ITBO20090279A1 - Gruppo di accoppiamento, particolarmente per impianti dentali - Google Patents

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ITBO20090279A1 IT000279A ITBO20090279A ITBO20090279A1 IT BO20090279 A1 ITBO20090279 A1 IT BO20090279A1 IT 000279 A IT000279 A IT 000279A IT BO20090279 A ITBO20090279 A IT BO20090279A IT BO20090279 A1 ITBO20090279 A1 IT BO20090279A1
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Description

Titolo: GRUPPO DI ACCOPPIAMENTO, PARTICOLARMENTE PER IMPIANTI DENTALI.
* * * *
D E S C R I Z I O N E
Il presente trovato ha come oggetto un gruppo di accoppiamento, particolarmente per impianti dentali.
Come à ̈ noto, una delle soluzioni più efficaci al problema della perdita di uno o più denti à ̈ quella di ricorrere ad un impianto dentale (realizzato secondo le modalità che verranno più avanti illustrate).
Un numero maggiore di tali impianti può essere ovviamente impiegato per sostituire una pluralità di denti mancanti; in alternativa, di fronte alla mancanza di numerosi denti, il paziente può ricevere una nuova arcata dentaria, ovvero una protesi mobile realizzata in corpo unico, da fissare a più impianti.
Secondo una possibile forma di realizzazione, un impianto dentale comprende un perno allungato da inserire nell'osso mascellare superiore o inferiore (in corrispondenza del dente mancante) e che sostanzialmente replica la radice del dente perduto.
Esternamente alla gengiva, dal perno sporge un elemento di supporto destinato a ricevere un cappuccio ritentivo associato alla corona protesica simulante il dente originale.
Più in dettaglio, l'elemento di supporto à ̈ sostanzialmente costituito da un corpo sferico: esercitando una lieve pressione à ̈ possibile alloggiare, in modo elastico, tale corpo sferico all'interno di una cava definita nel cappuccio, ottenendo così il voluto accoppiamento.
A tale tipologia di accoppiamento si può fare ricorso sia per l'applicazione di un solo impianto, volto alla sostituzione di un dente mancante, sia per l'applicazione di una pluralità di impianti, supportanti un numero maggiore di corone protesiche o una protesi simulante un'intera arcata dentaria.
Tale soluzione non à ̈ però scevra da inconvenienti. Infatti, la sfera che sporge dalla gengiva presenta un ingombro assai rilevante, quando invece gli spazi in bocca sono minimi (soprattutto se in essa dovrà essere alloggiata una protesi del tipo di una arcata dentaria).
Inoltre, una volta smontata la protesi (per la sua pulizia per esempio), lungo la gengiva permangono uno o più elementi significativamente sporgenti che arrecano fastidio quando entrano in contatto con la parte antagonista. In particolare, il problema à ̈ particolarmente sentito qualora non si desideri procedere immediatamente alla reinserzione (per esempio per riposare durante la notte).
Infine, va osservato che durante l'intervento per l'applicazione di più impianti, il chirurgo spesso incontra difficoltà nell'allinearli fra loro con precisione (per un mancato parallelismo dei perni inseriti nella gengiva per esempio). Gli eventuali scostamenti rispetto al posizionamento corretto consentono l'inserzione della protesi solo forzando l'accoppiamento, con evidenti traumi agli impianti, che possono pregiudicare la corretta riuscita dell'intervento, con conseguenze che possono arrivare alla perdita prematura dei perni o dell'intero impianto.
Compito precipuo del presente trovato à ̈ quello di risolvere i problemi sopra esposti, realizzando un gruppo di accoppiamento che consenta di contenere l'ingombro all'interno della bocca, evitando così fastidiosi disagi al paziente.
Nell'ambito di questo compito, uno scopo del trovato à ̈ quello di realizzare un gruppo di accoppiamento che possa essere impiegato sia per interventi volti alla sostituzione di uno o più denti, sia per quelli volti all'installazione di una nuova arcata dentaria.
Un altro scopo del trovato à ̈ quello di realizzare un gruppo la cui applicazione in sede di intervento chirurgico assicuri in modo semplice ed efficace un corretto posizionamento dei vari componenti, per renderli solidali fra loro.
Un ulteriore scopo del trovato à ̈ quello di proporre un procedimento che consenta di installare una protesi in un tempo estremamente contenuto e con un limitato numero di sedute presso il dentista.
Un altro scopo ancora del trovato à ̈ quello di realizzare un gruppo che assicuri un'elevata affidabilità di funzionamento.
Non ultimo scopo del trovato à ̈ quello di realizzare un gruppo che risulti facilmente ottenibile partendo da elementi e materiali di comune reperibilità in commercio.
Un altro scopo ancora del trovato à ̈ quello di realizzare un gruppo di costi contenuti e di sicura applicazione.
Questo compito e questi scopi vengono raggiunti da un gruppo di accoppiamento, particolarmente per impianti dentali, comprendente almeno un perno, vincolabile in modo rigido ad una porzione ossea e simili, e un elemento di supporto, associabile ad una protesi, detto perno presentando, in corrispondenza della sua porzione terminale opposta a quella destinata alla connessione con la porzione ossea, un'appendice sporgente alloggiabile per forzatura elastica in una rispettiva cavità definita in detto elemento di supporto a determinare una configurazione di accoppiamento stabile fra detto perno e detto elemento di supporto, caratterizzato dal fatto che detta appendice à ̈ sagomata come una porzione sostanzialmente equatoriale di una sfera, la sua superficie laterale esterna à ̈ atta a riscontrare, per almeno una sua parte, sulle pareti laterali interne di detta cavità, per determinare detta configurazione di accoppiamento stabile.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di alcune forme di esecuzione preferite, ma non esclusive, del gruppo secondo il trovato, illustrate a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:
la figura 1 illustra il gruppo di accoppiamento secondo il trovato, nella prima forma di esecuzione, in alzato frontale e parzialmente sezionato;
le figure 2 e 3 illustrano il gruppo di accoppiamento secondo il trovato, nella seconda forma di esecuzione, più particolarmente:
la figura 2 illustra il gruppo di accoppiamento secondo il trovato, in alzato frontale e parzialmente sezionato;
la figura 3 illustra alcuni componenti del gruppo di accoppiamento secondo il trovato, in vista prospettica esplosa;
le figure 4 e 5 illustrano ulteriori impieghi del gruppo di accoppiamento secondo il trovato, idonei all'esecuzione di ulteriori lavorazioni.
Con riferimento alle figure citate, il gruppo di accoppiamento secondo il trovato, indicato globalmente con il numero di riferimento 1, comprende almeno un perno 2, che può essere rigidamente vincolato ad una porzione ossea A e simili.
Va rilevato sin da ora che tale porzione ossea A può essere una qualsiasi parte per la quale risulti idonea l'applicazione del gruppo di accoppiamento 1 secondo il trovato.
Nel prosieguo della presente trattazione si farà comunque riferimento alla applicazione, preferita ma non esclusiva, che prevede che la porzione ossea A sia costituita dall'osso mascellare superiore o inferiore di un paziente che, a seguito di traumi o patologie di vario tipo, necessiti dell'applicazione di una protesi B, quale per esempio una semplice corona dentale, una dentiera o un ponte dentale, per sostituire uno o più denti mancanti. Secondo tale applicazione preferita, il perno 2 à ̈ quindi sostanzialmente un impianto dentale.
Si precisa che à ̈ prevista la possibilità che il perno 2 sia direttamente inserito nella porzione ossea A (come nella soluzione illustrata nella figura 2); inoltre, come si evince dalla figura 1, à ̈ possibile inserire il perno 2 del gruppo 1 secondo il trovato in un preinnesto 3, destinato ad accoppiarsi stabilmente con i tessuti anatomici circostanti. Tale preinnesto 3 può prevedere al suo interno un alloggiamento per il perno 2 e può risalire ad un precedente intervento del dentista. Il gruppo di accoppiamento 1 secondo il trovato comprende inoltre un elemento di supporto 4, che può essere associato alla protesi B: il perno 2 presenta, in corrispondenza della sua porzione terminale opposta a quella destinata alla connessione con la porzione ossea A, un'appendice 5 sporgente che può essere alloggiata per forzatura elastica in una rispettiva cavità 6 definita nell'elemento di supporto 4.
L'alloggiamento dell'appendice 5 nella cavità 6 determina una configurazione di accoppiamento stabile fra il perno 2 e l'elemento di supporto 4 (come illustrato nelle figure 1 e 2), per consentire così di vincolare, secondo varie modalità, la protesi B alla porzione ossea A del paziente.
Secondo il trovato, l'appendice 5 à ̈ sagomata come una porzione sostanzialmente equatoriale di una sfera e la sua superficie laterale esterna à ̈ atta a riscontrare, per almeno una sua parte, sulle pareti laterali interne della cavità 6, per determinare la configurazione di accoppiamento stabile.
Tale specifica conformazione à ̈ ottenibile dall'intersezione (da parti opposte rispetto al centro) di una sfera con due piani tra loro paralleli e paralleli ad un cerchio massimo della sfera.
Il solido ottenuto presenta così due basi opposte (in corrispondenza dell'intersezione con i piani) e una superficie laterale che di fatto costituisce un frammento della superficie sferica originaria. La scelta di prevedere un'appendice 5 conformata secondo le modalità poc'anzi descritte assicura il conseguimento degli scopi prefissati, in quanto il ridotto sviluppo assiale da esse determinato permette di contenere l'ingombro del gruppo 1 all'interno della bocca, senza con ciò pregiudicare il corretto, e stabile, accoppiamento fra perno 2 e elemento di supporto 4.
Diversamente dai gruppi noti infatti, la superficie laterale esterna (che garantisce l'accoppiamento per forzatura elastica e/o interferenza grazie alla sua curvatura), può essere interessata per tutta la sua interezza al contatto con le pareti laterali interne della cavità 6, garantendo così la tenuta dell'accoppiamento.
Di fatto, l'appendice 5 interessata dall'accoppiamento à ̈ dimensionalmente analoga agli spezzoni delle appendici dei gruppi noti, nei quali solo la zona equatoriale della sfera sporgente dal perno riscontrava contro l'elemento di supporto.
La diversa conformazione assunta permette così di eliminare gli spezzoni inutili ai fini dell'accoppiamento, e quindi di mantenere inalterata la stabilità dell'accoppiamento stesso, con un ingombro inferiore.
Inoltre, à ̈ da rilevare come nell'accoppiamento descritto e illustrato nelle figure allegate, la ridotta estensione dell'appendice 5 nella bocca, consente di contenere l'entità delle eventuali sollecitazioni a flessione che si scaricano sulla porzione ossea A.
A seguito per esempio di un imperfetto dimensionamento delle varie parti, o di un imperfetto allineamento del perno 2, tali sollecitazioni possono infatti raggiungere valori rilevanti nei gruppi noti, in quanto l'appendice sferica si estende in misura significativa nella bocca, determinando quindi un braccio di leva assai notevole.
Inoltre, qualora sia necessaria l’inserzione di più impianti, per l’applicazione di una protesi B del tipo di una dentiera, il chirurgo non deve più preoccuparsi, diversamente da quanto accadeva con i gruppi della tecnica nota, dell’allineamento reciproco fra i vari perni 2. Le appendici 5 sporgono in misura estremamente ridotta dalla gengiva ed à ̈ quindi sensibilmente ridotto il rischio che un errato allineamento dei perni 2 e degli elementi di supporto 4 determini uno scorretto posizionamento reciproco dei punti di accoppiamento.
Vantaggiosamente, sia il perno 2 che l'elemento di supporto 4 possono essere realizzati secondo molteplici conformazioni, in funzione delle specifiche esigenze applicative per le quali può essere impiegato il gruppo di accoppiamento 1 secondo il trovato.
Per esempio, secondo una possibile soluzione realizzativa, presentata nella figura 1 a scopo illustrativo e non limitativo dell'applicazione del trovato, l'elemento di supporto 4 à ̈ costituito da un cappuccio 7 a conformazione sostanzialmente cilindrica aperto in corrispondenza di una base, a definire la sopracitata cavità 6. Per determinare un corretto accoppiamento stabile, le pareti interne della cavità 6 presentano una svasatura sostanzialmente coniugata alla curvatura della superficie laterale esterna dell'appendice 5.
Secondo una differente soluzione realizzativa, illustrata nelle figure 2 e 3, l'elemento di supporto 4 à ̈ costituito da un anello 8, il quale può essere a sua volta inserito in un cannotto 9 sostanzialmente cilindrico, per il riferimento e il sostegno di ulteriori componenti protesici (come verrà meglio descritto in seguito).
Per incrementare la deformabilità elastica dell'anello 8, esso può prevedere un intaglio 10, come nella soluzione illustrata nelle figura 3.
Utilmente, il gruppo di accoppiamento 1 prevede mezzi di fissaggio 11 dell'elemento di supporto 4 al perno 2, in grado di contribuire ulteriormente alla stabilità del loro reciproco accoppiamento, rendendolo del tutto rigido e inamovibile.
Più particolarmente, secondo una possibile soluzione realizzativa, i mezzi di fissaggio 11 comprendono una vite di bloccaggio 12, inseribile in modo coassiale in una corrispondente madrevite 13 definita internamente all'appendice 5.
Vantaggiosamente, per consentire l'inserimento rigido nella porzione ossea A, il perno 2 presenta, da parte opposta rispetto all'appendice 5, uno stelo 14a, 14b anche filettato, atto all'accoppiamento stabile con la porzione ossea A stessa.
Più in dettaglio, sullo stelo 14a possono essere realizzati opportuni filetti per consentire l'inserimento (e il successivo accoppiamento) nell'alloggiamento definito nel preinnesto 3 (come in figura 1).
In alternativa, come illustrato in figura 2, lo stelo 14b à ̈ autofilettante e può essere inserito direttamente nell'osso preventivamente forato (come in figura 2).
Non si esclude inoltre la possibilità di realizzare steli 14a, 14b non filettati, completamente inseribili in un vano preventivamente realizzato nella radice del dente (la porzione ossea A) opportunamente alesata.
Inoltre, Ã ̈ prevista la scelta di adottare gruppi di accoppiamento 1 nei quali il perno 2 sia vincolabile rigidamente ad un dente esistente (o comunque ad una stabile corona dentale anche di tipo protesico) e in grado di determinare l'accoppiamento con l'elemento di supporto 4 a fianco di quest'ultimo.
Secondo tale soluzione realizzativa, il perno 2 Ã ̈ infatti sostanzialmente costituito da un'appendice 5 sporgente dai fianchi di un corpo tubolare opportunamente calettato sul dente.
A tale perno 2 Ã ̈ poi possibile accoppiare stabilmente l'elemento di supporto 4, realizzando quindi la conformazione stabile a fianco del dente.
Tale soluzione offre evidenti vantaggi rispetto a quelle tipicamente impiegate quando à ̈ necessario o preferibile installare una protesi B su uno o più denti ancora stabilmente ancorati alla porzione ossea A.
Secondo soluzioni note infatti, di fronte a tali esigenze si ricorre ad un'appendice sostanzialmente sferoidale collegata con un opportuno braccio al corpo tubolare calettato sul dente.
La scelta di ricorrere al gruppo di accoppiamento 1 (e quindi la mancanza del braccio) consente invece di contenere lo spazio occupato nella bocca del paziente e permette, inoltre, di ridurre le eventuali sollecitazioni di tipo flessionale alle quali i vari componenti possono essere sottoposti (in quanto essi sporgono in misura limitata dal dente).
Inoltre, qualora tali componenti debbano essere realizzati mediante la tecnica nota della cera persa, le loro ridotte dimensioni assicurano l'assenza di ritiri o porosità dovute ad un imperfetto raffreddamento dei materiali.
Al fine di favorire l'adattamento del gruppo 1 a parti note e/o di tipo commerciale, o ad impianti e/o protesi B già installati, ma anche più semplicemente per consentire un agevole accoppiamento con la protesi B preparata dal laboratorio, l'elemento di supporto 4 può essere dotato di un gradino 4a (o di altri mezzi di riscontro) per consentire l'accoppiamento con una matrice 15 realizzata sulla protesi B, ciò consente inoltre l'utilizzo del gruppo 1 secondo il trovato anche per gli interventi di manutenzione e riparazione su protesi B esistenti. L'accoppiamento fra elemento di supporto 4 e matrice 15 consente, grazie alla deformabilità dei materiali scelti, leggere oscillazioni della protesi B rispetto all'elemento di supporto 4 (e all'impianto), compensando così eventuali disallineamenti e piccole imperfezioni della protesi B.
Va inoltre rilevato che la scelta di ricorrere a materiali elasticamente deformabili, per realizzare i componenti sin qui illustrati del gruppo di accoppiamento 1, consente un cedimento verticale che compensa gli effetti del carico masticatorio, senza gravare sugli impianti e sulla porzione ossea A.
Con particolare riferimento all'anello 8 (e alla soluzione realizzativa delle figure 2 e 3), la sua realizzazione in materiale deformabile, nonché un suo eventuale sovradimensionamento in sede di progettazione, rispetto alle esigenze di semplice accoppiamento, permette all'anello 8 stesso di esercitare una contropressione sulla vite di bloccaggio 12 di fatto comportandosi come un controdado, contribuendo così alla stabilità dell'accoppiamento.
Per ridurre ulteriormente il rischio di gravare sugli impianti e sulla porzione ossea A, può essere previsto di conformare il perno 2 e l'elemento di supporto 4 in modo tale da mantenere uno spazio vuoto tra la base di quest'ultimo e il bordo della gengiva, tale spazio viene occupato dall'elemento di supporto 4 e compensa quindi eventuali cedimenti elastici dovuti al carico masticatorio,
Le soluzioni sopra illustrate possono essere utilizzate per varie tipologie di impianti, sia per quelli tradizionali, che per quelli noti come a carico immediato; inoltre, Ã ̈ possibile utilizzare gruppi di accoppiamento 1 secondo quanto descritto per la realizzazione di mini impianti (di nuovo, sia di tipo tradizionale che a carico immediato).
L'utilizzo del gruppo di accoppiamento 1 per l'applicazione di mini impianti consente di eseguire interventi chirurgici semplici e molto più veloci di quelli che prevedono il ricorso ad impianti tradizionali.
In ogni caso, l'utilizzo del gruppo 1 per l'inserimento di impianti tradizionali à ̈ comunque possibile, e prevede quindi almeno una prima seduta nella quale il chirurgo opera con un bisturi per aprire la porzione ossea A costituita dalla gengiva e accedere all'osso sottostante. Con un'apposita fresa può quindi realizzare un canale nel quale inserire il preinnesto 3 necessario ad accogliere lo stelo 14a (qualora ovviamente tale preinnesto 3 non sia già presente in quanto risalente ad un precedente intervento). Successivamente egli può riposizionare i lembi di gengiva e chiudere la ferita con punti di sutura (secondo una tecnica chirurgica di tipo noto).
Dopo un periodo variabile tra i tre e i sei mesi si può accedere nuovamente al preinnesto 3 per l'inserimento del perno 2 e successivamente dell'elemento di supporto 4 e proseguire nelle attività necessarie all'inserzione della protesi B.
Il procedimento secondo il trovato per l'installazione di una protesi B dentale su una pluralità di gruppi di accoppiamento 1, consiste innanzitutto nel vincolare in modo rigido una pluralità di perni 2 ad una porzione ossea A (o simili).
A questo punto, il procedimento secondo il trovato prevede, in una fase b., di calettare su ciascun perno 2 uno spinotto 16 sostanzialmente cilindrico, per permettere il riferimento e il sostegno di ulteriori componenti protesici.
Una volta calettati gli spinotti 16, Ã ̈ possibile, in una fase c., ottenere un'impronta (tipicamente in elastomero) sostanzialmente speculare della porzione ossea A e degli spinotti 16, per la realizzazione della protesi B: durante tale fase c. gli spinotti 16 si conficcano nell'impronta a costituire un riferimento per il successivo corretto dimensionamento della protesi B.
Una volta terminate queste prime operazioni, attuabili da un dentista in una prima seduta con il paziente, un laboratorio odontotecnico, che riceve l'impronta, modella, in una fase d., un calco C (tipicamente in gesso) della porzione ossea A, e su tale calco C si possono posizionare inserti D (simulanti i perni 2) , per replicare la conformazione assunta dai gruppi 1 associati alla porzione ossea A (come nell'esempio di figura 4). Avendo a disposizione una replica ottimale della porzione ossea A, costituita appunto dal calco C, in una fase e., all'interno del laboratorio odontotecnico à ̈ possibile realizzare, sulla base del calco C stesso, una barra 17 (secondo tecniche note, quali per esempio il metodo della fusione a cera persa, che consente di ottenere una protesi B molto resistente, mediante il ricorso a componenti calcinabili prefabbricati).
La barra 17 può essere collocata trasversalmente al bordo della porzione ossea A, grazie a cannotti 9 opportunamente realizzati e fissati alla barra 17 in grado di accoppiarsi con i perni 2: la barra 17 (con fissati i cannotti 9) costituisce così una base di accoppiamento con una rispettiva sede 18 definita nella protesi B.
Il laboratorio può quindi, in una fase f., costruire sulla base del calco C, anche la protesi B da accoppiare alla sopracitata barra 17.
Per esempio, come si evince dalla figura 5, l'accoppiamento fra barra 17 e protesi B può essere realizzato replicando sostanzialmente le modalità già illustrate per il gruppo 1: à ̈ quindi prevista la possibilità di realizzare lungo la barra 17 aggetti 19 conformati come l'appendice 5 e atti ad alloggiare nella sede 18 che a sua volta può essere accolta in un blocco 20 solidale alla protesi B.
Tali aggetti 19 possono essere disposti superiormente alla barra 17, secondo un asse sostanzialmente ortogonale ad essa e ai bordi della gengiva (come in figura 5), o sporgere dai fianchi della barra 17 (per una direzione di accoppiamento parallela ai bordi della gengiva), in funzione delle specifiche esigenze applicative. Dopo aver portato a termine la fase f., in una seconda seduta il dentista può procedere alle fasi conclusive dell'installazione della protesi B: egli infatti può, in una fase g., collocare trasversalmente al bordo della gengiva la barra 17, accoppiandola ai perni 2 mediante i cannotti 9.
Successivamente, in una fase h., il dentista può alloggiare per forzatura elastica gli elementi di supporto 4 sull'appendice 5 di ciascun perno 2, determinando così una configurazione di accoppiamento stabile fra i perni 2 stessi e gli elementi di supporto 4 e fra gli elementi di supporto 4 e i cannotti 9.
Più in dettaglio, nella fase h. il dentista associa i cannotti 9 (fissati alla barra 17) ai perni 2, per poi associare un anello 8 a ciascun perno 2.
Per incrementare la stabilità dell'accoppiamento, e impedire successive rimozioni dello stesso, à ̈ eventualmente possibile fare ricorso ai mezzi di fissaggio 11 (come già illustrato) per bloccare ciascun elemento di supporto 4 sui perni 2.
Utilmente, secondo la soluzione realizzativa presentata in figura, illustrativa e non limitativa dell'applicazione del trovato, il cannotto 9 presenta conformazione tubolare e il condotto 21 definito internamente al cannotto 9 presenta, in corrispondenza di una estremità del cannotto 9 stesso, uno spallamento 22 idoneo a riscontrare contro la base dell'anello 8, in modo tale da garantire l'accoppiamento reciproco (rinsaldato dalla presenza dei mezzi di fissaggio 11).
Infine, in una fase i. Ã ̈ possibile installare, in modo amovibile, la protesi B nella bocca del paziente, associandola alla barra 17.
Secondo le modalità descritte, la protesi B non si accoppia quindi con una pluralità di perni 2 o altri componenti, ma con la sola barra 17, ottenendo così maggiori garanzie di stabilità e minori disagi causati da piccoli disallineamenti dei singoli componenti (compensati dalla barra 17 stessa).
Più in dettaglio, la presenza della barra 17, che si interpone fra i perni 2 e la protesi B, consente di compensare eventuali mancanze di parallelismo fra i perni 2 stessi le quali, secondo le tecniche note, potevano rendere problematico l'accoppiamento con la protesi B.
Facendo ricorso alla barra 17, realizzata sulla base della posizione e dell'orientamento dei vari perni 2 (come descritto), Ã ̈ assicurato un ottimale accoppiamento con questi ultimi mentre risulta comodo e pratico accoppiare a sua volta la barra 17 con la protesi B.
L'accoppiamento fra gli elementi di supporto 4 e i perni 2, nonché quello fra gli elementi di supporto 4 e la barra 17, può essere reso permanente mediante i mezzi di fissaggio 11 ed eventuali fasi ulteriori di saldatura o incollaggio reciproco delle parti.
Va peraltro osservato che la scelta di ricorrere a mezzi di fissaggio 11 quali la vite 12, se da un lato, come detto, assicura il mantenimento del tempo dell'accoppiamento, dall'altro ne consente la rimozione ad opera del dentista secondo modalità conservative degli altri elementi installati nella bocca.
E' infatti sufficiente agire sulla vite 12, svitandola, per poi sfilare l'anello 8 (o eventualmente distruggerlo) per consentire l'accesso al perno 2 o altri elementi interni, per permettere la loro pulizia e ispezione, senza con ciò pregiudicare il restante lavoro. Una volta terminata l'ispezione à ̈ quindi semplice ripristinare l'accoppiamento riassociando al perno 2 l'anello 8 (eventualmente un nuovo anello 8) per poi provvedere ad un nuovo fissaggio mediante la vite 12.
Il procedimento secondo il trovato consente di arrivare alla installazione della protesi B pochi giorni dopo aver fissato i perni 2 alla porzione ossea A, e quindi pochi giorni dopo l'avvio del procedimento stesso.
In particolare, come già osservato, le fasi da a. a c. possono essere eseguite dal dentista in una prima seduta; successivamente un laboratorio odontotecnico può eseguire in pochi giorni le fasi da d. a f., per riconsegnare così al dentista la barra 17 (con i cannotti 9) e la protesi B, con le quali il dentista, in una seconda seduta porta a termine il procedimento secondo il trovato (eseguendo le fasi da g. ad i.).
In ogni caso, il basso costo dei componenti utilizzati, e la possibilità poc'anzi evidenziata di portare a terminare l'intero procedimento secondo il trovato in pochi giorni, consente positivamente di mantenere bassi i costi dell'intervento, con evidenti benefici del paziente, senza intaccare con questo la marginalità economica del chirurgo e dell'odontotecnico.
Opportunamente, al termine della fase c., il procedimento secondo il trovato può prevedere di proteggere, in una fase j., la porzione ossea A e i gruppi 1 con una placchetta provvisoria.
Tale placchetta provvisoria, può essere applicata sulla gengiva per proteggere la porzione ossea A e i componenti del gruppo di accoppiamento 1 già ad essa associati, in attesa che il laboratorio odontotecnico porti a termine le fasi d. ed e..
Inoltre, prevedendo di cospargere la parte della placchetta destinata al contatto con la gengiva con opportune sostanze disinfettanti, Ã ̈ possibile scongiurare il rischio di ingenerare fastidio nel paziente.
Il kit per l'applicazione di protesi B comprende almeno una pluralità di perni 2, una pluralità di rispettivi elementi di supporto 4 e un set di ulteriori accessori e utensili (per esempio in materiali calcinabili e/o in titanio) per l'esecuzione del procedimento di installazione illustrato nei precedenti paragrafi.
Ciascun perno 2 può essere accoppiato stabilmente con un rispettivo elemento di supporto 4 mediante l'alloggiamento per forzatura elastica dell'appendice 5 di ciascun perno 2, in rispettive cavità 6 definite nei corrispondenti elementi di supporto 4.
Più particolarmente, il set di ulteriori accessori e utensili comprende almeno una barra 17 (in materiale calcinabile) e una molteplicità di cannotti 9, spinotti 16 e inserti D.
Nel kit 24 il dentista può quindi ritrovare tutti i componenti necessari all'inserimento di uno o più impianti, per il successivo accoppiamento con uno o più denti protesici.
Più in generale, à ̈ prevista la possibilità di dotare il kit di tutti i componenti necessari alla realizzazione e all'inserzione di un qualsiasi tipo di protesi B, nonché all'esecuzione del procedimento sopra descritto: nel kit il chirurgo ritrova infatti i perni 2, gli elementi di supporto 4 e gli accessori (quali per esempio gli spinotti 16) necessari al rilievo dell'impronta per la realizzazione del calco C e successivamente della protesi B.
In definitiva, qualunque sia la tipologia di impianto e di protesi B di cui fornire il paziente, il kit comprende tutti i componenti necessari, fornendo quindi al dentista un unico standard di riferimento che lo accompagni nelle varie fasi dell'intervento (e negli interventi successivi).
Questo scongiura il rischio di doversi rivolgersi a diversi fornitori e a diverse tipologie di componenti (spesso incompatibili fra loro), garantendo quindi riduzione di tempi e costi connessi agli interventi nonché maggiore efficacia e probabilità di esiti positivi degli stessi.
Si à ̈ in pratica constatato come il gruppo di accoppiamento secondo il trovato, assolva pienamente il compito prefissato, in quanto, la scelta di ricorrere ad un appendice conformata come una porzione sostanzialmente equatoriale di una sfera per il perno vincolato alla porzione ossea, appendice la cui superficie laterale esterna può riscontrare sulle pareti laterali interne dell'elemento di riscontro associabile alla protesi, determina una configurazione di accoppiamento stabile contenendo nel contempo l'ingombro all'interno della bocca, evitando così fastidiosi disagi al paziente.
Il trovato, così concepito, à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
Negli esempi di realizzazione illustrati singole caratteristiche, riportate in relazione a specifici esempi, potranno essere in realtà intercambiate con altre diverse caratteristiche, esistenti in altri esempi di realizzazione.
Inoltre à ̈ da notare che tutto quello che nel corso della procedura di ottenimento del brevetto si rivelasse essere già noto, si intende non essere rivendicato ed oggetto di stralcio (disclaimer) dalle rivendicazioni.
In pratica i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (1)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1.Gruppo di accoppiamento, particolarmente per impianti dentali, comprendente almeno un perno (2), vincolabile in modo rigido ad una porzione ossea (A) e simili, e un elemento di supporto (4), associabile ad una protesi (B), detto perno (2) presentando, in corrispondenza della sua porzione terminale opposta a quella destinata alla connessione con la porzione ossea (A), un'appendice (5) sporgente alloggiabile per forzatura elastica in una rispettiva cavità (6) definita in detto elemento di supporto (4) a determinare una configurazione di accoppiamento stabile fra detto perno (2) e detto elemento di supporto (4), caratterizzato dal fatto che detta appendice (5) à ̈ sagomata come una porzione sostanzialmente equatoriale di una sfera, la sua superficie laterale esterna essendo atto a riscontrare, per almeno una sua parte, sulle pareti laterali interne di detta cavità (6), per determinare detta configurazione di accoppiamento stabile. 2.Gruppo di accoppiamento, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto elemento di supporto (4) à ̈ costituito da un cappuccio (7) a conformazione sostanzialmente cilindrica e aperto in corrispondenza di una base, a definire detta cavità (6), le pareti interne di detta cavità (6) presentando una svasatura sostanzialmente coniugata alla curvatura di detta superficie laterale esterna di detta appendice (5). 3.Gruppo di accoppiamento, secondo la rivendicazione 1 e in alternativa alla 2, caratterizzato dal fatto che detto elemento di supporto (4) à ̈ costituito da un anello (8), su detto anello (8) essendo a sua volta calettabile un cannotto (9) sostanzialmente cilindrico, per il riferimento e il sostegno di ulteriori componenti protesici. 4.Gruppo di accoppiamento, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di fissaggio (11) di detto elemento di supporto (4) a detto perno (2). 5.Gruppo di accoppiamento, secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di fissaggio (11) comprendono una vite (12), inseribile in modo coassiale in una corrispondente madrevite (13) definita internamente a detta appendice (5). 6.Gruppo di accoppiamento, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto perno (2) presenta, da parte opposta rispetto a detta appendice (5), uno stelo (14a, 14b), anche filettato, atto all'accoppiamento stabile con la porzione ossea (A). 7.Procedimento di installazione di una protesi dentale su una pluralità di gruppi di accoppiamento, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, che consiste nel: a.vincolare in modo rigido una pluralità di detti perni (2) ad una porzione ossea (A) e simili; b.calettare su ciascuno di detti perni (2) un rispettivo spinotto (16) sostanzialmente cilindrico, per il riferimento e il sostegno di ulteriori componenti protesici; c.ottenere un'impronta sostanzialmente speculare della porzione ossea (A) e di detti spinotti (16), per la realizzazione della protesi (B), detti spinotti (16) conficcandosi nell'impronta a costituire un riferimento per il successivo corretto dimensionamento della protesi (B); d.modellare un calco (C), mediante l'impronta, della porzione ossea (A), su detto calco (C) essendo posizionabili inserti (D), a simulare detti perni (2), a replicare la conformazione assunta da quelli associati alla porzione ossea (A); e.realizzare, sulla base di detto calco (C) e di detti spinotti (16), una barra (17), collocabile trasversalmente al bordo della porzione ossea (A), a detta barra (17) essendo fissabili cannotti (9) atti al successivo accoppiamento con detti perni (2), detta barra (17) costituendo una base di accoppiamento con una rispettiva sede (18) definita nella protesi (B); f.costruire, sulla base di detto calco (C), la protesi (B) accoppiabile con detta barra (17); g.collocare trasversalmente al bordo della gengiva detta barra (17), accoppiandola a detti perni (2) mediante detti cannotti (9); h.alloggiare per forzatura elastica detti elementi di supporto su detta appendice (5) di ciascuno di detti perni (2), a determinare una configurazione di accoppiamento stabile fra detti perni (2) e detti elementi di supporto (4) e fra detti elementi di supporto (4) e detti cannotti (9); i.installare, in modo amovibile, la protesi B nella bocca del paziente, associandola a detta barra (17). 8.Procedimento, secondo la rivendicazione 7, che consiste, al termine della fase c., nel proteggere, in una fase j., la porzione ossea (A) e detti perni (2) con una placchetta provvisoria. 9.Kit per l'applicazione di protesi, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno una pluralità di detti perni (2), una pluralità di rispettivi elementi di supporto (4) e un set di ulteriori accessori e utensili per l'esecuzione di detto procedimento di installazione, ciascuno di detti perni (2) essendo accoppiabile stabilmente con un rispettivo elemento di supporto (4) mediante l'alloggiamento per forzatura elastica di detta appendice (5) di ciascuno di detti perni (2), in rispettive cavità (6) definite in detti corrispondenti elementi di supporto (4). 10.Kit, secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detto set comprende almeno una di dette barre (17) e una molteplicità di detti cannotti (9), detti spinotti (16) e detti inserti (D).
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