IT9067376A1 - Dispositivo di accensione per motori a combustione interna, particolarmente per il rilievo di mancate accensioni - Google Patents
Dispositivo di accensione per motori a combustione interna, particolarmente per il rilievo di mancate accensioniInfo
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Description
DESCRIZIONE dell'invenzione industriale dal titolo: "Dispositivo di accensione per motori a combustione interna, particolarmente per il rilievo di mancate accensioni"
RIASSUNTO
Il dispositivo comprende un avvolgimento primario (SI) su cui viene accumulata l'energia di accensione, destinata ad essere trasferita in modo cadenzato su un avvolgimento secondario (S^) con rispettivi trasformatori elevatori di tensione (T1 a T4) agenti fra detto avvolgimento secondario (S^) e le candele di accensione (SPI a SP4). In serie al diodo (DI) percorso da corrente quando avviene il trasferimento di energia verso le candele è disposto un resistore amperometrico (RI). Ad ogni accensione corrisponde la presenza di un picco di tensione ai capi di tale resistore (RI), per cui la mancata rilevazione della presenza di tale picco (di solito convertito in un segnale ad onda quadra) identifica l'assenza dell'evento di accensione. (FIGURA 3).
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente invenzione sì riferisce in generale ai dispositivi di accensione per motori a combustione interna.
L'applicazione delle norme antinquinamento, progressivamente divenute sempre più severe, hanno portato alla necessità oi utilizzare, sulle vetture con motori a benzina, sistemi di accensione sempre più sofisticati, in grado di garantire una corretta combustione della miscela aria-combustibile anche nelle condizioni più gravose di impiego. Ciò, oltre che per problemi di guidabilità e di comfort di guida, anche per garantire il rispetto dei limiti imposti dalle norme e soprattutto per evitare un rapido decadimento dell'efficienza di conversione nella marmitta catalitica, molto sensibile alla presenza di prodotti incombusti .
Tuttavia, nonostante le precauzioni adottate, può accadere , per saltuari malfunzionamenti dell'elettronica o per falsi contatti sul cablaggio o per imbrattamento delle candele, che avvengano sporadiche perdite di scintilla. Anche se questo evento molto spesso non viene avvertito dall'automobilista medio, risulta molto importante poter diagnosticare immediatamente il fenomeno e segnalare tempestivamente la necessità di manutenzione dell'impianto.
Per rilevare la mancata accensione (ovvero il fatto che in una determinata candela non è scoccata la scintilla di accensione) sono già stati proposti in passato diversi sistemi.
Ad esempio, nei sistemi di accensione con bobina singola per ogni candela è possibile prevedere che il terminale dell'avvolgimento secondario opposto alla rispettiva candela di accensione, invece di essere collegato al rispettivo avvolgimento primario, venga fatto convergere verso la centralina di accensione e collegato a massa tramite un resistore. La corrente di arco (o di scintilla) si chiude quindi a massa attraverso tale resistore determinando al suo passaggio una tensione impulsiva, fedele riproduzione della corrente di arco, suscettibile di essere utilizzata a fini diagnostici per rilevare l'assenza di accensione.
Questa soluzione presenta diversi inconvenienti, fra i quali si possono ricordare:
- l'aumento dei disturbi a radiofrequenza;
- la necessità di avere un cablaggio più complesso, con corrispondenti incrementi di costo;
- la necessità di disporre dì terminali aggiuntivi sui connettori della centralina di accensione; e
- un'intrinseca pericolosità della soluzione in quanto, se non viene garantito il collegamento perfetto fra i vari terminali in gioco, possono insorgere scariche elettriche che, nei casi peggiori, possono avvenire anche all'interno della centralina di accensione, con possibile grave danneggiamento della stessa.
In una soluzione equivalente, si può prevedere di trasferire il resistore di rilevazione all'esterno della centralina. In questo caso nasce però la necessità ulteriore di prevedere un sistema di montaggio per tale resistore, permanendo tutti gli altri inconvenienti sopra elencati.
La soluzione testé descritta non è applicabile nei sistemi cosiddetti a scintilla persa, non essendo più disponibile (come noto) un capo dell'avvolgimento ad alta tensione, essendo entrambi i capi collegati unicamente ai due terminali ad alta tensione delle due candele servite.
L'azione di rilevazione della mancata accensione può essere tuttavia condotta con una certa efficacia anche su detti schemi. Tali sistemi prevedono l'impiego di una bobina di accensione a doppia uscita in alta tensione per ogni coppia di candele. In questo caso l'azione diagnostica può essere, fatta applicando su una delle due uscite in alta tensione un sensore capacitivo ad anello, in grado di rilevare gli impulsi di alta tensione inviati alle candele. Una soluzione di questo tipo è descritta, ad esempio, nella domanda italiana dì brevetto per invenzione industriale 67010-A/87 di titolarità della stessa Richiedente.
Questa soluzione, seppur vantaggiosa, non va esente da taluni inconvenienti. Fra questi sì possono citare, ad esempio:
- la presenza di un cablaggio abbastanza complesso (nel caso di un motore a quattro cilindri è necessario predisporre almeno due fili dì ritorno verso la centralina di accensione) ;
- il costo aggiuntivo (anche se abbastanza contenuto) del sensore ad anello che potrebbe al limite essere annegato nella resina del camino della bobina, peraltro dando origine a problemi di isolamento;
- una certa difficoltà di elaborazione dei segnali rilevati; e
- un incremento dei disturbi irradiati.
La presente invenzione mira a rimediare agli inconvenienti sopra espressi, ricorrendo in via preferenziale ad uno schema circuitale del tipo di quello descritto nella precedente domanda italiana di brevetto per invenzione industriale 67084-A/89 e nella corrispondente domanda di brevetto europeo 90830037.9, entrambe di titolarità della stessa Richiedente.
I principi basilari di funzionamento di tale soluzione precedente sono richiamati nella figura 1 dei disegni annessi , corrispondente alla figura 5 della domanda italiana e della domanda europea sopra citate.
In tale figura, il riferimento indica la tensione di batteria utilizzata per caricare, sotto il controllo di un Darlington D con associato un diodo Zener D di limimitazione z
della sovratensione di apertura, l'avvolgimento primario di una bobina B. Questo componente è costituito da un'impedenza mutua avente un rapporto spire primario/spire secondario unitario o sostanzialmente unitario.
L'avvolgimento secondario della bobina B è collegato al primario di rispettivi trasformatori elevatori di tensione senza traferro montati direttamente Bulle candele di accensione. Nello schema della figura 1 è illustrato uno solo di tali trasformatori elevatori di tensione (indicato con T^ ed associato ad una candela di accensione SP^) presentante numeri di spire dell'avvolgimento primario e dell'avvolgimento secondario rispettivamente pari a e N^.
L'eccitazione dei trasformatori associati alle candele (T^ nel presente caso) è controllata da rispettivi interruttori elettronici (ad esempio il triac TRI illustrato nello schema) opportunamente pilotati per garantire una corretta sequenza di accensione.
In serie al secondario è collegato un resistore R per limitare la corrente di prepolarizzazione dei trasformatori associati alle candele (T ) ad un valore B . Con DI è 1 max
indicato un diodo di cortocircuito del resistore R nella fase di trasferimento dell'energia verso le candele. Con C è indicato un condensatore collegato fra il collettore e l'emettitore del Darlington, per limitare nell'istante di commutazione (off) del Darlington, il valore di dV/dt presente sull'interruttore TRI.
L'eccitazione del Darlington D e del triac TR^ viene controllata, secondo criteri di per sè noti, da una centralina di comando.
La bobina B ha la funzione di immagazzinare, ad ogni ciclo (180° di rotazione del motore) l'energia elettromagne-2
tica di eccitazione E = 1/2 LI .
Tale energia viene poi scaricata bloccando la conduzione del Darlington D e, avendo preventivamente chiuso il rispettivo interruttore elettronico TRI, trasferita tramite il corrispondente trasformatore TI alla candela SPI su cui è previsto debba avvenire la scarica (scintille).
La sequenza di attivazione in chiusura (conduzione) del triac (TRI) associato a ciascuna candela (SPI) viene attuata in modo far sì che il rispettivo trasformatore/elevatore di tensione (Tl) venga attivato soltanto poco dopo l'istante di inizio, della conduzione del Darlington D, in modo da evitare (o quantomeno da ridurre) l'insorgenza di picchi spuri sulle candele durante la fase di pre-polarizzazione.
La peculiarità del circuito di figura 1 risiede nel fatto che, grazie alla bobina ausiliaria B, durante la fase di carica, è possibile prepolarizzare ciascun trasformatore (Tl) delle candele a B , dunque con un flusso opposto a max
quello che viene applicato durante la scarica.
Le figure 2a e 2b (corrispondenti alle figure 6e e 6h della domanda italiana 67084-A/89 della corrispondente domanda europea 90830037.9), riproducono l'andamento della forma d'onda della corrente i circolante fra il secondario della bobina B ed il primario del trasformatore (o di uno qualsiasi degli altri trasformatori associati alle candele) durante il. trasferimento dell'energia di accensione. Il diagramma della figura 2b riproduce invece un tipico andamento della corrente d'arco i indotta sulla rispettiva candela (ad es. SPI).
Per la comprensione dell'andamento temporale della corrente i (naturalmente ripetuto ciclicamente per ogni evento di accensione a partire da un ideale istante 0 che precede di un intervallo dato - scelto secondo criteri noti che non richiedono qui di essere richiamati - l'istante in cui sì desidera abbia luogo l'evento di accensione) vale quanto segue.
- Intervallo 0 - tl (conduzione del Darlington D, con conseguente crescita dell'intensità della corrente nel primario SI sino ad un valore massimo, sino all'istante tl di inizio blocco del Darlington):
la corrente i corrisponde in pratica alla somma della corrente di prepolarizzazione di Tl più la corrente dì perdita nel ferro;
- intervallo tl - t2 (generazione,- per effetto del-1 interruzione della corrente sul primario SI, di un elevata tensione di prearco sul secondario N2 sino al valore dì perforazione del dielettrico all'istante t2):
si realizza l'inversione del eegno dì i per effetto della inversione della tensione VP ed capi del primario del trasformatore elevatore di tensione Tl;
- intervallo t2-t3 (scarica):
la corrente i corrisponde in pratica alla eorama della corrente d'arco riportata nel rapporto spire al primario di Tl , della corrente magnetizzante e della corrente di perdita nel ferro; il picco che si nota all'istante t2 determinato dalla scarica del condensatore C attraversa il primario della bobina ausiliaria B quando innesca l'arco;
- istante t3 (annullamento della corrente di scarica-spegnimento dell'arco):
la corrente i corrisponde alla somma della corrente magnetizzante più la corrente di perdita, e decresce lentamente per essere poi portata a 0 all'istante di innesco del successivo triac (associato ad un'altra candela).
In modo più specifico la presente invenzione mira a rendere possibile con estrema semplicità e facilità, senza ricorso a componenti circuitali complesse, l'azione di rilevazione della mancata accensione in un circuito del tipo di quello descritto nelle figure 1 e 2.
Secondo la presente invenzione, tale scopo viene raggiunto grazie ad un dispositivo di accensione avente le caratteristiche richiamate in modo specifico nelle rivendicazioni che seguono.
L'invenzione verrà ora descritta, a puro titolo di esempio non limitativo, con riferimento ai disegni annessi, nei quali:
- le figure 1 e 2 sono già state descritte in precedenza,
- la figura 3 illustra la configurazione circuitale di un dispositivo secondo l'invenzione, e
- le figure 4 e 5 sono ulteriori diagrammi temporali che illustrano l'andamento di segnali presenti nel dispositivo secondo l'invenzione.
Lo schema circuitale di figura 3 rappresenta nel complesso una generalizzazione dello schema di figura 1 illustrato con riferimento all'applicazione ad un motore a quattro cilindri. In tale motore sono pertanto presenti quattro candele di accensione SPI, SP2, SP3 e SP4 alimentate ciascuna da un rispettivo trasformatore elevatore di tensione (Tl, T2, T3 e T4) controllato - secondo i criteri già descritti in precedenza - da un rispettivo interruttore elettronico (tipicamente un triac) TRI, TR2, TR3 e TR4.
In corrispondenza dell'accensione in ciascuna candela, la corrente i e la corrente di arco i presenteranno il tipico andamento illustrato nella figura 2.
In termini essenziali, la presente invenzione si basa sulla osservazione del fatto che nell'intervallo t2-t3 (durata d'arco), considerando trascurabile - come senz'altro è lecito fare - sia la corrente magnetizzante, sia le perdite nel ferro, la corrente i è nient'altro che la ripetizione della corrente d'arco i , amplificata nel rapporto spire del or
rispettivo trasformatore Tl, T2, T3 e T4. Ciò appare evidente dal confronto dei diagrammi delle figure 2a e 2b.
La presenza o meno di tale corrente (che percorre il diodo DI) permette quindi di stabilire con sicurezza se nella candela interessata è scoccata la scintilla oppure no e quanto sia stata la durata dell'arco.
Il modo più semplice per rilevare tale corrente è l'inserzione, in serie al diodo D , di un resistore RI fungente da rivelatore amperometrico. Il resistore RI presenta di solito un valore molto contenuto (ad esempio 100 milliohm) al fine di limitare la caduta di tensione che essa comporta. La tensione che appare ai capi del resistore RI (tipicamente fra il terminale collegato al catodo del diodo DI ed il punto di maesa del circuito avrà quindi, in presenza di una scintilla, l'andamento riportato schematicamente nella figura 4.
Tale figura riproduce un diagramma in cui l'ascissa è una scala dei tempi allineata con la scala dei tempi delle figure Za, Zb e l'ordinata è una scala in tensione che indica l'andamento della tensione V ai capi del resistore R .
r 1 Tale tensione può essere facilmente trasferita ad un circuito comparatore (ad esempio un circuito di trigger 1) allo scopo di generare un segnale in uscita ad onda quadra VI dì frequenza uguale alla frequenza di scintilla del motore. Un eventuale "buco" nel segnale di uscita dal comparatore, destinato ad essere trasferito verso la centralina di accensione U, sarà quindi segno dì mancata scintilla e potrà essere facilmente rilevato e monitorato, eventualmente in vista dì una segnalazione all'esterno. La centralina U (provvista al riguardo di una opportuna programmazione, realizzata secondo principi noti) potrà infatti mettere a confronto il segnale in uscita dal comparatore 1 con quello utilizzato per attivare (triggerare) il Darlington D e verificare che ad ogni impulso di trigger in ingresso corrisponda un impulso di uscita, segnalando all'esterno - come indicazione diagnostica di mancata accensione, la mancanza di uno o più impulsi di uscita VI.
Questa soluzione permette di realizzare un'efficace azione di monitoraggio senza dare Origine ad alcuna complicazione sul cablaggio del sistema e senza predisporre connettori aggiuntivi sulla centralina. L'elaborazione viene fatta sul circuito di baesa tensione, senza rischi di scariche e di altri eventi pericolosi, e senza aumentare ì disturbi a radiofrequenza irradiati. Oltretutto la soluzione sì caratterizza per un ridotto costo di implementazione.
Oltre a ciò, la soluzione secondo l'invenzione si presta ad un ulteriore sviluppo.
Al riguardo è noto che, per avere una buona combustione, è necessario garantire una durata d'arco non inferiore a determinati valori caratteristici imposti dal tipo di motore.
Possibili cause della eccessiva diminuzione della durata d'arco possono essere l'imbrattamento delle candele o la richiesta dì una maggiore tensione di break-down (come nel caso di funzione in over-boost dei motori sovralimentati).
La soluzione qui descritta consente di valutare con buona approssimazione la durata della scarica, e quindi di intervenire per un suo incremento in caso di criticità.
Infatti la durata (tempo di ON)t 3⁄4I del segnale V, in ON 1 uscita dal comparatore 1 ·, per il modo in cui la forma d'onda è stata ricavata, può essere senz'altro reso proporzionale (con un'adeguata regolazione del valore di soglia impostato sull'ingresso dì riferimento 2 del comparatore 1, alla durata di scintilla (durata dell'intervallo t2-t3), Dalla misura della durata di tale intervallo (misura che può essere condotta senza difficoltà dalla centralina U) si può quindi capire se la combustione è corretta oppure no. Qualora la durata dell'intervallo di arco venga giudicata insufficiente, può essere previsto (anche qui secondo criteri noti) un modo per incrementare l'energia immagazzinata nella bobina ausiliaria B aumentando la corrente che percorre il suo primario. Aumenta di conseguenza l'energia disponibile alle candele e quindi la durata della scintilla.
Naturalmente , fermo restando il principio dell 'inverizione, i particolari di realizzazione e le forme di attuazione potranno essere ampiamente variati rispetto a quanto descritto ed illustrato, senza per questo uscire dall'ambito della presente invenzione.
Claims (1)
- RIVENDICAZIONI 1. - Dispositivo dì accensione per motori a combustione interna caratterizzato dal fatto che comprende: - mezzi ad impedenza mutua (B) con un avvolgimento primario (SI) ed un avvolgimento secondario (S2), detto avvolgimento secondario essendo destinato ad alimentare almeno un ramo di accensione con almeno una rispettiva candela di accensione (SPI a SP4), - mezzi di eccitazione (V . D) per accumulare su detto B avvolgimento primario (S^) un'energia di accensione data e per trasferire detta energia in modo cadenzato su detto avvolgimento secondario (S^), in cui detto almeno un ramo di accensione comprende un rispettivo trasformatore elevatore di tensione (TI a T4) agente su detto avvolgimento secondario (Sg) e detta almeno una rispettiva candela di accensione (SPI a SP4) con rispettivi mezzi di attivazione (TRI a TR4) suscettibili di determinare selettivamente (U) il trasferimento di detta energia di accensione verso il trasformatore elevatore di tensione, per lo svolgimento di un ciclo di accensione, - mezzi amperometrici (RI) sensìbili all'intensità della corrente (i) che attraversa detto avvolgimento secondario (S^) all'atto del trasferimento di detta energia di accensione verso detto almeno un rispettivo trasformatore elevatore di tensione (TI a T4), e - mezzi rilevatori (1) collegati a detti mezzi amperometrici (RI) per rilevare l'eventuale assenza di passaggio della corrente attraverso detto avvolgimento secondario (S^) all'atto di detto trasferimento dì energia di accensione detta eventuale assenza dì passaggio di corrente essendo indicativa di un evento di mancata accensione. 2. - Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi araperometricì sono costituiti da un resistere (RI) attraversati da detta corrente U ). 3. - Dispositivo secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto resistore (RI) è collegato in serie a detto avvolgimento secondario (S2). 4. - Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1 a 3, caratterizzato dal fatto che fra detto avvolgimento secondario (S^) e detto almeno un ramo di accensione è interposto un resistore (R) per limitare il valore iniziale della corrente di pre-polarizzazione in detto almeno un trasformatore elevatore di tensione (T1-T4) e dal fatto che a detto ulteriore resistore è associato un diodo (DI) di corto circuito per cortocircuitare detto ulteriore resistore (R) stesso durante il trasferimento di detta energia di accensione verso il trasformatore elevatore di tensione (TI a T4) e dal fatto che detti mezzi amperometrici (RI) sono disposti elettricamente in serie a detto diodo di cortocircuito (DI). 5. _ Dispositivo secondo una qualBiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che detti mezzi rilevatori comprendono un circuito sagomatore d'impulso (1) per convertire il segnale amperometrico fornito da detti mezzi amperometrici (RI) in un segnale impulsivo (VI), la cui eventuale assenza è indicativa di un evento di mancata accensione. 6. - Dispositivo secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detto circuito sagomatore d'impulso (1) è sostanzialmente costituito da un circuito comparatore suscettibile di confrontare il segnale amperometrico fornito da detti mezzi amperometrici (RI) con un livello di soglia (2) cosi da generare un segnale impulsivo (VI) la cui durata è indicativa della durata dell'intervallo dì (T2-T3) di applicazione della corrente di accensione alle candele. 7. - Circuito secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detti mezzi rivelatori (1) sono suscettibili di generare un segnale impulsivo (VI) la cui durata è indicativa della durata dell'intervallo (t2 - t3) di applicazione della corrente di accensione alle candele e dal fatto che al circuito sono associati mezzi di retroazione (U) per controllare almeno uno fra detti mezzi'di eccitazione {V , D) e detti mezzi di attivazione (TRI a TR4) 5 per regolare la durata di detto intervallo di applicazione della corrente di accensione alle candele (SP1-SP4). 8. - Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che detti mezzi ad impedenza mutua presentano un rapporto di spire fra detto avvolgimento primario (S^) e detto avvolgimento secondario (S^) sostanzialmente unitario. 9. - Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che detti rispettivi mezzi di attivazione (TRI a TR4) attivano il rispettivo trasformatore elevatore di tensione (TI a T4) poco dopo l'inizio della conduzione di detti mezzi di eccitazione (D). 11 tutto sostanzialmente come descrìtto ed illustrato e per gli scopi specificati.
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