ITMI20112414A1 - Sistema e metodo perfezionati per alimentare a tensione costante fili metallici - Google Patents

Sistema e metodo perfezionati per alimentare a tensione costante fili metallici Download PDF

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ITMI20112414A1
ITMI20112414A1 IT002414A ITMI20112414A ITMI20112414A1 IT MI20112414 A1 ITMI20112414 A1 IT MI20112414A1 IT 002414 A IT002414 A IT 002414A IT MI20112414 A ITMI20112414 A IT MI20112414A IT MI20112414 A1 ITMI20112414 A1 IT MI20112414A1
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Description

DESCRIZIONE
Formano oggetto del presente trovato un sistema ed un metodo per alimentare un filo metallico ad una macchina operatrice secondo il preambolo delle corrispondenti rivendicazioni indipendenti.
Sono noti numerosi processi industriali (realizzazione motore elettrici, bobine, ecc.) in cui à ̈ necessario avvolgere un filo metallico su un supporto fisico che può avere forme diverse, essere realizzato con materiali diversi e far parte del prodotto finito o essere utilizzato solo durante la fase produttiva (come nel caso di bobine note col termine di "bobine in aria" realizzate con filo auto-cementante con la temperatura).
Nei processi suddetti risulta fondamentale il controllo della tensione per garantire la costanza e la qualità del prodotto finito. Ad esempio, un controllo corretto della tensione garantisce la realizzazione di bobine quadrate di elevata qualità, facendo quindi in modo che il filo, anche in prossimità dell'angolo presente sul supporto, aderisca con precisione al supporto stesso evitando quella che nel gergo viene definita "spira molle".
La tensione applicata al filo inoltre può, ad esempio, provocare un allungamento del filo e conseguentemente una riduzione della sua sezione. Essendo quindi variata la sezione e la lunghezza del filo presente nel prodotto finito, ne consegue che à ̈ cambiata la resistenza totale del prodotto stesso, essendo di fatto la resistenza R di un filo direttamente proporzionale alla sua lunghezza ed inversamente proporzionale alla sua sezione, come specificato nella seconda legge di Ohm
R= Ï . l/S
dove:
l à ̈ la lunghezza del filo, misurata in metri,
S à ̈ l’area della sezione, misurata in mm<2>,
Ï Ã ̈ la resistività elettrica (detta anche resistenza elettrica specifica o resistività) del materiale, misurata in ohm *metro.
Il controllo della tensione risulta oltremodo importante durante la fase iniziale di produzione di una bobina, fase in cui il filo viene avvolto su terminali a cui sarà poi saldato (fase di wrapping) per farlo aderire perfettamente a questi ultimi ed evitare che si spezzi. Inoltre durante un processo di avvolgimento eseguito su una macchina automatica, l'avvolgimento successivo di due diverse bobine prevede una fase di scarico di una bobina già terminata, ovvero del supporto su cui à ̈ stato avvolto il filo, ed una fase di carico del nuovo supporto per iniziare l'avvolgimento e la predisposizione di una nuova bobina. Tale operazione può avvenire in maniera manuale (tramite operatore) o in maniera automatica e in tal caso generalmente prevede il taglio del filo ed il movimento meccanico di un braccio su cui à ̈ fissato il supporto su cui à ̈ già avvolto il filo (fase di seguito indicata come fase di loading). Durante quest'ultima fase risulta importante controllare la tensione del filo per fare in modo che non si formino degli allentamenti che potrebbero ad esempio causare problemi in fase di ripartenza della successiva fase di produzione.
Il normale intervallo applicativo delle tensioni varia da 5 a 4000cN, in funzione del diametro del filo; ovviamente tanto minore à ̈ il diametro del filo tanto più bassa à ̈ la tensione di lavoro e tanto più elevata à ̈ l'importanza del controllo della tensione durante la fase di avvolgimento.
Sono note varie tipologie di dispositivi alimentatori (o semplicemente alimentatori) specifici per i fili metallici e che consentono detto controllo.
Una prima tipologia di tali dispositivi comprende alimentatori completamente meccanici che tuttavia presentano vari inconvenienti.
Tale dispositivo di regolazione della tensione deve essere regolato manualmente e controllato posizione per posizione e durante l'intero processo. Esso à ̈ un "sistema ad anello aperto" che non à ̈ in grado di correggere eventuali errori che sorgono durante il processo (variazione della tensione d'ingresso del filo metallico proveniente dalla bobina, danneggiamento o staratura di una delle molle, accumulo di sporco all'interno del frenafilo d'ingresso, ecc....).
In aggiunta, in un alimentatore del tipo sopra citato si prevede l'impostazione di un'unica tensione di lavoro e non si ha quindi la possibilità di impostare tensioni diverse per la fase di wrapping, per la fase di working e per la fase di loading.
Tale tensione impostata risulta inoltre dipendente dalla velocità di avvolgimento, in quanto frutto in parte di una tensione di attrito che a sua volta risulta funzione della velocità suddetta, per tale motivo si rilevano grosse variazioni di tensione in corrispondenza delle fasi di accelerazione e decelerazione della macchina.
Tali variazioni di tensione incideranno negativamente sulla qualità del prodotto finale causando inoltre una variazione del valore resistivo e di impedenza del filo avvolto.
Infine, un alimentatore completamente meccanico non permette, come unico dispositivo, di soddisfare l'intera gamma di tensioni con le quali si alimentano i generici fili metallici ad una macchina operatrice. E' quindi necessario avere più dispositivi alimentatori o modificare meccanicamente una parte di essi per poter lavorare qualunque tipologia di filo.
Sono anche noti dispositivi o alimentatori elettromeccanici che a differenza di quelli puramente meccanici hanno un motore elettrico a cui viene vincolata una puleggia rotante su cui il filo proveniente dalla bobina, dopo essere passato attraverso un frenafilo a feltrini, si avvolge per almeno un giro prima di incontrare un braccio meccanico mobile soggetto a molle di contrasto. Una unità elettronica di controllo, oltre a comandare l'azionamento del motore, à ̈ in grado di misurare la posizione di tale braccio e, in funzione di detta posizione, aumenta o diminuisce la velocità del motore e conseguentemente la velocità di alimentazione del filo (in pratica utilizzando il braccio stesso come comando per accelerare e frenare).
Anche questi alimentatori presentano i limiti dei dispositivi prettamente meccanici prima citati in quanto prevedono l'uso del braccio mobile per tensionare il filo e lavorano ad "anello aperto" senza un reale controllo del prodotto finale.
Da ultimi, sono noti dei dispositivi elettronici di frenatura che prevedono, oltre al braccio mobile di recupero, anche una cella di carico (o altro rilevatore di tensione equivalente) posta in uscita dall'alimentatore, una unità di controllo del dispositivo usando il valore di tensione rilevato per regolare una pre-frenatura generalmente a monte del braccio compensatore. Una tale soluzione à ̈ ad esempio descritta in EP 0424770.
Tale soluzione anche se risolve alcuni problemi dei dispositivi precedentemente citati, presenta comunque vari limiti: ad esempio, pur operando ad anello chiuso, il dispositivo suddetto non à ̈ comunque in grado di alimentare il filo ad una tensione inferiore a quella di svolgimento della bobina in quanto tale organo può solo frenare il filo e quindi aumentare tale tensione.
Dalla domanda di brevetto italiano MI2011A001983, à ̈ noto un dispositivo che à ̈ in grado di alimentare un filo metallico misurandone la tensione ed uniformandola (diminuendola o aumentandola) ad un valore prefissato, eventualmente programmabile, attraverso un controllo dell'alimentazione ad anello chiuso. In tal modo, il dispositivo à ̈ in grado non solo di frenare il filo, ma anche di alimentarlo ad una tensione inferiore (e non solo superiore) a quella di svolgimento del filo da una corrispondente bobina di provenienza.
Tale noto dispositivo consente di impostare una tensione di alimentazione del filo unica per tutto il processo a cui esso à ̈ sottoposto o differenziata per avere diverse tensioni in diverse fasi operative della macchina (wrapping, working, loading); ciò in maniera totalmente automatica o tramite interfacciamento con la macchina.
Tale dispositivo o alimentatore, seppure di funzionamento ottimale, controlla e regola la tensione di un generico filo metallico alimentato prima che il filo lasci il dispositivo stesso. Tuttavia, può accadere che la tensione del filo metallico vari dopo che ha lasciato l'alimentatore durante il suo tragitto alla macchina, in particolare a causa ad esempio di alcuni passaggi meccanici detti generalmente guidafili, che hanno lo scopo di guidare appunto detto filo dell’alimentatore al punto in cui la macchina effettivamente lo lavora. Di fatto quindi si ha una differenza tra la tensione del filo in uscita dall’alimentatore e la tensione di detto filo in prossimità del punto di lavoro a causa degli attriti presenti durante il tragitto. Detta differenza può quindi causare delle variazioni fisiche nel filo alimentato (sezione e lunghezza) e conseguentemente varia il valore di resistenza del prodotto finito.
In tali condizioni, il dispositivo alimentatore noto sopra citato non può autonomamente intervenire per evitare gli inconvenienti sopra citati; il dispositivo non à ̈ quindi in grado di compensare automaticamente quello che succede a valle di esso proprio perché à ̈ all’esterno del suo anello di controllo. Inoltre, la possibile modifica fisica del filo à ̈ una condizione che non accade regolarmente e quindi non à ̈ prevedibile (ma variabile nel tempo): si pensi ad esempio all’attrito causato da un passaggio meccanico (guidafilo) che può variare la sua incidenza in funzione ad esempio della quantità di lubrificante presente sul filo o depositato dal filo stesso durante il suo scorrere.
Allo stesso modo una variazione della tensione di svolgimento del filo a monte dell’alimentatore può causare una variazione delle caratteristiche fisiche del filo (sezione, lunghezza, resistenza), cosa che causa una variazione del valore resistivo del prodotto finale; ciò pur alimentando detto filo a tensione costante, essendo il fenomeno sopra descritto al di fuori dell’anello di controllo della tensione operato dall’alimentatore.
Lo stesso inconveniente potrebbe essere causato dalle tolleranze produttive del filo stesso utilizzato nel processo produttivo.
Scopo del presente trovato à ̈ quello di realizzare un metodo ed un sistema che consenta di avere un controllo ottimale della tensione del filo alimentato alla macchina che lo lavora, qualunque sia la caratteristica dei fili metallici alimentati, anche nel caso di un filo capillare.
In particolare, scopo del trovato à ̈ quello di offrire un sistema del tipo citato che consenta di mantenere costante la tensione del filo sino alla macchina che lo lavora così da evitarne modifiche fisiche che potrebbero incidere negativamente sul suo utilizzo finale.
Un ulteriore scopo del trovato à ̈ quello di realizzare un sistema unico che sia in grado di operare con l'intera gamma di fili metallici e delle tensioni di lavoro a cui sono sottoposti.
Questi ed altri scopi che risulteranno evidenti all'esperto del ramo vengono raggiunti da un sistema ed un metodo per alimentare un filo metallico ad una macchina operatrice secondo le unite rivendicazioni.
Per una maggiore comprensione del presente trovato si allegano a titolo puramente esemplificativo, ma non limitativo, i seguenti disegni, in cui:
la figura 1 mostra una vista frontale schematica di un sistema per alimentare un filo metallico secondo il trovato; e
la figura 2 mostra una vista, con sezione secondo la traccia 2-2 di figura 1, del sistema di figura 1.
Con riferimento alle citate figure, in esse à ̈ rappresentato un dispositivo alimentatore di fili metallici che a titolo esemplificativo à ̈ quello descritto in MI2011A001983. Ovviamente, il dispositivo alimentatore può essere di altra tipologia nota purchà ̈ sia provvista di mezzi per controllare e regolare in modo attivo la tensione di un filo ovvero dispositivi elettromeccanici o elettronici come precedentemente descritto nella parte introduttiva di questo testo. L'alimentatore nelle figure à ̈ indicato genericamente con 1 e comprende un corpo o involucro 2 avente una faccia frontale 3 e facce laterali 4 e 5. Queste ultime, sono chiuse da elementi di copertura uno dei quali (quello delle faccia 4) non à ̈ mostrato nella figura 2 al fine di avere accesso visivo all'interno del corpo 2.
Sulla faccia frontale 3 o associati ad essa e sporgenti da essa sono presenti (partendo dalla parte bassa del corpo 2 con riferimento alla figura 1) supporti 7 e 8, paralleli, portanti un corrispondente rullo scanalato 9 o 10 liberamente rotante su un perno fissato al rispettivo supporto. Ogni rullo 9, 10, preferibilmente realizzato in ceramica, ha lo scopo di definire la traiettoria di un filo F da una bobina (non mostrata) al dispositivo 1 e da questo ad una macchina operatrice 100. Il fatto che i rulli siano in ceramica (o in materiale equivalente a basso coefficiente di attrito) ha lo scopo di minimizzare l'attrito tra il filo e il rullo, rendendo minima la possibilità di danneggiamento del filo nel contatto.
Il corpo 2 comprende un frenafilo 12 con cui coopera il filo F all'uscita del rullo 9 e che ha il compito di stabilizzare il filo in ingresso nel dispositivo e di pulirlo con usuali feltrini (non mostrati) per rimuovere eventuali residui di paraffine (provenienti dalla precedente fase operativa di trafilatura). Tale filo, uscendo dal frenafilo 12, incontra una prima puleggia 14 su cui si avvolge (per una frazione di giro o per più giri) prima di passare su una seconda puleggia 15, entrambe dette pulegge essendo mosse da un proprio motore elettrico 16 e 17 (rispettivamente) associato al corpo 2 e controllato e comandato nel suo azionamento da una unità di controllo 18 anch'essa associata a tale corpo.
A quest'ultima à ̈ vincolato un braccio mobile di recupero o compensatore 20 presentante, ad una estremità libera 21, un passaggio per il filo F, preferibilmente attraverso un rullo 22 (anch'esso in ceramica o similare), su cui perviene tale filo F in uscita dalla puleggia 15 (e passante attraverso una finestra 2A del corpo 2). Tale braccio mobile si trova dentro il corpo 2, dietro alla faccia 3 di quest'ultimo.
Dal rullo 22 (o organo di passaggio, fisso, equivalente), il filo passa attraverso la finestra 2 e quindi su un sensore di tensione 25, ad esempio una cella di carico, collegato anche esso all'unità di controllo 18 da cui fuoriesce per passare sul rullo 10 ed essere alimentato alla macchina operatrice.
L'unità di controllo 18 à ̈ in grado di misurare la tensione del filo attraverso il sensore 25 e modificare la velocità di rotazione delle pulegge 14 e 15, agendo su rispettivi motori 16 e 17, e conseguentemente controllare ed uniformare la tensione del filo stesso ad un valore prefissato eventualmente programmabile (ad esempio in funzione delle varie fasi di lavorazione a cui à ̈ sottoposto il filo F nella macchina operativa 100), impostato nell'unità 18, che può essere a microprocessore ed avere (o cooperare con) una memoria in cui sono tabellati uno o più dati di tensione, ad esempio corrispondenti delle fasi operative sopra citate.
Tale valore di tensione preimpostato può essere maggiore o minore alla tensione di svolgimento del filo dalla bobina.
Il corpo 2 porta inoltre un visualizzatore 33 controllato dall'unità 18 attraverso cui vengono visualizzate le condizioni operative del dispositivo (tensione misurata, tensione impostata, velocità di alimentazione, ecc....). Su tale visualizzatore sono inoltre mostrati i parametri di lavoro, che possono essere impostati tramite tastiera 34.
Il corpo 2 prevede inoltre (non mostrati nelle figure) dei connettori attraverso i quali à ̈ possibile alimentare elettricamente l'alimentatore, comunicare con il dispositivo attraverso bus di campo standard o proprietari (RS485, CANBUS, ETHERNET...) per leggerne lo stato (tensione misurata, velocità, eventuali condizioni di allarme) o programmarne il funzionamento (tensione lavoro, modalità lavoro,...). Tale corpo prevede anche un ingresso 0-10Vdc per programmare la tensione di lavoro in modalità analogica ed un ingresso di marcia-arresto per segnalare al dispositivo se la macchina à ̈ in fase di lavoro, nonchà ̈ uno o più ingressi digitali attraverso i quali programmare tensioni di lavoro diverse in funzione delle diverse fasi operative della macchina (wrapping, working, loading, ...).
Al dispositivo alimentatore 1 ed in particolare all'unità 18 sono connessi almeno un organo 50 in grado di misurare il diametro del filo F e/o un organo 60 in grado di misurare il valore di impedenza (o resistenza) di un prodotto finito comprendente il filo F (ad esempio una bobina elettrica).
Più in particolare, l'organo 50, interfacciato direttamente o indirettamente con l'unità 18, à ̈ posto in un qualsiasi punto tra il dispositivo 1 e la macchina 100. Esso à ̈ un organo misuratore del diametro del filo F quale un calibro elettronico, ad esempio ottico o laser, una stribbia elettronica o organo similare.
In merito all'organo 60 esso à ̈ un rilevatore di resistenza o impedenza, ad esempio un rilevatore ohmico della bobina ottenuta tramite il filo F.
Anche tale organo 60, come quello 50, à ̈ interfacciato direttamente o indirettamente all'unità 18. Tale connessione può avvenire attraverso un qualunque canale di comunicazione tra l’unità e detto organo (50 o 60), quali ad esempio un bus di campo (RS485, CANBUS, MODBUS, PROFIBUS, …) o degli ingressi specifici previsti nei due elementi (Ingresso Analogico 0-10V, Ingresso 4-20 mA, Ingressi Digitali,…).
Durante l’alimentazione, ad una macchina operatrice à ̈ noto che un filo metallico, se sottoposto a tensione troppo elevate, viene "stirato" e conseguentemente tale tensione ne varia il diametro. Al variare di quest'ultimo variano anche le caratteristiche (in particolare elettriche, come la resistività elettrica) del filo stesso.
Al fine di evitare questo inconveniente legato ad una tensione eccessivamente imposta al filo F, il trovato prevede appunto il rilevamento del diametro del filo a valle dell'alimentatore 1 cosicchà ̈, attraverso questo controllo, si possa regolare adeguatamente la tensione imposta al filo dall'alimentatore 1 al fine di evitarne una variazione inaccettabile del diametro.
Analogamente, in aggiunta o in alternativa al rilevamento del diametro si può operare il rilevamento della eventuale variazione della resistenza o impedenza del filo legato a condizioni al contorno presenti sul luogo della sua lavorazione (ad esempio alla variazione delle temperatura del luogo di lavoro stesso). Ciò à ̈ ottenuto attraverso l'organo misuratore di impedenza (di tipo in sà ̈ noto) a cui viene connesso un prodotto campione di riferimento prelevato dalla macchina 100. E tale campione farà da riferimento per controllare e comparare tutta la successiva produzione.
Grazie ad almeno uno dei due rilevamenti di caratteristiche fisiche (e cioà ̈, dimensionali attraverso l'organo 50 o elettriche attraverso l'organo 60) del filo eseguite a valle dell'alimentatore 1 ed all'utilizzo dei dati rilevati da tali organi da parte dell'unità 18 di detto alimentatore, quest'ultimo può inviare il filo alla macchina operatrice con una tensione corretta e costante al fine di mantenere almeno nell'intorno di un valore predefinito, eventualmente programmabile, o comparabile con il campione di riferimento il corrispondente valore della caratteristica controllata.
Il dispositivo oggetto del presente trovato à ̈ quindi in grado di chiudere un secondo anello di regolazione utilizzando le informazioni ricevute dagli organi 50 e/o 60.
Ad esempio, se l'organo 50 rileva un decremento del diametro del filo, l'unità 18 riceve il dato corrispondente ed opera sui motori 16 e 17, secondo noti algoritmi di controllo P, PI, PD, PID o FOC (Fiel Oriented Control), accelerandoli o decelerandoli, allo scopo di modificare il valore di tensione del filo (abbassandolo) affinchà ̈ l'organo 50 possa rilevare una corrispondente modifica del diametro (aumento) del filo sino ad un valore prefissato. Analogamente, se l'organo 60 rileva una variazione della caratteristica elettrica del prodotto finito, invia un segnale all'unità 18 che modifica, come detto, la tensione del filo affinchà ̈ tale caratteristica torni al valore scelto ed eventualmente programmato. Il dispositivo 1 à ̈ in grado di garantire la chiusura di questo secondo anello di regolazione ed alimentare il filo senza variare le caratteristiche fisiche dello stesso (lunghezza, sezione, resistenza, …). Tale dispositivo, per garantire il valore della caratteristica voluta regola la tensione del filo controllando la coppia dei due motori 16 e 17 che muovono le pulegge 14 e 15 su cui il filo si avvolge. Il dispositivo in tal modo à ̈ in grado di garantire una tensione (controllata tramite il sensore 25) del filo in uscita maggiore o minore rispetto a quella presente in fase di svolgimento dalla bobina attraverso il controllo della velocità dei due motori 16 e 17 così da poter mantenere la caratteristica fisica del filo desiderata a valle del dispositivo 1.
Ovviamente, l'alimentatore 1 (e in particolare quello oggetto delle figure che à ̈ descritto nella domanda di brevetto italiano MI2011A001983) à ̈ anche in grado, attraverso un proprio anello di controllo e regolazione, di regolare la tensione del filo F in uscita dall'alimentatore stesso al fine di mantenerla costante e pari ad un valore eventualmente programmabile. Ciò indipendentemente dalle modalità di regolazione di tale tensione eseguita sulla base del o dei dati che pervengono all'unità 18 dagli organi 50 o 60.
E' stata descritta una forma di realizzazione del trovato; altre ancora sono tuttavia possibili (come quella in cui ad esempio l'unità 18 o il sensore 25 non sono associati al corpo 2 dell'alimentatore oppure quella in cui gli organi 50 e 60, come pure l’unità 18, sono integrati nella macchina operatrice oppure quella in cui l’organo 50 à ̈ posto a valle dell’alimentatore 1, ma fissato direttamente a quest’ultimo) pur restando nell'ambito delle rivendicazioni che seguono.

Claims (13)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Sistema per alimentare un filo metallico (F) svolgentesi da una corrispondente bobina ad una macchina operatrice (100) mediante un alimentatore di filo (1), detta macchina operatrice (100) essendo come una macchina avvolgitrice, il filo essendo alimentato con una tensione desiderata rilevata da un sensore di tensione (25) , l'alimentatore (1) presentando almeno un organo rotante (14, 15) mosso da un proprio attuatore (16, 17) su cui si avvolge, per una frazione di giro o più giri, il filo metallico ed atto ad alimentare il filo alla macchina operatrice con la tensione predefinita sotto l'azione di una unità di controllo (18), essendo previsti mezzi rilevatori (50, 60) di almeno una caratteristica fisica del filo (F) posti a valle dell'alimentatore (1) e connessi a detta unità di controllo (18) ed atti a fornire a quest'ultima i dati di ogni caratteristica fisica rilevata, detta unità di controllo (18) intervenendo su detto organo rotante (14, 15) al fine di regolare la tensione del filo (F) qualora detti dati si discostino da un valore di riferimento prefissato e/o programmabile, detta tensione essendo regolata ovvero aumentata o diminuita e successivamente mantenuta costante al fine di mantenere almeno nell'intorno di detto valore di riferimento la caratteristica del filo (F) controllata, caratterizzato dal fatto che la caratteristica fisica controllata à ̈ almeno una caratteristica dimensionale come il diametro del filo (F) e/o una caratteristica elettrica di quest'ultimo .
  2. 2. Sistema di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che i mezzi rilevatori sono almeno uno tra un organo misuratore di una caratteristica dimensionale del filo, come il suo diametro, quale un calibro elettronico ottico o laser, una stribbia elettronica o similare, ed un organo misuratore della resistenza/impedenza elettrica del filo (F) come un rilevatore ohmico.
  3. 3. Sistema dì cui alla rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che l'organo misuratore della caratteristica dimensionale à ̈ posta tra l'alimentatore (1) e la macchina operatrice (100).
  4. 4. Sistema di cui alla rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che l'organo misuratore della resistenza elettrica del filo à ̈ posta in corrispondenza della macchina operatrice (100).
  5. 5. Sistema di cui alla rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che l'organo misuratore della resistenza elettrica del filo à ̈ atto a misurare questa caratteristica fisica del filo quando esso à ̈ associato ad un prodotto finito.
  6. 6. Sistema di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l'unità di controllo (18) à ̈ preferibilmente a microprocessore ed à ̈ atta a regolare la coppia generata dall'attuatore (16, 17) sull'organo rotante (14, 15) in funzione della caratteristica fisica rilevata da detti mezzi rilevatori, detta tensione potendo essere superiore o inferiore a quella di svolgimento del filo dalla corrispondente bobina.
  7. 7 . Sistema di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l'unità di controllo (18) e detti mezzi rilevatori (50, 60) sono associati alla macchina operatrice (100).
  8. 8 . Sistema di cui alla rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che i mezzi rilevatori (50, 60) sono associati alla macchina operatrice (100).
  9. 9. Sistema di cui alla rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che i mezzi rilevatori (50) sono fissati direttamente all'alimentatore^-.
  10. 10. Sistema di cui alla rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che detta unità di controllo (18) e detto sensore di tensione (25) sono associati all'alimentatore (1).
  11. 11. Sistema di cui alla rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che l'alimentatore (1) Ã ̈ alternativamente di tipo elettromeccanico o di tipo elettronico.
  12. 12 . Metodo per alimentare un filo metallico (F) svolgentesi da una propria bobina ad una macchina operatrice (100), detta alimentazione avvenendo attraverso il sistema di cui alla rivendicazione 1, detto metodo comprendendo i passi di prelevare il filo dalla bobina, fornirlo ad un alimentatore (1) del filo (F) atto ad inviarlo alla macchina operatrice con una tensione desiderata rilevata da un sensore di tensione (25), quest'ultimo essendo collegato ad una unità di controllo (18) che controlla e comanda detta alimentazione del filo essendo previsto a valle dell'alimentatore (1), il rilevamento di almeno una caratteristica fisica del filo (F) mediante mezzi rilevatori (50, 60) collegati a detta unità di controllo (18) ed atti a fornire a quest'ultima i dati di ogni caratteristica fisica rilevata, detta unità di controllo (18) comandando e controllando l'alimentazione del filo attraverso l'attuatore regolando la tensione di alimentazione quando detti dati si discostano da un valore di riferimento prefissato e/o programmabile, la regolazione della tensione prevedendo alternativamente una diminuzione o un aumento della tensione del filo (F) in uscita dall'alimentatore (1) ed un suo successivo mantenimento costante al fine di mantenere almeno nell'interno di detto valore di riferimento la caratteristica del filo (F) controllato, caratterizzato dal fatto che la caratteristica fisica del filo controllata à ̈ almeno una tra una caratteristica dimensionale, come il diametro del filo, e una caratteristica elettrica, come la resistenza ohmica del filo (F). 14. Metodo di cui alla rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che il rilevamento della caratteristica fisica à ̈ alternativamente effettuata intervenendo sul filo (F) associato al prodotto ottenuto dalla macchina operatrice o sul filo (F) diretto a quest'ultima. 15. Metodo di cui alla rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che l'unità di controllo (18) interviene su un organo rotante (14, 15) mosso da un proprio attuatore (16, 17), associati all'alimentatore (1), al fine di regolare la tensione del filo (F) in uscita da detto alimentatore (1) e diretto alla macchina operatrice (100), detta tensione regolata e mantenuta successivamente costante essendo controllata da un sensore di tensione (25).
  13. 13. Metodo di cui alla rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che il valore di riferimento à ̈ un valore di una caratteristica di un prodotto campione usato come riferimento e prelevato dalla macchina (100), tale prodotto essendo connesso ad un organo di misura (60) della caratteristica elettrica del filo, detto organo comparando il valore attuale rilevato del filo associato al prodotto finito con quello del prodotto campione.
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