ITVR20100070A1 - Sistema di stabilizzazione out-lift - Google Patents

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ITVR20100070A1
ITVR20100070A1 IT000070A ITVR20100070A ITVR20100070A1 IT VR20100070 A1 ITVR20100070 A1 IT VR20100070A1 IT 000070 A IT000070 A IT 000070A IT VR20100070 A ITVR20100070 A IT VR20100070A IT VR20100070 A1 ITVR20100070 A1 IT VR20100070A1
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IT
Italy
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stabilizer
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fixed
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connecting rod
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IT000070A
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Inventor
Luca Leoni
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Sequani Meccanica S R L
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    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B66HOISTING; LIFTING; HAULING
    • B66FHOISTING, LIFTING, HAULING OR PUSHING, NOT OTHERWISE PROVIDED FOR, e.g. DEVICES WHICH APPLY A LIFTING OR PUSHING FORCE DIRECTLY TO THE SURFACE OF A LOAD
    • B66F9/00Devices for lifting or lowering bulky or heavy goods for loading or unloading purposes
    • B66F9/06Devices for lifting or lowering bulky or heavy goods for loading or unloading purposes movable, with their loads, on wheels or the like, e.g. fork-lift trucks
    • B66F9/075Constructional features or details
    • B66F9/07559Stabilizing means
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B66HOISTING; LIFTING; HAULING
    • B66CCRANES; LOAD-ENGAGING ELEMENTS OR DEVICES FOR CRANES, CAPSTANS, WINCHES, OR TACKLES
    • B66C23/00Cranes comprising essentially a beam, boom, or triangular structure acting as a cantilever and mounted for translatory of swinging movements in vertical or horizontal planes or a combination of such movements, e.g. jib-cranes, derricks, tower cranes
    • B66C23/62Constructional features or details
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    • B66C23/78Supports, e.g. outriggers, for mobile cranes

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Description

Descrizione di un brevetto per invenzione industriale per il trovato avente titolo: “SISTEMA DI STABILIZZAZIONE OUT-LIFTâ€
La presente invenzione si riferisce in generale ad un sistema di stabilizzazione ossia uno stabilizzatore atto ad essere montato su veicoli, come ad esempio piattaforme aeree. Più in particolare si tratta di uno stabilizzatore con particolari caratteristiche, capace di ottenere uno sfilo e un rientro laterale in modo automatico.
Come noto esistono svariate tipologie di dispositivi meccanici, comunemente denominati stabilizzatori, atti a sostenere la massa totale di un veicolo al quale sono fissati. Gli stabilizzatori sono solitamente disposti in due coppie, una anteriormente e una posteriormente al veicolo.
Ogni stabilizzatore, sia anteriore che posteriore, comprende solitamente una trave fissa solidale al telaio del veicolo che può contenere a sua volta un’ulteriore trave mobile, che sfila rispetto alla fissa. All’estremità delle travi à ̈ vincolato un elemento telescopico che può essere ortogonale o inclinato rispetto alla verticale.
Questi elementi telescopici, una volta sfilati, generalmente impiegando un martinetto idraulico, costituiscono quattro appoggi a terra che supportano tutto il peso del veicolo.
Uno stabilizzatore appartenente alla tecnica nota comprende quindi un primo meccanismo di sfilo laterale della trave mobile ed un secondo meccanismo di sfilo verticale dell’elemento telescopico comprendente un piede di sostegno. Entrambi i meccanismi impiegano un attuatore ciascuno, solitamente un martinetto idraulico, alimentato da una portata di fluido e controllato elettronicamente.
Ogni martinetto idraulico necessita quindi del suo controllo elettronico e di tutti gli accessori dedicati a gestire l’idraulica di comando, come tubazioni idrauliche, valvole di blocco, distributori e altro ancora.
Stabilizzatori di questa tipologia, secondo la tecnica nota, presentano così una complessità data dalle loro caratteristiche costruttive e di controllo, comportando costi elevati e affidabilità non sempre soddisfacente.
Scopo dell’invenzione à ̈ dunque quello di ridurre la complessità di un sistema di posizionamento di stabilizzatori per veicoli.
Un ulteriore scopo dell’invenzione à ̈ quello di ottenere un sistema di posizionamento di stabilizzatori per veicoli avente minori costi di realizzazione.
Questi ed altri scopi vengono raggiunti, secondo l’invenzione, da uno stabilizzatore atto preferibilmente a sostenere o sollevare un veicolo dal suolo, comprendente un primo elemento estensibile, atto ad essere fissato al veicolo, un secondo elemento estensibile, vincolato al primo elemento, e mezzi di movimentazione atti ad estendere il secondo elemento; avendo detto primo elemento o detto secondo elemento un’estremità atta ad andare in battuta sul suolo così da sostenere o sollevare il veicolo, ed essendo la direzione di estensione del primo elemento non parallela alla direzione di estensione del secondo elemento. Lo stabilizzatore si caratterizza per il fatto di comprendere mezzi convertitori atti a convertire almeno una parte dell’estensione del secondo elemento in un’estensione del primo elemento, così che il secondo elemento possa estendersi e contemporaneamente traslare grazie all’estensione del primo elemento.
Grazie a questa configurazione à ̈ sufficiente che i mezzi di movimentazione, ad esempio un cilindro idraulico o altro attuatore, agiscano solamente su uno dei due elementi estensibili, in quanto l’estensione dell’altro elemento estensibile à ̈ ottenuta grazie ai mezzi convertitori, riducendo così sia i mezzi di movimentazione che i dispositivi atti ad azionare tali mezzi di movimentazione. Lo stabilizzatore secondo l’invenzione à ̈ così più semplice e richiede minore manutenzione.
Vantaggiosamente i mezzi convertitori dello stabilizzatore secondo l’invenzione possono comprendere una biella, vincolata rotabilmente con una prima estremità al secondo elemento e vincolata rotabilmente e traslabilmente con una seconda estremità, opposta alla prima estremità, al primo elemento; la biella può comprendere una camma, mentre il primo elemento o il secondo elemento possono comprendere una guida nella quale può muoversi la camma, così che durante l’estensione del secondo elemento la camma sia costretta a muoversi nella guida in modo da far ruotare la biella che nella sua rotazione costringe il primo elemento ad estendersi.
I mezzi convertitori sono dunque un meccanismo con una biella che collega il primo elemento estensibile con il secondo elemento estensibile. Ad una estensione di uno dei due elementi estensibili, la biella à ̈ costretta a ruotare grazie alla conformazione della guida entro cui deve muoversi la camma fissata alla biella. Questa rotazione della biella fa, di conseguenza, estendere anche l’altro elemento estensibile.
Vantaggiosamente la biella à ̈ vincolata rotabilmente al secondo elemento estensibile e può ruotare e traslare rispetto al primo elemento estensibile in quanto il primo elemento può comprendere una staffa in cui à ̈ ricavato un foro ad asola entro cui ha facoltà di movimento un primo perno fissato alla prima estremità della biella.
In particolare il foro ad asola può avere una direzione di sviluppo parallela alla direzione di estensione del secondo elemento.
Vantaggiosamente il primo elemento può comprendere una prima trave atta ad essere fissata al veicolo ed una seconda trave vincolata scorrevolmente alla prima trave, essendo la staffa fissata alla prima trave.
Analogamente il secondo elemento può comprendere un primo profilato fissato all’estremità libera di detta seconda trave ed un secondo profilato vincolato scorrevolmente al primo profilato, essendo l’estremità libera di detto secondo profilato atta ad andare in battuta sul suolo.
Inoltre, la guida entro cui può scorrere la camma fissata alla biella, à ̈ fissata al secondo profilato. La biella può essere vincolata rotabilmente al primo profilato.
All’estremità libera del secondo profilato può essere compreso un primo profilo inclinato ed essere fissato un gancio comprendente un secondo profilo inclinato e sostanzialmente parallelo al primo profilo. La guida entro cui può muoversi la camma à ̈ formata da detto primo profilo e detto secondo profilo.
Vantaggiosamente l’estremità libera del primo elemento o del secondo elemento può comprendere un piede atto ad andare in appoggio al suolo, essendo detto piede disposto ortogonalmente al suolo, quando il primo elemento o il secondo elemento non à ̈ esteso, così da proteggere lo stesso elemento a cui à ̈ vincolato.
Ulteriori caratteristiche e particolari dell’invenzione potranno essere meglio compresi dalla descrizione che segue, data a titolo di esempio non limitativo, nonché dalle annesse tavole di disegno in cui:
la fig.1 mostra una vista frontale di uno stabilizzatore, secondo l’invenzione, disposto secondo una configurazione aperta;
la fig.2 mostra un’altra vista frontale, parzialmente sezionata, dello stabilizzatore di figura 1, disposto secondo una configurazione intermedia;
la fig.3 à ̈ un particolare in sezione di uno stabilizzatore, secondo l’invenzione, disposto secondo una configurazione chiusa;
le fig.4, 5, 6 mostrano delle viste frontali di uno stabilizzatore, secondo l’invenzione, rispettivamente disposto in una configurazione chiusa, una configurazione intermedia e una configurazione aperta;
la fig.7 mostra una vista posteriore di uno stabilizzatore, secondo l’invenzione, disposto secondo una configurazione aperta;
Con riferimento alle figure allegate, in particolare alla figura 1, con 10 viene indicato uno stabilizzatore comprendente una trave fissa 12 atta ad essere fissata al telaio di un veicolo (non visibile in figura), contenente una trave mobile 14 sulla quale à ̈ fissato un elemento verticale 16, a sua volta contenente un elemento interno 18.
All’estremità libera dell’elemento interno 18 à ̈ vincolato rotabilmente un piede 20 ed à ̈ fissato un gancio 19 descrivente un profilo interno 23. L'estremità libera dell'elemento interno 18 presenta inoltre un profilo inclinato 21, sostanzialmente parallelo al profilo 23 del gancio 19.
Alla trave fissa 12 à ̈ fissata, con mezzi di fissaggio noti, una guida 22 comprendente un’asola 24, nella quale scorre un primo perno 26 vincolato ad una estremità di una biella 28.
All’estremità opposta della biella 28 à ̈ vincolato un secondo perno 30. Tra il primo perno 26 ed il secondo perno 30 à ̈ fissato un perno di riscontro 32.
Il secondo perno 30 vincola rotabilmente la biella 28 ad un supporto 34, quest’ultimo fissato all’elemento verticale 16.
Come visibile in figura 2, all’interno dell’elemento verticale 16 à ̈ alloggiato un martinetto idraulico 36, avente il cilindro solidale all’elemento verticale 16 per mezzo di un perno 38 e lo stelo 40 (visibile in figura 3) fissato all’elemento interno 18 per mezzo di un perno 42.
Di seguito si descrive il funzionamento dello stabilizzatore.
Come visibile in figura 4, la situazione di partenza prevede che lo stabilizzatore 10 sia nella sua configurazione chiusa, con la biella 28 parallela all'elemento verticale 16 e all'interno di questo, non visibile, l'elemento 18 completamente ritratto.
Azionando il martinetto idraulico 36 lo stelo 40 spinge l'elemento interno 18 verso l'esterno.
Il profilo inclinato 21 dell'elemento interno 18 preme così il perno di riscontro 32 della biella 28, costringendo quest'ultima a ruotare attorno al secondo perno 30 fino a quando il perno di riscontro 32 non sia più a contatto con il profilo inclinato 21.
Durante la rotazione della biella 28 attorno al secondo perno 30, il primo perno 26 scorre nell'asola 24 della guida 22, come visibile in figura 5.
La rotazione della biella 28 impone una traslazione orizzontale al secondo perno 30.
Di conseguenza l'elemento verticale 16, vincolato al secondo perno 30, à ̈ costretto a distanziarsi dalla trave fissa 12, facendo così sfilare la trave mobile 14 dalla trave fissa 12.
In questo modo, con una modesta corsa dell'elemento interno 18 si ottiene lo sfilo automatico della trave mobile 14.
Come visibile in figura 6, quando il perno di riscontro 32 à ̈ uscito dal profilo inclinato 21 dell'elemento interno 18, quest'ultimo à ̈ libero di scendere per la corsa necessaria, ad esempio per portare a contatto il piede 20 con il suolo S e successivamente sollevare il veicolo dell'altezza desiderata.
Il perno di riscontro 32 resta in prossimità, se non a contatto, con la parete laterale dell'elemento interno 18, agendo come un fermo di sicurezza che impedisce il rientro indesiderato della trave mobile 14.
Lo stabilizzatore 10, che si trova ora nella sua configurazione aperta, risulta così avere un'unica possibilità di movimento data dalla ulteriore discesa o risalita dell'elemento interno 18.
Il ritorno dello stabilizzatore 10 alla configurazione chiusa avviene ripercorrendo a ritroso i passaggi sopradescritti.
Il martinetto idraulico 36 richiama il suo stelo 40, così da fare rientrare l'elemento interno 18 nell'elemento verticale 16, fino a quando il gancio 19 va a contatto con il perno di riscontro 32.
La risalita ulteriore dell'elemento interno 18 costringe il perno di riscontro 32 a seguire il profilo 23 del gancio 19 ponendo così in rotazione la biella 28, che ritorna alla posizione iniziale, visibile in figura 4, cioà ̈ parallela all'elemento verticale 16.
Lo stabilizzatore 10, come descritto, consente una semplificazione costruttiva importante rispetto agli stabilizzatori appartenenti alla tecnica nota, che prevedono l'utilizzo di due azionamenti controllati, solitamente idraulici, atti a consentire prima lo sfilo orizzontale dello stabilizzatore e successivamente il suo sfilo verticale.
Lo stabilizzatore 10 invece, comprendendo un solo azionamento controllato, consente sia lo sfilo orizzontale che lo sfilo verticale.
Inoltre, lo stesso perno di riscontro 32 che contribuisce alla conversione del moto verticale del martinetto idraulico 36 ad un moto orizzontale della trave mobile 14, costituisce un blocco nella configurazione aperta, impedendo un indesiderato rientro della stessa trave mobile 14.
Negli stabilizzatori secondo la tecnica nota, la stessa funzione di blocco era ottenuta impiegando una valvola di blocco agente sul martinetto idraulico dedicato al solo sfilo orizzontale della trave mobile rispetto alla trave fissa.
Le macchine secondo la tecnica nota impiegano quindi due martinetti idraulici al posto di uno come richiesto dall’invenzione.
Sono dunque ridotti tutti quei dispositivi accessori atti al funzionamento dei martinetti idraulici, quali tubazioni idrauliche, le valvole di blocco, perni, distributori e altro ancora.
Inoltre un sistema meccanico, secondo l’invenzione, risulta in genere più affidabile rispetto ad altri sistemi che raggiungono il medesimo scopo con l’aggiunta di parti elettriche e idrauliche, come i sistemi secondo la tecnica nota.
Sono inoltre possibili varianti e ulteriori modalità realizzative, da ritenersi comprese nell’ambito di protezione; ad esempio anziché utilizzare un martinetto idraulico à ̈ possibile impiegare un attuatore elettrico o altro dispositivo equivalente.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Stabilizzatore (10) atto preferibilmente a sostenere o sollevare un veicolo dal suolo, comprendente: - un primo elemento (12, 14) estensibile, atto ad essere fissato al veicolo; - un secondo elemento (16, 18) estensibile, vincolato al primo elemento (12, 14); - mezzi di movimentazione (36, 40) atti ad estendere il secondo elemento (16, 18); avendo detto primo elemento (12, 14) o detto secondo elemento (16, 18) un’estremità atta ad andare in battuta sul suolo così da sostenere o sollevare il veicolo, ed essendo la direzione di estensione del primo elemento (12, 14) non parallela alla direzione di estensione del secondo elemento (16, 18), caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi convertitori (19, 21, 22, 24, 28, 30, 32) atti a convertire almeno una parte dell’estensione del secondo elemento (16, 18) in un’estensione del primo elemento (12, 14), così che il secondo elemento (16, 18) possa estendersi e contemporaneamente traslare grazie all’estensione del primo elemento (12, 14).
  2. 2) Stabilizzatore (10) secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi convertitori comprendono una biella (28), vincolata rotabilmente con una prima estremità al secondo elemento (16, 18) e vincolata rotabilmente e traslabilmente con una seconda estremità, opposta alla prima estremità, al primo elemento (12, 14), detta biella (28) comprendendo una camma (32), detto primo elemento (12, 14) o detto secondo elemento (16, 18) comprendendo una guida (21, 23) nella quale può muoversi detta camma (32), così che durante l’estensione del secondo elemento (16, 18) la camma (32) sia costretta a muoversi nella guida (21, 23) in modo da far ruotare la biella (28) che nella sua rotazione costringe il primo elemento (12, 14) ad estendersi.
  3. 3) Stabilizzatore (10) secondo la rivendicazione 2, in cui il primo elemento (12, 14) comprende una staffa (22) in cui à ̈ ricavato un foro ad asola (24) entro cui ha facoltà di movimento un primo perno (26) fissato alla prima estremità della biella (28).
  4. 4) Stabilizzatore (10) secondo la rivendicazione 3, in cui il foro ad asola (24) ha una direzione di sviluppo parallela alla direzione di estensione del secondo elemento (16, 18).
  5. 5) Stabilizzatore (10) secondo la rivendicazione 3 o 4, in cui detto primo elemento comprende una prima trave (12) atta ad essere fissata al veicolo ed una seconda trave (14) vincolata scorrevolmente alla prima trave (12), essendo la staffa (22) fissata alla prima trave (12).
  6. 6) Stabilizzatore (10) secondo la rivendicazione 5, in cui detto secondo elemento comprende un primo profilato (16) fissato all’estremità libera di detta seconda trave (14) ed un secondo profilato (18) vincolato scorrevolmente al primo profilato (16), essendo l’estremità libera di detto secondo profilato (18) atta ad andare in battuta sul suolo.
  7. 7) Stabilizzatore (10) secondo la rivendicazione 6, in cui la guida (21, 23) Ã ̈ fissata al secondo profilato (18).
  8. 8) Stabilizzatore (10) secondo la rivendicazione 6 o 7, in cui la biella (28) Ã ̈ vincolata rotabilmente al primo profilato (16).
  9. 9) Stabilizzatore (10) secondo una delle rivendicazioni da 6 a 8, in cui all’estremità libera del secondo profilato (18) à ̈ compreso un primo profilo (21) inclinato ed in cui all’estremità libera del secondo profilato (18) à ̈ fissato un gancio (19) comprendente un secondo profilo (23) inclinato e sostanzialmente parallelo al primo profilo (21), detto primo profilo (21) e detto secondo profilo (23) formando la guida entro cui può muoversi la camma (32). 10)Stabilizzatore (10) secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui l’estremità libera del primo elemento (12, 14) o del secondo elemento (16, 18) comprende un piede (20) atto ad andare in appoggio al suolo, essendo detto piede (20) disposto ortogonalmente al suolo, quando il primo elemento (12, 14) o il secondo elemento (16, 18) non à ̈ esteso.
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Citations (3)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
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