CH651744A5 - External fixing implement for monolateral osteosynthesis - Google Patents

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CH651744A5
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Enrico Bossi
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Description

II presente trovato riguarda un attrezzo fissatore esterno per osteosintesi monolaterale.
Come è noto questi attrezzi vengono utilizzati per l'aggiustamento medico chirurgico di ossa fratturate con impiego di chiodi o viti piantati dall'esterno nei monconi e frammenti di frattura, nei casi in cui a causa della presenza di ferite aperte non è possibile l'applicazione di ingessature. Gli attrezzi in questione hanno quindi il compito di mantenere, per il tempo richiesto dalla saldatura reciproca dei monconi e frammenti di frattura, gli stessi immobilizzati e nella giusta reciproca posizione. Per assolvere questo loro compito, gli attrezzi fissatori comprendono generalmente una pluralità di corpi portachiodi o portaviti, ciascuno di questi corpi essendo destinato a tènere bloccato uno o più chiodi o viti piantati nei moncóni o frammenti di frattura, detti corpi essendo tra di loro collegabili da una struttura esterna rigida costituita per esempio da almeno una barra di collegamento.
Gli elementi da piantare nei monconi o frammenti di frattura sono costituiti, come si è detto, a seconda dei casi da chiodi
0 viti in acciaio inossidabile che vengono infissi forzatamente oppure per avvitamento in fori preventivamente praticati mediante un trapano nei monconi o frammenti di frattura, questi fori avendo naturalmente un diametro di poco minore di quello degli elementi che essi devono accogliere.
Nella seguente descrizione, quando si parla di questi elementi in acciaio da piantare nei monconi o frammenti di frattura, per brevità si farà riferimento semplicemente a chiodi, essendo sottinteso però che può trattarsi indifferentemente anche di viti.
1 chiodi comunemente usati possono essere di calibro diverso e vengono impiegati dei chiodi il cui diametro può variare per esempio tra i 2 e 7 mm, in funzione delle dimensioni e della consistenza del moncone o frammento osseo in cui il chiodo deve essere piantato e della rigidità desiderata del chiodo.
Gli attrezzi fissatori di questo genere finora noti presentano alcuni inconvenienti e limiti di applicabilità dovuti principalmente alla conformazione dei corpi portachiodi.
Questi corpi portachiodi impiegati negli attrezzi fissatori noti sono costituiti normalmente da specie di morse, ciascuna comprendente due metà bloccabili insieme con bulloni per trattenere fra di loro un certo numero di chiodi. A questo scopo, nelle facce delle due metà destinate ad essere contrapposte sono ricavate delle semisedi in genere parallele che con le due metà assemblate formano sedi cilindriche atte ad accogliere gli steli dei chiodi, È chiaro che il diametro di ciascuna di queste sedi deve essere perfettamente uguale al diametro dello stelo del chiodo e che tutte queste sedi devono avere lo stesso diametro. Ne risulta che non solo tutti i chiodi associati ad un singolo corpo portachiodi devono essere dello stesso calibro, ma che il loro fissaggio rispetto al corpo non può che avvenire contemporaneamente. Inoltre, se nello stesso corpo devono venire fissati più di due chiodi, il fissaggio diventa non sicuro.
Per comprendere meglio gli svantaggi ed i lati negativi di un .corpo portachiodi di questo tipo, è opportuno illustrare brevemente il modo di montaggio e d'uso.
Per il montaggio si procede normalmente nel modo seguente. Nella zona di frattura in cui si trovano vari frammenti ossei da immobilizzare occorre piantare, in un'area ravvicinata, diversi chiodi che devono essere perfettamente paralleli fra di loro e che devono quindi essere bloccati insieme mediante un corpo portachiodi. Secondo la tecnica nota ci si serve quindi di una maschera con un certo numero di fori passanti paralleli per l'esecuzione dei vari fori e per piantare poi in questi fori i relativi chiodi e successivamente a questo gruppo di chiodi viene applicato il corpo portachiodi a morsa che ha il compito di bloccare e collegare rigidamente fra di loro i chiodi di questo gruppo, per immobilizzare i frammenti ossei in cui i chiodi sono piantati. È evidente che questa delicata operazione è resa difficile per il fatto che tutti i chiodi del gruppo devono venire bloccati contemporaneamente nel corpo portachiodi e che per piantare i chiodi è necessario l'uso di una maschera separata. Inoltre, il fatto di poter impiegare in un gruppo soltanto chiodi dello stesso calibro costituisce una grave limitazione, in quanto spesso si presentala necessità o convenienza di raggruppare chiodi di calibro diverso. Un ulteriore inconveniente è quello che con questi corpi portachiodi noti non è permessa la sostituzione, dopo un certo tempo, di un chiodo con un altro di calibro maggiore, se quello originariamente piantato non dovesse più tenere bene nel frammento osseo, senza destabilizzare tutto il montaggio.
È da fare notare infine che i corpi portachiodi finora usati sono realizzati generalmente con materiali praticamente radio-opachi e disturbano quindi notevolmente gli eventuali esami ra-
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citologici. Inoltre, questi corpi non hanno normalmente un isolamento elettrico sufficiente per campi elettrici per cui impediscono o rendono difficile l'esecuzione di trattamenti elettroterapici.
Scopo del presente trovato è quindi quello di creare un at- 5 trezzo fissatore per osteosintesi monolaterale che elimini gli inconvenienti e le limitazioni degli attrezzi fissatori tradizionali noti, permettendo un più facile montaggio e maggior possibilità d'impiego e di applicazione.
Questo scopo viene raggiunto secondo il trovato con un at- 10 trezzo fissatore comprendente una pluralità di corpi portachiodi ed una struttura di collegamento alla quale detti corpi sono vin-colabili, caratterizzato dal fatto che ciascuno di detti corpi portachiodi è realizzato in un sol pezzo e presenta almeno un foro passante parzialmente filettato in cui è avvibile una bussola a 15 pinza autobloccante per il fissaggio di un relativo chiodo.
In particolare, l'attrezzo fissatore secondo il trovato comprende almeno un corpo portachiodi con una pluralità di fori passanti paralleli atti ad accogliere ciascuno una relativa bussola a pinza autobloccante. 20
Il fissaggio del corpo portachiodi ad almeno una barra di collegamento avviene mediante morsetti che possono essere applicati alla relativa barra di collegamento con un montaggio sferico per permettere un orientamento universale.
La previsione di una bussola a pinza autobloccante per il 25 fissaggio di ciascun chiodo al corpo portachiodi comporta numerosi vantaggi. In primo luogo ogni chiodo può essere fissato autonomamente al corpo senza interferire sul fissaggio degli altri chiodi. In secondo luogo nello stesso foro passante del corpo portachiodi possono essere avvitate delle bussole a pinza per 30 chiodi di diverso calibro. È possibile quindi associare allo stesso corpo portachiodi dei chiodi di differente calibro ed inoltre è possibile la sostituzione di ciascun chiodo con un altro chiodo di calibro diverso, senza destabilizzare il montaggio.
Un ulteriore notevole vantaggio è quello che il corpo porta- 35 chiodi, essendo realizzato in un sol pezzo, può esso stesso servire da maschera durante l'operazione di foratura dei monconi e frammenti di frattura e del conficcare i chiodi nei fori cosi perforati. A questo scopo nei fori del corpo portachiodi possono essere inserite in un primo momento delle bussole di guida per 40 la foratura che vengono successivamente sostituite con le bussole a pinza.
Il corpo portachiodi secondo il trovato può essere munito vantaggiosamente anche di ulteriori due fori di piccolo diametro con relative viti di bloccaggio, atti ad accogliere dei fili o 45 sottili chiodi, i quali possono servire per piazzare preventivamente il corpo portachiodi nella giusta posizione, ad esempio sotto controllo radiologico, in corrispondenza della zona in cui devono essere piantati i chiodi definitivi. In questo caso, questi fili o chiodi sottili vengono piantati senza preventiva foratura e so dopo avere piantati i chiodi definitivi essi vengono nuovamente rimossi. Preferibilmente i corpi portachiodi dell'attrezzo fissatore secondo il trovato vengono realizzati con materiale radiotrasparente e dielettrico, come per esempio con un tipo di nailon, per non disturbare esami radiologici e per permettere l'ese- 55 dizione di trattamenti elettroterapici.
Le caratteristiche dell'attrezzo fissatore secondo il trovato ed i vantaggi che ne risultano appariranno in maggiori dettagli dalla seguente descrizione di una forma di realizzazione con riferimento ai disegni allegati, in cui 60
la fig. 1 mostra parzialmente l'attrezzo fissatore visto in pianta con alcune parti in sezione,
le figg. 2 e 3 sono sezioni rispettivamente secondo le linee II-1I e III-III di fig. 1, e la fig. 4 mostra per metà in sezione un elemento accessorio. 65 La parte dell'attrezzo fissatore illustrata in fig. 1 comprende a titolo di esempio due corpi portachiodi multipli e due corpi portachiodi singoli. Nelle sezioni di cui alle figg. 2 e 3 sono illustrati rispettivamente un corpo portachiodi multiplo ed un corpo portachiodo singolo, indicati generalmente con 10 e 11. Due barre 12, 13 collegano rigidamente fra di loro i corpi portachiodi dell'attrezzo fissatore. Nel disegno non sono illustrati invece i chiodi o le viti destinati ad essere fissati nei còrpi porta-chiodi, questi chiodi o viti essendo di per sé noti e reperibili in commercio.
Sarà descritto in primo luogo uno dei corpi portachiodi multipli 10 ed il suo bloccaggio sulle barre 12, 13. Il corpo 10 possiede una forma generalmente prismatica con estremità rastremate, come visibile nella vista in pianta di fig. 1. Nel caso illustrato, il corpo 10 è attraversato da tre fori paralleli 14 (vedi particolarmente fig. 2) che sono perfettamente identici tra loro e che presentano un tratto filettato 15, un tratto cilindrico 16 ed un tratto conico 17. In ciascuno di questi fori 14 è avvitatale una bussola a pinza 18 (come mostrato in fig. 2) oppure una bussola di guida 19 del tipo illustrato in fig. 4 (e mostrata per esempio nel primo foro a sinistra del corpo 10 di sinistra in fig. 1).
La bussola a pinza 18 presenta una testa esagonale 20, alla quale segue un tratto 21 filettato esternamente per accoppiarsi con il tratto filettato 15 di un foro 14, ed infine essa presenta • un tratto cilindrico-conico 22 costituito da un certo numero di linguette formate da intagli longitudinali, questo tratto 22 della bussola 18 essendo destinato a cooperare con i tratti 16 e 17 di un foro 14.
È da fare notare che tutte le bussole a pinza 18 possiedono una sagoma esterna identica in modo da permettere il loro inserimento per avvitamento nei fori 14 del corpo 10 che, come si è detto, sono anche identici. Viceversa, sono previste bussole a pinza 18 aventi differente diametro interno (vedi le bussole sezionate inserite nel secondo e terzo foro da sinistra del corpo 10 di sinistra in fig. 1) e atte quindi ad accogliere chiodi di calibro diverso.
Appare chiaro come avvitando la bussola a pinza 18 in uno dei fori 14 del corpo 10, agendo sulla sua testa esagonale 20, con un chiodo in essa inserito, man mano che il tratto finale conico intagliato della bussola va spinto contro il tratto conico 17 del foro 14, le linguette della bussola a pinza si stringono intorno al chiodo bloccandolo così al corpo 10. Si ottiene in questo modo l'autobloccaggio del chiodo. Utilizzando delle bussole a pinza di diametro interno differente è possibile fissare ai corpo portachiodi 10 dei chiodi di calibro diverso. Il fissaggio di ogni chiodo al corpo portachiodi avviene indipendentemente dal fissaggio degli altri chiodi allo stesso corpo portachiodi.
Il corpo portachiodi 10 è realizzato con un materiale radiotrasparente e dielettrico, come per esempio un tipo di nailon. Questo corpo portachiodi 10, essendo realizzato in un sol pezzo, con i fori 14, in esso praticati in perfetto parallelismo, assume anche la funzione di maschera durante l'applicazione dei chiodi. Allo scopo di facilitare l'operazione di foratura dei monconi o frammenti di frattura, prima di piantare i chiodi, al posto delle bussole a pinza 18 possono essere utilizzate, come elementi accessori, delle bussole di guida 19 che per quanto riguarda la loro sagoma assomigliano alle bussole a pinza 18 e possono quindi essere avvitate come queste nei fori 14 del corpo 10, soltanto che al posto della testa esagonale 20 possono presentare una testa cilindrica zigrinata 23 ed al posto del tratto cilindrico-conico intagliato 22 presentano un tratto cilindrico-conico 24 senza intagli. Il foro liscio passante di queste bussole 19 può servire quindi da guida sicura per il trapano durante la operazione di foratura. Dopo aver praticato il foro nel moncone o frammento osseo la bussola di guida 19 può essere tolta dal corpo 10 ed al suo posto può essere inserita nel foro 14 una bussola a pinza 18 adatta per il chiodo da piantare. Naturalmente anche le bussole di guida 19 possono avere differenti diametri interni a seconda del calibro del trapano usato per la foratura.
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Vantaggiosamente i corpi portachiodi 10 possono avere altri due forellini passanti 25, paralleli ai fori e praticati in corrispondenza delle due estremità rastremate opposte del corpo 10. Questi forellini 25 possono servire ad accogliere dei fili o sottili chiodi, da bloccare in detti forellini 25 mediante viti 26, i s quali fili o chiodi sottili possono essere usati per piazzare il corpo portachiodi 10 provvisoriamente nella giusta posizione, eventualmente sotto controllo radiologico, nella zona in cui si desiderano piantare i chiodi definitivi. Questi chiodi sottili o fili vengono piantati senza preventiva foratura e servono soltanto io al posizionamento del corpo 10 in funzione di maschera per piantare i chiodi definitivi, dopo di che i chiodi sottili o fili possono essere rimossi.
Il bloccaggio di ciascun corpo portachiodi 10 sulle barre 12, 13 che possono essere piene od anche cave (per diminuire il pe- is so) avviene a mezzo di due morsetti, indicati genericamente con 27: Ciascun morsetto 27 è costituito da due metà 28, 29 (fig.2) che individuano internamente una sede per una sfera 30 munita di intagli 31 e di un foro passante 32. Da un lato queste due metà 28, 29, del morsetto 27 hanno dei bordi 33, 34 formati a 20 gancio atti ad essere inseriti ed agganciati in una corrispondente scanalatura 35 del corpo 10, mentre dall'altro Iato le due metà 28, 29 possono essere bloccate insieme mediante una vite 36: stringendo questa vite 36 con la sfera 30 inserita tra le due metà 28, 29 del morsetto, i suoi bordi a gancio 33, 34 si espandono e 25 si bloccano nella scanalatura 35.
È chiaro che questi morsetti a sfera 27 permettono un'ampia libertà di orientamento del corpo portachiodi 10 rispetto alle barre di collegamento 12 e 13.
fi corpo portachiodo singolo 11 (figg. I e 3) presenta soltan- 30
to un unico foro passante 37 che è identico ai fori 14 del corpo portachiodi 10 e nel quale può essere avvitata quindi una bussola a pinza 18 identica a quelle già descritte. II corpo 11 è attraversato da un secondo foro 38 sgembo rispetto al foro 37 e destinato ad accogliere una barra di collegamento 12 o 13. Il corpo 11 non è munito quindi di un morsetto separato per il suo bloccaggio su una barra 12 o 13, ma una parte dello stesso corpo 11 fa direttamente da morsetto: a tale scopo, in questa parte del corpo 11 è praticato un intaglio 39 che rende elasticamente cedevole questa parte fino al foro 38, permettendo il bloccaggio a mezzo di una vite 40 (vedi particolarmente fig. 3).
Dalla descrizione che precede risultano evidenti i vantaggi raggiunti secondo il presente trovato.
Questi vantaggi consistono particolarmente nel fatto che ciascun corpo portachiodi dell'attrezzo fissatore è realizzato in un sol pezzo, preferibilmente con materiale radiotrasparente e dielettrico, e presenta almeno un foro passante atto ad accogliere in modo intercambiabile una bussola a pinza autobloccante per il fissaggio del relativo chiodo che può essere sostituito quindi con un altro chiodo di calibro diverso senza pregiudicare la stabilità del montaggio.
Nel caso dei corpi portachiodi multipli, ciascun corpo può portare chiodi di calibro diverso che possono essere fissati al corpo l'uno indipendentemente dall'altro ed il corpo assume anche la funzione di maschera durante l'applicazione dei chiodi.
Si ottiene così una maggiore comodità di impiego dell'attrezzo fissatore e la sua applicazione è resa possibile con maggiore facilità ed in casi più svariati rispetto alla tecnica nota.
1 foglio disegni

Claims (10)

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1. Attrezzo fissatore esterno per osteosintesi monolaterale con impiego di chiodi o viti piantati dall'esterno nei monconi e frammenti di frattura, comprendente corpi portachiodi destinati a tenere bloccato almeno un chiodo piantato nonché una struttura esterna rigida di collegamento di detti corpi portachiodi, caratterizzato dal fatto che ciascuno di detti corpi è realizzato in un sol pezzo e presenta almeno un foro passante parzialmente filettato in cui è avvitatale una bussola a pinza autobloccante per il fissaggio di un relativo chiodo.
2. Attrezzo fissatore secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che sono previste bussole a pinza autobloccanti di identica sagoma esterna e intercambiabili, ma con diametro interno differente per chiodi di diverso calibro.
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RIVENDICAZIONI
3. Attrezzo fissatore secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere corpi portachiodi multipli aventi ciascuno una pluralità di fori passanti paralleli atti ad accogliere ciascuno una relativa bussola a pinza autobloccante.
4. Attrezzo fissatore secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal'fatto di comprendere corpi portachiodi singoli aventi ciascuno un unico foro passante atto ad accogliere una bussola a pinza autobloccante.
5. Attrezzo fissatore secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che sono previste bussole di guida sostituibili alle bussole a pinza.
6. Attrezzo fissatore secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che ciascun corpo portachiodi multiplo presenta una coppia di forellini con relative viti di bloccaggio, per fili o sottili chiodi provvisti di posizionamento, detti forellini essendo paralleli ai fori atti ad accogliere le bussole a pinza.
7. Attrezzo fissatore secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che ciascun corpo portachiodi multiplo è dotato di almeno un morsetto per il bloccaggio ad una barra di collegamento.
8. Attrezzo fissatore secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che il morsetto è applicabile alla barra di collegamento con montaggio sferico.
9. Attrezzo fissatore secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che il morsetto è costituito da due metà accoppiabili che individuano all'interno una sede per una sfera forata infilabìle sulla barra di collegamento, da un lato queste due metà del morsetto essendo agganciabili in una scanalatura ricavata nel corpo portachiodi e dall'altro lato queste due metà essendo bloccabili mediante una vite.
10. Attrezzo fissatore secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che il corpo portachiodi singolo presenta un foro sghembo rispetto al foro che accoglie la bussola a pinza e che la parte del corpo a partire da detto foro sghembo è resa elastica da un intaglio, il corpo essendo infilabile con il suo foro sghembo su una barra e bloccabile ad essa mediante una vite.
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