CH681533A5 - - Google Patents

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CH681533A5
CH681533A5 CH340/91A CH34091A CH681533A5 CH 681533 A5 CH681533 A5 CH 681533A5 CH 340/91 A CH340/91 A CH 340/91A CH 34091 A CH34091 A CH 34091A CH 681533 A5 CH681533 A5 CH 681533A5
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CH
Switzerland
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radiation
articles
detecting
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conveying support
Prior art date
Application number
CH340/91A
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English (en)
Inventor
Renzo Francioni
Duilio Pavese
Original Assignee
Cavanna Spa
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    • B65CONVEYING; PACKING; STORING; HANDLING THIN OR FILAMENTARY MATERIAL
    • B65BMACHINES, APPARATUS OR DEVICES FOR, OR METHODS OF, PACKAGING ARTICLES OR MATERIALS; UNPACKING
    • B65B57/00Automatic control, checking, warning, or safety devices
    • B65B57/10Automatic control, checking, warning, or safety devices responsive to absence, presence, abnormal feed, or misplacement of articles or materials to be packaged
    • GPHYSICS
    • G01MEASURING; TESTING
    • G01VGEOPHYSICS; GRAVITATIONAL MEASUREMENTS; DETECTING MASSES OR OBJECTS; TAGS
    • G01V8/00Prospecting or detecting by optical means
    • G01V8/10Detecting, e.g. by using light barriers
    • G01V8/20Detecting, e.g. by using light barriers using multiple transmitters or receivers

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  • Attitude Control For Articles On Conveyors (AREA)
  • Length Measuring Devices By Optical Means (AREA)
  • Auxiliary Devices For And Details Of Packaging Control (AREA)
  • Containers And Plastic Fillers For Packaging (AREA)

Description

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Descrizione
La presente invenzione si riferisce alla rilevazione della posizione relativa di articoli in avanzamento su un sopporto di convogliamento tramite una radiazione destinata ad essere selettivamente intercettata da detti articoli.
L'invenzione è stata sviluppata con particolare attenzione alla rilevazione della posizione relativa di articoli convogliati in un impianto automatico di confezionamento. Essa è tuttavia suscettibile di trovare applicazione anche in settori diversi.
In generale, quando si è in presenza di un flusso continuo o sostanzialmente continuo di articoli convogliati, in una o più posizioni del percorso di convogliamento può insorgere l'esigenza di rilevare se gli articoli avanzino distanziati ovvero in contatto o quasi contatto fra loro, vale a dire in una condizione, quest'ultima, in cui si è formato o tende a formarsi un certo accumulo o coda.
La corretta rilevazione di tale condizione risulta essenziale per assicurare un buon funzionamento dell'impianto, evitando, ad esempio, che nella colonna di articoli in avanzamento si formi un'eccessiva pressione longitudinale.
In molti casi (e soprattutto nella tipica situazione di applicazione cui si farà riferimento nel seguito, ossia il confezionamento automatico di prodotti alimentari quali sbarrette di cioccolato, cialde di wafer ricoperte con cioccolato, e prodotti similari) gli articoli in questione tendono ad essere abbastanza delicati, per cui una pressione longitudinale sulla colonna degli articoli finirebbe per avere effetti nocivi sui prodotti stessi.
Secondo una soluzione classica nell'industria del convogliamento e del confezionamento automatico, gli articoli in questione vengono fatti avanzare in un flusso continuo o sostanzialmente continuo su dispositivi trasportatori come nastri ad anello chiuso, con un ramo superiore di trasporto degli articoli ed un ramo inferiore di ritorno.
In tale contesto è noto rilevare la posizione relativa degli articoli (ossia il fatto che essi avanzino distanziati ovvero in contatto o quasi-contatto fra loro) con barriere ottiche.
Al riguardo è noto ricorrere a diverse soluzioni operative, fra le quali si possono ricordare:
- le barriere ottiche costituite da un fotoemettitore (led o similare) e da un ricevitore fotoelettrico (fotodiodo o fototransistore) collocati su lati opposti rispetto al flusso dei prodotti, in modo tale per cui il raggio di luce che si propaga dall'emettitore verso il ricevitore in direzione genericamente trasversale (ortogonale o obliqua) rispetto alla direzione di avanzamento degli articoli viene periodicamente intercettato dal passaggio degli articoli stessi, per cui la interruzione permanente o quasi permanente di tale raggio è indicativa della condizione di contatto o quasi contatto;
- le barriere ottiche in cui l'emettitore ed il ricevitore sono situati su un unico lato rispetto al flusso dei prodotti, mentre sul lato opposto si trova uno schermo riflettente destinato a rinviare verso il ricevitore la radiazione prodotta dall'emettitore: anche in questo caso, il transito degli articoli provoca una ostruzione del cammino di propagazione del raggio luminoso, con una conseguente perturbazione del segnale di uscita del ricevitore, suscettibile di essere utilizzata per rilevare la posizione distanziata ovvero addossata o quasi addossata dei prodotti, e
- le soluzioni che prevedono l'impiego di una coppia emettitore-ricevitore situata su un unico lato del flusso degli articoli, con associata un'ottica il cui punto focale viene regolato in modo da coincidere circa con la superficie degli articoli che avanzano; in questo caso non è previsto l'impiego di un elemento riflettente sul lato opposto del flusso: l'azione al rilevazione da parte del fotorivelatore viene qui ricondotta al diverso livello assunto dal segnale di fotorivelazione a seconda che la radiazione generata dall'emettitore venga riflessa (o, più correttamente, retrodiffusa) in corrispondenza del punto focale dell'ottica dalla superficie degli articoli che avanzano ovvero dallo sfondo costituito in generale dalla superficie del convogliatore ovvero dall'ambiente retrostante.
Tutte e tre le soluzioni descritte in precedenza presentano vantaggi e svantaggi.
Le prime due soluzioni (emettitore-rivelatore situati su lati opposti ovvero emettitore-rivelatore su un lato ed elemento riflettente sul lato opposto) si prestano molto bene a un'azione di rilevazione svolta in senso orizzontale, ossia con cammino di propagazione della radiazione della barriera luminosa estendetesi in piano parallelo o quasi parallelo al piano su cui avanzano i prodotti.
Tuttavia, nel caso di prodotti che avanzano fra guide di confinamento laterale insorge l'esigenza di creare aperture per il passaggio della radiazione luminosa.
Nel caso di articoli presentanti una certa altezza questo fatto non crea particolari problemi, in quanto le guide possono essere realizzate in maniera da lasciare scoperta una striscia orizzontale fra il loro margine inferiore ed il piano del convogliatore, per cui la barriera ottica svolge la sua azione di rilevazione in corrispondenza della base di appoggio dei prodotti stessi. Nel caso di prodotti con altezza ridotta (si pensi ad esempio a cialde di wafer enrobate con cioccolato) è invece necessario aprire finestre nelle guide di contenimento laterale: tali finestre possono però dare origine a fenomeni di impuntamento dei prodotti, con effetti assai nocivi.
In ogni caso, anche prescindendo dalla presenza delle guide o meno, lo svolgimento di un'azione di rilevazione laterale o orizzontale risulta molto critica nel caso di articoli di altezza ridotta, dal momento che spostamenti verticali anche minimi possono falsare in modo assai rilevante il risultato dell'azione di rilevazione.
L'adozione delia terza soluzione (gruppo emettitore-rivelatore con ottica di focalizzazione) permette di risolvere i problemi sopra enunciati ricorrendo ad un'azione di rivelazione svolta verticalmente, ossia disponendo il gruppo rivelatore al disopra del flusso di articoli che avanza sul convogliatore. Questa soluzione soffre però della particolare criticità del fenomeno di riflessione (o retrodiffusione) della radiazione ottica che sta alla base del suo funzionamento.
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In particolare, soprattutto nell'applicazione ai prodotti alimentari, le caratteristiche di riflessione o retrodiffusione della superficie degli articoli convogliati possono differire sostanzialmente sia in assoluto, sia da articolo ad articolo.
Sempre facendo riferimento al caso di cialde rivestite di cioccolato, è immediato rendersi conto che la superficie del rivestimento di cioccolato e tut-t'altro che piana ed uniforme e presenta di solito ondulazioni e rugosità difficilmente prevedibili. Ancora, la Richiedente ha avuto modo di verificare come cambiamenti anche modesti della natura dello strato di rivestimento (passaggio da cioccolato dolce a cioccolato amaro) possano far variare in maniera assai marcata le caratteristiche di retrodiffusione della superficie del prodotto.
Quanto detto in precedenza vale sostanzialmente anche per la retrodiffusione da parte dell'ambiente circostante o della superficie del convogliatore.
Ad esempio, in talune situazioni la retrodiffusione da parte di una superficie interna del carter della macchina, ovvero da parte di un oggetto accidentalmente depositato sul terreno al di sotto della macchina stessa, anche ad una certa distanza dal gruppo ottico, può essere confusa con la retrodiffusione da parte della superficie del prodotto in corrispondenza del piano focale dell'ottica.
Lo stesso vale anche per la superficie del convogliatore. Al riguardo conviene ancora ricordare il fatto che molti prodotti alimentari hanno colori abbastanza scuri e superfici abbastanza irregolari (quindi tendenzialmente poco riflettenti), mentre gli standard correnti per la realizzazione delle macchine e dei convogliatori impongono in generale il ricorso a colori chiari (tipicamente bianco) o materiali (ad esempio materiali plastici per l'industria alimentare) di solito abbastanza lisci e riflettenti.
A complicare ulteriormente la situazione interviene ancora il fatto che la superficie del convogliatore può risultare accidentalmente imbrattata da tracce di prodotto (ad esempio sbavature di cioccolato), suscettibili di alterare ulteriormente le caratteristiche di retrodiffusione del supporto stesso.
La presente invenzione si prefigge quindi lo scopo di fornire mezzi per rilevare la posizione di articoli convogliati suscettibile di evitare gli inconvenienti alle soluzioni note a cui si è fatto riferimento in precedenza.
Secondo la presente invenzione, tale scopo viene raggiunto tramite il procedimento ed il dispositivo aventi le caratteristiche richiamate in modo specifico nelle rivendicazioni indipendenti numero 1 e numero 8. Vantaggiosi sviluppi dell'invenzione formano aggetto delle sottorivendicazioni da esse dipendenti.
L'invenzione verrà ora descritta, a puro titolo di esempio non limitativo, con riferimento ai disegni annessi, nei quali:
- la fig. 1 illustra schematicamente, in elevazione laterale, parte di un dispositivo convogliatore di articoli realizzato secondo l'invenzione, e
- la fig. 2 illustra schematicamente, in prospettiva, una possibile variante di attuazione dell'invenzione, e
- le fig. 3 a 5, illustrano, con riferimento alla specifica forma di attuazione di cui alla fig. 1, tre possibili situazioni di impiego di un dispositivo secondo l'invenzione.
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Per completezza converrà ancora ricordare che le dizioni «radiazione luminosa o ottica», «luce», «barriera luminosa», etc ... così come utilizzate nella presente descrizione e nelle rivendicazioni che 10 seguono, non devono intendersi come strettamente limitate al campo della radiazione visibile: è infatti pratica corrente (e per molti versi dominante) ricorrere, nel contesto a cui l'invenzione si riferisce, a radiazioni luminose nel campo dell'infrarosso o in 15 campi diversi. La presente invenzione non deve quindi intendersi in alcun modo limitata all'impiego di radiazione nel campo della luce visibile.
Nella fig. 1 è indicato complessivamente con 1 un convogliatore del tipo correntemente denominato 20 convogliatore o trasportatore continuo. Si tratta di un convogliatore molto utilizzato, ad esempio, nell'industria del confezionamento automatico. Esso consiste essenzialmente in un nastro di materiale flessibile (ad esempio un tessuto di poliestere rivestito su 25 una od entrambe le facce di uno strato continuo di PVC o di un materiale plastico ammesso per il contatto con prodotti alimentari) chiuso ad anello così da avvolgersi alle estremità su rulli di rinvio 2 uno dei quali è trascinato in rotazione da mezzi motori 30 (non illustrati) secondo principi ampiamente noti nella tecnica.
Il nastro forma così un ramo superiore orizzontale 3 ed un ramo inferiore di ritorno 4. Il ramo superiore 3 si muove (da sinistra verso destra con riferi-35 mento alla situazione illustrata in fig. 1), così da trasportare un flusso continuo o sostanzialmente continuo di articoli A quali prodotti alimentari (barrette di cioccolato, cialde di wafer enrobate di cioccolato, ecc.).
40 A titolo di riferimento si supporrà di aver a che fare con articoli A genericamente appiattiti o allungati con bordi di estremità (anteriore e posteriore rispetto al verso di avanzamento) non rigidamente definiti in verso verticale ma aventi anzi un anda-45 mento genericamente inclinato o arrotondato. Come meglio si vedrà nel seguito questo in pratica significa che, quando gli articoli A in questione si avvicinano addossandosi gli uni agli altri, essi definiscono fra loro un margine di contatto di solito abbastanza 50 irregolare, definendo sul lato superiore e/o sul lato inferiore gole o simili zone in cui lo spessore complessivo nel flusso degli articoli, visto come un'entità continua, si riduce localmente.
Situazioni di impiego del tipo sopra specificato, 55 così come i relativi dispositivi, sono ampiamente noti nella tecnica e non richiedono quindi di essere ulteriormente spiegati in questa sede.
Parimenti noto è il fatto che in una o più zone della linea di avanzamento si rende necessario rilevare 60 se gli articoli A siano distanziati fra loro (rilevando eventualmente l'entità del passo di cistanziamento) ovvero addossati o circa addossati (ossia in condizioni in cui la distanza fra gli articoli tende ad essere minima).
65 Secondo una impostazione tradizionale della tec-
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nica anteriore, il dispositivo convogliatore 1, e più precisamente il materiale del nastro che forma con il suo ramo superiore 3 il ramo di trasporto degli articoli A, è visto come un qualcosa di opaco, di impermeabile alla radiazione luminosa (comprendendo in questa dizione, come già si è visto, anche le radiazioni con campi di frequenza al di fuori del campo del visibile). Questo ha fatto sì che, fino ad ora, l'impiego di barriere ottiche con cammino di propagazione della radiazione attraverso il flusso degli articoli (prime due soluzioni tecniche cui si è fatto cenno nella parte introduttiva della presente descrizione), sia stato di fatto limitato alle soluzioni che svolgono un'azione di rilevazione in orizzontale, escludendo il ricorso alla rilevazione verticale (sinora limitata all'impiego di gruppi emettitore-rivelatore con ottica di focalizzazione associata, secondo la terza soluzione a cui si è fatto cenno nella parte introduttiva della presente descrizione).
In un suo primo aspetto la presente invenzione si basa sul riconoscimento del fatto che i gruppi emettitori delle più recenti generazioni di barriere ottiche (fotocellule) presentano caratteristiche di emissione (potenza della radiazione emessa, lunghezza d'onda delia stessa) che, prese eventualmente in combinazione con le caratteristiche di sensibilità dei rispettivi fotorivelatori, permettono alla radiazione luminosa (tipicamente nel campo dell'infrarosso) di propagarsi anche attraverso il materiale del nastro del convogliatore.
Detto altrimenti, la radiazione del gruppo emetitto-re-ricevitore utilizzato per costituire la barriera ottica è in grado di «forare» il materiale costituente il nastro, pur subendo una certa attenuazione da parte del nastro stesso.
Al riguardo, la richiedente ha avuto modo di rivelare che i sistemi emettitore-ricevitore quali il sistema WS/WE6 prodotto dalla società Erwin Sick (Germania), quando utilizzato con una distanza emettitore-ricevitore dell'ordine della decina di centimetri (ad esempio 10-20 cm) è in grado di assicurare la propagazione della radiazione attraverso i nastri correntemente utilizzati nell'industria dell'imballaggio automatico, compresi quelli più spessi, senza che il nastro, pur contribuendo ad una certa attenuazione del segnale ottico, pregiudichi la correttezza dell'azione di rilevazione.
In pratica, l'attenuazione offerta alla radiazione dal materiale del nastro risulta ampiamente inferiore alla attenuazione realizzata dal materiale costituente gli articoli A che avanzano sul trasportatore quando questi ultimi intercettano la radiazione della barriera ottica.
Questo significa, in pratica, che per il gruppo rilevatore, il nastro 3 si comporta come un materiale di fatto trasparente sul quale avanzano articoli A genericamente opachi.
Il riconoscimento di questo fatto consente quindi realizzare - secondo la soluzione illustrata nella fig. 1 - un'azione di rilevazione in cui l'emettitore della radiazione luminosa (indicato con 5) si trova sotto il ramo superiore del nastro 3 mentre il fotorivelatore (di preferenza una coppia di fotorivelatori 6 come si vedrà nel seguito) si trova al disopra o viceversa (emettitore 5 di sopra e ricevitore 6 di sotto).
In altre parole, in questo suo primo aspetto, l'invenzione si basa sul riconoscimento del fatto, del tutto inaspettato, che è possibile utilizzare gli stessi mezzi sino ad oggi utilizzati per un'azione di rilevazione orizzontale per svolgere un'azione di rilevazione verticale.
In ogni caso, il fatto che il nastro sia interposto sul cammino di propagazione della radiazione luminosa non incide in modo apprezzabile sulla precisione dell'azione di rilevazione: per il rilevatore gli articoli A appaiono come una sequenza di ombre che si muovono su uno sfondo chiaro (ossia sul nastro visto come un elemento sostanzialmente trasparente). La osservazione dell'alternarsi delle zone scure e chiare per effetto del movimento degli articoli A e la estensione (temporale) delle zone chiare o scure, con la conseguente generazione di segnali di rilevazione a livello diverso permette di risalire (secondo principi ampiamente noti che non richiedono di essere qui richiamati) alla distanza che separa gli articoli A.
In particolare, quando, per effetto della variazione delle condizioni di trasporto, gli articoli A si avvicinano fra loro, tendendo ad addossarsi con i fianchi opposti in posizione di contatto, la radiazione che si propaga verso il rivelatore tende ad essere intercettata sempre più a lungo dagli articoli A. Questo sino a raggiungere la situazione in cui, con gli articoli A addossati fra loro, la propagazione della radiazione verso il rivelatore è di fatto interrotta, dal momento che fra articoli successivi A non rimangono più finestre, fessure o spazi attraverso i quali la radiazione può propagarsi verso il rivelatore.
La Richiedente ha però avuto modo di osservare che tale situazione tende ad essere raggiunta solo in modo approssimato nelle reali situazioni di impiego.
Questo per motivi diversi:
- in primo luogo, i fianchi affacciati (rispettivamente posteriore ed anteriore, rispetto al verso di avanzamento) degli articoli A che si susseguono nel flusso non sono quasi mai esattamente rettilinei, ad esempio per le irregolarità della enrobatura di cioccolato, o semplicemente perché tali bordi sono arrotondati, come nel caso di biscotti;
- in secondo luogo, soprattutto con articoli A aventi un profilo verticale trapezoidale quale quello illustrato nella fig. 1 (sbarrette di cioccolato e similari) il graduale ridursi dello spessore degli articoli A in corrispondenza delle zone di estremità anteriore e posteriore fa sì che anche quando tali zone sono addossate fra loro e presentano, viste in pianta, un andamento sostanzialmente rettilineo, la radiazione della barriera ottica non viene attenuata di molto dal materiale degli articoli A, per cui il fotorivelatore continua ad essere raggiunto da una certa intensità di radiazione e vede quindi come distanziati due articoli A successivi in realtà addossati fra loro: questa situazione si manifesta in maniera molto evidente in presenza di barriere luminose operanti con radiazione infrarossa, suscettibile di propagarsi anche attraverso un certo spessore di un corpo peraltro opaco rispetto alia radiazione luminosa visibile.
I fenomeni sopra descritti, soprattutto sovrapponendosi fra loro, possono generare situazioni molto critiche.
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Il fatto che il rilevatore continui a vedere come separati articoli A successivi che in realtà sono già in contatto fra loro può condurre il controllo automatico del sistema di convogliamento ad intervenire per cercare di addossare ancor più gli articoli A (ad esempio facendo rallentare un ulteriore nastro convogliatore situato a valle o accelerando il movimento di un convogliatore a monte), con il rischio di applicare alla colonna degli articoli A in avanzamento una pressione longitudinale eccessiva, suscettibile di danneggiare gli articoli o anche di produrre l'inarcamento della colonna con conseguente perdita del controllo del flusso.
In un suo ulteriore aspetto, la presente invenzione si basa sul riconoscimento del fatto che il rischio sopra espresso può essere sicuramente evitato svolgendo l'azione di rilevazione delle radiazione generata dall'emettitore 5 con due elementi rilevatori 6 disposti affiancati ovvero in cascata fra loro secondo la disposizione schematicamente illustrata nelle figure.
In particolare della soluzione secondo la fig. 1 (che si riferisce ad una azione di rilevazione effettuata in verticale, facendo passare la radiazione della barriera ottica attraverso il materiale del nastro 3) è previsto l'impiego di un emettitore 5 (ad esempio l'emettitore WS 6 della Sick) al disotto del nastro 3 in unione a due fotorivelatori 6 (ad esempio due fotorilevatori WS 6 della Sick) disposti al disopra del nastro 3.
Nella variante della fig. 2 (che si riferisce ad un'azione ai rilevazione fatta in orizzontale, senza che la radiazione attraversi il nastro 3) è previsto l'impiego di un emettitore 5 su un lato del nastro 3 e di due fotorivelatori 6 sul lato opposto.
Naturalmente, come già detto in precedenza, la posizione relativa dell'emettitore 5 e dei rilevatori 6 può essere scambiata (ad esempio, nella soluzione di fig. 1, collocando l'emettitore 5 al disopra del nastro 3 ed i rivelatori 6 al disotto del nastro stesso). Ancora, sebbene le fig. 1 e 2 facciano esplicito riferimento all'impiego di un emettitore 5 su un lato del flusso degli articoli A e di due fotorivelatori 6 sul lato opposto, l'invenzione si applica anche alle situazioni (non esplicitamente illustrate) in cui l'emettitore ed i rivelatori siano tutti situati da un lato del flusso degli articoli A, o con la previsione, sul lato opposto, di un elemento a schermo destinato a riflettere verso i rivelatori la radiazione emessa dall'emettitore ovvero con un'ottica di focalizzazione il cui punto focale viene regolato in modo da coincidere circa con la superficie degli articoli A che avanzano.
Infine è anche ipotizzabile che le due unità rivelatrici 6, pur funzionalmente distinte fra loro, siano di fatto integrate in un unico dispositivo. Tutte le varianti sopra richiamate sono quindi comprese nell'ambito dell'invenzione.
A titolo di riferimento dimensionale (sempre in relazione all'impiego di componenti WS/WE 6 della Sick) si può pensare che la distanza fra l'emettitore 5 ed i rivelatori 6 sia dell'ordine di 10 cm. In questo caso i rivelatori 6 sono affiancati ad una distanza (riferita alle loro zone fotosensibili) di circa 20 mm, ossia alla distanza di circa 10 mm su lati opposti rispetto all'asse centrale di propagazione della radiazione emessa dall'emettitore 5 (asse principale del diagramma di radiazione).
In particolare è noto che tale diagramma di radiazione ha di solito un generale andamento «a cipolla» e può essere modificato con l'impiego di diaframmi sagomatori forniti come accessori dei componenti delle barriere ottiche.
Ciò vale sia con riferimento ad una disposizione (che è quella illustrata nelle figure) in cui la direzione di propagazione della radiazione (in entrambi i versi) è circa ortogonale alla direzione di avanzamento degli articoli A, sia nelle situazioni in cui (per motivi diversi, noti al tecnico del ramo) tale di direzione di propagazione venga scelta inclinata o obliqua rispetto alla direzione di avanzamento degli articoli A.
La utilizzazione di due elementi fotorivelatori 6 consente di adottare, per decidere sulla separazione degli articoli A, una logica in base alla quale due articoli A vengono visti come effettivamente separati o distanziati se e soltanto se tutti e due i fotorivelatori 6 della coppia vengono investiti simultaneamente dalla radiazione generata dall'emettitore 5.
Le diverse situazioni operative che si possono determinare sono quindi essenzialmente quelle richiamate in modo schematico nelle fig. 3 a 5.
Quando due articoli adiacenti A sono effettivamente separati fra loro, la radiazione generata dall'emettitore 5 raggiunge contemporaneamente (attraversando se del caso il nastro o tappeto 3) entrambi i rivelatori 6 (Fig. 3).
Quando gli articoli adiacenti A si avvicinano fra loro, restringendo la zona o intervallo di separazione fra essi interposto (fig. 4), fa possibilità che entrambi i rivelatori 6 vengano raggiunti allo stesso istante dalla radiazione generata dall'emettitore 5 si riduce gradualmente (si tenga conto, al riguardo, che il diagramma di radiazione dell'emettitore 5 ha in generale un andamento simmetrico rispetto all'asse principale rispetto al quale due fotorivelatori 6 sono disposti in modo speculare).
In particolare, tenuto conto del fatto che i due rivelatori 6 sono sfalsati (ossia distanziati fra loro) nel verso di avanzamento degli articoli A è praticamente certo che quando gli articoli A successivi sono in contatto fra di loro (fig. 5), la radiazione generata dall'emettitore 5, pur potendo eventualmente trapelare attraverso fessure lasciate fra i prodotti A o anche passare con ridotta attenuazione attraverso gli articoli nella zona di spessore minore, riuscirà al più a raggiungere solo un rivelatore 6 per volta, ma non tutti e due i rilevatori simultaneamente.
A partire dai segnali di rilevazione generati dai rilevatori 6, attraverso una elementare operazione logica suscettibile di essere facilmente effettuata (secondo criteri ampiamente noti) da un modulo ela-borativo 7 che riceve i segnali di uscita dei fotorivelatori 6 stessi, è possibile discriminare con sicurezza la situazione in cui gli articoli A sono (ancora) distanziati fra loro dalla situazione in cui essi si sono portati praticamente in contatto fra loro.
La suddetta operazione logica può essere sia un'operazione di prodotto logico (AND) sia un'operazione di somma logica (OR) a seconda che ci si ba-
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si sui segnali indicativi della presenza o dell'assenza degli articoli: in concreto, è possibile concludere che gli articoli sono separati quando tutti e due i fotorivelatori 6 vengono illuminati contemporaneamente dalla radiazione generata dall'emettitore 5 (prodotto logico) ovvero, in modo complementare, concludere gli articoli A sono in contatto fra loro quando o l'uno o l'altro o entrambi i rivelatori 6 risultano oscurati in modo continuo dal flusso degli articoli A (somma logica). Naturalmente ulteriori forme di elaborazione dei segnali (alla portata del tecnico esperto del settore) sono possibili.
Operando sulla soglia di sensibilità dei rivelatori 6 (di solito già predisposti a tal fine: ad esempio il rivelatore WE 6 di produzione Sick è esternamente provvisto di due regolatori di sensibilità, operanti rispettivamente su scala grossolana e su scala fine) è possibile attuare una esatta azione di calibrazione della barriera ottica, facendo sì, ad esempio, che il dispositivo di rivelazione consideri come di fatto addossati fra loro articoli A successivi che si trovano ad una distanza inferiore rispetto ad una soglia minima (ad esempio 2 mm).
A tal fine è possibile utilizzare, con riferimento alla disposizione di cui alla fig. 1, un calibro costituito da una piastrina in metallo (o altro materiale assorbente rispetto alla radiazione della barriera) solcata da una feritoia avente una larghezza pari alla suddetta soglia di riferimento (ad esempio una feritoia della larghezza di 2 mm). Il calibro in questione può essere fatto scorrere attraverso la barriera ottica 5, 6 nella direzione di avanzamento degli articoli A, regolando quindi la soglia di sensibilità di entrambi i rivelatori 6 in modo che gli stessi non si trovino in prossimità della soglia di emissione del segnale di attivazione (radiazione ricevuta) quando il calibro viene fatto passare davanti a loro. Regolati in questo modo, i rivelatori 6 forniranno invece simultaneamente tale segnale per articoli A distanziati di un'entità appena superiore alla soglia definita dalla feritoia. Questa operazione ai regolazione può essere fatta semplicemente, anche da un operatore non particolarmente esperto, tenuto conto del fatto che la maggior parte dei fotorivelatori in questione è normalmente provvisto sul suo involucro esterno di indicatori luminosi (tipicamente tre led di colore diverso, ad esempio rosso, giallo e verde) suscettibili di identificare chiaramente, oltre alle condizioni di estremità in cui il rilevatore vede un segnale oppure si considera oscurato (indicatori verde e rosso), una condizione intermedia di incertezza ovvero di prossimità di una condizione di soglia (indicatore giallo).
Naturalmente, la disposizione di montaggio con doppio rivelatore 6 sopra descritta può essere utilizzata sia per la rilevazione (verticale o orizzontale) lungo la traiettoria di sviluppo del ramo di trasporto 3 del nastro del nastro del convogliatore, sia in corrispondenza delle zone di transizione fra più nastri convogliatori disposti in cascata.
Soprattutto in tale condizione di impiego (ossia quando, effettuando una rivelazione verticale, viene meno l'effetto attenuante del nastro 3), la Richiedente ha notato che può risultare vantaggioso porre di fronte alle superfici fotosensibili dei rivelatori
6 di cui si è detto in precedenza un elemento di oscuramento (ad esempio una pellicola fotografica impressionata e sviluppata ad un valore di grigio) in modo da ridurre leggermente l'intensità della radiazione incidente.
La Richiedente ha avuto modo di rilevare che tale accorgimento consente di rendere più sicura l'azione di rilevazione.
Pur non volendosi legare ad alcuna specifica teoria in proposito, la Richiedente ha motivo di pensare che l'adozione di tale mezzi di mascheramento o oscuramento porti il fotorivelatore a operare in una zona in cui, a parità di variazione relativa dell'intensità della radiazione incidente dall'esterno, si determina una più ampia variazione del segnale fotoelettrico generato all'interno del fotorivelatore (dunque una situazione di maggiore dinamica del segnale fotoelettrico) rispetto alle variazioni che si determinano quando la radiazione incidente investe direttamente la superficie fotosensibile del rivelatore, senza l'interposizione dei mezzi di mascheramento.
Naturalmente, fermo restando il principio dell'invenzione, i particolàri di realizzazione e le forme di attuazione potranno essere ampiamente variati rispetto a quanto descritto ed illustrato, senza per questo uscire dall'ambito della presente invenzione.

Claims (21)

Rivendicazioni
1. Procedimento per rilevare la posizione relativa di articoli (A) in avanzamento su un sopporto di convogliamento (3) tramite una radiazione destinata ad essere selettivamente intercettata da detti articoli (A), caratterizzato dal fatto che comprende l'operazione di rilevare (6) l'intercettazione di detta radiazione da parte degli articoli (A) in due punti distinti affiancati nella direzione generale di avanzamento degli articoli (A).
2. Procedimento secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che comprende l'operazione di generare detta radiazione (5) su un lato della traiettoria di avanzamento degli articoli (A) e di rilevare (6) detta radiazione dopo l'attraversamento della traiettoria di avanzamento degli articoli (A) sul lato opposto di detta traiettoria.
3. Procedimento secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2 caratterizzato dal fatto che comprende l'operazione di decidere (7) che gli articoli (A) in detto flusso sono separati fra loro quando detta radiazione viene rilevata (6) senza intercettazione da parte di detti articoli (A) in entrambi detti punti.
4. Procedimento secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che comprende l'operazione di far propagare detta radiazione attraverso detto sopporto di convogliamento (3).
5. Procedimento secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detta radiazione viene fatta propagare in direzione circa ortogonale rispetto a detto sopporto di convogliamento (3).
6. Procedimento secondo la rivendicazione 4 o la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detta radiazione è una radiazione luminosa, preferibilmente nel campo dell'infrarosso.
7. Procedimento secondo una delle precedenti ri5
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vendicazioni 1 a 6, caratterizzato dal fatto che comprende l'operazione di generare detta radiazione (5) su un lato di detto sopporto di convogliamento (3) e l'operazione di rilevare (6) detta radiazione dopo l'attraversamento di detta traiettoria di avanzamento degli articoli (A), sul lato opposto del sopporto di convogliamento (3).
8. Dispositivo per rilevare la posizione di articoli (A) che avanzano su un sopporto di convogliamento (3) comprendente mezzi generatori (5) per generare una radiazione destinata ad essere selettivamente intercettata dagli articoli (A) stessi e mezzi rivelatori (6) per rilevare detta radiazione o la sua manean-za dopo l'eventuale intercettazione da parte degli articoli (A), caratterizzato dal fatto che detti mezzi rivelatori (6) comprendono almeno due unità di rilevazione (6) disposte affiancate nella direzione di avanzamento degli articoli (A), in una disposizione tale per cui la radiazione prodotta da detti mezzi generatori (5) raggiunge simultaneamente entrambe dette unità di rivelazione (6) soltanto in presenza di un certo distanziamento tra articoli (A) in avanzamento successivi.
9. Dispositivo secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che comprende mezzi generatori (5) di detta radiazione situati da un lato di detto sopporto di convogliamento (3) e mezzi rivelatori (6) di detta radiazione situati sul lato opposto rispetto a detto sopporto di convogliamento (3).
10. Dispositivo secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che comprende mezzi generatori (5) di detta radiazione e mezzi rilevatori (6) di detta radiazione situati in un unico lato rispetto a detto sopporto di convogliamento (3) nonché mezzi per rinviare la radiazione prodotta da detti mezzi generatori (5) verso detti mezzi rivelatori (6).
11. Dispositivo secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detti mezzi per rinviare la radiazione prodotta dal mezzi generatori (5) verso i mezzi rilevatori (6) sono costituiti dagli articoli (A) stessi, e dal fatto che detti mezzi generatori (5) e rilevatori (6) portano associata un'ottica focalizzata sostanzialmente in prossimità della superficie degli articoli (A).
12. Dispositivo secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che dette unità di rilevazione (6) sono separate di una distanza dell'ordine di 20 mm circa.
13. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 8 o 12, caratterizzato dal fatto che dette due unità di rilevazione (6) sono disposte simmetricamente rispetto all'asse principale di propagazione della radiazione prodotta da detti mezzi generatori (5).
14. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 8 a 13, caratterizzato dal fatto che detti mezzi generatori (5) e detti mezzi rilevatori (6) definiscono un cammino di propagazione di detta radiazione della lunghezza di circa 10-20 cm.
15. Dispositivo secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal datto che detti mezzi generatori (5) e detti mezzi rivelatori (6) operano con detto sopporto di convogliamento (3) interposto fra loro, per cui detta radiazione viene fatta propagare attraverso detto sopporto di convogliamento (3).
16. Dispositivo secondo la rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che detti mezzi generatori (5) e detti mezzi rivelatori (6) operano su una radiazione luminosa.
17. Dispositivo secondo la rivendicazione 16, caratterizzato dal fatto che detti mezzi generatori (5) e detti mezzi rivelatori (6) operano su una radiazione luminosa infrarossa.
18. Dispositivo secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che a dette unità di rilevazione (6) sono associati mezzi di elaborazione logica (7) sensibili ai segnali di rilevazione generati da detta unità di rivelazione (6) e suscettibili di produrre un segnale indicativo dell'effettivo distanziamento tra articoli successivi (A) in avanzamento soltanto quando entrambe dette unità di rivelazione (6) generano simultaneamente un segnale indicativo del libero transito di detta radiazione attraverso la traiettoria di avanzamento degli articoli senza intercettazione da parte degli articoli (A) stessi.
19. Dispositivo secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che dette unità di rivelazione (6) sono parti di un unico elemento.
20. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 8, caratterizzato dal fatto che a detti mezzi rilevatori (6) sono associati mezzi di oscuramento per ridurre la intensità della radiazione incidente sugli organi sensibili di detti mezzi rilevatori (6).
21. Dispositivo secondo la rivendicazione 20, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di oscuramento sono costituiti da una pellicola avente un tono di grigio predeterminato.
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