ITBO20130375A1 - Riduttore di pressione - Google Patents

Riduttore di pressione

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ITBO20130375A1
ITBO20130375A1 IT000375A ITBO20130375A ITBO20130375A1 IT BO20130375 A1 ITBO20130375 A1 IT BO20130375A1 IT 000375 A IT000375 A IT 000375A IT BO20130375 A ITBO20130375 A IT BO20130375A IT BO20130375 A1 ITBO20130375 A1 IT BO20130375A1
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IT
Italy
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piston
chamber
ring
cavity
reducer according
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IT000375A
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Inventor
Federico Michelini
Alberto Vecchi
Nunzio Vittoso
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Metatron S R L
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    • F02M21/02Apparatus for supplying engines with non-liquid fuels, e.g. gaseous fuels stored in liquid form for gaseous fuels
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Description

DESCRIZIONE
Annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo
RIDUTTORE DI PRESSIONE
La presente invenzione ha per oggetto un riduttore di pressione, in particolare un riduttore di pressione inseribile all’interno di un sistema di alimentazione per un motore endotermico a gas, metano, GPL o LNG. La presente invenzione trova principale applicazione nel settore dell’automotive, ed in particolare nella realizzazione di stadi di bassa pressione in impianti di alimentazione per motori endotermici a gas, metano, GPL o LNG.
Nella tecnica nota sono principalmente conosciute due tipologie di riduttori di pressione “meccanici†, nominalmente a pistone o a membrana.
I riduttori a pistone, comunemente realizzati dalle case cosiddette OEM (produttori di apparecchiature originali), comprendono un corpo valvola cavo al cui interno à ̈ scorrevole un pistone, il quale definisce l’elemento sensibile del sistema.
Per garantire la tenuta del sistema tale pistone à ̈ provvisto, in corrispondenza della testa (ovvero la parte a diametro maggiore su cui agiscono in contrapposizione la pressione e la molla), di una guarnizione a labbro, ovvero vincolata alla testa e attestata al corpo valvola, mobile rispetto ad esso per strisciamento.
In altre parole, la variazione di pressione impartisce un movimento al pistone, il quale trascina con se la guarnizione deformandola.
Chiaramente, tale struttura comporta la nascita di effetti di attrito (statico e dinamico) tra la guarnizione e la parete interna della cavità, i quali specie in applicazioni a bassa pressione, hanno un’elevata incidenza sul bilancio di forze che si vengono a creare all’interno del riduttore.
Infatti, una così alta incidenza della forza di attrito, in applicazioni a bassa pressione, comporta una grande variabilità del valore di pressione in uscita dal riduttore, il che ne inficia l’efficienza.
Peraltro, si noti che i fenomeni di attrito tendono ad aumentare con il passare del tempo a causa di un deterioramento nella lubrificazione del pistone.
Alternativamente, in particolare nel cosiddetto aftermarket, vengono commercializzati riduttori a membrana, in cui l’elemento sensibile à ̈ definito appunto dalla sola membrana, avente forma circolare e definente un setto deformabile tra una camera a pressione più alta ed una camera a pressione più bassa (in genere a pressione atmosferica) e provvista al suo interno di una molla di riscontro.
La membrana dunque à ̈ collegata ad un otturatore per regolarne la posizione e definire la luce di passaggio del gas (e dunque la caduta di pressione).
Tale soluzione, pur conferendo dei vantaggi dal punto di vista delle forze in gioco, avendo eliminato l’attrito della guarnizione, introduce non pochi problemi legati all’affidabilità del componente.
Infatti, pur essendo realizzate con i più moderni materiali (es. gomma telata), le membrane dei riduttori sono soggette a normative che, a causa dell’elevato stress a fatica cui sono sottoposte, ne limitano l’utilizzo a non più di 20.000 km (sulle autovetture).
In questa luce, se da un lato agevolano il controllo della pressione, dall’altro riducono notevolmente le performances dal punto di vista dell’affidabilità e della durata.
Sante la situazione appena descritta, il cliente/costruttore si vede ad oggi costretto a scegliere, in funzione della tipologia di applicazione, tra due soluzioni, nessuna delle quali risulta esente da inconvenienti.
Scopo della presente invenzione à ̈ dunque quello di proporre un riduttore di pressione in grado di superare gli inconvenienti della tecnica nota sopracitata.
In particolare, scopo della presente invenzione à ̈ mettere a disposizione un riduttore di pressione di semplice realizzazione ed alta efficienza.
Più precisamente, à ̈ scopo della presente invenzione mettere a disposizione un riduttore di pressione del tipo a pistone in grado di limitare al massimo il range di pressioni in uscita.
Detti scopi sono raggiunti da un riduttore di pressione avente le caratteristiche di una o più delle unite rivendicazioni, ed in particolare comprendente un corpo valvola provvisto di una cavità interna delimitata da una parete laterale, un pistone alloggiato nella cavità interna in modo da suddividerla in una prima ed una seconda camera e ad essa scorrevolmente associato per muoversi tra una prima posizione, in cui tale prima camera presenta volume massimo, ed una seconda posizione, in cui tale prima camera presenta volume minimo.
Inoltre, il riduttore presenza almeno una molla collocata all’interno della prima camera della cavità, operativamente interposta tra il corpo valvola ed il pistone e configurata per agire sul pistone stesso per spingerlo verso la prima posizione, ed almeno un elemento di tenuta interposto tra il pistone e la parete laterale del corpo valvola per impedire trafilamenti di fluido tra la prima e la seconda camera.
Secondo l’invenzione, l’elemento di tenuta à ̈ definito da un anello flessibile sviluppantesi tra un bordo esterno, fissato alla parete laterale della cavità, ed un bordo interno, fissato al pistone in modo da deformarsi senza strisciamento su detta parete laterale durante il movimento del pistone tra la prima e la seconda posizione.
Vantaggiosamente, in tal modo, pur mantenendo tutti i vantaggi di affidabilità e durata del riduttore “a pistone†, ne vengono ridotti gli inconvenienti, in quanto vengono eliminate le componenti di attrito dal bilancio di forze.
Infatti, essendo entrambi i bordi dell’anello vincolati ai componenti del riduttore, esso non à ̈ soggetto a fenomeni di strisciamento. Di conseguenza, l’unica forza che entra in gioco in opposizione al movimento del pistone à ̈ data dalla resistenza alla deformazione dell’elemento di tenuta, la quale ha un’incidenza molto inferiore rispetto all’attrito.
Si noti che l’anello di cui sopra non può essere in alcun modo assimilato alla membrana di un regolatore a membrana, in quanto à ̈ il pistone a definire l’elemento sensibile del sistema e ad essere movimentato dalla variazione di pressione; l’anello viene trainato e deformato dal pistone nel suo movimento.
Al fine di evitare l’affaticamento del materiale, l’anello presenta una struttura sostanzialmente a soffietto, mobile tra una configurazione compatta, corrispondente alla prima posizione del pistone, ed una configurazione distesa, corrispondente alla seconda posizione del pistone. Più precisamente, la struttura sostanzialmente a soffietto dell’anello à ̈ definita da un profilo provvisto di almeno un apice definito da due fronti di salita giuntati in corrispondenza dell’apice stesso e mobili elasticamente tra una posizione avvicinata, corrispondente alla configurazione compatta, ed una posizione allontanata, corrispondente alla configurazione distesa. In altre parole, l’apice à ̈ definito da due setti anulari contrapposti, tra loro angolati e giuntati in corrispondenza dell’apice stesso, in cui l’apice funge sostanzialmente da perno (ovvero fulcro o gomito) tra la posizione avvicinata, in cui le due pareti sono sostanzialmente affacciate, e la posizione allontanata, in cui le due pareti definiscono un angolo ottuso. Si noti che, preferibilmente, l’apice definisce una concavità dell’anello rivolta verso la seconda camera, ovvero la camera in pressione (bassa pressione) in modo che il fluido all’interno della seconda camera stessa sia operativamente attivo su detti fronti per spingerli verso la posizione allontanata.
Infatti, la pressione all’interno della seconda camera, maggiore rispetto a quella nella prima (sostanzialmente atmosferica) tende a “spanciare†la concavità aprendo le due pareti anulari (ovvero di due fronti) mantenendo il bordo interno ed il bordo esterno dell’anello adesi rispettivamente al pistone ed alla parete laterale della cavità.
Tali caratteristiche risulteranno maggiormente evidenziate dalla descrizione seguente di una preferita forma realizzativa, illustrata a puro titolo esemplificativo e non limitativo nelle unite tavole di disegno, in cui: - le figure 1a-1b mostrano viste in sezione longitudinale di un riduttore di pressione secondo una prima forma realizzativa della presente invenzione in due successive configurazioni operative;
- le figure 2a-2c mostrano rispettivamente una vista prospettica, laterale ed in sezione di un anello flessibile del riduttore di figure 1a-1b;
- le figure 3a-3b mostrano viste in sezione longitudinale di un riduttore di pressione secondo una seconda forma realizzativa della presente invenzione in due successive configurazioni operative;
- le figure 4a-4c mostrano rispettivamente una vista prospettica, laterale ed in sezione di un anello flessibile del riduttore di figure 3a-3b.
Con riferimento alle allegate figure, con il numero 1 Ã ̈ indicato un riduttore di pressione secondo la presente invenzione.
Il riduttore di pressione 1 à ̈ preferibilmente progettato per essere inserito in un sistema di alimentazione per motori endotermici a gas, ancor più preferibilmente metano, GPL o LNG.
Nella sua applicazione principale, il riduttore (o regolatore) 1 secondo la presente invenzione à ̈ collocato nello stadio di bassa pressione di un sistema di alimentazione, ovvero à ̈ configurato per alimentare gli iniettori del motore con una pressione compresa tra 1e 10 bar, preferibilmente compresa tra 1,5 e 5 bar.
Il riduttore 1 dunque comprende un corpo valvola 2 provvisto di una cavità interna 3 delimitata da una parete laterale 3a. Il corpo valvola 2 à ̈ dunque un elemento scatolare, preferibilmente cilindrico, provvisto di mezzi di connessione 2a con uno stadio di alta pressione del sistema di alimentazione (non illustrato). Preferibilmente, i mezzi di connessione sono definiti da una filettatura o da un incastro.
Più precisamente, la cavità 3 comprende una porzione a diametro maggiore 4, delimitata dalla suddetta parete laterale 3a, ed una porzione a diametro minore 5, in prossimità della quale sono preferibilmente collocati i succitati mezzi di connessione 2a.
Dunque, la cavità 3 presenta un ingresso in corrispondenza della porzione a diametro minore 5 ed un uscita in corrispondenza della porzione a diametro maggiore 4. Si noti che i termini "ingresso" ed "uscita" sono utilizzati in relazione ad una condizione di utilizzo del regolatore 1, in quanto il fluido (gas) tende a fluire dalla zona ad alta pressione (in prossimità di detto ingresso) alla zona a bassa pressione (in prossimità di detta uscita).
Si noti che il regolatore 1 à ̈ del tipo a pistone, ovvero comprende un pistone 6 alloggiato nella cavità 3 interna in modo da suddividerla in una prima 7 ed una seconda camera 8.
In altre parole, il pistone 6 comprende almeno una testa 6a alloggiata nella cavità 3 e definente un setto di separazione tra la prima 7 e la seconda camera 8. Dunque, la testa 6a presenta un primo lato affacciato nella prima camera 7 ed un secondo lato, opposto al primo 7, affacciato nella seconda camera 8.
Tale pistone 6 à ̈ scorrevolmente associato alla cavità 3 per traslare all’interno della stessa lungo una direzione di movimentazione “A†. Tale direzione di movimentazione “A†à ̈ sostanzialmente parallela (e corrispondente) ad un asse centrale di sviluppo del corpo valvola 2 (ed in particolare della cavità 3).
Il pistone 6 à ̈ dunque mobile tra una prima posizione, in cui la prima camera 7 presenta volume massimo, ed una seconda posizione, in cui la prima camera 7 presenta volume minimo. Analogamente, in tali prima e seconda posizione, la seconda camera 8 presenta rispettivamente volume minimo e massimo, essendo i volumi delle camere complementari per definire il volume della cavità.
Dunque la testa 6a del pistone 6 definisce un setto mobile scorrevolmente nella cavità tra la prima e la seconda posizione.
Preferibilmente, il pistone 6 comprende anche uno stelo 6b, di diametro minore, rispetto alla testa 6a (avente dunque diametro maggiore) e sviluppantesi lungo l’asse di movimentazione "A" del pistone 6 tra un primo estremo 9a, vincolato alla testa 6a, ed un secondo estremo 9b, libero, aggettante esternamente alla cavità 3.
Più precisamente, il secondo estremo 9b dello stelo 6b definisce l’otturatore del riduttore 1 in quanto la sua posizione determina la caduta di pressione.
Si noti che la testa 6a del pistone 6 à ̈ alloggiata e scorrevole all’interno della porzione a diametro maggiore 4 della cavità 3. Lo stelo 6b à ̈ invece alloggiato e scorrevole all’interno della porzione a diametro minore 5 della cavità 3.
Nella forma realizzativa preferita, il pistone 6 (ed in particolare lo stelo 6b) presenta un condotto 10 interno passante sviluppantesi tra una sezione di ingresso, affacciata esternamente alla cavità 3, ed una sezione di uscita sfociante in detta seconda camera 8 per mettere in comunicazione di fluido la seconda camera 8 con uno stadio di alta pressione del riduttore 1. In altre parole, la sezione di ingresso corrisponde al secondo estremo 9b dello stelo 6b, mentre la sezione di uscita à ̈ affacciata internamente alla seconda camera 8 ed à ̈ definita da un’apertura nella testa 6a del pistone 6.
Dunque, il fluido nella seconda camera 8 presenta pressione maggiore rispetto a quello in detta prima camera 7.
Più precisamente, il fluido nella seconda camera 8 à ̈, in uso, gas di alimentazione del motore a bassa pressione (compresa tra 1 e 10 bar). Al contrario, il fluido nella prima camera 7 à ̈ aria a pressione atmosferica (circa 1 bar).
Il riduttore 1 comprende inoltre mezzi di riscontro 11 operativamente interposti tra il corpo valvola 2 ed il pistone 6 configurati per esercitare una forza elastica sul pistone 6 stesso.
Più precisamente, i mezzi di riscontro sono definiti da un organo elastico (ovvero una molla 11a) alloggiato internamente alla cavità 3 (ed in particolare alla prima camera 7).
Tale molla 11a à ̈ configurata per agire sul pistone 6 per spingerlo verso la prima posizione. In altre parole, la molla 11a lavora a compressione tra una parete di testa 2a del corpo valvola 2 e la testa 6a del pistone 6.
Preferibilmente, la molla 11a si sviluppa lungo un proprio asse centrale corrispondente all’asse centrale della cavità 3. Dunque, la molla 11a à ̈ coassiale allo stelo 6b del pistone 6.
Preferibilmente, il corpo valvola comprende una porzione tubolare 2b coassiale alla parete laterale 3a della cavità 3 definente la porzione a diametro minore 4 della stessa.
La molla 11a à ̈ preferibilmente disposta attorno a detta porzione tubolare 2b in modo da mantenersi coassiale allo stelo 6b.
Al fine di impedire trafilamenti di fluido tra la prima 7 e la seconda camera 8, il riduttore 1 comprende almeno un elemento di tenuta 12 interposto tra il pistone 6 e la parete laterale 3a della cavità 3 del corpo valvola 2.
Più precisamente, l’elemento di tenuta 12 à ̈ definito da un anello flessibile 13 sviluppantesi tra un bordo esterno 13a, fissato alla parete laterale 3a della cavità 3, ed un bordo interno 13b, fissato al pistone 6 in modo da deformarsi senza strisciamento su detta parete laterale 3a durante il movimento del pistone 6 tra la prima e la seconda posizione.
Vantaggiosamente, in tal modo vengono eliminate le componenti di attrito nel movimento del pistone 6, alle quali viene sostituita la componente elastica nascente dalla deformazione dell’anello flessibile 13, di incidenza molto inferiore.
In altre parole, in tal modo à ̈ possibile ottenere un riduttore garantito “for life†in quanto del tipo a pistone (essendo quest’ultimo l’elemento sensibile) ma presentante un’efficienza molto alta anche a basse pressioni in quanto sostanzialmente privo di componenti di attrito.
Si noti che, di quanto sopra menzionato, à ̈ particolarmente importante sottolineare che nel riduttore 1 secondo la presente invenzione l’elemento sensibile alle variazioni di pressione à ̈ il pistone 6, mentre l’anello 13 presenta l’unica funzione di tenuta (essendo infatti un elemento di tenuta 12). Infatti, à ̈ il pistone 6 a deformare l’anello 13 durante la sua movimentazione tra la prima e la seconda posizione e non l’anello 13 a spostare il pistone 6.
Dunque, l’anello 13 à ̈ realizzato in un materiale impermeabile e deformabile elasticamente (flessibile).
Preferibilmente, tale anello 13 à ̈ realizzato in materiale polimerico. Ancor più preferibilmente, l’anello 13 à ̈ realizzato con un polimero termoplastico. Nella forma realizzativa preferita, sebbene ciò non limiti l’utilizzo di altri materiali adatti, tale anello 13 à ̈ realizzato in poliuretano.
Dunque, il bordo interno 13b ed il bordo esterno 13a dell’anello 13 sono fissati (senza possibilità di strisciamento) rispettivamente al pistone 6 (ovvero alla testa 6a) ed alla parete laterale 3a della cavità 3.
Tali bordi 13a, 13b possono essere fissati mediante morse o flange oppure per interferenza.
Preferibilmente, il bordo esterno 13a à ̈ vincolato meccanicamente alla parete laterale 3a della cavità 3 mediante mezzi a morsa o flangia 14. In una prima forma realizzativa, il bordo interno 13b dell’anello 13 à ̈ vincolato al pistone 6, ed in particolare alla testa 6a del pistone 6, per interferenza.
In altre parole, l’anello 13 presenta una propria configurazione indeformata (ovvero “libera†) difforme dalla configurazione che assume all’interno del regolatore 1. Dunque, una volta inserito all’interno del regolatore 1 e vincolato alla parete laterale 3a della cavità 3, l’anello viene deformato e forzato in battuta sul pistone 6 in modo “interferente†. Di conseguenza, il bordo interno 13b dell’anello 13, in tale forma realizzativa, à ̈ conformato per esercitare una pressione (almeno in parte radiale) sul pistone 6 al fine di mantenersi ad esso ancorato.
Per facilitare tale accoppiamento (figure 3a-3c), preferibilmente la testa 6a del pistone 6 à ̈ provvista di una scanalatura circonferenziale 15 di alloggiamento per il bordo interno 13b dell’anello 13.
Vantaggiosamente, le spalle della scanalatura circonferenziale 15 definiscono dei corpi di blocco assiale (ovvero lungo la direzione di movimentazione “A†) per il bordo interno 13b dell’anello 13.
Dunque, l’anello 13 si sviluppa tra il bordo interno 13b ed il bordo esterno 13a con una porzione intermedia 13c deformabile, più precisamente deformabile in modo elastico.
Nella forma realizzativa preferita, l’anello 13, ed in particolare la porzione intermedia 13c, presenta una struttura sostanzialmente a soffietto per deformarsi tra una configurazione compatta, corrispondente alla prima posizione del pistone 6, ed una configurazione distesa, corrispondente alla seconda posizione del pistone 6.
Più precisamente, la porzione intermedia 13c dell’anello 13 à ̈ definita da un profilo provvisto di almeno un apice 16 definito da due fronti di salita 16a giuntati in corrispondenza dell’apice 16 stesso e mobili elasticamente tra una posizione avvicinata, corrispondente alla configurazione compatta, ed una posizione allontanata, corrispondente alla configurazione distesa. In altre parole, i due fronti 16a sono sostanzialmente girevoli l’uno rispetto all’altro in reciproco avvicinamento ed allontanamento tra la posizione avvicinata e la posizione allontanata.
Si noti che l’apice 16 definisce sostanzialmente un perno (o fulcro) della rotazione dei suddetti due fronti 16a.
Con il termine “fronti di salita 16a†si intendono nel presente testo due setti anulari tra loro angolati ed inclinati in reciproco avvicinamento, giuntati in corrispondenza dell’apice 16.
Preferibilmente, l’apice 16 definisce una concavità dell’anello 13 rivolta verso la seconda camera 8, in cui in modo che il fluido all’interno della seconda camera 8 (ovvero il gas in bassa pressione) sia operativamente attivo sui fronti 16a per spingerli verso la posizione allontanata.
Infatti, essendo la pressione nella seconda camera 8 più alta rispetto a quella nella prima camera (atmosferica) il fluido in pressione in tale seconda camera 8 tende a “spanciare†la concavità dell’anello 13 contribuendo a mantenere ancorati il bordo esterno 13a ed il bordo interno 13b .
Si noti che la porzione intermedia 13c potrebbe presentare anche una successione di apici e gole (ovvero una pluralità di apici 16). Ciò à ̈ da stabilirsi in funzione del materiale e della corsa del pistone 6. Nelle forma illustrata, l’anello 13 presenta un solo apice 16 e la corsa del pistone à ̈ di circa 2 mm.
Per completezza, si evidenzia che il riduttore 1 Ã ̈ provvisto di un ulteriore elemento di tenuta 17 operativamente interposto tra lo stelo 6b del pistone 6 e la porzione tubolare 2a del corpo valvola 2.
Tale ulteriore elemento di tenuta 17 Ã ̈ preferibilmente una guarnizione del tipo a labbro, ovvero a strisciamento.
Alternativamente, tuttavia, anch’essa potrebbe essere sostituita con un anello analogo a quello fin qui descritto.
L’invenzione raggiunge gli scopi preposti e consegue importanti vantaggi. Infatti, l’utilizzo di un anello flessibile ancorato sia al pistone che al corpo valvola all’interno di un riduttore a pistone permette di ridurre notevolmente l’intervallo di pressioni in uscita dal regolatore, incrementandone le prestazioni e facilitandone il controllo.
Peraltro, l’assenza di una guarnizione a strisciamento tra la testa del pistone ed il corpo valvola permette di aumentare le tolleranze costruttive, riducendo i costi di produzione del componente.
Si noti inoltre che l’utilizzo di un anello con struttura a soffietto permette di non stressare il materiale nei numerosi cicli di movimentazione del pistone, consentendo di garantire il componente “for life†come in riduttori a pistone di tipo classico.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Riduttore di pressione, comprendente: - un corpo valvola (2) provvisto di una cavità (3) interna delimitata da una parete laterale (3a); - un pistone (6) alloggiato in detta cavità (3) interna in modo da suddividerla in una prima (7) ed una seconda camera (8) e ad essa scorrevolmente associato per muoversi tra una prima posizione, in cui detta prima camera (7) presenta volume massimo, ed una seconda posizione, in cui detta prima camera (7) presenta volume minimo; - almeno una molla (11a) collocata all’interno della prima camera (7) di detta cavità (3), operativamente interposta tra detto corpo valvola (2) e detto pistone (6) e configurata per agire su detto pistone (6) per spingerlo verso detta prima posizione; - almeno un elemento di tenuta (12) interposto tra detto pistone (6) e detta parete laterale (3a) della cavità (3) del corpo valvola (2) per impedire trafilamenti di fluido tra la prima (7) e la seconda camera (8); caratterizzato dal fatto che detto elemento di tenuta (12) à ̈ definito da un anello (13) flessibile sviluppantesi tra un bordo esterno (13a), fissato alla parete laterale (3a) della cavità (3), ed un bordo interno (13b), fissato al pistone (6) in modo da deformarsi senza strisciamento su detta parete laterale (3a) durante il movimento di detto pistone (6) tra la prima e la seconda posizione.
  2. 2. Riduttore secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto pistone (6) comprende uno stelo (6b), di diametro minore, ed una testa (6a), di diametro maggiore; detto stelo (6b) sviluppandosi lungo un asse di movimentazione (A) del pistone (6) tra un primo estremo (9a), vincolato alla testa (6a), ed un secondo estremo (9b), libero e aggettante esternamente alla cavità (3).
  3. 3. Riduttore secondo la rivendicazione 1 o la 2, caratterizzato dal fatto che detto pistone (6) presenta un condotto (10) interno passante sviluppantesi tra una sezione di ingresso, affacciata esternamente alla cavità (3), ed una sezione di uscita, sfociante in detta seconda camera (8) per mettere in comunicazione di fluido detta seconda camera (8) con uno stadio di alta pressione del riduttore.
  4. 4. Riduttore secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto anello (13) presenta una porzione intermedia (13c) tra il primo (13a) ed il secondo bordo (13b) avente una struttura sostanzialmente a soffietto per deformarsi tra una configurazione compatta, corrispondente a detta prima posizione del pistone (6), ed una configurazione distesa, corrispondente a detta seconda posizione del pistone (6).
  5. 5. Riduttore secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto anello (13) presenta una porzione intermedia (13c) tra il primo (13a) ed il secondo bordo (13b) definita da un profilo provvisto di almeno un apice (16) definito da due fronti (16a) di salita giuntati in corrispondenza dell’apice (16) stesso e mobili elasticamente tra una posizione avvicinata, corrispondente alla configurazione compatta, ed una posizione allontanata, corrispondente alla configurazione distesa.
  6. 6. Riduttore secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che il fluido in detta seconda camera (8) presenta pressione maggiore rispetto a quello in detta prima camera (7); detto apice (16) definendo una concavità dell’anello (13) rivolta verso la seconda camera (8), in modo che il fluido all’interno di detta seconda camera (8) sia operativamente attivo su detti fronti (16a) per spingerli verso la posizione allontanata.
  7. 7. Riduttore secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto bordo esterno (13a) dell’anello (13) à ̈ vincolato meccanicamente alla parete laterale (3a) della cavità (3) mediante mezzi a morsa o flangia (14).
  8. 8. Riduttore secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto bordo interno (13b) dell’anello (13) à ̈ vincolato al pistone (6) mediante incastro in un’apposita scanalatura circonferenziale (15) realizzata in detto pistone (6).
  9. 9. Riduttore secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto bordo interno (13b) dell’anello (13) à ̈ vincolato al pistone (6) per interferenza.
  10. 10. Riduttore secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto anello (13) Ã ̈ realizzato in materiale polimerico.
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