ITVA960023A1 - Valvola a cassetto e mezzi per il suo azionamento particolarmente utilizzabili nei riduttori di pressione e procedimento per la loro - Google Patents

Valvola a cassetto e mezzi per il suo azionamento particolarmente utilizzabili nei riduttori di pressione e procedimento per la loro Download PDF

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ITVA960023A1
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Description

Forma oggetto della presente invenzione una valvola a cassetto nella quale le sospensioni delle sue parti mobili e un organo per il suo comando automatico la rendono particolarmente idonea a controllare un riduttore di pressione, automatico. In tale valvola a cassetto il flusso del liquido da regolare è rettilineo, in quanto non è disturbato dall'escursione, normale, rettilinea, dei componenti dell'accoppiamento di chiusura e regolazione. Tali sospensioni, le tenute e le condizioni dell'ambito operativo della valvola a cassetto, assicurano al riduttore tempi di risposta e scostamenti dalla pressione impostata, sostanzialmente nulli, quindi non condizionati da variazioni della pressione da ridurre. Forma pure oggetto della presente invenzione il procedimento di fabbricazione di tali valvole e degli apparecchi che tali valvole incorporano e in particolare i riduttori di pressione, automatici ottenuti.
Allo stato attuale della tecnica le valvole a cassetto sono state impiegate nel campo della rubinetteria domestica, sostanzialmente solo come rubinetti d'arresto a saracinesca di qualità vile. Invero ad essi non sono richieste prestazioni eccelse, in quanto, se pure vi fossero delle perdite, anche di una certa consistenza, esse sarebbero, in genere, tollerate in quanto cadrebbero pur sempre all'interno dell'impianto. Le valvole a cassetto trovano altresì impiego diffuso nel campo dei miscelatori, di qualità medio alta. Tali miscelatori sono caratterizzati da. organi di chiusura che comprendono almeno un elemento di ceramica. Quando gli elementi di ceramica sono due, il manufatto impone particolari attenzioni costruttive il cui costo, aggiungendosi al costo dei materiali e a quello delle lavorazioni particolari, impone prezzi di vendita nettamente superiori, giustificati solamente dalle elevate prestazioni che da quei manufatti si ricavano. Tuttavia, il campo nel quale questi miscelatori trovano applicazione, è quello relativo a tubi dell'acqua fredda e calda, al massimo di 3/8", comportanti corse dell'ordine di 4 - 6 mm, in senso longitudinale o senso di chiusura ed apertura, nonché corse tangenziali di miscelazione, dell'ordine di 6 - 10 mm. Quindi, la suddivisione della corsa in due movimenti, eliminava i problemi più difficili, comportati: a) dalle corse più lunghe, che la valvola a cassetto esige, rispetto alla valvola ad otturatore; b) dalle alte pressioni cui la valvola deve resistere, specialmente se il suo azionamento avviene con mezzi di chiusura ed apertura rapidi; c) dagli attriti che: specialmente quando le pressioni in gioco sono rilevanti, sono molto alti. Quanto ai riduttori di pressione noti, nessuno di essi ha la chiusura a cassetto, né impiega elementi di chiusura ceramici, ma presenta la chiusura stessa, su un piano sostanzialmente normale all'asse della molla o simile, che costituisce l'organo essenziale per effettuare la riduzione. Detto con altre parole, i riduttori dello stato attuale della tecnica, hanno la chiusura che è del tipo ad otturatore. Questo tipo di valvola o chiusura presenta dei difetti che sinora si sono dimostrati ineliminabili. Mentre in altre applicazioni, come si è detto sopra, il passaggio dalla valvola ad otturatore alla valvola a cassetto è già largamente in atto, nel campo dei riduttori si avevano delle difficoltà apparentemente insormontabili, tali da continuare a far preferire il tipo di valvola ad otturatore, malgrado i suoi difetti. Gli inconvenienti che si verificano sono essenzialmente tre. Il primo è che basta un corpo estraneo, anche piccolo, che si frapponga tra i due organi dell'accoppiamento di chiusura della valvola ad otturatore, a mettere fuori servizio il riduttore. E che ciò succeda non è affatto raro, posto che tali particelle, per esempio quelle di calcare, sono numerose e la probabilità che l'interferenza avvenga è estremamente elevata, in quanto l'incipiente apertura dell'otturatore, filtra il liquido e i corpi estranei tendono a portarsi dove arrecano più danno, senza neanche la possibilità di passare oltre. Per ovviare a questo inconveniente è sostanzialmente indispensabile applicare, a monte della valvola ad otturatore, un filtro, il cui funzionamento, in regime di pressioni elevate, quali quelle che nel caso del riduttore normalmente sono da regolare, è fortemente critico; ovviamente un suo cedimento metterebbe sostanzialmente fuori servizio la valvola ad otturatore. Il secondo inconveniente è che la chiusura ad otturatore, a questo livello di congegni, con accoppiamenti di precisione carente, comporta componenti (guarnizioni) fatti di materiale elastomeri co. Se le pressioni sono elevate e la presenza di corpi estranei è pure elevata, la vita delle guarnizioni di queste valvole è corrispondentemente molto breve. Si tenga poi presente che una goccia d'acqua, come scava la pietra, scava la guarnizione e le corrispondenti superfici antagoniste. Per questi motivi si giunge ben presto alla condizione, nella quale gli svantaggi dell'applicazione del riduttore di pressione provvisti di valvola ad otturatore sono superiori ai vantaggi. Il terzo inconveniente è rappresentato dall'inquinamento acustico prodotto dall'uso del riduttore di pressione provvisto di valvola ad otturatore. In definitiva la valvola con chiusura ad otturatore funziona ottimalmente ed ha vita lunga con pressioni comprese tra 3 e 4 atmosfere. Sarebbe oltremodo contraddittorio installare a protezione dell'impianto un riduttore di pressione che denunciasse gli stessi difetti che è chiamato a eliminare. Considerato che il riduttore di pressione rappresenta un'installazione perfettiva, se gli inconvenienti che esso presenta bilanciano meramente i vantaggi o non arrivano neppure a bilanciare quelli, impiegarlo sarebbe solamente una complicazione dell'impianto nel quale venisse inserito. Presentando: chiusura ad otturatore, guarnizione di elastomero e chiamato a funzionare a pressioni nettamente superiori alle 3-4 atmosfere, non farebbe altro che aggravare i problemi anziché risolverli anche per le difficoltà corollarie cui sarebbe sottoposto il filtro che come si è detto deve essere applicato a monte. Invero, su alcuni riduttori di pressione noti, si sono fatte delle camere di compensazione, le quali tendono a bilanciare gli effetti delle pressioni intense, ma il problema di fondo, rappresentato dalla chiusura ad otturatore, rimane.
Scopo della presente invenzione è quello di eliminare gli inconvenienti precitati e di offrire inoltre vari vantaggi. L'inventore, con un lampo, di risolvente intuizione, ha concepito una valvola con chiusura a cassetto ed un comando per il suo azionamento automatico, particolarmente adatti a venire impiegati singolarmente o congiuntamente in un riduttore di pressione automatico in modo che il flusso rettilineo del liquido da regolare, non sia disturbato dall'escursione, normale, rettilinea dei componenti dello accoppiamento di chiusura e regolazione. La valvola a cassetto, secondo la presente invenzione è caratterizzata da sospensioni, tenute e condizioni dell'ambito operativo, assicuranti, quando applicata a un riduttore di pressione, tempi di risposta e scostamenti dalla pressione impostata sostanzialmente nulli, non condizionati sostanzialmente da variazioni della pressione da ridurre. Il tutto si localizza in una fascia di dimensioni e qualità che vanno ben oltre quelle dei miscelatori convenzionali e ad altri impieghi di organi di chiusura a cassetto di ceramica.
Poiché la corsa che è necessario far compiere alla valvola a cassetto rispetto a quella che deve compiere la valvola ad otturatore è mqaggiore, vale a dire è compresa tra le tre e le sei volte, si ha la necessità di impiegare, per produrla, dei mezzi a molla diversi da quelli convenzionali che sono costituiti da una molla a spirale e applicati assialmente e direttamente alla membrana conduttrice dell'escursione. Secondo una forma di pratica attuazione preferita della presente invenzione, i mezzi a molla di gestione della membrana, di per se nota, ma capace della corsa maggiore, sono a camera d'aria. Infatti questi mezzi pneumatici sono caratterizzati da una variazione del carico .dovuta all’allungamento della corsa assimilabile a quello dell'otturatore per le corse brevi.
La movimentazione e la tenuta dei componenti dell'accoppiamento a cassetto, secondo la presente invenzione, vengono adempiute da componenti di materiale ceramico o simile. Tali componenti di materiale ceramico, per poter svolgere adeguatamente la propria funzione, debbono presentare alcune particolarità: quali il materiale, la forma di ciascuna e quella reciproca e di accoppiamento, nonché la finitura delle superfici e la loro durezza. La stessa movimentazione dei componenti, che operano la chiusura a cassetto, necessita di accorgimenti volti a ridurre, drasticamente, gli attriti nei riguardi dei componenti mobili. Altri accorgimenti debbono essere usati per ridurre gli effetti perversi della pressione agente sul componente mobile a cassetto dell'accoppiamento di chiusura della valvola.
Secondo la presente invenzione il principio innovatoli specifico che la informa è la strutturazione della sospensione e della tenuta della valvola a cassetto. La valvola a cassetto è necessariamente conformata a parallelepipedo con il foro di passaggio praticato da superficie maggiore a superficie maggiore. Le superfici maggiori di essa hanno un'area che è almeno quattro volte la sezione del foro di passaggio. Poiché quest'area dovrebbe essere sottoposta alla pressione d'ingresso e questa agirebbe su tutta la superficie, meno che sul fori,l'attrito che si incontrerebbe a movimentare tale parallelepipedo richiederebbe molta forza. Questa forza elevata, che nei casi di moltissime delle valvole in uso è disponibile, non è disponibile nei regolatori di pressione ove l'impiego di mezzi a molla molto potenti, darebbe luogo a una risposta del riduttore che sarebbe lenta. Secondo il principio innovatore specifico della presente invenzione la pressione agente, sul parallelepipedo viene retta da mezzi di rotolamento con fulcro a coltello che ne consentono l'escursione sostanzialmente ad attrito zero, mentre l'organo di tenuta anch'esso di ceramica cooperante con l'organo mobile della valvola a cassetto viene montato a monte della valvola a cassetto stessa e assume sostanzialmente sezione anulare in maniera da offrire al liquido in ingresso (nel caso del regolatore di pressione quella da ridurre) una superficie nettamente inferiore alla superficie maggiore del parallelepipedo e appena sufficiente a totalizzare una congrua spinta di tenuta tra i due. In corrispondenza delle due superfici di tenuta entrambe di ceramica i corpi sono levigatissimi sì che il loro coefficiente d'attrito sia dell'ordine di 0,15-0,25. Quindi questo accorgimento strutturale consente di ridurre la superficie di contatto di tenuta e in modo direttamente proporzionale la resistenza d'attrito occorrente a muovere la valvola a cassetto. Così in un riduttore di pressione nel quale venga ammessa acqua a 10 atmosfere ed abbia un foro di 17 mm, sono sufficienti Kg 4.5, carico questo agevolmente gestibile per apparecchi che dispongono normalmente di mezzi a molla che hanno almeno una potenzialità venti volte superiore. Questo enorme rapporto di vantaggio naturalmente opera anche a favore di un'entrata in funzione del riduttore all'incipiente manifestarsi di una caduta di pressione a valle anche di uno o pochissimi metri di colonna d'acqua. D'altra parte la condizione alla quale la tenuta possa verificarsi perfettamente, in presenza di pressioni cosi basse, oltre che ai corpi in. ceramica e alle superfici perfette e levigate, richiede il perfetto e costante combaciamento delle superfici che, di volta in volta, devono poter assestarsi in modo complementare e acconcio. Questi assestamenti sono resi possibili da apposite sospensioni su anelli di tenuta e da una molla che sollecita assialmente ed elasticamente le superfici di tenuta a combaciare. La forza di questa molla si somma a quella esercitata dal fluido con la pressione d'ingresso, ma l'effetto può essere regolato quanto si vuole, riducendo opzionalmente l'una, l'altra o entrambe le superfici di contatto.
Secondo un'altra importante forma di pratica attuazione preferita della presente invenzione, applicando una valvola a cassetto ad un riduttore di pressione, la maggiore escursione necessaria ad aprire e chiudere la valvola a cassetto viene ottenuta con una membrana. La membrana è assistita, nella propria escursione, da una gabbia rigida che ne determina bilateralmente i limiti, affinché non abbia mai a venire sovrasollecitata, anche se si dovessero verificare inconvenienti gravi. Sempre secondo questa forma di pratica attuazione preferita, il sistema propulsore del riduttore di pressione, viene allestito pneumatico o eolico, predisponendo direttamente o a distanza una camera che esplica la propria azione sul verso della membrana, mediante un fluido immesso da una valvola e la cui pressione verrà regolata sostanzialmente, una volta tanto, sulla pressione che si vuole a valle del regolatore. Va rilevato che, mentre usando come propulsore della valvola a cassetto del regolatore una molla a spirale, in tutto il campo d'escursione si sarebbe potuto avere una caduta di pressione dell'ordine del 25% a meno di non usare delle molle eccezionalmente lunghe, con la soluzione pneumatica, sostanzialmente a parità di dimensioni del corpo che contiene i mezzi elastici, la variazione di pressione, durante l'escursione, discende ad un nono cioè al 3%. Volendo, per scopi particolari, costanze maggiori, si possono piazzare, eventualmente a distanza, serbatoi abbastanza capaci, per sostanzialmente annullare le variazioni durante l'escursione.
Tutti questi accorgimenti si sostanziano in un sistema di chiusura a cassetto, nel quale, per minimizzare gli attriti, si sono studiate delle sospensioni particolari, in grado di garantire sostanziale indifferenza nei riguardi: 1) delle variazioni di pressione a monte della chiusura a cassetto; 2) della costanza di resistenza al funzionamento automatico con costanza di risposta a prescindere dalle più varie condizioni di sollecitazione; della presenza nel liquido di corpi estranei anche a livello di microcorpi, che non vengono più evidenziati dall'indesiderata azione di filtratura, operata dalla chiusura ad otturatore; viceversa gli stessi vengono impediti e lasciati in attesa del verificarsi dell'apertura. Quando ciò accade, immediatamente i corpi estranei possono superare in massa l'accoppiamento a cassetto senza disturbarlo. Ragione per cui, qualora si verificasse che nel caso d'applicazione della valvola a cassetto a un riduttore di pressione e una filtrazione delle particelle solide fosse necessaria a valle del riduttore, il filtro potrebbe essere installato a valle del riduttore e solamente per gli scopi dell'utenza e non per motivi di funzionamento del riduttore. Quindi potendolo mettere a valle è possibile applicare il filtro solamente all'alimentazione delle utenze che lo richiedono, evitando di filtrare la totalità dell acqua, anche in considerazione che, in genere, i consumi maggiori non necessitano di tale filtrazione. Si ottiene così, anche di sottrarre i filtri particolari e la loro gestione alla centralità dell'impianto, in modo che possano accudirvi i più utenti secondo le rispettive competenze e responsabilità. Qualora poi, sia il riduttore di pressione, sia le valvole a valle di questo, applichino i principi della presente invenzione con tutte le valvole a cassetto, i filtri possono senz'altro venire completamente eliminati.
Per meglio spiegare le caratteristiche del presente trovato, ci si riferisce agli uniti disegni i quali mostrano una possibile forma di pratica attuazione della valvola e di un riduttore che la incorpora in modo schematico e solamente esplicativo.
La figura 1 è lo schema di principio di funzionamento di un rubinetto o valvola convenzionali, senz'altro.
La figura 2 è una ripetizione della figura 1, ma relativa ad un riduttore di pressione convenzionale.
La figura 3 è la sezione schematica di ima valvola o rubinetto con sistema a cassetto secondo la presente invenzione.
La figura 4 è la sezione schematica del riduttore di pressione schematizzato in figura 2, con applicata la valvola della figura 3 secondo la presente invenzione.
La figura 5 è la sezione schematica del dispositivo rappresentato in figura 2, con applicati il sistema di comando ovvero l'automatismo secondo la presente invenzione che lo qualifica riduttore di pressione.
La figura 6 rappresenta, in sezione, sempre schematicamente, una sintesi delle figure 4 e 5, ove il riduttore di pressione è rappresentato in posizione chiusa, contrariamente alle figure 4 e 5 nelle quali i dispositivi sono rappresentati in posizione aperta.
La figura 7 è una vista prospettica, in scala ingrandita, in parte sezionata o spaccata, sostanzialmente delle figure 3 e 4 ma a disposizione coricata e in versione sostanzialmente costruttiva e a carcassa trasparente accennata a linee tratto e punto.
La figura 8 è una sezione assiale, in iscala leggermente ingrandita, praticata secondo il piano di sezione VIII-VIII della carcassa della valvola secondo la presente invenzione, carcassa che serve sia all'allestimento della valvola, sia a quello del riduttore di pressione. Dalla figura stessa sono rilevabili le lavorazioni occorrenti all'esecuzione del procedimento che forma parte integrante dell’invenzione. In particolare, lo svolgimento in linea dell'assetto della valvola è motivo di semplificazione delle lavorazioni e di svolgimento lineare del flusso e della sua regolazione, sostanzialmente senza attriti, che potrebbero ostacolare il deflusso anche delle stesse materie solide in sospensione.
La figura 9 è una vista frontale della carcassa della figura 8 .
La figura 10 è una vista laterale della carcassa delle figure 8 e 9, anzi la figura 8 è una sezione della figura 10 praticata in corrispondenza del piano di sezione VIII-VIII della figura 10 stessa.
La figura 11 rappresenta, in prospettiva, parte in vista e parte in sezione assiale, in iscala leggermente ingrandita, una bussola di tenuta in ceramica secondo la presente invenzione che caratterizza il componente fisso della chiusura a cassetto, sia della valvola, sia del riduttore.
La figura 12 è la vista prospettica del componente mobile in ceramica, in iscala leggermente ingrandita, secondo la presente invenzione che caratterizza la chiusura a cassetto, sia della valvola, sia del riduttore.
La figura 13 è la vista prospettica, in parte spaccata, in iscala ingrandita, del complesso del fusto di materia plastica che supporta il componente mobile di ceramica rappresentato nella figura 12.
La figura 14 è la vista prospettica in iscala ingrandita, del fusto di materia plastica della figura 13, suddiviso in tre componenti, in modo da poter essere stampato ad iniezione agevolmente.
La figura 15 è la vista prospettica, in iscala ingrandita, del settore di sostegno del componente mobile di ceramica. Esso è fatto di lamiera tranciata e stampata.
Le figure dalla 16 alla 18 rappresentano, in prospettiva, i tre stampi di trancia e piega per lo stampaggio del settore di sostegno della figura 15.
La figura 19 è la vista prospettica del coltello di incernieramento del settore di sostegno. Esso è fatto di lamiera tranciata e stampata.
La figura 20 è la vista prospettica della serie di stampi di trancia e piega per lo stampaggio del coltello di incernieramento della figura 19.
La figura 21 è la vista prospettica della guarnizione o membrana.
La figura 22 è la vista prospettica della semiconchiglia che appresta il semiguscio superiore di sostegno della guarnizione o membrana, la semiconchiglia inferiore formando corpo unico con la carcassa delle figure 8, 9 e 10.
La figura 23 è la vista prospettica della conchiglia o calotta superiore di contenimento, almeno parziale, del fluido, particolarmente aeriforme di elasticizzazione dell'automatismo.
La figura 24 è la vista prospettica di una valvola pneumatica ad accesso libero e a ritorno controllato per il caricamento e lo scarico dell'aria.
Con riferimento alla figura 1 dei disegni, una valvola o rubinetto 01 si compone, convenzionalmente, di una chiusura 1, di un organo di tenuta 10 e di un organo di comando 11 II liquido da controllare entra da A alla pressione indicata dalla freccia P, con portata potenziale Q ed esce da B sostanzialmente alla pressione p = p e con la portata q < Q, non rappresentata. Come si è spiegato in premessa, la stragrande maggioranza delle chiusure 1 convenzionali sono ad otturatore, ma anche quelle a cassetto note presentano gli inconvenienti appunto spiegati in premessa.
Con riferimento alla figura 2 dei disegni il riduttore 02 di pressione si compone, convenzionalmente, degli stessi elementi della valvola o rubinetto 01, cioè di una chiusura 2, di un organo 20 di tenuta e di un organo di comando 21. In più, peraltro, comprende un automatismo 22, che funziona in concerto con l'organo 21 di comando. Grazie alla presenza di questa combinazione, il liquido da controllare entra da A alla pressione indicata dalla freccia P e alla portata Q, non rappresentata, ed esce da B alla pressione p < P e con la portata Q, non rappresentata. Come si è spiegato in premessa la generalità delle chiusure 1 convenzionali, presenti nei riduttori convenzionali, sono ad otturatore. Il motivo per il quale nelle figura 1 e 2 non si è rappresentata la portata massima in uscita è dovuto al fatto che questa, nel rubinetto e nel regolatore cqnvenzionali ad otturatore, è una variabile dipendente, mentre nella chiusura a cassetto essa, almeno nel regolatore di pressione, corrisponde sostanzialmente alla portata potenziale d'ingresso
Secondo la presente invenzione (figure 3, 4, 6) la valvola 01, 02 è con chiusura 1, 2 a cassetto. Proprio questo tipo di apertura fa corrispondere la portata Q di uscita a quella di entrata. Il comando 21, per quanto riguarda l'azionamento automatico del riduttore 02 di pressione, è del tipo rappresentato nelle figure 5 e 6. Valvola e comando sono particolarmente adatti a venire impiegati singolarmente (figure 4 e 5 o congiuntamente (figura 6). La valvola 1, 2, a cassetto, secondo la presente invenzione, è costituita da una carcassa 92 sostanzialmente a "T", da un cassetto 62 sostanzialmente parallelepipedo, da una tenuta 61 a consistenza di bussola, da una molla 8', da un anello 8 di tenuta cosiddetto "O" ring, facente tenuta tra la carcassa 92 e la bussola 61, da un settore 7 reggispinta, da un bilico 70 apprestante un accoppiamento con il fulcro 7' antagonista del settore 7 reggispinta e di un anello 71 elastico cosiddetto Seeger, facente da spallamento al bilico 70. La carcassa 92 come si è detto ha consistenza di raccordo a forma di "T, ove l’ingresso 92' e l'uscita 92" sono allineati e l’apertura normale 192 è riservata all'organo di comando, da descriversi in appresso. L’ingresso 92’ è tubolare e presenta esternamente una filettatura 292 e all'interno un foro costituito da sette segmenti: 092, 092', 092", 092"', 392, 8", 8’". Il primo segmento 092 è una imboccatura cilindrica, cui segue il segmento 092' troncoconico, seguito da un segmento 092", cilindrico, più piccolo, cui segue lo spallamento 092"', adiacente ad un tratto 392 cilindrico di precisione, che termina con un canalino 8", chiuso da un segmento 8'", cortissimo, dello stesso diametro del segmento 392, Il foro 92" di uscita è tutto cilindrico e di diametro maggiore del foro d'ingresso ed è interrotto in prossimità del termine dal canalino 71' di alloggiamento dell’anello 71 elastico. Tra il foro 92' d’ingresso e il foro 92" d'uscita vi è il vano 162' nel quale ha libertà di escursione il cassetto 62 o organo mobile della valvola. Il cassetto 62 o organo mobile della valvola, è fatto di ceramica e come si è detto è a forma di parallelepipedo, ma esso, agli effetti del suo comando è montato in una cornice 162. Esso presenta un foro 12' dello stesso diametro della bussola 61. da descriversi in appresso. Una delle sue superfici maggiori 12", 12"' e precisamente la 12", rivolta verso la bussola 61, è finita in modo eccezionalmente liscio, piano e preciso. La cornice 162 riceve, nel proprio seno, l'organo 62 e il loro accoppiamento, in senso assiale al foi-o, è libero normale. La cornice 162 rappresenta l'organo conduttore della valvola, quindi anche l'organo al quale collegare il comando: semplice, nel caso in cui si tratti di un rubinetto o complesso e automatico, nel caso in cui si tratti di un regolatore di pressione. Siccome nel caso particolare la cornice 162 forma corpo unico con lo specifico organo conduttore della stessa ovvero condotto dal dispositivo di comando, tale organo conduttore e componenti connessi verranno descritti, di volta in volta, con riferimento al dispositivo di comando, sia del rubinetto che del riduttore. La bussola 61 è anch'essa fatta di ceramica e presenta la superficie complementare a quella del cassetto 62 levigata e combaciante perfettamente. Il diametro interno del foro 062' praticato nella bussola 61 corrisponde a quello 12' praticato nel cassetto 62. Il diametro esterno della bussola 61 stessa è inferiore al diametro del segmento 392 di foro 92' sicché il tratto 61' della bussola 61, a monte dell'anello 8 di tenuta, risulta immerso in una camera 08 a pressione bilanciata evitando così di sollecitarlo inutilmente a pressioni che potrebbero produrne la rottura. Tralasciando per il momento la descrizione dell'organo 11, 21 di comando, che tra l'altro è diverso a seconda se si tratta di una valvola (figg. 1, 3) o di un riduttore (Figure 2 e 4), si passa ora a descrivere il dispositivo di spinta (molla 8') e reggispinta (settore 7) che è parte essenziale dell'assetto della valvola, sia essa una semplice valvola o porzione di un regolatore di pressione. Il dispositivo di spinta è costituito dalla molla 8’; mentre il dispositivo reggispinta si compone di un doppio settore 7 e di un arresto 70, sostanzialmente diametrale (fig. 19) avente funzione di bilico. Il settore 7 e il bilico 70 sono entrambi fatti di lamiera, nel modo indicato nelle figure dalla 16 alla 18. La molla 8' è una molla, a spirale, fatta preferibilmente di filo acciaio inossidabile, le cui caratteristiche sono tali da produrre una forza compresa tra Kg 1 e 3. Il suo diametro esterno è inferiore al diametro interno del segmento 392 del foro 92' e il suo diametro interno è uguale o maggiore del diametro interno del segmento 092"' di spallamento. Nella fase di montaggio la molla viene montata per prima, poi si inserisce nella gola 8" la guarnizione 8 e dopo la bussola 61. Indi si parcheggia il settore 7 nella camera 162', in attesa del montaggio, sostanzialmente contestuale, da una parte del cassetto 62, che viene inserito dall'alto e dall'altra del bilico 70 che viene inserito dal foro 92". finalmente si monta l'anello seeger 71 nel solco 71’. Questo montaggio non propone eccessivi problemi di rasamento, in quanto eventuali differenze vengono compensate dalla molla 8’, la quale manifesta, nell'escursione di pochi mm, la forza costante prescelta, che è quella che assicura il contatto di tenuta tra le superfici combacianti della bussola 61 e del cassetto 62.
II comando automatico, cui si ricorre per l'allestimento di un regolatore di pressione può essere uno qualsiasi dei comandi noti, tenuto presente che la corsa di un regolatore con valvola a cassetto deve poter usufruire di una corsa maggiore rispetto a quella che serve in una valvola ad otturatore.
Il comando automatico convenzionale del riduttore di pressione, dovendo risolvere un problema di azione e reazione con spostamento, agente, da una parte sotto la spinta (di chiusura) della pressione da ridurre e dall'altra sotto la spinta (di apertura) di una molla, può assumere consistenza di cilindropistone o di membrana. Il dispositivo di comando convenzionale a membrana consiste di una membrana 4, di mezzi 91, 96 di collegamento della membrana ad un corpo fisso, di mezzi 062. .÷. di collegamento della membrana ad un organo mobile e di una molla 5. La membrana 4 è una membrana particolare fatta di materiale eventualmente elastomerico, ma anelasticizzato, eventualmente con una telatura. L'assetto della membrana, che garantisce il compimento della corsa in regime di pressione, è con sezione radiale anulare sostanzialmente ad "S", ove la corsa modifica tale sezione da una larghezza minore ad una larghezza maggiore. Nel caso in oggetto, ove si fosse adottata una membrana con tale assetto, la trafilatura della membrana corrispondente ad una corsa multipla avrebbe comportato un precoce snervamento con distruzione della membrana anche dovuto a confricamenti per difetti di guida degli organi d'accoppiamento associanti una molla metallica elicoidale.
Secondo una forma di pratica attuazione preferita della presente invenzione la membrana 4 è fatta totalmente di materiale elastomerico, massimamente deformabile, al limite di lattice, in quanto essa deve passare, di volta in volta, opponendo reazione minima, dall'assetto concavo o viceversa all'assetto convesso o viceversa, sposando, di volta in volta, con le proprie superfici maggiori contrapposte, le corrispondenti superfici concave dei gusci d'armatura all'uopo predisposti, sì da garantire il raggiungimento di almeno alcuni milioni di manovre in chiusura ed apertura. Ad esaltare questa propensione al passaggio dall'assetto concavo all'assetto convesso e viceversa sta lo stesso montaggio forzato relativamente della membrana 4 ove il margine circonferenziale interno, che a riposo presenta un diametro minore, viene obbligato da ganasce di diametro maggiore mentre il margine circonferenziale esterno, che a riposo presenta un diametro maggiore, viene obbligato da ganasce di diametro minore. Il tutto perfeziona un sistema sinergico, secondo il quale le economie di energia, operate nelle componenti meccaniche e strutturali, ha l'effetto di accelerare i due dati essenziali del riduttore, che sono la velocità di risposta e il differenziale di pressione tra la forza della molla e la pressione di uscita disponibile alla bocca di erogazione.
Secondo un'altra forma di pratica attuazione preferita della presente invenzione, ad agire sulla faccia 45 eolica della membrana, con funzioni di molla, è l'aria 5 a pressione iperatmosferica racchiusa in un serbatoio 50 alimentabile da una valvola 40 di per sé nota, quale una valvola per pneumatici di veicoli e comprendente la faccia 45 di monte o eolica della membrana 4. L'azione pneumatica esercitata direttamente sulla membrana 4 dal gas 5 secondo, il principio di Pascal, consente di gestire una valvola a cassetto secondo la presente invenzione con un minimo differenziale di pressione compreso tra gli 1 e i 6 m di colonna d'acqua. Inoltre, si concretizza la possibilità, anche pratica e non solo teorica, come avviene nei riduttori convenzionali di regolare, nel continuo temporale e quantitativo, la pressione sulla faccia idrica della membrana 4, al netto del differenziale di pressione, da un minimo, leggermente eccedente tale differenziale ad un massimo sostanzialmente corrispondente alla pressione P a monte del riduttore, con l'effetto pratico di disattivare il riduttore in casi di necessità, quale quello di utilizzazione del circuito di valle allacciato alla bocca B di uscita, come idrante o simile a portata Q e pressione P di rete. Quindi, qualora la regolazione venga effettuata alimentando aria 5 con una pompa, non rappresentata, provvista di manometro, non rappresentato, dalla lettura dei due manometri, quello della pompa, quello associato ad uno dei fori 60 della camera 6 di valle della valvola ovvero della faccia idrica della membrana ed eventualmente di un terzo associato alla rete si può avere nozione della pressione disponibile, della pressione differenziale e della risposta effettuale del riduttore sull’impianto di valle. Il controllo del solo manometro associato alla camera 6 di valle della valvola ovvero della faccia idrica della membrana,, consente di conoscere in ogni momento, la pressione disponibile ovvero la condizione attuale della molla eolica. La membrana 4 ha dunque forma di corona circolare e presenta i margini circolari esterno ed interno ispessiti da un risalto 44, 44' bisporgente, imprigionabili da coppie di flange che presentano ciascuna una gola 54, 64, 262, 362' corrispondente. La sezione radiale della membrana 4 è fatta a raò di mensola cioè con spessore centrifugamente decrescente.
Quindi la membrana 4 è l'interfaccia tra la camera eolica 5 e la camera idrica 6 ovvero tra le parti 96, 91 50, statiche e le parti 062, 62", 62"'cinematiche. Le parti cinematiche, ovviamente solidali con il corpo 62 mobile della valvola, comprendono, da una parte, in direzione radiale parallela ai lati maggiori del rettangolo la cornice 162 stessa conformata a flangia 62'" con sagomatura particolare da descriversi in appresso. Prominente assialmente dalla flangia 62'" vi è un manicotto 62"" filettato, esternamente. La flangia 62'" e il manicotto 62"" filettato cooperano con altrettanti organi antagonisti. Più precisamente la flangia 62'" coopera con una controflangia 62" ai fini di serrare tra loro e precisamente tra le loro semigole 262 e 362' il margine 44' interno ispessito di una membrana 4 anulare. Il serraggio avviene ad opera di un cannotto 62', filettato internamente, che si avvita sulla propaggine 62"" filettata esternamente della cornice 162. Il cannotto 62', all'estremità superiore, presenta un foro 062', cilindrico, accoppiabile all'esterno di un manicotto assiale discendente dalla calotta del dispositivo di comando. Tale accoppiamento consente lo scorrimento reciproco agli effetti di guidare il cassetto 62 nella propria escursione.
Le parti statiche comprendono: una carcassa 50, una flangia 91, le quali cooperano con la flangia 96 sostanzialmente simmetrica alla flangia 91. La calotta 50 reca pure una valvola 40. La carcassa 50, rappresentata nelle figure 5, 6 e 23, ha sostanzialmente forma di campana e al piede ha quattro angoli a modo di flangia, per il passaggio di viti per il fissaggio alla semiconchiglia 91. Nella parte sommitale della campana 50, al suo interno e con assetto discendente, vi è un cannotto 50' formante corpo unico con la carcassa 50. Il cannotto 50' assolve sostanzialmente due funzioni nel foro 50" interno riceve la valvola 40 di cui viene parlato in seguito, mentre con la sua superficie cilindrica esterna guida l'estremità superiore del cannotto 062 accoppiandosi al suo foro 062' cilindrico. In corrispondenza della superfìcie di base la calotta 50 presenta un solco 54 per un organo 54" di tenuta. Secondo una forma di pratica attuazione preferita della presente invenzione la carcassa 50 è fatta di materiale plastico e particolarmente di superpoliammide, particolarmente caricato con fibre di vetro. Dello stesso materiale viene fatto anche la flangia 91 la quale è provvista anch’essa degli angoli 91' e dei fori 91" complementari a quelli 95 della carcassa 50. Sulla superfìcie maggiore opposta presenta poi il solco 54.
Si passa ora a descrivere il procedimento di fabbricazione dèi pezzi speciali, secondo la presente invenzione, che sono il settore 7 e il bilico 70. Le fasi della loro costruzione sono rappresentate nelle figure dalla 16 alla 20 e precisamente dalla 15 alla 18 per il settore e dalla 19 alla 20 per il bilico. Per il settore 7 doppio, si parte da una bandella 07 e con uno stampo 071, 071' si trancia un bozzello 07'. Il bozzèllo 07' viene piegato in uno stampo 72, 72' ottenendone un semilavorato 07". Il semilavorato 07' viene sottoposto all’azione dello stampo 73, 73' ottenendone il manufatto finito nelle figure 15 e 18. Per l'allestimento del bilico 70 si parte anche qui da una bandella, ma di larghezza doppia, perché l'utensile a disco che viene impiegato è tale da produrre, per reazione, un secondo bozzello uguale e simmetrico. Il bozzello ottenuto viene sottoposto all'azione del congegno di figura 20, ottenendo cosi un manufatto del tipo rappresentato in figura 19.
Apprestati così i componenti si procede al loro montaggio. Il montaggio dei componenti fissi avviene sul semiguscio 96. I componenti mobili vengono innestati sul raccordo 62"" filettato. Sopra tutto viene messa la calotta 50 e il tutto viene bloccato con quattro viti, non rappresentate, che vengono passate nei fori 91", 95.
Il funzionamento del dispositivo, in base a quanto si è detto, dovrebbe essere evidente, comunque se ne dà, di seguito, un breve descrizione. Supponendo un assetto a regolatore di pressione, del tipo secondo l’invenzione rappresentato nelle figure 4 e 6, il manicotto, A, per esempio di 1 1/4" GAS, viene allacciato alla rete, nella quale vige una pressione P , per esempio di 10 atmosfere. Immediatamente il cassetto, che inizialmente si trovava nella posizione indicata in figura 4, si porta nella posizione di figura 6, in quanto la pressione di 10 atmosfere agisce sulla membrana 4, portandola dall’assetto concavo verso l'alto della figura 5, all'assetto convesso verso l’alto della figura 6, in quanto tale pressione non è retta da- alcuna pressione antagonista. Nelle condizioni descritte, il manometro, non rappresentato, associato ad uno dei fori 60 della camera 6 di valle della valvola ovvero della faccia idrica della membrana, segnerebbe zero. Infatti l'acqua che, inizialmente, grazie alla sua incomprimibilità aveva sollevato la membrana e organi connessi, non appena il cassetto ha determinato la chiusura, l'acqua, non più sollecitata, o è rimasta a stagnare nella camera idrica 6 o è stata scaricata, da uno dei rubinetti di valle, non rappresentati. In queste condizioni la pressione agisce:
1) sulla corona circolare che rappresenta la superficie frontale adiacente alla molla 8', questa pressione è retta direttamente dal cassetto e indirettamente rispettivamente dal settore 7, dal bilico 70 e dall'anello 71;
2) su parte della superficie cilindrica esterna della bussola 61 cioè fino al limite segnato dalla tenuta 8;
3) su tutta la superficie cilindrica del foro della bussola. Con la conseguenza che la pressione centrifuga agente sulla parte di bussola a valle della guarnizione 8, non bilanciata dalla pressione centripeta, tende a far esplodere la bussola stessa; questo rappresenta un limite per la bussola il cui spessore di parete non può essere ridotto oltre un certo limite;
4) su una porzione di superficie frontale del cassetto corrispondente all'area del cerchio del foro ø della bussola 61. Questa pressione è retta direttamente dal settore 7 e indirettamente rispettivamente, dal bilico 70 e dall'anello 71 con l'impegno delle linee di contatto 7' e 70'.
Una volta che il cassetto ha raggiunto l'apice della corsa rimane in quella posizione ivi mantenutovi dall’attrito anche se gli attriti stessi sono minimizzati dagli accorgimenti che rispondono alla seguente formula:
Per smuovere il cassetto 62, da questa condizione di chiusura cieca, occorre esercitare, sulla faccia 45 eolica della membrana 4, una pressione capace almeno di vincere gli attriti e preferibilmente superiore, tale da costituire la pressione P eroganda del riduttore. Per ottenere ciò si va a caricare, con un aeriforme compresso la valvola 40 eolica ovvero la camera 5 eolica. Ad ogni incremento di pressione nella camera 5 eolica si ha un adeguamento di pressione nella camera 6 idrica. Per cui si pompa aria dalla valvola 40 sinché il manometro, non rappresentato, segna la pressionè P eroganda. A questo punto, ad ogni apertura di un rubinetto nel circuito di valle, si ha l'erogazione di liquido alla pressione p esatta.
Poiché il trovato è stato descritto e rappresentato a semplice titolo indicativo e non limitativo, ben s'intende che potranno essere arrecate numerose modifiche al suo insieme ed ai suoi particolari, senza tuttavia scostarsi dai principi basilari sui quali è fondata la presente invenzione.

Claims (25)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Valvola a cassetto, particolarmente adatta ad essere associata ad un comando per il suo funzionamento automatico a riduttori di pressione del tipo comprendente: a) un accoppiamento di chiusura a cassetto a componenti (61, 62) ceramici includente almeno una molla (8’), b) un dispositivo (7, 70, 71) di compensazione; c) un dispositivo (4) di tenuta, e ove incorporata in un regolatore di pressione automatico, d) un dispositivo (22) di comando comprendente almeno una molla (5) caratterizzata dal fatto che: a) i componenti (61, 62) dell'accoppiamento cooperano ciascuno con un unico foro (12', φ) di passaggio su una corsa superiore alla dimensione omodirezionale del componente (62) mobile; b) il dispositivo (7, 70, 71) di compensazione è meccanico e comprende almeno un settore (7) capace di trasformare l'attrito radente, dovuto alla pressione (P) sui componenti (61, 62) di tenuta in direzione assiale, in attrito volvente in direzione normale alla pressione (P) stessa; c) il dispositivo (4) di tenuta tra le camere (6 e 5) è di tipo statico, cioè attuato attraverso una membrana (4); , d) il comando comprendente una molla (5) avviene attraverso la membrana (4) sulle facce (45,, 45') maggiori rispettivamente eolica e idraulica della quale agiscono pressioni preponderatamente bilanciate, ove la componente sollecitante la membrana (4) nei due sensi è solo quella differenziale destinata a compensare gli attriti di spostamento operativo.
  2. 2. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che, comprende una carcassa (92) sostanzialmente a "T", un cassetto (62) sostanzialmente parallelepipedo, una tenuta (61) a consistenza di bussola, una molla (8'), un anello (8) di tenuta cosiddetto "O" ring, facente tenuta tra la carcassa (92) e la bussola (61), un settore (7) reggispinta, un bilico (70) apprestante un accoppiamento con il fulcro (70') antagonista del settore (7) reggispinta e un anello (71) elastico cosiddetto Seeger facente da spallamento al bilico (70.); la carcassa (92) avendo consistenza di raccordo a "T i cui ingresso (92') e uscita (92") sono allineati e l’apertura normale (192) è riservata agli organi di comando, l’ingresso (91’) essendo tubolare e presentando esternamente una filettatura (292) e all'interno un foro costituito da sette segmenti (092, 092’, 092", 092"’, 392, 8", 8'”).
  3. 3. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che il primo segmento (092) è un'imboccatura cilindrica cui segue il segmento (092') troncoconico, seguito da un segmento cilindrico (092”) più piccolo, cui segue lo spallamento (092"'), adiacente ad un tratto (392) cilindrico di precisione, che termina con un canalino (8”) chiuso da un segmento (8") cortissimo dello stesso diametro del, segmento (392), il foro (92") d'uscita è tutto cilindrico e di diametro maggiore del foro (92') d'ingresso ed è interrotto, in prossimità del termine, dal canalino (71') d'alloggiamento dell'anello (71) elastico, tra il foro (92') d'ingresso e il foro (92") d'uscita essendovi, il vano (162') nel quale ha libertà di escursione il cassetto (62) o organo mobile della valvola.
  4. 4. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che il cassetto (62) o organo mobile della valvola (1, 2) è fatto di ceramica è a forma di parallelepipedo e agli effetti del suo comando è montato in una cornice (162), esso presenta un foro (12') dello stesso diametro della bussola (61), ove una delle sue superimi maggiori (12", 12"’) e precisamente la (12") rivolta verso la bussola (61) è finita in modo eccezionalmente liscio, piano e preciso.
  5. 5. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la cornice (162) riceve, nel proprio seno l'organo (62) e il loro accoppiamento, in senso assiale al foro, è libero normale, ove la cornice (162) rappresenta l'organo conduttore della valvola, quindi anche l’organo al quale collegare il comando: semplice nel caso in cui si tratti di un rubinetto o complesso e automatico nel caso in cui si tratti di un regolatore di pressione.
  6. 6. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la cornice (162) forma corpo unico con lo specifico organo conduttore della stessa ovvero condotto dal dispositivo di comando di tale organo conduttore e organi connessi.
  7. 7. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che il dispositivo di spinta è costituito da una molla (8'); mentre il dispositivo reggispinta si compone di un doppio settore (7) e di un arresto (70), sostanzialmente diametrale (fig. 19) avente funzione di bilico.
  8. 8. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che il settore (7) e il bilico (70) sono entrambi fatti di lamiera.
  9. 9. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla l'ivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la molla (8’) è una molla a spirale fatta preferibilmente di filo d'acciaio inossidabile le cui caratteristiche sono tali da produrre una forza compresa tra Kg 1 e 3, il suo diametro esterno è inferiore al diametro interno del segmento (392) del foro (921) e il suo diametro interno uguale o maggiore del diametro interno del segmento (092'") di spallamento.
  10. 10. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto che nella fase di assemblaggio la molla (8') viene montata per prima, poi si inserisce nella gola (8") la guarnizione (8) e dopo la bussola (61), indi si parcheggia il settore (7) nella camera ( 162') in attesa del montaggio, sostanzialmente contestuale, da una parte del cassetto (62) che viene inserito dall'alto e dall'altra del bilico (70) che viene inseriti dal foro (92"). finalmente si monta l'anello seeger (71) nel solco (71').
  11. 11. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che l'assetto della membrana (4) che garantisce il compimento della corsa in regime di pressione è con sezione radiale anulare sostanzialmente ad "S", ove la corsa modifica tale sezione da una larghezza minore ad una larghezza maggiore.
  12. 12. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la membrana (4) è fatta totalmente di materiale elastomerico, massimamente deformabile, al limite di lattice, in quanto essa deve passare, di volta in volta opponendo reazione minima dall’assetto concavo o viceversa all'assetto convesso o viceversa, sposando di volta in volta con le proprie superfici (45, 45') maggiori contrapposte le corrispondenti superfici concave dei gusci (62", 62'") di armatura all'uopo pi’edisposti, sì da garantire nella vita della membrana il raggiungimento di almeno alcuni milioni di manovre in chiusura ed apertura.
  13. 13. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che ad esaltare questa propensione al passaggio dall'assetto concavo all'assetto convesso a quello concavo e viceversa sta lo stesso montaggio forzato relativamente della membrana (4), ove il margine (44') circonferenziale interno che a riposo presenta un diametro minore viene obbligato da ganasce (262, 362') di diametro maggiore mentre il margine circonferenziale esterno (44) che a riposo presenta un diametro maggiore viene obbligato da ganasce (64, 54) di diametro minore, per cui si perfeziona un sistema sinergico secondo il quale le economie di energia operate nelle componenti meccaniche e strutturali ha l'effetto di accelerare i due dati essenziali del riduttore che sono la velocità di risposta e il differenziale di pressione tra la forza della molla (5) e la pressione di uscita disponibile alla bocca (92") di erogazione.
  14. 14. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che ad agire sulla faccia (45 ) eolica della membrana (4) con funzioni di molla è l'aria (5) a pressione iperatmosferica, racchiusa in un serbatoio (50) alimentabile da una valvola (4), di per sé nota, quale una valvola per pneumatici di veicoli e comprendente la fàccia (45) di monte o eolica della membrana (4).
  15. 15. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che l'azione pneumatica esercitata direttamente sulla membrana (4) dal gas (5), secondo, il principio di Pascal, consente di gestire una valvola (2) a cassetto con un minimo differenziale di pressione compreso tra gli 1 e i 6 m di colonna d'acqua, concretizzando la possibilità di regolare, nel continuo temporale e quantitativo, la pressione sulla faccia (45') idrica della membrana (4) al netto del differenziale di pressione, da un minimo, leggermente eccedente tale differenziale ad un massimo sostanzialmente corrispondente alla pressione P a monte del riduttore, con l’effetto pratico di disattivare il riduttore in casi di necessità, quale quello di utilizzazione del circuito di valle allacciato alla bocca (B, 92") di uscita, come idrante o simile a portata Q e pressione P di rete.
  16. 16. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la membrana (4) in pianta ha forma di corona circolare e presenta i margini circolari esterno ed interno ispessiti da un risalto (44, 44'), bisporgente, imprigionabili da coppie di flange (62", 62"'; 91, 96) che presentano ciascuna una gola (262, 362'; 54, 64) corrispondente e la sua sezione radiale è fatta a mò di mensola, cioè con spessore centrifugamente decrescente.
  17. 17. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la membrana (4) è l'interfaccia tra la camera (5) eolica e la camera (6) idrica ovvero tra le parti (96, 91, 50) statiche e le parti (062, 62", 62"') cinematiche, ove le parti cinematiche, ssolidali con il corpo (62) mobile della valvola (2), comprendono da una parte, in direzione radiale parallela ai lati maggiori del rettangolo della cornice (162) stessa, conformata a flangia (62'") con sagomatura particolare, ove prominente assialmente dalla flangia (62'") vi è un manicotto (62"") filettato, esternamente, la flangia (62'") e il manicotto (62"") filettato cooperando con altrettanti organi antagonisti.
  18. 18. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la flangia (62"') coopera con una controflangia (62") ai fini di serrare tra loro e precisamente tra le loro semigole (262 e 362') il margine (44') interno ispessito di una membrana (4) anulare, il serraggio avvenendo ad opera di un cannotto (62') filettato internamente che si avvita sulla propaggine (62"") filettata esternamente della cornice (162), il cannotto (62’) all'estremità superiore presentando un foro (062'), cilindrico, accoppiabile all’esterno di un manicotto assiale discendente dalla calotta del dispositivo di comando, ove tale accoppiamento consente lo scorrimento reciproco agli effetti di guidare il cassetto (62) nella propria escursione.
  19. 19 Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che le parti statiche comprendono una carcassa (50) una flangia (91), che cooperano con la flangia (96) sostanzialmente simmetrica alla flangia (91), la calotta (50) reca pure una valvola (40), la carcassa (50), ha sostanzialmente forma di campana e al piede quattro angoli (95) a modo di flangia per il passaggio di viti per il fissaggio alla semiconchiglia (91), nella parte sommitale al suo interno e con assetto discendente vi è un cannotto (50’) formante corpo unico con la carcassa (50) stessa, ove il cannotto (50') assolve sostanzialmente due funzioni: e precisamente nel foro (50") interno riceve la valvola (40), mentre con la sua superficie cilindrica esterna guida l'estremità superiore del cannotto (062) accoppiandosi al suo foro ( 0621) cilindrico.
  20. 20. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che in corrispondenza della superficie di base la calotta (50) presenta un solco (54’) per un organo (54") di tenuta.
  21. 21. Valvola (1, 2), a cassetto, di cui alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la carcassa (50) e la flangia (91) sono fatte di materiale plastico e particolarmente di superpoliammide, particolarmente caricato con fibre di vetro, detta flangia (91) essendo provvista anch'essa degli angoli (91') e dei fori (91") complementari a quelli (95) della carcassa (50). posti sulla superficie maggiore opposta, presenta poi il solco (54).
  22. 22. Procedimento di fabbricazione di settori (7) caratterizzato dal fatto che si parte da una bandella (07) e con uno stampo (071, 071’) si trancia un bozzello (07'). il bozzello (07') viene piegato in uno stampo (72, 72') ottenendone un semilavorato (07"), il semilavorato (07") venendo sottoposto all'azione dello stampo (73, 73') ottenendone il manufatto finito nelle figure 15 e 18.
  23. 23. Procedimento di fabbricazione di settori (7) caratterizzato dal fatto che per l'allestimento del bilico (70) si parte da una bandella di larghezza doppia in quanto l'utensile a disco che viene impiegato è tale da produrre, per reazione, un secondo bozzello uguale e simmetrico, il bozzello ottenuto venendo sottoposto all'azione del congegno di figura 20, ottenendo cosi un manufatto del tipo rappresentato in figura 19.
  24. 24. Procedimento di montaggio di cui alla rivendicazione caratterizzato dal fatto che rassemblaggio dei componenti fìssi avviene sul semiguscio (96), i componenti mobili venendo innestati sul raccordo (62"") filettato la calotta (50), il tutto venendo bloccato con quattro viti che vengono passate nei fori ( 91", 95).
  25. 25. Valvola a cassetto particolarmente medio piccola e mezzi per il suo azionamento, particolarmente utilizzabili nei riduttori di pressione e procedimento per la loro fabbricazione, di cui alle rivendicazioni precedenti e sostanzialmente conformi a quanto descritto e rappresentato e per gli scopi specificati.
IT96VA000023A 1996-11-04 1996-11-04 Valvola a cassetto e mezzi per il suo azionamento particolarmente utilizzabili nei riduttori di pressione e procedimento per la loro IT1289208B1 (it)

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