IT202000008983A1 - Metodo di produzione di prodotti delle api ad alto valore aggiunto - Google Patents

Metodo di produzione di prodotti delle api ad alto valore aggiunto Download PDF

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Descrizione del brevetto per invenzione industriale avente titolo:
?Metodo di produzione di prodotti delle api ad alto valore aggiunto?
Campo dell?invenzione
La presente invenzione si riferisce ad un metodo innovativo per far produrre alle api prodotti ad elevato valore aggiunto, caratterizzato da elevata efficienza produttiva in termini quantitativi. Il valore aggiunto si riferisce a tutti i prodotti normalmente biotrasformati dalle api , tra i quali il miele, il polline, la pappa reale, la propolis, la cera , secrezioni varie (compreso il veleno) e tutto ci? che l?ape ? in grado di assimilare e trasformare , e consiste nell?aumento del contenuto e della distribuzione delle componenti molecolari di rilievo che sono alla base della attivit? farmacologico nutrizionale dei prodotti stessi.
Descrizione dello stato della tecnica
L?indebolimento delle api in genere per diverse cause, le alterazioni climatiche e la ridotta efficienza produttiva derivante da fattori ambientali e inquinamento hanno ridotto drasticamente non solo la vita media di un alveare ma compromesso la produttivit? degli stessi e le caratteristiche del prodotto dell?alveare, sia esso miele, pappa reale, polline, propolis o cera, ma non solo. Esistono vari brevetti il cui contributo allo stato della tecnica ? consistito nel supplementare alle api sostanze atte a rafforzare o curare le api, oppure produrre derivati ricchi in componenti che le api normalmente non utilizzano.
Possiamo citare il brevetto WO 2017/013661 A1 che descrive la produzione di mieli speciali arricchiti di additivi derivati dalla canapa quali THC e CBD ma non solo, o il brevetto WO 2006/080019 A1 che prevede la somministrazione di sangue e derivati di mammifero alle api per ottenere mieli ritenuti utili nel trattamento chemioterapico, o il brevetto RU2129361C1 che descrive mieli ottenuti da alveari nutriti con estratti di alfalfa, bean tree, eucaliptus, anice ed altri per produrre miele ad elevata attivit? biologica, o il brevetto LT 6672 B che prevede il mantenimento dello stato di salute delle api somministrando alle api supplementi a base di erbe in particolare sea buckthorn berries . Il brevetto US2011039001 A1 descrive un metodo per produrre un alimento per le api, mentre il brevetto CN108419757A descrive un metodo per supplementare le api durante fasi invernali nonch?? fornire nutrienti .
Innanzitutto appare che questi metodi di per se assolvono solo a generare vantaggi o per le api o per l?uomo ma non per entrambi.
Di fatto i brevetti che rivendicano metodi per migliorare in qualche modo le api non necessariamente sono utili all?uomo , e viceversa quelli che rivendicano utilit? per l?uomo (come la possibilit? di produrre miele contenente THC) di fatto non sono utili per le api che , come noto, non gradiscono queste sostanze.
Vi sono molte sostanze che turbano il comportamento delle api, alterano il loro metabolismo (ad esempio amidi di varia natura e derivati oligo e polisaccaridici pi? o meno complessi) ci? nonostante sono somministrati dagli apicoltori di tutto il mondo specie durante le stagioni fredde.
Lo stato dell?arte, ad oggi, non ha contemplato l?importanza assoluta di migliorare la efficienza produttiva delle api e conseguentemente il valore aggiunto dei loro prodotti tutti, attraverso la semplice quanto innovativa supplementazione di quelle molecole e frazioni complesse che le api vedono comparire nel proprio metaboloma naturale. Questa ? la grande innovativit? apportata dalla presente invenzione.
Garantendo alle api disponibilit? di quelle componenti che sono essenziali nel loro metabolismo e compaiono nel metaboloma delle stesse, evitando sostanze estranee allo stesso (novit? ed innovativit? rispetto lo stato dell?arte raggiunto prima delle presente invenzione) ? possibile stravolgere il potenziale di un alveare non solo aumentando in modo esponenziale la sua produttivit? standard ma incrementando illimitatamente: il valore nutrizionale, il potenziale nutritivo e farmacologico del prodotto ottenuto (e quindi il valore aggiunto del prodotto ottenuto) , che pu? essere elaborato dall?ape semplicemente perch?? essa dispone di quel che cerca, necessita e con questo metodo viene fornito . La presente invenzione consiste nel metodo per far produrre prodotti ad alto valore aggiunto dalle api.
Sommario dell?invenzione:
Il metodo rivendicato dalla presente invenzione ? in grado di soddisfare contemporaneamente tre obiettivi , consistenti in: 1) aumentare la efficienza produttiva delle api (ovvero consentire ad un alveare di produrre quantit? di prodotto assai superiori rispetto quelle si potrebbe produrre senza adottare il metodo qui riportato) ;
2) conferire notevole valore aggiunto ai prodotti delle api attraverso la stimolazione delle stesse a produrne con elevata complessit? molecolare (aspetto qualitativo) e con un contenuto di nutrienti (aspetto quantitativo) elevato da garantire non solo gli aspetti nutrizionali ma anche quelli farmacognostici a detti componenti collegati ;
3) consentire alle api di biotrasformare materie prime gradite (comprese quelle prodotte dalle api stesse) al fine di produrre prodotti ad elevato valore aggiunto sfruttando con efficienza e il potenziale intrinseco di dette materie prime , e la capacit? di biotrasformazione (operata dall?ape) delle stesse. Relativamente questo ultimo punto si evidenzia come sia possibile con questo metodo addirittura far biotrasformare alle api prodotti apistici naturali standard (in particolare il miele, la pappa reale, la propolis e la cera) per ottenere prodotti apistici qualitativamente superiori per spettro e quantitativo di nutrienti e principi farmacologicamente attivi.
Detti principi attivi sono spesso carenti in prodotti a basso valore aggiunto per diversi motivi che spaziano dalla limitata disponibilit? di componenti molecolari precursori idonei all?ape (nell?ambiente in cui si trovano), oppure impegno metabolico gravoso che richiede una efficienza e forza dell?alveare nel suo complesso estreme, e quindi non plausibili in alveari deboli. E? risaputo che il miele prodotto qualche decennio fa avesse caratteristiche organolettiche in termini di intensit? e distribuzione degli aromi infinitamente superiore all?attuale: indice della perdita di tantissime componenti molecolari, che con questo metodo si cerca di recuperare e addirittura esaltare il pi? possibile, fornendo alle api le risorse di cui necessitano, da un punto di vista molecolare.
I tre obiettivi menzionati sono complessivamente raggiunti intervenendo sulla disponibilit? dei nutrienti critici per l?alveare che hanno in tal modo a disposizione le componenti pure molecolari e le frazioni e derivati naturali a spettro quali-quantitativo variabile che complessivamente rendano disponibili alle api (senza particolare limitazione) i nutrienti principalmente ricercati. Queste componenti molecolari sono inserite dalle api tal quali (o metabolizzate per propria necessit?) o biotrasformate e rappresentano componenti ad elevato valore aggiunto entro i prodotti elaborati dalle api cos? gestite. Detti elaborati dall?ape sono disponibili all?apicoltore per il recupero senza minimamente alterare le risorse dell?alveare stesso che dispone sempre di queste componenti critiche per la propria salute e funzionalit?.
In questo modo non solo si ottengono prodotti ad altissimo valore aggiunto ma gli alveari sono forti e la specie viene aiutata a resistere a malattie e cause di indebolimento vario.
Il ricorso alla stimolazione con opportuni campi elettrici pulsati coadiuva la supplementazione di cui sopra sinergizzando e contribuisce , come parte integrante del metodo qui rivendicato, a facilitare la attivit? dell?alveare nella sua totalit? di aspetti e funzioni.
Descrizione dettagliata dell?invenzione:
Attraverso la presente invenzione ? possibile ottenere vari vantaggi contemporaneamente circa la produzione da parte delle api dei propri prodotti , consistenti in: 1) elevata efficienza produttiva, 2) contenuto qualiquantitativo dei componenti salienti (dai quali dipende il valore del prodotto) , 3) possibilit? di utilizzare come sorgente di nutrienti materia prima economicamente competitiva. Le procedure complessivamente rivendicate come parte del presente brevetto possono anche essere solo parzialmente adottate , raggiungendo in tal modo solo alcuni vantaggi selettivamente. Tutti gli obiettivi sono raggiunti attraverso il lavoro delle api che grazie alla presente invenzione vengono messe nelle condizioni per poter raggiungere efficienze fino ad ora impensabili.
Il processo qui rivendicato si fonda su questi aspetti: 1) stimolazione delle api , 2)appagamento delle api , 3) supplementazione dei nutrienti richiesti dalle api.
La prima fase ? la stimolazione che aumenta per brevi istanti l?aggressivit? dell?alveare nel suo complesso come elemento stressorio per aumentare la produttivit?.
La procedura prevede il ricorso a un campo elettrico dove intensit?, duty cycle, frequenza e forma d?onda possono essere modulati allo scopo di stimolare in modo opportuno l?alveare anche in base alle condizioni dell?alveare stesso o alle condizioni ambientali.
Alveari particolarmente deboli o condizioni ambientali caratterizzate da bassa temperatura imporranno stimolazioni ridotte mentre alveari forti potranno essere maggiormente stimolati per aumentare notevolmente la predisposizione a produrre se, alla fase di stimolazione, viene sempre associata la supplementazione nutrienti sotto dettagliata. Da prove in campo si ? rilevato che la stimolazione con campo elettrico una volta al giorno per una durata di pochi secondi ? sufficiente ad allertare l?alveare ed aumentare la produttivit?.
La procedura viene effettuata posizionando tra il nido dell?alveare (base dell?alveare contenente i telai da nido) ed il primo melario sovrastante (contenente i telai da melario per la raccolta del miele) una griglia escludiregina per impedire alla regina di salire nei melari (depositando covata), con la conseguente riduzione dello spazio disponibile per il deposito del miele da parte delle api bottinatrici. Questa procedura ? effettuata normalmente dagli apicoltori. I termini alveare, melario, nido, escludi-regina, regina, bottinatrice, telai sono termini noti ed usuali allo stato dell?arte della apicoltura.
Questo escludi-regina deve essere in metallo (conduttore) e pu? essere realizzato ,come normalmente reperibile, in ferro galvanizzato o acciaio inox o materiale elettricamente conduttore in genere, ma non pu? essere in materiale plastico dato non elettricamente conduttore. Viene utilizzato normalmente dagli apicoltori nelle stesse modalit? ma ? modificato semplicemente attraverso la perimetrale applicazione per circa 3cm del proprio lato, su tutti i lati e su entrambe le facciate, di un nastro isolante in neoprene dello spessore variabile tra 1 e 2 mm circa avente scopo di isolare la griglia dal contatto con il legno sottostante (alveare/nido) e sovrastante (melario) . Questo isolamento rappresenta una accortezza che aumenta la efficienza del processo di stimolazione in campo elettrico ma non ? indispensabile e pu? quindi essere evitata dato queste superfici (di legno) sono solitamente rivestite da cere di diverso tipo che hanno una costante dielettrica molto alta e quindi azione isolante. Il nastro applicato favorisce la asportazione ad ogni controllo, della rete escludi-regina.
Detto escludi-regina viene collegato al generatore elettrico ed ? in ogni sua parte equipotenziale.
Diversamente dalla trappole per la raccolta del veleno di api che presentano zone dove vi sono elementi conduttori distanti pochi mm l?uno dagli altri a diverso potenziale di modo che le api muovendosi sopra subiscano uno shock elettrico che le costringe a rilasciare il veleno dall?addome, in questo caso la superficie ove le api si spostano ed attraversano (escludi-regina) essendo tutta in metallo ? equipotenziale in ogni punto.
Esiste solo una differenza di potenziale tra l?escludi-regina e l?ambiente circostante.
Nel momento in cui le api si avvicinano a detto escludi-regina o lo attraversano non sono sottoposte ad una differenza di potenziale tra punti diversi dell?escludi-regina.
Quindi durante l?attraversamento dell?escludi-regina le api si trovano allo stesso potenziale dello stesso.
L?elevata impedenza delle api e delle superfici di contatto con le quali vengono a contatto le api all?interno dell?alveare (rivestite di cere) ? tale da abbattere la intensit? di corrente che pu? attraversare l?esoscheletro dell?ape nel momento in cui si trova a contatto sia con l?escludi-regina sia con altre superfici (direttamente o indirettamente a mezzo di altre api con le quali ? in contatto) e questo consente di limitare la stimolazione a valori utili ad essere uno stimolo di natura praticamente ormetica.
Ovvero indurre nelle api adattamento a stimoli di ridotta intensit? con effetto attivatore sull?attivit? complessiva dell?alveare.
Dal punto di vista costruttivo il generatore ? costituito da un qualsiasi sistema in grado di produrre una differenza di potenziale opportuna. La soluzione pi? semplice consiste nel utilizzare un piccolo inverter ad onda quadra alimentato da una batteria (a tensione opportuna quale ad esempio 12-48 volt e capacit? adeguata in base al numero di alveari ) e con questo inverter alimentare pi? alveari contemporaneamente. L?escludi-regina di tutti gli alveari ? collegato ad un polo dell?inverter mentre l?altro polo al terreno con piccolo dispersore metallico piantato nel terreno. La potenza richiesta massima rilevata ? di circa 10 watt per ogni alveare e questa potenza ? rappresentata dalla potenza massima rilevata di fatto dispersa durante la fase di stimolazione, ovvero la corrente dispersa dall?escludi-regina entro la struttura dell?alveare stesso. Poich?? la procedura di stimolazione dura mediamente circa 10 secondi al giorno, con una periodicit? che pu? essere scelta dall?apicoltore, il consumo effettivo per alveare ? inferiore ai 50 milliwatt al giorno. La regolazione avviene a mezzo temporizzatore digitale che ha un consumo praticamente trascurabile. Pertanto anche considerando rendimenti dell?inverter ridotti consentendo l?uso di modelli ultra economici ad onda quadra, una modesta batteria a 12 volt avente capacit? di soli 10 Ah potrebbe alimentare (tramite modesto inverter da 250 Voltampere di potenza resa) 10 alveari per circa 1 mese. Sono possibili soluzioni alternative pi? complesse che possono prevedere un generatore di funzione che genera il segnale (forma onda) voluto o un oscillatore che genera un?onda quadra (o qualsiasi altra forma d?onda) a frequenza e duty cycle controllabili, i quali a mezzo di Igbt o mosfet possono generare un segnale di adeguata potenza (10watt/picco per alveare) . Siccome la frequenza attorno ai 50Hz sembra infastidire maggiormente le api ed essendo questa frequenza la pi? facile da ottenere con strumentazioni economiche reperibili ovunque (inverter 12 volt DC-220volt AC 50Hz) , questa si considera la soluzione pi? pratica e facile da adottare in campo. Sono state testate frequenze fino a 70 KHz e sembra che l?efficacia del metodo aumenti (all?aumentare della frequenza) se di pari passo aumenta la tensione. Lavorando a frequenze superiori , dell?ordine dei KHz, ovviamente la dimensione dei componenti induttivi crolla, consentendo generatori dalle dimensioni ridotte. Dal punto di vista della sicurezza operativa in pratica l?apicoltore manualmente o tramite temporizzatore , giornalmente attiva una scarica della durata media di 10 secondi circa, sufficiente a stimolare le api per tutta la giornata. Sono possibili varianti che prevedono stimolazione ripetuta durante le prime ore del giorno in particolare. Il processo di stimolazione consistente nel mantenere la griglia escludi-regina alimentata (sotto tensione) per un periodo prescelto che pu? avere una durata variabile in base a condizioni ambientali , stato dell?alveare e grado di stimolazione voluto. La durata ? in genere compresa nel range 1 secondo-120 secondi e pu? essere ripetuta mediamente da 1 volta al giorno fino a 1 volta ogni ora durante le ore diurne. Le condizioni rilevate essere funzionali prevedono una sola stimolazione al giorno della durata di circa 10 secondi, idealmente all?inizio della giornata (1 ora dopo l?alba) , ma possono essere modulate dall?apicoltore.
La tensione applicata all?escludi-regina e prodotta dal generatore pu? essere compresa tra i 2 volt e i 1000 volt, preferibilmente compresa tra 5 volt e 250 volt. La tensione ritenuta pi? pratica corrisponde a 200-240 volt, per la possibilit? di generarla semplicemente attraverso l?utilizzo di economici inverter reperibili a costi trascurabili in mercato e destinati normalmente alla pesca o a gruppi di continuit? e sono facilmente alimentabili con batterie a 12 volt o dall?auto direttamente . Il segnale generato (funzione onda) pu? essere di tipo AC (passa per lo zero) o di tipo DC (non passa per lo zero). Nel caso in particolare di segnali di tipo DC il duty cycle pu? essere compreso tra 1 e 99% , preferibilmente tra 30 e 95%. Segnali di tipo AC si sono rivelati pi? idonei, con forma d?onda sinusoidale o quadra o simulata. La soluzione pi? semplice pertanto prevede utilizzare un invertitore di frequenza (di quelli ad onda quadra o sinusoidale utilizzati per convertire tensione continua DC fornita da batterie o pannelli solari in tensione alternata a 50 o 60 Hz di frequenza) come generatore di tensione per alimentare l?escludi-regina. La frequenza del generatore di tensione pu? essere compresa tra pochi Hz e 100Khz , ma ? preferibile una frequenza compresa tra 40 Hz e 30 KHz circa. La frequenza ritenuta pi? efficace nonch?? pratica da ottenere anche a partire da pannelli solari o batterie ? quella di 50-60Hz tramite invertitori di frequenza (inverter) reperibili ovunque ed entro un range di potenze molto ampio che copre qualsiasi tipo di apiario.
L?escludi-regina ? inserito all?interno dell?alveare e pertanto non esistono punti di contatto con l?apicoltore durante la stimolazione con campo elettrico, quindi anche tensioni elevate non richiedono comunque precauzioni se non la disattivazione del sistema quando si apre l?alveare: infatti l?alveare non ? conduttore e quindi anche il contatto con lo stesso con operatore anche casuale non pu? determinare flusso di corrente percepibile.
Al termine della stimolazione le api devono rilevare una condizione di appagamento che consente alle stesse di operare in modo vigoroso ed efficiente.
A tal fine interviene la parte pi? importante della presente invenzione ovvero la supplementazione dei nutrienti per consentire all?alveare di non avere mai condizioni di carenza bens? rilevare una situazione di abbondanza e quindi predisporre all?accumulo dei prodotti delle api, dal miele alla pappa reale, propolis, polline e cera.
E? possibile incrementare con il presente metodo la efficienza di un alveare anche di oltre 10 volte (rispetto condizioni che non adottano il metodo) nel caso di alveari in climi temperati. Ma adottando il presente metodo in condizioni artificiali ovvero con alveari in ambienti controllati dove le risorse vengono costantemente messe a disposizione, ? possibile arrivare a produzioni assai superiori. La velocit? stessa di formazione della cera da parte delle api diventa altissima dato non sono mai in condizioni di carenza e questo indipendentemente dalle risorse ambientali disponibili.
Il contenuto di elementi critici quali i polifenoli in particolare, che le api utilizzano nel proprio metabolismo, reperibili dalla flora e biotrasformati o inseriti tal quali nei prodotti da esse elaborati diventa elevatissimo grazie a questo metodo innovativo, aumentando il valore aggiunto del prodotto ottenuto. Tutto questo indipendentemente dalla stagione , dalla flora (quantit? e qualit?) e dalla reperibilit? di questi nutrienti particolari che in condizioni normali solo certe specie (flora) in determinate condizioni ambientali sono in grado di fornire.
Da prove sperimentali in campo infatti si ? riusciti a produrre mieli con contenuto in polifenoli superiore a 2500mg/kg . La produzione di mieli contenenti dagli 800 a 1600 mg/kg di polifenoli ? possibile, grazie al presente metodo, anche con condizioni climatiche e disponibilit? di flora non favorevoli. E soprattutto ? possibile modulare il profilo polifenolico e quindi le caratteristiche antiossidanti ed anti-radicaliche del miele prodotto. Dal punto di vista prettamente anti radicalico-antiossidante ? possibile produrre mieli con un contenuto di componenti anti radicalici ed antiossidanti altissimo , di natura non necessariamente polifenolica .
Il potenziale antiossidante, anti radicalico, batteriostatico, battericida/antibatterico, antivirale e antimicotico dei prodotti delle api dipende in buona misura da componenti che intrinsecamente posseggono queste propriet? e la cui presenza nei prodotti delle api conferisce agli stessi le medesime propriet?.
Relativamente il contenuto di detti componenti farmacologicamente attivi, con il presente metodo (anche in assenza di condizioni ambientali particolarmente favorevoli o flora idonea) possono essere quindi elaborati dalle api prodotti con contenuti ed una distribuzione assai superiori a quelli ottenibili da alveari gestiti in modalit? standard nelle condizioni pi? favorevoli immaginabili ed in presenza di flora ricca in polifenoli.
La procedura tecnica vera e propria di supplementazione agli alveari dei nutrienti, prevede la somministrazione preferenziale di quei nutrienti che appartengono alla sfera del metaboloma dell?ape, preferibilmente di origine naturale. Pertanto relativamente i nutrienti base si prende in considerazione principalmente il miele ,che viene supplementato agli alveari ad libitum, al fine di consentire agli stessi di disporre di una sorgente energetica senza limitazione.
Questo supplemento viene per comodit? utilizzato come veicolo per i nutrienti specifici (polifenoli, terpeni, Sali minerali, proteine, lipidi, vitamine feromoni ed altri nel metaboloma dell?ape) .
La somministrazione pu? avvenire con classico nutritore posto sopra il melario contenente la miscela di miele e nutrienti supplementati ovvero per distribuzione giornaliera nell?alveare del prodotto sulle superfici o spargimento o versamento, o ancora con pannelli interni carichi di prodotto o tramite vasche di nutrimento poste tra nido inferiore e melari superiori caratterizzate da vaschette contenenti il nutriente sopra il quale tramite una griglia o piattaforma galleggiante sullo stesso, di spessore opportuno affinch?? le api possano spostarsi senza rimanere intrappolate nel prodotto stesso ma nel contempo suggere il nutrimento sottostante. Qualsiasi soluzione per mettere a disposizione alle api i nutrienti ? idonea. Anche dosatori esterni all?alveare a livello costante con superficie per consentire all?ape di suggere il nutrimento senza annegare o rimanere intrappolata nello stesso causa adesivit? in genere molto elevata.
La composizione del nutrimento prevede il ricorso a miscele costituite da miele preferibilmente o secrezioni delle piante ivi compresa la melata in tutte le sue forme o essudati della flora, e nutrienti vari che spaziano dalle proteine (polline o idrolizzati di siero di latte privi di lattosio o pappa reale stessa di scarto ad esempio) ovvero altre sorgenti che apportino gli stessi aminoacidi presenti nella pappa reale o nel metaboloma dell?ape. I polifenoli e numerosi terpeni sono supplementati partendo da sorgenti naturali quali le piante che li contengono, sia in forma disidratata e macinata dispersa nel miele o in forma preconcentrata. Frazioni polifenoliche isolate a partire da sorgenti naturali, in qualsiasi forma , grado e purezza sono contemplabili.
Vi sono tra i nutrienti contemplati pure matrici oligosaccaridiche e polisaccaridiche ricercate dalle api e antiossidanti di natura lipofila o idrofila che sono estremamente graditi dalle api quando somministrati.
Matrici poli ed oligo saccaridiche supplementate rendono il miele prodotto fortemente pre-biotico.
Fonti di polisaccaridi sono in particolare funghi e derivati ma non solo. Ad esempio i beta glucani dell?avena sono graditi.
Le api non gradiscono invece gli amidi e gli idrolizzati di amidi quali le destrine a diverso grado di polimerizzazione, dato alterano la loro funzione digestiva con un crollo della produttivit? e salute dell?alveare.
Il supplemento ideale ? rappresentato dal miele o melata , come nutriente intrinseco e veicolo di tutti gli altri nutrienti supplementati e parte del metaboloma dell?ape ovvero dei prodotti da essa elaborati.
Fonti di polifenoli sono soprattutto piante e derivati pi? o meno purificati delle stesse, in particolare le api ricercano tutti gli esteri dell?acido cinnamico e idrossiderivati dell?acido cinnamico in forma libera, di estere o di glucoside, feniletilico in particolare, i flavonoidi in generale (quali ma non solo la galangina, la quercetina, la apigenina, la crisina, il kaempferolo, la pinocembrina). Sono ricercati in minor misura i derivati del fenilpropene e del tirosolo.
Moltissimi i terpeni ricercati dalle api, in particolare artepilina c e linalolo , quest?ultimo svolge un ruolo di appagamento e per questo ? preferibile sia presente (tal quale o come olio essenziale) nel supplemento fornito alle api (salvo il prodotto finito si desideri non lo contenga per ragioni ad esempio di carattere organolettico) .
Le composizioni supplementate agli alveari sono complessivamente selezionate in funzione dei profili voluti relativamente il contenuto di determinati nutrienti nei prodotti finiti elaborati dall?ape.
Somministrando un supplemento a base di miele e polifenoli ? possibile indurre un incremento enorme nella produzione di miele, propolis e cera in particolare che saranno ricchi in detti polifenoli. Volendo incrementare alcuni nutrienti in particolare, sempre che parte del metaboloma dell?ape per non alterarne l?omeostasi, si potr? aumentare la supplementazione di questi componenti ottenendo riscontro in termini di contenuto maggiorato nei prodotti finiti dall?ape generati.
Una supplementazione equilibrata consente comunque di aumentare la produzione di tutti questi prodotti delle api. Pertanto il miele pu? essere somministrato illimitatamente, gli altri componenti selezionati in base ai pi? richiesti dall?ape, quali i polifenoli, prodotti dell?alveare in genere, le proteine, carboidrati semplici e complessi (esclusi gli amidi e le destrine che alterano l?omeostasi intestinale dell?ape) , terpeni, e tutte le componenti molecolari che caratterizzano il metaboloma dell?ape . Il miele non deve mai mancare soprattutto se la flora a disposizione delle api ? carente di nettare: occorre abbondare in polifenoli se si vuole produrre molta propolis che per? deve giornalmente essere asportata per stimolarne la produzione , oppure proteine per produrre pappa reale. I polifenoli in ogni caso vengono inseriti dalle api nel miele e se abbondanti nella dieta favoriscono la produzione di miele ad altissimo valore grazie a questi componenti.
La preparazione del supplemento prevede di disperdere in miele riscaldato a 45 gradi, i nutrienti supplementari. L?acqua non viene mai aggiunta al nutriente per impedire fenomeni fermentativi. Il miele rappresenta dal 1% al 99% del supplemento fornito.
In genere se l?obiettivo principale consiste nel produrre miele ad alto valore aggiunto derivante ad esempio dalla presenza di polifenoli antiossidanti, in questo caso il miele supplementato costituisce il 95-98% del supplemento mentre il rimanente 5-2% ? costituito da nutrienti quali polifenoli di diversa natura ed origine, puri o in miscela. Miscele al 50% di miele , con nutrienti puri per il rimanente 50% sono state ben apprezzate dalle api .
Il nutrimento supplementare viene fornito alle api tramite nutritore come sopra indicato, o in qualsiasi modo gradito alle api, anche esternamente all?alveare, ma in questo caso l?efficienza ? inferiore e rischia di provocare conflitti tra alveari diversi.
Il nutrimento pu? essere fornito dalle api tramite nebulizzazione all?esterno dell?alveare sulla flora o nello spazio che circonda gli alveari, seppur con minor resa rispetto alla somministrazione interna all?alveare. Il vantaggio della nebulizzazione sulla flora consiste nel determinare per fenomeno attrattivo anche uno stimolo nei confronti delle api a visitare la flora stessa. La presenza di olio essenziale che lo contiene o linalolo a % comprese tra 0,01% e 2% circa nel nutrimento somministrato aumenta la appetibilit? delle api , ma non ? indispensabile specie se sono presenti polifenoli graditi.
Le api possono consumare oltre 2 kg al giorno di supplemento se ne hanno a disposizione, per ogni alveare .
Il miele che viene somministrato come base energetica per l?alveare deve avere caratteristiche organolettiche idonee a non essere conflittuali con il tipo di miele che alla fine si vuole ottenere dall?alveare.
In ogni caso anche se l?obiettivo voluto consistesse nell? aumentare la produzione di prodotti diversi dal miele, questo prodotto rappresenta sempre un elaborato dell?ape che quindi sar? in ogni caso prodotto in abbondanza ed estremamente ricco in nutrienti, specie in particolare quelli messi a disposizione delle api.
Qualora l?obiettivo principale sia produrre mieli molto delicati allora l?apporto di polifenoli e terpeni in particolare deve essere ridotto per non aumentare eccessivamente l?intensit? degli aromi e quindi l?aspetto organolettico.
Se non vi sono esigenze mirate l?apporto di nutrienti compresi polifenoli e terpeni che viene supplementato alle api in generale pu? esser illimitato. La supplementazione alla dieta delle api di miele particolarmente delicato dal punto di vista organolettico contribuisce marcatamente a consentire alla api di produrre un miele finale ad alto valore aggiunto (grazie ai nutrienti supplementati e selezionati per questo scopo, ovvero poco intensi dal punto di vista aromatico) ma contemporaneamente delicato. Al contrario la supplementazione alle api di mieli dal sapore intenso inevitabilmente determiner? la produzione finale da parte delle api di mieli dal sapore molto marcato e dal colore scuro.
Il miele supplementato pu? essere anche di origine extra-territoriale specie se gradito dalle api.
Con il presente metodo ? stato possibile produrre miele delicato di acacia (polline dominante acacia) ma con contenuto di polifenoli superiore a 1000mg/kg. Obiettivo che invece ? praticamente impossibile raggiungere in condizioni anche ottimali per la carenza di polifenoli nel fiore di acacia.
Grazie a questo metodo ? possibile ottenere mieli dalle propriet? antiossidanti o antibatteriche o antivirali o antiinfiammatorie seppur dal sapore relativamente delicato. Note aromatiche particolari possono essere favorite nel miele prodotto dalle api, selezionando i terpeni inseriti nel supplemento (siano essi puri o da olii essenziali o da altre fonti) .
Saranno le api, sempre ed in qualunque modo, a selezionare i nutrienti voluti , tra tutti quelli somministrati, in base alle loro necessit? senza turbare l?equilibrio naturale dell?alveare.
Il primo indicatore di apprezzamento dell?alimento e dei nutrienti forniti ? rappresentato dalla velocit? con la quale viene consumato, che per nutrienti graditi , in alveari sani e con temperature superiori ai 20 gradi celsius, pu? superare i 2 kg al giorno.
Pertanto la produttivit? giornaliera di un alveare, se il nutriente somministrato ? gradito , la temperatura esterna superiore ai 20 gradi e vi sono melari con favi vuoti per accogliere il prodotto delle api, pu? superare i 2 kg di miele. Il valore massimo raggiunto in termini di produzione di miele, ? stato di 40 kg/alveare in 10 giorni di operativit? con flora montana, altitudine 1300mt, temperatura media 24 gradi e umidit? relativa 75% in presenza di flora mista piuttosto scarsa con la somministrazione giornaliera per ogni alveare di circa 3kg si nutrimento costituito dal 96% da miele di millefiori prodotto l?anno precedente unitamente a 0,01% di olio essenziale di lavanda, 2,99% polline, e 1% di estratto secco cristallino di propolis ad alto titolo in polifenoli totali (>50%).
Il miele supplementato pu? essere pre-processato attraverso la filtrazione per rimuovere i pollini o pastorizzato , oppure miele non trattato in alcun modo.
Oppure miele sia pastorizzato sia microfiltrato. Anche parzialmente trattato e parzialmente allo stato naturale. Il miele pu? essere fluido o anche cristallizzato, in questo caso impastato con impastatrice ai nutrienti voluti , ovvero il miele pu? essere sempre somministrato anche da solo qualora l?obiettivo consista solo nel fornire nutrimento per le necessit? energetiche dell?alveare ovvero per aumentare la produttivit? di mieli il cui valore aggiunto deriva dalla flora nei casi in cui sia essa disponibile e ricca di nutrienti. La microfiltrazione del miele supplementato consente di eliminare pollini eventualmente in eccesso rispetto a quelli della flora spontanea.
Un esempio di formulazione supplementata prevede l?utilizzo di miele di flora mista in % compresa tra il 70 e 99% e nutrienti per la differenza (al 100%), ovvero nutrienti in % compresa tra 30 e 1% del prodotto supplementato. Relativamente il processo di preparazione del supplemento dato alle api: Il miele riscaldato a 45 gradi circa ( se si vuole utilizzare un miscelatore ad elica) ovvero alla temperatura ambiente (se si utilizza un impastatore) anche allo stato solido/cristallizzato , viene addizionato dei nutrienti/componenti voluti e poi somministrato agli alveari ad libitum (senza limite).
E? possibile invece definire una quantit? giornaliera o un quantitativo massimo in base al risultato voluto. La modulabilit? operativa ? altissima e consente somministrazioni periodiche o in una unica soluzione, senza vincoli di quantit?, dato sono le api a stabilire quanto consumare.
I nutrienti possono comunque rappresentare anche la frazione maggiore rispetto al miele, ovvero il supplemento somministrato essere costituito da nutrienti (polifenoli, Sali minerali, proteine, terpeni, alcaloidi, eteri, olii essenziali, esteri) per oltre il 50% e miele o melata al di sotto del 50% e viceversa.
E? possibile somministrare ad esempio miscele proteiche a % di proteine/aminoacidi/idrolizzati proteici variabile dal 1 al 99% e la rimanenza al 100% costituita da miele supplementato. In generale la percentuale di nutrienti ? compresa tra il 1% e 20% ed il resto ? miele. E? possibile somministrare, anche se il processo ? meno efficiente, fino al 100% di nutriente puro, esempio idrolizzati proteici, pappa reale pura o liofilizzata, miscele di polifenoli, propolis, che sono utilizzabili anche puri dalle api. Cere e olii vegetali possono essere consumati anche puri dalle api senza necessitare miele, ovvero il supplemento oggetto della presente essere costituito solamente da cere, olii, vitamine liposolubili, pappa reale, polline, estratti, polifenoli, propolis, resine, resinoidi, terpeni, miscele degli stessi, balsami, succhi , macerati di erbe e fermentati.
Propolis , resine, e resinoidi di diverso tipo ed origine possono essere somministrati puri alle api e tutte le combinazioni tra i componenti sono possibili , anche con miele in percentuali variabili.
E? possibile somministrare come supplemento anche miele puro senza altri nutrimenti, miele cristallizzato, miele pastorizzato, miele pastorizzato e microfiltrato, miele microfiltrato , puri o in miscela con o senza altri nutrienti, propolis pura, resine e balsami puri, polifenoli puri ed in miscela di diversa origine, estratti puri o miscele degli stessi da piante o da altri origini, pappa reale pura senza altri nutrimenti o liofilizzata pura o con miele o con altri nutrimenti o miscele tra gli stessi, miscele di pappa reale e miele in qualsiasi rapporto, miscele di propolis e miele in qualsiasi rapporto, miscele di polline e miele in qualsiasi rapporto, miscele di tutti questi nutrienti in qualsiasi rapporto, miscele di polline e pappa reale in qualsiasi rapporto.
Le resine del pioppo in particolare e alcuni balsami di varie piante sono somministrabili puri ed in miscela con altri nutrienti, in qualsiasi rapporto . Fondamentalmente il supplemento alimentare fornito alle api contiene sostante ricercate dalle api, e/o parte del loro metaboloma, e/o inserite dall?ape direttamente o previa biotrasformazione nei prodotti preparati dalle api.
Il supplemento oggetto della presente invenzione, fornito alle api, non si riferisce ad una integrazione generica di nutrienti ma rappresenta una fornitura illimitata dei nutrienti ricercati dalle api, compresi i prodotti stessi delle api. Si tratta solo di nutrienti che le api vedono comparire nel loro metaboloma e gradiscono, utilizzano e inseriscono tal quale o previa biotrasformazione nei propri prodotti e che vengono somministrati anche solamente tramite irrorazione sulla flora o spazi immediatamente adiacenti gli alveari per arricchire la stessa di nutrienti.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Processo per far produrre dalle api tutti i loro prodotti tra i quali il miele, propolis, pappa reale, polline, cera, e tutte le loro secrezioni caratterizzato dalle due fasi: a) stimolazione elettrica delle api b) supplementazione di un nutrimento alle api 2. Processo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che la stimolazione elettrica delle api viene effettuata sottoponendo le api a campi elettrici generati dall?applicazione di una differenza di potenziale tra alveare ed una superficie interamente equipotenziale ma isolata rispetto all?alveare quale un escludi-regina conduttivo o altra superficie conduttiva, tramite un generatore di corrente in grado di fornire un segnale che abbia le seguenti caratteristiche: frequenza nell?intervallo 0-100 KHz; tensione nell?intervallo 2-1000 Volt; forma d?onda programmabile, preferibilmente onda sinusoidale o quadra; potenza istantanea massima richiesta 10 Watt per alveare ; durata della stimolazione 10 secondi che corrisponde alla durata di applicazione del campo elettrico, preferibilmente applicato ogni mattino. 3. Processo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che il nutrimento somministrato alle api ? formato da una miscela i cui componenti possono essere scelti tra : tutti i prodotti delle api in forma grezza o processati in particolare il miele , la melata , la pappa reale, la propolis, il polline e le cere; gli estratti di piante officinali e frazioni; secrezioni o essudati di piante comprese resine , resinoidi e balsami ; proteine e derivati; piante disidratate e macinate disperse nel miele; oligo e polisaccaridi di derivazione fungina; polifenoli compresi flavonoidi; fenetil estere dell?acido caffeico ; vitamine ; lipidi naturali; macerati e/o fermentati di erbe; terpeni ; alcaloidi; eteri; esteri; sali minerali ; olii essenziali. 4. Processo secondo le rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che il nutrimento supplementato alle api appartiene ad uno di questi macro-gruppi: a) miscela di miele anche se processato, in % compresa tra il 70 e 99%, con nutrienti specifici quali indicati alla rivendicazione 3; b) miscela di nutrienti, tal quali o processati scelti tra quelli citati nella rivendicazione 3; c) miscela costituita da soli prodotti delle api tal quali o processati . 5. Processo secondo le rivendicazioni 1,2,3 caratterizzato dal fatto che il nutrimento supplementato alle api ? composto in particolare da polifenoli naturali o sintetici, compresi: estratti di piante, propolis e frazioni, fenetil estere dell?acido caffeico e i flavonoidi. 6. Processo secondo le rivendicazioni 1,2,3 caratterizzato dal fatto che il nutrimento supplementato alle api ? composto da miele e vitamine idrosolubili e/o liposolubili . 7. Processo secondo le rivendicazioni 1,2,3 caratterizzato dal fatto che il nutrimento supplementato alle api ? costituito da componenti antiossidanti e/o anti-radicalici e/o antibatterici e/o antimicotici e/o antivirali e/o antiinfiammatori scelti tra quelli citati nella rivendicazione 3 . 8. Processo secondo le rivendicazioni 1,2,3 caratterizzato dal fatto che la supplementazione del nutrimento ? senza limiti al fine di consentire la produzione intensiva da parte delle api di tutti i loro prodotti anche in ambienti artificiali anche senza flora disponibile, in cui la composizione ricomprende prodotti delle api a basso valore e nutrienti di cui alla rivendicazione 3.
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