ITBO20110297A1 - Struttura protesica, elemento protesico e kit protesico, particolarmente per impianti dentali. - Google Patents

Struttura protesica, elemento protesico e kit protesico, particolarmente per impianti dentali. Download PDF

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    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61CDENTISTRY; APPARATUS OR METHODS FOR ORAL OR DENTAL HYGIENE
    • A61C8/00Means to be fixed to the jaw-bone for consolidating natural teeth or for fixing dental prostheses thereon; Dental implants; Implanting tools
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Description

Titolo: STRUTTURA PROTESICA, ELEMENTO PROTESICO E KIT PROTESICO, PARTICOLARMENTE PER IMPIANTI DENTALI .
Il presente trovato ha come oggetto una struttura protesica, un elemento protesico e un kit protesico, particolarmente per impianti dentali. Come è noto, in ambito odontoiatrico si osserva una sempre maggiore diffusione delle tecniche di implantologia, che prevedono 1'inserimento di perni ("impianti" appunto), nell'osso mascellare superiore o inferiore (al posto di uno o più denti mancanti) . Tali perni, al termine di un processo di osteointegrazione che li rende solidali alla struttura ossea del paziente, sono in grado di sostenere uno o più denti artificiali.
Le metodologie sopra ricordate prevedono quindi, in una prima fase, l'inserimento dei perni in una porzione ossea del paziente; successivamente, e dopo aver applicato sui perni opportuni spinotti sporgenti, il dentista può ottenere uno stampo speculare in elastomero dell'arcata dentaria, con la quale, in un secondo momento, l'odontotecnico è in grado di realizzare un calco in gesso replicante l'arcata stessa.
Su tale calco in gesso, è così possibile modellare e realizzare la protesi che verrà poi alloggiata nella bocca del paziente.
Come appare evidente, al fine di attendere il termine della fase di osteointegrazione, necessaria per garantire che il perno inserito sia in grado di sopportare il carico assegnato, il processo descritto nelle pagine precedenti prevede che il paziente trascorra un periodo più o meno lungo privo dei denti destinati ad essere sostituiti dalla protesi.
Più in dettaglio, il periodo di attesa può variare da un minimo di alcuni giorni/ settimane (secondo le moderne tecniche a carico immediato) , fino a vari mesi (secondo le più tradizionali metodologie, ora meno seguite, a carico differito) .
Qualunque sia la durata di tale periodo di attesa, secondo modalità note al paziente viene fornita una protesi provvisoria, per evitare a quest'ultimo il disagio di restare per giorni, settimane o anche mesi privo di denti (disagio ovviamente maggiormente sentito quando la protesi è destinata a sostituire un numero elevato di denti, o le arcate dentarie complete).
Tale soluzione realizzativa non è però priva di inconvenienti .
Le protesi provvisorie, tipicamente realizzate in materiali polimerici o compositi di varia tipologia, presentano di frequente elevata fragilità e scarsa resistenza a rottura, e tali problematiche si evidenziano sia durante il normale impiego della protesi che durante la sua realizzazione (in particolare durante la fase di polimerizzazione in forno alla quale tipicamente la pasta destinata a costituire la protesi è sottoposta, per indurirla) .
Inoltre, va osservato come le attività necessarie per la preparazione e la realizzazione della protesi provvisoria, sebbene di durata sicuramente inferiore rispetto a quelle necessarie per la costruzione della protesi fissa, richiedono spesso almeno uno o due giorni di lavoro. Durante questo intervallo di tempo, comunque non esiguo, il paziente è quindi in ogni caso costretto a rimanere senza uno o più denti, con conseguente evidente disagio (e necessità di sottoporsi ad almeno due sedute presso il proprio studio dentistico) .
Compito precipuo del presente trovato è quello di risolvere i problemi sopra esposti, realizzando una struttura protesica, che consenta di ottenere protesi, particolarmente per impianti dentali e di tipo provvisorio, presentanti elevata resistenza a rottura e robustezza.
Nell'ambito di questo compito, uno scopo del trovato è quello di realizzare un elemento di sostegno e riferimento, ed un kit, che consentano la realizzazione di protesi particolarmente per impianti dentali e di tipo provvisorio, dotate di elevata resistenza a rottura e robustezza.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare una struttura protesica che consenta di modellare e costruire protesi in un tempo estremamente ridotto .
Un ulteriore scopo del trovato è quello di realizzare una struttura protesica che assicuri un'elevata affidabilità di funzionamento.
Non ultimo scopo del trovato è quello di realizzare una struttura protesica che risulti facilmente ottenibile partendo da elementi e materiali di comune reperibilità in commercio.
Un altro scopo ancora del trovato è quello di realizzare una struttura protesica di costi contenuti e di sicura applicazione.
Questo compito e questi scopi venqono raqqiunti da una struttura protesica, particolarmente per impianti dentali, comprendente almeno un elemento di riferimento e sostegno, accoppiabile ad un rispettivo perno, alternativamente inseribile in un calco di una porzione ossea e nella porzione stessa, detto elemento, sostanzialmente sporgente dalla porzione ossea, essendo contenuto in un corpo protesico ottenibile preferibilmente per modellazione di una pasta protesica e simulante uno o più denti mancanti del paziente, caratterizzata dal fatto che detto elemento di riferimento e sostegno presenta almeno un canalino passante, in detto almeno un canalino passante essendo inserito almeno uno stelo strutturale, a sua volta contenuto in detto corpo protesico, per il conferimento a quest'ultimo di elevata resistenza a rottura e robustezza.
Questo compito e questi scopi vengono altresì raggiunti da un elemento di riferimento e sostegno, particolarmente per impianti dentali, accoppiabile ad un rispettivo perno, perno alternativamente inseribile in un calco di una porzione ossea e nella porzione stessa, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un canalino passante, in detto almeno un canalino passante essendo inseribile almeno uno stelo strutturale, detto elemento e detto almeno uno stelo essendo alloggiabili in un corpo protesico, ottenibile preferibilmente per modellazione di una pasta protesica e simulante uno o più denti mancanti del paziente, per il conferimento a detto corpo di elevata resistenza a rottura e robustezza .
Questo compito e questi scopi vengono inoltre raggiunti da un kit protesico, particolarmente per impianti dentali, caratterizzato dal fatto di comprendere una pluralità di elementi di riferimento e sostegno, accoppiabili a rispettivi perni, alternativamente inseribili in un calco di una porzione ossea e nella porzione stessa, e una molteplicità di steli strutturali, selettivamente inseribili, secondo molteplici differenti configurazioni, in rispettivi canalini passanti realizzati su corrispondenti detti elementi di riferimento e sostegno, detti elementi e detti steli essendo alloggiabili in un corpo protesico ottenibile preferibilmente per modellazione di una pasta protesica e simulante uno o più denti mancanti del paziente, per il conferimento a detto corpo di elevata resistenza a rottura e robustezza .
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di forme di esecuzione preferite, ma non esclusive, della struttura protesica, dell'elemento protesico e del kit secondo il trovato, illustrate a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:
la figura 1 illustra la struttura protesica secondo il trovato, vista dall'alto;
la figura 2 illustra la struttura protesica secondo il trovato, accoppiata ad un calco di una porzione ossea, vista dall'alto;
la figura 3 illustra l'elemento di riferimento e sostegno secondo il trovato, in vista prospettica; la figura 4 illustra l'elemento di riferimento e sostegno secondo il trovato, in alzato frontale; la figura 5 mostra alcuni elementi di sostegno e riferimento con due steli strutturali inseriti nei canalini, in una possibile configurazione, in vista prospettica;
la figura 6 mostra i componenti di figura 5, associati ad un calco di una porzione ossea;
la figura 7 mostra le unità di un kit secondo il trovato, in vista prospettica;
le figure da 8 a 13 mostrano la realizzazione e l'impiego di una struttura protesica secondo il trovato, in alzato frontale e sezionata secondo un piano coronale.
Con riferimento alle figure citate, la struttura protesica secondo il trovato, indicata globalmente con il numero di riferimento 1, è particolarmente idonea per l'impiego con impianti dentali e comprende almeno un elemento di riferimento e sostegno 2, che può essere accoppiato, secondo molteplici differenti modalità, ad un rispettivo perno A, B.
Il perno A, B può essere alternativamente inserito in un calco C (tipicamente in gesso) di una porzione ossea D (e in questo caso nelle figure allegate è indicato con A) o nella porzione D stessa (e in tal caso è indicato con B nelle figure allegate) . La porzione ossea D può essere qualsiasi, in funzione delle specifiche applicazioni, senza con ciò uscire dall'ambito di protezione qui rivendicato, ma nel prosieguo della presente trattazione si farà comunque riferimento all'applicazione, preferita ma non esclusiva, che prevede che la porzione ossea D sia costituita dall'osso mascellare superiore o inferiore di un paziente che, a seguito di traumi o patologie di vario tipo, necessiti dell'applicazione di una struttura protesica 1 conformante, con almeno una sua parte, una protesi di varia tipologia, quale una semplice corona dentale, una dentiera o un ponte dentale, per sostituire uno o più denti mancanti (o un'intera arcata) . Ancor più in dettaglio, la struttura 1 secondo il trovato risulta particolarmente (ma non esclusivamente) indicata per interventi e terapie di chirurgia a carico immediato e per la realizzazione di tutti i ponti provvisori di piccola e media durata.
Secondo tale applicazione preferita quindi, il perno A, B è sostanzialmente un impianto dentale, che può essere direttamente inserito nella porzione ossea D (che a sua volta può anche essere costituita dalla radice del dente) . Inoltre, è possibile inserire il perno B in un preinnesto E, destinato ad accoppiarsi stabilmente con i tessuti anatomici circostanti . Tale preinnesto E può prevedere al suo interno un ricettacolo in grado di ricevere stabilmente il perno B e/o può risalire ad un precedente intervento del dentista. L'elemento di riferimento e sostegno 2, che, come si evince per esempio dalle figure 11, 12 e 13, sostanzialmente sporge dalla porzione ossea D (e dal calco C), è contenuto in un corpo protesico 3 che può essere ottenuto preferibilmente per modellazione di una pasta protesica e che simula, come osservato poc'anzi, uno o più denti mancanti del paziente.
Più specificatamente, come verrà meglio descritto in seguito, durante la realizzazione della struttura protesica 1, attorno all'elemento 2, in quel momento accoppiato ad un perno A inserito nel calco C, viene spalmata una pasta protesica, che viene modellata da un odontotecnico fino a conformare il corpo 3 voluto, in grado successivamente di accoppiarsi con un ulteriore perno B inserito nella porzione ossea D. Una volta ottenuta la conformazione voluta, grazie anche ad uno stampo in negativo della forma dei denti da replicare, la pasta viene preferibilmente cotta in forno fino ad ottenere, per solidificazione e polimerizzazione della pasta, il corpo 3, all'interno del quale risulta quindi contenuto (annegato), l'elemento di riferimento e sostegno 2.
Secondo il trovato, l'elemento di riferimento e sostegno 2 presenta almeno un canalino passante 4, all'interno del quale è inserito almeno uno stelo strutturale 5, che così risulta a sua volta contenuto nel corpo protesico 3, al fine di conferire a quest'ultimo elevata resistenza a rottura e robustezza (e di fatto conseguendo con ciò lo scopo prefissato) .
Lo stelo 5, che come si evince dalle figure allegate, presenta preferibilmente (ma non esclusivamente) conformazione cilindrica allungata, può essere realizzato in una pluralità di differenti materiali, tutti rientranti nell'ambito di protezione qui rivendicato, e preferibilmente è realizzato in acciaio.
Secondo una soluzione realizzativa di rilevante interesse pratico, citata a scopo illustrativo e non limitativo dell'applicazione del trovato, la struttura protesica 1 comprende una pluralità di elementi di riferimento e sostegno 2, che possono essere accoppiati con rispettivi perni A, B (ognuno dei quali alternativamente inserito nella porzione ossea D o nel suo calco C, tipicamente in corrispondenza di un dente mancante) e contenuti nel corpo protesico 3.
Ciascun elemento 2 presenta almeno un canalino passante 4 per l'inserimento selettivo dello stelo strutturale 5 (che può quindi essere infilato in un canalino 4 di ciascun elemento 2 o solo nei canalini 4 di alcuni di essi).
Tale soluzione risulta di particolare interesse quando si rende necessario realizzare una protesi destinata a sostituire due o più denti mancanti del paziente: in corrispondenza di ciascun dente mancante infatti, si può inserire un impianto costituito da un perno B, al quale accoppiare un rispettivo elemento 2 contenuto nel corpo 3 (che in questo caso sarà conformato per simulare e replicare i suddetti denti mancanti, o un'intera arcata) .
Con ulteriore riferimento alla soluzione realizzativa preferita, ma non esclusiva, ciascun elemento 2 presenta almeno due canalini 4 e almeno due steli strutturali 5 (come si evince per esempio dalla figura 5), selettivamente inseribili in ciascun canalino 4 di ciascun elemento 2, secondo una pluralità di molteplici differenti configurazioni, al fine di conferire al corpo 3 ancor maggiore resistenza a rottura e robustezza (rispetto a quella ottenuta con l'impiego di un solo stelo 5).
Il corpo 3 può così presentare al suo interno una sorta di armatura costituita da una pluralità di steli 5 intrecciati o comunque affiancati, ciascuno dei quali inserito in rispettivi canalini 4 degli elementi 2.
Più in dettaglio, qualora la protesi da realizzare sia costituita, come osservato poc'anzi, da un'intera arcata, o comunque preveda la sostituzione di un numero elevato di denti mancanti, e quindi venqa fatto ricorso ad un numero elevato di elementi 2, sarà possibile prevedere 1'impieqo di molti steli 5, oqnuno dei quali inserito in alcuni elementi 2 contiqui (per esempio tutti quelli del fianco destro, o sinistro, dell'arcata), a comporre una armatura, o un reticolato, secondo molteplici coni iqurazioni, ma in oqni caso tale da qarantire elevata stabilità e resistenza alla struttura 1.
Giova inoltre precisare che è prevista la possibilità che uno o più steli 5 siano contenuti nel corpo 3 pur senza essere inseriti in canalini 4 (e quindi liberamente anneqati nella pasta protesica) : tali steli 5 possono ulteriormente incrementare la resistenza del corpo 3.
Secondo la soluzione proposta nelle fiqure alleqate a scopo illustrativo e non limitativo, ciascun elemento di riferimento e sostegno 2 comprende un cannotto 6 a conformazione sostanzialmente cilindrica, il quale presenta in corrispondenza di una prima estremità una sede di accoppiamento 7 con un'appendice F di un rispettivo perno A, B. Inoltre, lungo la superficie laterale del cannotto 6 è prevista almeno una nervatura circonferenziale 8, provvista di almeno una coppia di smanchi (sostanzialmente allineati) che di fatto definiscono un rispettivo canalino 4, all'interno del quale può così essere selettivamente inserito almeno uno stelo strutturale 5.
In particolare, nella soluzione realizzativa preferita, illustrata nelle figure allegate, sulla nervatura 8 sono realizzati quattro smanchi, a due a due allineati, per costituire sostanzialmente due canalini 4, in modo tale che ciascun cannotto 6 possa essere associato a due steli 5.
Si precisa che la sede di accoppiamento 7, così come l'appendice F del perno A, B, può essere realizzata secondo varie e differenti forme realizzative (anche di tipo noto), tutte rientranti nell'ambito di protezione qui rivendicato .
Per esempio, nelle figure allegate è mostrata una soluzione che prevede l'impiego di cannotti 6 dotati di sedi 7 di forma coniugata a appendici F a loro volta sagomate come una porzione sostanzialmente equatoriale di una sfera. La superficie esterna dell'appendice F è atta a riscontrare, per almeno una sua parte, sulla parete interna della sede 7, per realizzare l'accoppiamento sostanzialmente per forzatura elastica .
Tra l'appendice F e la parete interna della sede 7, può inoltre essere interposto un anello 9, dotato di un intaglio 9a (per conferirgli maggiore deformabilità elastica) , per rendere ancor più stabile l'accoppiamento.
E' peraltro prevista la possibilità di impiegare cannotti 6 dotati di sedi 7 di forme differenti, per esempio idonee all'accoppiamento di forma con appendici F di forma differente, in funzione delle specifiche esigenze applicative.
Utilmente, la struttura protesica 1 comprende mezzi di serraggio del cannotto 6 al perno A, B (sia esso inserito nella porzione ossea D o nel calco C) , per rinsaldare l'accoppiamento tra il cannotto stesso 6 e il perno A, B; inoltre, tali mezzi di serraggio sono selettivamente amovibili per la rimozione dell'accoppiamento e consentire quindi il disaccoppiamento tra la struttura 1 e la porzione ossea D, o il calco C.
Più particolarmente, i mezzi di serraggio sono preferibilmente costituiti da una vite 10 (anche di varie lunghezze, come si vede in figura 7, nella quale ne sono proposte due di differenti dimensioni), amovibilmente inseribile, con almeno un suo spezzone filettato, in un condotto assiale 11 passante, definito nel cannotto 6.
Una volta inserita nel condotto 11, la vite 10, con almeno il suo spezzone filettato, può oltrepassare la sede 7 fino ad accoppiarsi con una corrispondente madrevite G realizzata nell'appendice F del perno A, B, al fine di rinsaldare l'accoppiamento, di forma, tra il cannotto 6 e il perno A, B ed evitando sfilamenti accidentali .
La testa IOa della vite 10, da parte opposta rispetto alla sede 7, è accessibile per sfilare la vite 10 stessa (per svitamento) dal corpo protesico 3 e per rimuovere l'accoppiamento tra il cannotto 6 e il perno A, B.
Tale operazione può per esempio essere eseguita per disaccoppiare il calco C e il corpo 3, una volta che quest'ultimo è stato realizzato, e consentire così al dentista, in una fase successiva, di inserire la protesi nella bocca della paziente (utilizzando quindi i mezzi di serraggio, e la vite 10, per accoppiare gli elementi 2 ai perni A, B inseriti nella porzione ossea D).
L 'elemento di riferimento e sostegno secondo il trovato, particolarmente indicato per l'applicazione su impianti dentali, può essere accoppiato ad un rispettivo perno A, B, a sua volte alternativamente inseribile in un calco C di una porzione ossea D o nella porzione D stessa. Secondo il trovato, l'elemento di sostegno 2 comprende almeno un canalino passante 4, nel quale si può inserire almeno uno stelo strutturale 5. L'elemento 2 e lo stelo 5 sono alloggiabili in un corpo protesico 3, che può essere ottenuto preferibilmente per modellazione di una pasta protesica e che simula uno o più denti mancanti del paziente, per conferire al corpo 3 stesso, grazie soprattutto allo stelo 5, elevata resistenza a rottura e robustezza.
In particolare, l'elemento di riferimento e sostegno 2, comprende un cannotto 6 a conformazione sostanzialmente cilindrica, provvisto di un condotto assiale 11 passante. Il cannotto 10 presenta in corrispondenza di una prima estremità una sede di accoppiamento 7 con un'appendice F di un rispettivo perno A, B. Inoltre, lungo la superficie laterale del cannotto 6 è prevista almeno una nervatura 8, provvista di almeno una coppia di smanchi definenti un rispettivo canalino 4, nel quale è così possibile inserire selettivamente lo stelo strutturale 5.
Il kit protesico 12 secondo il trovato comprende una pluralità di elementi di riferimento e sostegno 2, accoppiabili a rispettivi perni A, B (eventualmente previsti nel kit 12), alternativamente inseribili in un calco C di una porzione ossea D e nella porzione D stessa. Il kit 12 comprende inoltre una molteplicità di steli strutturali 5, selettivamente inseribili, secondo molteplici differenti configurazioni, in rispettivi canalini passanti 4 realizzati su corrispondenti elementi di riferimento e sostegno 2. Gli elementi 2 e gli steli 5 sono alloggiabili in un corpo protesico 3 che può essere ottenuto preferibilmente per modellazione di una pasta protesica e che simula uno o più denti mancanti del paziente; gli elementi 2 e soprattutto gli steli 5 possono così conferire al corpo 4 elevata resistenza a rottura e robustezza.
Più particolarmente, ciascun cannotto 6 presenta conformazione sostanzialmente cilindrica e comprende, in corrispondenza di una sua prima estremità, una sede di accoppiamento 7 con un'appendice F di un rispettivo perno A, B; inoltre, lungo la superficie laterale del cannotto 6 è prevista almeno una nervatura circonferenziale 8, a sua volta provvista di almeno una coppia di smanchi che definisce un rispettivo canalino 4, nel quale è possibile inserire in modo selettivo almeno uno stelo strutturale 5.
Opportunamente, il kit protesico 12 secondo il trovato comprendere mezzi di serraggio di ciascun cannotto 6 ad un rispettivo perno A, B, per rinsaldare il corrispondente accoppiamento: tali mezzi di serraggio sono selettivamente amovibili per consentire la rimozione dell'accoppiamento e comprendono preferibilmente una pluralità di viti 10 (anche di varie lunghezze e conformazioni), ciascuna delle quali inseribile in modo amovibile con almeno un suo spezzone filettato in un condotto assiale 11 passante, definito in un rispettivo cannotto 6. La vite 10, a seguito dell'inserimento nel condotto 11, può accoppiarsi con una madrevite G realizzata nell'appendice F del perno A, B, mentre da parte opposta la testa IOa della vite 10 è accessibile per consentire il suo sfilamento dal corpo protesico e quindi la rimozione dell'accoppiamento tra il cannotto 6 e il perno A, B.
Il kit 12 può inoltre comprendere cappucci H, che possono essere applicati sui perni B inseriti nella porzione ossea D, per poi rimanere inseriti nell'impronta I che consente di realizzare il calco C. I cappucci H di fatto simulano la conformazione degli elementi 2 e quindi, tramite essi, è possibile posizionare correttamente i perni A da inserire nei calchi C.
L'impiego della struttura protesica (nonché dell'elemento di riferimento e sostegno e del kit 12) secondo il trovato è il seguente.
La struttura protesica 1, simulante protesi di vario tipo, come già anticipato, può essere inserita nella bocca del paziente in particolare, ma non esclusivamente, per un periodo di tempo variabile fra pochi giorni e alcune settimane/mesi, in attesa che sia preparata la protesi definitiva destinata a sostituire in modo permanente i denti mancanti.
Più in dettaglio, e con riferimento soprattutto alle figure da 8 a 10, grazie ai cappucci H e ad un'impronta I (ottenuta per esempio in una prima seduta dentistica a cui viene sottoposto il paziente), è possibile posizionare su un calco C della bocca (o di parte di essa) del paziente (calco ottenuto appunto grazie all'impronta I), dei perni A simulanti i perni B inseriti nella porzione ossea D del paziente.
A ciascun perno A viene così associato un elemento di riferimento e sostegno 2, grazie all'accoppiamento fra la sede 7 e l'appendice F (si veda per esempio la figura 11): una volta posizionati gli elementi 2, è possibile inserire nei canalini 4 scelti uno o più steli 5, fino a realizzare l'armatura voluta.
Giova osservare che è prevista la possibilità di riscaldare, per esempio su una fiamma, gli steli 5, per renderli maggiormente malleabili e piegarli quindi agevolmente secondo la forma voluta.
L'accoppiamento viene rinsaldato dai mezzi di serraggio, e quindi inserendo nei condotti 11 rispettive viti 10 (preferibilmente lunghe, per facilitare il successivo svitamento) , fino ad avvitarle nelle madreviti G. In figura 6 è quindi illustrato a titolo esemplificativo e non limitativo un calco C con elementi 2 accoppiati (grazie anche a viti 10) e steli 5 inseriti.
L'odontotecnico può così stendere la pasta protesica attorno ai cannotti 6 e agli steli 5, ottenendo la conformazione voluta grazie anche ad uno stampo in negativo dei denti da simulare, e, così, mediante una cottura in forno, per esempio, è possibile realizzare la struttura protesica 1 secondo il trovato, con il corpo 3 all'interno del quale sono contenuti e annegati, oltre agli elementi di sostegno e riferimento 2, anche gli steli 5.
La struttura protesica 1 così ottenuta (ancora fissata al calco C, come in figura 12, o 2) può così essere disaccoppiata dai perni A, sfilando le viti 10 (agendo sulle loro teste IOa, che sporgono dal corpo 3, nel quale è annegato il resto delle viti 10 stesse).
A questo punto, la struttura protesica 1 può essere inserita nella bocca del paziente, accoppiando ai perni B, inseriti nella porzione ossea D, gli elementi di sostegno e riferimento 2 (realizzando la configurazione di figura 13), e rinsaldando l'accoppiamento fra sede 7 e appendice F mediante ulteriori viti 10 (preferibilmente corte, in modo tale da non sporgere dal corpo 3 e quindi non arrecare fastidio al paziente).
Il paziente viene così fornito di una protesi che presenta elevata resistenza a rottura e robustezza, grazie agli steli strutturali 5 contenuti (annegati) all'interno (e più specificatamente all'interno del corpo protesico 3) e che costituiscono un'armatura particolarmente resistente agli urti e alle sollecitazioni che la protesi può successivamente subire durante l'uso da parte del paziente.
Inoltre, la presenza degli steli 5 è garanzia di elevata resistenza e robustezza anche durante la fase di cottura in forno della pasta protesica, e ciò contribuisce ulteriormente a scongiurare il pericolo di rotture, o la formazione di fratture o crepe durante la realizzazione del corpo 3.
La protesi così ottenuta può essere utilizzata, come osservato, provvisoriamente, in attesa della protesi definitiva, e quindi in particolare per gli interventi di chirurgia cosiddetti a carico immediato, così come per quelli a carico differito, e quindi essere impiegata per periodi variabili da pochi giorni a numerosi mesi. Non si escludono peraltro differenti impieghi delle strutture protesiche 1 (così come degli elementi 2 e dei kit 12) secondo il trovato, per differenti applicazioni (e anche per esempio per protesi permanenti), qualora le esigenze specifiche lo consentano e/o lo rendano preferibile.
E' opportuno osservare come la realizzazione del corpo 3, con al suo interno gli elementi di sostegno e riferimento 2 e gli steli 5, possa essere effettuata in un tempo estremamente contenuto, anche per esempio pari a 1-2 ore.
Ciò consente quindi di fornire al paziente la protesi con tempistiche decisamente inferiori a quelle osservate per la consegna di protesi di tipo noto, con ulteriore evidente beneficio per il paziente stesso, che vedrà ridotto sensibilmente il tempo in cui è costretto a rimanere (almeno parzialmente) sdentato.
Si è in pratica constatato come la struttura protesica, l'elemento di sostegno e riferimento e il kit, secondo il trovato, assolvano pienamente il compito prefissato, in quanto, l'adozione di almeno uno stelo inseribile in un canalino realizzato in un elemento di riferimento e sostegno, accoppiabile ad un rispettivo perno, alternativamente inseribile in un calco di una porzione ossea e nella porzione stessa, conferisce al corpo protesico nel quale l'elemento stesso e 10 stelo sono contenuti, e che è ottenuto per modellazione di una pasta protesica, elevata resistenza a rottura e robustezza.
11 trovato, così concepito, è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
Negli esempi di realizzazione illustrati singole caratteristiche, riportate in relazione a specifici esempi, potranno essere in realtà intercambiate con altre diverse caratteristiche, esistenti in altri esempi di realizzazione.
Inoltre è da notare che tutto quello che nel corso della procedura di ottenimento del brevetto si rivelasse essere già noto, si intende non essere rivendicato ed oggetto di stralcio (disclaimer) dalle rivendicazioni.
In pratica i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (11)

1. Struttura protesica, particolarmente per impianti dentali, comprendente almeno un elemento di riferimento e sostegno (2), accoppiabile ad un rispettivo perno (A, B), alternativamente inseribile in un calco (C) di una porzione ossea (D) e nella porzione (D) stessa, detto elemento (2), sostanzialmente sporgente dalla porzione ossea (D), essendo contenuto in un corpo protesico (3) ottenibile preferibilmente per modellazione di una pasta protesica e simulante uno o più denti mancanti del paziente, caratterizzata dal fatto che detto elemento di riferimento e sostegno (2) presenta almeno un canalino passante (4), in detto almeno un canalino passante (4) essendo inserito almeno uno stelo strutturale (5), a sua volta contenuto in detto corpo protesico (3), per il conferimento a quest'ultimo di elevata resistenza a rottura e robustezza.
2. Struttura protesica, secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto di comprendere una pluralità di detti elementi di riferimento e sostegno (2), accoppiabili con rispettivi perni (A, B) e contenuti in detto corpo protesico (3), ciascuno di detti elementi (2) presentando almeno uno di detti canalini passanti (4) per l'inserimento selettivo di detto almeno uno stelo strutturale (5).
3. Struttura protesica, secondo le rivendicazioni 1 e 2, caratterizzata dal fatto che ciascuno di detti elementi (2) presenta almeno due di detti canalini (4) e almeno due di detti steli strutturali (5), selettivamente inseribili in ciascuno di detti canalini (4) di ciascuno di detti elementi (2), secondo una pluralità di molteplici differenti configurazioni, per il conferimento a detto corpo (3) di elevata resistenza a rottura e robustezza.
4. Struttura protesica, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che ciascuno di detti elementi (2) comprende un cannotto (6) a conformazione sostanzialmente cilindrica, detto cannotto (6) presentando in corrispondenza di una prima estremità una sede di accoppiamento (7) con un'appendice (F) di un rispettivo perno (A, B), lungo la superficie laterale di detto cannotto (6) essendo previsto almeno una nervatura circonf erenziale (8), provvista di almeno una coppia di smanchi definente un rispettivo detto canalino (4), per l'inserimento selettivo di detto almeno uno stelo strutturale (5).
5. Struttura protesica, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto di comprendere mezzi di serraggio di detto cannotto (6) al perno (A, B), per rinsaldare l'accoppiamento tra detto cannotto (6) e il perno (A, B) , detti mezzi di serraggio essendo selettivamente amovibili per la rimozione dell 'accoppiamento .
6. Struttura protesica, secondo la rivendicazione 5, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di serraggio sono preferibilmente costituiti da una vite (10), amovibilmente inseribile con almeno un suo spezzone filettato, in un condotto assiale (11) passante, definito in detto cannotto (6), detta vite (10) essendo accoppiabile con una madrevite (G) realizzata nell'appendice (F) del perno (A, B), per rinsaldare l'accoppiamento tra detto cannotto (6) e il perno (A, B), la testa (IOa) di detta vite (10), da parte opposta rispetto a detta sede (7), essendo accessibile per il suo sfilamento da detto corpo protesico (3) e la rimozione dell'accoppiamento tra detto cannotto (6) e il perno (A, B).
7. Elemento di riferimento e sostegno, particolarmente per impianti dentali, accoppiabile ad un rispettivo perno (A, B), perno (A, B) alternativamente inseribile in un calco (C) di una porzione ossea (D) e nella porzione (D) stessa, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un canalino passante (4), in detto almeno un canalino passante (4) essendo inseribile almeno uno stelo strutturale (5), detto elemento (2) e detto almeno uno stelo (5) essendo alloggiabili in un corpo protesico (3), ottenibile preferibilmente per modellazione di una pasta protesica e simulante uno o più denti mancanti del paziente, per il conferimento a detto corpo (3) di elevata resistenza a rottura e robustezza.
8. Elemento di riferimento e sostegno, secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto di comprendere un cannotto (6) a conformazione sostanzialmente cilindrica, provvisto di un condotto assiale (11) passante, detto cannotto (6) presentando in corrispondenza di una prima estremità una sede di accoppiamento (7) con un'appendice (F) di un rispettivo perno (A, B), lungo la superficie laterale di detto cannotto (6) essendo previsto almeno una nervatura circonferenziale (8), provvista di almeno una coppia di smanchi definente un rispettivo detto canalino (4), per l'inserimento selettivo di detto almeno uno stelo strutturale (5).
9. Kit protesico, particolarmente per impianti dentali, caratterizzato dal fatto di comprendere una pluralità di elementi di riferimento e sostegno (2), accoppiabili a rispettivi perni (A, B), alternativamente inseribili in un calco (C) di una porzione ossea (D) e nella porzione (D) stessa, e una molteplicità di steli strutturali (5), selettivamente inseribili, secondo molteplici differenti configurazioni, in rispettivi canalini passanti (4) realizzati su corrispondenti detti elementi di riferimento e sostegno (2), detti elementi e detti steli (5) essendo alloggiabili in un corpo protesico (3) ottenibile preferibilmente per modellazione di una pasta protesica e simulante uno o più denti mancanti del paziente, per il conferimento a detto corpo (3) di elevata resistenza a rottura e robustezza.
10. Kit protesico, secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che ciascuno di detti cannotti (6) presenta conformazione sostanzialmente cilindrica e comprende, in corrispondenza di una sua prima estremità, una sede di accoppiamento (7) con un'appendice (F) di un rispettivo perno (A, B), lungo la superficie laterale di detto cannotto (6) essendo previsto almeno una nervatura circonf erenziale (8), provvista di almeno una coppia di smanchi definente un rispettivo detto canalino (4), per l'inserimento selettivo di detto almeno uno stelo strutturale (5).
11. Kit protesico, secondo le rivendicazioni 9 e 10, caratterizzato dal fatto di comprendere di comprendere mezzi di serraggio di ciascuno di detti cannotti (6) a rispettivi perni (A, B), per rinsaldare i corrispondenti accoppiamenti, detti mezzi di serraggio essendo selettivamente amovibili per la rimozione dell'accoppiamento, detti mezzi di serraggio comprendendo preferibilmente una pluralità di viti (10), ciascuna di dette viti (10) essendo amovibilmente inseribile con almeno uno spezzone filettato, prima della modellazione di detta pasta protesica, in un condotto assiale (11) passante, definito in un rispettivo detto cannotto (6), detta vite (10) essendo accoppiabile con una madrevite (G) realizzata nell'appendice (F) del perno (A, B), la testa (IOa) di detta vite (10), da parte opposta rispetto a detta sede (7), essendo accessibile per il suo sfilamento da detto corpo protesico (3) e la rimozione dell'accoppiamento tra detto cannotto (6) e il perno (A, B).
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* Cited by examiner, † Cited by third party
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US3514858A (en) * 1969-04-14 1970-06-02 Ralph H Silverman Denture securing apparatus
US5567155A (en) * 1993-05-27 1996-10-22 Hansen; Gorm P. System for bracing dental implants or natural tooth roots to secure artificial teeth

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