ITMI20131618A1 - Dispositivo di ancoraggio per linea vita - Google Patents

Dispositivo di ancoraggio per linea vita

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ITMI20131618A1
ITMI20131618A1 IT001618A ITMI20131618A ITMI20131618A1 IT MI20131618 A1 ITMI20131618 A1 IT MI20131618A1 IT 001618 A IT001618 A IT 001618A IT MI20131618 A ITMI20131618 A IT MI20131618A IT MI20131618 A1 ITMI20131618 A1 IT MI20131618A1
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IT
Italy
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weakening
line
coupling portion
longitudinal
equal
Prior art date
Application number
IT001618A
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English (en)
Inventor
Alberto Gandellini
Original Assignee
Si Al S R L
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Publication date
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    • E04BUILDING
    • E04GSCAFFOLDING; FORMS; SHUTTERING; BUILDING IMPLEMENTS OR AIDS, OR THEIR USE; HANDLING BUILDING MATERIALS ON THE SITE; REPAIRING, BREAKING-UP OR OTHER WORK ON EXISTING BUILDINGS
    • E04G21/00Preparing, conveying, or working-up building materials or building elements in situ; Other devices or measures for constructional work
    • E04G21/32Safety or protective measures for persons during the construction of buildings
    • E04G21/3261Safety-nets; Safety mattresses; Arrangements on buildings for connecting safety-lines
    • E04G21/3295Guide tracks for safety lines
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A62LIFE-SAVING; FIRE-FIGHTING
    • A62BDEVICES, APPARATUS OR METHODS FOR LIFE-SAVING
    • A62B35/00Safety belts or body harnesses; Similar equipment for limiting displacement of the human body, especially in case of sudden changes of motion
    • A62B35/0043Lifelines, lanyards, and anchors therefore
    • A62B35/0056Horizontal lifelines
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A62LIFE-SAVING; FIRE-FIGHTING
    • A62BDEVICES, APPARATUS OR METHODS FOR LIFE-SAVING
    • A62B35/00Safety belts or body harnesses; Similar equipment for limiting displacement of the human body, especially in case of sudden changes of motion
    • A62B35/0043Lifelines, lanyards, and anchors therefore
    • A62B35/0068Anchors
    • AHUMAN NECESSITIES
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    • A62B35/04Safety belts or body harnesses; Similar equipment for limiting displacement of the human body, especially in case of sudden changes of motion incorporating energy absorbing means

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Description

DESCRIZIONE
“DISPOSITIVO DI ANCORAGGIO PER LINEA VITA”
La presente invenzione riguarda un dispositivo di ancoraggio per linea vita e una relativa linea vita.
Sono note linee vita per la sicurezza anticaduta dall’alto comprendenti due dispositivi di ancoraggio rigidamente e saldamente fissati alla struttura edile ad una certa reciproca distanza e un cavo in acciaio saldamente agganciato ai due dispositivi e teso ad una opportuna tensione d’esercizio, ad esempio 2kN. In uso l’operatore aggancia (ad esempio tramite un moschettone o altro) un’estremità del cavo di sicurezza individuale al cavo della linea vita, l’altra estremità del cavo individuale essendo agganciata all’imbragatura indossata dell’operatore. In caso di perdita d’equilibrio dell’operatore la linea vita rallenta o arresta la caduta dall’alto dell’operatore, evitando l’impatto violento di quest’ultimo al suolo o sulla struttura sottostante.
Sono noti dispositivi di supporto plasticamente deformabili al fine di assorbire le sollecitazioni derivanti da caduta dell’operatore.
Ad esempio EP2602403 descrive un terminale di ancoraggio per linee vita comprendente mezzi di ancoraggio associati ad un supporto, presentante mezzi di connessione, al quale sono rotazionalmente collegati almeno due elementi laterali per sporgere su una copertura, dove i due elementi laterali e/o il supporto presentano un numero di piegature che, se opportunamente caricate, diventano cerniere plastiche.
La Richiedente ha realizzato che i dispositivi di ancoraggio per linee vita noti presentano alcuni inconvenienti e/o sono migliorabili in uno o più aspetti.
La Richiedente ha percepito la necessità di fornire un dispositivo di ancoraggio per linee vita che sia in grado di garantire una maggiore tenuta alle sollecitazioni derivanti da caduta (e/o da opportuni test di verifica statica e/o dinamica). In tal modo è possibile garantire elevati standard di sicurezza per gli operatori. La Richiedente ha anche percepito la necessità di sviluppare un dispositivo di ancoraggio semplice nella struttura e nella sua manifattura, anche tramite il sottodimensionamento di tutta o parte la struttura di fissaggio alla struttura edile.
La Richiedente ha inoltre realizzato che è desiderabile che almeno una parte cospicua (e.g. almeno una parte preponderante) del dispositivo di ancoraggio sia rimovibile dalla struttura edile in modo semplice (ad esempio con semplici e rapide operazioni manuali e con l’utilizzo di semplici utensili) e non distruttivo delle parti strutturali del dispositivo di ancoraggio.
Scopo della presente invenzione è fornire un dispositivo di ancoraggio per linee vita che possa ovviare agli inconvenienti dei dispositivi noti e/o migliorarli.
Uno o più di tali scopi, e altri eventuali, compresi quelli che risulteranno nel corso della seguente descrizione, vengono conseguiti da un dispositivo di ancoraggio per linee vita avente le caratteristiche tecniche contenute nelle seguenti forme realizzative, nonché in una o più delle unite rivendicazioni, anche combinate con le seguenti forme realizzative, che rappresentano ulteriori forme realizzative dell’invenzione.
In un aspetto l’invenzione riguarda un dispositivo di ancoraggio per linea vita avente sviluppo prevalente lungo una direzione longitudinale e comprendente un primo corpo e un secondo corpo distinto dal primo e saldamente accoppiato al primo corpo.
Il primo corpo comprende una porzione di fissaggio destinata ad essere fissata (ad esempio con opportuni mezzi di fissaggio) saldamente (e preferibilmente rigidamente) ad una struttura edile e un elemento di innesto connesso (pref. rigidamente, ad esempio tramite saldatura) con la porzione di fissaggio. Preferibilmente l’elemento di innesto ha sviluppo longitudinale e un bordo di estremità longitudinale da parte longitudinalmente opposta alla porzione di fissaggio.
Il secondo corpo, avente preferibilmente sviluppo prevalente longitudinale, comprende una porzione di aggancio destinata ad essere agganciata da un cavo della linea vita, preferibilmente dalla parte di un primo lato del secondo corpo, e, da parte longitudinalmente opposta alla porzione di aggancio, una porzione di accoppiamento.
Il dispositivo di ancoraggio comprende inoltre una cerniera per mezzo della quale il secondo corpo è rotazionalmente vincolato al primo corpo attorno ad un asse di rotazione trasversale (più preferibilmente ortogonale) alla direzione longitudinale. Preferibilmente detto asse di rotazione è trasversale (più preferibilmente ortogonale) anche alla direzione di sviluppo del cavo della linea vita, quando quest’ultima è montata. Preferibilmente detto asse di rotazione attraversa la porzione di accoppiamento e l’elemento di innesto.
Preferibilmente una tra la porzione di accoppiamento e l’elemento di innesto comprende una parete laterale che delimita una cavità di alloggiamento conformata in modo tale da ricevere (rispettivamente) l’altra tra la porzione di accoppiamento e l’elemento di innesto, preferibilmente tramite inserimento longitudinale. La parete laterale della porzione di accoppiamento presenta, preferibilmente sul secondo lato opposto al primo lato rispetto a detto asse di rotazione, almeno una linea di indebolimento avente complessivamente (ossia considerando l’intera linea di indebolimento) una resistenza allo strappo (ossia alla rottura completa della parete laterale per tutto il suo spessore lungo la linea di indebolimento) minore della resistenza allo strappo delle porzioni di parete laterale adiacenti alla linea.
Preferibilmente detta linea di indebolimento è strutturata in modo tale che la parete laterale si apra (rompendosi) lungo detta linea di indebolimento, consentendo la rotazione del secondo corpo rispetto al primo attorno all’asse di rotazione, in corrispondenza di un predeterminato valore di soglia di una forza applicata sulla porzione di aggancio (o più precisamente sul punto di aggancio del cavo) e diretta sostanzialmente ortogonalmente alla direzione longitudinale e all’asse di rotazione e preferibilmente con verso che va dal secondo al primo lato (in uso, detta forza applicata coincide con la tensione e la direzione del cavo). Per valore di soglia si intende, come usuale, un valore al di sotto del quale la linea di indebolimento non si apre e al di sopra del quale essa si apre. Secondo la Richiedente la linea di indebolimento fa sì che il cedimento plastico del dispositivo sia controllabile con precisione (sia per quanto riguarda l’entità della sollecitazione a cui il cedimento plastico avviene sia per quanto riguarda la sua localizzazione). In conseguenza del cedimento, il secondo corpo ruota, grazie alla cerniera, portandosi verso una condizione in cui la sua direzione di sviluppo prevalente è allineata con il cavo (e quindi con la forza di trazione). In tal modo il dispositivo di ancoraggio è in grado di ridurre efficacemente e in modo controllato le sollecitazioni derivanti dalla caduta dell’operatore (o derivanti da un test di certificazione della resistenza meccanica del dispositivo di ancoraggio) e di resistere saldamente al disancoramento del dispositivo stesso dalla struttura edile. Più in dettaglio, partendo da una condizione di assenza di forze e aumentando detta forza applicata sulla porzione di aggancio (ossia aumentando la tensione del cavo) si verifica un aumento del momento che tende a ruotare il secondo corpo rispetto al primo attorno a detto asse di rotazione. Tale rotazione, per valori bassi del momento, viene impedita dall’interferenza meccanica tra la parete laterale e detta una tra la porzione di accoppiamento e l’elemento di innesto. Per valori bassi del momento, il dispositivo di ancoraggio (in particolare il secondo corpo) non si deforma in modo sostanziale, ma eventualmente subisce leggere deformazioni (plastiche e/o elastiche). La tensione del cavo genera anche un momento che tende a far ruotare l’intero dispositivo di ancoraggio attorno ad un ulteriore asse di rotazione giacente sulla porzione di fissaggio del primo corpo. Tale rotazione viene contrastata dai mezzi di fissaggio della porzione di fissaggio alla struttura edile, che subiscono tipicamente una trazione svantaggiosamente lungo la loro direzione di sviluppo principale (tale trazione tendendo ad estrarre i mezzi di fissaggio dalle loro sedi). Per valori più elevati del momento (e della tensione) e pari o superiori a un valore di soglia pre-determinato, la parete laterale si apre in modo controllato lungo la linea di indebolimento, consentendo, grazie alla sua deformazione plastica, la rotazione controllata del secondo corpo attorno a detto asse di rotazione. A seguito della rotazione la porzione di aggancio si sposta avvicinandosi all’altro dispositivo di ancoraggio della linea vita, diminuendo così la distanza tra i due dispositivi di ancoraggio e quindi anche la tensione del cavo (per aumento della deviazione del cavo ortogonalmente alla sua linea di esercizio). Inoltre, a seguito della rotazione la distanza lungo la direzione longitudinale tra la porzione di aggancio e la porzione di fissaggio diminuisce, diminuendo così anche il braccio della forza che genera il suddetto momento che tende a far ruotare l’intero dispositivo di ancoraggio attorno all’ulteriore asse di rotazione giacente sulla porzione di fissaggio. In tal modo anche la forza di estrazione che si genera sui mezzi di fissaggio diminuisce. Inoltre, a seguito della rotazione la distanza lungo la direzione longitudinale tra la porzione di aggancio e l’asse di rotazione diminuisce, diminuendo così il braccio della forza che genera il suddetto momento che tende a far ruotare il secondo corpo attorno a detto asse di rotazione. Più il secondo corpo ruota (a seguito di un progressivo aumento della tensione del cavo) maggiore è la diminuzione del braccio del momento rotante (sia attorno all’asse di rotazione che attorno al suddetto ulteriore asse di rotazione giacente sulla porzione di fissaggio). Quando il secondo corpo è completamente ruotato, ossia disposto con la direzione di sviluppo principale ortogonale alla direzione longitudinale, la distanza lungo la direzione longitudinale tra la porzione di aggancio e l’asse di rotazione della cerniera si azzera, in tal modo sul secondo corpo non agisce alcun momento rotante attorno a detto asse di rotazione (il secondo corpo essendo sottoposto solamente ad una forza di trazione cui si oppone la cerniera). Inoltre il braccio della forza che genera il suddetto momento che tende a far ruotare l’intero dispositivo di ancoraggio (o meglio in questa condizione il primo corpo) attorno all’ulteriore asse di rotazione giacente sulla porzione di fissaggio è ridotto al minimo (dipende dalla distanza longitudinale tra asse di rotazione della cerniera e porzione di fissaggio), con sgravio della forza di trazione agente sui mezzi di fissaggio (per valori molto bassi del suddetto braccio i mezzi di fissaggio subiscono una trazione principalmente trasversale al loro sviluppo principale, ossia lavorano più a taglio che a trazione). In definitiva, in tale suddetta configurazione il dispositivo garantisce un saldo ancoraggio con la struttura edile e un’alta resistenza strutturale alla propria rottura.
La rottura lungo la linea di indebolimento e la conseguente progressiva deformazione plastica della parete laterale può anche comportare un assorbimento di parte della sollecitazione (sebbene la Richiedente ritenga che gli effetti più importanti della presente invenzione siano quelli sopra descritti).
La Richiedente ha riscontrato che la presente soluzione permette di sottodimensionare tutta o parte la struttura di fissaggio alla struttura edile, ad esempio la base del dispositivo di ancoraggio, che può essere realizzata più piccola (e/o meno spessa), con conseguente reciproco avvicinamento dei mezzi di fissaggio alla struttura (e.g. viti o bulloni in opportuni tasselli).
Preferibilmente la porzione di accoppiamento comprende detta parete laterale. Preferibilmente una porzione di detto bordo di estremità dell’elemento di innesto, corrispondente ad un secondo lato della porzione di accoppiamento opposto a detto primo lato, si trova nella cavità di alloggiamento ad una predeterminata posizione longitudinale.
La Richiedente dichiara di considerare rientrante nell’ambito di protezione della presente domanda un dispositivo di ancoraggio (non illustrato o ulteriormente descritto nel seguito, ma alla portata del tecnico del settore alla luce del presente insegnamento) in cui è l’elemento di innesto del primo corpo, invece che la porzione di accoppiamento del secondo corpo, ad essere dotato della suddetta parete laterale che delimita una cavità di alloggiamento conformata in modo tale da ricevere la porzione di accoppiamento (ossia l’elemento di innesto è esterno, e non interno, alla porzione di accoppiamento), la parete laterale dell’elemento di innesto presentando la suddetta linea di indebolimento. La soluzione in cui la porzione di accoppiamento è esterna all’elemento di innesto è preferita in quanto in caso di caduta dell’operatore o di test di resistenza della linea vita, è sufficiente sostituire solo il secondo corpo per ripristinare la linea vita, in quanto il primo corpo non viene deformato o danneggiato.
Preferibilmente la linea di indebolimento si sviluppa con almeno una componente longitudinale (ossia la proiezione della linea di indebolimento sulla direzione longitudinale ha una lunghezza non nulla).
Preferibilmente la linea di indebolimento si sviluppa almeno parzialmente in corrispondenza di almeno una porzione dell’altra tra detta porzione di accoppiamento e detto elemento di innesto (rispettivamente).
Preferibilmente detto predeterminato valore di soglia di detta forza applicata sulla porzione di aggancio è maggiore a 3 kN, più preferibilmente maggiore o uguale a 5 kN, e/o minore o uguale a 12 kN, più preferibilmente minore o uguale a 10 kN. I suddetti valori preferiti della tensione di soglia consentono vantaggiosamente da un lato di tendere il cavo alla tipica tensione di esercizio (2kN), o di eseguire prove statiche sulla linea vita fino a 5-6 kN, senza che avvenga il cedimento plastico del dispositivo, dall’altro di consentire le deformazioni o rotture plastiche alle tipiche sollecitazioni da caduta.
Preferibilmente la parete laterale presenta, preferibilmente sul secondo lato opposto al primo lato rispetto a detto asse di rotazione, (almeno) due linee di indebolimento (in altre parole le due linee di indebolimento sono entrambe dalla stessa parte rispetto a detto asse di rotazione) ciascuna avente le caratteristiche qui descritte per la suddetta linea di indebolimento. Vantaggiosamente le due linee permettono ad una porzione di parete interposta tra le due linee di sollevarsi, in modo controllato, rispetto alla rimanente parete laterale.
Si osserva che il tecnico del settore sa come progettare l’intera porzione di accoppiamento e l’elemento di innesto, inclusa/e la/le linea/e di indebolimento, in modo tale da rispettare i suddetti predeterminati valori di soglia della tensione del cavo. In particolare, egli progetterà la/le linea/e di indebolimento in funzione, tra l’altro, della distanza longitudinale tra il punto di ancoraggio del cavo e l’asse di rotazione, della distanza tra la predeterminata posizione longitudinale e l’asse di rotazione, dello spessore della parete laterale, etc.
Preferibilmente l’asse di rotazione passa in una posizione longitudinale interposta tra detta predeterminata posizione longitudinale (o detta porzione di bordo di estremità dell’elemento di innesto) e detta porzione di fissaggio. Preferibilmente la/ciascuna linea di indebolimento si sviluppa da entrambe le parti di detta predeterminata posizione longitudinale (in altre parole la/le linea/e di indebolimento si sviluppano a cavallo di detta predeterminata posizione longitudinale). In tal modo vantaggiosamente si genera una zona di interferenza meccanica particolarmente forte tra la parete laterale della porzione di accoppiamento e l’elemento di innesto, in corrispondenza della suddetta porzione di bordo di estremità dell’elemento di innesto e/o in corrispondenza della porzione del bordo di estremità della porzione di accoppiamento in corrispondenza del primo lato. Tale localizzazione degli sforzi agevola il posizionamento della/e linea/e di indebolimento e la sua/loro taratura al fine di ottenere i suddetti predeterminati valori della tensione di soglia.
Preferibilmente detta cerniera comprende un perno che attraversa interamente, nella configurazione accoppiata, la porzione di accoppiamento e l’elemento di innesto e che si sviluppa lungo detto asse di rotazione, il perno trovandosi longitudinalmente interposto tra detta predeterminata posizione longitudinale e almeno una porzione di un bordo di estremità longitudinale della porzione di accoppiamento da parte longitudinalmente opposta alla porzione di aggancio. Si osserva che la funzione principale del perno è quella di fissare la reciproca posizione longitudinale del primo e secondo corpo e di vincolare la rotazione del secondo corpo rispetto al primo attorno a detto asse di rotazione (esso quindi può essere libero rispetto ai fori passanti in cui è inserito).
Preferibilmente la/ciascuna linea di indebolimento si sviluppa a partire da un punto sul, o in prossimità del, bordo di estremità longitudinale della porzione di accoppiamento.
Preferibilmente le linee di indebolimento sono reciprocamente affiancate rispetto ad una direzione ortogonale alla direzione longitudinale (ad esempio rispetto all’asse di rotazione), più preferibilmente sono allineate lungo la direzione ortogonale.
Preferibilmente la direzione di sviluppo di detta/ciascuna linea di indebolimento (ottenuta per interpolazione della linea di indebolimento con una retta) forma con la direzione longitudinale un angolo (considerando il minore dei due angoli complementari così formati) compreso tra 20° e – 20°, preferibilmente compreso tra 10° e -10°.
Preferibilmente le direzioni di sviluppo delle linee di indebolimento sono reciprocamente convergenti nel verso che va da una estremità longitudinale della porzione di accoppiamento alla porzione di aggancio. Preferibilmente le linee di indebolimento sono reciprocamente speculari rispetto ad un piano perpendicolare all’asse del perno e passante in posizione mediana del dispositivo di ancoraggio.
Preferibilmente detta/ciascuna linea di indebolimento comprende uno o più segmenti, allineati lungo la linea di indebolimento, in corrispondenza dei quali la parete laterale presenta meno materiale, o un materiale meno resistente, rispetto alle porzioni di parete laterale adiacenti.
Preferibilmente detta/ciascuna linea di indebolimento comprende uno o più segmenti, allineati lungo la linea di indebolimento, in corrispondenza dei quali la parete laterale presenta uno spessore minore dello spessore delle porzioni di parete laterale adiacenti. Preferibilmente ciascun segmento è una scanalatura ricavata sulla parete laterale, più preferibilmente una fessura (o taglio) passante l’intero spessore della parete.
Preferibilmente detta/ciascuna linea di indebolimento e/o i relativi segmenti è/sono ottenuta/e/i per asportazione di materiale rispetto alle porzioni di parete laterale adiacenti, più preferibilmente per taglio (e.g. laser) passante l’intero spessore.
Preferibilmente detta/ciascuna linea di indebolimento e/o i relativi segmenti è una linea sostanzialmente retta (trascurando l’eventuale curvatura della parete laterale, ad esempio quando la parete è cilindrica e le direzioni di sviluppo non sono parallele alla direzione longitudinale).
Preferibilmente detta/ciascuna linea di indebolimento comprende un primo tratto (interposto tra, e a distanza da, i due estremi della linea di indebolimento) sviluppantesi in prossimità di detta predeterminata posizione longitudinale avente localmente (ossia puntualmente lungo detto tratto) una resistenza allo strappo maggiore della resistenza locale allo strappo delle porzioni di linea di indebolimento adiacenti (e.g. dei segmenti adiacenti), più preferibilmente avente localmente una resistenza allo strappo uguale alla resistenza locale allo strappo delle porzioni di parete laterale adiacenti alla linea di indebolimento. Vantaggiosamente tale primo tratto, posto nelle vicinanze di un punto di massima sollecitazione, consente di tarare agevolmente la predeterminata tensione di soglia del cavo alla quale si verifica l’apertura della linea di indebolimento, ad esempio variando la lunghezza di tale primo tratto lungo la linea di indebolimento, detta taratura essendo fatta in funzione del materiale della porzione di accoppiamento, del suo spessore, dell’altezza longitudinale del secondo corpo, etc.
Preferibilmente la minima distanza longitudinale presa tra tutti i punti di detto primo tratto e detta predeterminata posizione longitudinale è minore di o uguale a 4mm, più preferibilmente minore di o uguale a 3 mm (ivi incluso uguale a zero nel caso di primo tratto posto a cavallo della predeterminata posizione longitudinale). Tale distanza minima è preferibilmente maggiore di o uguale a 0.5 mm, più preferibilmente maggiore di o uguale a 1 mm.
Preferibilmente detto primo tratto si sviluppa interamente dalla parte di detta predeterminata posizione longitudinale rivolta verso l’asse di rotazione.
Preferibilmente detta/ciascuna linea di indebolimento comprende (più preferibilmente consiste in) un primo segmento continuo e un secondo segmento continuo, i due segmenti continui essendo dei tagli passanti la parete ed essendo separati da detto primo tratto.
Preferibilmente detta/ciascuna linea di indebolimento (più preferibilmente detto primo segmento continuo) è separata dal bordo di estremità longitudinale della porzione di accoppiamento da un secondo tratto avente localmente una resistenza allo strappo maggiore della resistenza locale allo strappo della porzione di linea di indebolimento adiacente (e.g. del primo segmento), più preferibilmente avente localmente una resistenza allo strappo uguale alla resistenza locale allo strappo delle porzioni di parete laterale adiacenti alla linea di indebolimento. Vantaggiosamente è possibile tarare agevolmente la tensione di soglia del cavo alla quale si verifica l’apertura della linea di indebolimento, variando anche la resistenza (e.g. la lunghezza) di tale secondo tratto lungo la linea di indebolimento.
Preferibilmente la parete laterale presenta una continuità strutturale (ossia è priva di scanalature o tagli) in corrispondenza di detto primo tratto e/o detto secondo tratto.
Preferibilmente la lunghezza complessiva (presa lungo la linea di sviluppo della stessa) di detta/ciascuna linea di indebolimento è maggiore di o uguale a 5 cm, più preferibilmente maggiore di o uguale a 6 cm, e/o minore di o uguale a 12 cm, più preferibilmente minore di o uguale a 10 cm.
Preferibilmente la lunghezza (presa lungo la linea di sviluppo della linea di indebolimento) di detto primo tratto è maggiore di o uguale a 3 mm, più preferibilmente maggiore di o uguale a 4 mm, e/o minore di o uguale a 20 mm, più preferibilmente minore di o uguale a 15 mm.
Preferibilmente la lunghezza (presa lungo la linea di sviluppo della linea di indebolimento) di detto secondo tratto è maggiore di o uguale a 0.5 mm, più preferibilmente maggiore di o uguale a 1 mm, e/o minore di o uguale a 6 mm, più preferibilmente minore di o uguale a 5 mm.
Preferibilmente la lunghezza (presa lungo la linea di sviluppo della linea di indebolimento) di detto primo segmento è maggiore di o uguale a 3 cm, più preferibilmente maggiore di o uguale a 4 cm, e/o minore di o uguale a 10 cm, più preferibilmente minore di o uguale a 9 cm.
Preferibilmente la lunghezza (presa lungo la linea di sviluppo della linea di indebolimento) di detto secondo segmento è maggiore di o uguale a 1 cm, più preferibilmente maggiore di o uguale a 1.5 cm, e/o minore di o uguale a 5 cm, più preferibilmente minore di o uguale a 4 cm.
Preferibilmente la parete laterale (della porzione di accoppiamento) presenta sul primo lato due ulteriori linee di indebolimento (le due ulteriori linee di indebolimento essendo entrambe dallo stesso lato rispetto a detto asse di rotazione), ciascuna avente complessivamente (ossia considerando l’intera linea) una resistenza allo strappo minore della resistenza allo strappo delle porzioni di parete laterale adiacenti alla ulteriore linea e sviluppantesi, con almeno una componente longitudinale, in prossimità del bordo di estremità longitudinale della porzione di accoppiamento.
Preferibilmente le ulteriori linee di indebolimento presentano le medesime caratteristiche strutturali delle suddette linee di indebolimento. Si osserva che i suddetti predeterminati valori di soglia della tensione del cavo non si applicano alle ulteriori linee di indebolimento.
Vantaggiosamente le ulteriori linee di indebolimento agevolano la suddetta rotazione del secondo corpo rispetto al primo attorno all’asse di rotazione, per deformazione plastica controllata della parete laterale prossima alle stesse.
Preferibilmente le ulteriori linee di indebolimento sono speculari alle linee di indebolimento rispetto ad un piano passante per l’asse del perno e comprendente la direzione longitudinale. Vantaggiosamente in tal modo il dispositivo può essere orientato indifferentemente sui due lati.
Preferibilmente la porzione del bordo di estremità longitudinale della porzione di accoppiamento che si trova sul primo lato del secondo corpo in posizione contrapposta (rispetto all’asse di rotazione) alla/e linea/e di indebolimento (più preferibilmente in posizione interposta tra le due ulteriori linee di indebolimento) presenta una curvatura (con concavità rivolta verso l’esterno) controsagomata alla curvatura della superficie esterna della parete laterale della porzione di accoppiamento adiacente. Preferibilmente detta porzione del bordo di estremità longitudinale si trova alla posizione longitudinale in cui si trova l’asse di rotazione.
Vantaggiosamente una tale conformazione del bordo di estremità longitudinale consente di controllare la deformazione della porzione di accoppiamento sul primo lato durante la suddetta rotazione del secondo corpo rispetto al primo.
Preferibilmente due porzioni contrapposte del bordo di estremità longitudinale della porzione di accoppiamento che si trovano sul primo lato del secondo corpo e da parti opposte della suddetta porzione del bordo di estremità longitudinale sono arrotondate con convessità rivolta verso l’esterno. In tal modo vantaggiosamente tali porzioni di bordo non vengono a contatto con la porzione di fissaggio durante la suddetta rotazione del secondo corpo.
Preferibilmente il primo corpo e il secondo corpo sono reciprocamente accoppiabili in modo rimovibile (ossia in modo semplice -ad esempio con semplici e rapide operazioni manuali e con l’utilizzo di semplici utensili- e non distruttivo delle parti strutturali del dispositivo di ancoraggio).
Preferibilmente tra una superficie interna della parete laterale e una superficie esterna dell’elemento di innesto esiste un leggero gioco (tale da consentire un facile innesto e al contempo dare una certa stabilità all’accoppiamento).
Preferibilmente l’elemento di innesto e almeno la porzione di accoppiamento (più preferibilmente il secondo corpo) presentano un profilo in sezione ortogonale alla direzione longitudinale di forma circolare, più preferibilmente hanno conformazione tubolare sostanzialmente cilindrica.
Preferibilmente l’elemento di innesto è internamente cavo.
Preferibilmente la porzione di fissaggio è una piastra, più preferibilmente piana e giacente su un piano trasversale (e.g. ortogonale) alla direzione longitudinale, dotata di una pluralità di aperture passanti per l’impegno di mezzi di fissaggio, quali bulloni o rivetti. Preferibilmente una o più delle aperture passanti è/sono asola/e le cui direzioni di sviluppo principale convergono in un punto mediano della porzione di fissaggio (giacente su un asse mediano del dispositivo).
Preferibilmente il dispositivo di ancoraggio è simmetrico rispetto ad un piano perpendicolare all’asse del perno e passante in posizione mediana del dispositivo di ancoraggio.
Preferibilmente il dispositivo di ancoraggio è simmetrico rispetto ad un piano passante per l’asse del perno e comprendente la direzione longitudinale.
Preferibilmente la porzione di aggancio comprende un elemento di aggancio, distinto dal resto del secondo corpo, configurato per essere agganciato dal cavo della linea vita.
Preferibilmente il secondo corpo comprende un palo, comprendente la suddetta porzione di accoppiamento, e l’elemento di aggancio fissato ad una estremità longitudinale del palo opposta alla porzione di accoppiamento.
Preferibilmente l’elemento di aggancio è un corpo unico piastriforme (i.e. ottenuto per taglio e piegatura da una lastra) comprendente alle sue due estremità opposte due aperture passanti per, rispettivamente, il fissaggio al resto del secondo corpo (e.g. tramite bullone) e l’aggancio del cavo, le due estremità sviluppandosi su due piani ad una determinata reciproca distanza longitudinale (e.g. compresa tra 2 e 10 cm). Vantaggiosamente l’elemento di aggancio così strutturato è soggetto ad una deformazione plastica, in corrispondenza di sufficiente tensione del cavo, che tende a ridurre la suddetta distanza longitudinale e allungare la lunghezza complessiva dell’elemento di aggancio lungo la direzione del cavo.
Preferibilmente lo spessore della parete laterale della porzione di accoppiamento e/o dell’elemento di innesto e/o della piastra e/o dell’elemento di aggancio è maggiore di o uguale a 2 mm e/o minore di o uguale a 4 mm.
In un ulteriore aspetto l’invenzione riguarda una linea vita comprendente una coppia di dispositivi di ancoraggio secondo la presente invenzione e un cavo agganciato alle rispettive porzioni di aggancio e in tensione.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di alcune forme di realizzazione esemplari ma non esclusive di un dispositivo di ancoraggio e una relativa linea vita in accordo con il presente trovato.
Tale descrizione verrà esposta qui di seguito con riferimento alle unite figure, fornite a solo scopo indicativo e, pertanto, non limitativo, che mostrano:
- figura 1: una vista prospettica parziale di una linea vita in accordo con la presente invenzione;
- figura 2: una vista prospettica e in scala di un dispositivo di ancoraggio in accordo con la presente invenzione nella configurazione accoppiata;
- figura 3: una vista prospettica, in scala, parziale e in esploso del dispositivo di ancoraggio di figura 2 (corrispondente anche ad una configurazione disaccoppiata del dispositivo);
- figura 4: una ulteriore vista prospettica e in scala del dispositivo di ancoraggio di figura 2;
- figura 5: una vista laterale e in scala di un dettaglio del dispositivo di ancoraggio di figura 2, con disegnati in tratteggio alcuni elementi che non sarebbero visibili.
Con riferimento alle figure, con il numero di riferimento 1 è generalmente indicato un dispositivo di ancoraggio per linea vita in accordo con la presente invenzione e con il numero di riferimento 100 una relativa linea vita. In generale lo stesso numero di riferimento viene usato per elementi simili, anche nelle loro varianti realizzative.
La linea vita 100 comprende una coppia di dispositivi di ancoraggio 1 (‘dispositivi di testata’) fissati ad una reciproca distanza ad una struttura edile 200 e un cavo 50 agganciato alle rispettive porzioni di aggancio e in tensione tra i due dispositivi di ancoraggio di testata.
Opzionalmente un ulteriore dispositivo di ancoraggio 1 (‘dispositivo intermedio’) è fissato alla struttura edile in posizione interposta tra i due suddetti dispositivi di ancoraggio di testata e comprende una rispettiva porzione di aggancio strutturata per impedire deviazioni laterali del cavo. A tal proposito si osserva che i termini ancoraggio e aggancio comprendono, come si ricava dall’esempio qui fornito, anche il semplice contenimento del cavo (che può scorrere longitudinalmente all’interno della porzione di aggancio del dispositivo intermedio) rispetto a sue deviazioni laterali, come è il caso del dispositivo intermedio.
Il dispositivo di ancoraggio 1 (sia esso di testata o intermedio) ha sviluppo prevalente lungo una direzione longitudinale 2 e comprende un primo corpo 3 e un secondo corpo 4 distinto dal primo e saldamente (e preferibilmente rimovibilmente, ad esempio grazie al perno) accoppiabile al primo corpo.
In uso, tipicamente, ma non necessariamente, la direzione longitudinale 2 coincide con la direzione della verticale geografica.
Il primo corpo 3 comprende una porzione di fissaggio 5 destinata ad essere fissata saldamente e rigidamente ad una struttura edile 200 (ad esempio tramite opportuni mezzi di fissaggio 6 quali bulloni che impegnano opportuni tasselli inseriti nella struttura edile) e un elemento di innesto 7 rigidamente connesso (ad esempio tramite saldatura 8) con la porzione di fissaggio. L’elemento di innesto ha sviluppo prevalente longitudinale e un bordo di estremità longitudinale 9 da parte longitudinalmente opposta alla porzione di fissaggio 5.
Il secondo corpo 4 ha sviluppo prevalente longitudinale e comprende una porzione di aggancio 10 destinata ad essere agganciata da un cavo 50 della linea vita dalla parte di un primo lato 4’ del secondo corpo e, da parte longitudinalmente opposta alla porzione di aggancio, una porzione di accoppiamento 11.
La porzione di accoppiamento comprende una parete laterale 12 che delimita una cavità di alloggiamento 13 conformata in modo tale da poter ricevere detto elemento di innesto tramite inserimento longitudinale, preferibilmente in modo tale che nella configurazione di utilizzo una porzione 9’ di detto bordo di estremità 9, corrispondente ad un secondo lato 4’’ della porzione di accoppiamento opposto a detto primo lato 4’, si trovi internamente alla cavità di alloggiamento ad una predeterminata posizione longitudinale 14 (segnata con linea tratteggiata in figura 5) lungo la porzione di accoppiamento.
Il dispositivo di ancoraggio comprende inoltre una cerniera 15 per mezzo della quale il secondo corpo è rotazionalmente vincolato al primo corpo attorno ad un asse di rotazione 16 trasversale (preferibilmente ortogonale) alla direzione longitudinale e alla direzione di sviluppo del cavo della linea vita.
Preferibilmente la cerniera comprende un perno 15’ (ad esempio un bullone bloccato da un dado come nelle figure) che attraversa interamente la porzione di accoppiamento 11 e l’elemento di innesto 7 lungo l’asse di rotazione 16, il perno trovandosi longitudinalmente interposto tra la predeterminata posizione longitudinale 14 e almeno una porzione di un bordo di estremità longitudinale 17 della porzione di accoppiamento da parte longitudinalmente opposta alla porzione di aggancio. Preferibilmente tra la superficie interna della parete laterale 12 e la superficie esterna dell’elemento di innesto 7 esiste un leggero gioco, ad esempio pari a circa mezzo millimetro.
Preferibilmente la parete laterale 12 della porzione di accoppiamento 11 presenta sul secondo lato 4’’ del secondo corpo, opposto al primo lato 4’ rispetto all’asse di rotazione, due linee di indebolimento 20 ciascuna avente complessivamente una resistenza allo strappo minore della resistenza allo strappo delle porzioni di parete laterale adiacente alla linea. Ciascuna linea di indebolimento 20 si sviluppa con almeno una componente longitudinale e parzialmente in corrispondenza di una porzione dell’elemento di innesto. Vantaggiosamente ciascuna linea di indebolimento 20 si sviluppa nel senso longitudinale da entrambe le parti della predeterminata posizione longitudinale 14. Preferibilmente ciascuna linea di indebolimento ha una direzione di sviluppo (ad esempio in figura 5 la retta passante per la linea di indebolimento 20) che forma con la direzione longitudinale 2 un angolo 21 pari esemplarmente a 6°.
Preferibilmente le linee di indebolimento 20 sono reciprocamente allineate rispetto alla direzione parallela all’asse del perno (in altre parole si trovano alla stessa posizione longitudinale).
Preferibilmente le direzioni di sviluppo delle linee di indebolimento (fig 5) sono reciprocamente convergenti nel verso che va da una estremità longitudinale 17 della porzione di accoppiamento alla porzione di aggancio 10.
Preferibilmente le linee di indebolimento sono reciprocamente speculari rispetto ad un piano perpendicolare all’asse di rotazione 16 e passante in posizione mediana del dispositivo di ancoraggio 1 (o del perno 15’).
Esemplarmente, come mostrato negli esempi raffigurati, ciascuna linea di indebolimento 20 consiste in un primo segmento continuo 22 e un secondo segmento continuo 23 allineati lungo la linea di indebolimento, i due segmenti continui essendo tagli (e.g. ottenuti per taglio laser e larghi circa mezzo decimo di mm) passanti l’intero spessore della parete laterale ed essendo reciprocamente separati da un primo tratto 24 (indicato in tratteggio in figura 5) privo di tagli o scanalature.
Tuttavia rientra nella presente invenzione qualsiasi numero e/o realizzazione e/o posizionamento alternativa/o delle linee di indebolimento. Ad esempio (non mostrato) è possibile realizzare una sola linea di indebolimento, ad esempio conformata ad ‘U’ rovesciata. Ad esempio ciascuna linea di indebolimento può comprendere un qualsiasi numero di segmenti tra loro allineati, incluso un solo segmento continuo. Inoltre ciascun segmento può consistere, invece che in un taglio passante, in una scanalatura in cui lo spessore della parete è ridotto rispetto alla porzioni di parete laterale adiacenti, ad esempio per asportazione parziale di materiale. Ancora, ciascun segmento invece che un taglio o una scanalatura continua può consistere in una successione ravvicinata di forellini passanti lo spessore. Qualsiasi sia la realizzazione di detti segmenti, essi presentano vantaggiosamente una resistenza meccanica locale minore (negli esempi tale resistenza essendo nulla) delle porzioni di parete laterale adiacenti. Ancora, il primo tratto (così come il secondo tratto, si veda più sotto) può consistere, in alternativa al tratto senza tagli o scanalature, in una scanalatura o in una successione ravvicinata di tagli o forellini passanti, avente in ogni caso resistenza meccanica locale compresa tra quella, più alta, delle porzioni adiacenti di parete laterale e quella, più bassa, dei segmenti 22, 23.
Esemplarmente, il primo tratto 24 si sviluppa interamente dalla parte di detta predeterminata posizione longitudinale 14 rivolta verso l’asse di rotazione (in altre parole, con riferimento alla figura 5 il primo tratto 24 si trova interamente al di sotto della posizione 14), la distanza ‘e’ tra la predeterminata posizione longitudinale 14 e l’estremità prossimale del primo tratto essendo esemplarmente uguale a circa 1,5 mm. Tuttavia la presente invenzione contempla anche il caso (non mostrato) in cui il primo tratto si sviluppa a cavallo, o completamente al di sopra, della posizione 14.
Preferibilmente ciascuna linea di indebolimento 20 (in particolare il primo segmento continuo 22) è separata dal bordo di estremità longitudinale 17 della porzione di accoppiamento da un secondo tratto 25 privo di scanalature o tagli.
La seguente tabella fornisce alcuni esempi di valori dimensionali (in millimetri) per tre diversi dispositivi di ancoraggio in accordo con la presente invenzione, in cui il dispositivo #1 è quello rappresentato nelle allegate figure, mentre i dispositivi #2 e 3 hanno il primo corpo uguale a quello del dispositivo #1 e il secondo corpo di altezza longitudinale differente (e quindi differenti linee di indebolimento). Per tutti i tre dispositivi il primo corpo ha uno spessore pari a 3 mm, i diametri interno e esterno dell’elemento di innesto sono pari a 64 e 70 mm, l’altezza longitudinale totale (h1) dell’elemento di innesto è pari a 110 mm, la distanza longitudinale (h2) tra l’asse di rotazione e la piastra di base è pari a 40 mm, l’altezza longitudinale dell’elemento di aggancio (h3) è pari a 70 mm circa, i diametri interno e esterno della porzione di accoppiamento sono pari a 71 e 76 mm e lo spessore della parete laterale del secondo corpo è pari a 2.5 mm. Tutti i tre dispositivi sono in acciaio. Le linee di indebolimento sono progettate in modo tale che la rispettiva porzione di accoppiamento si apre lungo almeno una porzione delle linee di indebolimento al raggiungimento di un valore di soglia della tensione del cavo pari all’incirca a 8-9 kN.
Tabella 1
#1 #2 #3 Altezza longitudinale totale (H) 350 500 750 Lunghezza primo segmento (l1) 62,5 59 53 Lunghezza secondo segmento (l2) 20 20 20 Distanza primo segmento-bordo (d) 1.5 3 4 Lunghezza primo tratto (D) 5 7 12 Lunghezza totale linea di indebolimento (L) 89 89 89
Come si vede dalla tabella 1, all’aumentare dell’altezza del secondo corpo (e quindi del momento rotante a parità di tensione del cavo) è opportuno aumentare la lunghezza D del primo tratto e la distanza d tra il primo segmento e il bordo di estremità 17 (e quindi la relativa resistenza locale allo strappo) al fine di ottenere un valore di soglia della tensione del cavo intorno a 8-9 kN. Inoltre come regola esemplare di progetto si è mantenuta la distanza ‘e’ costante per i tre dispositivi e pari a circa 1,5mm.
Si osserva che per predeterminato valore di soglia si intende non tanto un valore esatto della tensione del cavo, quanto piuttosto un intervallo di valori, ampio fino a 2kN, entro il quale avviene il cedimento della linea di indebolimento. Se ad esempio si fissa un predeterminato valore di soglia pari a circa 9 kN, all’atto pratico il cedimento della linea di indebolimento può avvenire ad un valore compreso tra 8 e 10kN (oppure tra 8.5 e 9.5 kN), a causa delle variabilità introdotte dalle tolleranze fabbricative, dai materiali, dalle condizioni di test, etc.
Preferibilmente la parete laterale della porzione di accoppiamento presenta inoltre (si veda figura 4), sul primo lato 4’, due ulteriori linee di indebolimento 30 esemplarmente speculari alle linee di indebolimento 20 rispetto ad un piano passante per l’asse 16 del perno e comprendente la direzione longitudinale 2. In tal modo il dispositivo, simmetrico rispetto al suddetto piano, può essere montato con il cavo affacciato indifferentemente sui due lati 4’ e 4’’. Tuttavia ai fini della presente invenzione tale simmetria delle linee di indebolimento 20 e 30 non è necessaria, in quanto le ulteriori linee di indebolimento 30, in uso, risultano attive soprattutto nella loro porzione prossima al bordo 17 di estremità longitudinale. In particolare (sebbene non mostrato), le linee di indebolimento 30 possono essere prive del rispettivo secondo segmento e del rispettivo primo tratto.
Preferibilmente, come visibile in particolare in figura 5, tutti i punti di estremità dei segmenti 22 e 23 e/o i punti ad angolo del bordo di estremità 17 sono raggiati, con raggio esemplarmente maggiore o uguale a 0.4 mm e minore o uguale a 1 mm. In tal modo vantaggiosamente si riduce il rischio di formazione di cricche e/o strappi indesiderati.
Preferibilmente la porzione 26 del bordo 17 di estremità longitudinale della porzione di accoppiamento che si trova sul primo lato 4’ del secondo corpo in posizione interposta tra le due ulteriori linee di indebolimento 30 presenta una curvatura controsagomata alla curvatura della superficie esterna della parete laterale della porzione di accoppiamento adiacente. Preferibilmente la porzione 26 del bordo di estremità longitudinale si trova in corrispondenza della posizione longitudinale in cui si trova l’asse di rotazione 16.
Preferibilmente due porzioni contrapposte 27 del bordo di estremità longitudinale 17 della porzione di accoppiamento che si trovano sul primo lato 4’ del secondo corpo e da parti opposte della suddetta porzione 26 del bordo di estremità longitudinale sono arrotondate con convessità rivolta verso l’esterno.
Esemplarmente l’elemento di innesto 7 e il secondo corpo 4 hanno conformazione tubolare sostanzialmente cilindrica, tuttavia la presente invenzione contempla qualsiasi conformazione dei due elementi, quale a sezione quadrata o rettangolare.
Preferibilmente la porzione di fissaggio è una piastra 28 piana e giacente su un piano ortogonale alla direzione longitudinale, e dotata di una pluralità di asole 29 passanti per l’impegno dei mezzi di fissaggio 6. Preferibilmente le asole hanno direzioni di sviluppo principale convergenti in un punto mediano della porzione di fissaggio.
Preferibilmente il secondo corpo 4 comprende un palo 45 (e.g. di forma tubolare) comprendente la porzione di accoppiamento 11 e un elemento di aggancio 40 (appartenente alla porzione di aggancio) fissato ad una estremità longitudinale del palo opposta alla porzione di accoppiamento e configurato per essere agganciato dal cavo della linea vita.
Preferibilmente l’elemento di aggancio è un corpo unico piastriforme comprendente alle due estremità 41 due aperture passanti per, rispettivamente, il fissaggio al palo 45 (e.g. tramite bullone) e l’aggancio del cavo, le due estremità sviluppandosi su due piani ad una determinata reciproca distanza longitudinale h3.
Quando la linea vita è montata (senza il dispositivo intermedio) e ad esempio sottoposta ad una prova di resistenza sotto sforzo consistente nell’applicare alla mezzeria del cavo una forza di trazione diretta come l’asse di rotazione 16 e progressivamente crescente, tale forza genera una tensione nel cavo che rappresenta una forza di trazione in corrispondenza dell’elemento di aggancio 40, la quale a sua volta genera sul dispositivo 1 i due momenti di rotazione come sopra descritti. Al di sotto della tensione di soglia (ad esempio fino a circa 8kN), il dispositivo di ancoraggio 1 subisce solamente lievi deformazioni e i mezzi di fissaggio una relativa forza di estrazione progressivamente crescente. Al raggiungimento della tensione di soglia (cui corrisponde la massima forza di estrazione subita dai mezzi di fissaggio), i primi tratti 24 delle linee di indebolimento 20 si rompono in modo controllato (lacerandosi lungo la linea di indebolimento) consentendo l’apertura delle linee di indebolimento 20 (e il sollevamento della porzione di parete laterale interposta tra le due linee rispetto alla porzione adiacente di parete laterale) e la conseguente rotazione del secondo corpo rispetto al primo. A seguito della rotazione il punto di aggancio 42 del cavo si avvicina all’altro dispositivo di ancoraggio delle linea vita, diminuendo così la tensione istantanea del cavo. Tale rotazione determina anche una deformazione plastica e progressiva della porzione di accoppiamento in prossimità delle suddette porzioni 26 e 27 di bordo di estremità longitudinale sul primo lato 4’ (la porzione di parete laterale interposta tra le due ulteriori linee 30 si arriccia progressivamente). Continuando ad aumentare la forza di trazione alla mezzeria del cavo, la tensione dello stesso torna a crescere fino a raggiungere un valore (ad esempio compreso tra 7 e 10 kN) in corrispondenza del quale si rompono anche i secondi tratti 25, consentendo al secondo corpo di ruotare ulteriormente, fino alla rotazione completa del secondo corpo (ossia esso si trova con la direzione di sviluppo principale ortogonale alla direzione longitudinale).

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di ancoraggio (1) per linea vita (100) avente sviluppo prevalente lungo una direzione longitudinale (2) e comprendente un primo corpo (3) e un secondo corpo (4) distinto dal primo e saldamente accoppiato al primo corpo, dove il primo corpo comprende una porzione di fissaggio (5) destinata ad essere fissata saldamente ad una struttura edile e un elemento di innesto (7) connesso con la porzione di fissaggio, dove il secondo corpo comprende una porzione di aggancio (10) destinata ad essere agganciata da un cavo (50) della linea vita dalla parte di un primo lato (4’) del secondo corpo e, da parte longitudinalmente opposta alla porzione di aggancio, una porzione di accoppiamento (11), dove il secondo corpo è rotazionalmente vincolato, preferibilmente per mezzo di una cerniera (15), al primo corpo attorno ad un asse di rotazione (16) trasversale alla direzione longitudinale, dove una tra la porzione di accoppiamento (11) e l’elemento di innesto (7) comprende una parete laterale (12) che delimita una cavità di alloggiamento (13) conformata in modo tale da ricevere almeno parzialmente l’altra tra la porzione di accoppiamento (11) e l’elemento di innesto (7), e dove la parete laterale presenta almeno una linea di indebolimento (20) avente complessivamente una resistenza allo strappo minore della resistenza allo strappo delle porzioni di parete laterale adiacenti alla linea, detta linea di indebolimento essendo strutturata in modo tale che la parete laterale si apra lungo detta linea di indebolimento, consentendo la rotazione del secondo corpo rispetto al primo attorno all’asse di rotazione, in corrispondenza di un predeterminato valore di soglia di una forza applicata sulla porzione di aggancio e diretta sostanzialmente ortogonalmente alla direzione longitudinale e all’asse di rotazione.
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, dove detto predeterminato valore di soglia è maggiore di 3 kN, e/o minore di, o uguale a, 12 kN.
  3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 o 2, dove la porzione di accoppiamento (11) comprende detta parete laterale (12) e dove l’elemento di innesto (7) ha un bordo di estremità longitudinale (9) da parte longitudinalmente opposta alla porzione di fissaggio (5), dove una porzione (9’) di detto bordo di estremità dell’elemento di innesto, corrispondente ad un secondo lato (4’’) della porzione di accoppiamento opposto a detto primo lato (4’), si trova nella cavità di alloggiamento ad una predeterminata posizione longitudinale (14), dove l’asse di rotazione (16) passa in una posizione longitudinale interposta tra detta predeterminata posizione longitudinale e detta porzione di fissaggio e dove la linea di indebolimento (20) si sviluppa su detto secondo lato e da entrambe le parti di detta predeterminata posizione longitudinale (14).
  4. 4. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, dove detta linea di indebolimento (20) si sviluppa a partire da un punto su, o in prossimità di, un bordo di estremità longitudinale (17) della porzione di accoppiamento.
  5. 5. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, dove detta linea di indebolimento (20) si sviluppa con almeno una componente longitudinale e dove la direzione di sviluppo di detta linea di indebolimento (20) forma con la direzione longitudinale (2) un angolo compreso tra 20° e – 20°.
  6. 6. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, dove la parete laterale (12) presenta sul secondo lato (4’’) opposto al primo lato rispetto a detto asse di rotazione due linee di indebolimento (20), la prima linea coincidendo con detta linea di indebolimento e la seconda linea avendo le stesse caratteristiche rivendicate per detta linea di indebolimento, e dove le direzioni di sviluppo delle due linee di indebolimento (20) sono reciprocamente convergenti nel verso che va da una estremità longitudinale (17) della porzione di accoppiamento alla porzione di aggancio (10).
  7. 7. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, dove detta, o ciascuna, linea di indebolimento (10) comprende uno o più segmenti (22, 23), allineati lungo la linea di indebolimento, dove ciascun segmento è una scanalatura ricavata sulla parete laterale o un taglio passante l’intero spessore della parete.
  8. 8. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, dove detta, o ciascuna, linea di indebolimento (20) comprende un primo tratto (24) sviluppantesi in prossimità di detta predeterminata posizione longitudinale (14) avente localmente una resistenza allo strappo maggiore della resistenza locale allo strappo delle porzioni di linea di indebolimento adiacenti e dove la lunghezza di detto primo tratto è maggiore di o uguale a 3 mm, e/o minore di o uguale a 20 mm.
  9. 9. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, dove la minima distanza longitudinale presa tra tutti i punti di detto primo tratto e detta predeterminata posizione longitudinale è minore di o uguale a 4mm, e/o maggiore di o uguale a 0.5 mm, e dove detto primo tratto si sviluppa interamente dalla parte di detta predeterminata posizione longitudinale rivolta verso l’asse di rotazione (16).
  10. 10. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, dove detta, o ciascuna, linea di indebolimento (20) è separata da un bordo (17) di estremità longitudinale della porzione di accoppiamento da un secondo tratto (25) avente localmente una resistenza allo strappo maggiore della resistenza locale allo strappo della porzione di linea di indebolimento adiacente, e dove la lunghezza di detto secondo tratto è maggiore di o uguale a 0.5 mm, e/o minore di o uguale a 6 mm.
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