ITMI20131162A1 - Dispositivo per impianto dentale - Google Patents

Dispositivo per impianto dentale

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ITMI20131162A1
ITMI20131162A1 IT001162A ITMI20131162A ITMI20131162A1 IT MI20131162 A1 ITMI20131162 A1 IT MI20131162A1 IT 001162 A IT001162 A IT 001162A IT MI20131162 A ITMI20131162 A IT MI20131162A IT MI20131162 A1 ITMI20131162 A1 IT MI20131162A1
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prosthesis
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hole
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Valter Bertagnon
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Description

Titolo: DISPOSITIVO PER IMPIANTO DENTALE
Riassunto
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo utilizzabile nell’implantologia dentale, in particolare per la predisposizione e l’installazione di una protesi fissa multipla parziale o totale. L’invenzione riguarda in particolare un dispositivo di connessione tra un impianto dentale e la protesi.
In particolare, la presente invenzione riguarda un dispositivo di connessione (1) comprendente un elemento di supporto (2) e un elemento di connessione (3, 3’) per una protesi, detto elemento di connessione (3, 3’) essendo accoppiabile a detto elemento di supporto (2), in cui l’elemento di supporto (2) comprende una porzione di base (7), su cui è disposta una porzione conica (8), caratterizzato dal fatto che tra la porzione di base (7) e la porzione conica (8) è formato uno spallamento (12) che presenta una porzione di arresto (13) per impedire la rotazione relativa dell’elemento di connessione (3, 3’) rispetto all’elemento di supporto (2).
(FIGURA 1)
Titolo: DISPOSITIVO PER IMPIANTO DENTALE
Descrizione
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo utilizzabile nell’implantologia dentale, in particolare per la predisposizione e l’installazione di una protesi fissa multipla parziale o totale. L’invenzione riguarda in particolare un dispositivo di connessione tra un impianto dentale e la protesi.
Le tecniche normalmente utilizzate per la costruzione e l’installazione di una protesi dentale, sia parziale che totale, sono complesse e richiedono un grande dispendio di tempo. Dopo il posizionamento degli impianti nell’arcata gengivale, la procedura prevede varie fasi che comprendono la presa dell’impronta, l’installazione di una protesi provvisoria, la sostituzione con una protesi definitiva. Oltre al fatto che il paziente è costretto a sottomettersi a varie sedute con il dentista, la procedura richiede grande perizia da parte dell’operatore così come dell’odontotecnico, cui è affidato il compito di costruire la protesi.
Recentemente si stanno affermando tecniche più sofisticate che prevedono un’impronta digitale, cioè basata su un’immagine digitale acquisita direttamente dalla bocca del paziente. Questa tecnica richiede ovviamente un’elevata precisione.
Per una protesi fissa totale non è necessario procedere con un impianto di tutti i singoli denti. Possono infatti essere posizionati nella mascella e nella mandibola del paziente solo tre o quattro impianti, sui quali di fisserà in seguito la protesi dell’arcata dentale completa.
Un impianto dentale consiste in una vite in un materiale biocompatibile, tipicamente titanio, eventualmente rivestita di sostanze che favoriscono l’adesione, l’osteointegrazione e la resistenza all’attacco batterico. L’impianto presenta una porzione di testa destinata ad emergere dalla gengiva e che comprende una filettatura interna per il fissaggio di un elemento di connessione su cui verrà fissato il ponte dentale. E’ raro che i vari impianti dentali necessari per la ricostruzione della protesi siano posizionati parallelamente. Comunemente, gli assi longitudinali degli impianti, e quindi anche quelli dei relativi elementi di connessione, saranno divergenti, il che rende più complessa la progettazione e l’installazione della protesi. In particolare, dopo la presa dell’impronta e la realizzazione del ponte protesico, il corretto riposizionamento degli elementi di connessione funzionali alla successiva fissazione del ponte risulta alquanto complesso.
Il problema indirizzato dalla presente invenzione è quello di mettere a disposizione un dispositivo utilizzabile nelle varie fasi dell’implantologia di protesi fisse multiple parziali o totali ed una tecnica protesica che superino almeno in parte le difficoltà dell’arte nota.
Tale problema è risolto da un dispositivo di connessione per impianti dentali come delineato nelle annesse rivendicazioni, le cui definizioni formano parte integrante della presente descrizione.
Un oggetto dell’invenzione è quindi un dispositivo di connessione per impianti dentali che permetta un facile montaggio sull’impianto, una facile rimozione e che renda preciso e riproducibile il successivo riposizionamento.
Un ulteriore oggetto dell’invenzione è un kit utilizzabile per il riposizionamento ed il fissaggio di una protesi fissa multipla ad impianti dentali.
Un altro oggetto dell’invenzione è un metodo di progettazione e realizzazione di una protesi fissa multipla che utilizza il dispositivo di connessione dell’invenzione.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno maggiormente dalla descrizione di alcuni esempi di realizzazione, fatta qui di seguito a titolo indicativo e non limitativo, con riferimento alle seguenti figure:
Figura 1 rappresenta una vista prospettica in esploso del dispositivo di connessione dell’invenzione;
Figura 2 rappresenta una vista prospettica di un particolare del dispositivo di connessione di figura 1;
Figura 3 rappresenta una vista prospettica di un secondo particolare del dispositivo di connessione di figura 1, secondo una diversa forma realizzativa;
Figura 4 rappresenta una vista prospettica del dispositivo di connessione in fase di montaggio su un impianto dentale;
Figura 5 rappresenta una vista prospettica della mascella di un paziente;
Figu r e 6 A , 6 B e 6C rappresentano viste prospettiche di una sequenza di operazioni per la realizzazione di una protesi fissa totale;
Figura 7 rappresenta una vista prospettica della fase di montaggio di una protesi fissa totale ai dispositivi di connessione dell’invenzione;
Figura 8 rappresenta una vista prospettica in trasparenza di una protesi fissa totale montata sulla mascella di un paziente.
Con riferimento alle figure 1-4, il dispositivo di connessione secondo l’invenzione, indicato nel suo complesso con il numero 1, comprende un elemento di supporto 2, un elemento di connessione 3 con una protesi, una prima vite di fissaggio 4 per l’ancoraggio dell’elemento di supporto 2 ad un impianto dentale 6 ed una seconda vite di fissaggio 5 dell’elemento di connessione 3 all’elemento di supporto 2.
L’elemento di supporto 2 comprende una porzione di base 7, su cui è disposta una porzione conica 8.
La porzione di base 7 comprende una superficie inferiore 7a di dimensione e geometria adatta ai principali tipi di viti da impianto disponibili in commercio e presenta un foro 9a.
La porzione conica 8 presenta un primo foro 9 in asse con il foro 9a della porzione di base 7 e che con esso forma un canale. Inoltre, la porzione conica 8 comprende un secondo foro 10 con asse X inclinato rispetto all’asse Y del primo foro 9. La porzione conica 8 comprende una superficie conica 11 le cui rette generatrici passano per un punto sull’asse X.
Il secondo foro 10 è filettato internamente.
Tra la porzione di base 7 e la porzione conica 8 è formato uno spallamento 12 che presenta una porzione di arresto 13, la cui funzione apparirà chiara nel seguito della presente descrizione. La porzione di arresto 13 può essere realizzata mediante un cambio di inclinazione della superficie dello spallamento 12 a formare un profilo convesso o a cuneo (come mostrato nei disegni) oppure un profilo concavo o a V. Alternativamente, si potrà prevedere un dente, una tacca o un qualsiasi altro elemento di arresto.
Il foro filettato 10 presenta un bordo esterno 14 avente una conicità più accentuata rispetto a quella della superficie conica 11.
L’elemento di connessione 3 comprende una porzione di accoppiamento 15 con l’elemento di supporto 2, da cui si estende una porzione di ancoraggio 16 per una protesi.
L’elemento di connessione 3 comprende un foro passante longitudinale 17 che permette l’introduzione della rispettiva vite di fissaggio 5 all’elemento di supporto 2.
La porzione di accoppiamento 15 ha una forma complementare alla porzione conica 8 dell’elemento di supporto 2 e presenta un bordo 18 avente un profilo ad accoppiamento di forma con lo spallamento 12. Nella forma di realizzazione mostrata nelle figure, il profilo del bordo 18 presenta una porzione 19 a V complementare al profilo a cuneo della porzione di arresto 13 dello spallamento 12.
La porzione di ancoraggio 16 ha una forma sostanzialmente cilindrica o leggermente troncoconica e presenta sulla sua superficie esterna una tacca di riferimento 20.
La vite di fissaggio 4 dell’elemento di supporto 2 ad un impianto è una vite di quelle convenzionalmente utilizzate per una tale applicazione e presenta una filettatura 21 impegnabile con la filettatura interna della testa di una vite da impianto ed una testa 22 con un incavo adatto ad un cacciavite a stella C1 o di altro tipo convenzionale.
La vite di fissaggio 5 dell’elemento di connessione 3 all’elemento di supporto 2 è una vite di quelle convenzionalmente utilizzate in tali applicazioni e presenta una filettatura 23 impegnabile con il foro filettato 10 dell’elemento di supporto 2 ed una testa 24 sostanzialmente cilindrica ed aggettante rispetto alla filettatura 23, in modo da fungere da elemento di arresto contro uno spallamento 25 all’interno del foro 17 dell’elemento di connessione 3. La testa 24 della vite di fissaggio 5 comprende inoltre un incavo 26 adatto ad un cacciavite a stella C2 o, in diverse forme di realizzazione, ad un altro tipo di cacciavite.
In una diversa forma di realizzazione, mostrata in figura 3, l’elemento di connessione 3’ è del tutto analogo a quello di figura 1, a parte il fatto di comprendere sulla porzione di accoppiamento 15 un foro passante 27 tale da risultare in allineamento con il foro 9 della porzione conica 8 dell’elemento di supporto 2 quando quest’ultimo e l’elemento di connessione 3’ sono montati insieme.
Come mostrato in figura 4, il foro passante 27 dell’elemento di connessione 3’ permette l’avvitamento o lo svitamento dell’elemento di supporto 2 dall’impianto I senza dover prima rimuovere l’elemento di connessione 3’. Il vantaggio di questa soluzione apparirà chiaro nel seguito della presente descrizione.
L’elemento di supporto 2, l’elemento di connessione 3, 3’ e le relative viti di fissaggio 4, 5 sono realizzati tipicamente in titanio o sue leghe (es. titanio grado 5), cromo medicale o altre materiale biocompatibile adatto per tali applicazioni.
Verrà ora descritto il metodo di progettazione e realizzazione di una protesi fissa multipla secondo l’invenzione, ad esempio in sostituzione di una protesi mobile (ponte o totale), una volta che l’odontoiatra abbia provveduto ad inserire nel cavo orale del paziente le necessarie viti da impianto 6.
In figura 5 è mostrata a titolo esemplificativo la mascella M di un paziente su cui è già presente una protesi provvisoria o un vecchio ponte P. Sulla gengiva vengono applicati tre punti di riferimento 28 (sono visibili solo due punti di riferimento 28, il terzo essendo posto in posizione approssimativamente speculare rispetto al primo punto a destra).
In certe forme di realizzazione, i punti di riferimento 28 sono costituiti da piccole semi-sfere, ad esempio in materiale plastico, che vengono adese alla mucosa mediante adesivi cutanei, ad esempio adesivi a base di cianacrilato o polimetacrilato di grado medicale.
A questo punto si esegue una prima scansione digitale vestibolare sia della mascella M con i tre punti di riferimento 28 che della mandibola (non disegnata), in modo da ottenere una immagine digitale vestibolare del cavo orale del paziente.
In certe forme di realizzazione i tre punti di riferimento 28 potranno essere posti anche o solo sulla mandibola.
La scansione digitale può venire effettuata mediante uno scanner o una videocamera del tipo utilizzato in applicazioni odontoiatriche.
Dopo che le viti da impianto 6 (generalmente quattro nel caso di una protesi fissa totale) sono state fissate all’arcata gengivale di un paziente, se non fossero già presenti, su ognuna di esse viene avvitato l’elemento di supporto 2. All’elemento di supporto 2 può essere preventivamente avvitato l’elemento di connessione 3’ forato. Infatti, grazie al foro 27 è possibile inserire la vite di fissaggio 4 nel foro 9-9a dell’elemento di supporto 2 (figura 4), eventualmente utilizzando la porzione di ancoraggio 16 dell’elemento di connessione 3’ come impugnatura del dispositivo. Infatti, essendo l’elemento di supporto 2 di piccole dimensioni e quindi difficilmente maneggiabile, il suo montaggio sulla vite da impianto 6 può presentare delle difficoltà.
La mascella M del paziente su cui sono stati montati gli elementi di supporto 2 associati agli elementi di connessione 3’ forati è mostrata in figura 6A. Sono anche visibili i tre punti di riferimento 28 ancora posizionati sulla mucosa gengivale. Come si può osservare, gli assi degli elementi di connessione 3’ non sono paralleli.
La presenza sugli elementi di supporto 2 della porzione di arresto 13, che interagisce con il bordo 18 dell’elemento di connessione 3’, permette di evitare la rotazione di quest’ultimo attorno all’asse X, rendendo quindi riproducibile ed univocamente determinata la sua posizione relativa rispetto all’elemento di supporto 2. La tacca di riferimento 20 presente sulla superficie della porzione di ancoraggio 16 permette l’identificazione della corretta posizione dei dispositivi di connessione 1 nel cavo orale.
A questo punto si esegue una seconda scansione digitale di tutta la bocca, in modo da ottenere un’immagine digitale totale del cavo orale con i dispositivi di connessione 1 montati. I tre punti di riferimento 28 permetteranno il confronto di tale immagine digitale con quella presa in precedenza.
Una barra 29 in materiale duttile (resina o metallo, preferibilmente a sezione non circolare) viene sagomata in modo da collegare i vari dispositivi di connessione 1 montati sulla mascella M, quindi la barra 29 sagomata viene ad essi fissata, mediante ad esempio una resina autopolimerizzante, in modo da ottenere una dima 30 (figura 6B).
Si procede alla rimozione della dima 30 dal cavo orale del paziente. Tale operazione prevede prima lo svitamento dei vari elementi di connessione 3’ dai rispettivi elementi di supporto 2, in modo da rimuovere la dima 30. Tale rimozione, così come il successivo riposizionamento, è permessa dall’accoppiamento conico tra elementi di connessione 3’ ed elementi di supporto 2, nonostante il fatto che i vari elementi di connessione 3’ siano disassati uno rispetto all’altro. Successivamente, i singoli elementi di supporto 2 vengono a loro volta svitati dai rispetti impianti 6 e rimossi dal cavo orale.
Gli elementi di supporto 2 vengono quindi montati su degli analoghi delle viti da impianto 6 presenti nella bocca del paziente e quindi la dima 30 viene riposizionata su di essi. La dima 30 con gli elementi di supporto 2 viene quindi posizionata su una base 31, sulla quale gli analoghi delle viti di impianto 6 vengono fissati ad esempio mediante una resina autopolimerizzante, ottenendo la ripetizione esatta delle posizioni degli impianti (tra di loro) inseriti nel cavo orale un modello 32 (figura 6C) della mascella M del paziente.
Mediante un software CAD/CAM opportuno, del tipo utilizzato in applicazioni odontotecniche, si procederà alle seguenti fasi:
i) confronto delle immagini digitali vestibolari del cavo orale del paziente derivanti dalla prima e dalla seconda scansione;
ii) progettazione della protesi fissa multipla 34 mediante sistemi CAD/CAM sulla base del raffronto della fase i) in modo da creare un file di progetto;
iii) realizzazione della protesi fissa multipla sulla base della progettazione al punto ii).
Nella fase ii), il raffronto tra le immagini della prima e della seconda scansione permette di progettare la protesi unitamente ai fori 33 atti ad accoppiarsi con i dispositivi di connessione 1 dell’invenzione, in particolare con i rispettivi elementi di connessione 3.
La realizzazione della protesi secondo la fase iii) può essere fatta secondo metodiche tradizionali note all’esperto odontotecnico oppure con metodiche automatizzate di fresatura (rimozione di materiale) o stampa 3D (aggiunta di materiale) a partire dal file di progetto elaborato nella fase ii).
Il metodo prevede quindi i seguenti passaggi: - rimuovere dal modello 32 la dima 30 con gli elementi di connessione 3’ forati e montare sui relativi elementi di supporto 2 del modello 32 gli elementi di connessione 3 non forati;
- montare la protesi 34 sugli elementi di connessione 3 del modello 32 inserendo gli elementi di connessione 3 nei rispettivi fori 33 (figura 7) e fissarla ad essi ad esempio tramite incollaggio con mastici odontoiatrici;
- svitare gli elementi di connessioni 3, e quindi la protesi 34 ad essi solidale, dal modello 32;
- Rimontare la dima 30 con gli elementi di connessione 3’ forati sul modello 32;
- rimuovere dal modello 32 la dima 30 unitamente agli elementi di supporto 2, utilizzando il foro 27 degli elementi di connessione 3’ per lo svitamento dagli analoghi delle viti da impianto 6;
- riposizionare nel cavo orale del paziente la dima 30, fissando gli elementi di supporto 2 alle viti da impianto 6;
- rimuovere la dima 30 svitando gli elementi di connessione 3’ dagli elementi di supporto 2;
- montare sugli elementi di supporto 2 nel cavo orale del paziente la protesi 34.
Il medesimo procedimento verrà ripetuto anche sulla mandibola.
Il procedimento descritto in precedenza prevede un’impronta digitale realizzata mediante la scansione digitale del cavo orale del paziente e la relativa acquisizione di immagini digitali. Il procedimento dell’invenzione che utilizza i dispositivi di connessione 1 sopra descritti può comunque essere adattato anche nel caso in cui si desideri seguire una metodica tradizionale per la sostituzione di una protesi mobile con una protesi fissa, una volta che l’odontoiatra abbia inserito nel cavo orale del paziente gli impianti 6. In tal caso si potranno prevedere le seguenti fasi operative:
A) montare sulle viti da impianto 6 posizionate su un’arcata gengivale del cavo orale del paziente gli elementi di supporto 2 unitamente agli elementi di connessione 3’ forati come mostrato in figura 4 e come precedentemente descritto. Prima del serraggio, gli elementi di supporto 2 dovranno essere ruotati sugli impianti 6 in modo da far assumere al relativo elemento di connessione 3’ la posizione più palatale possibile;
B) adattare la vecchia protesi mobile o una sua copia agli elementi di connessione 3’ forati montati, praticando in essa appositi fori 33;
C) eseguire ulteriori fori nella vecchia protesi o nella sua copia in posizione vestibolare e palatale;
D) sostituire nel cavo orale del paziente gli elementi di connessione 3’ forati con gli elementi di connessione 3 non forati;
E) montare la vecchia protesi mobile forata secondo B) e C) sugli elementi di connessione 3 non forati e fissarla ad essi, ad esempio mediante resina autopolimerizzante;
F) prendere l’impronta della mucosa gengivale inserendo nei fori vestibolari e palatali secondo la fase C) del silicone protesico;
G) rimuovere la vecchia protesi mobile assieme all’impronta della mucosa gengivale svitando gli elementi di connessione 3 dai rispettivi elementi di supporto 2, realizzando quindi una dima con l’impronta delle mucose e con la registrazione occlusale tra il mascellare e la mandibola utilizzando il tavolato occlusale della vecchia protesi;
H) montare sulla dima realizzata nella fase G) degli analoghi delle viti da impianto 6 fissati sugli elementi di supporto 2;
I) realizzare il modello in gesso dell’arcata dentale del paziente e della sua antagonista.
Ovviamente il medesimo procedimento potrà essere eseguito sia partendo dalla mandibola che dalla mascella e realizzando di conseguenza il modello in gesso anche dell’antagonista, secondo tecniche convenzionali ben note all’esperto odontotecnico.
Il procedimento qui sopra descritto permette di utilizzare la vecchia protesi come dima di riposizionamento e come porta impronte individuale per la costruzione del modello in gesso.
Un ulteriore oggetto dell’invenzione è un kit per la progettazione e la realizzazione di una protesi fissa multipla comprendente:
- uno o più elementi di supporto 2;
- uno o più elementi di connessione 3 non forati;
- uno o più elementi di connessione 3’ forati; - opzionalmente, una o più barre 29 in materiale duttile, ad esempio una resina o un metallo;
- opzionalmente, una o più tavolette per base 31;
- opzionalmente, una o più viti di fissaggio 4, 5 per gli elementi di supporto 2 ad un impianto 6 e per gli elementi connessione 3, 3’ agli elementi di supporto 2;
- opzionalmente, un quantitativo di resina autobloccante.
Il dispositivo di connessione 1 secondo l’invenzione semplifica le procedure di montaggio e di progettazione/realizzazione di una protesi fissa, permettendo un preciso riposizionamento senza errori degli elementi di connessione 3, 3’ sugli elementi di supporto 2 e di questi ultimi sulle viti da impianto.
E’ evidente che sono state descritte solo alcune forme particolari di realizzazione della presente invenzione, cui l’esperto dell’arte sarà in grado di apportare tutte quelle modifiche necessarie per il suo adattamento a particolari applicazioni, senza peraltro discostarsi dall’ambito di protezione della presente invenzione.
RIVENDICAZIONI
l. Dispositivo di connessione (1) comprendente un elemento di supporto (2) e un elemento di connessione (3, 3’) per una protesi, detto elemento di connessione (3, 3’) essendo accoppiabile a detto elemento di supporto (2), in cui l’elemento di supporto (2) comprende una porzione di base (7), su cui è disposta una porzione conica (8), caratterizzato dal fatto che tra la porzione di base (7) e la porzione conica (8) è formato uno spallamento (12) che presenta una porzione di arresto (13) per impedire la rotazione relativa dell’elemento di connessione (3, 3’) attorno ad un asse longitudinale (X) rispetto all’elemento di supporto (2), in cui la porzione di arresto (13) comprende un cambio di inclinazione della superficie dello spallamento (12) lungo la circonferenza a formare un profilo convesso o a cuneo oppure un profilo concavo o a V.
2. Dispositivo di connessione (1) secondo la rivendicazione 1, in cui la porzione conica (8) comprende un primo foro (9-9a) avente un asse (Y) ed un secondo foro (10), filettato internamente, avente detto asse (X) inclinato rispetto all’asse (Y) del primo foro (9-9a).
Dispositivo di connessione secondo la rivendicazione 2, in cui la porzione conica (8) comprende una superficie conica (11) le cui rette generatrici passano per un punto sull’asse (X).
ispositivo di connessione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 3, in cui l’elemento di connessione (3, 3’) comprende una porzione di accoppiamento (15) con l’elemento di supporto (2), da cui si estende una porzione di ancoraggio (16) per una protesi, in cui detta porzione di accoppiamento (15) ha una forma complementare alla porzione conica (8) dell’elemento di supporto (2) e presenta un bordo (18) avente un profilo ad accoppiamento di forma con lo spallamento (12).
ispositivo di connessione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 4, in cui l’elemento di connessione (3, 3’) comprende un foro passante longitudinale (17) che permette l’introduzione di una vite di fissaggio (5) per l’elemento di supporto (2).
ispositivo di connessione (1) secondo la rivendicazione 4 o 5, in cui la porzione di ancoraggio (16) comprende sulla sua superficie esterna una tacca di riferimento (20). ispositivo di connessione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 4 a 6, in cui l’elemento di connessione (3’) comprende sulla porzione di accoppiamento (15) un foro passante (27) tale da risultare in allineamento con il foro (9-9a) della porzione conica (8) dell’elemento di supporto (2) quando quest’ultimo e l’elemento di connessione (3’) sono montati insieme.
ispositivo di connessione (1) comprendente un elemento di supporto (2) e un elemento di connessione (3’) per una protesi, detto elemento di connessione (3’) essendo accoppiabile a detto elemento di supporto (2), in cui l’elemento di supporto (2) comprende una porzione di base (7), su cui è disposta una porzione conica (8) comprendente un primo foro (9-9a) ed un secondo foro (10), filettato internamente, ed in cui l’elemento di connessione (3’) comprende una porzione di accoppiamento (15) con l’elemento di supporto (2), da cui si estende una porzione di ancoraggio (16) per una protesi, caratterizzato dal fatto che la porzione di accoppiamento (15) comprende un foro passante (27) tale da risultare in allineamento con il foro (9-9a) della porzione conica (8) dell’elemento di supporto (2) quando quest’ultimo e l’elemento di connessione (3’) sono montati insieme.
9. Kit di progettazione e realizzazione di una protesi fissa multipla, comprendente:
- uno o più elementi di supporto (2) come definiti in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti;
- uno o più elementi di connessione (3) non forati come definiti in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti;
- uno o più elementi di connessione (3’) forati come definiti in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti;
- opzionalmente, una o più barre (29) in materiale duttile, ad esempio una resina o un metallo;
- opzionalmente, una o più tavolette per base (31);
- opzionalmente, una o più viti di fissaggio (4, 5) per gli elementi di supporto (2) ad un impianto (I) e per gli elementi di connessione (3, 3’) agli elementi di supporto (2);
- opzionalmente, un quantitativo di resina autobloccante.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI l. Dispositivo di connessione (1) comprendente un elemento di supporto (2) e un elemento di connessione (3, 3’) per una protesi, detto elemento di connessione (3, 3’) essendo accoppiabile a detto elemento di supporto (2), in cui l’elemento di supporto (2) comprende una porzione di base (7), su cui è disposta una porzione conica (8), caratterizzato dal fatto che tra la porzione di base (7) e la porzione conica (8) è formato uno spallamento (12) che presenta una porzione di arresto (13) per impedire la rotazione relativa dell’elemento di connessione (3, 3’) rispetto all’elemento di supporto (2).
  2. 2. Dispositivo di connessione (1) secondo la rivendicazione 1, in cui la porzione di arresto (13) comprende un cambio di inclinazione della superficie dello spallamento (12) a formare un profilo convesso o a cuneo oppure un profilo concavo o a V.
  3. 3. Dispositivo di connessione (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui la porzione conica (8) comprende un primo foro (9-9a) avente un asse (Y) ed un secondo foro (10), filettato internamente, avente un asse (X) inclinato rispetto all’asse (Y) del primo foro (9-9a).
  4. 4. Dispositivo di connessione secondo la rivendicazione 3, in cui la porzione conica (8) comprende una superficie conica (11) le cui rette generatrici passano per un punto sull’asse (X).
  5. 5. Dispositivo di connessione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 4, in cui l’elemento di connessione (3, 3’) comprende una porzione di accoppiamento (15) con l’elemento di supporto (2), da cui si estende una porzione di ancoraggio (16) per una protesi, in cui detta porzione di accoppiamento (15) ha una forma complementare alla porzione conica (8) dell’elemento di supporto (2) e presenta un bordo (18) avente un profilo ad accoppiamento di forma con lo spallamento (12).
  6. 6. Dispositivo di connessione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 5, in cui l’elemento di connessione (3, 3’) comprende un foro passante longitudinale (17) che permette l’introduzione di una vite di fissaggio (5) per l’elemento di supporto (2).
  7. 7. Dispositivo di connessione (1) secondo la rivendicazione 5 o 6, in cui la porzione di ancoraggio (16) comprende sulla sua superficie esterna una tacca di riferimento (20).
  8. 8. Dispositivo di connessione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 5 a 7, in cui l’elemento di connessione (3’) comprende sulla porzione di accoppiamento (15) un foro passante (27) tale da risultare in allineamento con il foro (9-9a) della porzione conica (8) dell’elemento di supporto (2) quando quest’ultimo e l’elemento di connessione (3’) sono montati insieme.
  9. 9. Dispositivo di connessione (1) comprendente un elemento di supporto (2) e un elemento di connessione (3’) per una protesi, detto elemento di connessione (3’) essendo accoppiabile a detto elemento di supporto (2), in cui l’elemento di supporto (2) comprende una porzione di base (7), su cui è disposta una porzione conica (8) comprendente un primo foro (9-9a) ed un secondo foro (10), filettato internamente, ed in cui l’elemento di connessione (3’) comprende una porzione di accoppiamento (15) con l’elemento di supporto (2), da cui si estende una porzione di ancoraggio (16) per una protesi, caratterizzato dal fatto che la porzione di accoppiamento (15) comprende un foro passante (27) tale da risultare in allineamento con il foro (9-9a) della porzione conica (8) dell’elemento di supporto (2) quando quest’ultimo e l’elemento di connessione (3’) sono montati insieme.
  10. 10. Kit di progettazione e realizzazione di una protesi fissa multipla, comprendente: - uno o più elementi di supporto (2) come definiti in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti; - uno o più elementi di connessione (3) non forati come definiti in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti; - uno o più elementi di connessione (3’) forati come definiti in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti; - opzionalmente, una o più barre (29) in materiale duttile, ad esempio una resina o un metallo; - opzionalmente, una o più tavolette per base (31); - opzionalmente, una o più viti di fissaggio (4, 5) per gli elementi di supporto (2) ad un impianto (I) e per gli elementi di connessione (3, 3’) agli elementi di supporto (2); - opzionalmente, un quantitativo di resina autobloccante.
  11. 11. Metodo per la progettazione e la realizzazione di una protesi fissa multipla, detto metodo comprendendo le fasi di: (a) applicare alla gengiva di un paziente almeno tre punti di riferimento (28), detti punti di riferimento essendo preferibilmente piccole semi-sfere in materiale plastico adese alla mucosa mediante adesivi cutanei; (b) eseguire una prima scansione digitale vestibolare del cavo orale del paziente con gli almeno tre punti di riferimento (28), in modo da ottenere una immagine digitale vestibolare del cavo orale; (c) avvitare ad ognuno degli impianti (I) presenti nel cavo orale un dispositivo di connessione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-9 comprendente un elemento di supporto (2) associato con un elemento di connessione (3’) forato; (d) eseguire una seconda scansione digitale completa del mascellare o della mandibola, in modo da ottenere un’immagine digitale completa del cavo orale con i dispositivi di connessione (1) montati; (e) sagomare una barra (29) in materiale duttile in modo da collegare i vari dispositivi di connessione (1) montati nel cavo orale e fissarla a detti dispositivi (1), mediante ad esempio una resina autopolimerizzante, in modo da ottenere una dima (30); (f) rimuovere la dima (30) dal cavo orale disconnettendo gli elementi di connessione (3’) forati dagli elementi di supporto (2); (g) rimuovere gli elementi di supporto (2) dai rispettivi impianti (I); (h) montare gli elementi di supporto (2) su degli analoghi degli impianti (I) presenti nel cavo orale e riposizionare la dima (30) su di essi; (i) posizionare la dima (30) su una base (31), sulla quale gli analoghi degli impianti (I) vengono fissati ad esempio mediante una resina autopolimerizzante, ottenendo un modello (32) con l’esatta copia della posizione degli impianti inseriti nel cavo orale del paziente; (l) progettare detta protesi fissa multipla sulla base delle immagini digitali acquisite nelle fasi (b) e (d).
  12. 12. Metodo secondo la rivendicazione 11, in cui detta fase (l) comprende i seguenti passaggi: i) confronto delle immagini digitali vestibolari del cavo orale del paziente derivanti dalla prima e dalla seconda scansione; ii) progettazione della protesi fissa multipla (34) mediante sistemi CAD/CAM sulla base del raffronto della fase i) in modo da ottenere un file di progetto; iii) realizzazione della protesi fissa multipla (34) sulla base della progettazione al punto ii), in cui detta realizzazione della protesi viene condotta con metodiche automatizzate di fresatura o stampa 3D a partire dal file di progetto elaborato nella fase ii).
  13. 13. Metodo secondo la rivendicazione 11 o 12, comprendente ulteriormente i seguenti passaggi: - rimuovere dal modello (32) la dima (30) con gli elementi di connessione (3’) forati e montare sui relativi elementi di supporto (2) del modello (32) gli elementi di connessione (3) non forati; - montare la protesi fissa multipla (34) sugli elementi di connessione (3) del modello (32) e fissarla ad essi ad esempio tramite incollaggio con mastici odontoiatrici; - svitare gli elementi di connessioni (3), e quindi la protesi (34) ad essi solidale, dal modello (32); - Rimontare la dima (30) con gli elementi di connessione (3’) forati sul modello (32); - rimuovere dal modello (32) la dima (30) unitamente agli elementi di supporto (2), utilizzando il foro (27) degli elementi di connessione (3’) per lo svitamento dagli analoghi degli impianti (I); - riposizionare nel cavo orale del paziente la dima (30), fissando gli elementi di supporto (2) agli impianti (I); - rimuovere la dima (30) svitando gli elementi di connessione (3’) dagli elementi di supporto (2); - montare sugli elementi di supporto (2) nel cavo orale del paziente la protesi (34).
  14. 14. Metodo per la progettazione di una protesi fissa multipla in sostituzione di una protesi mobile, detto metodo comprendendo le fasi di: A) montare sugli impianti (I) posizionati su un’arcata gengivale del cavo orale di un paziente i dispositivi di connessione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-9, comprendenti gli elementi di supporto (2) unitamente agli elementi di connessione (3’) forati, in cui, prima del serraggio, gli elementi di supporto (2) vengono ruotati sugli impianti (I) in modo da far assumere al relativo elemento di connessione (3’) la posizione più palatale possibile; B) adattare la vecchia protesi mobile o una sua copia agli elementi connessione (3’) montati, praticando in essa appositi fori (33); C) eseguire ulteriori fori nella vecchia protesi o nella sua copia in posizione vestibolare e palatale; D) sostituire nel cavo orale del paziente gli elementi di connessione (3’) forati con gli elementi di connessione (3) non forati; E) montare la vecchia protesi mobile forata secondo B) e C) sugli elementi di connessione (3) non forati e fissarla ad essi, ad esempio mediante resina autopolimerizzante; F) prendere l’impronta della mucosa gengivale inserendo nei fori vestibolari e palatali secondo la fase C) del silicone protesico; G) rimuovere la vecchia protesi mobile assieme all’impronta della mucosa gengivale svitando gli elementi di connessione (3) dai rispettivi elementi di supporto (2), realizzando quindi una dima con l’impronta delle mucose e con la registrazione occlusale tra mascellare e mandibola utilizzando il tavolato occlusale della vecchia protesi; H) montare sulla dima realizzata nella fase G) degli analoghi delle viti da impianto (6) fissati sugli elementi di supporto (2); I) realizzare il modello in gesso dell’arcata dentale del paziente e della sua antagonista.
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