ITVR20130166A1 - Unita' abitativa modulare compatta - Google Patents

Unita' abitativa modulare compatta

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ITVR20130166A1
ITVR20130166A1 IT000166A ITVR20130166A ITVR20130166A1 IT VR20130166 A1 ITVR20130166 A1 IT VR20130166A1 IT 000166 A IT000166 A IT 000166A IT VR20130166 A ITVR20130166 A IT VR20130166A IT VR20130166 A1 ITVR20130166 A1 IT VR20130166A1
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IT
Italy
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housing unit
bed
modular housing
condition
box
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IT000166A
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English (en)
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Loris Ferrari
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Worm S A S Di Ferrari Loris & C
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Description

UNITÀ ABITATIVA MODULARE COMPATTA
DESCRIZIONE
La presente divulgazione si riferisce in generale al settore dell’alloggiamento e/o del ricovero di persone. In particolare, la presente divulgazione si riferisce ad una unità abitativa modulare di tipo compatto, che è adatta per dare alloggio o ricovero ad una persona (o eventualmente a più persone). Nello specifico, l’unità abitativa compatta è utile per fornire una stanza o abitacolo nel quale la persona possa soggiornare, dormire in sicurezza e/o essere protetta dagli agenti esterni ad esempio in casi di emergenza anche a seguito di un disastro naturale.
Nello stato della tecnica sono già note unità abitative modulari a capsula, che possono essere impiegate come stanza da letto in hotel o ambienti rurali, oppure come alloggio temporaneo in situazioni di emergenza. Tali unità abitative modulari hanno una forma compatta di piccole dimensioni e sono adatte sostanzialmente ad una sola persona in posizione sdraiata (o al massimo in posizione seduta) e contengono un letto, costituito generalmente da un semplice materasso o simile, nel quale una persona può dormire.
Esempi di tali unità abitative note sono descritti nella domanda di brevetto statunitense n. US 2010/01075511 A1 e nel brevetto statunitense n. US 6,981,347.
Un inconveniente delle unità abitative note è legato ad una certa mancanza di sicurezza intrinseca; questo aspetto è stato generalmente trascurato o sottovalutato, anche a causa anche del fatto che le unità abitative note sono solitamente destinate ad essere posizionate in luoghi chiusi o comunque in luoghi protetti. In particolare, tali unità abitative note non sono adatte a fornire una protezione efficace e sicura nel caso in cui l’unità abitativa si trovi in acqua, ad esempio a causa di una inondazione o per scivolamento in mare. Inoltre le unità abitative note non sono solitamente in grado di fornire una protezione efficace contro tentativi di intrusione o contro l’impatto con corpi estranei di massa rilevante.
Un altro inconveniente di tali unità abitative note è legato allo scarso comfort che offrono e alle difficoltà di utilizzazione. Infatti tali unità abitative si sviluppano sostanzialmente in orizzontale e con dimensioni poco più grandi del letto contenuto in esse; inoltre le porte o aperture di accesso per entrare nell’unità abitativa hanno piccole dimensioni. Di conseguenza, per un utilizzatore, l’ingresso nell’unità abitativa e l’uscita da essa sono operazioni difficili e scomode a causa della ristrettezza degli spazi e della necessità di passare da una condizione eretta ad una condizione distesa (o viceversa) contemporaneamente all’ingresso (o all’uscita) nell’unità abitativa. Infatti in tali unità abitative note l’utilizzatore deve sostanzialmente rannicchiarsi e strisciare all’interno dell’unità abitativa.
Anche la permanenza prolungata all’interno dell’unità abitativa è disagevole, poiché la sola posizione consentita dalle dimensioni dell’unità abitativa è una posizione distesa sul letto, o al limite una posizione seduta sul letto con gambe distese. Ciò provoca un disagio sia a livello fisico sia a livello psichico, nel caso di tempi di permanenza prolungati.
In alcuni casi, per cercare di superare questo inconveniente, le dimensioni dell’unità abitativa sono state aumentate di molto, però ottenendo così una unità abitativa ben più ingombrante e perdendo il vantaggio della compattezza.
La presente divulgazione parte quindi dal problema tecnico di fornire una unità abitativa modulare che consenta di superare almeno uno degli inconvenienti sopra citati con riferimento alla tecnica nota e/o di conseguire ulteriori vantaggi.
Ciò è ottenuto fornendo una unità abitativa modulare per alloggiare un utilizzatore secondo la rivendicazione indipendente 1. Forme di realizzazione particolari dell'oggetto della presente divulgazione sono definite nelle corrispondenti rivendicazioni dipendenti.
L’unità abitativa modulare secondo la presente divulgazione può trovare applicazione in situazioni ambientali esterne che sono molto differenti tra loro. Ad esempio, essa può essere utilizzata in ambito domestico, per aumentare la capienza di alberghi o case private, al posto di tende o bungalow in campeggi o bivacchi, come unità di riparo per personale operante in cantieri terrestri, come riparo di emergenza nel caso di catastrofi naturali, per utilizzi in campo militare come rifugio da campo, come riparo di emergenza su piattaforme marine, come unità di ricovero sanitario, come dotazione straordinaria per amministrazioni comunali a fronte di temporanee necessità come il ricovero di persone non residenti di passaggio.
Con il termine “modulare”, si intende che l’unità abitativa è un assieme o modulo che di per sé è autonomo e completo per assolvere il suo scopo di alloggiare un utilizzatore. L’unità abitativa è modulare anche nel senso che una pluralità di unità abitative possono essere disposte l’una accanto all’altra a formare un insieme abitativo. Inoltre, l’unità abitativa può essere modulare nel senso che è formata da pezzi componibili per formare unità abitative di dimensioni tra loro differenti.
L’unità abitativa modulare è di tipo compatto, cioè è di piccole dimensioni. Ad esempio l’unità abitativa, in configurazione singola, è dimensionata per offrire ricovero ad una sola persona ed ha una lunghezza ed una larghezza che sono poco più grandi delle dimensioni di un letto ad una piazza. L’unità abitativa modulare ha una altezza piccola, ma comunque ha dimensioni sufficienti per consentire ad un utilizzatore di rimanere sdraiato all’interno di essa e, in particolare, anche di rimanere seduto all’interno di essa. Ad esempio, l’unità abitativa modulare ha una forma tubolare allungata, avente una direzione longitudinale che è parallela alla direzione piedi-testa di un utilizzatore sdraiato in essa. La compattezza dell’unità abitativa è utile per gestire in modo ottimale il trasporto e il posizionamento dell’unità abitativa stessa.
Un primo aspetto alla base della soluzione proposta dalla presente divulgazione è di fornire una unità abitativa modulare che è configurata per galleggiare nel caso in cui l’unità abitativa modulare si ritrovi in acqua per qualche causa (ad esempio in caso di alluvione o di scivolamento da una piattaforma marina) oppure venga messa deliberatamente in acqua (ad esempio, in caso di utilizzo come unità di salvataggio a seguito di incidente in mare). In altre parole, l’unità abitativa può galleggiare come una barca e forma una cella di sopravvivenza per l’utilizzatore, offrendogli protezione in una condizione di pericolo legato all’ambiente acquatico circostante come nei casi sopra indicati.
A questo scopo l’unità abitativa modulare è a tenuta stagna almeno nella sua porzione di fondo che è destinata ad essere sotto il livello dell’acqua durante il galleggiamento. In altre parole, la porzione di fondo dell’unità abitativa si comporta in modo simile ad uno scafo, per evitare l’infiltrazione di acqua nella camera interna. Grazie a detto primo aspetto, l’unità abitativa secondo la presente divulgazione è utile per fornire una protezione efficace e sicura ad un utilizzatore nel caso in cui l’unità abitativa si trovi in acqua, permettendo all’utilizzatore di essere protetto dai pericoli circostanti mentre è in attesa di soccorso.
In particolare, l’unità abitativa comprende almeno un membro mobile che in condizioni normali forma una base di appoggio a terra e, quando l’unità abitativa galleggia in acqua, è posizionabile in una configurazione a pinna o a deriva per evitare il ribaltamento dell’unità abitativa.
L’unità abitativa modulare può inoltre comprendere membri o anelli gonfiabili che sono disposti esternamente alla struttura scatolare. Tali membri o anelli sono atti ad essere gonfiati con un gas (ad esempio aria o azoto, proveniente da apposita bombola) per aumentare la spinta di Archimede e quindi la capacità di galleggiamento in acqua dell’unità abitativa. In aggiunta o in alternativa, l’unità abitativa può comprendere elementi rigidi con una cavità interna, montati esternamente alla struttura scatolare e che hanno sostanzialmente la funzione di galleggianti.
Tali membri o anelli gonfiabili e/o tali elementi rigidi galleggianti sono utili per evitare l’affondamento dell’unità abitativa nel caso in cui essa imbarchi acqua per un qualsiasi motivo.
Un secondo aspetto alla base della soluzione proposta dalla presente divulgazione è di fornire una unità abitativa modulare comprendente una struttura scatolare (in particolare, una struttura tubolare), che racchiude una camera interna, ed un dispositivo di accomodamento (in pratica un letto o simile, che può essere costituito anche da una sorta di poltrona reclinabile o di lettino snodabile) che è disposto nella camera interna, cioè all’interno della struttura scatolare.
La struttura scatolare ha almeno una apertura di accesso alla camera interna ed il dispositivo di accomodamento (nel seguito, per brevità, indicato semplicemente come “letto”) è montato su guide che consentono un movimento di traslazione del letto rispetto alla struttura scatolare. Tale movimento di traslazione ha una escursione tale che il letto è mobile tra una prima posizione, in cui il letto è completamente dentro la camera interna, ed una seconda posizione, in cui il letto sporge o fuoriesce almeno parzialmente dalla camera interna attraverso l’apertura di accesso.
Quando il letto è nella prima posizione dentro la camera interna, l’utilizzatore può stare sul letto ed è completamente protetto dalla struttura scatolare che lo racchiude. Quando il letto è nella seconda posizione parzialmente sporgente, per l’utilizzatore è più facile mettersi sul letto, salire o scendere; infatti, almeno nella porzione sporgente fuori dalla camera interna, l’utilizzatore non è impacciato dalla ristrettezza dell’apertura di accesso e dalla struttura scatolare.
In altre parole, l’utilizzatore si siede o si stende sul letto in seconda posizione e poi, rimanendo seduto o disteso sul letto, l’utilizzatore fa scorrere il letto fino ad entrare completamente nella camera interna. L’utilizzatore può compiere tali azioni a ritroso per uscire dell’unità abitativa e scendere dal letto.
Grazie a detto secondo aspetto, l’unità abitativa secondo la presente divulgazione è utile per rendere più semplice l’ingresso/uscita dell’utilizzatore nella/dalla camera interna, evitando la necessità di rannicchiarsi e strisciare all’interno dell’unità abitativa, tale necessità essendo invece richiesta nelle unità abitative note precedentemente menzionate.
In una forma di realizzazione, la parte di letto che è più vicina alla apertura di accesso, e che quindi attraversa per prima l’apertura di accesso quando il letto viene spostato in fuori verso la seconda posizione, è la regione destinata ai piedi / stinchi dell’utilizzatore. In particolare, la parte di letto che sporge dall’apertura di accesso quando il letto è nella seconda posizione è la regione destinata alle gambe dell’utilizzatore. Pertanto, per entrare nell’unità abitativa l’utilizzatore si può sedere sulla parte sporgente quando il letto è nella seconda posizione, dando le spalle all’apertura di accesso; successivamente, rimanendo seduto o sdraiandosi sul letto, l’utilizzatore fa scorrere il letto fino a raggiungere la prima posizione all’interno dell’unità abitativa, ad esempio facendo forza su un apposito corrimano disposto nella camera interna.
Per uscire dall’unità abitativa, l’utilizzatore compie i movimenti contrari e quindi si porta fuori dalla camera interna rimanendo ad esempio in posizione seduta sul letto. La posizione seduta può essere resa particolarmente comoda prevedendo la possibilità di abbassare (e/o di chiudere a libro) la regione di letto destinata agli stinchi dell’utilizzatore.
È quindi evidente come l’unità abitativa secondo la presente divulgazione sia agevole per l’utilizzatore: invece che obbligare l’utilizzatore a strisciare rispetto al letto per entrare o uscire nella/dalla camera interna (come avviene nelle unità abitative di tecnica nota), è il letto con sopra l’utilizzatore a spostarsi rispetto alla camera interna.
In particolare, la direzione di scorrimento del letto è parallela all’asse longitudinale del letto, cioè alla direzione testa-piedi dell’utilizzatore. Oltre che per i motivi già esposti sopra con riferimento all’agevole utilizzo, ciò è vantaggioso anche per permettere all’utilizzatore di disporre il letto in una posizione in cui una parte del corpo dell’utilizzatore (ad esempio i piedi e/o le gambe) rimane fuori dalla camera interna, ad esempio per avere maggiore comfort o per ricevere una assistenza medica.
In una forma di realizzazione, l’unità abitativa ha una seconda apertura di accesso che è su un lato opposto della camera interna rispetto alla (prima) apertura di accesso sopra menzionata. Il letto è mobile anche verso una terza posizione in cui il letto sporge o fuoriesce almeno parzialmente dalla camera interna attraverso la seconda apertura di accesso. Pertanto, il letto può essere fatto fuoriuscire da una parte o dalla parte opposta, secondo necessità. In particolare, con una direzione di scorrimento del letto che è parallela all’asse longitudinale del letto, l’utilizzatore può decidere di rimanere fuori dalla camera interna con la parte inferiore del corpo (cioè con i piedi e/o le gambe), lasciando il letto parzialmente sporgente dalla prima apertura di accesso, oppure con la parte superiore del corpo (cioè con la testa e/o il busto), lasciando il letto parzialmente sporgente dalla seconda apertura di accesso. L’utilizzatore può disporsi in una pluralità di posizioni, più o meno sporgenti dalla camera interna, a seconda della necessità e dell’attività da svolgere (sonno, relax, lettura, prendisole, cure mediche, …)
In una forma di realizzazione, il letto ha una intelaiatura che è snodata e quindi ha almeno un primo tratto che è angolarmente spostabile rispetto ad un secondo tratto. Ad esempio, il letto comprende uno schienale sollevabile, per consentire all’utilizzatore di stare seduto e di avere un supporto per la schiena.
Ad esempio, il letto comprende un tratto di supporto degli stinchi, o poggiapiedi, che è abbassabile rispetto al tratto di supporto delle cosce/bacino. Ciò consente all’utilizzatore di stare seduto con le ginocchia piegate e i piedi più bassi del bacino, quindi in una posizione comoda.
La caratteristica di avere un letto con intelaiatura snodata è utile per permettere all’utilizzatore di mettersi in una pluralità di posizioni comode, a seconda delle sue esigenze del momento, riducendo al minimo il disagio che deriva dal rimanere a lungo in uno spazio limitato.
Una unità abitativa modulare secondo la presente divulgazione può includere solo il primo aspetto (cioè la capacità di galleggiare), solo il secondo aspetto (cioè il dispositivo di accomodamento che è mobile ed estraibile) o entrambi gli aspetti. Ulteriori vantaggi, caratteristiche e le modalità d'impiego dell'oggetto della presente divulgazione risulteranno evidenti dalla seguente descrizione dettagliata di una sua forma di realizzazione, presentata a scopo esemplificativo e non limitativo.
È comunque evidente come ciascuna forma di realizzazione dell'oggetto della presente divulgazione possa presentare uno o più dei vantaggi sopra elencati; in ogni caso non è richiesto che ciascuna forma di realizzazione presenti simultaneamente tutti i vantaggi elencati.
Verrà fatto riferimento alle figure dei disegni allegati, in cui:
- la Figura 1 rappresenta una vista prospettica di una unità abitativa modulare secondo la presente divulgazione, in una prima condizione;
- la Figura 2 rappresenta una vista frontale dell’unità abitativa di Figura 1;
- la Figura 3 rappresenta una vista laterale dell’unità abitativa di Figura 1;
- la Figura 4 rappresenta una vista dall’alto dell’unità abitativa di Figura 1;
- la Figura 5 rappresenta una vista frontale dell’interno dell’unità abitativa di Figura 1, dalla quale sono state rimosse alcune parti;
- la Figura 6 rappresenta una vista dall’alto dell’interno dell’unità abitativa di Figura 1, dalla quale sono state rimosse alcune parti;
- le Figure 7 e 8 rappresentano rispettivamente una vista prospettica ed una vista laterale dell’unità abitativa di Figura 1 in una posizione di utilizzo da parte di un utilizzatore;
- le Figure 9, 10 e 11 rappresentano viste prospettiche dell’unità abitativa di Figura 1 in altre posizioni di utilizzo da parte di un utilizzatore;
- le Figure da 12 a 18 rappresentano viste laterali dell’interno dell’unità abitativa di Figura 1, dalla quale sono state rimosse alcune parti, in una pluralità di posizioni di utilizzo da parte di un utilizzatore;
- la Figura 19 rappresenta una vista frontale dell’unità abitativa di Figura 1, a parti staccate;
- le Figure 20 e 21 rappresentano rispettivamente una vista frontale ed una vista laterale dell’unità abitativa di Figura 1, in una seconda condizione;
- la Figura 22 rappresenta una vista frontale di una seconda forma di realizzazione di una unità abitativa modulare secondo la presente divulgazione, in una prima condizione;
- le Figure 23 e 24 rappresentano rispettivamente una vista frontale ed una vista laterale dell’unità abitativa di Figura 22, in una seconda condizione;
- le Figure 25 e 26 rappresentano, in viste frontali, due condizioni intermedie della unità abitativa di Figura 22 nel passaggio verso la seconda condizione;
- la Figura 27 rappresenta una vista in prospettiva parzialmente in sezione di una terza forma di realizzazione di una unità abitativa modulare secondo la presente divulgazione, in una prima condizione;
- la Figura 28 rappresenta una vista in prospettiva dell’unità abitativa di Figura 27, in una seconda condizione;
- le Figure 29 e 30 rappresentano viste frontali di una quarta forma di realizzazione di una unità abitativa modulare secondo la presente divulgazione, rispettivamente in una prima condizione ed in una seconda condizione;
- le Figure 31 e 32 rappresentano viste prospettiche di una quinta forma di realizzazione di una unità abitativa modulare secondo la presente divulgazione, rispettivamente in una prima condizione ed in una seconda condizione;
- le Figure 33 e 34 rappresentano viste frontali di una sesta forma di realizzazione di una unità abitativa modulare secondo la presente divulgazione, rispettivamente in una prima condizione ed in una seconda condizione;
- le Figure da 35 a 37 rappresentano rispettivi esempi di impiego di unità abitative modulari secondo la presente divulgazione.
Con riferimento alle figure allegate, una unità abitativa modulare secondo la presente divulgazione è genericamente indicata con il numero di riferimento 1.
L’unità abitativa 1 è utile per dare alloggio, ospitalità e/o ricovero ad un utilizzatore 8, in particolare per soggiornare, trascorrere del tempo e/o dormire in un ambiente chiuso e protetto dagli agenti esterni. In altre parole, essa è un alloggio di tipo “compatto” che può trovare applicazione sia in condizioni normali sia in condizioni di emergenza.
L’unità abitativa 1 comprende una struttura scatolare 2 o guscio, che racchiude una camera interna 20 atta ad ospitare l’utilizzatore 8. In sostanza, la camera interna 20 è uno spazio o volume che è delimitato dalle pareti della struttura scatolare 2 e rappresenta il citato ambiente chiuso e protetto dagli agenti esterni.
La struttura scatolare 2 ha una forma sostanzialmente tubolare allungata lungo un asse longitudinale 200; essa presenta una parete laterale longitudinale 23, una prima parete trasversale 21, una seconda parete trasversale 22 opposta alla prima parete trasversale 21. Nella forma di realizzazione illustrata, la struttura scatolare 2 ha una forma cilindrica e presenta una parete laterale cilindrica 23, una prima faccia circolare 21, una seconda faccia circolare 22 opposta alla prima faccia 21. In alternativa, la struttura scatolare 2 può avere una sezione ellittica, quadrata, rettangolare, poligonale.
La struttura scatolare 2, che ha anche una funzione portante, è realizzata ad esempio in lamiera metallica (per esempio in acciaio inox o alluminio) o in resina. La struttura scatolare 2 può comprendere anche una intelaiatura o intralicciatura che forma uno scheletro resistente sul quale sono montati gli elementi che formano le pareti, come in una fusoliera.
La parete laterale 23 della struttura scatolare 2 può essere in unico pezzo, oppure può essere formata da più pezzi montati tra loro. Ad esempio, come mostrato in Figura 19, la struttura scatolare 2 comprende una struttura centrale 205 provvista di tetto 206 e di base 207, sulla quale sono montate una parete destra 208 ed una parete sinistra 209. La parete destra 208 e la parete sinistra 209 sono smontabili, per permettere a più strutture centrali 205 di essere unite tra loro in modo modulare per ottenere una unità abitativa 1 più grande.
La struttura scatolare 2 può inoltre comprendere un rivestimento esterno e/o un rivestimento interno, ad esempio per aumentarne la resistenza meccanica, l’attenuazione acustica e/o la resistenza termica. In una forma di realizzazione, la struttura scatolare 2 ha uno strato esterno ed uno strato interno, tra i quali si trova una intercapedine riempita con un materiale isolante come lana minerale.
La struttura scatolare 2 può essere progettata per resistere ad intrusioni, effrazioni e al fuoco.
La struttura scatolare 2 ha almeno una apertura di accesso 26 alla camera interna 20. L’utilizzatore 8 può entrare ed uscire nella/dalla camera interna 20 attraverso l’apertura di accesso 26, che in particolare è realizzata nella prima faccia 21. L’apertura di accesso 26 è provvista di una porta 28 che permette di chiudere l’apertura di accesso 26 stessa. Ad esempio, la porta 28 può essere apribile/chiudibile a libro, a soffietto o a serranda scorrevole; essa può aprirsi verso l’esterno, verso l’interno o da entrambe le parti.
L’unità abitativa 1 comprende inoltre un letto 3, che è disposto nella camera interna 20. Il letto 3 è, in generale, un dispositivo di accomodamento sul quale l’utilizzatore 8 può accomodarsi o stendersi per dormire, riposare, leggere, rilassarsi, stare comodo, o altre attività. Il termine “letto” è quindi da intendersi con un significato ampio, non come un dispositivo finalizzato solo a dormire. Anche l’espressione “letto o simile” va quindi riferita a tale significato ampio, nel senso di un “dispositivo di accomodamento”. In pratica, come mostrato nelle Figure da 12 a 18, il letto 3 è una sorta di poltrona reclinabile o di lettino snodabile.
In particolare, il letto 3 comprende una intelaiatura 35, ad esempio una cornice provvista di rete o di doghe, che supporta un materasso 30 o simile; in alternativa, il letto 3 può comprendere un materasso avente una intelaiatura al suo interno, oppure un materasso sufficientemente resistente e che non richiede una struttura di supporto a rete o a doghe.
L’unità abitativa 1 comprende inoltre guide 4 o binari o simili mezzi di guida, che sono disposte anch’esse nella camera interna 20. Le guide 4 sono collegate alla struttura scatolare 2, così da definire un percorso di guida; in particolare, le guide 4 sono fissate alla struttura scatolare 2. Il letto 3 è montato scorrevolmente su tali guide 4 ed è atto a compiere un movimento di traslazione rispetto alla struttura scatolare 2 lungo le guide 4, che quindi guidano il movimento del letto 3.
In particolare, le guide 4 sono orientate parallelamente all’asse longitudinale 200 della struttura scatolare 2 e sono rivolte verso l’apertura di accesso 26.
Il letto 3 è mobile, lungo dette guide 4, tra una prima posizione in cui il letto 3 è completamente dentro la camera interna 20 ed una seconda posizione in cui il letto 3 fuoriesce almeno parzialmente dalla camera interna 20 attraverso l’apertura di accesso 26.
In particolare, il letto 3 ha una forma allungata lungo un asse longitudinale 300 che corrisponde ad una direzione testa-piedi dell’utilizzatore 8 disteso sul letto 3 in condizioni di normale utilizzo. Il movimento di traslazione del letto 3 lungo le guide 4 avviene lungo un asse di traslazione (nello specifico, parallelo all’asse longitudinale 200 della struttura scatolare 2) che è parallelo all’asse longitudinale 300 del letto 3: il letto 3 fuoriesce dall’apertura di accesso 26 con un suo lato corto (cioè con un lato perpendicolare all’asse longitudinale 300 del letto 3) e con parte dei suoi due lati lunghi (cioè dei lati paralleli all’asse longitudinale 300).
Nello specifico, il letto 3 ha una regione 31 destinata a sostenere il busto dell’utilizzatore 8, una regione 32 destinata a sostenere le cosce / anche dell’utilizzatore 8, una regione 33 destinata a sostenere le gambe / stinchi dell’utilizzatore 8.
Il letto 3 è orientato in modo tale che la regione di stinchi 33 sia più vicina alla apertura di accesso 26 rispetto alla regione di busto 31, quando il letto 3 è nella prima posizione dentro la camera interna 20. In altre parole, la regione di stinchi 33 è vicina alla prima faccia 21 e la regione di busto 31 è vicina alla seconda faccia 22. Quando il letto 3 viene spostato nella seconda posizione, la regione di stinchi 33 fuoriesce dall’apertura di accesso 26 e sporge dalla camera interna 20.
In particolare, quando il letto 3 è nella seconda posizione anche la regione di cosce 32 è fuori dalla camera interna 20, mentre la regione di busto 31 rimane, del tutto o in parte (anche a seconda dell’eventuale condizione sollevata di un tratto di schienale 36 del letto 3), nella camera interna 20.
L’unità abitativa 1 è installata orizzontalmente, cioè l’asse longitudinale 200 della struttura scatolare 2 ed il letto 3 sono sostanzialmente orizzontali.
L’unità abitativa 1 comprende una base di appoggio 5 che è montata sotto la struttura scatolare 2 e permette all’unità abitativa 1 di appoggiare in modo stabile su un suolo 90, terreno, piazzale o simile piano di installazione, durante una condizione di normale utilizzo come alloggio per l’utilizzatore 8. La base di appoggio 5 evita che l’unità abitativa 1 si rovesci.
In particolare, la base di appoggio 5 comprende due piedi di appoggio 50a, 50b che sono disposti simmetricamente e si estendono da parti opposte rispetto ad un piano verticale di mezzeria. Ciascun piede di appoggio 50a, 50b si estende longitudinalmente per una lunghezza circa pari alla lunghezza della parete longitudinale laterale 23 e si estende lateralmente per un tratto sufficiente a mantenere stabile l’unità abitativa 1. Ad esempio tale tratto è pari al raggio della struttura scatolare cilindrica 2. I piedi di appoggio 50a, 50b formano quindi una base di appoggio 5 avente una grande superficie di contatto con il suolo 90 o con il piano di installazione, a vantaggio della stabilità. Inoltre ciascun piede di appoggio 50a, 50b ha una superficie superiore 51 avente una forma concava che è complementare ad una porzione di parete longitudinale laterale 23 (in particolare, la base o fondo 207 della struttura scatolare 2) con la quale è a contatto. In altre parole, i piedi di appoggio 50a, 50b definiscono, con le loro superfici superiori 51, una sede nella quale il fondo della struttura scatolare 2 è alloggiato in modo stabile.
L’unità abitativa 1 è configurata per consentire ad un utilizzatore 8 di giacere nel letto 3 anche quando il letto 3 è nella prima posizione, cioè dentro la camera interna 20. La struttura scatolare 2 ha quindi lunghezza L2 e diametro D2 che sono sufficienti per questo scopo, almeno con l’utilizzatore 8 in posizione sdraiata. Nell’esempio illustrato, l’unità abitativa 1 è per una unità individuale per una sola persona.
Ad esempio, la struttura scatolare 2 ha una lunghezza L2 compresa tra 1,5 e 3,5 metri ed un diametro D2 compreso tra 1 e 3,5 metri. Il letto 3 ha una larghezza P3 compresa tra 50 cm e 1 metro ed una lunghezza L3 compresa tra 1 e 3 metri. La lunghezza L3 e la larghezza P3 del letto 3 sono inferiori, rispettivamente, alla lunghezza L2 e al diametro D2 della struttura scatolare 2, così che il letto 3 possa essere completamente accolto nella camera interna 20.
Quando il letto 3 è nella prima posizione, l’utilizzatore 8 può soggiornare o dormire nella camera interna 20 ed è racchiuso e protetto dalla struttura scatolare 2.
Nella forma di realizzazione illustrata, l’unità abitativa 1 è configurata con dimensioni tali da permettere all’utilizzatore 8 di stare seduto sul letto 3 anche quando il letto 3 è nella prima posizione.
La mobilità del letto 3 tra la prima posizione e la seconda posizione, e viceversa, consente all’utilizzatore 8 di uscire/entrare dalla/nella camera interna 20 rimanendo giacente nel letto 3. Per entrare nella camera interna 20, l’utilizzatore 8 fa scorrere il letto 3 fino alla seconda posizione nella quale il letto 3 sporge dalla apertura di accesso 26 e fuoriesce della camera interna 20. Essendo almeno in parte fuori dell’ambiente ristretto della camera interna 20, per l’utilizzatore 8 è più facile sedersi o sdraiarsi nel letto 3 quando quest’ultimo è nella seconda posizione. In particolare, nella seconda posizione il letto 3 fuoriesce con tutta la regione di cosce 32 e di stinchi 33, quindi l’utilizzatore 8 si può comodamente sedere su di esso.
Dopo essersi messo sul letto 3, l’utilizzatore 8 fa scorrere il letto 3 fino alla prima posizione dentro la camera interna 20. Durante questo movimento l’utilizzatore 8 entra nella camera interna 20 insieme al letto 3, senza necessità che l’utilizzatore 8 strisci attraverso l’apertura di accesso 26. Per uscire dalla camera interna 20, l’utilizzatore 8 compie i movimenti contrari: rimanendo sul letto 3, l’utilizzatore 8 fa scorrere il letto 3 fino alla seconda posizione e poi scende dal letto 3. Ovviamente, se lo desidera, l’utilizzatore può entrare ed uscire dalla camera interna 20 senza far muovere il letto 3, sebbene ciò risulti in genere più scomodo.
Per facilitare la movimentazione del letto 3 da parte dell’utilizzatore 8, l’unità abitativa 1 può comprendere anche almeno un corrimano 49 disposto nella camera interna 20. Il corrimano 49 è sostanzialmente parallelo alle guide 4 ed è afferrabile con le mani dall’utilizzatore 8 che giace sul letto 3: facendo forza con le braccia sul corrimano 49 (che è fisso rispetto alla struttura scatolare 2), l’utilizzatore 8 riesce a fare scorrere il letto 3 (sul quale si trova) rispetto alla struttura scatolare 2, così ottenendo il movimento di traslazione per l’entrata/uscita. In particolare, sono previsti due corrimani 49 disposti parallelamente al letto 3 da parti opposte di esso, ciascun corrimano 49 essendo afferrabile da una rispettiva mano dell’utilizzatore 8. Eventualmente, la movimentazione del letto 3 può essere motorizzata ed attuata con sistemi elettromeccanici.
Nella forma di realizzazione illustrata, l’unità abitativa 1 ha, oltre alla prima apertura di accesso 26 realizzata nella prima faccia 21, anche una seconda apertura di accesso 27 realizzata nella seconda faccia 22, cioè dalla parte opposta della camera interna 20. Anche la seconda apertura di accesso 27 è provvista di una rispettiva porta 29 che permette di chiudere l’apertura di accesso 27 stessa. Le guide 4 sono rivolte anche verso la seconda apertura di accesso 27: grazie alla possibilità di scorrere lungo le guide 4, il letto 3 è mobile anche tra la prima posizione ed una terza posizione in cui il letto 3 fuoriesce almeno parzialmente dalla camera interna 20 attraverso la seconda apertura di accesso 27.
Pertanto, il letto 3 può fuoriuscire sia da un primo lato della camera interna 20 (seconda posizione), sia da un secondo lato opposto al primo lato (terza posizione). La prima posizione, nella quale il letto 3 è interamente situato dentro la camera interna 20, si trova interposta tra la seconda posizione e la terza posizione, nelle quali il letto 3 sporge da una parte o dalla parte opposta.
Nella terza posizione, il letto 3 fuoriesce dalla seconda apertura di accesso 27 con la regione di busto 31, cioè la regione di busto 31 sporge almeno in parte fuori dalla camera interna 20.
In pratica, la prima apertura di accesso 26 (o apertura anteriore) è un accesso principale attraverso il quale l’utilizzatore 8 entra/esce nella camera interna 8; la seconda apertura di accesso 27 (o apertura posteriore) è una apertura secondaria con una funzione di comfort o di uscita di emergenza se la prima apertura di accesso 26 fosse ostruita o bloccata.
In particolare, per facilitare il movimento del letto 3 e per consentirgli di fuoriuscire per un tratto rilevante, il letto 3 è montato sulle guide o binari 4 tramite un sistema di guida che, nella forma di realizzazione illustrata, comprende una prima slitta 41 ed una seconda slitta 42, che formano sostanzialmente un sistema telescopico. La prima slitta 41, che è una slitta inferiore, è montata scorrevolmente sulle guide 4 e può scorrere lungo queste ultime. La seconda slitta 42, o slitta superiore, è montata scorrevolmente sulla prima slitta 41. Ad esempio, la prima slitta 41 comprende a sua volta proprie guide che vengono impegnate dalla seconda slitta 42. La seconda slitta 42 supporta il letto 3, cioè supporta l’intelaiatura 35 che a sua volta supporta il materasso 30 o simile; in alternativa, la seconda slitta 42 può essere coincidente con l’intelaiatura 35 e quindi essere parte del letto 3.
In una variante di realizzazione il sistema di guida può essere posizionato differentemente, ad esempio le guide 4 possono essere fissate lateralmente al letto 3 per non dare ingombro all’utilizzatore 8 quando quest’ultimo è in posizione seduta. Il movimento di traslazione del letto 3 rispetto alla camera interna 20 è una combinazione della traslazione della prima slitta 41 rispetto alle guide 4 e della traslazione della seconda slitta 42 rispetto alla prima slitta 41. Il letto 3 e la prima slitta 41 sono mobili indipendentemente l’uno dall’altro, permettendo una molteplicità di posizioni.
Sono previsti bloccaggi rimovibili di tipo rapido, per bloccare le slitte 41, 42 e il letto 3 in una posizione scelta dall’utilizzatore e per consentire un rapido sbloccaggio quando è richiesto lo spostamento in un’altra posizione.
Sono previsti dei blocchi di finecorsa per evitare che il letto 3 venga accidentalmente estratto completamente dalla camera interna 20 e/o che si disconnetta dalle guide 4. La seconda slitta 42 è vincolata alla prima slitta 41 tramite un sistema di connessione facilmente sganciabile, per consentire la rimozione totale del letto 3 quando necessario, ad esempio per utilizzare il letto 3 come barella trasportabile o per facilitare la pulizia della camera interna 20.
In pratica, in condizioni normali il letto 3 può fuoriuscire dalla prima apertura di accesso 26 solo per il tratto compreso tra i glutei e i piedi; per fare fuoriuscire anche il tratto di schiena e rimuovere completamente il letto 3, è necessario sganciare il sistema di connessione.
Le slitte 41, 42 scorrono su guide lineari di una tipologia a scelta, ad esempio a sfere, a ricircolo di sfere, a rulli, a rullini, telescopiche, a cuscinetti, a strisciamento. Le guide e/o le slitte possono essere in metallo, in acciaio, in leghe di alluminio, in materiali plastici, in materiali legnosi.
L’escursione del movimento del letto 3 può essere differenziata nelle due direzioni limitando opportunamente i movimenti delle slitte 41, 42. Ad esempio, partendo dalla prima posizione del letto 3, la seconda slitta 42 può scorrere solo verso la prima apertura di accesso 26, non verso la seconda apertura di accesso 27; la fuoriuscita del letto 3 dalla seconda apertura di accesso 27 è ottenuta solo dallo scorrimento della prima slitta 41 lungo le guide 4, mentre la fuoriuscita del letto 3 dalla prima apertura di accesso 26 è ottenuta dallo scorrimento di entrambe le slitte 41, 42, pertanto il letto 3 può fuoriuscire dalla seconda apertura 27 per un tratto minore rispetto alla fuoriuscita dalla prima apertura 26.
In alternativa, se necessario è possibile regolare i movimenti delle slitte 4142 in modo che il letto 3 possa fuoriuscire dalle due aperture 26, 27 per un tratto di pari lunghezza, eliminando quindi detta differenziazione.
Inoltre, il sistema di guida del letto 3 che ne permette la traslazione può essere realizzato in modo differente dal sistema a slitte 41, 42 sopra descritto.
Per aumentare il comfort dell’utilizzatore, l’intelaiatura 35 del letto 3 è snodata, cioè comprende almeno un primo tratto che è angolarmente spostabile rispetto ad un secondo tratto. Ciò permette all’utilizzatore 8 di assumere sia una posizione distesa, sia una posizione seduta comoda.
In particolare, l’intelaiatura 35 comprende un tratto di schienale 36, un tratto di cosce 37 ed un tratto di stinchi 38. Il tratto di cosce 37 è interposto tra il tratto di schienale 36 ed il tratto di stinchi 38. Ciascun tratto di intelaiatura 35 supporta una corrispondente regione di materasso o simile destinata a sostenere una parte del corpo dell’utilizzatore 8. Il tratto di schienale 36 fa parte della regione 31 per il busto dell’utilizzatore 8; il tratto di cosce 37 fa parte della regione 32 per le cosce / anche dell’utilizzatore 8; il tratto di stinchi 38 fa parte della regione 33 per gli stinchi / piedi dell’utilizzatore 8.
Il tratto di schienale 36 è incernierato o snodato rispetto al tratto di cosce 37 ed è angolarmente spostabile tra una condizione allineata con il tratto di cosce 37 ed una condizione sollevata. Nella condizione allineata, l’utilizzatore 8 ha un supporto orizzontale sul quale stendersi, mentre nella condizione sollevata il tratto di schienale 36 è atto a supportare la schiena dell’utilizzatore 8 seduto sul letto 3. Il tratto di stinchi 38 è incernierato o snodato rispetto al tratto di cosce 37 ed è angolarmente spostabile tra una condizione allineata con il tratto di cosce 37 ed una condizione abbassata. Nella condizione allineata l’utilizzatore 8 ha un supporto orizzontale anche per gli stinchi e i piedi, mentre nella condizione abbassata il tratto di stinchi 38 è più basso del tratto di cosce 37 e dunque permette all’utilizzatore 8 sul letto 3 di piegare le ginocchia ed abbassare gli stinchi ed i piedi, in particolare per assumere una posizione seduta più comoda e più salutare, con le ginocchia piegate ed i piedi ad un livello più basso dei glutei.
Ciò è ulteriormente vantaggioso perché, partendo da una simile posizione seduta con i piedi già in piano, per l’utilizzatore 8 è più agevole uscire rapidamente dall’unità abitativa 1 (ad esempio in caso di emergenza) anche senza movimentare il letto 3.
Inoltre, quando il tratto di stinchi 38 è abbassato, la porta 28 può essere aperta verso l’interno della camera interna 20. La possibilità di apertura verso l’interno è importante per permettere all’utilizzatore di aprire la porta 28 ed uscire dall’unità abitativa 1 (ad esempio in caso di emergenza) anche se qualche ostacolo impedisse l’apertura della porta 28 verso l’esterno.
Il tratto di schienale 36 e il tratto di stinchi 38 sono angolarmente spostabili indipendentemente l’uno dall’altro. Sono previsti bloccaggi rimovibili di tipo rapido, per bloccare i tratti 36, 37, 38 di intelaiatura 35 in reciproche posizioni angolari a scelta dell’utilizzatore e per rilasciare il bloccaggio quando è richiesto lo spostamento in un’altra posizione angolare.
Il tratto di stinchi 38 può comprendere a sua volta due sotto-tratti 381, 382, che sono tra loro incernierati. Anche i due sotto-tratti 381, 382 sono provvisti di bloccaggi rimovibili di tipo rapido.
I due sotto-tratti 381, 382 sono configurati per chiudersi a libro, cioè con una rotazione di 180° l’uno rispetto all’altro, quando il tratto di stinchi 38 è in condizione abbassata. Ciò è utile per ridurre l’ingombro del tratto di stinchi 38 quando non è utilizzato e per permettere di abbassare completamente il tratto di stinchi 38 senza interferenza con il pavimento della camera interna 20.
La camera interna 20, in particolare il suo pavimento, ha inoltre un alloggiamento o incavo 24 che è ribassato rispetto al piano del letto 3 ed è nella regione fronteggiante la prima apertura di accesso 26. Quando il letto 3 è nella prima posizione, l’incavo 24 si trova sotto il tratto di stinchi 38 ed è atto ad accogliere il tratto di stinchi 38 in condizione abbassata e chiusa a libro, oltre che le gambe piegate dell’utilizzatore 8, in particolare gli stinchi ed i piedi dell’utilizzatore 8. Ciò consente all’utilizzatore 8 di sedersi sul letto 3 in una posizione molto comoda ed inoltre agevola una uscita rapida dell’utilizzatore dall’unità abitativa 1 e permette l’apertura della porta 28 verso l’interno. Inoltre, quando il tratto di stinchi 38 è chiuso a libro, l’utilizzatore 8 può sedersi sul letto 3 in seconda posizione e far scorrere il letto 3 in prima posizione rimanendo seduto, senza interferenze con il pavimento della camera interna 20.
Le Figure da 7 a 18 illustrano una pluralità di differenti posizioni o configurazioni del letto 3, ciascuna corrispondente ad una modalità di utilizzo. In particolare, le Figure da 12 a 18 illustrano in modo semplificato e schematico le seguenti condizioni dell’utilizzatore 8, rispettivamente: disteso interno, reclinato interno, seduto reclinato interno, reclinato esterno lato gambe, reclinato esterno lato testa, seduto esterno lato gambe, seduto interno con porta aperta verso l’interno.
In pratica, il letto 3 nella camera interna 20 permette all’utilizzatore 8 di riposare, dormire, rimanere in posizione distesa o seduta o reclinata a varie angolazioni. La posizione seduta è resa possibile anche dal sistema di chiusura a libro del tratto di stinchi 38; grazie alla presenza dell’incavo 24 e della sufficiente altezza della camera interna 20, la posizione seduta può essere assunta anche restando comodamente all'interno dell'unità abitativa 1.
Il letto 3 è montato su una struttura scorrevole, come sopra descritta, che permette la fuoriuscita del letto 3 sia anteriormente (cioè attraverso la prima apertura di accesso 26) che posteriormente (cioè attraverso la seconda apertura di accesso 27). Tale movimento del letto 3 può essere attuato manualmente o con sistemi elettromeccanici. Anche la movimentazione del letto 3 è attuabile rimanendo all'interno dell'unità abitativa 1, non richiede manovre dall’esterno e permette un facile accesso ed un facile abbandono dell'unità abitativa 1. Il letto 3 può essere disposto in posizione fuoriuscente anche per solo svago o per essere controllati, accuditi, curati etc., ad esempio in una situazione di campo base medico. Quando il letto 3 è stato completamente estratto verso l’esterno, esso può essere sganciato ed utilizzato come sistema di trasporto di emergenza, cioè come barella.
La struttura scatolare 2 è provvista di finestre vetrate 210, eventualmente apribili. Anche le porte 28, 29 possono essere provviste di finestre vetrate. La struttura scatolare 2 è provista anche di una botola 220, eventualmente vetrata, che è posizionata alla sommità della struttura scatolare 2 e permette all’utilizzatore 8 di uscire dalla camera interna 20 attraverso di essa in caso di emergenza.
L’unità abitativa 1 può inoltre avere tettoie 230 che sporgono dalle facce 21, 22 al di sopra della rispettiva apertura di accesso 26, 27. Le tettoie 230 in particolare hanno una forma curva che si raccorda con la parete cilindrica 23 e sporgono per un tratto che diminuisce scendendo verso il basso. Le tettoie 230 sono utili per proteggere l’utilizzatore 8 da sole, eventi atmosferici, o cadute di materiali durante l’ingresso/uscita nella/dalla camera interna 20.
L’unità abitativa 1 può essere realizzata con materiali e colori atti a garantire adeguati livelli di comfort, qualità, resistenza all’uso e all’ambiente di utilizzo. L’unità abitativa 1 può essere provvista di: illuminazione interna e/o esterna, sistema di condizionamento dell’aria, sistema di ricircolo filtrato di aria, sistema di allarme, sistema di emergenza, sistema audiovisivo, sistema di telecomunicazione, sistema di autoalimentazione elettrica come ad esempio pannelli fotovoltaici o turbina eolica. In particolare, l’unità abitativa 1 è configurata per avere un livello di sicurezza antiintrusione pari a quello di una stanza da letto in muratura.
Ad esempio, l’unità abitativa 1 può trovare applicazione in una abitazione come ulteriore letto di emergenza, in un campeggio per offrire un posto letto comodo e sicuro, in un cantiere terrestre al posto di una camera di albergo, in una piattaforma marina per dormire in sicurezza, come riparo di emergenza allestito dalla protezione civile in caso di catastrofe naturale o ambientale, in un campo militare, in un ospedale da campo per offrire un ambiente di ricovero sanitario.
La Figura 35 illustra una piattaforma marina galleggiante 91 sulla quale sono installate una pluralità di unità abitative 1. Ad esempio, ciò è utile per realizzare un’area di riposo per i lavoratori di una piattaforma petrolifera in mare aperto.
La Figura 36 illustra una pluralità di unità abitative 1 che sono disposte attorno ad una cupola 92; le unità abitative 1 comunicano con la cupola 92 attraverso passaggi che sono collegati ciascuno alla prima apertura di accesso 26 di una rispettiva unità abitativa 1. Ad esempio, ciò è utile per realizzare un’area protetta in cui le persone possono svolgere una attività comune, ciascuna persona avendo a disposizione inoltre una propria unità abitativa 1 per l’alloggiamento ed il riposo notturno.
Oltre ad una unità abitativa 1 unipersonale, è possibile realizzare anche unità abitative 1 che sono atte ad accogliere più persone. Le Figure da 29 a 32 rappresentano ad esempio una unità abitativa 1 composta sostanzialmente da due moduli (in particolare, due strutture centrali 205) che sono tra loro affiancati e resi comunicanti, oltre che completati con una parete destra 208 ed una parete sinistra 209. Tale unità abitativa 1 è adatta per due persone: sono infatti previsti due letti 3, ciascuno mobile attraverso una rispettiva apertura di accesso 26 secondo le modalità già descritte.
Le Figure 33 e 34 rappresentano una variante di una unità abitativa 1 per due persone, in cui un modulo scatolare di passaggio 205a è disposto tra due strutture centrali 205 per fornire un ulteriore vano per la permanenza delle persone. In altre parole, l’unità abitativa 1 ha un modulo centrale principale 205a, ad esempio provvisto di un tavolo e ripiani per posizionare oggetti, e due moduli laterali simmetrici 205 provvisti ciascuno di un rispettivo letto.
Sono ovviamente possibili altre combinazioni, con un numero maggiore di moduli 205a e/o strutture centrali 205 opportunamente disposti. In altre parole, una unità abitativa 1 di dimensioni e caratteristiche desiderate è componibile in modo modulare secondo necessità: avendo a disposizione un adeguato numero di parti illustrate in Figura 19, tali parti si possono montare tra loro per ottenere l’unità abitativa 1 con la configurazione e le caratteristiche desiderate. Maggiore è il numero di parti a disposizione, maggiore è il numero di configurazioni che possono essere ottenute, con un evidente vantaggio per la realizzazione dell’unità abitativa. L’unità abitativa 1 è inoltre configurata per galleggiare in acqua. Ciò è utile nel caso in cui l’unità abitativa 1 venga inondata o scivoli o cada in acqua, ad esempio in caso di alluvione o di scivolamento in mare da una piattaforma marina, oppure se l’unità abitativa 1 è stata installata sulla riva di un fiume, di un lago, di un mare.
La capacità di galleggiare è utile anche in caso di utilizzo come unità di salvataggio, ad esempio per passeggeri di una nave in caso di naufragio o per lavoratori di una piattaforma petrolifera marina in caso, ad esempio, di incendio. In questi casi i passeggeri o i lavoratori possono trovare rifugio nelle unità abitative 1, che vengono poi posizionate in mare e rimangono galleggianti, permettendo la sopravvivenza delle persone in attesa dei soccorsi. Ad esempio ciascuna unità abitativa 1 può essere provvista di un gancio di sommità 58 per consentire l’aggancio ad un cavo 590 calato da un elicottero 59 di salvataggio, come mostrato in Figura 37.
L’elicottero 59 può così sollevare e portare al sicuro le unità abitative 1.
In altre parole, l’unità abitativa modulare 1 in condizione galleggiante è una cella di sopravvivenza per l’utilizzatore 8 che si trova in una condizione di pericolo dovuto ad un ambiente acquatico circostante, in particolare il pericolo di annegamento, il pericolo di ipotermia, il pericolo di non essere visto dai soccorritori, il pericolo di essere attaccato da animali. L’unità abitativa modulare 1 è una cella di sopravvivenza nel senso che permette all’utilizzatore 8 di rimanere in un ambiente protetto in attesa dei soccorsi.
Per assicurare che l’unità abitativa 1 galleggi per un periodo lungo senza imbarcare acqua, almeno la regione di fondo 207 della struttura scatolare 2 è a tenuta stagna per evitare che acqua possa entrare nella camera interna 20. In altre parole, il fondo della struttura scatolare 2 forma uno scafo, cioè si comporta in modo simile ad uno scafo, essendo a tenuta stagna almeno fino ad una linea di galleggiamento a pieno carico dell’unità abitativa 1.
Anche le porte 28, 29 sono chiudibili ermeticamente a tenuta stagna per evitare infiltrazioni di acqua.
Per aiutare il galleggiamento, possono essere previsti anelli 61 disposti esternamente attorno alla parete laterale longitudinale 23 della struttura scatolare 2. Gli anelli 61 sono ad esempio fatti in materiale avente densità molto minore dell’acqua, oppure sono membri gonfiabili che vengono gonfiati con aria o altro gas quando è necessario aumentare la spinta di Archimede e quindi la capacità di galleggiamento in acqua dell’unità abitativa 1.
Per evitare che l’unità abitativa 1 si possa rovesciare in acqua, essa è realizzata in modo da avere un baricentro il più basso possibile. In particolare, l’unità abitativa 1 è configurata per avere un baricentro B in posizione tale che, quando l’unità abitativa 1 è galleggiante in acqua 97, il baricentro B è sotto la superficie 98 dell’acqua 97. Di conseguenza, l’unità abitativa 1 in acqua ha una condizione di equilibrio stabile in corrispondenza della posizione orizzontale centrata che essa ha sul suolo 90 durante la condizione di normale utilizzo come alloggio per l’utilizzatore 8.
Grazie alla posizione del baricentro B, l’unità abitativa 1 torna spontaneamente in tale posizione orizzontale centrata dopo essere stata portata fuori equilibrio da un’onda o dal vento. Il mantenimento ed il ritorno in tale posizione orizzontale centrata è favorito anche dalla forma cilindrica della struttura scatolare 2.
In particolare, per ottenere un baricentro B in tale posizione, la base di appoggio 5 al di sotto della struttura scatolare 2 ha una densità maggiore della densità dell’acqua. La posizione e la massa complessiva della base di appoggio 5 sono atte a determinare un baricentro B che, quando l’unità abitativa 1 è galleggiante in acqua 97, si trova sotto la superficie 98 dell’acqua.
In particolare, i piedi di appoggio 50a, 50b sono pesanti e ad esempio sono realizzati in metallo massiccio oppure sono corpi cavi riempiti di acqua.
Come mostrato nelle figure, i piedi di appoggio 50a, 50b sono membri mobili, che sono spostabili tra una prima condizione ed una seconda condizione.
Nella prima condizione (mostrata ad esempio nelle Figure da 1 a 11), ciascun membro mobile 50a, 50b forma la base di appoggio 5 e quindi agisce da piede di appoggio per l’unità abitativa 1. Questa è la condizione assunta quando l’unità abitativa 1 è sul suolo 90 durante la condizione di normale utilizzo come alloggio per l’utilizzatore 8.
Nella seconda condizione, ciascun membro mobile 50a, 50b si estende verso il basso partendo dal fondo della struttura scatolare 2 e forma una pinna o deriva 55 che si estende sotto la struttura scatolare 2. Questa è la condizione che ciascun membro mobile 50a, 50b assume quando l’unità abitativa 1 è galleggiante in acqua. La pinna 55 ha lo scopo di mantenere la posizione orizzontale centrata dell’unità abitativa 1, agendo come la pinna di una barca a vela, e dunque contrasta o previene un rovesciamento dell’unità abitativa 1 sotto l’azione delle onde o del vento.
Inoltre il movimento di membri mobili 50a, 50b verso la seconda condizione sposta il baricentro B verso il basso, contribuendo a raggiungere detta posizione in cui il baricentro B è sotto la superficie 98 dell’acqua 97.
Nelle forme di realizzazione illustrate nelle Figure da 1 a 28, i due membri mobili / piedi di appoggio 50a, 50b sono disposti simmetricamente e nella seconda condizione sono a contatto tra loro, formando un’unica pinna 55. Possono essere previsti sistemi di aggancio tra i due membri mobili 50a, 50b nella seconda condizione, per garantire che la pinna 55 sia stabile. Ad esempio, tali sistemi di aggancio potrebbero essere di tipo magnetico.
In varianti di realizzazione, mostrate ad esempio in Figure da 29 a 32, i due membri mobili 50a, 50b sono lontani tra loro e formano ciascuno una rispettiva pinna 55. In un’altra variante di realizzazione può essere previsto un solo membro mobile. Nelle forme di realizzazione illustrate ad esempio nelle Figure da 1 a 26, ciascun membro mobile 50a, 50b è imperniato alla struttura scatolare 2, in particolare al fondo della struttura scatolare 2, lungo un asse longitudinale di imperniamento 500. Pertanto, il movimento del membro mobile 50a, 50b tra la prima condizione e la seconda condizione (e viceversa) è una rotazione attorno a detto asse longitudinale di imperniamento 500. In particolare, il primo membro mobile 50a ed il secondo membro mobile 50b sono imperniati alla struttura scatolare 2 lungo uno stesso asse longitudinale di imperniamento 500, così nella seconda condizione essi si trovano l’uno contro l’altro ed un’unica pinna 55 è facilmente ottenuta.
In una variante di realizzazione, mostrata ad esempio nelle Figure 27 e 28, ciascun membro mobile 50a, 50b è collegato alla struttura scatolare 2 tramite almeno un braccio articolato 57. Pertanto, il movimento del membro mobile 50a, 50b tra la prima condizione e la seconda condizione (e viceversa) è un movimento articolato tramite il braccio 57.
Il movimento dei membri mobili 50a, 50b dalla prima condizione verso la seconda condizione avviene spontaneamente quando l’unità abitativa 1 si trova in acqua. Ciò è attuato grazie al peso dei membri mobili 50a, 50b, che hanno densità maggiore dell’acqua. Infatti ciascun membro mobile 50a, 50b tende ad andare verso il basso a causa del suo stesso peso ma, essendo vincolato dall’imperniamento 500 o dal braccio articolato 57, l’unico movimento che gli è consentito è lo spostamento verso la seconda condizione.
Alternativamente o in aggiunta, può essere previsto un sistema meccanico o elettromeccanico per la movimentazione dei membri mobili 50a, 50b verso la seconda condizione. Tale sistema meccanico o elettromeccanico può essere attivato manualmente o automaticamente con un sensore che rileva la caduta in acqua dell’unità abitativa 1.
In una forma di realizzazione, mostrata ad esempio in Figure da 22 a 26, l’unità abitativa 1 comprende almeno un elemento di galleggiamento 53 che è collegato alla base di appoggio 5; in particolare, è previsto un elemento di galleggiamento 53 per ciascun membro mobile 50a, 50b. L’elemento di galleggiamento 53 ha una densità minore dell’acqua e in particolare è un corpo cavo e a tenuta stagna. L’elemento di galleggiamento 53 è in sostanza un cassone con una funzione di galleggiante.
Per esempio, ciascun elemento di galleggiamento 53 si estende longitudinalmente per una lunghezza circa pari alla lunghezza della parete longitudinale laterale 23 della struttura scatolare 2 e del rispettivo membro mobile 50a, 50b.
Gli elementi di galleggiamento 53 hanno lo scopo di favorire il galleggiamento dell’unità abitativa 1, in particolare nel caso in cui entrasse acqua nella camera interna 20; in questo caso, infatti, gli elementi di galleggiamento 53 assicurano che l’unità abitativa 1 continui comunque a galleggiare.
L’elemento di galleggiamento 53 è incernierato al rispettivo membro mobile 50a, 50b, in particolare ad un lato di sommità di quest’ultimo, lungo un asse longitudinale di cerniera 530.
Quando il membro mobile 50a, 50b è nella prima condizione in cui funge da piede di appoggio, l’elemento di galleggiamento 53 è a lato del membro mobile 50a, 50b ed eventualmente forma un prolungamento della base di appoggio 5 (Figura 22).
Quando l’unità abitativa 1 è in acqua, il membro mobile 50a, 50b tende a scendere verso il basso per il suo peso, mentre l’elemento di galleggiamento 53 è più leggero dell’acqua e tende a galleggiare. Si ha pertanto una rotazione relativa attorno all’asse longitudinale di cerniera 530 (Figure 25 e 26), che porta l’elemento di galleggiamento 53 al di sopra del rispettivo membro mobile 50a, 50b, andando ad interporsi tra il membro mobile stesso e la struttura scatolare 2 (Figure 23 e 24). L’elemento di galleggiamento 53 permette quindi anche di stabilizzare la posizione della pinna 55. Infatti, interponendosi tra il fondo 207 della struttura scatolare 2 e il membro mobile 50a, 50b in seconda condizione, l’elemento di galleggiamento 53 impedisce al membro mobile 50a, 50b di ritornare spontaneamente nella prima condizione.
Per massimizzare tale effetto di stabilizzazione, l’elemento di galleggiamento 53 ha una prima superficie 531 che ha una forma convessa complementare alla superficie superiore 51 del membro mobile 50a, 50b, ed inoltre ha una seconda superficie 532 che ha una forma concava uguale a detta superficie superiore 51.
Quando il membro mobile 50a, 50b è nella seconda condizione, la prima superficie 531 dell’elemento di galleggiamento 53 si alloggia a contatto con la superficie superiore 51 del membro mobile 50a, 50b, mentre la seconda superficie 532 dell’elemento di galleggiamento 53 è a contatto con una porzione di fondo della parete longitudinale laterale 23 della struttura scatolare 2.
In altre parole la seconda superficie 532 crea una sede di alloggiamento per il fondo 207 della struttura scatolare 2, sostituendosi alla superficie 51 del membro mobile 50a, 50b che svolge la stessa funzione nella prima condizione.
Come mostrato nelle Figure 23 e 24, i membri mobili 50a, 50b e gli elementi di galleggiamento 53 formano un’unica pinna 55 che non può oscillare rispetto alla struttura scatolare 2 perché è bloccata dagli inserimenti a combacio tra i pezzi.
Come mostrato in Figure 33 e 34, l’elemento di galleggiamento 53 può eventualmente essere previsto su uno solo dei membri mobili 50a, 50b che formano la pinna 55.
L'oggetto della presente divulgazione è stato fin qui descritto con riferimento a sue forme di realizzazione. È da intendersi che possano esistere altre forme di realizzazione che afferiscono al medesimo nucleo inventivo, tutte rientranti nell'ambito di protezione delle rivendicazioni qui di seguito esposte.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Unità abitativa modulare (1) per alloggiare un utilizzatore (8), comprendente una struttura scatolare (2), che racchiude una camera interna (20), ed un letto o simile (3) disposto nella camera interna (20), in cui l’unità abitativa modulare (1) comprende una base di appoggio (5) per appoggiare l’unità abitativa (1) su un suolo (90) o simile piano di installazione durante una condizione di normale utilizzo per alloggiare un utilizzatore (8), l’unità abitativa modulare (1) essendo inoltre configurata per galleggiare in acqua (97), almeno una regione di fondo (207) della struttura scatolare (2) essendo a tenuta stagna, l’unità abitativa modulare (1) in condizione galleggiante essendo una cella di sopravvivenza per l’utilizzatore (8) in una condizione di pericolo legato ad un ambiente acquatico circostante.
  2. 2. Unità abitativa modulare (1) secondo la rivendicazione 1, in cui la base di appoggio (5) comprende almeno un membro (50a, 50b) che è mobile tra una prima condizione, in cui il membro (50a, 50b) forma base di appoggio per l’unità abitativa modulare (1), ed una seconda condizione, in cui il membro (50a, 50b) si estende verso il basso dal fondo (207) della struttura scatolare (2), il membro mobile (50a, 50b) essendo atto ad assumere detta seconda condizione quando l’unità abitativa modulare (1) è galleggiante in acqua (97), il membro mobile (50a, 50b) nella seconda condizione formando una pinna (55) che si estende sotto la struttura scatolare (2) per contrastare un rovesciamento dell’unità abitativa modulare (1) in condizione galleggiante.
  3. 3. Unità abitativa modulare (1) secondo la rivendicazione 2, la base di appoggio (5) comprendendo un primo membro mobile (50a) ed un secondo membro mobile (50b) che sono disposti simmetricamente, in cui i membri mobili (50a, 50b) in prima condizione formano piedi di appoggio che si estendono da parti opposte, ed in cui i membri mobili (50a, 50b) in seconda condizione sono a contatto tra loro a formare detta pinna (55).
  4. 4. Unità abitativa modulare (1) secondo la rivendicazione 2 o 3, in cui detto almeno un membro mobile (50a, 50b) è imperniato alla struttura scatolare (2) lungo un asse longitudinale di imperniamento (500), il movimento tra la prima condizione e la seconda condizione, e viceversa, essendo una rotazione attorno a detto asse longitudinale di imperniamento (500).
  5. 5. Unità abitativa modulare (1) secondo le rivendicazioni 3 e 4, in cui il primo membro mobile (50a) ed il secondo membro mobile (50b) sono imperniati alla struttura scatolare (2) lungo uno stesso asse longitudinale di imperniamento (500).
  6. 6. Unità abitativa modulare (1) secondo la rivendicazione 2 o 3, in cui detto almeno un membro mobile (50a, 50b) è collegato alla struttura scatolare (2) tramite almeno un braccio articolato (57).
  7. 7. Unità abitativa modulare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 6, comprendente inoltre almeno un elemento di galleggiamento (53) avente una densità minore della densità dell’acqua, detto almeno un elemento di galleggiamento (53) essendo incernierato ad un rispettivo membro mobile (50a, 50b) lungo un asse longitudinale di cerniera (530), in modo tale che detto almeno un elemento di galleggiamento (53) sia a lato del rispettivo membro mobile (50a, 50b), quando il rispettivo membro mobile (50a, 50b) è nella prima condizione, e che detto almeno un elemento di galleggiamento (53) sia sopra il rispettivo membro mobile (50a, 50b) ed interposto tra il rispettivo membro mobile (50a, 50b) e la struttura scatolare (2), quando il rispettivo membro mobile (50a, 50b) è nella seconda condizione.
  8. 8. Unità abitativa modulare (1) secondo la rivendicazione 7, in cui detto almeno un elemento di galleggiamento (53) è configurato per stabilizzare la posizione di detta pinna (55) quando il rispettivo membro mobile (50a, 50b) è in seconda condizione, detto almeno un elemento di galleggiamento (53) essendo interposto tra il rispettivo membro mobile (50a, 50b) e la struttura scatolare (2) per impedire al rispettivo membro mobile (50a, 50b) di ritornare nella prima condizione.
  9. 9. Unità abitativa modulare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 8, in cui l’unità abitativa modulare (1) è configurata per avere un baricentro (B) in posizione tale da trovarsi sotto la superficie (98) dell’acqua (97) quando l’unità abitativa modulare (1) è galleggiante in acqua (97).
  10. 10. Unità abitativa modulare (1) secondo la rivendicazione 9, in cui detta base di appoggio (5) è posizionata al di sotto della struttura scatolare (2) ed ha una densità maggiore della densità dell’acqua, la posizione e la massa della base di appoggio (5) essendo configurate per determinare una posizione del baricentro (B) dell’unità abitativa modulare (1), il baricentro (B) essendo sotto la superficie (98) dell’acqua (97) quando l’unità abitativa modulare (1) è galleggiante in acqua (97).
  11. 11. Unità abitativa modulare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 10, comprendente membri o anelli gonfiabili (61) disposti esternamente alla struttura scatolare (2), detti membri o anelli gonfiabili (61) essendo atti ad essere gonfiati con un gas per aumentare la capacità di galleggiamento in acqua dell’unità abitativa modulare (1).
  12. 12. Unità abitativa modulare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 11, in cui la struttura scatolare (2) ha almeno una apertura di accesso (26) alla camera interna (20), il letto o simile (3) essendo montato su guide (4) collegate alla struttura scatolare (2) ed essendo atto a compiere un movimento di traslazione rispetto alla struttura scatolare (2) lungo dette guide (4), il letto o simile (3) essendo mobile tra una prima posizione, in cui il letto o simile (3) è completamente dentro la camera interna (20), ed una seconda posizione, in cui il letto o simile (3) fuoriesce almeno parzialmente dalla camera interna (20) attraverso detta almeno una apertura di accesso (26), l’unità abitativa modulare (1) essendo configurata per consentire ad un utilizzatore (8) di giacere nel letto o simile (3) quando il letto o simile (3) è nella prima posizione dentro la camera interna (20), la mobilità del letto o simile (3) tra la prima posizione e la seconda posizione, e viceversa, consentendo all’utilizzatore (8) di uscire/entrare dalla/nella camera interna rimanendo giacente nel letto o simile (3).
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