpo della torretta 14 di una lunghezza l1prestabilita sufficiente per innestarsi completamente nella parte posteriore dello scafo 4 in modo tale da impedire qualsiasi rotazione dello scarpone 2 attorno all’asse A; oppure in una posizione arretrata (vedi figura 5) in cui la punta 15 dell’elemento a chiavistello 23 à ̈ completamente ritratta all’interno del corpo della torretta 14, oppure sporge a sbalzo dal corpo della torretta 14 di una lunghezza l2notevolmente inferiore alla lunghezza l1, in modo tale da non poter raggiungere e bloccare la parte posteriore dello scafo 4.
Ovviamente l’appendice sporgente di aggancio 15 si trova nella posizione completamente estratta quando l’elemento a chiavistello 23 si trova nella posizione avanzata.
Con riferimento alle figure 4 e 5, il dispositivo di comando 22 comprende:
- un elemento elastico antagonista 24, che à ̈ interposto tra l’elemento a chiavistello 23 ed il corpo della torretta 14, ed à ̈ strutturato in modo tale da portare e mantenere in modo elastico l’elemento a chiavistello 23 nella posizione avanzata (vedi figure 4), che corrisponde a collocare l’appendice sporgente di aggancio 15 della talloniera 11 nella posizione completamente estratta; ed
- un organo di movimentazione 25 ad azionamento manuale, che à ̈ interposto tra l’elemento a chiavistello 23 ed il corpo della torretta 14, ed à ̈ strutturato in modo tale da consentire all’utilizzatore di spostare l’elemento a chiavistello 23 dalla posizione avanzata alla posizione arretrata, vincendo la spinta elastica dell’elemento elastico antagonista 24.
In aggiunta, l’organo di movimentazione 25 à ̈ inoltre strutturato in modo tale da poter selettivamente bloccare l’elemento a chiavistello 23 nella posizione arretrata, vincendo la spinta elastica dell’elemento elastico antagonista 24.
Con riferimento alle figure da 2 a 7, nell’esempio illustrato, in particolare, l’elemento a chiavistello 23 à ̈ composto da un pattino o carrello 26 che à ̈ inserito in modo assialmente scorrevole all’interno di una cavità oblunga 26a che si estende all’interno del corpo della torretta 14 rimanendo localmente coassiale all’asse di riferimento C dell’appendice sporgente 15; da una coppia di steli o perni rettilinei 27 preferibilmente, ma non necessariamente, a sezione circolare, che si estendono uno di fianco all’altro e parallelamente all’asse C, da bande opposte del piano P di mezzeria della torretta 14, in modo tale da attraversare da parte a parte il pattino o carrello 26 e sporgere a sbalzo da ambo i lati della torretta 14; e da una traversa 28 che à ̈ atta a collegare tra loro in modo rigido le estremità distali posteriori dei due perni 27, ossia le estremità che si trovano dalla parte opposta rispetto al puntale 10.
I due perni rettilinei 27 sono fissati in modo rigido al pattino o carrello 26 in modo tale da potersi muovere parallelamente all’asse C, assieme al pattino o carrello 26; mentre le estremità distali anteriori dei due perni rettilinei 27, ossia le estremità distali che sono affacciate al puntale 10 dell’attacco da scialpinismo 1, sono sagomate/strutturate in modo tale da potersi innestare nella parte posteriore dello scafo 4 per trattenere stabilmente il tacco 6 dello scarpone 2 in appoggio sul, o comunque a ridosso del dorso dello sci 3.
In altre parole, le estremità distali anteriori dei due perni rettilinei 27 sono in grado di muoversi assialmente da e verso il puntale 10 per poter agganciare e bloccare la parte posteriore dello scafo 4 infulcrato sull’organo di presa a pinza 12 del puntale 10, e formano quindi l’appendice sporgente di aggancio 15 della talloniera 11.
Con riferimento alle figure 4 e 5, la cavità oblunga 26a che à ̈ ricavata all’interno della torretta 14, à ̈ ovviamente sagomata/dimensionata in modo tale da consentire al pattino o carrello 26 di spostarsi all’interno della torretta 14 parallelamente all’asse C, tra una posizione avanzata (vedi figura 4) in cui le estremità distali 15 dei due perni rettilinei 27 sporgono a sbalzo dal corpo della torretta 14 di una lunghezza l1prestabilita e sufficiente per innestarsi completamente nella parte posteriore dello scafo 4 in modo tale da impedire qualsiasi rotazione dello scarpone 2 attorno all’asse A; ed una posizione arretrata (vedi figura 5) in cui le estremità distali 15 dei due perni rettilinei 27 sono completamente ritratte all’interno del corpo della torretta 14, oppure sporgono a sbalzo dal corpo della torretta 14 di una lunghezza l2molto minore della lunghezza l1, in modo tale da non poter raggiungere la parte posteriore dello scafo 4.
Con riferimento alle figure 4, 5 e 6, l’elemento elastico antagonista 24 à ̈ invece preferibilmente, ma non necessariamente, costituito da una molla elicoidale 24 o organo elastico similare, che si estende all’interno della cavità oblunga 26a localmente sostanzialmente coassiale all’asse C, in modo tale da essere disposta tra i due perni rettilinei 27, ed ha le due estremità assiali stabilmente in battuta una sul corpo del pattino 26 e l’altra sul corpo della torretta 14. La molla elicoidale 24 à ̈ inoltre precaricata in compressione in modo tale da spingere e mantenere con forza il pattino o carrello 26 in battuta sull’estremità della cavità oblunga 26a rivolta verso il puntale 10, in modo tale da far sporgere e mantenere le estremità distali anteriori 15 dei due perni rettilinei 27 nella posizione avanzata o completamente estratta.
Con riferimento alle figure allegate, l’organo di movimentazione 25 ad azionamento manuale che consente all’utilizzatore di spostare avanti ed indietro l’elemento a chiavistello 23 vincendo la spinta della molla elicoidale 24, comprende invece
- una leva di comando 29 che à ̈ agganciata alla parte posteriore dell’elemento a chiavistello 23, ed ha l’estremità inferiore incernierata sul fianco laterale della torretta 14, dalla parte opposta rispetto all’appendice sporgente di aggancio 15, in modo tale da poter oscillare liberamente attorno ad un asse di rotazione D localmente sostanzialmente perpendicolare agli assi B e C, rimanendo su di un piano di riferimento localmente sostanzialmente complanare all’asse C e preferibilmente anche sostanzialmente parallelo o coincidente con il piano P di mezzeria della torretta 14, ossia sostanzialmente complanare agli assi B e C; ed - un dispositivo di bloccaggio 30 che à ̈ interposto tra la torretta 14 e la leva di comando 29, ed à ̈ strutturato in modo tale da poter immobilizzare/ bloccare in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, la leva di comando 29 in una posizione di sbloccaggio intermedia (vedi figure 3 e 5), in cui la leva di comando 29 à ̈ inclinata di un angolo prestabilito rispetto alla verticale, in modo tale da disporre e mantenere l’elemento a chiavistello 23 nella posizione arretrata vincendo la spinta della molla elicoidale 24.
Più in dettaglio, il dispositivo di bloccaggio 30 à ̈ strutturato in modo tale da consentire alla leva di comando 29 di oscillare attorno all’asse D per disporsi, alternativamente, in una posizione di bloccaggio (vedi figure 2 e 4) in cui la leva di comando 29 à ̈ disposta in posizione sostanzialmente verticale, in modo tale consentire all’elemento elastico antagonista 24 di disporre l’elemento a chiavistello 23 nella posizione avanzata; in una posizione di sbloccaggio (vedi figure 3 e 5) in cui la leva di comando 29 à ̈ inclinata di un angolo prestabilito rispetto alla verticale, in modo tale da disporre e mantenere l’elemento a chiavistello 23 nella posizione arretrata vincendo la spinta della molla elicoidale 24; ed infine in una posizione di commutazione in cui la leva di comando 29 à ̈ inclinata di un angolo prestabilito rispetto alla verticale maggiore di quello assunto nella posizione di sbloccaggio.
Il dispositivo di bloccaggio 30 Ã ̈ inoltre strutturato in modo tale da consentire alla leva di comando 29 di spostarsi/passare dalla posizione di sbloccaggio alla posizione di bloccaggio, esclusivamente previo posizionamento temporaneo della leva di comando 29 nella posizione di commutazione.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la leva di comando 29 impegna in modo passante la gola delimitata dai due perni rettilinei 27 e dalla traversa di irrigidimento 28 dell’elemento a chiavistello 23, in modo tale da potersi appoggiare alla, e scorrere liberamente sulla, traversa di irrigidimento 28 dell’elemento a chiavistello 23.
Con riferimento alle figure 4, 5, 6 e 7, il dispositivo di bloccaggio 30 comprende invece uno stelo o puntone longitudinale 31 rigido che ha una prima estremità infulcrata in modo liberamente girevole e scorrevole all’interno di un’asola guida 29a trasversale realizzata sul corpo della leva di comando 29, ed una seconda estremità inserita in modo assialmente scorrevole all’interno del corpo della torretta 14, immediatamente al disotto dell’elemento a chiavistello 23; ed un meccanismo di bloccaggio a scatto 32 bistabile che à ̈ alloggiato all’interno della torretta 14, immediatamente al disotto dell’elemento a chiavistello 23, ed à ̈ strutturato in modo tale da poter selettivamente impedire alla seconda estremità del puntone 31 di penetrare all’interno del corpo della torretta 14 oltre un limite prestabilito che corrisponde a collocare la leva di comando 29 nella posizione di sbloccaggio sopra menzionata.
Più in dettaglio, il meccanismo di bloccaggio a scatto 32 à ̈ strutturato in modo tale da consentire al puntone longitudinale 31 di scorrere all’interno della torretta 14 tra una posizione avanzata che corrisponde alla leva di comando 29 disposta nella posizione di bloccaggio, ed una posizione arretrata che corrisponde alla leva di comando 29 disposta nella posizione di commutazione; ed à ̈ inoltre strutturato in modo tale da poter selettivamente arrestare/ bloccare la corsa del puntone 31 verso la posizione avanzata, quando il puntone 31 si trova in una posizione intermedia tra la posizione avanzata e la posizione arretrata.
La leva di comando 29 si trova nella posizione di sbloccaggio quando il puntone 31 si trova nella posizione intermedia, ed il meccanismo di bloccaggio a scatto 32 Ã ̈ infine strutturato in modo tale da predisporsi/commutare nella configurazione che lascia il puntone 31 libero di completare la corsa verso la posizione avanzata, quando il puntone longitudinale 31 viene portato temporaneamente nella posizione arretrata.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la porzione del puntone 31 che à ̈ inserito in modo scorrevole all’interno della torretta 14, si estende lungo un asse di riferimento E che à ̈ localmente sostanzialmente complanare, e preferibilmente anche sostanzialmente parallelo, all’asse C dell’elemento a chiavistello 23.
Il puntone longitudinale 31 à ̈ inoltre preferibilmente, ma non necessariamente, costituito da un elemento forcella 31 che ha il tronco centrale incernierato direttamente sulla leva di comando 29 tramite un perno trasversale che può scorrere liberamente all’interno dell’asola guida 29a realizzata sul corpo della leva di comando 29, ed ha i due bracci o rebbi 31a che si estendono in modo assialmente scorrevole all’intero della torretta 14, dove à ̈ ospitato il meccanismo di bloccaggio a scatto 32.
Con riferimento alle figure 4, 5 e 7, il meccanismo di bloccaggio a scatto 32 preferibilmente comprende invece un bilanciere basculante 33 che à ̈ fissato all’interno della torretta 14, a ridosso della seconda estremità del puntone rigido 31, con la possibilità di oscillare liberamente rimanendo su di un piano di giacitura localmente sostanzialmente complanare o comunque parallelo all’asse longitudinale E del puntone rigido 31; ed un elemento elastico 34, nella fattispecie una molla a forbice, che à ̈ interposto tra il bilanciere basculante 33 e la torretta 14, ed à ̈ strutturato in modo tale da poter mantenere in modo elastico il puntone rigido 31, a scelta ed alternativamente, in due diverse posizioni operative.
Nella prima posizione operativa, il bilanciere basculante 33 si trova a ridosso del puntone rigido 31, ed à ̈ in grado di agganciare il puntone rigido 31 impedendogli di completare lo spostamento dalla posizione intermedia alla posizione avanzata, ossia di penetrare ulteriormente all’interno del corpo della torretta 14. Nella seconda posizione operativa, il bilanciere basculante 33 si trova invece lontano dal puntone rigido 31, e consente al puntone rigido 31 di spostarsi liberamente rispetto alla torretta 14 parallelamente all’asse E, verso la posizione avanzata.
Nell’esempio illustrato, in particolare, il bilanciere basculante 33 à ̈ preferibilmente infulcrato sulla torretta 14 in modo tale da poter oscillare liberamente attorno ad un asse F di rotazione trasversale che à ̈ localmente sostanzialmente ortogonale all’asse E di riferimento del puntone rigido 31, rimanendo su di un piano di giacitura localmente sostanzialmente complanare o comunque parallelo agli assi B ed E, e preferibilmente anche sostanzialmente coincidente con il piano P di mezzeria della torretta 14.
Il bilanciere basculante 33 Ã ̈ infine strutturato/ sagomato in modo tale da provocare/indurre automaticamente lo spostamento del bilanciere dalla seconda alla prima posizione operativa, quando il puntone rigido 31 raggiunge la posizione avanzata sotto la spinta della molla elicoidale 24; ed in modo tale da provocare/indurre automaticamente lo spostamento del bilanciere dalla prima alla seconda posizione operativa, quando il puntone rigido 31 raggiunge la posizione arretrata tirato dalla leva di comando 29.
Più in dettaglio, con particolare riferimento alle figure 6 e 7, nell’esempio illustrato il bilanciere basculante 33 à ̈ preferibilmente posizionato tra i due bracci o rebbi 31a del puntone 31, ed à ̈ dotato di un dente di arresto 33a che sporge verso il puntone 31 immediatamente soprastante, ad una distanza prestabilita dal’asse di rotazione F, ed à ̈ dimensionato in modo tale da agganciare un perno trasversale 31b che collega in modo rigido tra loro i due bracci o rebbi 31a del puntone 31, quando il bilanciere basculante 33 si trova nella prima posizione operativa. Ad una distanza maggiore dall’asse di rotazione F rispetto al dente di arresto 33a, il bilanciere bascu-lante 33 presenta inoltre una prima cresta di commutazione 33b con profilo a camma che si estende verso il puntone 31 in modo tale da intersecare la traiettoria del perno trasversale 31b del puntone quando il puntone rigido 31 si sposta dalla posizione intermedia alla posizione arretrata.
La cresta di commutazione 33b à ̈ sagomata in modo tale da costringere il bilanciere basculante 33 a ruotare attorno all’asse F contro la spinta dell’elemento elastico 34, fino ad oltrepassare il punto di equilibrio instabile che forza/costringe l’elemento elastico 34 a spostare il bilanciere basculante 33 nella seconda posizione operativa. Dalla parte opposta rispetto al dente di arresto 33a ed alla cresta di commutazione 33b, il bilanciere basculante 33 presenta infine una seconda cresta di commutazione 33c con profilo a camma che si estende verso il puntone 31 in modo tale da intersecare la traiettoria del perno trasversale 31b del puntone 31 quando il puntone rigido 31 raggiunge la posizione avanzata.
La cresta di commutazione 33c à ̈ sagomata in modo tale da costringere il bilanciere basculante 33 a ruotare attorno all’asse F contro la spinta dell’elemento elastico 34, fino ad oltrepassare il punto di equilibrio instabile che forza/costringe l’elemento elastico 34 a riportare il bilanciere basculante 33 nella prima posizione operativa.
Con riferimento alle figure 2, 3, 4 e 5, la talloniera 11 à ̈ inoltre preferibilmente, ma non necessariamente, provvista di un organo alza-tacco 35 che à ̈ fissato sulla sommità della torretta 14 con la possibilità spostarsi sulla torretta 14 da e verso una posizione di lavoro in cui l’organo alza-tacco 35 sporge a sbalzo oltre il fianco laterale della torretta 14 per supportare direttamente il tacco 6 dello scarpone 2 in una posizione rialzata; e di un organo meccanico 36 che collega l’organo alza-tacco 35 all’elemento a chiavistello 23 sottostante, ed à ̈ strutturato in modo tale da trasmettere all’organo alza-tacco 35 il moto traslatorio dell’elemento a chiavistello 23, in modo tale da muovere l’organo alza-tacco 35 sulla sommità della torretta 14 sostanzialmente assieme all’elemento a chiavistello 23.
Più in dettaglio, l’organo alza-tacco 35 à ̈ fissato sulla sommità della torretta 14 con possibilità di scorrere avanti ed indietro sulla torretta 14 in una direzione d localmente sostanzialmente parallela all’asse di riferimento C dell’appendice sporgente di aggancio 15, tra una posizione arretrata o di riposo (vedi figura 5) in cui l’organo alza-tacco 35 à ̈ sostanzialmente allineato al disopra della torretta 14, ed à ̈ inoltre preferibilmente confinato entro il perimetro della torretta 14; ed una posizione avanzata o di lavoro (vedi figure 4 e 8) in cui l’organo alza-tacco 35 sporge a sbalzo oltre il fianco laterale della torretta 14, immediatamente al disopra dell’appendice sporgente di aggancio 15, in modo tale da coprire come una tettoia sostanzialmente l’intera appendice sporgente di aggancio 15 disposta nella posizione completamente estratta, e poter quindi sorreggere/mantenere stabilmente il tacco 6 dello scarpone 2 in una posizione rialzata/sopraelevata rispetto al dorso dello sci 2.
In altre parole, quando si trova nella posizione avanzata o di lavoro (vedi figura 5), l’organo alza-tacco 35 sporge a sbalzo oltre il fianco laterale della torretta 14 di una lunghezza l3tale da superare/oltrepassare le estremità distali 15 dei due perni rettilinei 27 che, a loro volta, sporgono a sbalzo dal corpo della torretta 14 di una lunghezza l1sufficiente per innestarsi completamente nella parte posteriore dello scafo 4 infulcrato sul puntale 10.
L’organo meccanico 36 à ̈ invece strutturato in modo tale da spostare l’organo alza-tacco 35 nella posizione arretrata o di riposo quando l’elemento a chiavistello 23 si sposta nella posizione arretrata per collocare nella posizione ritratta le estremità distali 15 dei due perni rettilinei 27, ossia l’appendice sporgente di aggancio 15; e da spostare l’organo alza-tacco 35 nella posizione avanzata o di lavoro quando l’elemento a chiavistello 23 si sposta nella posizione avanzata per collocare nella posizione completamente estratta le estremità distali 15 dei due perni rettilinei 27.
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato l’organo meccanico 36 à ̈ preferibilmente strutturato in modo tale da vincolare l’organo alza-tacco 35 in modo rigido all’elemento a chiavistello 23, quando l’elemento a chiavistello 23 si sposta dalla posizione avanzata alla posizione arretrata; e da vincolare l’organo alza-tacco 35 in modo elastico all’elemento a chiavistello 23, quando l’elemento a chiavistello 23 si sposta dalla posizione arretrata alla posizione avanzata.
Con particolare riferimento alle figure 2, 3, 4 e 5, nell’esempio illustrato, in particolare, l’organo alzatacco 35 comprende una piastra di appoggio 37 principale, che appoggia sulla sommità della torretta 14, ed à ̈ fissata in modo scorrevole sul corpo della torretta 14 in modo tale da poter scorrere avanti ed indietro sulla sommità della torretta 14 in una direzione dalocalmente sostanzialmente parallela all’asse di riferimento C dell’appendice sporgente di aggancio 15; e preferibilmente anche una zeppa di appoggio 38 ausiliaria, che appoggia sulla faccia superiore della piastra di appoggio 37 principale, ed à ̈ fissata in modo scorrevole sul corpo della piastra di appoggio 37, in modo tale da poter scorrere avanti ed indietro sulla sommità della piastra di appoggio 37 in una direzione dbpreferibilmente localmente sostanzialmente parallela all’asse di riferimento C dell’appendice sporgente di aggancio 15.
Sia la piastra di appoggio 37 che la zeppa di appoggio 38 ausiliaria sono strutturate per sostenere il tacco 6 dello scarpone 2.
L’organo meccanico 36, invece, à ̈ strutturato in modo tale da collegare la piastra di appoggio 37 principale dell’organo alza-tacco 35 all’elemento a chiavistello 23 immediatamente sottostante, in modo tale da spostare la piastra di appoggio 37 principale tra una posizione arretrata o di riposo (vedi figura 5) in cui la piastra di appoggio 37 à ̈ sostanzialmente confinata entro il perimetro della sommità della torretta 14; ed una posizione avanzata o di lavoro (vedi figure 4 e 8) in cui la piastra di appoggio 37 principale sporge a sbalzo oltre il fianco laterale della torretta 14, immediatamente al disopra dell’appendice sporgente di aggancio 15, in modo tale da coprire come una tettoia sostanzialmente l’intera appendice sporgente di aggancio 15 disposta nella posizione completamente estratta.
Nell’esempio illustrato, in particolare, l’organo meccanico 36 comprende una linguetta flessibile 36 in materiale elasticamente deformabile, che à ̈ ripiegata sostanzialmente a C, ed à ̈ fissata in modo rigido sul pattino o carrello 26 dell’elemento a chiavistello 23, in modo tale da sporgere a sbalzo dalla sommità della torretta 14 attraverso una feritoia passante longitudinale che si estende parallelamente all’asse di riferimento C dell’elemento a chiavistello 23. Il fianco superiore della linguetta flessibile 36 à ̈ atto ad appoggiare e striscia sul corpo della piastra di appoggio 37 principale dell’organo alza-tacco 35, sul fondo di una scanalatura longitudinale 36a che si estende sulla faccia inferiore della piastra di appoggio 37 parallelamente all’asse di riferimento C.
Il fondo della scanalatura longitudinale 36a à ̈ inoltre inclinato di alcuni gradi verso la punta 15 dell’elemento a chiavistello 23, ossia verso le estremità distali anteriori 15 dei perni rettilinei 27, in modo tale da trasformare la spinta elastica verso l’alto esercitata dalla linguetta flessibile 36, in una spinta elastica orizzontale f che tende a spingere la piastra di appoggio 37 nella posizione avanzata o di lavoro (vedi figure 4 e 5) con intensità crescente in funzione del disallineamento tra la posizione della piastra di appoggio 37 e quella del pattino o carrello 26 dell’elemento a chiavistello 23.
Con particolare riferimento alle figure da 2 a 9, nell’esempio illustrato, infine, la torretta 14 à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, suddivisa in una carcassa inferiore fissa 14a che à ̈ fissata in modo rigido o in modo assialmente girevole direttamente sulla piastra di ancoraggio 13, ed in una carcassa superiore ribaltabile 14b che appoggia sulla sommità della carcassa inferiore 14a, ed à ̈ incernierata sulla carcassa inferiore 14a dalla parte opposta rispetto all’appendice sporgente di aggancio 15, in modo tale da poter ruotare liberamente attorno ad un asse trasversale di riferimento, che à ̈ localmente sostanzialmente ortogonale agli assi B e C e preferibilmente, ma non necessariamente, coincidente con l’asse D di rotazione della leva di comando 29 sulla torretta 14.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la parte inferiore della carcassa inferiore 14a à ̈ bloccata in modo assialmente girevole all’interno del mozzo tubolare 17, in modo tale da consentire all’intera torretta 14 di ruotare attorno all’asse B, e l’organo elastico di bloccaggio 16 à ̈ strutturato in modo tale da consentire la rotazione della carcassa inferiore 14a attorno all’asse B quando la coppia torcente supera un valore di soglia prestabilito.
Con riferimento alle figure 4 e 5, la carcassa inferiore 14a della torretta ha la leva di comando 29 incernierata sul fianco, à ̈ impegnata in modo assialmente scorrevole dalla seconda estremità dello stelo o puntone longitudinale 31, ed ospita internamente il meccanismo di bloccaggio a scatto bistabile 32; ossia supporta direttamente l’intero organo di movimentazione 25 ad azionamento manuale.
La carcassa superiore ribaltabile 14b della torretta à ̈ invece impegnata in modo assialmente scorrevole dall’elemento a chiavistello 23, ed ospita internamente la molla elicoidale 34 precaricata in compressione che spinge e mantiene in modo elastico l’elemento a chiavistello 23 nella posizione avanzata, ossia con le estremità distali 15 anteriori dei due perni rettilinei 27 che sporgono a sbalzo dal corpo della torretta 14 di una lunghezza l1sufficiente per innestarsi completamente nella parte posteriore dello scafo 4 in modo tale da impedire qualsiasi rotazione dello scarpone 2 attorno all’asse A.
In aggiunta a quanto sopra scritto, la torretta 14 à ̈ infine provvista di un organo di bloccaggio 39 a sgancio programmato, che à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, alloggiato all’interno della carcassa inferiore 14a della torretta, ed à ̈ strutturato in modo tale da poter bloccare e trattenere la carcassa superiore ribaltabile 14b in appoggio sulla carcassa inferiore 14a con l’asse C di riferimento dell’elemento a chiavistello 23 disposto localmente sostanzialmente parallelo l’asse longitudinale L dello sci, fino a quando la coppia di ribaltamento trasmessa alla carcassa superiore ribaltabile 14b non supera un valore di soglia prestabilito; e da svincolare completamente la carcassa superiore ribaltabile 14b dalla carcassa inferiore 14a quando la coppia di ribaltamento trasmessa alla carcassa superiore ribaltabile 14b eccede il valore di soglia sopramenzionato, in modo tale da consentire alla carcassa superiore ribaltabile 14b di ruotare liberamente all’indietro attorno all’asse di articolazione della cerniera, ossia attorno all’asse D.
Quando la carcassa superiore ribaltabile 14b si ribalta all’indietro ruotando attorno all’asse D, la traversa 28 dell’elemento a chiavistello 23 si allontana dalla leva di comando 23, per cui l’organo di movimentazione ad azionamento manuale 25 non ostacola/impedisce il libero ribaltamento il carcassa superiore ribaltabile 14b.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la sommità della carcassa inferiore 14a ha preferibilmente, ma non necessariamente, una forma sostanzialmente parallelepipeda, e termina superiormente in una superficie piana che à ̈ localmente sostanzialmente perpendicolare all’asse B.
La carcassa superiore ribaltabile 14b à ̈ invece sagomata sostanzialmente a forma di L rovesciata, ed à ̈ adagiata sulla carcassa inferiore 14a in modo tale che il segmento orizzontale superiore della carcassa superiore 14b appoggi direttamente sulla superficie piana superiore della carcassa inferiore 14a, e che il suo segmento verticale inferiore della carcassa superiore 14b appoggi sul fianco della carcassa inferiore 14a, dalla parte opposta rispetto al puntale 10 ed all’appendice sporgente di aggancio 15 .
L’elemento a chiavistello 23 à ̈ inserito in modo assialmente scorrevole all’interno della segmento orizzontale superiore della carcassa superiore ribaltabile 14b, mentre l’estremità inferiore del segmento verticale della carcassa ribaltabile 14b à ̈ incernierata direttamente sul fianco laterale della carcassa inferiore 14a, tramite un perno passante trasversale che si estende coassiale all’asse D impegnando anche l’estremità della leve di comando 29.
Con riferimento alle figure 8 e 9, l’organo di bloccaggio 39 a sgancio programmato à ̈ invece preferibilmente collocato all’interno di una seconda cavità 39a appositamente realizzata nella carcassa inferiore 14a, a ridosso del fianco laterale da dove sporge a sbalzo ed in moto ritraibile la punta 15 dell’elemento a chiavistello 23, ed à ̈ strutturato in modo tale da poter afferrare e trattenere, fino a quando la forza di estrazione non supera un valore di soglia prestabilito, un dente di aggancio 40 che si prolunga a sbalzo dalla carcassa superiore ribaltabile 14b, e penetra all’interno della carcassa inferiore 14a fino a raggiungere l’organo di bloccaggio 39.
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato il dente di aggancio 40 si prolunga a sbalzo dalla faccia inferiore della carcassa ribaltabile 14b, rimanendo preferibilmente localmente sostanzialmente complanare al piano P di mezzeria della torretta 14, e penetra all’interno della cavità 39a attraverso una feritoia appositamente realizzata sulla sommità della carcassa inferiore 14a, fino a raggiungere l’organo di bloccaggio 39.
Preferibilmente l’organo di bloccaggio 39 invece comprende:
- due ganasce reggispinta 41 che sono posizionate all’interno della cavità 39a che ospita l’organo di bloccaggio 39, da bande opposte del piano di mezzeria P della torretta sui cui giace il dente di aggancio 40;
- un meccanismo di regolazione 42 delle ganasce ad azionamento manuale, che à ̈ atto a spostare le due ganasce reggispinta 41 da e verso il piano di mezzeria della torretta, in modo tale da poter regolare la distanza esistente tra ciascuna ganascia reggispinta 41 ed il piano P di mezzeria della torretta 14;
- due sfere di bloccaggio 43 che sono posizionate in battuta sui fianchi laterali del dente di aggancio 40, da bande opposte del medesimo, in modo tale da essere allineate ciascuna ad una rispettiva ganascia reggispinta 41; ed infine - due molle elicoidali 44 o elementi elastici similari, ciascuna delle quali à ̈ interposta tra una corrispondente ganascia reggispinta 41 e la relativa sfera di bloccaggio 43, in modo tale da spingere con forza la sfera di bloccaggio 43 in battuta sul fianco del dente di aggancio 40.
La regolazione del precarico delle molle elicoidali 44 viene realizzata variando, tramite il meccanismo di regolazione 42, la distanza che separa le due ganasce reggispinta 41 dal piano P di mezzeria della torretta 14, dove giace il dente di aggancio 40.
Il dente di aggancio 40 e le sfere di bloccaggio 43 sono sagomante/dimensionate in modo tale da generare una forza elastica di richiamo parallela al dente, che tende a tirare il dente di aggancio 40 all’interno della carcassa inferiore 14a; ed in modo tale da impedire l’estrazione del dente di aggancio 40 dalla carcassa inferiore 14a fino a quando la forza di estrazione si mantiene al disotto di un valore limite prestabilito, che dipende dalla forza con cui le molle elicoidali 43 schiacciano le sfere di bloccaggio 43 contro il dente di aggancio 40.
Con riferimento alla figura 9, nell’esempio illustrato, in particolare, il un meccanismo di regolazione 42 delle ganasce à ̈ costituito da un albero di supporto 42 trasversale, che si estende coassiale ad un asse G di riferimento localmente sostanzialmente perpendicolare al piano P di mezzeria della torretta 14 (ossia localmente sostanzialmente parallelo all’asse D di rotazione della carcassa superiore ribaltabile 14b), ed impegna in modo passante ed assialmente girevole la carcassa inferiore 14a della testa 14, intersecando la cavità 39a che ospita l’organo di bloccaggio 39.
L’albero di supporto 42 presenta, da bande opposte del piano di mezzeria della torretta 14, due porzioni filettate con filettatura speculare, e le due ganasce reggispinta 41 sono avvitate ciascuna su di una rispettiva porzione filettata dell’albero, in modo tale che la rotazione dell’albero di supporto 42 attorno all’asse G consenta di avvicinare/allontanare contemporaneamente le due ganasce reggispinta 41 dal piano P di mezzeria della torretta 14.
Il funzionamento dell’attacco da scialpinismo 1 à ̈ facilmente desumibile da quanto sopra descritto e non necessità quindi di ulteriori spiegazioni, se non per precisare che spostando avanti ed indietro l’elemento a chiavistello 23 con l’ausilio della leva di comando 29, à ̈ possibile agganciare/sganciare rapidamente la parte posteriore dello scafo 4 alla talloniera 11 senza la necessità di sganciare anche la parte anteriore dello scafo 4 dal puntale 10. L’organo di movimentazione 25 à ̈ infatti strutturato in modo tale da spostare l’appendice sporgente di aggancio 15 della talloniera 11 dalla posizione estratta alla posizione ritratta e viceversa, quando l’utilizzatore abbassa temporaneamente la leva di comando 29.
I vantaggi derivanti dalla particolare struttura della talloniera 11 sono notevoli. È evidente infatti che la possibilità di sganciare la parte posteriore dello scafo 4 dalla talloniera 11 premendo semplicemente sulla sommità della leva di comando 29, incrementa enormemente la facilità d’uso dell’attacco da scialpinismo 1, a tutto vantaggio della sicurezza dello sciatore.
Risulta infine chiaro che all’attacco da scialpinismo 1 sopra descritto possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione.
Per esempio, l’elemento a chiavistello 23 può essere dotato di un unico perno sporgente che sporge a sbalzo dal corpo della torretta 14 coassiale all’asse C, ed ha l’estremità distale sagomata in modo tale da potersi innestare nella parte posteriore dello scafo 4 grosso modo in corrispondenza del tallone.
In questa variante, quindi, l’appendice sporgente di aggancio 18 della talloniera 11 à ̈ formata da questo unito perno sporgente.

Claims (13)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Attacco (1) per l’ancoraggio di uno scarpone (2) da scialpinismo su uno sci (3) da discesa o similare, del tipo comprendente un puntale (10) ed una talloniera (11) i quali sono atti ad essere fissati in modo rigido sul dorso dello sci (3), allineati lungo l’asse longitudinale (L) dello sci, e sono strutturati in modo tale da poter selettivamente afferrare/agganciare e trattenere rispettivamente la parte anteriore e la parte posteriore dello scafo (4) dello scarpone (2); il puntale (10) essendo provvisto di un organo di presa (12) il quale à ̈ strutturato in modo tale da poter selettivamente afferrare e trattenere stabilmente la parte anteriore (7) dello scafo (4), e contemporaneamente consentire allo scafo (4) di oscillare/basculare liberamente sul puntale (10) attorno ad un asse di rotazione dello scarpone (A) che à ̈ localmente sostanzialmente perpendicolare all’asse longitudinale dello sci (L); la talloniera (11) comprendendo invece una base di ancoraggio (13) che à ̈ strutturata in modo tale da essere ancorata in modo rigido sul dorso dello sci (3) da discesa o similare; una torretta (14) che si prolunga a sbalzo dalla base di ancoraggio (13) verso l’alto; ed una appendice sporgente di aggancio (15) che si estende a sbalzo dalla torretta (14) verso il puntale (10) rimanendo localmente sostanzialmente parallela ad un primo asse di riferimento (c) localmente sostanzialmente allineato all’ asse longitudinale dello sci (L), ed à ̈ strutturata in modo tale da potersi agganciare/accoppiare alla parte posteriore dello scafo (4) per trattenere stabilmente il tacco (6) dello scarpone (2) in appoggio o comunque a ridosso del dorso dello sci (3), impedendo quindi qualsiasi rotazione dello scarpone (2) sul puntale (10) attorno a detto un asse di rotazione dello scarpone (A); l’attacco (1) essendo caratterizzato dal fatto che la talloniera (11) comprende un elemento a chiavistello (23) che si estende in modo passante attraverso il corpo della torretta (14) rimanendo localmente sostanzialmente parallelo a detto primo asse di riferimento (C), con la possibilità di muoversi avanti ed indietro rispetto alla torretta (14) parallelamente a detto primo asse (C); l’appendice sporgente di aggancio (15) essendo costituita dalla punta di detto elemento a chiavistello (23), e la talloniera (11) comprendendo inoltre un disposi-tivo di comando ad azionamento manuale (22), il quale à ̈ strutturato in modo tale da poter spostare l’elemento a chiavistello (23) avanti ed indietro sulla torretta (14), e bloccare stabilmente detto elemento a chiavistello (23) - in una posizione avanzata in cui la punta (15) dell’elemento a chiavistello (23) sporge a sbalzo dal corpo della torretta (14) di una prima lunghezza (l1) sufficiente per innestarsi nella parte posteriore dello scafo (4) in modo tale da impedire qualsiasi rotazione dello scarpone (2) attorno all’asse di rotazione dello scarpone (A); ed - in una posizione arretrata in cui la punta (15) dell’elemento a chiavistello (23) à ̈ ritratta all’interno del corpo della torretta (14) o sporge a sbalzo dal corpo della torretta (14) di una seconda lunghezza (l2) di valore tale da non consentire all’appendice sporgente di aggancio (15) di raggiungere e bloccare la parte posteriore dello scafo (4).
  2. 2. Attacco secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il dispositivo di comando (22) comprende un elemento elastico antagonista (24) che à ̈ strutturato in modo tale da portare e mantenere in modo elastico l’elemento a chiavistello (23) nella posizione avanzata, ed un organo di movimentazione ad azionamento manuale (25) che invece comprende: - una leva di comando (29) che à ̈ agganciata alla parte posteriore dell’elemento a chiavistello (23), ed ha l’estremità inferiore incernierata sulla torretta (14) in modo tale da poter oscillare liberamente su di un piano di giacitura (P) prestabilito; ed - un dispositivo di bloccaggio (30) che à ̈ strutturato in modo tale da poter bloccare in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, detta leva di comando (29) in una posizione di sbloccaggio intermedia, in cui la leva di comando (29) à ̈ inclinata di un angolo prestabilito rispetto alla verticale tale da disporre e mantenere l’elemento a chiavistello (23) nella posizione arretrata vincendo la spinta elastica dell’elemento elastico antagonista (24).
  3. 3. Attacco secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che il dispositivo di bloccaggio (30) à ̈ strutturato in modo tale da consentire alla leva di comando (29) di oscillare sul piano di giacitura (P) per disporsi alternativamente - in una posizione di bloccaggio in cui la leva di comando (29) à ̈ disposta in posizione sostanzialmente verticale, in modo tale da consentire all’elemento elastico antagonista (24) di disporre l’elemento a chiavistello (23) nella posizione avanzata; - in una posizione di sbloccaggio intermedia in cui la leva di comando (29) à ̈ inclinata di un angolo prestabilito rispetto alla verticale sufficiente per disporre e mantenere l’elemento a chiavistello (23) nella posizione arretrata vincendo la spinta dell’elemento elastico antagonista (24); ed infine - in una posizione di commutazione in cui la leva di comando (29) à ̈ inclinata di un angolo prestabilito rispetto alla verticale maggiore di quello assunto nella posizione di sbloccaggio; il dispositivo di bloccaggio (30) essendo inoltre strutturato in modo tale da consentire alla leva di comando (29) di spostarsi/passare dalla posizione di sbloccaggio alla posizione di bloccaggio, esclusivamente previo posizionamento temporaneo della leva di comando (29) in detta posizione di commutazione.
  4. 4. Attacco secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che il dispositivo di bloccaggio (30) comprende - un puntone longitudinale (31) che ha una prima estremità infulcrata in modo liberamente girevole e scorrevole sul corpo della leva di comando (29), ed una seconda estremità inserita in modo assialmente scorrevole all’interno del corpo della torretta (14), al disotto dell’elemento a chiavistello (23); ed - un meccanismo di bloccaggio a scatto bistabile (32) che à ̈ alloggiato all’interno della torretta (14), al disotto dell’elemento a chiavistello (23), ed à ̈ strutturato in modo tale da poter selettivamente impedire alla seconda estremità del puntone (31) di penetrare all’interno del corpo della torretta (14) oltre un limite prestabilito che corrisponde a collocare la leva di comando (29) nella posizione di sbloccaggio sopra menzionata.
  5. 5. Attacco secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che il meccanismo di bloccaggio a scatto bistabile (32) à ̈ strutturato in modo tale da consentire al puntone longitudinale (31) di scorrere all’interno della torretta (14) tra una posizione avanzata che corrisponde alla leva di comando (29) disposta nella posizione di bloccaggio, ed una posizione arretrata che corrisponde alla leva di comando (29) disposta nella posizione di commutazione, ed à ̈ inoltre strutturato in modo tale da poter selettivamente arrestare/bloccare la corsa del puntone longitudinale (31) verso la posizione avanzata, quando il puntone longitudinale (31) si trova in una posizione intermedia tra la posizione avanzata e la posizione arretrata; la leva di comando (29) essendo disposta nella posizione di sbloccaggio quando il puntone longitudinale (31) si trova nella posizione intermedia, ed il meccanismo di bloccaggio a scatto bistabile (32) essendo infine strutturato in modo tale da predisporsi/commutare nella configurazione che lascia il puntone longitudinale (31) libero di completare la corsa verso la sua posizione avanzata, quando il puntone longitudinale (31) viene portato temporaneamente nella posizione arretrata.
  6. 6. Attacco secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che il meccanismo di bloccaggio a scatto bistabile (32) comprende un bilanciere basculante (33) che à ̈ fissato all’interno della torretta (14), a ridosso della seconda estremità del puntone longitudinale (31), con la possibilità di oscillare liberamente rimanendo su di un piano di giacitura (P) localmente sostanzialmente complanare o parallelo all’asse longitudinale del puntone (E); ed un elemento elastico (34) che à ̈ interposto tra il bilanciere basculante (33) e la torretta (14), ed à ̈ strutturato in modo tale da poter mantenere in modo elastico il puntone (31), a scelta ed alternativamente, - in una prima posizione operativa in cui il bilanciere basculante (33) si trova a ridosso del puntone longitudinale (31), ed à ̈ in grado di agganciare il puntone (31) impedendogli di completare lo spostamento dalla posizione intermedia alla posizione avanzata; oppure - in una seconda posizione operativa in cui il bilanciere basculante (33) si trova lontano dal puntone longitudinale (31), e consente a detto puntone (31) di spostarsi liberamente rispetto alla torretta (14) parallelamente al suo asse longitudinale (E), verso la posizione avanzata.
  7. 7. Attacco secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che il bilanciere basculante (33) à ̈ strutturato/ sagomato in modo tale da provocare/indurre automaticamente lo spostamento del bilanciere dalla seconda alla prima posizione operativa, quando il puntone longitudinale (31) raggiunge la posizione avanzata sotto la spinta dell’elemento elastico antagonista (24), ed in modo tale da provocare/indurre automaticamente lo spostamento del bilanciere dalla prima alla seconda posizione operativa, quando il puntone longitudinale (31) raggiunge la posizione arretrata tirato dalla leva di comando (29).
  8. 8. Attacco secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la torretta (14) à ̈ fissata sulla base di ancoraggio (13) con la possibilità di ruotare liberamente attorno ad un secondo asse di riferimento (B) localmente sostanzialmente perpendicolare all’asse longitudinale dello sci (L), e che la talloniera (13) à ̈ provvista anche di un organo elastico di bloccaggio (16) che à ̈ strutturato in modo tale da consentire la rotazione della torretta (14) attorno a detto secondo asse di riferimento (B) quando la coppia torcente supera un valore di soglia prestabilito.
  9. 9. Attacco secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la torretta (14) à ̈ suddivisa in una carcassa inferiore (14a) che à ̈ fissata sulla piastra di ancoraggio (13), ed in una carcassa superiore ribaltabile (14b) che appoggia sulla sommità della carcassa inferiore (14a), ed à ̈ incernierata sulla carcassa inferiore (14a) in modo tale da poter ruotare liberamente attorno ad un terzo asse di riferimento (D) localmente sostanzialmente perpendicolare a detto primo asse di riferimento (C); l’elemento a chiavistello 23 essendo inserito in modo assialmente scorrevole nella carcassa superiore ribaltabile (14b) della torretta (14), e la talloniera (11) essendo dotata di mezzi di bloccaggio a sgancio programmato (39) che sono strutturati in modo tale da poter bloccare e trattenere la carcassa superiore ribaltabile (14b) in appoggio sulla carcassa inferiore (14a) con il primo asse di riferimento (C) disposto localmente sostanzialmente parallelo all’asse longitudinale dello sci (L), fino a quando la coppia di ribaltamento trasmessa alla carcassa superiore ribaltabile (14b) non supera un valore di soglia prestabilito.
  10. 10. Attacco secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che la carcassa superiore ribaltabile (14b) Ã ̈ incernierata sulla carcassa inferiore (14a) dalla parte opposta rispetto al puntale (10).
  11. 11. Attacco secondo la rivendicazione 9 o 10, caratterizzato dal fatto che la carcassa inferiore (14a) della torretta (14) supporta l’intero organo di movimentazione ad azionamento manuale (25), e che la carcassa superiore ribaltabile (14b) della torretta (14) ospita internamente detto elemento elastico antagonista (24).
  12. 12. Attacco secondo la rivendicazione 10 o 11, caratterizzato dal fatto che la carcassa superiore ribaltabile (14b) à ̈ sagomata sostanzialmente a forma di L rovesciata, ed à ̈ adagiata sulla carcassa inferiore (14a) in modo tale che il segmento orizzontale superiore della carcassa superiore ribaltabile (14b) appoggi direttamente sulla sommità della carcassa inferiore (14a), e che il segmento verticale inferiore della carcassa superiore ribaltabile (14b) appoggi sul fianco della carcassa inferiore (14a), dalla parte opposta rispetto al puntale (10); l’elemento a chiavistello (23) sporgendo a sbalzo dall’estremità del segmento orizzontale superiore della carcassa superiore ribaltabile (14b); l’estremità inferiore del segmento verticale della carcassa superiore ribaltabile (14b) essendo invece incernierata sul fianco laterale della carcassa inferiore (14a).
  13. 13. Attacco secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di bloccaggio a sgancio programmato (39) sono collocati all’interno di una cavità (39a) appositamente realizzata nella carcassa inferiore (14a), a ridosso del fianco laterale della torretta (14) da dove sporge a sbalzo la punta (15) dell’elemento a chiavistello (23), e sono strutturati in modo tale da poter afferrare e trattenere un dente di aggancio (40) che si prolunga a sbalzo dalla carcassa superiore ribaltabile (14b) e penetra all’interno della carcassa inferiore (14a) fino a raggiungere detti mezzi di bloccaggio a sgancio programmato (39), fino a quando la forza di estrazione del dente non supera un valore di soglia prestabilito.
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