IT201800003002A1 - Dispositivo di supporto per strumenti endoscopici da sottoporre a trattamento - Google Patents

Dispositivo di supporto per strumenti endoscopici da sottoporre a trattamento Download PDF

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Description

Descrizione del trovato avente per titolo:
"DISPOSITIVO DI SUPPORTO PER STRUMENTI ENDOSCOPICI DA SOTTOPORRE A TRATTAMENTO"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Forme di realizzazione qui descritte si riferiscono ad un dispositivo di supporto per strumenti endoscopici da sottoporre a trattamento, ad esempio ad un cesto per il lavaggio di endoscopi, ed in particolare per duodenoscopi.
STATO DELLA TECNICA
È noto che endoscopi flessibili sono comunemente utilizzati sia per procedure diagnostiche sia per scopi terapeutici. Ad esempio, gli endoscopi possono essere utilizzati per eseguire diagnosi e/o trattamenti di patologie mediche che riguardano polmoni, esofago, stomaco, intestino tenue, tratto biliare, pancreas o colon.
È anche noto che gli endoscopi sono strumenti che vengono riutilizzati numerose volte su pazienti differenti per cui è necessario eseguire una disinfezione ad alto livello per eliminare da essi eventuali cariche infettive che potrebbero contaminare un paziente.
In mancanza di una disinfezione adeguata, infatti, nei pazienti sottoposti ad endoscopia si possono verificare infezioni che possono essere il risultato della flora propria del paziente, o il risultato di microbi introdotti tramite l'endoscopio o i suoi accessori.
Gli endoscopi sono generalmente composti di uno o più materiali che possono essere chimicamente sensibili o che si possono degradare nel tempo e con l'uso. In aggiunta, a causa della forma complessa e dei componenti e degli adesivi utilizzati che sono sensibili al calore, gli endoscopi non possono essere sterilizzati in un'autoclave mediante vapore.
Di conseguenza, la maggior parte degli moderni non può essere sterilizzata, indicando con tale termine la completa nmozwne o distruzione di tutte le cellule, o spore microbiche.
Gli endoscopi sono pertanto sottoposti a disinfezione, intendendo con tale termine la rimozione o l'eliminazione della maggior parte dei microorganismi, ma non tutti. Una disinfezione ad alto livello è considerata adeguata per il trattamento degli endoscopi poiché rimuove o elimina i microorganismi che possono causare malattie in modo più probabile.
Molti sistemi di trattamento usano una combinazione di agenti chimici e calore moderato per ottenere un alto livello di disinfezione, ma questi possono non essere sufficienti, ad esempio nel caso del trattamento dei duodenoscopi che presentano una struttura complessa.
I duodenoscopi, infatti, presentano in corrispondenza della loro estremità distale una specifica struttura, utilizzabile per la modificazione dell'angolo dei cateteri, chiamata elevatore a forcella, o aletta, e un canale associato ad essa. L'elevatore a forcella può essere ruotato tra una posizione abbassata, in cui è sostanzialmente allineato ad un asse longitudinale dell'endoscopio, per consentire il suo scorrimento nel corpo umano, e una posizione alzata, in cui è ruotato rispetto a tale asse e sporge in direzione trasversale.
Questa complessità costruttiva ne rende più difficoltosa la disinfezione; taie maggiore difficoltà ha contribuito ad un più alto rischio di infezione se paragonato al rischio associato ad altre tipologie di endoscopi (ad esempio gastroscopi).
Negli ultimi anni si sono verificati diversi casi di pazienti esposti a organismi resistenti a farmaci multipli (MDRO - Multi-drug resistant organisms), ad esempio enterobatteri resistenti a Carbapenem (CRE) a causa di duedonoscopi contaminati. I casi di trasmissione di CRE sono stati associati all'utilizzo di duodenoscopi contaminati utilizzati per eseguire colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP), procedura che viene eseguita anche mezzo milione di volte ogni anno. Le CRE tuttavia sono solo gli agenti infettivi associati più di recente agli endoscopi contaminati, ma sono note anche molte altre patologie che possono essere trasmesse attraverso procedure endoscopiche.
Per cercare di risolvere il problema sono state definite normative e linee guida che prevedono un trattamento di lavaggio e disinfezione specifico per i duodenoscopi, ed in particolare per l'estremità distale degli stessi provvista dell'elevatore.
A causa della forma elaborata e non lineare dell'estremità distale, dovuta alla presenza di un elevatore a forcella, infatti, negli interstizi che si formano si possono annidare batteri e microorganismi che, se non rimossi in modo adeguato, possono essere estremamente dannosi per i pazienti. In particolare, le linee guida internazionali comunemente adottate per la sanificazione dei duodenoscopi espressamente richiedono che l'estremità distale di cui si discute venga sottoposta a trattamento specifico, dedicato e localizzato, per ovviare alle criticità sopra espresse. Tali linee guide richiedono un pre-lavaggio manuale, mediante spazzolini o scovolini dell'estremità distale, e successivo lavaggio mediante macchine di trattamento idonee.
Sono note ad esempio macchine di trattamento che prevedono di trattare lo strumento endoscopico mediante immersione. Tali macchine di trattamento a immersione, tuttavia, richiedono l'utilizzo di elevate quantità di liquido di trattamento e non garantiscono comunque un livello di disinfezione ottimale nel caso di trattamento della estremità distale di un duodenoscopio.
Sono noti anche apparati per il lavaggio di endoscopi provvisti di dispositivi di supporto nei quali vengono posizionati e bloccati in modo adeguato gli articoli da sottoporre a lavaggio e disinfezione per essere poi investiti da getti di liquido di lavaggio in apposite macchine di trattamento. Anche queste soluzioni note, tuttavia non garantiscono una pulizia specifica dell'estremità distale dei duodenoscopi, in quanto l'elevatore a forcella sporgente tende a formare una zona d'ombra che può ostacolare i getti e gli spruzzi di fluido di trattamento ed inficiare, di fatto, l'efficacia del trattamento.
Esiste pertanto la necessità di perfezionare un dispositivo di supporto di strumenti endoscopici da sottoporre a trattamento di lavaggio, sterilizzazione e/o termodisinfezione che possa superare almeno uno degli inconvenienti della tecnica.
In particolare, uno scopo del presente trovato è quello di realizzare un dispositivo di supporto di strumenti endoscopici da sottoporre a trattamento di lavaggio, sterilizzazione e/o termodisinfezione che superi almeno uno degii inconvenienti della tecnica nota.
Un ulteriore scopo del presente trovato è quello di realizzare un dispositivo di supporto di articoli da sottoporre a lavaggio e disinfezione che consenta di incrementare l'efficienza del trattamento di lavaggio di endoscopi, ed in particolare di duodenoscopi.
Un ulteriore scopo del trovato è quello di realizzare un dispositivo di supporto di articoli che permetta in particolare un trattamento di disinfezione efficace dell'estremità distale dei duodenoscopi.
Un ulteriore scopo del presente trovato è quello di mettere a punto un metodo di trattamento di endoscopi, in particolare di duodenoscopi, che consenta di eseguire un trattamento puntuale dell'estremità distale degli stessi.
Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato è espresso e caratterizzato nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell'idea di soluzione principale.
In accordo con i suddetti scopi, forme di realizzazione qui descritte si riferiscono ad un dispositivo di supporto per supportare almeno uno strumento endoscopico avente una conformazione oblunga, da sottoporre a trattamento di lavaggio, sterilizzazione e/o disinfezione in opportune macchine da lavaggio, comprendente un telaio provvisto di un piano di supporto configurato per ricevere e supportare lo strumento endoscopico da trattare.
Il dispositivo di supporto è vantaggiosamente utilizzabile per supportare endoscopi, in particolare duodenoscopi, anche se può essere utilizzato per supportare articoli di differente tipologia in cui è necessario eseguire un trattamento mirato di una loro porzione.
Secondo forme di realizzazione, il dispositivo di supporto comprende, montato direttamente a bordo del telaio, almeno un gruppo di posizionamento e trattamento localizzato, configurato sia per bloccare e sia per sottoporre a trattamento di lavaggio diretto e localizzato, in una posizione predefinita sul piano di supporto, una porzione bersaglio dello strumento endoscopico.
Ad esempio, nel caso di un duodenoscopio, la porztone bersaglio corrisponde alla parte terminale distale nella quale è presente l'elevatore a forcella, o aletta che consente il sollevamento dei tessuti e la modifica dell'angolazione dei cateteri e del filo guida, la quale, a causa della sua forma complessa richiede un trattamento di lavaggio e disinfezione specifico e intensivo.
Secondo forme di realizzazione, il gruppo di posizionamento e trattamento localizzato comprende un organo di bloccaggio configurato per bloccare selettivamente nella posizione predefinita sul piano di supporto la porzione bersaglio dello strumento endoscopico da sottoporre direttamente a trattamento localizzato specifico, e un organo di supporto su cui è montato integrato un ugello di erogazione a spruzzo di un fluido di trattamento, orientato verso la posizione predefinita e verso la porzione bersaglio disposta in essa, per erogare direttamente e in modo iocalizzato il fluido di trattamento sulla porzione bersaglio, incrementando in tal modo l'efficacia e l'intensità del trattamento di quest'ultima .
Secondo forme di realizzazione, l'organo di supporto comprende una staffa sagomata provvista di una porzione di supporto, sulla quale è montato l'ugello, e di una porzione di collegamento disposta tra il piano di supporto del telaio e la porzione di supporto, e configurata per mantenere la porzione di supporto sospesa ad una determinata altezza al di sopra di detto piano di supporto.
Secondo ulteriori forme di realizzazione, la porzione di supporto è inclinata rispetto al piano di supporto di un determinato angolo di inclinazione, inclinando l'ugello montato su di essa in modo tale che la direzione di erogazione del fluido di trattamento incida con un voluto angolo di incidenza sulla porzione bersaglio.
Secondo forme di realizzazione, l'organo di bloccaggio comprende una linguetta elastica sagomata ad "L" per un bloccaggio rilasciabile della porzione bersaglio.
Secondo forme di realizzazione, la linguetta elastica comprende un primo braccio di posizionamento, trasversale al piano di supporto, ed un secondo braccio di aggancio che si prolunga trasversalmente dal primo braccio di posizionamento e che è provvisto di una sede di alloggiamento per ricevere e trattenere in modo stabile una porzione dello strumento endoscopico da trattare adiacente alla porzione bersaglio.
Secondo forme di realizzazione, il gruppo di posizionamento e trattamento localizzato comprende una base di supporto fissata al piano di supporto.
Secondo forme di realizzazione, la base di supporto presenta una superficie di appoggio sopra la quale si sviluppa almeno parte dell'organo di bloccaggio e una porzione dello strumento endoscopico adiacente alla porzione bersaglio è selettivamente posizionabile m appoggio, in modo stabile, tra la superficie di appoggio e l'organo di bloccaggio.
Secondo possibili soluzioni realizzative, la base di supporto collega tra loro l'organo di bloccaggio e l'organo di supporto.
Forme di realizzazione qui descritte si riferiscono anche ad un metodo per eseguire un trattamento di lavaggio, sterilizzazione e/o disinfezione di uno strumento endoscopico in una macchina di trattamento in cui il metodo prevede di eseguire un trattamento diretto localizzato specifico di una porzione bersaglio dello strumento endoscopico in modo automatico direttamente a bordo di un dispositivo di supporto dell'articolo endoscopico mediante un gruppo di posizionamento e trattamento localizzato montato direttamente a bordo di un telaio del dispositivo di supporto e che viene utilizzato per bloccare e sottoporre a trattamento diretto localizzato specifico la porzione bersaglio m una posizione predefinita su un piano di supporto del telaio.
Questi ed altri aspetti, caratteristiche e vantaggi della presente divulgazione saranno meglio compresi con riferimento alla seguente descrizione, alle tavole di disegno e alle annesse rivendicazioni. Le tavole di disegno, che sono integrate e facenti parte della presente descrizione, illustrano alcune forme di realizzazione del presente oggetto e, unitamente alla descrizione, si propongono di descrivere i principi della divulgazione.
I vari aspetti e caratteristiche descritte nella presente descrizione possono essere applicati individualmente, dove possibile. Questi aspetti individuali, ad esempio aspetti e caratteristiche presenti nella descrizione oppure nelle rivendicazioni dipendenti allegate, possono essere oggetto di domande divisionali.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Queste ed altre caratteristiche del presente trovato appariranno chiare dalla seguente descrizione di forme di realizzazione, fornite a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cm:
- la fig. 1 è una vista schematica in assonometria di un dispositivo di supporto secondo forme di realizzazione qui descritte;
- la fig. 2 è un dettaglio ingrandito della fig. 1;
- la fig. 3 è una vista laterale del dettaglio di fig. 2;
- la fig. 4 è una vista dal basso di un'estremità distale di un duodenoscopio con l'elevatore a forcella in posizione abbassata;
- la fig. 5 è una vista laterale dell'estremità distale di un duodenoscopio con l'elevatore a forcella in posizione abbassata;
- la fig. 6 è una vista laterale dell'estremità distale di un duodenoscopio con l'elevatore a forcella in posizione alzata.
Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.
DESCRIZIONE DI FORME DI REALIZZAZIONE
Si farà ora riferimento nel dettaglio alle varie forme di realizzazione del trovato, delle quali uno o più esempi sono illustrati nelle figure allegate. Ciascun esempio è fornito a titolo di illustrazione del trovato e non è inteso come una limitazione dello stesso. Ad esempio, le caratteristiche illustrate o descritte in quanto facenti parte di una forma di realizzazione potranno essere adottate su, o in associazione con, altre forme di realizzazione per produrre un'ulteriore forma di realizzazione. Resta inteso che il presente trovato sarà comprensivo di tali modifiche e varianti.
Prima di descrivere le forme di realizzazione, si chiarisce, inoltre, che la presente descrizione non è limitata nella sua applicazione ai dettagli costruttivi e di disposizione dei componenti come descritti nella seguente descrizione utilizzando le figure allegate. La presente descrizione può prevedere altre forme di realizzazione ed essere realizzata o messa in pratica in altri svariati modi. Inoltre, si chiarisce che la fraseologia e terminologia qui utilizzata è a fini descrittivi e non deve essere considerata come limitante.
Forme di realizzazione qui descritte si riferiscono ad un dispositivo di supporto indicato nel suo complesso con il numero di riferimento 10 atto supportare almeno uno strumento endoscopico 12 da sottoporre a trattamento di lavaggio, sterilizzazione e/o disinfezione.
Il dispositivo di supporto 10 può essere utilizzato in macchine che eseguono il trattamento di strumenti endoscopici 12 erogando su di essi un liquido di trattamento sotto forma di getti o spruzzi.
In particolare, il dispositivo di supporto 10 è vantaggiosamente utilizzabile per supportare strumenti endoscopici 12 aventi forma oblunga, in particolare duodenoscopi, anche se può essere utilizzato per supportare articoli di differente tipologia in cui è necessario eseguire un trattamento mirato di una loro porzione bersaglio 21.
Altri esempi di endoscopi possono essere, ad esempio, quelli utilizzati per la diagnosi o il trattamento di patologie riguardanti diversi organismi, tra cui polmoni, stomaco, esofago, stomaco, intestino tenue, tratto biliare, pancreas o colon, o altro.
Lo strumento endoscopico 12 comprende un elemento tubolare 18 idoneo ad essere inserito negli organismi da analizzare, provvisto di due parti terminali, di cui una parte terminale distale 19 ed una parte terminale prossimale 20.
Con il termine "parte terminale distale" si intende la porzione dello strumento che, in uso, è più lontano dall'operatore, mentre con "parte terminale prossimale" si intende la porzione dello strumento che, in uso, è più vicina all'operatore.
La parte terminale prossimale 20, in uso, può essere collegata ad un corpo di manipolazione, non illustrato, il quale permette la presa da parte dell’operatore per le operazioni di inserimento dell’ endoscopio, in particolare dell’elemento tubolare 18, in parti dell’organismo da analizzare.
L’elemento tubolare 18 può permettere l’erogazione di liquidi di analisi e, a tale scopo, è collegato fluidicamente a canali di alimentazione, non illustrati, in corrispondenza della parte terminale prossimale 20.
La parte terminale distale 19 può presentare di volta in volta forme differenti in funzione della destinazione di utilizzo dello strumento endoscopico 12.
Ad esempio, nel caso di un duodenoscopio, parzialmente illustrato nelle figg. 4-6, la parte terminale distale 19 è provvista di un corpo di supporto 190 e una struttura denominata elevatore a forcella 192, mobile rispetto al corpo di supporto 190, che permette di modificare l’angolo dei cateteri e di un filo guida, e di un canale 193 associato ad essa.
L’elevatore a forcella 192 è imperniato al corpo di supporto 190 mediante un perno 194 che definisce un asse di rotazione Y, ed è collegato tramite un trefolo 195 ad un manipolo, non illustrato, mediante il quale un operatore può muoverlo tra una posizione abbassata, in cui è allineato lungo un asse longitudinale X del duodenoscopio 12, ed una posizione alzata in cui è ruotato attorno all’asse di rotazione Y in una direzione trasversale rispetto all’asse longitudinale X, ad esempio di un angolo di circa 90°.
Per asse longitudinale X si intende l’asse lungo il quale si sviluppa lo strumento endoscopico 12 quando lo strumento endoscopico 12 stesso si trova in una condizione allungata e distesa.
Nel corpo di supporto 190 sono inoltre generalmente presenti una lente, o obiettivo 196 ed una sorgente luminosa 197, nonché i rispettivi cablaggi.
Nell’estremità distale 19 può essere inoltre presente un ugello 198 per l’erogazione di aria, acqua, o altro fluido.
Secondo forme di realizzazione, il corpo di supporto 190, l’elevatore a forcella 192 e gli altri componenti della parte terminale distale 19 possono essere parzialmente ricoperti da una guaina, o un cappuccio, non illustrato, eventualmente rimovibile per la disinfezione, che tuttavia consente la movimentazione dell’elevatore a forcella 192 rispetto al corpo di supporto 190.
Durante l’uso del duodenoscopio 12, esso viene generalmente inserito nel corpo di un paziente con l’elevatore a forcella 192 in posizione abbassata, ovvero allineata all’asse longitudinale X, e viene successivamente ruotato alla voluta inclinazione per modificare l' orientamento di un filo guida o di uno strumento associato ad esso. Durante l’uso del duodenoscopio e durante la rotazione dell’elevatore a forcella 192 il materiale organico si può depositare nell’interstizio presente tra quest’ultimo e il corpo di supporto 190, o all’ interno del canale 193, rendendo complicata la disinfezione della parte terminale distale 19. Tale parte terminale distale 19 definisce quindi la porzione bersaglio 21 del duodendoscopio 12 che necessita di un trattamento specifico e intensivo per garantire un lavaggio ed una disinfezione ad un livello sufficiente da scongiurare possibili contaminazioni.
Il dispositivo di supporto 10 comprende un telaio 14 avente un piano di supporto 16 sul quale, in uso, viene posizionato almeno uno strumento endoscopico 12 da trattare, eventualmente delimitato da pareti laterali 15. Secondo forme di realizzazione, il telaio 14 presenta una forma sostanzialmente rettangolare anche se non si esclude che, in altre forme realizzative, il telaio 14 possa avere una forma diversa, ad esempio circolare o poligonale.
In accordo con possibili forme realizzative, il piano di supporto 16 può essere sostanzialmente piano, come nella soluzione illustrata nelle figure allegate, oppure può presentare conformazioni aventi porzioni che si sviluppano su piani inclinati o sfalsati in funzione di specifiche esigenze applicative.
Secondo forme di realizzazione, il telaio 14, o almeno parte di esso, è di tipo reticolare, ovvero configurato in forma di rete, definita da maglie ottenute da bracci, barre o analoghi elementi oblunghi interconnessi tra loro. Tale conformazione reticolare consente il passaggio dei fluidi e/o liquidi di trattamento ed il loro drenaggio quando necessario.
Secondo forme di realizzazione, può essere previsto che almeno il piano di supporto 16 sia di tipo reticolare, così da consentire il drenaggio dei fluidi e/o liquidi.
In accordo con possibili soluzioni realizzative, il telaio 14 può essere realizzato vantaggiosamente in materiale atto a sopportare condizioni di trattamento di lavaggio, sterilizzazione e/o termodisinfezione, ad esempio un materiale metallico, ad esempio acciaio inossidabile o allumino, o con un materiale polimerico, ad esempio polietilene o poliammide.
Secondo forme di realizzazione, il dispositivo di supporto 10 comprende almeno un gruppo di posizionamento e trattamento localizzato 22, montato direttamente a bordo del telaio 14, e configurato per bloccare e sottoporre a trattamento diretto localizzato specifico la porzione bersaglio 21 dello strumento endoscopio 12 da trattare in una posizione predefinita P sul piano di supporto 16.
Secondo forme di realizzazione, il gruppo di posizionamento e trattamento localizzato 22 è configurato per posizionare la porzione bersaglio 21 dell’ endoscopio 12 da trattare, nel caso di esempio una porzione della parte terminale distale 19 dell’ endoscopio 12, nella posizione predefinita P e/o con un orientamento definito.
Secondo forme di realizzazione, il gruppo di posizionamento e trattamento localizzato 22 è fissato al piano di supporto 16.
Secondo forme di realizzazione, il gruppo di posizionamento e trattamento mirato 22 è fissato al piano di supporto 16 con organi di fissaggio 36 di tipo removibile, in modo tale da poterlo spostare di volta in volta nella posizione più opportuna in funzione delle esigenze del processo di trattamento e/o della tipologia di macchina di trattamento utilizzata.
Secondo forme di realizzazione, il gruppo di posizionamento e trattamento mirato 22 comprende un organo di bloccaggio 24 configurato per bloccare selettivamente, nella posizione predefinita P sul piano di supporto 16, la porzione bersaglio 21 dello strumento endoscopico 12 da sottoporre direttamente a trattamento localizzato specifico.
Secondo forme di realizzazione, il gruppo di posizionamento e trattamento mirato 22 comprende, inoltre, un organo di supporto 26 su cui è montato integrato un ugello 28 di erogazione di un fluido di trattamento, orientato verso la posizione predefinita P, per erogare direttamente ed in modo localizzato il fluido di trattamento sulla porzione bersaglio 21 trattenuta dall’organo di bloccaggio 24.
Secondo forme di realizzazione, il fluido di trattamento è in particolare un liquido, ad esempio acqua miscelata ad eventuali detergenti o sanificanti chimici.
L’ugello 28 è in particolare configurato per erogare il liquido di trattamento sulla porzione bersaglio sotto forma di getti, o spruzzi, con una pressione idonea a rimuovere eventuali residui di materiale organico e garantire una disinfezione appropriata.
Secondo possibili soluzioni realizzative, l’organo di bloccaggio 24 può comprendere, ad esempio, una linguetta elastica 25, o altro elemento elastico, per un bloccaggio rilasciabile della pozione bersaglio 21.
Ad esempio, la linguetta elastica 25 può essere idonea a esercitare una spinta sul corpo tubolare 18 dell’ endoscopio 12, premendolo verso il piano di supporto 16.
Secondo forme di realizzazione illustrate esemplificativamente nelle figure, la linguetta elastica 25 può presentare una forma a “L”, con un primo braccio di posizionamento 25a disposto su un piano trasversale al piano di supporto 16 ed un secondo braccio di aggancio 25b che si prolunga trasversalmente dal primo braccio di posizionamento 25a.
Secondo forme di realizzazione, il secondo braccio di aggancio 25b si estende sostanzialmente parallelo al piano di supporto 16.
Secondo forme di realizzazione, il secondo braccio di posizionamento 25a è provvisto di una sede di alloggiamento 27 per ricevere e trattenere in modo stabile una porzione dello strumento endoscopico 12, in particolare una porzione adiacente alla porzione bersaglio 21 in modo tale da non interferire con l’erogazione del fluido di trattamento erogato dall’ugello 28.
Secondo possibili soluzioni realizzative, il secondo braccio di aggancio 25b può essere piegato in modo tale da definire la sede di alloggiamento 27 nel lato rivolto verso il piano di supporto 16.
Secondo forme di realizzazione, la sede di alloggiamento 27 può trattenere in posizione lo strumento endoscopico 12 impedendo una sua rotazione attorno ad un proprio asse longitudinale, così da mantenere un corretto orientamento della porzione bersaglio 21 rispetto all’ugello 28 durante il processo di trattamento.
Secondo forme di realizzazione non illustrate, l’organo di bloccaggio 24 può comprendere uno o più elementi di trattenimento associati al piano di supporto 16 e definenti una o più sedi di alloggiamento idonee a ricevere e trattenere in una posizione e con un orientamento predefiniti l’endoscopio 12 per rivolgere la porzione bersaglio 21 verso l’ugello 28.
Secondo forme di realizzazione, l’organo di bloccaggio 24 e configurato per posizionare la porzione bersaglio 2 1 lungo una direzione di erogazione F dell’ugello 28, in modo tale che il fluido di trattamento erogato da quest’ultimo impatti direttamente su di essa.
Secondo forme di realizzazione, in uso, l’ugello 28 può essere collegato in modo noto a dispositivi di alimentazione di fluidi o liquidi di trattamento provvisti nella macchina di trattamento.
In accordo con possibili forme di realizzazione, l’organo di supporto 26 comprende una staffa sagomata 31 provvista di una porzione di supporto 30 sulla quale è montato l’ugello 28 e di una porzione di collegamento 32 disposa tra il piano di supporto 16 e la porzione di supporto 30, configurato per mantenere la porzione di supporto 30 una determinata altezza H al di sopra del piano di supporto 16.
Secondo forme di realizzazione, la porzione di supporto 30 è inclinata di un determinato angolo di inclinazione a rispetto al piano di supporto 16, ad esempio compreso tra 20° e 40°, preferibilmente tra 25° e 35°.
Secondo forme di realizzazione, l’altezza H e/o l’angolo di inclinazione a possono essere scelti, ad esempio, in funzione delle dimensioni dello strumento endoscopico 12 da trattare e quindi dell’area della posizione predefmita P necessaria, del tipo di ugello 28 utilizzato, del tipo di trattamento, del fluido di trattamento, o altro.
In accordo con possibili forme di realizzazione, l’ugello 28 presenta un’apertura di erogazione 28a configurata per erogare il fluido di trattamento lungo la direzione di erogazione F.
Secondo forme di realizzazione, la direzione di erogazione F incide sul piano di supporto 16 con un angolo compreso tra circa 50° e 70°, preferibilmente compreso tra circa 55° e circa 65°.
Secondo forme di realizzazione, l’apertura di erogazione 28a può essere configurata per erogare il fluido di trattamento con un cono di erogazione avente ampiezza angolare β tra circa 40° e circa 60°, preferibilmente tra circa 45° e circa 55° in modo tale da investire una larga parte della porzione bersaglio 21.
Secondo forme di realizzazione, la porzione di supporto 30 e la porzione di collegamento 32 sono saldamente collegate una all’altra e/o realizzate in corpo unico.
Secondo altre forme di realizzazione, può essere previsto che la porzione di supporto 30 possa essere collegata alla porzione di collegamento 32 mediante mezzi di incemieramento che consentono un movimento di rotazione relativo tra di esse, consentendo di modificare l' inclinazione dell’ugello 28 in funzione delle necessità.
Secondo forme di realizzazione, il gruppo di posizionamento e trattamento mirato 22 comprende una base di supporto 34 configurata per essere disposta sul piano di supporto 16 e fissata ad esso.
Secondo forme di realizzazione, la base di supporto 34 è provvista di una superfìcie inferiore 37 disposta, in uso, sul piano di supporto 16, ed una superficie di appoggio 38 opposta ad essa, sulla quale, in uso, può essere posizionato l’endoscopio 12 da trattare.
Secondo forme di realizzazione, la base di supporto 34 può essere collegata al piano di supporto 16 mediante organi di fissaggio 36 di tipo removibile, ad esempio viti, bulloni, perni, o simili.
In questo modo, il gruppo di posizionamento e trattamento localizzato 22 può essere disposto in una qualunque posizione sul piano di supporto 16, ad esempio in funzione dello strumento endoscopico 12 da trattare, del tipo di macchina di trattamento che deve essere utilizzata e della disposizione dei dispositivi di alimentazione del fluido di trattamento in essa, così da poterli collegare in modo rapido all’ugello 28.
Secondo forme di realizzazione, l’organo di bloccaggio 24 si sviluppa almeno in parte al di sopra della superficie di appoggio 38 e una porzione dello strumento endoscopico 12, adiacente alla porzione bersaglio 21, può essere selettivamente posizionata in modo stabile in appoggio tra la superficie di appoggio 38 e l’organo di bloccaggio 24.
Secondo forme di realizzazione, la base di supporto 34 collega tra loro l’organo di bloccaggio 24 e l’organo di supporto 26.
Secondo forme di realizzazione, l’organo di bloccaggio 24 e l’organo di supporto 26 possono essere realizzati in corpo unico con la base di supporto 34.
Secondo forme di realizzazione, l’organo di supporto 26 e la base di supporto 34 possono essere realizzati in corpo unico avente forma a “C”. Secondo ulteriori forme di realizzazione, l’organo di bloccaggio 24 e l’organo di supporto 26 possono essere realizzati come corpi separati e autonomamente montati sul piano di supporto 16.
Secondo forme di realizzazione, l’organo di supporto 24, o la porzione di collegamento 32 e/o la base di supporto 34 possono essere provvisti di fori o feritoie 33 passanti, idonei a consentire il passaggio di fluidi o liquidi di trattamento e/o il loro drenaggio attraverso di essi.
Secondo una possibile soluzione realizzativa, la posizione predefinita P può essere delimitata dalla superficie di appoggio 38 o da una regione centrale di essa.
Secondo forme di realizzazione, l’organo di bloccaggio 24 si sviluppa sopra una fascia periferica della superficie di appoggio 38 in modo tale che la porzione bersaglio 21 sia posizionata nella regione centrale, la quale inquadra la posizione predefinita P della superficie di appoggio 38. Secondo forme di realizzazione, l’ugello 28 può essere conformato in modo tale da erogare il fluido di trattamento su un’area avente un’estensione sostanzialmente uguale alla regione centrale della base di supporto 34 che inquadra la porzione predefinita P e non interessata dall’organo di bloccaggio 24.
Forme di realizzazione qui descritte si riferiscono anche ad un metodo per eseguire un trattamento di lavaggio, sterilizzazione e/o disinfezione di uno strumento endoscopico 12 in una macchina di trattamento.
Il metodo prevede di eseguire un trattamento diretto localizzato specifico della porzione bersaglio 21 dello strumento endoscopico 12 in modo automatico direttamente a bordo del dispositivo di supporto 10 mediante il gruppo di posizionamento e trattamento localizzato 22.
Nel caso di uno strumento duodendoscopico 12, il metodo prevede di ruotare l’elevatore a forcella 192 in posizione sollevata, ruotato di circa 90° rispetto all’asse longitudinale X del duodenoscopio 12, in modo da rendere disponibile uno spazio libero tra il corpo di supporto 190 e l’elevatore a forcella 192, e successivamente posizionare il duodenoscopio 12 nel gruppo di posizionamento e trattamento localizzato 22.
Secondo forme di realizzazione, il duodenoscopio 12 può essere posizionato in modo da rivolgere l’elevatore a forcella 192 dalla parte opposta dell’ugello 28 ed erogare il liquido di trattamento nello spazio libero tra il corpo di supporto 190 e l’elevatore a forcella 192 ruotato. È chiaro che al dispositivo di supporto e al metodo di trattamento fin qui descritti possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall’ambito del presente trovato.
E anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad alcuni esempi specifici, una persona esperta del ramo potrà senz’altro realizzare molte altre forme equivalenti di dispositivo di supporto e metodo di trattamento, aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell’ambito di protezione da esse definito.

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di supporto per supportare almeno uno strumento endoscopico (12) avente una conformazione oblunga, da sottoporre a trattamento di lavaggio, sterilizzazione e/o disinfezione, detto dispositivo di supporto comprendendo un telaio (14) avente un piano di supporto (16) per detto almeno uno strumento endoscopico (12), caratterizzato dal fatto che detto dispositivo di supporto comprende, montato direttamente a bordo di detto telaio (14), almeno un gruppo di posizionamento e trattamento localizzato (22) configurato sia per bloccare e sia per sottoporre a specifico trattamento di lavaggio diretto e localizzato, in una posizione predefinita (P) su detto piano di supporto (16), una porzione bersaglio (21) di detto strumento endoscopico (12).
  2. 2. Dispositivo di supporto come nella rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto gruppo di posizionamento e trattamento localizzato (22) comprende: - un organo di bloccaggio (24) configurato per bloccare selettivamente, in una posizione predefinita (P) su detto piano di supporto (16), una porzione bersaglio (21) di detto strumento endoscopico (12) da sottoporre direttamente a trattamento localizzato specifico, - un organo di supporto (26) su cui è montato integrato un ugello (28) di erogazione a spruzzo di un fluido di trattamento, orientato verso detta posizione predefinita (P) e detta porzione bersaglio (21) posizionata in essa, per erogare direttamente ed in modo localizzato il fluido di trattamento su detta porzione bersaglio (21).
  3. 3. Dispositivo di supporto come nella rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto organo di supporto (26) comprende una staffa sagomata (31) provvista di una porzione di supporto (30), sulla quale è montato l’ugello (28), e di una porzione di collegamento (32) disposta tra il piano di supporto (16) del telaio (14) e detta porzione di supporto (30), e configurata per mantenere detta porzione di supporto (30) sospesa ad una determinata altezza (H) sopra a detto piano di supporto (16).
  4. 4. Dispositivo di supporto come nella rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detta porzione di supporto (30) è inclinata rispetto a detto piano di supporto (16) di un angolo di inclinazione (a) compreso tra 20° e 40°.
  5. 5. Dispositivo di supporto come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 4, caratterizzato dal fatto che detto organo di bloccaggio (24) comprende una linguetta elastica (25) sagomata ad “L” per un bloccaggio rilasciabile di detta porzione bersaglio (21).
  6. 6. Dispositivo di supporto come nella rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detta linguetta elastica (25) comprende un primo braccio di posizionamento (25a) trasversale al piano di supporto (16) ed un secondo braccio di aggancio (25b) che si prolunga trasversalmente dal primo braccio di posizionamento (25a) e che è provvisto di una sede di alloggiamento (27) per ricevere e trattenere in modo stabile una porzione di detto strumento endoscopico (12) adiacente a detta porzione bersaglio (21).
  7. 7. Dispositivo di supporto come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto gruppo di posizionamento e trattamento localizzato (22) comprende una base di supporto (34) fissata a detto piano di supporto (16).
  8. 8. Dispositivo di supporto come nella rivendicazione 7 quando dipende da una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 6, caratterizzato dal fatto che detta base di supporto (34) presenta una superficie di appoggio (38) sopra la quale si sviluppa almeno parte di detto organo di bloccaggio (24), una porzione di detto strumento endoscopico (12) adiacente a detta porzione bersaglio (21) essendo selettivamente posizionabile in modo stabile in appoggio tra detta superficie di appoggio (38) e detto organo di bloccaggio (24).
  9. 9. Dispositivo di supporto come nella rivendicazione 7 o 8 quando dipendono da una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 6, caratterizzato dal fatto che detta base di supporto (34) collega fra loro detto organo di bloccaggio (24) e detto organo di supporto (26).
  10. 10. Dispositivo di supporto come nella rivendicazione 8 o 9, caratterizzato dal fatto che detto organo di bloccaggio (24) si sviluppa sopra una fascia periferica di detta superficie di appoggio (38), in modo tale che detta porzione bersaglio (21) sia posizionata in una regione centrale di detta di detta superficie di appoggio (38) che inquadra detta posizione predefinita (P), e detto ugello (28) è configurato per erogare il fluido di trattamento su detta regione centrale.
  11. 11. Dispositivo di supporto come nella rivendicazione 2, oppure una qualsiasi delle rivendicazioni da 3 a 10 quando dipendono dalla rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto ugello (28) è provvisto di un’apertura di erogazione (28a) configurata per erogare il fluido di trattamento con un cono di erogazione avente ampiezza angolare tra circa 40° e circa 60°, in modo tale da investire una larga parte di detta porzione bersaglio (21).
  12. 12. Dispositivo di supporto come nella rivendicazione 2, oppure una qualsiasi delle rivendicazioni da 3 a 11 quando dipendono dalla rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto organo di bloccaggio (24) e detto organo di supporto (26) sono integrati in un corpo, o assieme, unico direttamente montato su detto piano di supporto (16), oppure detto organo di bloccaggio (24) e detto organo di supporto (26) sono realizzati come corpi separati, autonomamente montati su detto piano di supporto (16).
  13. 13. Dispositivo di supporto come in una qualsiasi delle rivendicazioni da precedenti, caratterizzato dal fatto che detto strumento endoscopico (12) è un duodenoscopio (12) e detta porzione bersaglio (21) è una parte terminale distale (19) di detto duodenoscopio (12) comprendente un corpo di supporto (190) ed un elevatore a forcella (192) ruotabile in posizione sollevata di circa 90° rispetto a detto corpo di supporto (190) e ad un asse longitudinale (X) di detto duodenoscopio (12).
  14. 14. Metodo per eseguire un trattamento di lavaggio, sterilizzazione e/o disinfezione di uno strumento endoscopico (12) in una macchina di trattamento caratterizzato dal fatto che detto metodo prevede di eseguire uno specifico trattamento diretto e localizzato di una porzione bersaglio (21) di detto strumento endoscopico (12) in modo automatico direttamente a bordo di un dispositivo di supporto (10) di detto articolo endoscopico (12), mediante almeno un gruppo di posizionamento e trattamento localizzato (22) montato direttamente a bordo di un telaio (14) di detto dispositivo di supporto (10) e che viene utilizzato per bloccare e sottoporre a specifico trattamento diretto localizzato, in una posizione predefinita (P) su un piano di supporto (16) di detto telaio (14), detta porzione bersaglio (21).
  15. 15. Metodo di trattamento come nella rivendicazione 14, caratterizzato dal fatto che il trattamento diretto localizzato specifico comprende l’erogazione di un fluido di trattamento sotto forma di getti, o spruzzi su detta porzione bersaglio (21) mediante un ugello (28) provvisto in detto gruppo di posizionamento e trattamento localizzato (22).
  16. 16, Metodo di trattamento come nella rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che detto strumento endoscopico (12) è un duodenoscopio (12) e detta porzione bersaglio (21) è una parte terminale distale (19) di detto duodenoscopio (12), in cui detto metodo prevede di ruotare un elevatore a forcella (192) posto in detta parte terminale distale (19) in una posizione sollevata, ruotato di circa 90° rispetto ad un asse longitudinale (X) e ad un corpo di supporto (190) di detto duodenoscopio (12), e successivamente di posizionare detta parte terminale distale (19) in detto gruppo di posizionamento e trattamento localizzato (22), rivolgendo detto elevatore a forcella (192) in direzione opposta a detto ugello (28) in modo da erogare detto fluido di trattamento da detto ugello (28) in uno spazio libero tra detto corpo di supporto (190) e detto elevatore a forcella (192) reso disponibile dalla rotazione di quest’ultimo.
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