ITVR970091A1 - Dispositivo elevatore motorizzato - Google Patents

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  • Lift-Guide Devices, And Elevator Ropes And Cables (AREA)

Description

CAMPO DI APPLICAZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo 10 elevatore motorizzato.
Più particolarmente, la presente invenzione si riferisce ad un dispositivo elevatore motorizzato facilmente trasportabile, ed atto a sollevare ed abbassare un operatore e/o materiali di varia natura tramite un argano a fune.
15 Un tale dispositivo viene principalmente utilizzato nel campo dei lavori aerei, come ad esempio i lavori su facciate di edifici, come pure su pareti rocciose.
STATO DELLA TECNICA
I dispositivi elevatori motorizzati noti nella tecnica 20 sono essenzialmente costituiti da una struttura dotata, a seconda dei casi, di una piattaforma o di un sedile, nonché di un argano che viene collegato tramite una opportuna fune portante ad un sostegno a sospensione rigidamente vincolato alla estremità superiore dell'edificio o della parete lungo la quale l'elevatore è chiamato ad agire.
L'argano preposto alle operazioni di sollevamento della struttura .può essere azionato manualmente oppure a motore e, in quest'ultimo caso, il motore può essere di qualsivoglia tipo, ad esempio elettrico, termico o pneumatico.
In questo contesto si può notare che i dispositivi dotati di motore elettrico non possono garantire una universalità di utilizzo, in quanto richiedono una alimentazione sotto forma di energia elettrica che non è sempre disponibile, ad esempio ove i dispositivi vengano utilizzati su pareti rocciose, nel caso di specie per operazioni di soccorso o simili.
Inoltre, nel caso di mancanza improvvisa di energia, essi possono effettuare unicamente operazioni di discesa controllata, ma non di salita.
Per quanto riguarda invece i dispositivi dotati di motori termici, allo scopo di garantire l'inversione del movimento, essi devono necessariamente essere dotati di complicati sistemi idraulici o meccanici, oppure di un doppio motore, ciò che influisce negativamente sia sui costi generali, che sul peso complessivo dell'elevatore, il quale spesso deve essere trasportato a spalla e lungo percorsi impervi.
Ancora, i dispositivi elevatori ad argano debbono necessariamente essere dotati di elementi che ne garantiscano la totale sicurezza ed affidabilità di funzionamento.
Per raggiungere questi scopi sono state proposte soluzioni che ad esempio prevedono una fune di emergenza aggiuntiva e/o dispositivi anticaduta e/o freni centrifughi di emergenza.
Un elevatore di questo tipo, noto nella tecnica, è descritto nella domanda di brevetto italiano n. TN94A000008.
Questo elevatore è dotato di una struttura ripiegabile allo scopo di essere facilmente trasportato, e comprende due riduttori a vite senza fine, di cui il primo è dotato di limitatore di carico a frizione, ed il secondo, che porta la puleggia di frizione, è autofrenante.
L'alimentazione viene in questo caso fornita da una coppia di motori termici a due tempi, con innesto a frizione centrifuga, flangiati direttamente al primo riduttore, sull'albero lento del quale è inserito anche un comando per la movimentazione manuale dell'elevatore.
Una tale soluzione ècomunque inaccettabile alla luce delle nuove norme di sicurezza europee.
Una coppia di interruttori di fine corsa, rispettivamente disposti nella posizione più alta e nella posizione più bassa, provvede all'immediato spegnimento del rispettivo motore una volta raggiunta una di queste due posizioni.
Un principale inconveniente di cui soffrono gli elevatori sopra citati è costituito dalla pratica impossibilità di effettuare una manovra manuale di emergenza in salita.
Infatti, gli elevatori di questo tipo, ove siano costruiti secondo la Direttiva "Macchine", debbono essere dotati di un freno principale, comprendente una molla di compressione, atto ad entrare automaticamente in azione in caso di interruzione dell'energia primaria ed a consentire la discesa della piattaforma o del sedile.
Tuttavia, nel caso in cui la assenza di energia sia prolungata, l'unico modo per ottenere la discesa della piattaforma o del sedile è quello di rilasciare manualmente il freno.
Una manovra di emergenza in salita è in questo caso da escludere, in quanto essa richiederebbe le simultanee operazioni di rilascio del freno e di rotazione del volantino o manovella manuale di salita; è facile comprendere quanto possa risultare difficoltoso, in condizioni di emergenza, bilanciare esattamente le forze in gioco, causando non pochi pericoli per l'operatore.
Come più sopra ricordato, un ulteriore problema dei dispositivi elevatori noti nella tecnica ad alimentazione con motore termico è costituito dalla necessità di prevedere due differenti motori con innesto a frizione centrifuga e riduttore per garantire i rispettivi movimenti di salita e discesa della piattaforma o del sedile, ciò che causa un generale aggravio dei costi e del peso dell'elevatore.
Sarebbe teoricamente concepibile una soluzione che preveda un motore a scoppio unico, dotato di frizione centrifuga automatica, riduttore e di un gruppo invertitore costituito da un rinvio ad angolo comprendente due ingranaggi condotti innestatigli alternativamente all'albero lento.
Tuttavia, a causa della potenza in gioco (circa 1 kw) e dei regimi di rotazione (circa 7000:8000 giri/min) risulta necessario ridurre il regime di rotazione di circa 5 volte perché esso sia compatibile con il gruppo di riduzione principale.
Ora, i gruppi invertitori ad angolo noti nella tecnica consentono rapporti di riduzione dell'ordine di 1,5 e sono caratterizzati da un notevole peso; pertanto, allo scopo di risolvere il problema più sopra posto, è necessario inserire un ulteriore riduttore tra invertitore e motore oppure tra l'invertitore ed il gruppo di riduzione principale, con un ulteriore aggravio nei costi e nei pesi.
La limitazione al rapporto di riduzione di 1,5 è dovuta al fatto òhe non risulta possibile la realizzazione di un un componente con innesti contrapposti e scorrevole nello spazio tra due ingranaggi condotti; di conseguenza, è necessario ricorrere a due innesti scorrevoli posti rispettivamente a monte ed a valle degli ingranaggi condotti.
In questa situazione i cuscinetti di supporto dell'albero condotto risultano molto distanti tra di loro con conseguenti flessioni, sotto il carico derivante dagli ingranaggi dell'albero stesso.
DESCRIZIONE DELL'INVENZIONE
La presente invenzione si propone di ovviare agli inconvenienti e svantaggi tipici della tecnica nota, e di fornire quindi un dispositivo elevatore motorizzato che consenta una agevole manovra di emergenza in salita e che sia contraddistinto da una relativa leggerezza e da una conseguente grande maneggevolezza.
Ciò è ottenuto tramite un dispositivo elevatore motorizzato avente le caratteristiche descritte alla rivendicazione principale.
Le rivendicazioni dipendenti delineano forme di realizzazione particolarmente vantaggiose del dispositivo elevatore secondo l'invenzione.
Conformemente all'invenzione, un componente meccanico normalmente chiamato "ruota libera" è inserito tra l'albero veloce del riduttore principale ed il manicotto interno del freno principale del dispositivo elevatore.
II dispositivo a ruota libera è caratterizzato dalla proprietà di agire, appunto, come una ruota libera allorché esso viene ruotato in un senso, e di bloccarsi all'atto di un tentativo di rotazione in senso opposto.
L'inserimento di un tale dispositivo tra l'albero veloce del riduttore principale ed il manicotto interno del freno principale consente all'operatore in difficoltà di ruotare manualmente l'albero senza dovere sbloccare il freno, ottenendo così un movimento di salita di emergenza praticamente impossibile da ottenere, in condizioni di sicurezza, mediante le soluzioni note.
Secondo un'ulteriore caratteristica importante dell'invenzione, il dispositivo elevatore, nella versione dotata di motore termico a scoppio, comprende un unico motore che agisce tramite un invertitore ad angolo nel quale gli ingranaggi condotti sono supportati direttamente tramite cuscinetti anziché dall'albero lento come nelle soluzioni note nella tecnica.
In altre parole, l'albero lento risulta essere supportato dagli ingranaggi condotti anziché supportare questi ultimi.
Questa soluzione originale consente di ottenere rapporti di riduzione molto elevati, ragione per cui non risulta necessaria la presenza di un riduttore aggiuntivo per l'ottenimento del necessario rapporto di riduzione.
Conformemente ad una ulteriore caratteristica dell'invenzione, il dispositivo elevatore comprende un dispositivo paracadute avente una fune di emergenza che possa essere introdotta nel dispositivo stesso in un punto qualsiasi della sua lunghezza.
Ciò risulta particolarmente vantaggioso, in quanto le soluzioni note nella tecnica prevedono che la fune di emergenza venga infilata nel dispositivo paracadute per una estremità, ciò che causa gravi difficoltà di montaggio del dispositivo. infatti, poiché il dispositivo paracadute può trovarsi posizionato in corrispondenza del sistema fisso di sospensione dell'elevatore, e poiché la fune può essere molto lunga (anche centinaia di metri) ed essa reca, in corrispondenza dell'estremità inferiore, un piattello (che deve essere smontato e rimontato) per l'azionamento dell'interruttore di fine corsa di discesa, l'operazione di inserimento della estremità libera della stessa nel dispositivo paracadute non è sicuramente agevole; queste difficoltà vengono superate, secondo l'invenzione, grazie al fatto che il dispositivo paracadute è costituito da un corpo dotato di una apertura laterale per l'introduzione della fune di emergenza, all'interno del detto corpo essendo previsti un cuneo ed una leva ad eccentrico allo scopo di trattenere in posizione la fune una volta che essa sia introdotta di lato all'interno del dispositivo paracadute.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Altre caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno evidenti alla lettura della descrizione seguente, di una forma di realizzazione dell'invenzione, fornita a titolo di esempio non limitativo, con l'ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate, in cui:
la figura 1 .mostra una vista laterale schematica di un dispositivo elevatore motorizzato secondo una forma di realizzazione della presente invenzione;
- la figura 2 mostra una vista posteriore schematica del dispositivo di figura 1;
la figura 3 mostra una sezione schematica di un rinvio ad angolo utilizzabile nel dispositivo elevatore secondo 1'invenzione;
- la figura 4 mostra una sezione schematica di un meccanismo a ruota libera inserito tra freno principale ed albero veloce del riduttore di un dispositivo elevatore secondo l'invenzione;
le figure 5a e 5b mostrano rispettivamente una vista laterale ed una sezione schematica di un dispositivo per mantenere in tensione la fune di emergenza di un dispositivo paracadute appartenente ad un dispositivo elevatore secondo l'invenzione;
le figure 6a e 6b mostrano rispettivamente una vista laterale ed una sezione schematica di un dispositivo paracadute appartenente ad un dispositivo elevatore secondo l'invenzione .
DESCRIZIONE DI UNA FORMA DI REALIZZAZIONE
Nella figura 1, il numero di riferimento 10 indica geneTalmente un dispositivo elevatore motorizzato secondo la presente invenzione.
Il dispositivo 10 comprende una struttura metallica 11 alla quale è collegato un montante 12 telescopico e dotato di due cerniere 13, 13' che consentono il ripiegamento in due parti dell'intero dispositivo.
Secondo questa forma di realizzazione, un sedile 14 dotato di schienale 15 è fissato alla detta struttura metallica, e forma una sede di appoggio per un operatore che utilizzi il dispositivo 10 in posizione seduta.
Secondo un'altra forma di realizzazione (non illustrata nelle figure), il sedile e lo schienale sono sostituiti da una piattaforma, generalmente rettangolare, dotata di un opportuno telaio di protezione, e che consente all'operatore di utilizzare il dispositivo restando in piedi, oppure consente il sollevamento di materiali di varia natura disposti sulla piattaforma.
in corrispondenza delle rispettive parti superiore ed inferiore del dispositivo sono inoltre presenti ruote o rulli di contrasto 16, 17 che consentono lo scorrimento del dispositivo elevatore sulla superficie della parete alla quale è applicato il dispositivo stesso.
La struttura metallica 11, che forma un telaio chiuso, racchiude al proprio interno un motore 18 (vedi figura 2), il quale secondo questa forma di realizzazione è costituito da un motore termico a scoppio.
Secondo altre forme di realizzazione (non illustrate nelle figure) il motore 18 può essere costituito da motore di altro tipo, ad esempio un motore elettrico oppure un motore pneumatico.
La scelta dell'uno o dell'altro tipo di motore dipende essenzialmente dalle condizioni d'uso alle quali il dispositivo elevatore è preposto; a titolo esemplificativo, un utilizzo dell'elevatore in montagna lungo pareti rocciose implica inevitabilmente l'uso di un motore di tipo termico.
Il motore 18 fornisce l'alimentazione per il sollevamento e l'abbassamento del dispositivo 10, il quale è dotato di una struttura di sospensione generalmente disposta a sbalzo sulla sommità della parete alla quale è applicato il dispositivo elevatore.
L'albero motore è collegato mediante una frizione centrifuga 19 ed un riduttore principale 20 ad una prima puleggia di frizione 21, cooperante con una coppia di rulli di precarico 22, 23, e che a sua volta collegata ad una prima fune portante 24.
Tale fune portante 24 è disposta nella parte posteriore del dispositivo e coopera con una prima coppia di carrucole di rinvio 25, 25' per poi essere collegata mediante opportuni mezzi alla struttura di sospensione.
Per quanto riguarda l'alimentazione principale del dispositivo elevatore 10, esso comprende ancora un rinvio ad angolo 26, che serve a permettere l'inversione del movimento dell'elevatore, ed un freno elettromagnetico principale 27 al quale è collegato un volantino 28 per le manovre di emergenza.
La struttura principale del dispositivo è completata da un primo interruttore di fine corsa di salita 29 e da un secondo interruttore di fine corsa di discesa 30.
Questi elementi e le loro funzionalità verranno nel seguito più dettagliatamente descritti.
L'elevatore secondo l'invenzione comprende inoltre un dispositivo paracadute 31 di manovra di emergenza avente una fune di emergenza 32 che coopera, nella parte superiore dell'elevatore, con una seconda coppia di carrucole 33, 33' per poi andare ad agganciarsi alla struttura di sospensione.
A valle del dispositivo paracadute, che verrà nel seguito descritto in maggiore dettaglio, si trova ancora un dispositivo 34 per mantenere costantemente in tensione la fune di emergenza 32.
Conformemente ad una prima caratteristica dell'invenzione, il dispositivo elevatore 10 è dotato di un meccanismo di rinvio ad angolo 26 (vedi fig. 3) di nuova concezione e di ingombro e peso ridotti, il quale consente di invertire rapidamente il movimento di rotazione dell'albero del gruppo riduttore allo scopo di ottenere i rispettivi movimenti di sollevamento e di abbassamento del dispositivo 10.
Il rinvio ad angolo 26 è essenzialmente costituito da una scatola 35 all'interno della quale sono presenti dei primi cuscinetti 36 di guida e supporto dell'albero veloce 37, dei secondi cuscinetti 38 di guida e supporto dell'albero lento 39, nonché una coppia di ingranaggi condotti 40 supportati da terzi cuscinetti 41.
Come si può notare nella figura, conformemente all'invenzione gli ingranaggi condotti 40 sono supportati direttamente mediante i terzi cuscinetti 41; di conseguenza, in modo opposto rispetto alle soluzioni tradizionali, l'albero lento 39 viene supportato dagli ingranaggi condotti 40 anziché supportarli esso stesso.
Questa soluzione consente di evitare il montaggio di un riduttore addizionale tra l'albero motore ed il gruppo riduttore principale, e permette altresì di raggiungere un rapporto di riduzione pari a 5, necessario per ottenere senza difficoltà l'inversione del senso di rotazione.
Come più sopra ricordato, il dispositivo elevatore secondo la presente invenzione consente, contrariamente ai dispositivi di questo genere noti nella tecnica, una manovra di emergenza in salita.
Con riferimento alla figura 4, si nota che l'albero veloce 42 del riduttore principale è collegato ad un volantino 43 di comando manuale, e tra questi due elementi è interposto un gruppo frenante 44 elettromagnetico principale che agisce sull'albero 42 tramite un manicotto 45 il cui asse di rotazione coincide con quello dell'albero 42.
Una leva 46 ad azionamento manuale consente lo sbloccaggio del freno, in caso di necessità.
Conformemente all'invenzione, un componente meccanico a ruota libera 47 è interposto tra il manicotto 45 e l'albero 42.
Come più sopra ricordato, il componente a ruota libera 47 è caratterizzato dalla proprietà di agire, appunto, come una ruota libera allorché esso viene ruotato in un senso, e di bloccarsi all'atto di un tentativo di rotazione in senso opposto.
Pertanto, l’inserimento di un tale componente 47 tra l'albero veloce 42 del riduttore principale ed il manicotto interno 45 del freno principale 44 consente all'operatore in difficoltà di ruotare manualmente l'albero 42 senza dovere sbloccare il freno tramite la leva 46, riuscendo così ad ottenere un movimento di salita di emergenza praticamente impossibile da ottenere, in condizioni di sicurezza, mediante le soluzioni note.
La fune di emergenza del dispositivo elevatore 10 deve essere mantenuta in leggera tensione, durante il movimento di salita, allo scopo di poter scorrere efficacemente nel dispositivo paracadute.
Nei dispositivi noti questo problema è risolto zavorrando l'estremità inferiore della fune di emergenza, ciò che non costituisce una soluzione ottimale perché la zavorra non garantisce condizioni di sicurezza per le persone e le cose che si trovino al di sotto del dispositivo elevatore.
Secondo la presente invenzione, il problema sopra menzionato viene risolto disponendo una coppia di rulli, di cui uno è motorizzato, al di sotto del dispositivo paracadute, ed azionando il rullo motorizzato ad una velocità periferica superiore rispetto a quella del rullo di azionamento della fune portante, interponendo una puleggia di frizione.
Le figure 5a e 5b mostrano un esempio di realizzazione di quanto sopra descritto.
La fune di emergenza 50 viene premuta, tramite un rullo di pressione 51, su una ruota motorizzata 52 azionata dall'albero lento 53 del riduttore principale con l'interposizione di ingranaggi 54 ed un componente a ruota libera 55; la ruota motorizzata 52 è dotata di una frizione tarabile.
in opera, la ruota motorizzata 52 riceve il movimento dali'albero 53 solamente durante la manovra in salita, e ciò grazie alla interposizione del componente a ruota lìbera 55, e con una velocità periferica leggermente superiore a quella della puleggia 56 di trascinamento della fune portante 57, lo slittamento essendo assorbito dalla frizione tarabile.
In questo modo la fune di emergenza 50 viene costantemente mantenuta in leggera tensione durante la salita dell'elevatore 10, mentre durante la discesa la fune è mantenuta rilasciata a causa della presenza della ruota libera 55.
Secondo una forma di realizzazione vantaggiosa della presente invenzione, il dispositivo elevatore motorizzato comprende un dispositivo paracadute perfezionato che consente di operare in condizioni di massima sicurezza.
Nelle figure 6a e 6b viene illustrato un dispositivo paracadute 70, collegato alla struttura dell'elevatore, e che comprende un rullo motore 71 ed un rullo pressore 72 contrapposti, tra le gole dei quali è disposta la fune di emergenza 73.
All'estremità dell'albero del rullo 71 è disposto un dispositivo ad azione centrifuga 74 il quale è posto in movimento durante l'azionamento dell'elevatore.
Un guasto (ad esempio la rottura della fune portante 75, oppure del riduttore ecc.) provoca la caduta del dispositivo elevatore, e quindi un rapido aumento della velocità.
Di conseguenza, il dispositivo 74 ad azione centrifuga si espande colpendo un'ancora 76 facente parte del dispositivo paracadute 70, facendola ruotare.
La molla di sostegno 77 del dispositivo paracadute consente allora il movimento di scorrimento di un cuneo 78 rispetto al corpo esterno 79 del dispositivo paracadute, e tale cuneo 78 viene ad esercitare uno sforzo di attrito contro la fune di emergenza 73; tale sforzo viene amplificato grazie all'azione simultanea di una leva ad eccentrico 80, ed il dispositivo elevatore viene così immediatamente arrestato.
Un occhiello 81 di riarmo consente quindi di riportare l'ancora 76 nella sua posizione primitiva, una volta che le condizioni di sicurezza dell'elevatore siano state ripristinate.
II dispositivo elevatore secondo la presente invenzione è controllato, nella versione dotata di motore a scoppio, da una opportuna logica di comando elettronica, che provvede a mantenere automaticamente sotto controllo le funzioni fondamentali.
L'intervento umano viene in questo caso limitato all'utilizzo di un semplice manipolatore tramite il quale l'operatore fornisce all'elettronica di controllo i soli comandi di "SALITA", "SALITA VELOCE", "DISCESA", "DISCESA VELOCE", "ARRESTO".
Il funzionamento generale del dispositito elevatore secondo l'invenzione avviene quindi nel modo di seguito descrit-to.
Dopo circa tre secondi dall'avviamento del motore, la lo-gica di controllo provvede ad effettuare una serie di test interni e ad emettere quindi un segnale di consenso, in assenza del quale non è possibile effettuare alcun tipo di manovra.
A questo punto il motore viene mantenuto ad un primo regime di rotazione MVl superiore al minimo, ma inferiore al regime di attivazione della frizione centrifuga (inizio del pattinamento).
Selezionando con il manipolatore la "salita" normale, il motore viene progressivamente accelerato fino ad un regime di rotazione MV4, raggiunto il quale viene attivato lo sbloccaggio del freno elettromagnetico, ed in rapida successione viene alimentata la frizione per il movimento di salita.
Il prelievo di potenza causa quindi la diminuzione del numero di giri del motore, e la logica di controllo provvede quindi a ripristinare automaticamente il regime di giri ottimale, e cioè MV4.
Selezionando la "salita veloce", la logica di controllo provoca l'attivazione per un periodo predeterminato, ad esempio 3 secondi, del motore alla velocità MV4 normale, dopodiché il motore .viene ulteriormente accelerato ad una velocità superiore MV5.
Nel caso in. cui il comando di "salita veloce" venga effettuato in corsa, durante la salita, ed il motore funzioni a velocità normale da almeno 3 secondi, allora il regime di giri viene aumentato immediatamente al livello MV5.
Al termine della corsa di salita, il rilascio dell'interruttore di fine corsa di salita (che è normalmente premuto), oppure l'attivazione del fine corsa, di sicurezza in salita, provocano un segnale di comando a partire dalla logica di controllo che aziona simultaneamente il bloccaggio del freno, la rimozione della alimentazione dalla frizione, ed il passaggio del numero di giri del motore al regime minimo MVl.
Per effettuare la "discesa" normale, il motore viene accelerato e mantenuto ad un regime di giri MV2 (superiore al regime minimo MVl) raggiunto il quale la logica di controllo emette un segnale di sbloccaggio del freno e di alimentazione della frizione per il movimento di discesa.
Poiché in questa condizione il motore è trascinato, e tende naturalmente ad aumentare il numero di giri, la logica di controllo provvede a riportare il numero di giri al livello ottimale per la discesa, cioè MV2.
Nel caso in cui venga selezionato il comando di "discesa veloce", la logica di controllo attiva per un periodo di tempo predeterminato, ad esempio 3 secondi, il funzionamento a velocità normale, e quindi il motore viene ulteriormente accelerato ad una velocità MV3, superiore alla velocità MV2.
Anche in questo caso, se la velocità normale MV2 è già presente da più di tre secondi, il motore viene accelerato immediatamente.
Al termine della discesa, con modalità analoghe a quelle sopradescritte per il termine della salita, la logica di controllo provvede a comandare il bloccaggio del freno, la rimozione della alimentazione dalla frizione, ed il ripristino del regime minimo MVl.
In una situazione di anomalia, ad esempio nel caso in cui avvenga un sovraccarico, oppure un ingolfamento, una mancanza di carburante ecc., indifferentemente se tale situazione avvenga in salita oppure in discesa, e che il regime del motore dovesse improvvisamente scendere al di sotto di una soglia predefinita MV7, la logica di controllo provvede ad emettere un segnale che provoca l'arresto immediato di ogni movimento del dispositivo elevatore.
Qualora il motore recuperasse il regime di rotazione richiesto, la logica di comando riprende a controllare il ciclo di funzionamento come precedentemente selezionato.
L'invenzione è stata precedentemente descritta con riferimento ad una forma di realizzazione particolare della stessa.
Tuttavia, appare chiaro che l'invenzione è suscettibile di numerose varianti, nell'ambito delle equivalenze tecniche. In questo contesto, nonostante l'invenzione sia stata descritta come applicata ad un dispositivo elevatore dotato di motore a scoppio, appare evidente che essa è applicabile anche ad elevatori dotati di motori di altro tipo, nel caso di specie motori elettrici oppure pneumatici, oppure ancora oleodinamici.
Ancora, l'invenzione è applicabile ad elevatori che utilizzino funi portanti e di emergenza in materiale sintetico oppure metallico.
inoltre, il dispositivo elevatore secondo l'invenzione può essere inoltre provvisto di ulteriori apparecchiature ausiliarie che ne migliorino l'efficienza e l'utilizzo, come ad esempio un generatore elettrico che fornisca energia utilizzabile per illuminazione oppure per l'alimentazione di utensili manuali, oppure una presa di forza, anch'essa utilizzabile per alimentare utensili oppure apparecchiature.
Queste ed altre varianti rientrano entro i limiti dell'invenzione come di seguito rivendicata.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1 Dispositivo elevatore motorizzato (10) trasportabile, atto a sollevare ed abbassare lungo facciate o pareti un operatore e/o materiali di varia natura tramite un argano la cui fune è ancorata ad una struttura di sospensione fissata sulla sommità della facciata o parete sulla quale opera il detto dispositivo (10), detto dispositivo (10) comprendendo una struttura (11) all'interno della quale è previsto un motore (18), una frizione (19) ed un gruppo riduttore (20) di trascinamento della fune portante per le rispettive operazioni di sollevamento ed abbassamento del dispositivo stesso, comprendente inoltre una logica di comando elettronica per il controllo automatico delle operazioni di sollevamento ed abbassamento, dispositivo caratterizzato dal fatto che esso comprende inoltre un gruppo di rinvio ad angolo (26) atto a consentire l'inversione del movimento dell'elevatore, il detto rinvio ad angolo essendo costituito da una scatola (35) all'interno della quale viene supportato tramite opportuni mezzi (36) l'albero veloce (37) del riduttore, la detta scatola racchidendo inoltre una coppia di ingranaggi condotti (40), supportati da cuscinetti (41), l'albero lento (39) del riduttore essendo supportato dai detti ingranaggi condotti (40).
  2. 2 . Dispositivo elevatore secondo la rivendicazione 1, comprendente inoltre un freno elettromagnetico (44) che agisce sull'albero lento del detto rinvio ad angolo (26), che è solidale con l'albero veloce del riduttore (20), tramite un manicotto (45), nonché un volantino (43) di manovra manuale del detto albero lento (42) caratterizzato dal fatto che un componente meccanico a ruota libera (47) è interposto tra il detto albero lento (42) ed il detto manicotto (45), in modo tale da consentire una agevole manovra di emergenza in salita del detto dispositivo elevatore.
  3. Dispositivo elevatore secondo una delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre un dispositivo paracadute atto ad intervenire in caso di anomalie o guasti del dispositivo elevatore, quali ad esempio rotture della fune portante, rotture del riduttore (20) ecc., il detto dispositivo paracadute comprendendo una fune di emergenza (50, 73) ancorata alla detta struttura di sospensione, caratterizzato dal fatto che il detto dispositivo paracadute comprende un meccanismo per mantenere in tensione la detta fune di emergenza durante la manovra di salita del dispositivo, il detto meccanismo comprendendo una coppia di rulli (51, 52) tra i qualiè disposta la detta fune di emergenza, uno dei detti rulli (52) essendo collegato all'albero lento del detto riduttore tramite una coppia di ingranaggi, in modo tale che la velocità periferica del detto rullo venga mantenuta costantemente leggermente superiore a quella del rullo di trascinamento della fune portante (57) durante la manovra di salita, i detti rulli (51, 52) essendo rilasciati da un componente a ruota li-bera (55) durante la manovra di discesa del dispositivo elevatore.
  4. Dispositivo secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che il detto dispositivo paracadute comprende un dispositivo ad azione centrifuga (74) il quale, una volta che la velocità di discesa del dispositivo elevatore superi una soglia predeterminata, aziona un meccanismo di bloccaggio della fune di emergenza (73) costituito da un cuneo (78) agente sulla detta fune, lo sforzo esercitato dal detto cuneo (78) essendo amplificato da un leverismo comprendente una leva ad eccentrico (80).
  5. Dispositivo secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che esso comprende inoltre un meccanismo di riarmo (81) del dispositivo paracadute, il detto meccanismo di riarmo essendo azionabile una volta che le condizioni di normale utilizzo vengano ripristinate.
  6. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che esso comprende un sedile (14, 15) per il sollevamento di un operatore oppure una piattaforma per il sollevamento di un operatore oppure di materiali di varia natura.
  7. 7 . Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la struttura portante è dotata di una coppia di cerniere (13, 13') che consentono il ripiegamento del dispositivo stesso, allo scopo di facilitarne il trasporto, la detta struttura potendo essere ulteriormente sezionata allo scopo di facilitare il trasporto del dispositivo.
  8. 8 . Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che esso comprende una porzione allungabile telescopicamente (12) allo scopo di consentire il montaggio di una piattaforma.
  9. 9 . Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il dispositivo paracadute è dotato di una apertura che consente l'inserimento della fune di emergenza in qualsiasi punto del suo svolgimento. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che esso è dotato di almeno un generatore ausiliario di energia, ad esempio un generatore elettrico oppure una presa di forza per l'alimentazione di apparecchiature ausiliarie.
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