ITBO20090135A1 - Struttura antifurto per il parcheggio di cicli - Google Patents

Struttura antifurto per il parcheggio di cicli

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ITBO20090135A1
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Stefano Berra
Giuseppe Conti
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Stefano Berra
Giuseppe Conti
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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione concerne una struttura antifurto per il parcheggio dei cicli.
Attualmente, il parcheggio di biciclette e simili è realizzato mediante catene e lucchetti o altri dispositivi antifurto similari.
Questo tipo di parcheggio risulta sostanzialmente scomodo e, inoltre, in zone di particolare interesse (stazioni, scuole, ecc..), determina una disposizione disordinata dei cicli.
In alcune aree attrezzate sono previste rastrelliere destinate ad accogliere una delle due ruote. La bicicletta alle quali assicurare le biciclette, sempre mediante l’utilizzo di catene, lucchetti e simili.
In tutti i casi, il parcheggio risulta relativamente scomodo e non garantisce un grado di sicurezza sufficientemente elevato contro i furti. Scopo della presente invenzione è quello di fornire una struttura antifurto per il parcheggio di cicli.
Scopo del presente trovato è quello di fornire una struttura antifurto che consenta il parcheggio di biciclette in modo sicuro, comodo e secondo un ordine prestabilito.
A questo risultato si è pervenuti in conformità dell’invenzione adottando l’idea di realizzare una struttura avente le caratteristiche descritte nella rivendicazione 1. Altre caratteristiche sono oggetto delle rivendicazioni dipendenti.
Tra i vantaggi della presente invenzione vi sono i seguenti:
- il parcheggio della bicicletta è estremamente rapido;
- la struttura garantisce un elevato grado di sicurezza contro il furto della intera bici, ma anche delle sue parti; infatti, secondo forme di attuazione che saranno descritte in seguito, è possibile vincolare con sicurezza il telaio, le due ruote, la sella;
- la struttura in oggetto è realizzata in modo da risultare estremamente resistente;
- l’utilizzo di una pluralità di strutture in conformità dell’invenzione, unite fra loro in maniera regolata, consente di razionalizzare i parcheggi, migliorando le modalità di parcheggio e rendendo più ordinate le zone destinate a tale scopo;
- la possibilità, da parte di enti o aziende, di fornire in “affitto” aree di sosta per bicicletta attrezzate con le strutture in oggetto ed ubicate in zone nevralgiche (stazioni, uffici, scuole, ecc..), determinando un incremento delle persone che si muovono su tali mezzi invece che su mezzi a motore termico, con riduzione dell’inquinamento;
- la struttura può essere utilizzata in abbinamento con differenti mezzi di fissaggio, ad esempio con lucchetti di tipo noto o con chiavi elettroniche e/o magnetiche;
- la possibilità di avere una catena supplementare per vincolare altre parti della bici (ad esempio porzioni di telaio) oppure oggetti (ad esempio il casco).
Questi ed ulteriori vantaggi e caratteristiche della presente invenzione saranno più e meglio compresi da ogni tecnico del ramo dalla descrizione che segue e con l’aiuto degli annessi disegni, dati quale esemplificazione pratica del trovato, ma da non considerarsi in senso limitativo, nei quali:
− le Figg. 1, 2 sono due schematiche viste prospettiche, da differenti angolazioni, di un possibile esempio di realizzazione di una struttura per il parcheggio di biciclette realizzata in conformità dell’invenzione;
− le Figg. 3, 4, 5 mostrano l’esempio di cui alle Figg.1 e 2, rappresentato, rispettivamente, in una vista in pianta (Fig.3), in una vista frontale (Fig.4), ed in una vista laterale (Fig.5);
− le Figg. 6, 7 sono relative, rispettivamente, ad una vista frontale ed una vista laterale, di una porzione di telaio fisso facente parte dell’esempio illustrato nelle Figg. 1-5;
− le Figg. 8, 9 sono relative, rispettivamente, ad una vista in pianta ed una vista laterale, di un primo elemento di bloccaggio associato al telaio fisso e facente parte dell’esempio illustrato nelle Figg. 1-5 (in Fig.8 l’elemento 3 è rappresentato ribaltato rispetto alla Fig.3); − le Figg. 10, 11 sono relative, rispettivamente, ad una vista in pianta ed una vista laterale, di un secondo elemento di bloccaggio associato al telaio fisso, scorrevole rispetto al medesimo, facente anch’esso parte dell’esempio illustrato nelle Figg. 1-5;
− le Figg. 12, 13, 14 sono relative ad una vista frontale (Fig.12), ad una vista laterale (Fig.13) e, rispettivamente, ad una vista in pianta (Fig.14), ed una vista laterale, di un terzo elemento di bloccaggio associato al telaio fisso ed utilizzabile per bloccare la sella del ciclo; − le Figg. 15, 16 sono relative, rispettivamente, ad una vista laterale ed una vista in pianta di una possibile forma alternativa di attuazione dell’invenzione.
Facendo riferimento ai disegni allegati, nella sua definizione più generale, una struttura antifurto(1) per il parcheggio di cicli realizzata secondo l’invenzione comprende:
- un telaio fisso (2), ancorabile stabilmente al terreno o ad un’altra struttura inamovibile;
- una coppia di elementi di bloccaggio (3, 4; 3’, 4’), supportati dal detto telaio fisso (2), e mobili reciprocamente tra loro in modo da risultare posizionabili in una configurazione di chiusura per avvolgere due corrispondenti porzioni del ciclo vincolando le medesime porzioni al detto telaio fisso (1);
- mezzi risolvibili di fissaggio agenti su almeno un elemento di detta coppia di elementi di bloccaggio (3, 4; 3’, 4’), atti a vincolare stabilmente lo stesso elemento al telaio.
Con riferimento all’esempio delle Figg.1-14, gli elementi (3, 4) sono conformati sostanzialmente a gancio. In pratica, ciascuno di tali elementi (meglio visibili nelle Figg. 8-9 e 10-11) possono essere realizzati in un unico pezzo metallico, risultando così estremamente resistenti alle sollecitazioni.
Un primo elemento (3) è fissato solidale al telaio fisso (2), mentre il secondo elemento (4) è scorrevole rispetto al telaio fisso (2) in modo da variare la propria distanza rispetto al primo elemento. In questo modo è possibile ammorsare, con i ganci presentati dai due corrispondenti porzioni delle ruote del ciclo. Infatti, i ganci presentati dai due elementi (3, 4) si sviluppano secondo curve disposte su piani sostanzialmente orizzontali, con le concavità (31, 41) rivolte reciprocamente contraffacciate. Le concavità (31) e (41) costituiscono le sedi in cui vengono accolte le ruote della bicicletta, facendo interagire una porzione della parte interna di ciascun cerchio della ruota con il corrispondete gancio presentato dall’elemento (3) e (4). In pratica, facendo riferimento alla disposizione mostrata nelle Figg.1-3, una ruota della bicicletta (ad esempio la ruota anteriore) viene inserita nel gancio (3) in modo da andare in battuta con la parte interna del cerchio contro lo stesso gancio (3). L’altra ruota, invece, viene portata in corrispondenza del secondo gancio (4), ad esempio facendo passare lo stesso gancio (4) tra i raggi; l’ammorsamento viene realizzato avvicinando il secondo gancio (4) al primo (3), definendo una configurazione di bloccaggio nella quale la porzione interna del cerchio della parte posteriore della ruota anteriore è in battuta contro il primo gancio (3), mentre la porzione interna del cerchio della parte anteriore della ruota posteriore è in battuta contro il secondo gancio (4). La configurazione di bloccaggio viene stabilmente mantenuta grazie ai mezzi risolvibili di fissaggio, meglio descritti in seguito.
In particolare, il telaio fisso (2) è provvisto di una guida cava (20) all’interno della quale è scorrevole la porzione prossimale (40) del detto secondo elemento (4).
La guida (20) è disposta orizzontalmente in appoggio su due montanti (21) che la fissano al terreno. In particolare, i due montanti (21) sono solidali a corrispondenti basi (23) vincolabili al terreno tramite tasselli o altri organi di fissaggio. Le basi (23) possono anche essere differentemente conformate; ad esempio, possono essere costituite da blocchi di calcestruzzo, di agglomerati cementizi, ecc.. La guida (20) è provvista di un primo foro passante (24) e di un secondo foro passante (25), disposti su differenti quote rispetto all’asse longitudinale della guida (20).
Ad una estremità della guida (20) viene fissato, ad esempio mediante saldatura, il primo elemento (3), la cui porzione prossimale (30) risulta inserita all’interno della stessa guida, solidale alla medesima.
La suddetta porzione prossimale (40) del secondo elemento (4) è provvista di una pluralità di fori (44) i quali sono disposti ad una quota corrispondente all’asse longitudinale della stessa porzione (40). Quando la porzione prossimale (40) è inserita all’interno della guida (20), i fori (44) risultano ad una quota corrispondente al foro (24). In questo modo, inserendo un perno o un altro organo a sviluppo prevalentemente longitudinale all’interno del foro (24) viene bloccato lo scorrimento dell’elemento (4) rispetto alla guida (20), cioè il blocco della struttura nella configurazione di chiusura. Il blocco può essere realizzato in differenti modi. Ad esempio, può essere inserito lo stelo o l’arco di un lucchetto; oppure può essere previsto un attuatore (29) che, in seguito alla lettura di un codice contenuto su una chiave elettronica o magnetica (K), inserisce un perno (28) all’interno del foro (24). L’attuatore, che è rappresentato solo schematicamente in Fig. 4, sarà provvisto di un lettore per schede magnetiche, chiavette o altri supporti per codici, in modo da determinare, in funzione della lettura eseguita l’abbassamento o il sollevamento del perno (28), ovvero la chiusura o l’apertura della struttura.
L’estrazione completa del secondo elemento (4) dalla guida (20) è impedita dalla presenza di un perno inserito nel detto foro passante (25) della guida (20). La porzione (40) dell’elemento (4), in prossimità della sua estremità prossimale, cioè dell’estremità destinata a rimanere stabilmente interna alla guida (20), presenta una sezione ridotta (42) che si estende per un valore prestabilito ed è perciò delimitata, da entrambi i lati da porzioni a sezione normale. Tale sezione ridotta (42) è disposta ad una quota corrispondente a quella del detto foro (25). In fase di montaggio della struttura, una volta che l’elemento (4) è entrato nella guida (20), viene inserito, in modo inamovibile, un perno nel foro (25): in questo modo lo scorrimento dell’elemento (4) rispetto alla guida (20) è limitato alla corsa definita dalla porzione a sezione minore (42).
Nell’esempio illustrato nelle Figg.1-14, la struttura (1) è provvista di un terzo elemento di bloccaggio (5) destinato a vincolare la sella del ciclo al telaio fisso (2).
Il terzo elemento di bloccaggio (5) comprende un coprisella (50) supportato da un corpo tubolare (51) scorrevole rispetto ad un corrispondente corpo cavo (22) solidale al telaio fisso (2). In pratica, il corpo cavo (22) è un elemento tubolare saldato e solidale ad uno dei montanti (21) del telaio fisso (2).
Sono previsti mezzi (49) per il bloccaggio stabile del detto corpo tubolare (51) all’interno del corpo cavo (22). Il corpo tubolare (51) è infatti provvisto di una pluralità di fori radiali passanti (55) disposti allineati, lungo lo sviluppo longitudinale del corpo (51), a differenti quote verticali, in corrispondenza di un foro presentato dal detto corpo cavo (22). Il detto secondo elemento di bloccaggio (4) ha un corrispondente perno (49) il quale, quando il secondo elemento (4) è in posizione di chiusura, risulta inserito nel detto foro del corpo (22) ed in uno dei detti fori (55) del corpo tubolare (51). In questo modo, viene impedito lo scorrimento (verticale) del corpo tubolare (51) rispetto al corpo cavo (22): in pratica la sella della bicicletta non può essere sollevata e, allo stesso tempo, risulta protetta dalla pioggia. L’elemento (4) può avere un’appendice arrotondata (48) in modo da definire una maniglia per facilitare ulteriormente le operazioni di bloccaggio e sbloccaggio dell’elemento tubolare (51). Inoltre, il coprisella (50), che è realizzabile in metallo, può avere un bordo rivolto verso il basso in modo da proteggere meglio la sella. Inoltre, per una maggiore protezione dai furti, può risultare utile parcheggiare la bicicletta con la sella nella posizione più bassa, cioè nella configurazione in cui è inserita il più possibile nel tubo verticale della bici.
Come visibili nei disegni, l’elemento tubolare (51) nel suo sviluppo longitudinale presenta una serie di curve che ne facilitano l’accostamento alla bicicletta.
L’elemento tubolare (51), quando il perno (49) non è inserito in uno dei fori (55), può ruotare rispetto al corpo cavo (22) per facilitare le operazioni di “copertura” della sella. La rotazione dell’elemento coprisella (5) è limitata: infatti è previsto un perno (58), disposto radialmente rispetto all’elemento tubolare (51) e fuoriuscente dal corpo stesso per un valore tale da intercettare il montante (21) del telaio (2) quando il coprisella (50) è disposto nella posizione corretta, cioè quando copre la sella. In pratica, facendo riferimento alla disposizione di Fig.1, l’elemento tubolare (51) (quando è sbloccato, cioè quando il perno 49 non è inserito in uno dei fori 55) può ruotare bidirezionalmente come indicato dalla freccia (R) e nella rotazione in senso orario termina la sua corsa quando il perno (58) va in battuta contro il montante (21). I detti mezzi risolvibili di fissaggio possono comprendere, in aggiunta a quanto previsto in precedenza, una catena metallica (6) atta ad avvolgere almeno una porzione del telaio del ciclo. La catena (6) è schematicamente rappresentata in Fig. 4 e può essere stabilmente fissata in una estremità al telaio (2) (ad esempio con saldatura) ed avere l’altra estremità libera, da fissare, ad esempio, allo stesso perno o allo stesso lucchetto che blocca lo scorrimento dell’elemento (4) rispetto alla guida (20).
Nelle Figg. 5 e 16 è mostrata una forma alternativa di attuazione dell’invenzione. In questo caso, la struttura antifurto (1’) ha almeno una coppia di elementi (3’, 4’) formata da elementi flessibili, costituiti, ad esempio, da cavi in acciaio, catene, ecc.. Ciascuno degli elementi flessibili è provvisto di una porzione prossimale o interna (35’, 45’) stabilmente inserita in una corrispondente sede (22’) presentata dal detto telaio fisso (2’) al quale risulta stabilmente vincolata, e di un’estremità distale (33’, 44’) da associare all’estremità distale dell’altro elemento e/o ad un punto del telaio fisso (2’) tramite mezzi risolvibili di fissaggio che possono essere costituiti, ad esempio, da un lucchetto.
Gli elementi (3’, 4’) sono parzialmente estraibili dalla detta sede così da essere posizionabili in una configurazione attiva, nella quale sono estratti ed associati tra loro per vincolare il ciclo, ed una configurazione di riposo, nella quale sono retratti ed inseriti all’interno della detta sede. In pratica, la porzione (35’, 45’) può essere elasticamente cedevole, oppure essere provvista di una molla, o di un pistone idraulico in modo da consentire l’estrazione con fuoriuscita parziale dell’elemento (3’) o (4’) dalla sede (22’) per consentire di bloccare la bici ed il corrispondente ritorno all’interno quando lo stesso elemento non è utilizzato.
In entrambi gli esempi di realizzazione (1 e 1’) descritti ed illustrati nei disegni allegati si è fatto riferimento ad una struttura “singola”. Nell’uso della struttura, però, la stessa costituirà preferibilmente un “modulo” di una struttura più complessa, formata da una pluralità di strutture singole associate tra loro, destinate ad accogliere una corrispondente pluralità di biciclette. In particolare, tali strutture complesse saranno provviste di basi comuni che si sviluppano per tutta l’area destinata al parcheggio. Le basi, come nel caso della struttura singola, potranno essere in metallo, in cemento, blocchi di legno, ecc.., potendo integrarsi anche con altri componenti di arredo urbano quali, panchine, vasi per piante, ecc..
I particolari di esecuzione possono comunque variare in maniera equivalente nella forma, dimensioni, disposizione degli elementi, natura dei materiali impiegati, senza peraltro uscire dall'ambito dell'idea di soluzione adottata e perciò restando nei limiti della tutela accordata dal presente brevetto.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Struttura antifurto per il parcheggio di cicli, caratterizzata dal fatto che comprende: - un telaio fisso (2), ancorabile stabilmente al terreno o ad un’altra struttura inamovibile; - una coppia di elementi di bloccaggio (3, 4; 3’, 4’), supportati dal detto telaio fisso (2), e mobili reciprocamente tra loro in modo da risultare posizionabili in una configurazione di chiusura per avvolgere due corrispondenti porzioni del ciclo vincolando le medesime porzioni al detto telaio fisso (1); - mezzi risolvibili di fissaggio agenti su almeno un elemento di detta coppia di elementi di bloccaggio (3, 4; 3’, 4’), atti a vincolare stabilmente lo stesso elemento al telaio.
  2. 2. Struttura antifurto secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che i detti elementi (3, 4) sono conformati sostanzialmente a gancio, un primo elemento (3) essendo fissato solidale al telaio fisso (2), il secondo elemento (4) essendo scorrevole rispetto al telaio fisso (2) in modo da variare la propria distanza rispetto al primo elemento, così da ammorsare, con i ganci presentati dai due corrispondenti porzioni delle ruote del ciclo.
  3. 3. Struttura antifurto secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che i ganci (30, 40) presentati dai detti elementi (3, 4) si sviluppano secondo curve disposte su piani sostanzialmente orizzontali, con le concavità rivolte reciprocamente contraffacciate.
  4. 4. Struttura antifurto secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che il detto telaio fisso (2) è provvisto di una guida cava (20) all’interno della quale è scorrevole la porzione prossimale (40) del detto secondo elemento (4), detti mezzi risolvibili di fissaggio essendo agenti tra detta guida (20) e detta porzione prossimale (41).
  5. 5. Struttura antifurto secondo la rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che la detta porzione prossimale (40) è provvista di una pluralità di fori (44) intercettabili da un perno o da un mezzo simile inseribile in un corrispondente primo foro (24) presentato dalla guida (20) e dal fatto che detta porzione (40) dell’elemento (4), in prossimità della propria estremità destinata a rimanere interna alla guida (20), presenta una parte (42) che si estende per un valore prestabilito che è impegnata da un secondo perno inserito in un corrispondente secondo foro (25) presentato dalla guida (20) in modo da impedire l’estrazione completa dell’elemento (4) dalla guida (20).
  6. 6. Struttura antifurto secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che è provvista di un terzo elemento di bloccaggio (5) destinato a vincolare la sella del ciclo al telaio fisso (2), detto terzo elemento di bloccaggio comprendendo un coprisella (50) supportato da un corpo tubolare (51) scorrevole rispetto ad un corrispondente corpo cavo (22) solidale al telaio fisso (2), essendo previsti mezzi (49) per il bloccaggio stabile del detto corpo tubolare (51) all’interno del corpo cavo (22).
  7. 7. Struttura antifurto secondo le rivendicazioni 2 e 6, caratterizzata dal fatto che detto corpo tubolare (51) è provvisto di una pluralità di fori radiali passanti (55) disposti, a differenti quote verticali, in corrispondenza di un foro presentato dal detto corpo cavo (22) e dal fatto che detto secondo elemento di bloccaggio (4) ha un perno (49) il quale, quando il secondo elemento (4) è in posizione di chiusura, risulta inserito nel detto foro del corpo (22) ed in uno dei detti fori (55) del corpo tubolare (51).
  8. 8. Struttura antifurto secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che i detti mezzi risolvibili di fissaggio comprendono una catena metallica atta ad avvolgere almeno una porzione del telaio del ciclo.
  9. 9. Struttura antifurto secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che i detti mezzi risolvibili di fissaggio comprendono un lettore di chiave magnetica e/o elettronica.
  10. 10. Struttura antifurto secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la detta coppia di elementi (3’, 4’) è formata da elementi flessibili ciascuno dei quali è provvisto di una porzione prossimale (35’, 45’) stabilmente inserita in una corrispondente sede (22’) presentata dal detto telaio fisso (2) al quale è vincolata, e di un’estremità distale (33’, 44’) da associare all’estremità distale dell’altro elemento e/o ad un punto del telaio fisso (1) tramite i detti mezzi risolvibili di fissaggio e dal fatto che i detti elementi (3’, 4’) sono parzialmente estraibili dalla detta sede così da essere posizionabili in una configurazione attiva, nella quale sono estratti ed associati tra loro per vincolare il ciclo, ed una configurazione di riposo, nella quale sono retratti ed inseriti all’interno della detta sede.
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