ITBO20100423A1 - Macchina e metodo di formazione di spezzoni di materiale in fibra. - Google Patents

Macchina e metodo di formazione di spezzoni di materiale in fibra. Download PDF

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ITBO20100423A1
ITBO20100423A1 IT000423A ITBO20100423A ITBO20100423A1 IT BO20100423 A1 ITBO20100423 A1 IT BO20100423A1 IT 000423 A IT000423 A IT 000423A IT BO20100423 A ITBO20100423 A IT BO20100423A IT BO20100423 A1 ITBO20100423 A1 IT BO20100423A1
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Fulvio Boldrini
Marco Ghiotti
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Azionaria Costruzioni Acma Spa
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    • G01G17/00Apparatus for or methods of weighing material of special form or property
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Description

D E S C R I Z I O N E
dell'invenzione industriale dal titolo:
"Macchina e metodo di formazione di spezzoni
di materiale in fibra."
La presente invenzione è relativa ad una macchina e ad un metodo di formazione di spezzoni di materiale in fibra, preferibilmente tabacco sfuso.
La presente invenzione trova applicazione nel campo dell’imballaggio di materiali in fibra, e più precisamente nella dosatura delle porzioni da impacchettare.
Di conseguenza, ma senza per questo perdere in generalità, la presente trattazione si riferisce a macchine per la formazione di spezzoni di tabacco sfuso, preferibilmente tabacco cosiddetto da rollaggio.
Sono note macchine per la formazione di spezzoni di tabacco sfuso comprendenti unità di dosatura in grado di separare e pesare singoli spezzoni di tabacco da impacchettare successivamente.
Tali macchine presentano uno sviluppo sostanzialmente verticale a partire da una sommità, dove è presente un’unità di alimentazione di tabacco sfuso, fino ad un basamento in cui un’unità di raccolta riceve e trasporta i singoli spezzoni realizzati in macchina ad una stazione di imballaggio successiva.
Più precisamente, le macchine della tecnica nota comprendono un’unità di formatura di un baco continuo di tabacco sfuso sviluppantesi lungo un condotto verticale a partire da una tramoggia di contenimento del tabacco fino ad un dispositivo di taglio.
Il dispositivo di taglio è posto in corrispondenza di una sezione di uscita del condotto e separa il baco continuo di tabacco in una successione di spezzoni singoli di tabacco.
Al di sotto della sezione di uscita è disposto un tamburo primario presentante tre sedi tra loro angolarmente equispaziate ed alternativamente affacciabili alla bocca di uscita tramite la rotazione del tamburo primario attorno ad un proprio asse di rotazione.
In questo modo, una volta che il dispositivo di taglio realizza il singolo spezzone, questo cade per gravità all’interno della sede sottostante.
Inoltre, al tamburo primario è associata una bilancia in grado di misurare il peso dello spezzone a valle del taglio.
Si noti che, la macchina in questione esegue il taglio del baco in modo da ottenere spezzoni di tabacco sottopeso rispetto ad un valore di peso prefissato e richiesto per il successivo imballaggio. Ai lati del tamburo primario, in una zona sottostante, sono presenti due tamburi secondari, del tutto analoghi a quello primario, nelle sedi dei quali il tamburo primario stesso rilascia il singolo spezzone dopo averlo pesato.
Più precisamente, il tamburo primario è movimentato in modo alternato al fine di rilasciare lo spezzone ad uno dei tamburi secondari o all’altro in modo alterno, aumentando la produttività della macchina.
Siccome lo spezzone che ricade nel tamburo secondario è sottopeso, al tamburo è affacciato un condotto ausiliario di integrazione che ne completa il riempimento per raggiungere il valore di peso prefissato dello spezzone.
Il condotto ausiliario ha origine dalla tramoggia, da cui pesca il tabacco per l’integrazione, ed è formato da una successione di canali e rulli per il trasporto del tabacco stesso.
Tali canali e rulli sono funzionalmente connessi alla bilancia del tamburo primario per movimentare verso il tamburo secondario la quantità di tabacco utile al raggiungimento del valore di peso prefissato.
Analogamente a quanto detto precedentemente, l’integrazione viene eseguita rilasciando il tabacco per gravità da una posizione superiore, ossia l’uscita del condotto ausiliario, ad una posizione inferiore, ossia la sede del tamburo secondario.
Al di sotto di ciascuno dei tamburi secondari è disposto un nastro trasportatore su cui sono montate in successione delle apposite cassette, movimentate dal nastro trasportatore stesso.
Le cassette vengono posizionate in successione al di sotto dei tamburi secondari, i quali ruotando rilasciano, sempre per caduta, ogni singolo spezzone di tabacco all’intemo di una rispettiva cassetta.
A titolo di esempio, le pubblicazioni CA 1 220 107 e EP 1 992 924 mostrano macchine per la formazione ed il trasporto di singole dosi di tabacco del tipo sopra descritto.
Svantaggiosamente, i dispositivi della tecnica nota hanno una scarsa produttività dovuta alle numerose fasi di caduta per gravità durante il trasporto del tabacco.
Infatti, ciascuna di tali fasi rappresenta un limite fisico insuperabile all’aumento dei ritmi produttivi.
Alla luce di ciò, al fine di aumentare la produttività, tali macchine necessitano di una moltiplicazione delle linee, il che introduce gravi problematiche di ingombro.
Inoltre, il controllo del peso dello spezzone avviene con ritardo in quanto è possibile correggerlo solo dopo il taglio.
In questo contesto, il compito tecnico alla base della presente invenzione è proporre una macchina ed un metodo per la formazione di spezzoni di materiale in fibra che superi gli inconvenienti della tecnica nota sopra citati.
In particolare, è scopo della presente invenzione mettere a disposizione una macchina per la formazione di spezzoni di materiale in fibra altamente produttiva e dagli ingombri ridotti.
Ulteriore scopo della presente invenzione è proporre una macchina per la formazione di spezzoni di materiale in fibra precisa e ben controllata.
Inoltre, è scopo della presente invenzione proporre un metodo per la formazione di spezzoni di materiale in fibra preciso e veloce.
Il compito tecnico precisato e gli scopi specificati sono sostanzialmente raggiunti da una macchina ed un metodo per la formazione di spezzoni di materiale in fibra, comprendenti le caratteristiche tecniche esposte in una o più delle unite rivendicazioni.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente chiari dalla descrizione indicativa, e pertanto non limitativa, di una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva di una macchina e di un metodo per la formazione di spezzoni di materiale in fibra, come illustrato negli uniti disegni in cui:
- la figura 1 è una vista schematica in sezione di una macchina di formazione di spezzoni di materiale in fibra secondo la presente invenzione;
- le figure da 2 a 5 sono viste schematiche di un particolare della macchina in successive configurazioni operative;
Con riferimento alle figure allegate, con 1 è indicata nel suo complesso una macchina per la formazione di spezzoni di materiale in fibra secondo la presente invenzione.
La macchina 1 comprende una pluralità di unità operative disposte in successione per realizzare, a partire da un serbatoio di materiale in fibra, singoli spezzoni dosati di tale materiale.
Con l’espressione materiale in fibra è inteso un agglomerato di fibre allungate tra loro sostanzialmente intrecciate.
A titolo di esempio, senza per questo perdere in generalità, la presente trattazione farà esplicito riferimento al tabacco da rollaggio, ossia tabacco in fibre allungate tipicamente utilizzate nel rollaggio manuale di sigarette.
Tale tabacco è comunemente conosciuto come “tabacco sfuso”. Tuttavia, tutte le considerazioni fatte per il tabacco sono del tutto valide anche per un generico materiale in fibra.
Secondo quanto illustrato in figura 1, la macchina 1 comprende un’unità di formatura 2 di un cordone o baco 3 di tabacco ed un’unità di dosatura 4 che realizza e pesa i singoli spezzoni prima di rilasciarli.
L’unità di formatura 2 comprende un elemento di raccolta 2a ed un condotto di formazione 2b del baco 3.
L’elemento di raccolta 2a comprende un serbatoio 5 di contenimento di un cumulo 6 di tabacco in attesa di essere trattato. Preferibilmente, il serbatoio 5 è almeno in parte definito da una tramoggia 7 presentante una bocca di accesso 7a utilizzabile per il riempimento della tramoggia 7 stessa.
In particolare, la tramoggia 7 si sviluppa in modo prevalentemente verticale e, preferibilmente, la bocca di accesso 7a è definita da un’apertura superiore. La bocca di accesso 7a è affacciata ad un gruppo di alimentazione 8 che la rifornisce di tabacco quando ve ne è necessità.
In altre parole, il gruppo di alimentazione 8 è posto al di sopra della bocca di accesso la e fornisce il tabacco alla tramoggia 7 per “caduta”.
A questo scopo, alla tramoggia 7 sono associati sensori di livello, schematicamente illustrati con un blocco 34, che ne controllano la quota di riempimento. Pertanto, se il livello scende al di sotto di un valore soglia minimo, il gruppo di alimentazione 8 viene attivato per rabboccare la tramoggia 7, mentre in caso contrario, ossia se il livello sale al di sopra di un valore soglia massimo, il gruppo di alimentazione 8 viene disattivato.
Nella forma realizzativa illustrata, il gruppo di alimentazione 8 comprende una pluralità di nastri trasportatori e/o tamburi rotanti che trasportano il tabacco da un magazzino (non illustrato) fino alla tramoggia 7. La tramoggia 7 presenta una conformazione rastremata dalla bocca di accesso 7a fino ad una bocca di uscita 7b. Essa presenta almeno due pareti laterali 7c inclinate che guidano il tabacco dalla bocca di accesso 7a alla bocca di uscita 7b.
Preferibilmente, un convogliatore 17 è disposto in corrispondenza di almeno una delle pareti laterali 7c della tramoggia 7, per facilitare la movimentazione del tabacco dalla bocca di accesso la alla bocca di uscita 7b.
Più precisamente, il convogliatore 17 definisce almeno in parte una parete laterale le in quanto è in contatto diretto con il tabacco.
Il condotto di formazione 2b del baco 3 di tabacco, posto operativamente a valle dell’elemento di raccolta 2a, è attraversato dal tabacco il quale ne assume la forma realizzando il suddetto baco 3 continuo.
In particolare, il condotto 2b si sviluppa in allontanamento dalla tramoggia 7 lungo una direzione di formatura “A” del baco 3 da una sezione iniziale 12a ad una sezione terminale 12b.
Ancor più in particolare, il condotto 2b si sviluppa a partire dalla bocca di uscita 7b della tramoggia 7 in allontanamento dalla stessa. In altre parole, la sezione iniziale 12a è posta in corrispondenza della bocca di uscita 7b della tramoggia 7.
Preferibilmente, il condotto 2b si sviluppa in modo prevalentemente rettilineo.
Ancor più preferibilmente, il condotto 2b si sviluppa in modo prevalentemente orizzontale.
In altre parole, tale condotto 2b è disposto trasversalmente alla tramoggia 7, la quale come detto si sviluppa prevalentemente in verticale.
Più precisamente, la direzione di sviluppo della tramoggia 7 è ortogonale alla direzione sviluppo del condotto 2b, ossia la direzione di formatura “A”.
In altre parole, la struttura dell’unità di formatura 2 presenta una conformazione ad “L”, in cui il gambo verticale della “L” è svasato e definito dalla tramoggia 7, mentre il gambo orizzontale è definito dal condotto 2b.
Preferibilmente, il condotto 2b presenta almeno due pareti 9 tra loro affacciate e sviluppantisi in modo sostanzialmente parallelo lungo la direzione di formatura “A”.
Ancor più preferibilmente, una prima parete 9a definisce un piano di appoggio del baco 3 all’interno del condotto 2b ed una seconda parete 9b, affacciata alla prima 9a, comprime il baco 3 delimitando una sezione di passaggio di dimensione prefissata.
In altre parole, la prima parete 9a è una parete inferiore, mentre la seconda parete 9b è una parete superiore del condotto 2b.
Di conseguenza, tali pareti 9 definiscono uno spessore del baco. Nella forma realizzativa illustrata, le due pareti 9 sono parallele e definiscono uno spessore uniforme del baco 3 lungo la direzione di formatura “A”.
Preferibilmente, il condotto 2b comprende inoltre due sponde laterali 10 tra loro affacciate e disposte tra la prima 9a e la seconda parete 9b lungo la direzione di formatura “A”.
Più precisamente, la due sponde laterali 10 sono ortogonali alle pareti 9.
In altre parole, il condotto 2b presenta una sezione di passaggio del baco 3 sostanzialmente quadrilatera e di dimensione prefissata.
Almeno una delle pareti 9 è mobile lungo la direzione di formatura “A” dalla sezione iniziale 12a alla sezione terminale 12b del condotto 2b.
Preferibilmente, entrambe le pareti 9 sono mobili in modo concorde per trascinare il baco 3 lungo il condotto 2b.
In altre parole, le pareti 9 definiscono mezzi di trascinamento 11 del baco 3 lungo la direzione di formatura “A” associati al condotto 2b che trascinano il tabacco dalla tramoggia 7 al condotto 2b e movimentano il baco 3 dalla sezione iniziale 12a alla sezione terminale 12b del condotto 2b stesso per formarlo e comprimerlo. In particolare, tali mezzi di trascinamento 11 comprendono una prima cinghia 13 presentante una porzione attiva 13a che definisce la prima parete 9a e scorre lungo la direzione di formatura “A”.
Una seconda cinghia 14 è opposta alla prima 13 e presenta una propria porzione attiva 14a, definente la seconda parete 9b, ed anch’essa scorrevole lungo la direzione di formatura “A” affacciata alla porzione attiva 13a della prima cinghia 13.
Vantaggiosamente, tale tipo di movimentazione fa si che le cinghie 13, 14 peschino il tabacco dalla tramoggia 7 e lo trascinino lungo in condotto 2b.
In altre parole, le due cinghie 13, 14 ricevono il tabacco dalla tramoggia 7 e, trascinandolo lungo il condotto 2b, formano il baco 3 continuo.
Preferibilmente, la sezione di passaggio del condotto 2b, definita dalle cinghie 13, 14 in collaborazione con le sponde laterali 10 è minore della luce definita dalla bocca di uscita 7b della tramoggia 7. Vantaggiosamente, ciò consente di compattare e comprimere il tabacco che costituisce il baco 3 in modo efficiente.
Preferibilmente, inoltre, la seconda cinghia 14 è associata ad una successione di rulli di rimando in modo tale da definire anche la parete laterale 7c della tramoggia 7 opposta al convogliatore 17, facilitando la “pesca” del tabacco dalla tramoggia 7.
Inoltre, Γ unità di formatura 2 comprende almeno un organo di aspirazione 15 posto in corrispondenza della prima parete 9a, ossia della parte attiva 13a della prima cinghia 13.
Vantaggiosamente, ciò consente di mantenere saldo il contatto tra il tabacco e la porzione attiva 13a della prima cinghia 13, facilitando il trascinamento e la compattazione dello stesso.
A questo proposito, nella forma realizzativa illustrata, la prima cinghia 13 è realizzata con un tessuto che consente il risucchio dell’aria, da parte dell’organo di aspirazione 15, ma non il passaggio del tabacco, che in questo modo rimane a contatto con la cinghia 13. Preferibilmente, il materiale utilizzato per la tessitura della cinghia 13 è poliestere o simili.
In altre forme realizzative, un ulteriore organo di aspirazione (non illustrato) è disposto in corrispondenza della seconda cinghia 14, in prossimità della sezione terminale.
A valle deH’unità di formatura 2, la macchina 1 comprende la citata unità di dosatura 4.
Secondo quanto illustrato nelle figure 4 e 5, l’unità 4 divide il baco 3 in singoli spezzoni 20 tra loro separati e li rilascia ad un’apposita macchina impacchettatrice (non illustrata) posta a valle della macchina 1.
Nel seguito si parlerà di porzione 18 riferendosi alla porzione di baco 3 inserita nell’unità di dosatura 4 ma ancora attaccata al baco 3, mentre si parlerà di spezzone 20 solo quando ci si riferirà alla porzione separata dal baco 3.
L’unità di dosatura 4 si sviluppa tra una sezione di accesso 4a di una porzione 18 del baco 3 ed una sezione di uscita 4b dello spezzone 20.
In altre parole, la porzione 18 di baco 3 viene introdotta nell’unità di dosatura 4 attraverso la sezione di accesso 4a della stessa.
Preferibilmente, la sezione di accesso 4a dell’unità di dosatura 4 è adiacente alla sezione terminale 12b del condotto 2b.
In altre parole, la sezione di accesso 4a dell’unità di dosatura 4 è sostanzialmente affacciata alla sezione terminale 12b del condotto 2b.
Preferibilmente, la sezione di accesso 4a dell’unità di dosatura 4 e la sezione terminale 12b del condotto 2b sono sostanzialmente coincidenti.
Di conseguenza, la porzione 18 corrisponde ad una porzione di testa del baco 3.
La porzione 18 entra quindi nell’unità di dosatura 4 ancora collegata al baco 3, ed in tale unità 4 viene separata dal resto del baco 3 tramite mezzi separatori 19 attivi nell’unità di dosatura 4 stessa. Tali mezzi separatori 19 separano la porzione 18 dal resto del baco 3 realizzando così almeno in parte uno dei citati singoli spezzoni 20. Preferibilmente, i mezzi separatori 19 sono posti in corrispondenza della sezione di accesso 4a dell’unità di dosatura 4.
Tali mezzi separatori 19 possono essere mezzi di taglio (non illustrati) oppure, preferibilmente, organi sfilacciatori 21 che separano le fibre di tabacco della porzione 18 da quelle del resto del baco 3.
Preferibilmente, i mezzi separatori 19 comprendono una coppia di organi sfilacciatori 2 1 ciascuno impegnabile o con la porzione 18 o con il resto del baco 3.
Tali organi sfilacciatori 21 sono mobili in avvicinamento reciproco per separare la porzione 18 dal resto del baco 3, realizzando uno spezzone 20.
Nella forma realizzativa illustrata, gli organi sfilacciatori 21 sono almeno in parte definiti da due pettini 22, 23 mobili in avvicinamento e/o allontanamento reciproco.
Più precisamente, i due pettini 22, 23 sono mobili trasversalmente alla direzione di formatura “A” in avvicinamento reciproco per definire una configurazione di blocco in cui occludono almeno in parte la sezione di accesso 4a dell’unità di dosatura 4 ed in allontanamento reciproco per definire una configurazione di scorrimento in cui lasciano passare liberamente il baco 3 attraverso la sezione di accesso 4a.
Si noti che, quando i pettini 22, 23 sono in configurazione di blocco i mezzi di trascinamento 11 dell’unità di formatura 2 vengono disattivati per evitare che il baco 3 si “impunti” e si deformi.
Secondo quanto illustrato nelle figure 2 e 3, gli organi distanziatori 2 1 comprendono un primo pettine 22 mobile in una prima direzione di movimentazione “B” sostanzialmente trasversale alla direzione di formatura “A” da una posizione esterna alla sezione di accesso 4a ad una posizione di occlusione che occupa almeno in parte tale sezione di accesso 4a.
In altre parole, il primo pettine 22 è mobile a saracinesca trasversalmente al baco 3.
Vantaggiosamente, la conformazione a pettine consente un libero movimento attraverso le fibre del baco 3.
Un secondo pettine 23 è mobile nella prima direzione di movimentazione “B”, in un verso opposto rispetto al primo pettine 22, in modo da avvicinarsi e, preferibilmente impegnarsi, con il primo pettine 22.
Con il termine “impegnarsi” è intesa la semplice compenetrazione tra i denti di un pettine e le gole dell’altro, senza che vi siano vincoli meccanici tra i due.
Inoltre, secondo quanto illustrato in figura 4, il secondo pettine 23 è mobile lungo una seconda direzione di movimentazione “C”, sostanzialmente trasversale alla prima “B”, in allontanamento dal primo pettine 22 per separare la porzione 18, entrata nell’unità di dosatura 4 dalla sezione di accesso 4a, dal resto del baco 3, mantenuto nel condotto 2b dal primo pettine 22.
In altre parole, il secondo pettine 23 si muove “a mo’ di rastrello” impegnandosi con le fibre della porzione 18 e distaccandole da quelle del resto del baco 3.
Vantaggiosamente, mezzi separatori di questo tipo consentono di realizzare lo spezzone 20 senza tranciare le fibre di tabacco e mantenendo così la qualità dello stesso.
In altre parole, i pettini 22, 23 sfilacciano le fibre di tabacco dello spezzone 20 separandole da quelle del baco 3.
Il primo 22 ed il secondo pettine 23 sono collegati rispettivamente ad un primo 22a e ad un secondo cinematismo di movimentazione 23 a che ne consentono il suddetto movimento.
In particolare, il primo cinematismo di movimentazione 22a è del tipo biella-manovella e tramite la rotazione di un motore collegato alla manovella trasmette il moto lineare alla biella, e quindi al primo pettine 22 tra la posizione esterna e la posizione di occlusione.
Il secondo cinematismo di movimentazione 23 a comprende invece due manovellismi 24a, 24b tra loro collegati.
Un primo manovellismo 24a, analogo e sostanzialmente speculare al primo cinematismo 22a, trasmette il moto lungo la prima direzione di movimentazione “B” al secondo pettine 23.
Un secondo manovellismo 24b è attivo trasversalmente al primo manovellismo 24a e movimenta il secondo pettine 23 lungo la seconda direzione di movimentazione “C”.
L’unità di dosatura 4 comprende inoltre un organo di movimentazione 25 dello spezzone 20 all’interno dell’unità di dosatura 4 stessa.
In particolare, l’organo di movimentazione 25 è attivo sullo spezzone 20 lungo un prefissato percorso “D” sviluppantesi dalla sezione di accesso 4a alla sezione di uscita 4b.
Si noti che l’organo di movimentazione 25 è attivo sullo spezzone 20 lungo tutto il percorso “D”.
In altre parole, l’organo di movimentazione 25 è in grado di agire sullo spezzone 20 in qualunque posizione questo assuma lungo il percorso “D” all’interno dell’unità di dosatura 4
A questo scopo, l’organo di movimentazione 25 è in contatto sostanzialmente continuo con lo spezzone 20 lungo il percorso “D”. Vantaggiosamente, ciò consente di movimentare gli spezzoni 20 alla velocità desiderata, e più precisamente il limite di velocità e ritmo produttivo della macchina risulta essere legato esclusivamente a limiti meccanici dell’organo di movimentazione e non a limiti fìsici naturali decisamente più stringenti quali la forza di gravità.
Più precisamente, l’organo di movimentazione 25 è attivo anche sulla porzione 18 mentre entra nell’unità di dosatura 4.
In dettaglio, l’unità di dosatura 4 definisce una superficie di appoggio 26 dello spezzone 20 sviluppantesi lungo il percorso “D”. Più precisamente, la superfìcie di appoggio 26 si sviluppa dalla bocca di accesso 4a alla bocca di uscita 4b.
Di conseguenza, sulla superfìcie di appoggio 26 poggiano sia la porzione 18 in attesa di essere separata che lo spezzone 20, ossia la porzione 18 una volta separata dal baco 3 tramite i mezzi separatori 19.
L’organo di movimentazione 25 è attivo sullo spezzone 20 lungo tale superficie di appoggio 26.
Preferibilmente, la superficie di appoggio 26 è mobile lungo il percorso “D” e di conseguenza definisce almeno in parte l’organo di movimentazione 25.
Nella forma realizzativa illustrata, l’organo di movimentazione 25 comprende almeno un nastro trasportatore 27.
In altre parole, una porzione attiva 27a del nastro trasportatore 27 definisce almeno in parte la superficie di appoggio 26 mobile e trasporta lungo il percorso “D” lo spezzone 20.
Il nastro trasportatore 27 è preferibilmente adiacente alla prima cinghia 13.
Preferibilmente, il nastro trasportatore 27 è almeno in parte complanare alla prima cinghia 13.
Più precisamente, la porzione attiva 27a del nastro trasportatore 27 è complanare alla porzione attiva 13a della prima cinghia 13.
Di conseguenza, il baco 3 attraversando la sezione di ingresso 4a passa da una configurazione di appoggio sulla prima cinghia 13 ad una configurazione di appoggio sul nastro trasportatore 27.
Preferibilmente, il percorso “D” è allineato alla direzione di formatura “A”.
In altre parole, il percorso “D” è sostanzialmente rettilineo e, preferibilmente, orizzontale.
In altre forme realizzative, il percorso potrebbe avere andamenti in parte differenti.
Preferibilmente, l’organo di movimentazione 25 comprende anche un nastro convogliatore 3 1 disposto a valle del nastro trasportatore 27, la cui utilità verrà meglio chiarita nel prosieguo.
Una porzione attiva 3 la di tale nastro convogliatore 31 definisce in parte la superficie di appoggio 26 dell’unità di dosatura 4 a valle del nastro trasportatore 27.
Nella forma realizzativa preferita, la porzione attiva 3 la del nastro convogliatore 31 è allineata alla porzione attiva 27a del nastro trasportatore 27.
Preferibilmente, inoltre, la porzione attiva 3 la del nastro convogliatore 31 è adiacente alla porzione attiva 27a del nastro trasportatore 27 in questo modo da definire una superficie di appoggio 26 sostanzialmente continua.
In altre parole, lo spezzone 20, movimentato dal nastro trasportatore 27, passa direttamente dal nastro trasportatore 27 al nastro convogliatore 3 1.
L’unità di dosatura 4 comprende inoltre almeno una bilancia di dosaggio 28, posta a valle dei mezzi separatori 19 lungo il percorso “D”, per misurare il peso della porzione 18 di baco 3.
Più precisamente, la bilancia di dosaggio 28 è posta immediatamente a valle dei mezzi separatori 19.
La bilancia di dosaggio 28 è associata alla superficie di appoggio 26 dell’unità di dosatura 4.
Preferibilmente, la bilancia di dosaggio 28 è associata all’organo di movimentazione 25.
Ancor più preferibilmente, la bilancia di dosaggio 28 è associata alla porzione attiva 27a del nastro trasportatore 27.
Più precisamente, la bilancia di dosaggio 28 comprende una porzione di supporto 28a che sostiene almeno in parte il nastro trasportatore 27, il quale funge da “piatto della bilancia”.
Nella forma realizzativa illustrata, il nastro trasportatore 27 è interamente associato alla bilancia di dosaggio 28.
In altre parole, la porzione di supporto 28a della bilancia di dosaggio 28 sostiene completamente il nastro trasportatore 27.
Di conseguenza, il nastro trasportatore 27 esegue il carico della porzione 18 sulla bilancia di dosaggio 28 e lo scarico di tale porzione 18 dalla bilancia di dosaggio 28.
Nella forma realizzativa preferita, la bilancia di dosaggio 28 comprende una cella di carico 28b associata alla porzione di supporto 28a per misurare il peso di ciò che poggia sulla superficie attiva 27a del nastro trasportatore 27.
Si noti che, la porzione 18 viene pesata mentre passa sulla porzione attiva 27a del nastro trasportatore 27.
Più precisamente, sulla bilancia di dosaggio 28, la porzione 18 è pesata progressivamente mentre, ancora collegata al baco 3, entra nell’unità di dosatura 4 appoggiandosi sul nastro trasportatore 27. Secondo quanto illustrato in figura 1, la bilancia di dosaggio 28 è funzionalmente connessa ai mezzi separatori 19 tramite un’unità di controllo 29 per separare la porzione 1 8 dal restante baco 3 quando la porzione 18 raggiunge un valore di peso prefissato.
Durante l’avanzamento congiunto del baco 3 nell’unità di formatura 2 e della porzione 18 nell’unità di dosatura 4, l’estensione della porzione 18 di baco 3 interna all’unità di dosatura 4 aumenta e conseguentemente ne aumenta il peso.
In questi frangenti, la bilancia di dosaggio 28 invia un segnale rappresentativo del peso della porzione 18 all’unità di controllo 29, la quale lo confronta con il valore di peso prefissato.
Al raggiungimento di tale valore prefissato, l’unità di controllo 29 invia ai mezzi separatori 19 un segnale che li attiva, ossia ne attua la movimentazione come precedentemente descritta.
Preferibilmente, l’unità di dosatura 4 comprende una bilancia di controllo 30 posta a valle dei mezzi separatori 19 lungo il percorso “D” per eseguire una pesatura di controllo sullo spezzone 20.
In altre parole, la bilancia di controllo 30, preferibilmente analoga alla bilancia di dosaggio 28, verifica che il peso dello spezzone 20 realizzato dai mezzi separatori stessi 19 corrisponda ad un valore di peso predeterminato.
La bilancia di controllo 30 è associata alla superficie di appoggio 26 dell’unità di dosatura 4.
Preferibilmente, la bilancia di controllo 30 è associata all’organo di movimentazione 25.
Più precisamente, la bilancia di controllo 30 è associata al nastro convogliatore 31 e comprende una porzione di supporto 30a che sostiene interamente il nastro convogliatore 31 stesso.
In altre parole, il nastro convogliatore 31 funge da “piatto della bilancia” per la bilancia di controllo 30.
Preferibilmente, la bilancia di controllo 30 è posta a valle della bilancia di dosaggio 28.
In altre parole, la bilancia di dosaggio 28 e la bilancia di controllo 30 presentano piani di pesatura sostanzialmente allineati.
Come detto, la bilancia di controllo 30 funge da controllo per la bilancia di dosaggio 28.
In altre parole, la bilancia di controllo 30 è funzionalmente connessa alla bilancia di dosaggio 28 per inviare un segnale correttivo alla bilancia di dosaggio 28 se il peso dello spezzone 20 non corrisponde al valore di peso predeterminato.
In particolare la bilancia di controllo 30 invia un segnale rappresentativo di un peso ad un’unità di elaborazione 32, la quale lo confronta con il valore predeterminato di peso dello spezzone 20. Se tale peso differisce dal valore predeterminato, l’unità di elaborazione 32 invia all’ unità di controllo 29 un segnale rappresentativo di una variazione di peso nel valore prefissato che tale unità di controllo 29 compara con il peso della porzione 18. In altre parole, se il peso reale dello spezzone 20 è superiore al valore di peso predeterminato, l’unità di elaborazione 32 comunica all’unità di controllo 29 di diminuire il valore prefissato di peso della porzione e viceversa.
Vantaggiosamente, ciò consente di rendere maggiormente precisa la dosatura della porzione 18.
Inoltre, l’unità di dosatura 4 comprende un organo alimentatore integratore 33 posto in corrispondenza o a valle della bilancia di controllo 30.
Tale organo alimentatore integratore 33 ha la funzione di arricchire la porzione 18 con ulteriore tabacco nel caso la bilancia di controllo 30 misuri un peso inferiore rispetto al valore di peso prefissato per lo spezzone 20.
Di conseguenza, la bilancia di controllo 30 è funzionalmente connessa all’organo alimentatore integratore 33, preferibilmente tramite l’unità di elaborazione 32.
Preferibilmente, l’organo alimentatore integratore 33 è posto al di sopra della bilancia di controllo 30 è fornisce il tabacco di integrazione per caduta.
Come già accennato precedentemente, la macchina 1 è preferibilmente collegata in modo diretto ad una macchina impacchettatri ce .
In particolare, l’unità di dosatura 4 è collegata in modo diretto ad un’unità di alimentazione della macchina impacchettatrice.
Ancor più in particolare, la superficie di appoggio 26 è adiacente ad un convogliatore dell’unità di alimentazione della macchina impacchettatrice.
Vantaggiosamente, in questo modo lo spezzone 20, pesato e movimentato dall’unità di dosatura 4 passa direttamente da tale unità 4 all’unità di alimentazione della macchina impacchettatrice attraverso la sezione di uscita 4b.
Oggetto della presente invenzione è anche un metodo per la realizzazione di spezzoni di materiale in fibra comprendente una fase di formazione del baco 3 continuo di materiale in fibra ed una fase di selezione della porzione 18 del baco 3.
Come già detto in precedenza, la porzione 18 è preferibilmente una porzione di testa del baco 3.
Il metodo comprende inoltre una fase di separazione della porzione 18 dal resto del baco 3 per realizzare lo spezzone 20.
Immediatamente a valle di tale fase di separazione, il metodo comprende una fase di movimentazione in modo continuamente guidato dello spezzone 20 lungo il prefissato percorso “D”.
In particolare, tale fase di movimentazione comprende una sottofase di predisposizione della superficie di appoggio 26 sviluppantesi lungo il percorso “D”.
La fase di movimentazione è eseguita lungo la superficie di appoggio 26.
A monte della fase di separazione, il metodo comprende una fase di pesatura della porzione 18 del baco 3.
Tale fase di pesatura comprende una sottofase di comparazione del peso della porzione 18 con il valore di peso prefissato.
Si noti che la fase di separazione viene eseguita quando il peso della porzione 18 eguaglia il valore di peso prefissato.
Inoltre, a valle della fase di separazione, il metodo comprende una fase di controllo del peso dello spezzone 20.
Tale fase di controllo comprende una sottofase di confronto del peso dello spezzone 20 con il predeterminato valore di peso, già citato nella descrizione della macchina 1.
La fase di controllo del peso comprende inoltre, successivamente alla fase di confronto, una sottofase di variazione del valore di peso prefissato della porzione 18 se il peso dello spezzone 20 differisce dal valore di peso predeterminato.
Infine, il metodo comprende una fase di aggiungere ulteriore materiale in fibra allo spezzone 20 se tale spezzone 20 ha un peso inferiore al valore di peso predeterminato.
L’invenzione raggiunge gli scopi preposti e consegue importanti vantaggi.
Infatti, la presenza di un organo di movimentazione attivo ed in contatto con la porzione in tutta l’unità di dosatura elimina le fasi di caduta per gravità e consente di aumentare notevolmente i ritmi produttivi.
Più precisamente, ciò consente di movimentare le porzioni alla velocità desiderata, e di conseguenza il limite di velocità e ritmo produttivo della macchina risulta essere legato esclusivamente a limiti meccanici dell’organo di movimentazione e non a limiti fisici naturali decisamente più stringenti quali la gravità.
Peraltro, l’eliminazione delle fasi di caduta per gravità diminuisce non di poco la formazione di polvere e la dispersione di particelle di tabacco all’interno della macchina.
Inoltre, l’aumento di tali ritmi consente di ottenere macchine dagli ingombri ridotti, a parità di prestazioni, rispetto alle macchine della tecnica nota.
Ancora, la connessione tra bilancia e mezzi di separazione consente di avere un controllo immediato sul peso della porzione agendo in modo diretto e senza ritardi.
Inoltre, la presenza di un’ulteriore bilancia adiacente alla bilancia di dosaggio rende la macchina assai precisa.

Claims (9)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1) Macchina per la formazione di spezzoni di materiale in fibra comprendente un’unità di formatura (2) di un baco (3) continuo di materiale in fibra; un’unità di dosatura (4) posta a valle dell’unità di formatura (2) e presentante una sezione di accesso (4a) di una porzione (18) del baco (3) ed una sezione di uscita (4b) di uno spezzone (20) del baco (3); detta unità di dosatura (4) comprendendo mezzi separatori ( 19) di detta porzione ( 18) del baco (3) dal resto del baco (3) per realizzare lo spezzone (20) posti in corrispondenza della sezione di accesso (4a); detta macchina essendo caratterizzata dal fatto che l’unità di dosatura (4) comprende almeno un organo di movimentazione (25) dello spezzone (20) lungo un prefissato percorso (D) sviluppantesi dalla sezione di accesso (4a) alla sezione di uscita (4b); detto organo di movimentazione (25) essendo attivo sullo spezzone (20) sostanzialmente lungo tutto il percorso (D).
  2. 2) Macchina secondo la rivendicazione 1 , caratterizzata dal fatto che l’unità di dosatura (4) definisce una superficie di appoggio (26) dello spezzone (20) sviluppantesi lungo il percorso (D); detto organo di movimentazione (25) essendo attivo sullo spezzone (20) lungo detta superficie di appoggio (26).
  3. 3) Macchina secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che detta superficie di appoggio (26) è mobile lungo il percorso (D); detto organo di movimentazione (25) definendo almeno in parte detta superfìcie di appoggio (26).
  4. 4) Macchina secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che l’organo di movimentazione (25) comprende almeno un nastro trasportatore (27) che definisce almeno in parte la superficie di appoggio (26).
  5. 5) Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che l’unità di dosatura (4) comprende una bilancia di dosaggio (28) posta a valle dei mezzi separatori (19) lungo il percorso (D) per misurare il peso della porzione (18) del baco (3) che entra nell’unità di dosatura (4).
  6. 6) Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la bilancia di dosaggio (28) è posta immediatamente a valle dei mezzi separatori (19) ad essi sostanzialmente adiacente.
  7. 7) Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detti mezzi separatori (19) sono funzionalmente connessi a detta bilancia di dosaggio (28); la bilancia di dosaggio (28) attivando i mezzi separatori (19) al raggiungimento di un valore di peso prefissato da parte della porzione (18) del baco (3).
  8. 8) Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto di che l’unità di dosatura (4) comprende una bilancia di controllo (30) posta a valle dei mezzi separatori (19) lungo il percorso (D) per verificare che il peso dello spezzone (20) realizzato dai mezzi separatori stessi (19) corrisponde ad un valore di peso predeterminato.
  9. 9) Macchina secondo la rivendicazione 8, caratterizzata dal fatto che detta bilancia di controllo (30) è posta a valle della bilancia di dosaggio (28); detta bilancia di dosaggio (28) e detta bilancia di controllo (30) presentando preferibilmente piani di pesatura sostanzialmente complanari. 10) macchina secondo la rivendicazione 8 o 9, caratterizzata dal fatto che la bilancia di dosaggio (28) e la bilancia di controllo (30) sono funzionalmente connesse; detta bilancia di controllo (30) inviando un segnale correttivo alla bilancia di dosaggio (28) se il valore di peso prefissato della porzione (18) non corrisponde al valore di peso predeterminato dello spezzone (20). 11) Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni dalla 8 alla 10, caratterizzata dal fatto che l’unità di dosatura (4) comprende un organo alimentatore integratore (33) posto in corrispondenza o a valle della bilancia di controllo (30) per aggiungere ulteriore materiale in fibra allo spezzone (20). 12) Macchina secondo la rivendicazione 11 , caratterizzata dal fatto che la bilancia di controllo (30) e l’organo alimentatore integratore (33) sono funzionalmente connessi; detto organo alimentatore integratore (33) aggiungendo materiale in fibra allo spezzone (20) quando detta bilancia di controllo (30) misura un peso inferiore al valore di peso predeterminato. 13) Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto l’unità di formatura (2) comprende mezzi di trascinamento (11) del baco (3) lungo una prefissata direzione di formatura (A) del baco (3) all’interno dell’unità di formatura (2); detta direzione di formatura (A) essendo sostanzialmente parallela al percorso (D) dello spezzone (20) nell’unità di dosatura (4). 14) Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che l’unità di formatura (2) comprende mezzi di trascinamento (11) del baco (3) comprendenti una prima cinghia (13), preferibilmente realizzata con un tessuto, ed una seconda cinghia (14) mobili in senso concorde e presentanti rispettive porzioni attive (13a, 14a) reciprocamente affacciate per definire un condotto (2b) di formazione del baco (3); detta unità di formatura (2) comprendendo organo di aspirazione (15) posto in corrispondenza della porzione attiva (13a) della prima cinghia (13) per aumentare l’aderenza del materiale in fibra durante lo scorrimento. 15) Macchina secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che i mezzi separatori (19) comprendono un primo pettine (22) ed un secondo pettine (23) reciprocamente contrapposti e mobili in avvicinamento reciproco trasversalmente al baco (3) per intercettare il baco (3) e bloccarne l’ingresso all’unità di dosatura (4); il secondo pettine (23) essendo inoltre scorrevole lungo detto percorso (D), in allontanamento dal primo pettine (22), per separare la porzione (18) di baco (3) interna all’unità di dosatura (4) al restante baco (3) interno all’unità di formatura (2). 16) Metodo per la realizzazione di spezzoni di materiale in fibra comprendente le fasi di formare un baco (3) continuo di materiale in fibra; selezionare una porzione (18) di detto baco (3); separare la porzione (18) dal resto del baco (3) per realizzare uno spezzone (20); caratterizzato dal fatto di comprendere una fase di movimentare in modo continuamente guidato lo spezzone (20) lungo un prefissato percorso (D); detta fase di movimentazione essendo immediatamente successiva della fase di separazione. 17) Metodo secondo la rivendicazione 16, caratterizzato dal fatto che la fase di movimentare comprende le sottofasi di predisporre una superficie di appoggio (26) sviluppantesi lungo il percorso (D); movimentare lo spezzone (20) lungo detta superficie di appoggio (26). 18) Metodo secondo le rivendicazioni 16 o 17, caratterizzato dal fatto di comprendere una fase di pesare la porzione (18) del baco (4) prima della fase di separazione. 19) Metodo secondo la rivendicazione 18, caratterizzato dal fatto che la fase di pesare comprende una sottofase di comparare il peso della porzione (18) con un valore di peso prefissato; detta fase di separare venendo eseguita quando il peso della porzione (18) eguaglia il valore di peso prefissato. 20) Metodo secondo la rivendicazione 18 o 19, caratterizzato dal fatto di comprendere una fase di controllo del peso dello spezzone (20) a valle della fase di separazione. 21) Metodo secondo la rivendicazione 20, caratterizzato dal fatto che la fase di controllo del peso comprende una sottofase di confrontare il peso dello spezzone (20) con un predeterminato valore di peso. 22) Metodo secondo la rivendicazione 21, caratterizzato dal fatto che la fase di controllo del peso comprende una sottofase di variazione del valore di peso prefissato della porzione (18) se il peso dello spezzone (20) differisce dal valore di peso predeterminato; detta fase essendo eseguita a valle della fase di confrontare. 23) Metodo secondo la rivendicazione 21 o 22, caratterizzato dal fatto di comprendere una fase di integrazione definita da una fase di aggiunta di ulteriore materiale in fibra allo spezzone (20) se detto spezzone (20) ha un peso inferiore al valore di peso predeterminato.
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