ITMI962324A1 - Dispositivo compensatore delle variazioni di lunghezza di funi tesate con tiro sostanzialmente costante - Google Patents

Dispositivo compensatore delle variazioni di lunghezza di funi tesate con tiro sostanzialmente costante Download PDF

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ITMI962324A1
ITMI962324A1 IT96MI002324A ITMI962324A ITMI962324A1 IT MI962324 A1 ITMI962324 A1 IT MI962324A1 IT 96MI002324 A IT96MI002324 A IT 96MI002324A IT MI962324 A ITMI962324 A IT MI962324A IT MI962324 A1 ITMI962324 A1 IT MI962324A1
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Description

DESCRIZIONE
Il presente trovato ha come oggetto un dispositivo compensatore delle variazioni di lunghezza di funi tesate, con tiro sostanzialmente costante.
Come è noto, i conduttori di linee elettriche aeree, per trasmissione e distribuzione di energia o per trazione ferroviaria, vengono posati con un ben determinato valore di tiro che tiene conto della resistenza alla rottura a trazione delle funi, della resistenza delle strutture di sostegno e delle esigenze in materia di freccia massima al centro della campata
La configurazione che assume la fune dopo la tesatura non è costante ed invariabile nel tempo, ma è strettamente dipendente dalla temperatura ambiente, in quanto il materiale con il quale è costruita la fune, che può essere rame o sue leghe, alluminio o sue leghe, acciaio o alluminio con anima di acciaio, si dilata o si restringe con l'aumentare o il diminuire della temperatura.
Questo fatto fa sì che la freccia a metà campata aumenti o diminuisca. Questa variazione della freccia della campata, descritta dalla fune a causa del suo peso proprio, in alcune applicazioni, non può essere tollerata, per motivi elettrici e/o meccanici.
I motivi elettrici consistono nel fatto che, aumentando la freccia, si riducono le distanze di isolamento verso le parti circostanti, come ad esempio il terreno. Inoltre, la diminuzione di forza di tesatura conseguente ad un allungamento della fune rende la fune stessa più soggetta ad oscillazioni e sbandamenti causati dal vento, sbandamenti che possono fare avvicinare pericolosamente la fune ad altre funi di fasi diverse o a parti a terra.
I motivi meccanici si possono tipicamente osservare sulla catenaria delle linee elettriche di contatto ferroviarie. Come è noto, queste sono solitamente costituite da una fune portante, alla quale è sospeso il filo di contatto, sotto il quale sfrega il pantografo dei locomotori per la presa di corrente. Il filo di contatto è sostenuto dalla fune portante mediante "pendini" posti a ristrette distanze prestabilite, in modo tale che, mentre il profilo della fune portante mostra la tipica freccia, il profilo del filo di contrasto resta sensibilmente rettilineo, in modo tale da presentarsi praticamente orizzontale, per un corretto scorrimento del pantografo. Una contrazione della fune portante e/o del filo di contatto, causata da variazioni termiche, può causare sollecitazioni inammissibili sulle funi stesse o sui sostegni e può causare innalzamenti anomali del filo di contatto rispetto al piano della rotaia, che non potrebbero essere compatibili con una corretta captazione di corrente da parte del pantografo, oltre a causare consumi anomali del filo di contatto. Allo stesso modo, un allungamento della fune portante e/o del filo di contatto, causato da variazioni termiche, può causare abbassamenti anomali del filo di contatto, dando ugualmente luogo a problemi di captazione corretta di corrente.
Per compensare le variazioni di lunghezza delle funi, a seguito delle variazioni di temperatura, vengono utilizzati diversi sistemi.
Un primo sistema è costituito dalla contrappesatura e consiste sostanzialmente nel collegare un'estremità della fune, tramite carrucole, ad un peso, corrispondente alla forza di tesatura della fune o ridotto in funzione del rapporto del sistema di carrucole. In tal modo, il tiro della fune resta invariabile al variare della lunghezza della fune essendo invariabile il peso installato. Tale sistema, che ancora oggi è il più diffusamente impiegato, denota l'inconveniente di richiedere un ingombro elevato che non sempre è compatibile con le esigenze di installazione, soprattutto in campo ferroviario, come ad esempio nelle gallerie, dove molto spesso non si possono materialmente ricavare delle nicchie nelle quali far scorrere i contrappesi oppure si potrebbero ricavare delle nicchie però con costi eccessivamente elevati. Un altro inconveniente insito in questo sistema è rappresentato dall'elevato costo di installazione derivante principalmente dalla necessità di ricorrere a strutture ausiliarie per il sostegno, la guida e la protezione dei contrappesi.
Un altro sistema si basa sull'impiego di un compensatore a gas. In tale sistema, un'estremità della fune viene collegata ad un dispositivo comprendente una molla a gas compresso, solitamente azoto, e tale molla fornisce un carico sensibilmente costante. Questo sistema ha il vantaggio, rispetto alla contrappesatura, di richiedere un ingombro ridotto per la sua installazione, però non è esente da inconvenienti in quanto, a distanza di qualche anno dalle prime installazioni, vengono segnalati problemi legati principalmente alla perdita di gas della molla rendendo necessari continui monitoraggi ed interventi di manutenzione. Il costo di questo dispositivo risulta inoltre elevato e ne limita l'impiego solo in casi particolari.
Sono noti anche compensatori azionati da un motore elettrico costituiti sostanzialmente da un dispositivo, provvisto di un sensore di variazione della lunghezza della fune causata dalle variazioni termiche, che aziona un motore elettrico il quale a sua volta aziona un'asta collegata alla fune da compensare. Anche questo sistema non è esente da inconvenienti in quanto presenta un costo elevato, dovuto anche alla necessità di installare un quadro elettrico di alimentazione e controllo, nonché alla necessità di disporre di una fonte di alimentazione elettrica in bassa tensione, non sempre disponibile o per lo meno non disponibile a costi modesti .
Un altro sistema di compensazione è rappresentato dal compensatore a molla semplice. Tale sistema fa ricorso sostanzialmente ad una molla elicoidale che "ammortizza" gli effetti meccanici dovuti alla dilatazione o contrazione della fune, ma che non è in grado, data la caratteristica della molla di variare il carico in proporzione alla corsa, di mantenere il tiro della fune costante.
Compito precipuo del presente trovato è quello di risolvere i problemi sopra esposti realizzando un dispositivo compensatore delle variazioni di lunghezza di funi tesate, in grado di assicurare, con un funzionamento puramente meccanico ed estremamente affidabile, il mantenimento di un tiro costante sulla fune indipendentemente dalle sue variazioni di lunghezza.
Nell’ambito di questo compito, uno scopo del trovato è quello di realizzare un dispositivo che richieda un ingombro estremamente contenuto per la sua installazione.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un dispositivo che risulti di semplice e rapida installazione e che non richieda frequenti interventi di manutenzione.
Un ulteriore scopo del trovato è quello di proporre un dispositivo che possa essere realizzato con un costo competitivo rispetto ai dispositivi compensatori di tipo noto.
Questo compito, nonché questi ed altri scopi che meglio appariranno in seguito, sono raggiunti da un dispositivo compensatore delle variazioni di lunghezza di funi tesate, con tiro sostanzialmente costante, comprendente un organo di contrasto da interporre tra un'estremità della fune tesata ed un organo di ancoraggio e atto a sviluppare una reazione elastica variabile in funzione della variazione di lunghezza della fune tesata, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di collegamento di detto organo di contrasto a detta fune tesata, detti mezzi di collegamento essendo atti a trasformare la reazione elastica di detto organo di contrasto in un tiro sostanzialmente costante applicato a detta fune tesata indipendentemente dalla sua estensione in lunghezza, in un intervallo di variazione di lunghezza prefissato.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di due forme di esecuzione preferite, ma non esclusive, del dispositivo secondo il trovato, illustrate, a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:
le figure da 1 a 7 illustrano il dispositivo nella prima di esecuzione e, più particolarmente:
la figura 1 illustra schematicamente il dispositivo secondo il trovato in alzato laterale nella condizione di funzionamento corrispondente alla massima contrazione della fune tesata;
la figura 2 è una figura eseguita similmente alla figura 1 illustrante il dispositivo secondo il trovato nella condizione di funzionamento corrispondente all'allungamento massimo della fune tesata;
la figura 3 illustra il dispositivo secondo il trovato in alzato frontale nella condizione di funzionamento corrispondente alla figura 1;
le figure da 4 a 6 illustrano schematicamente il principio di funzionamento del dispositivo secondo il trovato in tre diverse condizioni di lunghezza della fune tesata;
la figura 7 illustra l'andamento della forza di reazione dell'organo di contrasto al variare della lunghezza della fune tesata in riferimento alla forma di esecuzione del dispositivo illustrata nelle precedenti figure;
le figure da 8 a 12 illustrano il dispositivo nella seconda forma di esecuzione e, più particolarmente;
la figura 8 illustra schematicamente il dispositivo secondo il trovato in alzato laterale nella condizione di funzionamento corrispondente alla massima contrazione della fune tesata;
la figura 9 è una figura eseguita similmente alla figura 8 illustrante il dispositivo secondo il trovato nella condizione di funzionamento corrispondente all'allungamento massimo della fune tesata;
la figura 10 illustra il dispositivo secondo il trovato in alzato frontale nella condizione di funzionamento corrispondente alla figura 8; le figure da 11 e 12 illustrano schematicamente il principio di funzionamento del dispositivo secondo il trovato nelle due diverse condizioni di lunghezza della fune tesata corrispondenti alle figure 8 e 9.
Con riferimento alle figure da 1 a 7, nelle quali il dispositivo è stato rappresentato in verticale per comodità anche se è destinato ad essere installato orizzontalmente, il dispositivo secondo il trovato, indicato globalmente con il numero di riferimento 1, comprende un organo di contrasto 3 che è destinato ad essere interposto tra un'estremità della fune tesata 2 ed un organo di ancoraggio che può essere costituito da un palo di ancoraggio o altra installazione fissa. L'organo di contrasto 3 è atto a sviluppare una reazione elastica f che è variabile in funzione della variazione di lunghezza della fune 2. Il dispositivo comprende inoltre mezzi di collegamento 4 dell'organo di contrasto 3 alla fune 2 e tali mezzi di collegamento 4 sono atti a trasformare la reazione elastica f dell'organo di contrasto 3 in un tiro sostanzialmente costante applicato alla fune 2 indipendentemente dalla sua estensione in lunghezza, in un intervallo di variazione di lunghezza prefissata.
I mezzi di collegamento 4 comprendono un sistema di leverismi e sono preferibilmente costituiti da almeno una puleggia a raggio costante 5a, 5b che è supportata in modo girevole attorno al suo asse, ed una puleggia a raggio variabile 6 che è solidale alla puleggia a raggio costante 5a, 5b. La fune 2 è connessa alla puleggia a raggio costante 5a, 5b ed è avvolgibile su di essa, mentre l'organo di contrasto 3 è connesso alla puleggia a raggio variabile 6 mediante una fune di collegamento 7 che è avvolgibile sulla stessa puleggia a raggio variabile 6 con un senso di avvolgimento opposto rispetto al senso di avvolgimento della fune 2 sulla puleggia a raggio costante 5a, 5b.
Più particolarmente, il complesso costituito dalla puleggia o pulegge a raggio costante 5a, 5b e dalla puleggia a raggio variabile 6 è supportato mediante una coppia di bracci 8a, 8b che sono uniti, in corrispondenza di una loro estremità da associare all'organo di ancoraggio, da un perno trasversale 9. I bracci 8a e 8b supportano, in modo girevole attorno ad un asse 10, coincidente con l'asse della puleggia o pulegge a raggio costante 5a, 5b, le pulegge 5a, 5b e 6, solidali tra loro nella rotazione attorno a tale asse 10.
Il supporto delle pulegge 5a, 5b e 6 può essere ottenuto mediante un perno 11 che definisce con il suo asse l'asse 10 e che supporta le pulegge mediante cuscinetti 12.
L'organo di contrasto 3 è preferibilmente costituito da una molla elicoidale 13 che è connessa, con una sua estremità longitudinale, mediante un apposito terminale 14, al perno 9, fissato ai bracci 8a e 8b ed utilizzato per la connessione degli stessi bracci, mediante una biella 15, all'organo di ancoraggio. L'altra estremità longitudinale della molla 13 è fissata, mediante un apposito terminale 16, alla fune di collegamento 7 la quale si avvolge sulla puleggia a raggio variabile 6 ed è fissata a questa mediante una coppia di biellette 17 con terminale a compressione 18.
Nella forma di esecuzione illustrata, anziché una sola puleggia a raggio costante, sono previste due pulegge gemelle a raggio costante, contrassegnate con i numeri di riferimento 5a e 5b, che sono coassiali tra loro, hanno uguale raggio e definiscono ciascuna una gola di avvolgimento per funi 19a, 19b le quali sono connesse alla rispettiva puleggia a raggio costante 5a o 5b mediante biellette 20 e sono unite, in corrispondenza dell'estremità opposta, da un giogo 21 che le collega alla fune 2 tesata.
La puleggia a raggio variabile 6 è interposta tra le due pulegge a raggio costante 5a e 5b in modo tale da ottenere un ottimo bilanciamento dei momenti flettenti sul perno 11 generati dal tiro della fune 2 e dalla reazione elastica della molla 13.
In pratica, il tiro T applicato alla fune 2, sulle due pulegge a raggio costante 5a e 5b si sdoppia in due forze uguali e pari a metà del tiro T, ma, per comodità di trattazione, si farà riferimento, qui di seguito, al tiro T applicato alla fune 2 come se le due funi 19a e 19b fossero un'unica fune e si utilizzasse una sola puleggia a raggio costante corrispondente alla puleggia 5a o 5b.
Il profilo della puleggia a raggio variabile 6 è studiato in modo tale da assicurare, benché la reazione della molla 13 risulti variabile in funzione della variazione di lunghezza della fune 2, un tiro T costante nelle varie condizioni di funzionamento del dispositivo.
In pratica, l'andamento del raggio rα della puleggia a raggio variabile è studiato in modo tale da soddisfare la relazione R*T = rα"fα che esprime la condizione di equilibrio, attorno all'asse 11, delle due coppie agenti sulle pulegge e generate dal tiro T e dalla reazione fα della molla 13.
Da questa relazione deriva
dove:
a è l'angolo di rotazione delle pulegge, R e T sono rispettivamente il raggio della puleggia a raggio costante ed il tiro applicato alla fune 2 che si desidera mantenere costante, fa è la forza esercitata dalla molla 13 a seguito di una rotazione a delle pulegge ed è facilmente calcolabile avendo la molla 13 una caratteristica elastica lineare.
In una forma preferita di realizzazione, volendo utilizzare una rotazione totale di 270<° >delle pulegge 5a, 5b e 6 per compensare una dilata-zione totale L della fune 2, si avrà:
Se alla molla 13 viene applicata una pretensione f270 corrispondente ad a = 270" ovvero alla condizione di massima dilatazione della fune 2 (figura 6), pari a metà della forza massima ÌQ, corrispondente ad a = 0' ovvero alla condizione di massima contrazione della fune 2 (figura 4), la forza di reazione della molla 13 corrispondente ad un angolo di rotazione a delle pulegge sarà:
da cui:
Da queste relazioni si ricava di conseguenza l'equazione polare della curva relativa al profilo della puleggia a raggio variabile 6 azionata dalla molla 13:
Il dimensionamento e l'equazione polare del profilo della puleggia a raggio variabile 6 sono state riportate a titolo puramente indicativo e non limitativo con l'ipotesi di compensare una dilatazione totale L della fune tesata mediante una rotazione di 270' delle pulegge 5a o 5b, 6, nell'ipotesi che la forza di precarico ^270 della molla 13, corrispondente ad a = 270°, sia pari a metà della forza massima fQ sviluppata dalla molla 13 e corrispondente ad a = 0 e con la geometria schematizzata nelle figure.
Pertanto, qualora, per esigenze di impiego, vengano formulate altre ipotesi, come ad esempio la possibilità di compensare una variazione di lunghezza della fune con un diverso angolo di rotazione delle pulegge, il profilo della puleggia a raggio variabile 6 potrà essere diverso.
Nelle figure da 8 a 12 è illustrata una seconda forma di esecuzione del dispositivo secondo il trovato nella quale il dispositivo è ancora illustrato in verticale per comodità anche se è destinato ad essere installato in orizzontale. In tale forma di esecuzione, viene utilizzato come organo di contrasto 3 una molla 13 che lavora a compressione anziché a trazione e che è connessa, con possibilità di avvolgimento, su almeno una puleggia a raggio costante 5a, 5b, mentre la fune 2 tesata è collegata ad una puleggia a raggio variabile 6. Per quanto riguarda gli altri numeri di riferimento delle figure da 8 a 12, si sono mantenuti gli stessi numeri di riferimento delle figure precedenti.
Più particolarmente, la molla 13, in questa seconda forma di esecuzione, è interposta tra un piattello fisso 30, collegato al perno 9, ed un piattello mobile 31 connesso a due tiranti 32a e 32b che lo collegano, at-traverso una carrucola 33 a due funi di collegamento 7a e 7b che sosti-tuiscono la fune di collegamento 7. Le due funi di collegamento 7a e 7b sono fissate e possono avvolgersi su due pulegge a raggio fisso 5a e 5b, con senso di avvolgimento opposto rispetto al senso di avvolgimento della fune tesata 2 sulla puleggia a raggio variabile 6.
La puleggia a raggio variabile 6 è disposta tra le due pulegge a raggio costante 5a e 5b per bilanciare i momenti derivanti dal tiro della fune 2 e dalla forza di reazione elastica della molla che si trasmette lungo le due funi di collegamento 7a e 7b.
In questo caso, la condizione di equilibrio delle due coppie agenti sulle pulegge e generate dal tiro T e dalla reazione fα della molla 13 è
Il funzionamento del dispositivo secondo il trovato risulta evidente da quanto descritto ed illustrato.
In particolare, risulta evidente come, in presenza di una contrazione della fune 2, cresca la reazione elastica della molla 13 e come, in presenza di un allungamento della fune 2, diminuisca la reazione elastica della molla 13. Nonostante la variabilità della reazione elastica della molla 13, grazie al particolare collegamento esistente tra la fune 2 e la molla 13, il tiro T applicato alla fune si mantiene costante al variare della lunghezza della fune 2.
Si è in pratica constatato come il dispositivo compensatore secondo il trovato assolva pienamente il compito prefissato in quanto, pur utilizzando un organo di contrasto di tipo elastico, ovvero con una reazione elastica che è variabile in funzione delle variazioni di lunghezza della fune tesata, è in grado di assicurare comunque un tiro costante applicato alla fune nelle diverse condizioni di esercizio.
Il dispositivo così concepito è suscettibile numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
In pratica, i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (20)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo compensatore delle variazioni di lunghezza di funi tesate, con tiro sostanzialmente costante, comprendente un organo di contrasto da interporre tra un’estremità della fune tesata ed un organo di ancoraggio e atto a sviluppare una reazione elastica variabile in funzione della variazione di lunghezza della fune tesata, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di collegamento di detto organo di contrasto a detta fune tesata, detti mezzi di collegamento essendo atti a trasformare la reazione elastica di detto organo di contrasto in un tiro sostanzialmente costante applicato a detta fune tesata indipendentemente dalla sua estensione in lunghezza, in un intervallo di variazione di lunghezza prefissato.
  2. 2. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di collegamento comprendono un sistema di leverismi.
  3. 3. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di collegamento comprendono almeno una puleggia a raggio costante supportata girevolmente attorno al suo asse ed una puleggia a raggio variabile solidale a detta puleggia a raggio costante, detta fune tesata essendo connessa a detta puleggia a raggio costante ed essendo avvolgibile su di essa e detto organo di contrasto essendo connesso a detta puleggia a raggio variabile, attraverso una fune di collegamento avvolgibile su detta puleggia a raggio variabile, con senso di avvolgimento opposto rispetto al senso di avvolgimento di detta fune tesata su detta puleggia a raggio costante.
  4. 4. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto organo di contrasto è costituito da una molla contrastante elasticamente la rotazione di dette pulegge nel senso di svolgimento di detta fune tesata.
  5. 5. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta molla è costituita da una molla elicoidale connessa con una sua estremità a detto organo di ancoraggio e con l'altra sua estremità a detta fune di collegamento.
  6. 6. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il raggio di detta puleggia a raggio variabile è espresso dall'equazione
    ove R = raggio della puleggia a raggio costante T = tiro di tesatura della fune tesata fQ = forza di reazione elastica dell'organo di contrasto in funzione dell'angolo a di rotazione delle pulegge a seguito della variazione di lunghezza della fune tesata. rQ = raggio della puleggia a raggio variabile in funzione dell'angolo a di rotazione delle pulegge a seguito della variazione di lunghezza della fune tesata.
  7. 7. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l'angolo utile di avvolgimento di dette funi sulle relative pulegge è sostanzialmente di 270’.
  8. 8. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto organo di contrasto è precaricato (con a = 270° corrispondente alla condizione di massima dilatazione della fune tesata) con una forza f270 pari sostanzialmente a metà della forza di reazione massima (con a = 0 "corrispondente alla condizione di massima contrazione della fune tesata)-
  9. 9. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il raggio di detta puleggia a raggio variabile in funzione dell'angolo a di rotazione delle pulegge per compensare una variazione di lunghezza della fune tesata è espresso dall'equazione:
    con R = raggio della puleggia a raggio costante; con angolo utile di avvolgimento della fune tesata sulla puleggia a raggio fisso pari sostanzialmente a 270*; con angolo utile di avvolgimento della fune di collegamento sulla puleggia a raggio variabile pari sostanzialmente a 270°; con forza di precarico f270 dell'organo di contrasto, corrispondente ad a = 270", pari sostanzialmente a metà della forza di reazione massima fg corrispondente ad a = 0°.
  10. 10. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere due pulegge a raggio costante, coassiali, con interposta detta puleggia a raggio variabile, detta fune tesata, in corrispondenza della sua estremità collegata a detti mezzi di collegamento essendo sdoppiata in due funi avvolgibili su dette due pulegge a raggio costante.
  11. 11. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di collegamento comprendono almeno una puleggia a raggio costante supportata girevolmente attorno al suo asse ed una puleggia a raggio variabile solidale a detta puleggia a raggio costante, detta fune tesata essendo connessa a detta puleggia a raggio variabile ed essendo avvolgibile su di essa e detto organo di contrasto essendo connesso a detta puleggia a raggio costante, attraverso una fune di collegamento avvolgibile su detta puleggia a raggio costante, con senso di avvolgimento opposto rispetto al senso di avvolgimento di detta fune tesata su detta puleggia a raggio variabile.
  12. 12. Dispositivo, secondo le rivednicazioni 1, 2 e 11, caratterizzato dal fatto che detto organo di contrasto è costituito da una molla contrastante elasticamente la rotazione di dette pulegge nel senso di svolgimento di detta fune tesata.
  13. 13. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni 1, 2, 11 e 12, caratterizzato dal fatto che detta molla è costituita da una molla elicoidale connessa con una sua estremità a detto organo di ancoraggio e con l'altra sua estremità a detta fune di collegamento.
  14. 14. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni da 11 a 13, caratterizzato dal fatto che il raggio di detta puleggia a raggio variabile è espresso dall'equazione
    ove R = raggio della puleggia a raggio costante T = tiro di tesatura della fune tesata f = forza di reazione elastica dell'organo di contrasto in funzione dell'angolo a di rotazione delle pulegge a seguito della variazione di lunghezza della fune tesata. rQ = raggio della puleggia a raggio variabile in funzione dell'angolo a di rotazione delle pulegge a seguito della variazione di lunghezza della fune tesata.
  15. 15. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni da 11 a 14, caratterizzato dal fatto che l'angolo utile di avvolgimento di dette funi sulle relative pulegge è sostanzialmente di 270'.
  16. 16. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni da 11 a 15, caratterizzato dal fatto che detto organo di contrasto è precaricato (con a = 270‘ corrispondente alla condizione di massima dilatazione della fune tesata) con una forza f270 Pari sostanzialmente a metà della forza di reazione massima f0 (con a = 0°corrispondente alla condizione di massima contrazione della fune tesata).
  17. 17. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni da 11 a 16, caratterizzato dal fatto che il raggio di detta puleggia a raggio variabile in funzione dell'angolo a di rotazione delle pulegge per compensare una variazione di lunghezza della fune tesata è espresso dall'equazione:
    con R = raggio della puleggia a raggio costante; con angolo utile di avvolgimento della fune tesata sulla puleggia a raggio fisso pari sostanzialmente a 270°; con angolo utile di avvolgimento della fune di collegamento sulla puleggia a raggio variabile pari sostanzialmente a 270°; con forza di precarico f270 dell'organo di contrasto, corrispondente ad a - 270°, pari sostanzialmente a metà della forza di reazione massima fg corrispondente ad a = 0°.
  18. 18. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni da 11 a 17, caratterizzato dal fatto di comprendere due pulegge a raggio costante, coassiali, con interposta detta puleggia a raggio variabile, detta fune tesata, in corrispondenza della sua estremità collegata a detti mezzi di collegamento essendo sdoppiata in due funi avvolgibili su dette due pulegge a raggio costante.
  19. 19. Dispositivo, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che dette pulegge sono supportate girevolmente attorno all'asse comune in corrispondenza dell'estremità di un braccio di supporto collegato a detto organo di ancoraggio.
  20. 20. Dispositivo compensatore delle variazioni di lunghezza di funi tesate, con tiro sostanzialmente costante, caratterizzato dal fatto di comprendere una o più delle caratteristiche descritte e/o illustrate.
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