ITMI20101614A1 - Proiettore da palcoscenico - Google Patents

Description

DESCRIZIONE

del brevetto per invenzione industriale dal titolo:

“PROIETTORE DA PALCOSCENICOâ€

La presente invenzione à ̈ relativa ad un proiettore da palcoscenico.

Sono noti proiettori da palcoscenico comprendenti un involucro provvisto di una prima estremità chiusa e di una seconda estremità aperta; una sorgente luminosa disposta all’interno dell’involucro in prossimità della prima estremità chiusa e atta ad emettere un fascio luminoso lungo un asse ottico; ed un gruppo ottico disposto in modo da intercettare il fascio luminoso.

Tuttavia, questo tipo di proiettori, non sono in grado di generare un fascio luminoso molto intenso e al contempo privo di difetti. I proiettori di questo tipo, infatti, emettono un fascio luminoso intenso, ma alterato da fenomeni di aberrazione cromatica e, pertanto, provvisto di un alone perimetrale di colore diverso rispetto al colore del fascio luminoso.

È pertanto uno scopo della presente invenzione quello di fornire un proiettore da palcoscenico che sia privo degli inconvenienti qui evidenziati dell’arte nota; in particolare, à ̈ uno scopo del trovato quello di realizzare un proiettore da palcoscenico che consenta di superare gli inconvenienti sopra evidenziati in modo semplice ed economico, sia dal punto di vista funzionale, sia dal punto di vista costruttivo.

In accordo con tali scopi la presente invenzione à ̈ relativa ad un proiettore da palcoscenico comprendente:

- un involucro avente una prima estremità chiusa e una seconda estremità aperta;

- una sorgente luminosa, la quale à ̈ disposta all’interno dell’involucro in prossimità della prima estremità ed à ̈ atta ad emettere un fascio luminoso lungo un asse ottico;

- un riflettore accoppiato alla sorgente luminosa; - un gruppo ottico disposto in modo da intercettare il fascio luminoso e provvisto di un punto di fuoco disposto tra la sorgente luminosa e il gruppo ottico;

il proiettore essendo caratterizzato dal fatto che il riflettore e la sorgente luminosa sono configurati ed accoppiati tra loro in modo da concentrare i raggi del fascio luminoso sostanzialmente in un punto di lavoro, sostanzialmente coincidente con il punto di fuoco del gruppo ottico.

Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno chiari dalla descrizione che segue di un suo esempio non limitativo di attuazione, con riferimento alle figure dei disegni annessi, in cui:

– la figura 1 à ̈ una vista schematica laterale, con parti in sezione e parti asportate per chiarezza di un proiettore per palcoscenico secondo la presente invenzione;

– la figura 2 à ̈ una vista prospettica, con parti asportate per chiarezza, del proiettore per palcoscenico di figura 1.

In figura 1 Ã ̈ indicato con il numero di riferimento 1 un proiettore da palcoscenico comprendente un involucro 2, una sorgente luminosa 3, un riflettore 4, un gruppo ottico 5 ed un gruppo di elaborazione 7.

L’involucro 2 si estende lungo un asse longitudinale A e presenta una estremità chiusa 9 ed una estremità aperta 10 opposta all’estremità chiusa 9 lungo l’asse A. Preferibilmente, l’involucro 2 à ̈ supportato da mezzi di sostegno (non illustrati per semplicità nelle figure allegate). In particolare, i mezzi di sostegno e l’involucro 2 sono configurati per consentire all’involucro 2 la rotazione attorno a due assi ortogonali, comunemente detti di PAN e TILT.

La sorgente luminosa 3 à ̈ disposta all’interno dell’involucro 2 in corrispondenza dell’estremità chiusa 9 dell’involucro 2, à ̈ supportata dall’involucro 2, ed à ̈ atta ad emettere un fascio luminoso sostanzialmente lungo un asse ottico B.

Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato, l’asse ottico B coincide con l’asse longitudinale A dell’involucro 2.

La sorgente luminosa 3 à ̈ una lampada arco corto, nel gergo tecnico comunemente chiamata “short arc lamp†.

In particolare, la lampada ad arco corto 3 comprende un bulbo 11, generalmente in vetro o in quarzo, contenente alogenuri.

All’interno del bulbo 11 sono disposti due elettrodi 12 collegati ad un circuito di alimentazione 13 (parzialmente illustrato nelle figure allegate) e disposti ad una distanza D1 l’uno dall’altro.

La distanza D1 tra gli elettrodi 12 à ̈ inferiore ai 2 mm circa. Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato la distanza D1 à ̈ 1 mm circa.

Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato la lampada ad arco corto 3 ha una potenza di circa 189 watt.

Ad esempio, la lampada 3 Ã ̈ una lampada PHILIPS, modello MSD Platinum 5R.

Il riflettore 4 à ̈ un riflettore preferibilmente ellittico, à ̈ accoppiato alla sorgente luminosa 3 ed à ̈ provvisto di un bordo esterno 14.

In particolare, il riflettore 4 e la sorgente luminosa 3 sono configurati ed accoppiati tra loro in modo da concentrare i raggi del fascio luminoso sostanzialmente in un punto di lavoro PLdisposto ad una distanza D2 dal bordo esterno 14 del riflettore 4.

Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato la distanza D2 à ̈ pari a 34,5 mm circa.

In sostanza, il riflettore 4 e la sorgente luminosa 3 sono configurati ed accoppiati tra loro in modo da emettere un fascio luminoso molto intenso e focalizzato.

Il gruppo ottico 5 à ̈ disposto in corrispondenza dell’estremità aperta 10 dell’involucro 2 in modo da risultare centrata sull’asse ottico B e chiudere l’involucro 2. In particolare, il gruppo ottico 5 à ̈ fissato ad un anello di sostegno 15, il quale à ̈ a sua volta accoppiato all’involucro 2, ad esempio mediante delle viti (non illustrate per semplicità nelle figure allegate).

Il gruppo ottico 5 ha un punto di fuoco PFdisposto tra la sorgente luminosa 3 ed il gruppo ottico 5.

Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato, il punto di fuoco PFcoincide sostanzialmente con il punto di lavoro PL.

Preferibilmente, il gruppo ottico 5 à ̈ mobile lungo l’asse A dell’involucro 2 per regolare la posizione del punto di fuoco PF.

Il gruppo ottico 5 comprende preferibilmente una lente L1 biconcava, una lente L2 biconvessa, una lente L3 biconvessa ed un telaio 16, il quale supporta le lenti L1, L2 e L3. La lente L1 e la lente L2 sono accoppiate, mentre la lente L2 e la lente L3 sono distanziate. Preferibilmente, la distanza D3 tra la lente L2 e la lente L3 Ã ̈ di 1 mm circa.

In particolare le lenti L1, L2 e L3 del gruppo ottico 5 hanno le caratteristiche indicate nella tabella seguente, dove con l’espressione “faccia a†di una lente si intende la faccia di ingresso del fascio luminoso e con l’espressione “faccia b†di una lente si intende la faccia di uscita del fascio luminoso.

LENTE RAGGIO DI SPESSORE DIAMETRO

CURVATURA (in mm) (in mm) (in mm)

L1 faccia a 201.037 108

5

L1 faccia b 150.063 108 L2 faccia a 150.063 108

30.700

L2 faccia b 86.321 108 L3 faccia a 249.812 130

19.30

L3 faccia b 249.812 130 Il gruppo di elaborazione 7 (rappresentato schematicamente in figura 1) à ̈ disposto all’interno dell’involucro 2 tra la sorgente luminosa 3 e il gruppo ottico 5.

Con riferimento alla figura 2, il gruppo di elaborazione 7 comprende degli elementi di elaborazione 18 del fascio luminoso, i quali modificano selettivamente il fascio luminoso emesso dalla sorgente luminosa 3. Gli elementi di elaborazione 18 sono configurati per selettivamente intercettare il fascio luminoso.

Preferibilmente, il gruppo di elaborazione 7 à ̈ provvisto di mezzi di movimentazione (non illustrati nelle figure allegate), i quali movimentano gli elementi di elaborazione 18 lungo l’asse A. La posizione di ciascun elemento di elaborazione 18 rispetto alla sorgente luminosa 3 e al gruppo ottico 5 à ̈ pertanto regolabile.

Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato gli elementi di elaborazione 18 comprendono preferibilmente un gruppo di colorazione 20, un gruppo gobos 21, un vetro diffusore 22 ed una lente prismatica 23.

Il gruppo gobos 21 comprende almeno un disco 26, preferibilmente rotante attorno al proprio asse, sul quale à ̈ incisa una pluralità di gobos 27. Ciascun gobo 27 ha un motivo o una sagoma diversa.

Una variante non illustrata prevede che i gobos siano dei dischi supportati dal disco 26. Tale versione consente di avere gobos intercambiabili a seconda delle esigenze. In uso, il disco 26 ruota per selettivamente intercettare il fascio luminoso con un determinato gobo 27 per proiettare un rispettivo disegno luminoso.

Il gruppo gobos 21 Ã ̈ posizionato in modo tale che il gobo 27 che intercetta il fascio luminoso sia disposto sostanzialmente nel punto di lavoro PL, coincidente con il punto di fuoco PF.

In questo modo, l’immagine del gobo 27 proiettata ha la massima intensità ed à ̈ a fuoco.

Vantaggiosamente, il proiettore 1 secondo la presente invenzione à ̈ in grado di generare un fascio luminoso di elevata intensità e al contempo di buona qualità.

L’elevata intensità à ̈ determinata principalmente dall’impiego della lampada ad arco corto 3, la quale garantisce un’elevata efficienza.

La buona qualità del fascio à ̈ principalmente dovuta all’impiego del gruppo ottico 5, il quale à ̈ configurato per eliminare gli sgraditi fenomeni di aberrazione cromatica ed ottenere una messa a fuoco ottimale, non ottenibile ad esempio con una lente di tipo Fresnel.

Nel proiettore secondo la presente invenzione, infatti, non à ̈ previsto l’utilizzo di una lente obiettivo di tipo Fresnel.

Inoltre, il proiettore secondo la presente invenzione à ̈ in grado di sfruttare la massima intensità del fascio luminoso in quanto il punto di fuoco PFdel gruppo ottico 5 coincide con il punto di lavoro PL.

La sorgente luminosa 3 e il riflettore 4 convogliano il fascio luminoso sostanzialmente in un punto; in tale punto il fascio luminoso viene catturato dal gruppo ottico 5 e proiettato con raggi sostanzialmente paralleli.

Ciò consente di ottenere un effetto ottico particolare: una barra di luce avente una luminosità molto elevata, di colore bianco, omogenea, pulita e priva di fenomeni di aberrazione.

Infine, il proiettore 1 secondo la presente invenzione presenta ingombri ridotti grazie all’impiego della lampada ad arco corto 3. La lampada ad arco corto 3 e il rispettivo riflettore 4 hanno, infatti, un ingombro decisamente limitato (circa 60 mm complessivamente in direzione assiale).

Risulta infine evidente che al proiettore da palcoscenico qui descritto possono essere apportate modifiche e varianti senza uscire dall’ambito delle rivendicazioni allegate.

Claims (19)

1. RIVENDICAZIONI 1. Proiettore da palcoscenico comprendente: - un involucro (2) avente una prima estremità (9) chiusa e una seconda estremità (10) aperta; - una sorgente luminosa (3), la quale à ̈ disposta all’interno dell’involucro (2) in prossimità della prima estremità (9) ed à ̈ atta ad emettere un fascio luminoso lungo un asse ottico (B); - un riflettore (4) accoppiato alla sorgente luminosa (3); - un gruppo ottico (5) disposto in modo da intercettare il fascio luminoso e provvisto di un punto di fuoco (PF) disposto tra la sorgente luminosa (3) e il gruppo ottico (5); il proiettore (1) essendo caratterizzato dal fatto che il riflettore (4) e la sorgente luminosa (3) sono configurati ed accoppiati tra loro in modo da concentrare i raggi del fascio luminoso sostanzialmente in un punto di lavoro (PL), sostanzialmente coincidente con il punto di fuoco (PF) del gruppo ottico (5).
2. 2. Proiettore secondo la rivendicazione 1, in cui la sorgente luminosa (3) comprende una lampada ad arco corto.
3. 3. Proiettore secondo la rivendicazione 2, in cui la lampada ad arco corto (3) comprende un bulbo (11), all’interno del quale sono disposti due elettrodi (12) collegati ad un circuito di alimentazione (13) e disposti ad una prima distanza (D1) l’uno dall’altro.
4. 4. Proiettore secondo la rivendicazione 3, in cui la prima distanza (D1) tra gli elettrodi (12) Ã ̈ inferiore a 2 mm circa.
5. 5. Proiettore secondo la rivendicazione 3 o 4, in cui la prima distanza (D1) tra gli elettrodi (12) Ã ̈ di circa 1 mm.
6. 6. Proiettore secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui il riflettore (4) Ã ̈ provvisto di un bordo esterno (14); il punto di lavoro (PL) essendo disposto ad una seconda distanza (D2) dal bordo esterno (14) del riflettore (4).
7. 7. Proiettore secondo la rivendicazione 6, in cui la seconda distanza (D2) Ã ̈ circa 34,5 mm.
8. 8. Proiettore secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, comprendente mezzi di elaborazione (7) per elaborare il fascio luminoso; i mezzi di elaborazione (7) essendo disposti tra la sorgente luminosa (3) e il gruppo ottico (5).
9. 9. Proiettore secondo la rivendicazione 8, in cui i mezzi di elaborazione (7) comprendono uno o più elementi di elaborazione (18); almeno un elemento di elaborazione (18) essendo disposto sostanzialmente nel punto di lavoro (PL).
10. 10. Proiettore secondo la rivendicazione 8 o 9, in cui gli elementi di elaborazione (18) comprendono almeno un vetro diffusore (22).
11. 11. Proiettore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 8 a 10, in cui gli elementi di elaborazione (18) comprendono almeno un gruppo di colorazione (20).
12. 12. Proiettore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 8 a 11, in cui gli elementi di elaborazione (18) comprendono almeno una lente prismatica (23).
13. 13. Proiettore secondo una delle rivendicazioni da 8 a 12, in cui gli elementi di elaborazione (18) comprendono almeno un gruppo gobos (21).
14. 14. Proiettore secondo la rivendicazione 13, in cui il gruppo gobos (21) comprende almeno un disco (26) provvisto di una pluralità di gobos (27) atti ad intercettare il fascio luminoso; il gruppo gobos (21) essendo posizionato in modo tale che il gobo (27) in uso sia disposto sostanzialmente nel punto di lavoro (PL).
15. 15. Proiettore secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui il gruppo ottico (5) Ã ̈ mobile per regolare la posizione del punto di fuoco (PF).
16. 16. Proiettore secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui il gruppo ottico (5) comprende una prima lente (L1) biconcava.
17. 17. Proiettore secondo la rivendicazione 16, in cui il gruppo ottico (5) comprende una seconda lente (L2) biconvessa accoppiata alla prima lente (L1) biconcava.
18. 18. Proiettore secondo la rivendicazione 17, in cui il gruppo ottico (5) comprende una terza lente (L3) biconvessa disposta ad una terza distanza (D3) dalla seconda lente (L2) biconvessa.
19. 19. Proiettore secondo la rivendicazione 18, in cui la terza distanza (D3) Ã ̈ pari a 1 mm circa.