ITBO20110146A1 - Pressa per deformazione plastica - Google Patents

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ITBO20110146A1
ITBO20110146A1 IT000146A ITBO20110146A ITBO20110146A1 IT BO20110146 A1 ITBO20110146 A1 IT BO20110146A1 IT 000146 A IT000146 A IT 000146A IT BO20110146 A ITBO20110146 A IT BO20110146A IT BO20110146 A1 ITBO20110146 A1 IT BO20110146A1
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electric actuator
actuator
piece
hydraulic
movement
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IT000146A
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Inventor
Marco Casoni
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Gigant Italia S R L
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    • B30BPRESSES IN GENERAL
    • B30B1/00Presses, using a press ram, characterised by the features of the drive therefor, pressure being transmitted directly, or through simple thrust or tension members only, to the press ram or platen
    • B30B1/18Presses, using a press ram, characterised by the features of the drive therefor, pressure being transmitted directly, or through simple thrust or tension members only, to the press ram or platen by screw means
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Description

PRESSA PER DEFORMAZIONE PLASTICA
La presente invenzione ha per oggetto una pressa per deformazione plastica, preferibilmente di pezzi in materiale metallico.
La presente invenzione trova vantaggiosa applicazione nel settore tecnico dello stampaggio, sia a freddo che a caldo, e dell’imbutitura.
Nella tecnica nota, sono conosciute principalmente tre tipologie di presse, che si differenziano principalmente per il tipo di attuazione utilizzato nella movimentazione del corpo pressore.
Tutte le suddette tipologie di presse comprendono una struttura di supporto (o telaio) definente una base di appoggio ed un cappello superiore tra loro collegati alternativamente da una singola parete (per le presse a “collo di cigno†) o da una pluralità di colonne (per le presse a montanti).
Tra il cappello e la base à ̈ mobile un corpo pressore (o mazza) predisposto ad eseguire la deformazione del pezzo comprimendolo tra una faccia operativa della mazza stessa ed un premilamiera disposto sulla base, affacciato alla mazza.
Come detto, ciò che discrimina le presse della tecnica nota non à ̈ tanto la struttura (o telaio), bensì l’attuazione, ovvero la tipologia di attuatori che vengono utilizzati per movimentare la mazza e comprimere il pezzo.
Le presse possono infatti essere di tipo meccanico, elettrico od idraulico.
Le presse meccaniche comprendono un’attuazione di tipo esclusivamente meccanico ossia presentante manovellismi di vario genere.
Tali tipologie di presse sono conosciute per la loro grande produttività, in quanto la trasmissione meccanica del moto consente di ottenere una movimentazione della mazza particolarmente veloce.
Svantaggiosamente, le presse meccaniche sono difficilmente controllabili nella fase di lavorazione, ossia a contatto con il pezzo.
Infatti, in tali presse si ha uno scarso controllo sulla legge di deformazione del pezzo in quanto la velocità di deformazione à ̈ sostanzialmente imposta dal manovellismo. Le presse elettriche sono invece generalmente utilizzate in settori in cui sia necessario un alto ritmo produttivo ma una scarsa forza di deformazione.
È infatti noto che le presse ad attuazione elettrica possono raggiungere alti picchi di velocità grazie alla velocità degli attuatori nonché un’ottima precisione di lavorazione grazie alla possibilità di controllare tali attuatori in posizione.
Svantaggiosamente, il tonnellaggio limite raggiungibile da tali presse non supera generalmente le 20 tonnellate, rendendone particolarmente limitato lo spettro di utilizzi (e di certo poco indicate per la deformazione di corpi metallici).
In questa luce, la tipologia di presse che detiene la più larga fetta di mercato nel settore degli stampi à ̈ quella delle presse idrauliche, ossia dotate di azionamenti idraulici come cilindri o pistoni oleodinamici.
Infatti, tali presse consentono sia di controllare con precisione la forza applicata sul pezzo da deformare, sia di ottenere deformazioni a tonnellaggi molto elevati (i.e. migliaia di tonnellate).
La forza esercitata dalla mazza (ovvero dall’attuatore) à ̈ infatti proporzionale alla pressione idraulica interna alla camera dell’attuatore ed à ̈ conseguentemente semplice da controllare (a patto di conoscere la resistenza offerta dal pezzo).
Tuttavia, le presse idrauliche presentano limiti notevoli dal punto di vista della velocità.
In particolare, gli attuatori oleodinamici presentano velocità di movimentazione che non sono paragonabili né a quelli elettrici né a quelli meccanici.
Inoltre, le presse idrauliche presentano notevoli criticità nella lavorazione di pezzi a caldo.
In tali circostanze risulta infatti particolarmente difficile controllare il movimento del cilindro agendo unicamente sulla pressione interna, in quanto la resistenza offerta dal pezzo non à ̈ quantificabile con precisione a causa delle difformità nelle caratteristiche meccaniche del pezzo (provocate dalle tensioni termiche interne).
In questo contesto, il compito tecnico alla base del presente trovato à ̈ proporre una pressa per deformazione plastica che superi gli inconvenienti della tecnica nota sopra citati.
In particolare, Ã ̈ scopo della presente invenzione mettere a disposizione una pressa per deformazione plastica precisa, veloce e dal tonnellaggio elevato.
Ulteriore scopo del presente trovato à ̈ proporre una pressa per deformazione plastica in grado di eseguire indifferentemente lavorazioni a caldo o a freddo.
Il compito tecnico precisato e gli scopi specificati sono sostanzialmente raggiunti da una pressa per deformazione plastica, comprendente le caratteristiche tecniche esposte in una o più delle unite rivendicazioni e che si caratterizza per il fatto che i mezzi di movimentazione comprendono almeno un attuatore elettrico ed almeno un attuatore idraulico entrambi associati al corpo pressore ed attivi su detto corpo pressore lungo la direzione di movimentazione; detta pressa comprendendo un’unità di controllo associata a detto attuatore elettrico e detto attuatore idraulico e configurata per attivare l’attuatore elettrico e l’attuatore idraulico in reciproca collaborazione almeno quando il corpo pressore à ̈ nel campo di lavoro.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente chiari dalla descrizione indicativa, e pertanto non limitativa, di una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva di una pressa per deformazione plastica, come illustrati negli uniti disegni in cui:
- la figura 1 Ã ̈ una vista prospettica di una pressa secondo la presente invenzione;
- la figura 2 Ã ̈ una vista laterale della pressa di figura 1 in una ulteriore configurazione di lavoro;
- la figura 3 mostra una sezione longitudinale della pressa di figura 2.
Con riferimento alle allegate figure, con il numero 1 Ã ̈ indicata una pressa per deformazione plastica secondo la presente invenzione.
La pressa 1 trova principale applicazione nella deformazione ed in particolare nello stampaggio, a caldo o a freddo, di materie deformabili plasticamente (principalmente metallo).
La pressa 1 comprende una struttura di supporto 2, o telaio, ed un corpo pressore 3 mobile lungo la struttura di supporto 2 per deformare un pezzo da lavorare (non illustrato negli allegati disegni).
Tale struttura di supporto 2 a sua volta comprende una base 5 di appoggio sul terreno (o più in generale su una superficie di appoggio della pressa 1) ed un cappello 6 tra loro distanziati da uno spazio entro cui il à ̈ mobile il corpo pressore 3.
Più precisamente, la base 5 ed il cappello 6 sono allineati lungo una direzione di movimentazione “A†del corpo pressore 3, il quale à ̈ scorrevole lungo tale direzione di movimentazione “A†tra una prima posizione di finecorsa, prossimale al cappello 6 ed una seconda posizione di finecorsa, prossimale alla base 5.
Più precisamente, dalla prima alla seconda posizione di finecorsa, il corpo pressore 3 definisce una corsa di andata, mentre dalla seconda alla prima posizione di finecorsa definisce una corsa di ritorno.
La corsa di andata à ̈ la risultante della somma tra di una corsa di avvicinamento e di una corsa di lavoro.
In particolare, la corsa di avvicinamento à ̈ definita tra la prima posizione di finecorsa ed una posizione intermedia (e variabile a seconda della lavorazione) in cui il corpo pressore 3 entra in contatto con il pezzo. La corsa di lavoro à ̈ invece quella porzione di corsa in cui il corpo pressore 3 à ̈ in contatto con il pezzo per deformarlo ed à ̈ definita a partire dalla suddetta posizione intermedia fino al raggiungimento della seconda posizione di finecorsa.
Di conseguenza, quando il corpo pressore 3 si muove dalla posizione intermedia alla seconda posizione di finecorsa, Ã ̈ definita una configurazione di lavoro della pressa in cui il corpo pressore 3 Ã ̈ attivo in pressione sul pezzo per deformarlo in collaborazione con la base 5 stessa.
Per semplicità descrittiva, tra la posizione intermedia e la seconda posizione di finecorsa à ̈ definito un campo di lavoro.
La corsa di ritorno à ̈ invece unicamente una corsa di allontanamento e distacco tra il corpo pressore 3 e la base 5.
In corrispondenza della base 5 Ã ̈ definita una porzione di riscontro 8 cooperante con il corpo pressore 3 per deformare il pezzo.
Tale porzione di riscontro 8 Ã ̈ conformata in modo tale da definire un semistampo entro cui (se femmina) o attorno al quale (se maschio) deformare il pezzo da lavorare.
Preferibilmente, la porzione di riscontro 8 comprende una zona di ancoraggio 8a di uno stampo (preferibilmente di un semistampo).
Sempre in via preferenziale, all’interno della base 5 sono collocati dei cilindretti estrattori (non illustrati) attivabili per separare, durante un’apposita fase di estrazione, il pezzo dal semistampo al termine della lavorazione.
Tali cilindretti estrattori sono preferibilmente allineati ad apposite aperture (non illustrate) ricavate nella porzione di riscontro 8 (o nella zona di ancoraggio 8a) per attraversare dette aperture durante una fase di estrazione.
Nella forma realizzativa illustrata, la pressa 1 si sviluppa sostanzialmente in verticale e di conseguenza anche la direzione di movimentazione “A†à ̈ sostanzialmente verticale.
In altre parole, la direzione di movimentazione “A†à ̈ ortogonale al piano di appoggio della pressa 1.
Tuttavia, in forme realizzative alternative, la pressa 1 può avere un funzionamento (i.e. movimentazione del corpo pressore 3) ad asse orizzontale od inclinato.
Preferibilmente, la struttura 2 comprende mezzi di giunzione 7 tra la base 5 ed il cappello 6 che consentono sia di rendere monolitica la struttura 2 che, conseguentemente, di irrigidirla.
Tali mezzi di giunzione 7 comprendono una pluralità di colonne 7a o montanti.
Alternativamente (in una forma realizzativa non illustrata) i mezzi di giunzione 7 possono comprendere un’unica parete, definendo così una struttura cosiddetta a “collo di cigno†.
Preferibilmente, i mezzi di giunzione 7, ed in particolare le colonne 7a definiscono un sistema di guida 9 per il corpo pressore 3.
In altre parole, i mezzi di giunzione 7 si sviluppano prevalentemente lungo la direzione di movimentazione “A†del corpo pressore 3 per guidarlo e facilitarne la traslazione (ovvero lo scorrimento) lungo tale direzione.
Tale sistema di guida 9 verrà descritto con maggiore dettaglio nel prosieguo della presente descrizione.
Il corpo pressore 3 (o mazza) Ã ̈ sostanzialmente definito da una slitta 10 scorrevole lungo il sistema di guida 9 tra la prima e la seconda posizione di finecorsa.
Tale slitta 10 comprende una porzione attiva 10a affacciata alla porzione di riscontro 8 della base 5 per deformare, in collaborazione con tale porzione di riscontro 8, il pezzo.
Analogamente a quanto asserito circa la porzione di riscontro 8, la porzione attiva 10a à ̈ conformata in modo tale da definire un semistampo entro cui (se femmina) o attorno al quale (se maschio) deformare il pezzo da lavorare.
Preferibilmente, anche la porzione attiva 10a comprende una propria zona di ancoraggio 10b di un stampo (preferibilmente di un semistampo).
Al fine di traslare il corpo pressore 3 tra la prima e la seconda posizione di finecorsa, la pressa 1 comprende appositi mezzi di movimentazione 11 attivi lungo la direzione di movimentazione “A†.
In particolare, secondo l’invenzione i mezzi di movimentazione 11 comprendono almeno un attuatore elettrico 12 ed almeno un attuatore idraulico 13 (preferibilmente un cilindro oleodinamico) entrambi associati al corpo pressore 3 ed attivi su di esso lungo la direzione di movimentazione “A†.
Si noti che, come verrà meglio chiarito nel prosieguo, sia l’attuatore elettrico 12 che l’attuatore idraulico 13 presentano almeno una porzione rigidamente fissata al corpo pressore 3 e di conseguenza risultano tra loro almeno in parte rigidamente fissati.
Con il termine “attivo†si intende che la direzione di lavoro degli attuatori in questione corrisponde alla direzione di movimentazione “A†, ma non che tali attuatori sono costantemente attivi lungo tale direzione, in quanto sono selettivamente attivabili a seconda delle condizioni d’uso.
A tale proposito, la pressa 1 comprende un’unità 14 di controllo e comando associata ai suddetti attuatori e configurata per attivare l’attuatore elettrico 12 e l’attuatore idraulico 13 in reciproca collaborazione almeno quando la pressa 1 à ̈ in configurazione di lavoro (ovvero il corpo pressore 3 à ̈ nel campo di lavoro).
In altre parole, la pressa 1 comprende (in particolare i mezzi di movimentazione 11 comprendono) sia un gruppo di attuazione idraulico sia un gruppo di attuazione elettrico entrambi attivabili almeno durante la deformazione del pezzo per ottenere una lavorazione ad alto tonnellaggio (grazie al contributo dell’attuatore idraulico) e particolarmente precisa (grazie al contributo dell’attuatore elettrico).
Infatti, l’attuatore idraulico 13 consente di sviluppare forze elevate che permettono di deformare anche pezzi ad alta resistenza.
L’attuatore elettrico 12 invece consente di ottenere lavorazioni molto precise e veloci, seppur dai tonnellaggi limitati.
Vantaggiosamente, la combinazione tra i due attuatori consente di sfruttare i vantaggi associati ad entrambe le tipologie di attuazioni, limandone i difetti.
Preferibilmente, dunque, l’attuatore elettrico 12 e l’attuatore idraulico 13 sono collegati in parallelo e selettivamente attivabili, da parte dell’unità 14 di controllo e comando, in funzione della posizione del corpo pressore 3 lungo la direzione di movimentazione “A†.
A tale proposito, la pressa 1 comprende mezzi di rilevamento 15 della posizione del corpo pressore 3 (lungo la direzione di movimentazione “A†) associati all’unità 14 di controllo e comando.
In particolare, l’unità 14 à ̈ configurata per eseguire un controllo in anello chiuso (ossia in retroazione) sulla posizione del corpo pressore 3 bilanciando il contributo dell’attuatore elettrico 12 con il contributo dell’attuatore idraulico 13.
In altre parole, l’unità 14 di controllo e comando agisce sulle variabili di controllo dell’attuatore elettrico 12 e dell’attuatore idraulico 13 in funzione della posizione rilevata, ovvero con lo scopo di annullare la differenza che insiste tra la posizione rilevata dai mezzi di rilevamento 15 ed una posizione desiderata.
Con “controllo in anello chiuso†si intende infatti una logica che prevede di comandare gli attuatori tramite un segnale che à ̈ proporzionale alla differenza tra il valore di posizione desiderato (ingresso) ed il valore di posizione rilevato e retroazionato (feed-back).
La legge di controllo prevede dunque di ottenere la posizione (ossia le deformazione del pezzo) desiderata tramite una cooperazione sinergica tra l’attuatore elettrico 12 e l’attuatore idraulico 13.
In altre parole, l’unità 14 esegue un controllo sinergico delle variabili di controllo degli attuatori. Tali variabili di controllo sono: la pressione idraulica per l’attuatore idraulico 13 e la coppia motrice per l’attuatore elettrico 12.
Di conseguenza, l’unità 14 à ̈ configurata per controllare la pressione idraulica dell’attuatore idraulico 13 in combinazione con la coppia motrice trasmessa dell’attuatore elettrico 12, al fine di ottenere la corretta posizione del corpo pressore 3.
In altre parole, l’unità 14 esegue un controllo combinato di pressione idraulica, posizione del corpo pressore 3 e coppia dell’attuatore elettrico 12 (ovvero del motore elettrico).
Preferibilmente, l’unità 14 di controllo e comando presenta un tempo-ciclo compreso tra tre millisecondi e dieci millisecondi, più preferibilmente di circa quattro millisecondi.
Con l’espressione “tempo-ciclo†à ̈ definito quell’intervallo di tempo che intercorre tra due check (ovvero rilevamenti) successivi delle variabili da parte dell’unità 14 di controllo e comando.
Considerando che l’attuatore elettrico 12 à ̈ per sua natura controllabile in posizione, esso funge sostanzialmente da controllo per l’attuatore idraulico 13.
Preferibilmente, l’attuatore elettrico 12 à ̈ configurato per movimentare il corpo pressore 3 durante la corsa di avvicinamento in autonomia, mentre la collaborazione tra i due attuatori (elettrico ed idraulico) entra in gioco durante la corsa di lavoro.
In altre parole, l’unità 14 di controllo e comando à ̈ programmata per attivare l’attuatore idraulico 13, in collaborazione con l’attuatore elettrico 12, quando il corpo pressore 3 si muove dalla posizione intermedia verso la seconda posizione di finecorsa per eseguire la deformazione del pezzo.
In questa luce, l’attuatore elettrico 12 à ̈ principalmente un attuatore di movimentazione e controllo mentre l’attuatore idraulico 13 à ̈ principalmente un attuatore di lavoro (ovvero deformazione).
Si noti che, durante la corsa di avvicinamento (ossia in avvicinamento al campo di lavoro) il movimento del corpo pressore 3 à ̈ particolarmente rapido grazie all’utilizzo del solo attuatore elettrico 12.
Infatti, durante la corsa di avvicinamento, l’attuatore idraulico 13 à ̈ in una configurazione di riempimento (ovvero a mo’ di siringa) in cui la camera del cilindro si riempie di olio (o di fluido in generale) a seguito del movimento impartito dall’attuatore elettrico 12.
In altre parole, quando il corpo pressore 3 si trova tra la prima posizione di finecorsa e la posizione intermedia (ossia durante la corsa di avvicinamento) il circuito idraulico associato all’attuatore 13 à ̈ scarico (ovvero le valvole di preriempimento dei cilindri sono aperte) cosicchà ̈ il riempimento (o lo svuotamento) del cilindro sia dovuto unicamente al movimento ad esso impresso dall’attuatore elettrico 12.
L’attuatore idraulico 13, invece, à ̈ attivo (in collaborazione con l’attuatore elettrico 12) a partire dalla posizione intermedia fino alla seconda posizione di finecorsa (ovvero nel campo di lavoro).
Di conseguenza, l’attuatore elettrico 12 à ̈ attivo lungo tutta la corsa del corpo pressore 3 (ovvero tra la prima e la seconda posizione di finecorsa).
Al contrario, l’attuatore idraulico 13 à ̈ attivo unicamente nel campo di lavoro (ovvero dalla posizione intermedia alla seconda posizione di finecorsa).
Si noti che durante la corsa di ritorno (ovvero dalla seconda posizione di finecorsa alla prima posizione di finecorsa) à ̈ attivo il solo attuatore elettrico 12 in quanto non sono necessarie forze di lavoro importanti, ma unicamente velocità di movimentazione.
In altre parole, nella corsa di avvicinamento e nella corsa di ritorno l’attuatore elettrico 12 movimenta, oltre al corpo pressore 3, l’attuatore idraulico 13.
A tale proposito si ricorda che gli attuatori (elettrico ed idraulico) sono almeno in parte rigidamente fissati (tramite il corpo pressore 3) e di conseguenza il movimento dell’elettrico 12 comporta una movimentazione dell’idraulico 13.
In particolare, l’attuatore elettrico 12 e l’attuatore idraulico 13 presentano ciascuno una propria prima porzione 12a, 13a ed una propria seconda porzione 12b, 13b scorrevolmente associata alla prima 12a, 13a.
In altre parole, le prime porzioni 12a, 13a sono scorrevoli sulle seconde porzioni 12b, 13b.
Le prime porzioni 12a, 13a sono rigidamente fissate al corpo pressore 3 e mobili lungo la direzione di movimentazione “A†in avvicinamento e/o allontanamento dalla porzione di riscontro 8.
Le seconde porzioni 12b, 13b sono fisse, con riferimento alla direzione di movimentazione “A†, rispetto alla porzione di riscontro 8.
In altre parole, ciascun attuatore comprende una seconda porzione 12b, 13b longitudinalmente fissa (ossia impedita nel movimento lungo la direzione di movimentazione “A†) rispetto alla struttura di supporto 2 ed una prima porzione 12a, 13a fissata al corpo pressore 3 e scorrevole lungo la seconda porzione 12b, 13b per movimentare il corpo pressore 3 stesso tra la prima e la seconda posizione di finecorsa.
Considerando che la prima porzione 12a, 13a di ciascun attuatore scorre sulla seconda 12b, 13b lungo la direzione di movimentazione “A†, ciascuna seconda porzione 12b, 13b si sviluppa prevalentemente lungo tale direzione.
Si noti che nella presente trattazione, Ã ̈ definito come vincolo di scorrimento qualunque vincolo che consenta un movimento assiale relativo tra due corpi.
In altre parole, à ̈ da considerarsi scorrimento sia il puro scorrimento (strisciamento), sia un movimento combinato di roto-traslazione, in cui alla rotazione di un corpo corrisponde la traslazione dell’altro.
Nella forma realizzativa illustrata, l’attuatore elettrico comprende un motore elettrico 16 ed una trasmissione 17, associata al corpo pressore 3 per movimentarlo.
In particolare, la trasmissione 17 Ã ̈ definita da un accoppiamento vite-chiocciola.
In altre parole, la trasmissione comprende una vite 18, girevolmente accoppiata al motore 16, ed una chiocciola 19 a ricircolo di sfere accoppiata alla vite 18 e ad essa scorrevolmente associata.
Tale chiocciola 19 à ̈ fissata al corpo pressore 3 e definisce la prima porzione 12a dell’attuatore elettrico 12.
Il motore 16 e la vite 18 ne definiscono invece la seconda porzione 12b.
Più precisamente, la vite 18 si sviluppa longitudinalmente lungo la direzione di movimentazione “A†tra un proprio primo ed un proprio secondo estremo, rispettivamente associati alla base 5 ed al cappello 6 della struttura 2.
In corrispondenza di uno di tali estremi à ̈ collegato rigidamente il motore 16 elettrico, accoppiato alla vite 18 in modo tale da metterla in rotazione attorno al proprio asse di sviluppo.
Nella forma realizzativa, il motore 16 Ã ̈ collegato al secondo estremo della vite 18, ossia in corrispondenza del cappello 6.
Vantaggiosamente, ciò consente di limitare gli ingombri della base 5.
Preferibilmente, la pressa 1 comprende mezzi di contrasto alla rotazione 23 (meglio descritti nel prosieguo) associati al motore 16 per impedire che sia il motore 16 a ruotare al posto della vite 18.
La chiocciola 19 à ̈ rigidamente collegata al corpo pressore 3 ed accoppiata alla vite cosicchà ̈ una rotazione della vite 18 comporti una traslazione lungo la direzione di movimentazione “A†della chiocciola 19 stessa (e quindi del corpo pressore 3).
Preferibilmente la chiocciola 19 comprende una pluralità di porzioni di chiocciola (non illustrate) disposte in cascata ed un pistoncino idraulico (non illustrato) interposto tra ciascuna coppia di porzioni successive, al fine di distribuire il carico.
In altre parole, la chiocciola comprende una pluralità di ranghi disposti in successione e tra loro collegati da organi cedevoli in grado di evitare l’impuntamento della chiocciola 19 stessa sui primi filetti che incontra, distribuendo così il carico su tutti i filetti in presa.
Preferibilmente, l’attuatore idraulico 13 comprende un cilindro idraulico 20 presentante uno stelo 21 scorrevole all’interno di una corrispondente camicia 22. Nella forma realizzativa illustrata la camicia 22 definisce la prima porzione 13a dell’attuatore, mentre lo stelo 21 ne definisce la seconda porzione 13b.
Più precisamente, la camicia 22 à ̈ rigidamente connessa al corpo pressore 3 e si muove con esso lungo la direzione di movimentazione “A†.
Lo stelo 21 si sviluppa longitudinalmente lungo la direzione di movimentazione “A†tra un proprio primo 21a ed un proprio secondo 21b estremo, rispettivamente associati alla struttura 2 di supporto ed alla camicia 22 (ovvero al corpo pressore 3).
Di conseguenza, il secondo estremo 21b à ̈ sostanzialmente interno alla camicia 22.
Nella forma realizzativa illustrata, il primo estremo 21a dello stelo 21 à ̈ rigidamente connesso alla base 5. Si noti che, in forme realizzative alternative, l’attuatore idraulico potrebbe prevedere uno stelo rigidamente fissato al corpo pressore ed una camicia rigidamente fissata alla struttura.
Preferibilmente, la pressa 1 comprende una pluralità di attuatori idraulici 13 ed una pluralità di attuatori elettrici 12.
Si noti che il numero di attuatori idraulici 13 ed elettrici 12 à ̈ variabile in funzione della tipologia di lavorazione che la pressa 1 à ̈ progettata per effettuare. Più precisamente, nel caso la pressa 1 sia progettata per effettuare lavorazioni particolarmente veloci, ma non eccessivamente critiche dal punto di vista delle forze in gioco, à ̈ necessario aumentare il numero di attuatori elettrici, mantenendo limitato il numero di attuatori idraulici (potrebbe bastarne persino uno).
Al contrario, per lavorazioni in cui la maggiore criticità risiede nel tonnellaggio, à ̈ necessario aumentare il numero di attuatori idraulici, mantenendo limitato il numero di attuatori elettrici.
Preferibilmente, la pressa 1 secondo la presente invenzione presenta almeno tre attuatori elettrici 12 al fine di garantire, mediante il controllo in posizione degli stessi, il mantenimento del parallelismo tra la porzione attiva 10a della slitta 10 e la porzione di ricontro 8 della base 5.
In altre parole, il controllo sulla posizione di almeno tre punti distinti del corpo pressore 3 permette di assicurare la perpendicolarità tra il piano passante per tali punti e la direzione di movimentazione “A†del corpo pressore 3.
Nella forma realizzativa illustrata, la pressa 1 comprende attuatori elettrici 12 in numero maggiore rispetto agli attuatori idraulici 13.
In particolare, la pressa 1 comprende quattro attuatori elettrici 12 e due attuatori idraulici 13.
Preferibilmente, i mezzi di contrasto alla rotazione 23 comprendono un elemento di giunzione che collega tra loro i motori degli attuatori elettrici 12.
Nella forma realizzativa illustrata, l’elemento di giunzione à ̈ definito da un corpo a croce ai cui estremi sono collegati i motori 16 elettrici degli attuatori elettrici 12.
Preferibilmente, la seconda porzione 13b di ciascun attuatore idraulico 13 (ovvero lo stelo 21) definisce almeno in parte il sistema di guida 9.
Inoltre, anche la seconda porzione 12b di ciascun attuatore elettrico 12 (ovvero la vite 17) definisce almeno in parte un sistema di guida 9 del corpo pressore 3.
In altre parole, nella forma realizzativa illustrata, le viti 18 e gli steli 21 definiscono le colonne 7 della struttura 2 di supporto.
Nella forma realizzativa illustrata, il cappello 6 à ̈ definito da un carter di copertura (non illustrato) dei motori 16 e dall’elemento a croce, il quale ha quasi esclusivamente una funzione estetica e protettiva.
Preferibilmente, la pressa comprende inoltre mezzi di raffreddamento e ricircolo 24 dell’aria.
Infatti, specie per applicazioni ad alta temperatura, à ̈ necessario prevedere un ventilatore o simili per evacuare l’ambiente dagli agenti nocivi e per raffreddare i motori elettrici.
In uso, il pezzo viene posizionato in corrispondenza della porzione di riscontro 8.
Successivamente, viene attivato l’attuatore elettrico 12 (dall’unità 14 di controllo e comando) che movimenta in autonomia (ovvero senza l’ausilio dell’attuatore idraulico 13) il corpo pressore 3 dalla prima posizione di finecorsa in avvicinamento alla porzione di riscontro 8.
Come già detto, in tale fase l’attuatore idraulico 13 à ̈ disattivo ed il corrispondente circuito idraulico à ̈ scarico (non à ̈ in pressione).
Al raggiungimento di una posizione intermedia, in cui il corpo pressore 3 entra in contatto con il pezzo da deformare, l’unità 14 di controllo e comando rileva un aumento della coppia del motore elettrico 16 ed un corrispondente blocco nell’avanzamento della posizione del corpo pressore 3.
A questo punto, l’unità 14 di controllo e comando attiva l’attuatore idraulico 13, mandando in pressione il circuito idraulico.
In particolare, l’unità 14 di controllo e comando à ̈ configurata per bilanciare la coppia del motore 16 elettrico e la pressione interna al cilindro 20 al fine di ottenere il corretto posizionamento del corpo pressore 3.
Vantaggiosamente, l’azione dell’attuatore idraulico 13 diminuisce la coppia sull’attuatore elettrico 12 sgravando l’elettrico dall’azione di spinta.
Infatti, la legge di erogazione di potenza sui due differenti attuatori fa sì che non venga superata la coppia massima di lavoro degli attuatori elettrici 12, facendoli però lavorare al massimo della potenza di targa per rendere più veloce possibile il ciclo della macchina.
Quando la deformazione del pezzo à ̈ terminata, l’unità 14 di controllo e comando disattiva nuovamente l’attuatore idraulico 13 e comanda l’attuatore elettrico 12 per una rapida risalita del corpo pressore 3 dalla seconda posizione di finecorsa alla prima posizione i finecorsa (corsa di ritorno).
L’invenzione raggiunge gli scopi preposti e consegue importanti vantaggi.
Infatti, l’azione combinata di un attuatore elettrico e di un attuatore idraulico consente di riassumere in un’unica pressa le caratteristiche vantaggiose di entrambi gli azionamenti, ossia velocità, precisione e forza.
Inoltre, l’utilizzo di un’unità di controllo che bilancia l’azione degli attuatori e controlla la posizione, permette di lavorare con precisione anche pezzi deformabili a caldo, in cui la forza di contrasto à ̈ incognita.
Peraltro, l’utilizzo di una chiocciola presentante una pluralità di elementi in cascata consente di aumentare notevolmente il carico sopportabile dall’attuatore elettrico.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Pressa per deformazione plastica, comprendente: - una base (5) presentante una porzione di riscontro (8) atta ad alloggiare un pezzo da deformare; - un corpo pressore (3) mobile lungo una prefissata direzione di movimentazione (A) in avvicinamento e/o allontanamento da detta porzione di riscontro (8), tra una prima posizione di finecorsa, distale dalla porzione di riscontro (8), ed una seconda posizione di finecorsa, prossimale alla porzione di riscontro (8); - mezzi di movimentazione (11) associati al corpo pressore (3) per traslarlo lungo la direzione di movimentazione (A); caratterizzata dal fatto che i mezzi di movimentazione (11) comprendono almeno un attuatore elettrico (12) ed almeno un attuatore idraulico (13) entrambi associati al corpo pressore (3) ed attivi su detto corpo pressore (3) lungo la direzione di movimentazione (A); detta pressa comprendendo un’unità (14) di controllo e comando associata a detto attuatore elettrico (12) e a detto attuatore idraulico (13), e configurata per attivare l’attuatore elettrico (12) e l’attuatore idraulico (13) in reciproca collaborazione almeno quando il corpo pressore (3) si muove da una posizione intermedia verso detta seconda posizione di finecorsa per eseguire la deformazione del pezzo.
  2. 2. Pressa secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che l’attuatore elettrico (12) e l’attuatore idraulico (13) sono sostanzialmente collegati in parallelo e selettivamente attivabili da parte dell’unità (14) di controllo in funzione della posizione del corpo pressore (3) lungo la direzione di movimentazione (A).
  3. 3. Pressa secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzata dal fatto che l’attuatore elettrico (12) à ̈ configurato per movimentare il corpo pressore (3) tra dette prima e seconda posizione di finecorsa; detta unità (14) di controllo e comando essendo configurata per attivare l’attuatore idraulico (13), in collaborazione con l’attuatore elettrico (12), quando il corpo pressore (3) si muove da detta posizione intermedia a detta seconda posizione di finecorsa per eseguire la deformazione del pezzo.
  4. 4. Pressa secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che l’attuatore elettrico (12) e l’attuatore idraulico (13) presentano ciascuno una propria prima porzione (12a, 13a) ed una propria seconda porzione (12b, 13b) scorrevolmente associata alla prima (12a, 13a); dette prime porzioni (12a, 13a) essendo rigidamente fissate al corpo pressore (3) e mobili lungo la direzione di movimentazione (A) in avvicinamento e/o allontanamento dalla porzione di riscontro (8) e dette seconde porzioni (12b, 13b) essendo fisse, con riferimento alla direzione di movimentazione (A), rispetto a detta porzione di riscontro (8).
  5. 5. Pressa secondo la rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che la seconda porzione (13b) dell’attuatore idraulico (13) e/o la seconda porzione (12b) dell’attuatore elettrico (12) definiscono almeno in parte un sistema di guida (9) del corpo pressore (3).
  6. 6. Pressa secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto di comprendere mezzi di rilevamento (15) della posizione del corpo pressore (3) lungo la direzione di movimentazione (A) associati all’unità (14) di controllo e comando; detta unità (14) di controllo e comando essendo configurata eseguire un controllo in anello chiuso sulla posizione del corpo pressore (3) bilanciando il contributo dell’attuatore elettrico (12) con il contributo dell’attuatore idraulico (13).
  7. 7. Pressa secondo la rivendicazione 6, caratterizzata dal fatto che l’unità (14) di controllo e comando à ̈ configurata per controllare una pressione idraulica (P) dell’attuatore idraulico (13) in combinazione con una coppia trasmessa (T) dell’attuatore elettrico.
  8. 8. Pressa secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che l’attuatore elettrico (12) comprende: - un motore (16) elettrico; - una trasmissione (17) presentante una vite (18), girevolmente accoppiata al motore (16), ed una chiocciola (19) a ricircolo di sfere accoppiata alla vite (18) e ad essa scorrevolmente associata; detta chiocciola (19) e detta vite (18) definendo rispettivamente almeno in parte la prima (12a) e la seconda porzione (12b) dell’attuatore elettrico (12).
  9. 9. Pressa secondo la rivendicazione 8, caratterizzata dal fatto che la chiocciola (19) comprende una pluralità di porzioni di chiocciola disposte in cascata ed un pistoncino idraulico interposto tra ciascuna coppia di porzioni successive al fine di distribuire il carico.
  10. 10. Metodo per la deformazione plastica di un pezzo, caratterizzato dal fatto di comprendere le fasi di: - predisporre un pezzo da deformare su una porzione di riscontro (8); - predisporre un corpo pressore (3) atto a deformare detto pezzo; - predisporre un attuatore elettrico (12) ed un attuatore idraulico (13) entrambi collegati al corpo pressore (3) per movimentarlo in avvicinamento al pezzo lungo una direzione di movimentazione (A); - movimentare detto corpo pressore (3) in avvicinamento a detto pezzo fino a che detto corpo pressore (3) entra in contatto con detto pezzo; - attivare l’attuatore idraulico (13) in collaborazione con l’attuatore elettrico (12) per premere il corpo pressore sul pezzo al fine di deformarlo.
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