ITMI20091563A1 - Proiettore per palcoscenico e metodo per operare un proiettore per palcoscenico - Google Patents

Proiettore per palcoscenico e metodo per operare un proiettore per palcoscenico Download PDF

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ITMI20091563A1
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Description

DESCRIZIONE
“PROIETTORE PER PALCOSCENICO E METODO PER OPERARE UN PROIETTORE PER PALCOSCENICOâ€
La presente invenzione si riferisce a proiettore per palcoscenico e a un metodo per operare un proiettore per palcoscenico.
Come à ̈ noto, un proiettore da palcoscenico comprende un involucro, in cui sono alloggiati una sorgente luminosa, mezzi di filtraggio e modellazione del fascio luminoso e una lente obiettivo.
L’involucro si estende lungo un asse longitudinale ed à ̈ chiuso a un’estremità, in prossimità della quale à ̈ disposta la sorgente luminosa, mentre un’estremità opposta à ̈ aperta. La sorgente luminosa, ad esempio una lampada alogena, in uso emette un fascio luminoso sostanzialmente lungo asse ottico del proiettore, che generalmente coincide con l’asse longitudinale dell’involucro.
I mezzi di filtraggio e modellazione del fascio luminoso sono disposti tra la sorgente luminosa e la lente obiettivo in modo da intercettare il fascio luminoso e sono atti ad ottenere particolari effetti sul fascio luminoso. Ad esempio, i messi di filtraggio e modellazione comprendono gruppi di colorazione del fascio luminoso, un diaframma, un certo numero di gobos e altri dispositivi per effetti luminosi.
Il diaframma comprende una pluralità di lamelle mobili montate su un supporto anulare e disposte (in parte sovrapposte) sostanzialmente su un piano perpendicolare all’asse ottico. Le lamelle sono disposte in modo da formare uno schermo sostanzialmente piano avente un’apertura centrale, di forma poligonale regolare o circolare, e ciascuna lamella ne definisce un lato (o un arco). Inoltre, le lamelle sono mobili in modo coordinato mediante un comando e un attuatore, in modo da variare l’ampiezza dell’apertura centrale. Il diaframma può essere utilizzato come “dimmer†oppure come sagomatore, per regolare rispettivamente l’intensità o l’ampiezza del fascio luminoso uscente dal proiettore.
I gobos sono dischi, tipicamente di acciaio inossidabile o di vetro, in cui sono ricavate sagome o disegnati motivi atti produrre un effetto luminoso, quando il gobo intercetta il fascio luminoso.
La lente obiettivo à ̈ disposta all’estremità aperta dell’involucro, sostanzialmente ortogonale all’asse ottico, ed à ̈ mobile per consentire la regolazione della posizione del fuoco della lente rispetto ai mezzi di filtraggio e modellazione del fascio luminoso.
I proiettori noti permettono di ottenere una certa gamma di effetti luminosi, che tuttavia, presenta alcuni limiti. Ad esempio, i dispositivi convenzionalmente incorporati nei proiettori sono poco adatti a proiettare forme di dimensioni variabili diverse da poligoni convessi.
Scopo della presente invenzione à ̈ fornire un proiettore per palcoscenico e un metodo per operare un proiettore di palcoscenico che permettano di ampliare la varietà di effetti luminosi ottenibili.
Secondo la presente invenzione vengono realizzati un proiettore per palcoscenico e un metodo per operare un proiettore per palcoscenico come definiti nelle rivendicazioni 1 e 9, rispettivamente.
Per una migliore comprensione dell’invenzione, ne verrà ora descritta una forma di realizzazione, a puro titolo di esempio non limitativo e con riferimento ai disegni allegati, nei quali:
- la figura 1 Ã ̈ una vista laterale schematica, sezionata secondo un piano longitudinale, di un proiettore per palcoscenico secondo una forma di realizzazione della presente invenzione;
- la figura 2 Ã ̈ una vista prospettica di tre quarti di una porzione del proiettore di figura 1, con parti rimosse per chiarezza;
- la figura 3 Ã ̈ una vista prospettica di tre quarti di un particolare ingrandito di figura 2, in una prima configurazione operativa; e
- la figura 4 mostra il particolare di figura 3 in una seconda configurazione operativa.
In figura 1 à ̈ illustrato un proiettore per palcoscenico, indicato nel suo complesso con il numero di riferimento 1. Il proiettore 1 comprende un involucro 2, estendentesi lungo un asse longitudinale e avente una prima estremità 2a chiusa e una seconda estremità 2b aperta, fra loro opposte. Su un telaio 3, l’involucro 2 alloggia una sorgente luminosa 5, dispositivi fissi 6a, 6b per effetti luminosi, un gruppo effetti (luminosi) mobile 7, un divisore di fasci 8, un gruppo zoom 9 e una lente obiettivo 10, i quali sono disposti in sequenza lungo un asse ottico A sostanzialmente coincidente con l’asse longitudinale del corpo principale 2.
Il proiettore 1 à ̈ inoltre dotato di un’unità di controllo 50, che nella forma di realizzazione descritta à ̈ esterna all’involucro 2 ed à ̈ configurata per comandare la sorgente luminosa 5, i dispositivi fissi 6a, 6b per effetti luminosi, il gruppo effetti (luminosi) mobile 7, il divisore di fasci 8 e il gruppo zoom 9.
La sorgente luminosa 5 à ̈ collocata in prossimità della prima estremità 2a chiusa dell’involucro 2 e comprende una lampada 5a e un riflettore 5b parabolico o ellittico, conformato in modo da convogliare la luce emessa dalla lampada 5a in un fascio luminoso lungo l’asse ottico A. Il fascio luminoso attraversa i dispositivi fissi 6a, 6b, il gruppo effetti luminosi mobile 7, il divisore di fasci 8 e il gruppo zoom 9 viene proiettato all’esterno attraverso il gruppo zoom 9 e la lente obiettivo 10, la quale à ̈ fissata alla seconda estremità 2b aperta dell’involucro 2, centrata sull’asse A. In particolare, la lente obiettivo 10 à ̈ montata su un anello di sostegno 11, il quale à ̈ fissato al telaio 3. Il gruppo zoom 9 e la lente obiettivo 10 definiscono un sistema ottico obiettivo avente un fuoco in una posizione di fuoco XFlungo l’asse ottico A.
I dispositivi fissi 6a, 6b per effetti luminosi sono fissati al telaio 3 fra la sorgente luminosa 5 e il gruppo effetti mobile 7 e sono di tipo noto (ad esempio, tra i dispositivi fissi 6a, 6b possono essere previsti un dimmer e filtri evanescenza colore oppure filtri di conversione temperatura colore).
Il gruppo effetti mobile 7 comprende una pluralità di dispositivi di filtraggio e sagomatura del fascio luminoso, portati su un carrello 12 mobile lungo guide 13, le quali sono fissate al telaio 3.
Nella forma di realizzazione descritta, i dispositivi di filtraggio e sagomatura comprendono, in successione, una prima piastra gobos rotanti 15, una piastra gobos fissi 16, una seconda piastra gobos rotanti 17, un diaframma ad apertura circolare o poligonale 18 (nel seguito semplicemente diaframma circolare) e un diaframma a stella 20, che verranno descritti in dettaglio più avanti. Si intende tuttavia che sul carrello 12 potrebbero essere montati anche altri tipi di dispositivo, atti a produrre effetti differenti quando attraversati dal fascio luminoso.
Il carrello 12 à ̈ collocato fra la sorgente luminosa 5 e la lente obiettivo 10 ed à ̈ azionato da motori elettrici 14 montati a bordo e controllati dall’unità di controllo 50, in modo che il carrello 12 assuma selettivamente una di una pluralità di posizioni lungo l’asse ottico A. Più precisamente, il carrello 12 può essere disposto in modo che uno dei dispositivi di filtraggio e sagomatura sia collocato nella posizione di fuoco XFdel sistema ottico obiettivo, mentre gli altri dispositivi di filtraggio e sagomatura sono in rispettive posizioni fuori fuoco. Inoltre, il carrello 12 può essere posizionato anche in modo da utilizzare il diaframma circolare 18 fuori fuoco, con funzione di regolatore dell’intensità del fascio luminoso (dimmer).
Il divisore di fasci 8 à ̈ posto lungo l’asse ottico A a valle del gruppo effetti mobile 7 e, in una forma di realizzazione à ̈ un prisma rotante atto a dividere il fascio luminoso incidente in una pluralità di sottofasci.
Tornando ai dispositivi di filtraggio e sagomatura del fascio luminoso, la figura 2, dove parti sono state asportate per chiarezza, mostra una porzione di supporto 12a del carrello 12, la prima piastra gobos rotanti 15, la piastra gobos fissi 16, il diaframma circolare 18 e il diaframma a stella 20. La porzione di supporto 12a à ̈ provvista di un’apertura centrale, non visibile in figura 2, per permettere il passaggio del fascio luminoso.
La prima piastra gobos rotanti 15 à ̈ montata sul carrello 12 girevole attorno a un asse centrale (non mostrato), parallelo e sfalsato rispetto all’asse ottico A. La prima piastra gobos rotanti 15 comprende una pluralità di porta gobo (“gobo holder†) 21 alloggianti rispettivi gobos 22 e disposti lungo una circonferenza intersecante l’asse ottico A, in modo che ciascun gobo 22 possa essere selettivamente posizionato in modo da intercettare il fascio luminoso. I porta gobo 21 sono girevoli ciascuno attorno a un rispettivo asse perpendicolare alla prima piastra gobos rotanti 15 e sono provvisti di rispettive ruote dentate periferiche 23, che impegnano una ruota dentata centrale 24. La ruota centrale 24 à ̈ coassiale e girevole rispetto alla prima piastra porta gobos 15 ed à ̈ azionata da un attuatore noto e non illustrato. La seconda piastra gobos rotanti 17 à ̈ sostanzialmente identica alla prima piastra porta gobos rotanti 15 e non à ̈ illustrata.
La piastra gobos fissi 16 à ̈ montata sul carrello 12 girevole attorno a un asse centrale, parallelo e sfalsato rispetto all’asse ottico A e non mostrato. La piastra gobos fissi 16 à ̈ provvista di una pluralità di sedi 25 alloggianti rispettivi gobos 26 fissi e disposte lungo una circonferenza intersecante l’asse ottico A, in modo che ciascun gobo 26 sia selettivamente posizionabile a intercettare il fascio luminoso. Anche la piastra gobos fissi 16 à ̈ azionata da un attuatore, non mostrato.
Il diaframma circolare 18 e il diaframma a stella 20 sono portati su una porzione di supporto 12b del carrello 12 (rappresentata schematicamente in figura 1 e mostrata solo in parte in figura 2 per chiarezza).
Il diaframma circolare 18, di tipo convenzionale, à ̈ centrato sull’asse ottico A e presenta un comando 18a per regolare l’apertura. Un attuatore 28, comprendente un motore passo-passo 29, una manovella 30 montata su un albero 32 del motore passo-passo 29 e una biella 33 collegata al comando 18a, à ̈ comandato dall’unità di controllo 50 per regolare l’apertura del diaframma circolare 18. L’attuatore 28 à ̈ portato dalla porzione di supporto 12b del carrello 12 (figura 1).
Il diaframma a stella 20 à ̈ montato sul carrello 12 e centrato sull’asse ottico A, in posizione adiacente al diaframma circolare 18.
Con diaframma a stella si intende qui genericamente un diaframma provvisto di una pluralità di lamelle sostanzialmente complanari, collegate a un supporto a cornice a un’estremità e aventi estremità libere non sovrapposte fra loro. In pratica, almeno in una posizione di con completa chiusura, le estremità libere di coppie di lamelle adiacenti sono separate da uno spazio disponibile per il passaggio di luce. Le lamelle definiscono quindi un’apertura avente forma non convessa, con una regione centrale e regioni periferiche, definite da estremità non sovrapposte di lamelle adiacenti e disposte a raggiera o a spirale attorno alla regione centrale. I diaframmi a stella, di per sé noti, sono normalmente utilizzati negli apparecchi di ripresa, quali telecamere o macchine fotografiche, in posizione fuori fuoco per regolare l’esposizione. I diaframmi a stella sono di solito impiegati in sostituzione dei diaframmi circolari perché, rispetto a questi, permettono di attenuare la caratteristica caduta di luminosità ai bordi dell’immagine.
Nella forma di realizzazione illustrata nelle figure 3 e 4, il diaframma a stella 20 comprende una pluralità di lamelle 35 montate su un supporto anulare 36 in modo da avere rispettive estremità libere non sovrapposte. Le lamelle 35 sono conformate e disposte in modo da definire un’apertura 37 a stella. Più in dettaglio, l’apertura 37 ha una regione centrale completamente libera e regioni periferiche 37a sagomate a spirale, definite fra porzioni non sovrapposte di lamelle 35 adiacenti. In pratica, lungo una circonferenza concentrica all’apertura 37 e avente raggio maggiore della sua regione centrale libera, si alternano porzioni delle lamelle 35, separate da regioni periferiche 37a dell’apertura 37.
L’ampiezza dell’apertura 37 à ̈ regolabile attraverso un comando 20a azionato da un attuatore 38, portato dalla porzione di supporto 12b del carrello 12 (figura 1). In dettaglio, l’attuatore 38 comprende un motore passo-passo 40, una manovella 41, montata su un albero 43 del motore passo-passo 40, e una biella 45 collegata al comando 20a del diaframma a stella 20. Come i motori 14 del carrello 12 e gli attuatori delle ruote gobos e del diaframma circolare 18, anche l’attuatore 38 del diaframma a stella 20 à ̈ controllato dall’unità di controllo 50. In particolare, l’unità di controllo 50 determina l’ampiezza dell’apertura 37 e la velocità di variazione dell’apertura 37 del diaframma a stella 20. Nelle figure 3 e 4, il diaframma a stella à ̈ mostrato nella configurazione rispettivamente di minima e di massima apertura.
Nel proiettore 1, l’unità di controllo 50 determina in uso il posizionamento del carrello 12 e dei dispositivi alloggiati su di esso. Mentre il diaframma circolare 18 viene utilizzato anche in posizione fuori fuoco come regolatore di intensità del fascio luminoso, la prima e la seconda piastra gobos rotanti 15, 17, la piastra gobos fissi 16 e il diaframma a stella 20 vengono utilizzati nella posizione di fuoco XF.
In particolare, il diaframma a stella 20 nella posizione di fuoco XFviene utilizzato per sagomare il fascio luminoso in modo da ottenere uno speciale effetto, definito da un’immagine proiettata conforme alla specifica configurazione dell’apertura 37. Inoltre, l’ampiezza dell’immagine proiettata à ̈ variabile, come variabile à ̈ l’ampiezza dell’apertura 37.
Con il diaframma a stella 20 nella posizione di fuoco XF, il diaframma circolare à ̈ preferibilmente mantenuto alla massima apertura.
La combinazione con il divisore di fasci 8 permette di moltiplicare l’effetto ottenuto e proiettare una pluralità di immagini conformi all’apertura 37.
Quando il diaframma a stella 20 non viene utilizzato, si trova in posizione fuori fuoco, viene posto nella configurazione di massima apertura e sostanzialmente non interferisce con il fascio luminoso.
Risulta infine evidente che al proiettore e al metodo descritti possono essere apportate modifiche e varianti, senza uscire dall’ambito della presente invenzione, come definita nelle rivendicazioni allegate.
In particolare, in una forma di realizzazione non illustrata il diaframma a stella à ̈ fisso nella posizione di fuoco del fascio luminoso.
In una diversa forma di realizzazione non illustrata, il diaframma a stella à ̈ posto in un’apposita sede di una piastra, ad esempio una piastra porta gobos, ed à ̈ comandato da un motore toroidale a bordo della piastra stessa.
In un’ulteriore forma di realizzazione non illustrata, l’unità di controllo à ̈ collocata all’interno dell’involucro ed à ̈ collegabile con l’esterno attraverso un connettore.
Chiaramente il proiettore può incorporare ulteriori dispositivi in aggiunta a o in sostituzione di quelli descritti per ottenere diversi effetti luminosi (effetto stroboscopico, effetto vento ecc.). Ad esempio, il diaframma a stella può essere utilizzato in combinazione con un sagomatore di fasci (“beam profiler†), anziché con (o in aggiunta a) piastre porta gobos.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Proiettore per palcoscenico comprendente: un involucro (2), avente una prima estremità (2a) chiusa e una seconda estremità (2b) aperta; una sorgente luminosa (5), disposta all’interno dell’involucro (5) in prossimità della prima estremità (2a) e atta ad emettere un fascio luminoso lungo un asse ottico (A); un sistema ottico obiettivo (9, 10) disposto lungo l’asse ottico (A) alla seconda estremità (2b) dell’involucro e avente una posizione di fuoco (XF); e un diaframma ad apertura circolare (18), disposto lungo l’asse ottico (A) tra la sorgente luminosa (5) e il sistema ottico obiettivo (9, 10) ad intercettare il fascio luminoso; caratterizzato dal fatto di comprendere un diaframma a stella (20), disposto lungo l’asse ottico (A) tra la sorgente luminosa (5) e il sistema ottico obiettivo (9, 10) e atto a essere disposto nella posizione di fuoco (XF).
  2. 2. Proiettore secondo la rivendicazione 1, in cui il diaframma ad apertura circolare (18) e il diaframma a stella (20) sono mobili fra la posizione di fuoco (XF) e rispettive posizioni fuori fuoco.
  3. 3. Proiettore secondo la rivendicazione 2, comprendente un’unità di controllo (50) e mezzi di posizionamento (12, 13, 14), controllati dall’unità di controllo (50) per alternativamente disporre il diaframma a stella (20) nella posizione di fuoco (XF) e almeno nella rispettiva posizione fuori fuoco.
  4. 4. Proiettore secondo la rivendicazione 3, in cui i mezzi di posizionamento (12, 13, 14) comprendono un carrello (12), mobile su guide (13) secondo l’asse ottico (A), e un motore (14) e in cui il diaframma ad apertura circolare (18) e il diaframma a stella (20) sono portati dal carrello (12).
  5. 5. Proiettore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui il diaframma a stella (20) ha apertura variabile ed à ̈ provvisto di un organo di comando (20a) dell’apertura e inoltre comprendente un attuatore (38) collegato all’organo di comando (20a) dell’apertura del diaframma a stella (20).
  6. 6. Proiettore secondo la rivendicazione 5 dipendente dalla rivendicazione 3, in cui l’attuatore (38) à ̈ controllato dall’unità di controllo (50).
  7. 7. Proiettore secondo la rivendicazione 6, in cui l’unità di controllo (50) à ̈ configurata per controllare una velocità di variazione dell’apertura del diaframma a stella (20).
  8. 8. Proiettore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente un divisore di fasci (8) disposto lungo l’asse ottico (A) fra il diaframma a stella (20) e il sistema ottico obiettivo (9, 10), per dividere il fascio luminoso in una pluralità di sottofasci.
  9. 9. Metodo per operare un proiettore per palcoscenico, comprendente: da una sorgente luminosa (5), proiettare un fascio luminoso attraverso una diaframma ad apertura circolare (18) e un sistema ottico obiettivo (9, 10) allineati lungo un asse ottico (A); caratterizzato dal fatto di comprendere disporre un diaframma a stella (20) lungo l’asse ottico (A) tra la sorgente luminosa (5) e il sistema ottico obiettivo (9, 10) in una posizione di fuoco (XF) del sistema ottico obiettivo (9, 10).
  10. 10. Metodo secondo la rivendicazione 9, comprendente alternativamente disporre il diaframma a stella (20) nella posizione di fuoco (XF) e almeno in una posizione fuori fuoco.
  11. 11. Metodo secondo la rivendicazione 9 o 10, comprendente variare un’apertura del diaframma a stella (20).
  12. 12. Metodo secondo la rivendicazione 11, comprendente controllare una velocità di variazione dell’apertura del diaframma a stella (20).
  13. 13. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 9 a 12, comprendente dividere il fascio luminoso in una pluralità di sottofasci.
  14. 14. Metodo secondo la rivendicazione 13, in cui dividere comprende disporre un divisore di fasci lungo l’asse ottico (A) fra il diaframma a stella (20) e il sistema ottico obiettivo (9, 10).
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