ITUB201558313U1 - Apparato dosatore - Google Patents

Apparato dosatore

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ITUB201558313U1
ITUB201558313U1 ITUB2015U058313U ITUB201558313U ITUB201558313U1 IT UB201558313 U1 ITUB201558313 U1 IT UB201558313U1 IT UB2015U058313 U ITUB2015U058313 U IT UB2015U058313U IT UB201558313 U ITUB201558313 U IT UB201558313U IT UB201558313 U1 ITUB201558313 U1 IT UB201558313U1
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IT
Italy
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metering
tool
containment chamber
dosing
substance
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Application number
ITUB2015U058313U
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English (en)
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Vainer Marchesini
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Wamgroup Spa
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    • G01F13/005Apparatus for measuring by volume and delivering fluids or fluent solid materials, not provided for in the preceding groups for fluent solid material comprising a screw conveyor
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Description

“APPARATO DOSATORE”
Il trovato concerne un apparato dosatore per dosare sostanze in polvere, granuli o scaglie.
In particolare, il trovato concerne un apparato dosatore per erogare, in maniera continua o discontinua, quantità dosate di prodotti sfusi allo stato solido e secco, ossia non pastosi, né emulsionati in qualche modo.
L’apparato dosatore per sostanze in polvere, granuli o scaglie secondo il trovato è particolarmente adatto ad essere impiegato nell’industria chimica, zootecnica, farmaceutica o alimentare. Altri usi dell’apparato dosatore secondo il trovato possono tuttavia essere previsti.
Gli apparati dosatori noti comprendono un vano di contenimento per contenere la sostanza in polvere, granuli o scaglie. All’interno del vano di contenimento sono disposti due utensili, ossia un utensile omogeneizzatore e un utensile dosatore. L’utensile omogeneizzatore prepara la sostanza rendendola uniforme, mentre l’utensile dosatore calibra la quantità di sostanza in uscita dall’apparato dosatore, in accordo con un regime di funzionamento prestabilito di tale apparato. Gli apparati dosatori noti sopra descritti sono definiti monovite, in quanto sono dotati di un unico utensile dosatore o vite di dosatura.
L’utensile omogeneizzatore è disposto in prossimità di una bocca di alimentazione dalla quale proviene la sostanza in polvere, granuli o scaglie. Esso comprende uno stelo di supporto girevole attorno ad un proprio asse longitudinale e dotato di una pluralità di palette per miscelare e/o areare la sostanza in polvere, in granuli o scaglie. L’utensile dosatore è invece disposto a valle dell’utensile omogeneizzatore ed è configurato per erogare la sostanza in polvere, granuli o scaglie in maniera dosata. L’utensile dosatore, anch’esso girevole attorno ad un proprio asse longitudinale, può comprendere un albero sul quale si avvolge un’elica. Durante la rotazione, l’utensile dosatore agisce come una coclea calibrata in cui ad ogni giro dell’albero corrisponde una precisa quantità di sostanza erogata all’uscita dell’apparato dosatore.
Durante il funzionamento, gli apparati dosatori monovite di tipo noto vengono posizionati in maniera tale che un piano verticale, che contiene l’asse longitudinale dell’utensile omogeneizzatore, contenga anche l’asse longitudinale dell’utensile dosatore. In altre parole, l’utensile omogeneizzatore e l’utensile dosatore si estendono lungo rispettivi assi che giacciono su un piano verticale comune.
Un difetto degli apparati dosatori di tipo noto è che la sostanza in polvere, granuli o scaglie tende ad accumularsi al di sopra dell’utensile dosatore, formando delle strutture a ponte che possono estendersi per tutta la lunghezza del vano di contenimento. Ciò inficia l’uniformità di omogeneizzazione, compromette il corretto dosaggio della sostanza in uscita e potrebbe generare delle contaminazioni o il deperimento in quei prodotti, quali i prodotti alimentari, che necessitano di essere dosati con tempistiche ben precise.
In questo ambito, il compito tecnico del presente trovato è quello di mettere a disposizione un apparato dosatore per sostanze in polvere, granuli o scaglie che superi la problematica summenzionata e tutte le limitazioni d’impiego che derivano da essa.
E’ scopo del presente trovato mettere a disposizione un apparato dosatore per sostanze in polvere, granuli o scaglie che sia efficace e che permetta di compiere un’omogeneizzazione e dosatura della sostanza in polvere, granuli o scaglie in modo ripetibile e affidabile.
Questi e altri scopi sono sostanzialmente raggiunti da un apparato dosatore per sostanze in polvere, granuli o scaglie in accordo con quanto descritto in una o più delle unite rivendicazioni.
Le rivendicazioni dipendenti corrispondono a ulteriori forme di realizzazione di un dosatore per sostanze in polvere, granuli o scaglie in accordo con il presente trovato.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi appariranno maggiormente chiari dalla descrizione dettagliata di una forma di realizzazione preferita e non esclusiva di un apparato dosatore per sostanze in polvere, granuli o scaglie.
Tale descrizione è fornita con riferimento alle unite figure, anch’esse aventi scopo puramente esemplificativo e pertanto non limitativo, in cui: Figura 1 è una vista prospettica anteriore mostrante un apparato dosatore per sostanze in polvere, granuli o scaglie;
Figura 2 è una vista in sezione dell’apparato dosatore di Figura 1, presa lungo un piano verticale perpendicolare ad una coppia di assi di rispettivi utensili dell’apparato dosatore, ed in cui alcune parti sono state rimosse per chiarezza di rappresentazione;
Figura 3 è una ulteriore vista in sezione dell’apparato dosatore di Figura 1, presa lungo un piano verticale parallelo agli assi degli utensili dell’apparato dosatore, dalla quale sono state rimosse alcune parti per chiarezza di rappresentazione.
In riferimento alle Figure da 1 a 3, è illustrato con il riferimento 1 un apparato dosatore per sostanze in polvere, granuli o scaglie in accordo con il presente trovato. L’apparato dosatore 1 permette di dosare le sostanze in polvere, in granuli o scaglie con una precisione relativamente elevata ed è per questo indicato dagli addetti ai lavori anche con il termine di “microdosatore”.
L’apparato dosatore 1 comprende un utensile dosatore 10 ed un utensile omogeneizzatore 20, come schematicamente illustrato per esempio in Figura 1.
L’utensile omogeneizzatore 20 e l’utensile dosatore 10 sono operativamente associati tra loro in una configurazione di funzionamento dell’apparato dosatore 1. In particolare, l’utensile omogeneizzatore 20 è girevole attorno ad un asse di rotazione “Y”.
L’utensile dosatore 10 è girevole attorno ad un ulteriore asse di rotazione “X” e si sviluppa lungo tale asse. L’utensile dosatore 10 ha una prima estremità 11 e una seconda estremità 12.
Preferibilmente, l’asse di rotazione “X” dell’utensile dosatore 10 è parallelo all’asse di rotazione “Y” dell’utensile omogeneizzatore 20.
L’apparato dosatore 1 comprende una camera di contenimento 30 delimitata da una prima parete di estremità 31 e da una seconda parete di estremità 32 affacciate tra loro e disposte trasversalmente, in particolare perpendicolarmente, rispetto all’asse di rotazione “Y” dell’utensile omogeneizzatore 20. La seconda parete di estremità 32 può essere almeno in parte definita da un portello 40, che può essere rimosso ad esempio grazie a mezzi di fissaggio 41 visibili in Figura 3. Agendo sui mezzi di fissaggio 41, è possibile smontare il portello 40, così da consentire ad un operatore di compiere operazioni di pulizia, di manutenzione e/o di controllo sull’apparato dosatore 1. Il portello 40 può comprendere una porzione trasparente, così da rendere visibile all’operatore l’interno dell’apparato dosatore 1, anche senza che il portello 40 debba essere rimosso.
La camera di contenimento 30 è delimitata inoltre da una superficie laterale 33 di congiungimento che si estende tra la prima parete di estremità 31 e la seconda parete di estremità 32 lungo una direzione di sviluppo “T” parallela all’asse di rotazione “X”.
La camera di contenimento 30 presenta bordi arrotondati, in modo da rendere la superficie di tale camera il più possibile priva di spigoli vivi o di angoli di ristagno della sostanza in polvere, granuli o scaglie. Ciò rende più efficiente lo svuotamento della camera di contenimento 30 e migliora la pulizia dell’apparato dosatore 1, sia perché è più difficile che all’esterno dell’apparato dosatore 1 si formino ristagni della sostanza da dosare, sia perché l’apparato dosatore 1 può essere facilmente lavato, in particolare con acqua, senza che l’acqua di lavaggio ristagni in prossimità di spigoli vivi dell’apparato dosatore 1.
Preferibilmente, la camera di contenimento 30 presenta, in una propria porzione superiore 30a, una bocca di alimentazione 34 che è collegabile, per esempio mediante una porzione flangiata, ad un alimentatore o una tramoggia (non raffigurati) per il trasporto delle sostanze in polvere, granuli o scaglie all’interno dell’apparato dosatore 1.
La camera di contenimento 30 presenta anche una porzione inferiore 30b, in corrispondenza della quale si deposita la sostanza in polvere, granuli o scaglie in una configurazione operativa dell’apparato dosatore 1.
Preferibilmente, come mostrato in Figura 2, la superficie laterale 33 della camera di contenimento 30 comprende due tratti affacciati 33a, che nell’esempio raffigurato sono sostanzialmente verticali, disposti da parti opposte dell’asse di rotazione “Y”. Fra i tratti affacciati 33a è interposto un tratto arrotondato 33b, che si estende come un prolungamento verso il basso di uno dei tratti affacciati 33a. Il tratto arrotondato 33b si sviluppa almeno parzialmente attorno all’asse di rotazione “Y” dell’utensile omogeneizzatore 20, così da delimitare almeno in parte la porzione inferiore 30b della camera di contenimento 30. Nell’esempio raffigurato, il tratto arrotondato 33b è sagomato attorno all’asse di rotazione “Y” e presenta un raggio di curvatura costante rispetto al suddetto asse.
In una versione non raffigurata, il tratto arrotondato 33b può presentare, in una sezione trasversale presa lungo un piano perpendicolare all’asse di rotazione “Y”, un raggio di curvatura non costante. In quest’ultimo caso, il tratto arrotondato 33b può essere definito da una pluralità di tratti curvilinei conformati in maniera tale da avvicinarsi progressivamente all’utensile omogeneizzatore 20, passando dalla porzione superiore 30a alla porzione inferiore 30b.
In altre parole, il tratto arrotondato 33b può essere conformato in maniera tale da presentare una maggior distanza dall’utensile omogeneizzatore 20 nella zona in cui tale tratto si estende lungo una direzione prossima alla direzione verticale, e da presentare invece una minor distanza dall’utensile omogeneizzatore 20 nella zona in cui il tratto arrotondato 33b si estende lungo una direzione sostanzialmente orizzontale. In questo modo, è possibile evitare ristagni della sostanza processata.
L’utensile omogeneizzatore 20 è installato sull’apparato dosatore 1 in una zona intermedia della camera di contenimento 30, come meglio descritto in seguito. In particolare, l’utensile omogeneizzatore 20 è disposto in modo tale da occupare una porzione principale 38 della camera di contenimento 30.
La camera di contenimento 30 presenta inoltre un alloggiamento 35 per alloggiare almeno parzialmente l’utensile dosatore 10. L’alloggiamento 35 si sviluppa a partire dalla prima parete di estremità 31 fino alla seconda parete di estremità 32 lungo la direzione di sviluppo “T”.
Nell’esempio raffigurato, l’alloggiamento 35 è ricavato all’interno di una protuberanza 39 che sporge dal tratto arrotondato 33b della superficie laterale 33. E’ tuttavia possibile ipotizzare anche un caso in cui la camera di contenimento 30 sia delimitata da pareti aventi uno spessore tale per cui l’alloggiamento 35 può essere ricavato nello spessore di tali pareti. In questo caso, non è possibile identificare una protuberanza 39 sporgente verso l’esterno.
L’alloggiamento 35 è configurato in modo tale da alloggiare l’utensile dosatore 10. Una luce di passaggio 36, mostrata nelle Figure 2 e 3, mette in comunicazione la porzione principale 38 della camera di contenimento 30 con l’alloggiamento 35, cosicché il materiale in polvere, granuli o scaglie, dopo aver interagito con l’utensile omogeneizzatore 20, possa passare nell’alloggiamento 35 attraverso la luce di passaggio 36, per interagire con l’utensile dosatore 10.
Preferibilmente, la luce di passaggio 36 si estende lungo la direzione di sviluppo “T” per una lunghezza prestabilita.
In particolare, la luce di passaggio 36 si estende lungo la direzione di sviluppo “T” per una lunghezza pari alla distanza che sussiste tra la prima parete di estremità 31 e la seconda parete di estremità 32 della camera di contenimento 30.
L’alloggiamento 35 è disposto in prossimità del tratto arrotondato 33b della superficie laterale 33. Più in dettaglio, l’alloggiamento 35 e il tratto arrotondato 33b sono interposti fra i tratti affacciati 33a della superficie laterale 33.
Fra il tratto arrotondato 33b e l’alloggiamento 35 è prevista una zona di raccordo 42 conformata in maniera tale da favorire lo scorrimento della sostanza in polvere, granuli o scaglie dal tratto arrotondato 33b verso l’alloggiamento 35. In particolare, la zona di raccordo 42 è priva di spigoli. La prima estremità 11 dell’utensile dosatore 10 è disposta in corrispondenza della prima parete 31 della camera di contenimento 30. Come mostrato in Figura 3, l’utensile dosatore 10 comprende un tratto di estrazione 13 definito a partire dalla prima estremità 11 fino ad una porzione dell’utensile dosatore 10 posta in corrispondenza della seconda parete di estremità 32 della camera di contenimento 30. La seconda parete di estremità 32 è la parete disposta in prossimità di una bocca di uscita 2 dell’apparato dosatore 1, o comunque è la parete di estremità più vicina alla bocca di uscita 2 dell’apparato dosatore 1.
La bocca di uscita 2 è sostanzialmente un’apertura dalla quale fuoriesce la sostanza in polvere, granuli o scaglie dopo aver interagito con l’utensile omogeneizzatore 20 e con l’utensile dosatore 10.
Nell’esempio raffigurato, il tratto di estrazione 13 dell’utensile dosatore 10 è affacciato alla luce di passaggio 36 della camera di contenimento 30. La luce di passaggio 36 presenta, lungo una direzione trasversale alla direzione di sviluppo “T”, una larghezza proporzionata ad una misura di un diametro esterno “D” dell’utensile dosatore 10.
L’apparato dosatore 1 comprende mezzi di posizionamento 50, mostrati nelle Figure 1 e 2, per posizionare l’apparato dosatore 1 rispetto ad una struttura di supporto, in una configurazione operativa, ossia durante il funzionamento, dell’apparato dosatore 1. I mezzi di posizionamento 50 possono comprendere mezzi di appoggio per appoggiare l’apparato dosatore 1 sulla struttura di supporto, come accade nell’esempio raffigurato, in cui i mezzi di posizionamento 50 sono conformati come una base che si proietta da una porzione posteriore dell’apparato dosatore 1. Tuttavia, i mezzi di posizionamento 50 possono essere conformati anche diversamente da quanto mostrato nelle figure. Per esempio, i mezzi di posizionamento 50 potrebbero comprendere mezzi di fissaggio per fissare l’apparato dosatore 1 alla struttura di supporto, in particolare conformati come una flangia di fissaggio.
L’alloggiamento 35 sporge verso il basso dalla porzione inferiore 30b della camera di contenimento 30.
L’alloggiamento 35, e l’utensile dosatore 10 presente al suo interno, è disposto in una posizione laterale rispetto all’asse di rotazione “Y” dell’utensile omogeneizzatore 20. In altri termini, come mostrato nella Figura 2 allegata, in una configurazione operativa dell’apparato dosatore 1, l’utensile dosatore 10 è disposto lateralmente rispetto ad un piano verticale contenente l’asse di rotazione “Y” dell’utensile omogeneizzatore 20. In una configurazione operativa dell’apparato dosatore 1, un piano verticale P (la cui traccia è mostrata in Figura 2) che contiene l’asse di rotazione “Y” dell’utensile omogeneizzatore 20, non interseca l’utensile dosatore 10, ossia passa all’esterno dell’utensile dosatore 10. Il piano verticale P passa inoltre all’esterno dell’alloggiamento 35, come pure della protuberanza 39. Il piano verticale P interseca il tratto arrotondato 33b della camera di contenimento 30.L’alloggiamento 35 si proietta dal tratto arrotondato 33b della camera di contenimento 30.
L’alloggiamento 35 è delimitato da una superficie curva 35a interna, rispetto alla camera di contenimento 30, adatta a combaciare almeno parzialmente con una rispettiva porzione dell’utensile dosatore 10.
Per superficie curva 35a interna s’intende una porzione superficiale interna dell’alloggiamento 35 che è affacciata alla camera di contenimento 30, vale a dire è a contatto diretto con la sostanza in polvere/granuli/scaglie, in una configurazione operativa dell’apparato dosatore 1.
Preferibilmente, la superficie curva 35a ha un raggio di curvatura circa uguale al diametro esterno “D” dell’utensile dosatore 10.
L’alloggiamento 35 è inoltre delimitato da una superficie piatta 35b che, nella configurazione operativa dell’apparato dosatore 1, è disposta sostanzialmente verticalmente. La superficie piatta 35b si estende tangenzialmente dalla superficie curva 35a fino ad una porzione della superficie laterale 33 della camera di contenimento 30, come illustrato schematicamente in Figura 2.
Preferibilmente, la superficie piatta 35b è incidente ad una porzione della superficie laterale 33 e funge da parete di raccordo tra l’alloggiamento 35 e la superficie laterale 33 della camera di contenimento 30.
L’utensile omogeneizzatore 20 è dotato di una pluralità di palette 21 di miscelazione o aerazione fissate su di una porzione di attacco 22 dell’utensile omogeneizzatore 20.
La pluralità di palette 21 può comprendere due palette di estremità 21a, disposte in prossimità della prima parete di estremità 31 e rispettivamente della seconda parete di estremità 32 della camera di contenimento 30. Le palette di estremità 21a hanno una forma relativamente semplice, e possono essere sostanzialmente piatte e disposte obliquamente rispetto all’asse di rotazione “Y”. Le palette di estremità 21a hanno la funzione di far confluire la sostanza in polvere, granuli o scaglie da dosare verso una zona centrale della camera di contenimento 30.
La pluralità di palette 21 di miscelazione può comprendere anche una pluralità di palette a forma di vomere 21b. Preferibilmente, le palette a forma di vomere 21b sono interposte fra le palette di estremità 21a.
Le pareti che delimitano la camera di contenimento 30 possono essere realizzate interamente in metallo, oppure interamente in materia plastica, oppure ancora possono essere dotate di un rivestimento in materia plastica.
Alle pareti della camera di contenimento 30, se realizzate in materia plastica, possono essere associati uno o più dispositivi agevolatori della discesa del prodotto, per esempio vibratori od oscillatori di tipo elettrico, pneumatico o a palette meccaniche, per far vibrare le pareti della camera di contenimento 30 e aiutare la sostanza processata a confluire verso l’uscita, o più precisamente verso l’utensile dosatore 10. I dispositivi agevolatori della discesa del prodotto possono essere applicati all’esterno delle pareti della camera di contenimento 30 oppure integrati, almeno parzialmente, nello spessore di tali pareti.
L’apparato dosatore 1 consente di ridurre in maniera sostanziale gli accumuli di sostanza da dosare al di sopra dell’utensile dosatore 10, rispetto agli apparati dosatori noti. Infatti, spostando lateralmente l’utensile dosatore 10 rispetto all’utensile omogeneizzatore 20, la sostanza in polvere, granuli o scaglie riesce più facilmente ad essere portata verso la bocca di uscita 2 durante la rotazione dell’utensile dosatore 10.
Questo effetto è amplificato dalla superficie piatta 35b dell’alloggiamento 35. Infatti, la sostanza in polvere, granuli o scaglie che viene trasportata verso l’alto durante la rotazione dell’utensile dosatore 10 non riesce ad aderire alla superficie piatta 35b, che è disposta sostanzialmente verticalmente, ma tende a scivolare verso il basso distaccandosi dalla superficie piatta 35b. In questo modo, la sostanza in polvere, granuli o scaglie torna quindi ad interagire con l’utensile dosatore 10, che la trasporta verso la bocca di uscita 2.
Nell’esempio descritto con riferimento alle Figure da 1 a 3, si è sempre fatto riferimento ad un apparato dosatore 1 che può essere definito “monovite”, in quanto è dotato di un singolo utensile dosatore 10, ovvero di una singola vite di dosaggio. L’apparato dosatore secondo il trovato può tuttavia essere anche del tipo definito “bivite”, ossia provvisto di due utensili dosatori 10 disposti per dosare la sostanza in polvere, granuli o scaglie che è stata precedentemente processata da un unico utensile omogeneizzatore 20. In questo caso, è previsto preferibilmente un alloggiamento 35, configurato per alloggiare i due corrispondenti utensili dosatori. Gli utensili dosatori sono controrotanti l’uno rispetto all’altro. In una configurazione operativa di questo apparato dosatore, un piano verticale passante per l’asse di rotazione “Y” dell’utensile omogeneizzatore 20 giace all’esterno dell’alloggiamento 35. Tale piano non interseca gli utensili dosatori.
I due utensili dosatori dell’apparato dosatore bivite si compenetrano e si autopuliscono. Essi possono essere separati da un piccolo inserto, a sezione sostanzialmente triangolare, volto a riempire uno spazio vuoto presente fra gli utensili dosatori, al di sotto di questi ultimi.
Il presente trovato ha raggiunto gli scopi prefissati mettendo a disposizione un apparato dosatore più efficiente, che è in grado cioè di effettuare una omogeneizzazione ed una dosatura della sostanza sfusa in modo preciso, ripetibile ad ogni regime di funzionamento dello stesso. Inoltre, il presente trovato mette a disposizione un apparato dosatore in grado di omogeneizzare la sostanza sfusa contenuta al suo interno senza accumuli, impedendo aggregazioni e residui della sostanza processata, garantendo un’elevata precisione di dosatura e facilità di pulizia.

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Apparato dosatore (1) per dosare una sostanza in polvere, granuli o scaglie, comprendente: - una camera (30) di contenimento per ricevere detta sostanza; - un utensile omogeneizzatore (20) disposto all’interno della camera (30) di contenimento e girevole intorno ad un asse (Y) per omogeneizzare detta sostanza; - un utensile dosatore (10) girevole intorno ad un ulteriore asse (X) per convogliare quantità dosate di detta sostanza fuori dalla camera (30) di contenimento; - mezzi di posizionamento (50) per posizionare l’apparato dosatore (1) rispetto ad una struttura di supporto in una configurazione operativa; caratterizzato dal fatto che detto ulteriore asse (X) è sfalsato rispetto a detto asse (Y), cosicché, in detta configurazione operativa, un piano verticale (P) contenente detto asse (Y) passi all’esterno dell’utensile dosatore (10).
  2. 2. Apparato dosatore (1) secondo la rivendicazione 1, in cui l’utensile dosatore (10) è disposto all’interno di un alloggiamento (35) comunicante con una porzione principale (38) della camera (30) di contenimento in cui è disposto l’utensile omogeneizzatore (20), detto piano verticale (P) passando all’esterno dell’alloggiamento (35), nella configurazione operativa.
  3. 3. Apparato dosatore (1) secondo la rivendicazione 2, in cui detto alloggiamento (35) è delimitato internamente da una superficie curva (35a) circondante parzialmente l’utensile dosatore (10) e da una superficie piatta (35b) che collega detta superficie curva (35a) con la porzione principale (38) della camera (30) di contenimento, detta superficie piatta (35b) essendo disposta sostanzialmente verticalmente nella configurazione operativa.
  4. 4. Apparato dosatore (1) secondo la rivendicazione 2 oppure 3, in cui l’alloggiamento (35) è ricavato all’interno di una protuberanza (39) che sporge da una regione inferiore (30b) della camera (30) di contenimento.
  5. 5. Apparato dosatore secondo una delle rivendicazioni da 2 a 4, in cui l’alloggiamento (35) comunica con la porzione principale (38) della camera (30) di contenimento per mezzo di una luce di passaggio (36) attraverso cui può fluire detta sostanza.
  6. 6. Apparato dosatore (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la camera (30) di contenimento è definita da una prima parete di estremità (31) e da una seconda parete di estremità (32), affacciate tra loro e disposte trasversalmente rispetto a detto asse (Y), la camera (30) di contenimento essendo inoltre definita da una superficie laterale (33) che congiunge detta prima parete di estremità (31) e detta seconda parete di estremità (32).
  7. 7. Apparato dosatore (1) secondo la rivendicazione 6, quando dipendente dalla rivendicazione 5, in cui la luce di passaggio (36) si estende dalla prima parete di estremità (31) alla seconda parete di estremità (32).
  8. 8. Apparato dosatore (1) secondo la rivendicazione 6 oppure 7, in cui la superficie laterale (33) della camera (30) di contenimento comprende una porzione arrotondata (33b) sviluppantesi almeno parzialmente attorno a detto asse (Y) ed avente un profilo curvilineo.
  9. 9. Apparato dosatore (1) secondo la rivendicazione 8, in cui, nella configurazione operativa, detto piano verticale (P) interseca la porzione arrotondata (33b).
  10. 10. Apparato dosatore (1) secondo la rivendicazione 8 oppure 9, quando la rivendicazione 8 dipende dalla rivendicazione 2, in cui detto alloggiamento (35) sporge dalla porzione arrotondata (33b) della camera (30) di contenimento.
  11. 11. Apparato dosatore (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto utensile omogeneizzatore (20) è provvisto di due zone di estremità in ciascuna delle quali è disposta una paletta di estremità (21a), le palette di estremità (21a) essendo conformate per convogliare detta sostanza in una zona centrale della camera (30) di contenimento.
  12. 12. Apparato dosatore (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui è previsto un singolo utensile dosatore (10).
  13. 13. Apparato dosatore (1) secondo una delle rivendicazioni da 1 a 11, e comprendente inoltre un ulteriore utensile dosatore cooperante con detto utensile dosatore (10) per convogliare quantità dosate di detta sostanza fuori dalla camera (30) di contenimento.
  14. 14. Apparato dosatore (1) secondo la rivendicazione 13, in cui detto ulteriore utensile dosatore è girevole attorno ad un corrispondente asse sfalsato rispetto a detto asse (Y) cosicché, nella configurazione operativa, detto piano verticale (P) passi all’esterno di detto utensile dosatore (10) e di detto ulteriore utensile dosatore.
  15. 15. Apparato dosatore (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti, avente un corpo almeno parzialmente realizzato in materiale plastico.
  16. 16. Apparato dosatore (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti, e comprendente inoltre almeno un dispositivo agevolatore della discesa per agevolare la discesa di detta sostanza nella camera (30) di contenimento.
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