ITVR20080136A1 - Dispositivo di ribaltamento per cassoni di veicoli industriali. - Google Patents

Dispositivo di ribaltamento per cassoni di veicoli industriali. Download PDF

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ITVR20080136A1
ITVR20080136A1 IT000136A ITVR20080136A ITVR20080136A1 IT VR20080136 A1 ITVR20080136 A1 IT VR20080136A1 IT 000136 A IT000136 A IT 000136A IT VR20080136 A ITVR20080136 A IT VR20080136A IT VR20080136 A1 ITVR20080136 A1 IT VR20080136A1
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    • B60P1/04Vehicles predominantly for transporting loads and modified to facilitate loading, consolidating the load, or unloading with a tipping movement of load-transporting element
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    • B60P1/162Vehicles predominantly for transporting loads and modified to facilitate loading, consolidating the load, or unloading with a tipping movement of load-transporting element actuated by fluid-operated mechanisms the hydraulic system itself
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Description

D E S C R I Z I O N E
annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo:
DISPOSITIVO DI RIBALTAMENTO PER CASSONI DI VEICOLI INDUSTRIALI
DESCRIZIONE
La presente invenzione ha per oggetto un dispositivo di ribaltamento per cassoni di veicoli industriali del tipo descritto nel preambolo della rivendicazione 1.
Tradizionalmente, i dispositivi di sollevamento dei cassoni dei veicoli industriali comprendono un martinetto di sollevamento montato tra il telaio del veicolo ed il cassone, e che può essere azionato tra una condizione retratta in cui il cassone ad esso collegato à ̈ in piano ed una condizione estesa in cui il cassone à ̈ inclinato verso l’alto.
Il martinetto à ̈ azionato tramite un circuito di alimentazione di un fluido di lavoro (tipicamente olio) che comprende un serbatoio per il fluido, una pompa connessa al serbatoio, almeno un condotto di mandata connesso tra la pompa ed il martinetto, ed un condotto di ritorno connesso tra il condotto di mandata ed il serbatoio e sul quale à ̈ posizionata una valvola di intercettazione.
Quando la valvola di intercettazione à ̈ chiusa, l'azionamento della pompa provoca un travaso dell’olio dal serbatoio al martinetto e quindi il passaggio del martinetto in condizione estesa.
Per far tornare il martinetto in posizione retratta à ̈ invece sufficiente fermare la pompa ed aprire la valvola di intercettazione. In questo modo, infatti, la camera interna del martinetto viene posta in comunicazione di fluido con il serbatoio bypassando la pompa, ed à ̈ quindi sufficiente il peso del cassone per far tornare il martinetto in posizione retratta.
Un aspetto fondamentale per i veicoli dotati di cassone ribaltabile à ̈ quello che il cassone stesso non possa essere accidentalmente sollevato durante la marcia del veicolo. È infatti accaduto che, a seguito del sollevamento accidentale del cassone durante la marcia, oltre a danneggiarsi il veicolo si siano anche registrate delle vittime tra gli operatori.
Per evitare tale rischio, nei sistemi tradizionali o la valvola di intercettazione rimane sempre aperta durante la marcia in modo tale che se la pompa viene accidentalmente avviata, l’olio da essa pompato torni nel serbatoio senza interessare il martinetto, oppure viene previsto un distacco elettrico dell’alimentazione della pompa al fine di impedirne l'avviamento accidentale.
Ciò nonostante, anche tali soluzioni presentano però degli inconvenienti, in particolare nel caso di autocarri di piccole dimensioni.
In tali autocarri, infatti, il cassone ha dimensioni limitate, per cui quando l’operatore deve caricare degli oggetti di dimensione superiore al cassone stesso, quali dei pannelli, solitamente li appoggia inclinati al di sopra del cassone e della cabina, proiettandoli verso l’alto ad di sopra della cabina stessa.
Di conseguenza, durante la marcia del veicolo, se la velocità à ̈ particolarmente elevata, o in presenza di forte vento (tanto più nel caso di una strada in salita), c’à ̈ il concreto rischio che il pannello possa comportarsi da vela e, dato il peso limitato del cassone, provocarne il ribaltamento accidentale. Questo rischio à ̈ accentuato qualora il pannello sporga anche posteriormente al cassone e presenti in questa zona un peso rilevante (caso non raro).
Per ovviare a tale rischio à ̈ stata proposta l’inserzione sul condotto di mandata tra il punto di innesto del condotto di ritorno ed il martinetto, di una seconda valvola di intercettazione da tenere chiusa durante la marcia del veicolo, per impedire lo spostamento del martinetto dalla condizione retratta.
Anche tale soluzione non si à ̈ però rivelata sufficiente, dato che solitamente, quando si verifica il ribaltamento accidentale del cassone, il martinetto viene esteso forzatamente ed al suo interno si forma il vuoto oppure una sacca d’aria se quest’ultima riesce a filtrare tra le tenute mobili del martinetto stesso.
Inoltre tale soluzione presenta l'inconveniente di necessitare di una logica di controllo deN’azionamento delle due valvole e della pompa più complicata, dato che le due valvole non possono essere comandate in sincronismo. Infatti, da un lato durante la marcia del veicolo la seconda valvola deve essere chiusa mentre la prima deve essere aperta, dall’altro, durante l’azionamento del cassone, la seconda valvola deve rimanere aperta indipendentemente dalla condizione della prima valvola.
Proprio per ovviare a tali inconvenienti, questo medesimo richiedente ha sviluppato una soluzione realizzativa che ha formato l’oggetto della domanda di brevetto italiana n. VR2004A000007.
Tale soluzione realizzativa prevede che il dispositivo di ribaltamento del cassone comprenda, oltre a pompa, serbatoio e martinetto di sollevamento, anche almeno un attuatore il cui stelo mobile definisca un elemento di impegno mobile tra una posizione di bloccaggio in cui può impegnarsi al cassone per bloccarlo nella condizione piana (ad esempio inserendosi in uno specifico foro di impegno previsto nel cassone), ed una posizione di sbloccaggio in cui si disimpegna dal cassone.
Tale attuatore à ̈ operativamente collegato al circuito di alimentazione dell’olio in modo da essere automaticamente spostato nella posizione di bloccaggio quando il martinetto viene portato nella posizione retratta, e in posizione di sbloccaggio quando il martinetto deve essere portato nella posizione estesa. Per fare ciò l’attuatore definisce al proprio interno una camera a volume variabile che, quando l’elemento di impegno à ̈ in posizione di bloccaggio, à ̈ in comunicazione di fluido solo con la pompa, e che, quando l’elemento di impegno à ̈ in posizione di sbloccaggio, entra in comunicazione di fluido anche con il martinetto permettendo così all’olio pompato dalla pompa di raggiungere il martinetto e di farlo quindi estendere.
Ulteriori studi e prove eseguiti dall’odierno richiedente hanno però evidenziato che tale soluzione realizzativa, pur raggiungendo lo scopo prefissato di impedire sollevamenti involontari del cassone, poteva essere ancora migliorata.
Essa, infatti, presenta un costo realizzativo relativamente elevato nonché un certa complicazione operativa dato che, per garantire un corretto ritorno del cassone in condizione piana e dell’elemento di impegno nella posizione di bloccaggio, in tale soluzione realizzativa à ̈ previsto non solo che il condotto di ritorno tradizionale sia dotato di una valvola di intercettazione, ma anche un ulteriore condotto, dotato a sua volta di un’altra valvola di intercettazione, connesso tra il condotto di mandata a valle della pompa ed il condotto di ritorno.
In questa situazione il compito tecnico posto alla base della presente invenzione à ̈ di realizzare un dispositivo di ribaltamento per cassoni di veicoli industriali che rimedi agli inconvenienti citati.
È in particolare compito tecnico della presente invenzione realizzare un dispositivo di ribaltamento per cassoni di veicoli industriali che, pur garantendo risultati analoghi a quello oggetto della precedente domanda di brevetto di questo medesimo titolare, presenti un costo realizzativo inferiore nonché una semplificazione funzionale.
Il compito tecnico specificato e gli scopi indicati sono sostanzialmente raggiunti da un dispositivo di ribaltamento per cassoni di veicoli industriali secondo quanto descritto nelle unite rivendicazioni.
Ulteriori caratteristiche ed i vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di alcune forme di esecuzione preferite, ma non esclusive, di un dispositivo di ribaltamento per cassoni di veicoli industriali illustrate negli uniti disegni, in cui:
- la figura 1 mostra schematicamente con alcuni componenti in sezione, una prima forma realizzativa del dispositivo di ribaltamento oggetto della presente invenzione;
- la figura 2 mostra schematicamente con alcuni componenti in sezione ed alcune parti asportate, una seconda forma realizzativa del dispositivo di ribaltamento oggetto della presente invenzione;
- la figura 3 mostra in vista laterale un elemento del dispositivo di sollevamento di figura 2;
- la figura 4 mostra in vista dall’alto l’elemento di figura 3;
- la figura 5 mostra l’elemento di figura 4 secondo la traccia V-V;
- la figura 6 mostra l’elemento di figura 4 secondo la traccia VI-VI;
- la figura 7 mostra in vista laterale schematica in trasparenza il particolare dell’accoppiamento tra il dispositivo di figura 2 ed un cassone di veicolo industriale;
- la figura 8 mostra in vista laterale parzialmente in sezione, con alcune parti asportate per meglio evidenziarne altre, il particolare di figura 7; e
- la figura 9 mostra con ulteriori parti asportate il particolare di figura 8 in una diversa condizione operativa.
Con riferimento alle figure citate, Ã ̈ stato globalmente indicato con il numero di riferimento 1 un dispositivo di ribaltamento secondo la presente invenzione.
In generale, il dispositivo di ribaltamento 1 comprende (figure 1 e 2) innanzitutto un martinetto 2 di sollevamento azionabile tra una condizione retratta ed una condizione estesa, il quale martinetto 2 à ̈, in modo noto, operativamente associabile in uso ad un cassone 3 di un veicolo, a sua volta mobile rispettivamente tra una prima posizione in cui in uso à ̈ disposto sostanzialmente parallelo al terreno, ed una seconda condizione in cui à ̈ disposto inclinato rispetto alla prima posizione (non illustrate). Lo spostamento del martinetto 2 almeno dalla condizione retratta alla condizione estesa, à ̈ assicurato da un circuito di alimentazione 4 di un fluido di lavoro quale olio.
Nelle forme realizzative illustrate, il circuito di alimentazione 4 del fluido di lavoro comprende una pompa 5 che aspira il fluido di lavoro da un serbatoio 6 tramite un primo condotto 7 e lo invia in un primo condotto 8 collegato ad una bocca di ingresso 9 di una valvola di ritegno 10. La bocca di uscita 11 della valvola di ritegno à ̈ poi collegata ad un condotto principale 14 che si estende sino al martinetto 2 e lungo il quale sono montati alcuni elementi descritti nel seguito. Vantaggiosamente, il condotto principale 14 opera sia come condotto di mandata per l'invio del fluido di lavoro dal serbatoio 6 verso il martinetto 2 sia come condotto di ritorno per il ritorno del fluido di lavoro dal martinetto 2 verso il serbatoio 6. Subito a valle della valvola di ritegno 10, inoltre, dal condotto principale 14 si dirama un secondo condotto 12 che sfocia nel serbatoio 6 e che à ̈ intercettato da una valvola comandata 13.
In generale, in accordo con la presente invenzione, lungo il condotto principale 14 sono posizionati almeno un elemento di impegno 15 (non illustrato in figura 2) ed una valvola di sequenza 16. Si noti che la valvola di sequenza 16 à ̈ sempre disposta a valle dell’elemento di impegno 15.
Quest’ultimo à ̈ un elemento mobile tra una posizione di bloccaggio in cui può impegnarsi al cassone 3 disposto nella propria prima posizione per bloccarlo in essa (ad esempio inserendosi in uno specifico foro di impegno 17 solidale al cassone 3 - figura 8), ed una posizione di sbloccaggio in cui permette al cassone 3 di muoversi dalla prima posizione (figura 9). Inoltre, in modo noto, esso à ̈ operativamente collegato al circuito di alimentazione 4 in modo da essere spostato nella posizione di sbloccaggio quando il martinetto 2 deve essere portato nella posizione estesa. Va notato che, vantaggiosamente, sia l’elemento di impegno 15 sia il cassone 3 presentano conformazioni tali da permetterne l’aggancio a scatto secondo le modalità descritte nel seguito. In particolare, nella forma realizzativa illustrata l’elemento di impegno 15 presenta un’estremità di impegno 18 arrotondata, mentre il cassone 3 presenta una superficie di accoppiamento 19 inclinata rispetto sia all’asse dell’elemento di impegno 15 sia ad un piano ad esso perpendicolare.
Nella forma realizzativa preferita, l’elemento di impegno 15 à ̈ costituito dallo stelo (nel seguito anch’esso indicato con il numero di riferimento 15) mobile di un attuatore 20 a fluido presentante al proprio interno almeno una prima camera 21 a volume variabile alimentata dal circuito di alimentazione 4. In particolare, nelle forme realizzative illustrate, l’attuatore 20 comprende una camicia di contenimento 22 che presenta un’estremità aperta 23 attraverso la quale sono inseriti sia lo stelo 15 mobile sia un tappo di chiusura 24 fissato alla camicia 22 e scorrevolmente associato a tenuta allo stelo 15 mobile (la tenuta tra le varie parti à ̈ garantita da guarnizioni, non illustrate nelle unite figure, inserite in apposite prime sedi anulari 25 ricavate nel tappo di chiusura 24).
Una porzione intermedia dello stelo 15, interna alla camicia di contenimento 22, à ̈ a sua volta dotata di un collare 26 scorrevolmente accoppiato a tenuta alla parete interna della camicia di contenimento 22 (anche in questo caso la tenuta tra le varie parti à ̈ garantita da guarnizioni, non illustrate nelle unite figure, inserite in apposite seconde sedi anulari 27 ricavate nel collare 26). Il collare 26 suddivide il volume interno libero dell’attuatore 20 in due camere, la prima camera 21 ricavata tra il collare 26 ed il tappo di chiusura 24 ed una seconda camera 28 ricavata tra il collare 26 ed una parete di fondo 29 della camicia di contenimento 22. La prima camera 21 e la seconda camera 28 hanno quindi entrambe volume variabile a seconda della posizione dello stelo 15 rispetto alla camicia di contenimento 22. In particolare quando lo stelo 15 à ̈ nella posizione di massima fuoriuscita dalla camicia (figura 8), la prima camera 21 ha volume minimo e la seconda camera 28 ha volume massimo, mentre quando lo stelo 15 à ̈ nella posizione di minima fuoriuscita dalla camicia, la prima camera 21 ha volume massimo e la seconda camera 28 ha volume minimo (figura 9).
Sono inoltre vantaggiosamente previsti primi mezzi di contrasto cedevole 30 operativamente associati all’elemento di impegno 15 per spingerlo verso la posizione di bloccaggio. Nella forma realizzativa illustrata, i primi mezzi di contrasto cedevole 30 sono costituiti da una molla (non illustrata in figura 9) coassiale allo stelo 15 e disposta in battuta tra il collare 26 e la parete di fondo 29 della camicia. Di conseguenza, lo spostamento dell’elemento di impegno 15 nella posizione di sbloccaggio può essere ottenuto solamente vincendo la forza esercitata dai primi mezzi di contrasto cedevole 30. Questo risultato à ̈ raggiunto grazie alla pressione creata dalla pompa 5 nel fluido di lavoro contenuto nella prima camera 21, la quale à ̈ vantaggiosamente costantemente in comunicazione di fluido con il condotto principale 14 del circuito di alimentazione 4 (ed in particolare con il tratto di tale condotto posto a monte della valvola di sequenza 16).
Nella forma realizzativa illustrata, al fine di evitare la formazione di una molla ad aria nella seconda camera 28, quest’ultima à ̈ poi vantaggiosamente in comunicazione di fluido con l’ambiente esterno (nelle unite figure ciò à ̈ ottenuto tramite un semplice foro filettato 31 ricavato nella parete laterale della camicia di contenimento 22, ma in altre forme realizzative tale foro 31 può anche essere chiuso da un apposito tappo/valvola di sfiato ad esso fissato/fissata).
In accordo con la presente invenzione, poi, la prima camera 21 dell’attuatore 20 può essere inserita nel circuito di alimentazione 4 sia in derivazione dal tratto del condotto principale 14 che unisce la pompa 5 e la valvola di sequenza 16 (come in figura 1), sia in serie tra la pompa 5 e la valvola di sequenza 16 (come nella forma realizzativa delle figure 2-9).
Venendo alla valvola di sequenza 16, essa in generale comprende un elemento di intercettazione 32 (costituito da una prima sfera nelle unite figure; data la corrispondenza tra elemento di intercettazione e prima sfera quest’ultima à ̈ nel seguito contraddistinta anch’essa con il numero di riferimento 32) mobile tra una posizione di chiusura (quella rappresentata nelle unite figure) ed una posizione di apertura (non rappresentata) e secondi mezzi di contrasto cedevole 33 (vantaggiosamente tarabili) operativamente associati all’elemento di intercettazione 32 per mantenerlo nella posizione di chiusura almeno quando la pressione del fluido nel circuito di alimentazione 4 à ̈ inferiore ad un valore prefissato corrispondente a quello tarato sui secondi mezzi di contrasto cedevole 33 stessi. Nella forma realizzativa illustrata, la taratura della valvola di sequenza 16 à ̈ ottenuta realizzando i secondi mezzi di contrasto cedevole 33 con una molla disposta in battuta tra l’elemento di intercettazione 32 ed un elemento di contrasto 34 avvitato in un foro assialmente allineato all’elemento di intercettazione 32. Variando l’avvitamento dell’elemento di contrasto 34, infatti, si può variare la compressione della molla e quindi tarare la forza necessaria per causare lo spostamento dell’elemento di intercettazione 32 dalla posizione di chiusura a quella di apertura.
Al fine di consentire il corretto funzionamento del dispositivo di ribaltamento 1 oggetto della presente invenzione, à ̈ poi necessario che la valvola di sequenza 16 sia tarata in modo tale da permettere l’erogazione del fluido al martinetto 2 solo quando l’elemento di impegno 15 à ̈ stato portato nella posizione di sbloccaggio. Ciò à ̈ ottenibile tarando la valvola di sequenza 16 in modo tale che la pressione del fluido di lavoro necessaria per causarne l’apertura sia superiore di un valore di sicurezza prefissato rispetto a quella necessaria a portare l’elemento di impegno 15 dalla posizione di bloccaggio alla posizione di sbloccaggio (a sua volta determinato dai primi mezzi di contrasto cedevole 30).
Nella forma realizzativa preferita, in cui il condotto principale 14 agisce sia come condotto di mandata che come condotto di ritorno, il dispositivo 1 comprende inoltre una valvola di bypass 35 operativamente associata alla valvola di sequenza 16 per permettere il ritorno del fluido di lavoro dal martinetto 2 al serbatoio 6 bypassando la valvola di sequenza 16 quando il martinetto 2 torna dalla condizione estesa alla condizione retratta.
Vantaggiosamente (ma non necessariamente), poi, sia la valvola di sequenza 16 sia la valvola di bypass 35 sono ricavate entrambe all’interno di un unico corpo di contenimento 36. In entrambe le forme realizzative illustrate questo à ̈ ottenuto realizzando, nel corpo di contenimento 36, una pluralità di fori complanari e tra loro trasversali (figura 5).
In particolare, il corpo di contenimento 36 presenta un foro longitudinale 37 estendentesi da una sezione di ingresso 38, almeno in parte filettata, che in uso viene collegata al tratto di condotto principale 14 proveniente dalla pompa 5, ad una sezione di uscita 39, almeno in parte filettata, che in uso viene collegata al tratto di condotto principale 14 che porta al martinetto 2. Tale foro longitudinale 37 presenta sezione maggiore in corrispondenza delle sezioni di ingresso 38 e di uscita 39, ed una sezione inferiore in corrispondenza di un proprio tratto intermedio 40. Il passaggio tra la sezione di ingresso 38 ed il tratto intermedio 40 definisce poi una prima sede di tenuta 41 contro la quale agisce in battuta una seconda sfera 42 spinta da terzi mezzi di contrasto cedevole 43, a loro volta tenuti in posizione da un primo nottolino 44 forato avvitato nella sezione di ingresso 38 (anch’esso quindi vantaggiosamente in grado di permettere la taratura dei terzi mezzi di contrasto cedevole 43). In assenza di sollecitazioni, la seconda sfera 42 suddivide quindi a tenuta il foro longitudinale 37 in due parti una parte di ingresso 45 ed una parte di uscita 46.
In corrispondenza rispettivamente della parte di ingresso 45 della parte di uscita 46 del foro longitudinale 37 e trasversalmente ad esso si sviluppano poi rispettivamente un primo foro ausiliario 47 ed un secondo foro ausiliario 48. Entrambi tali fori ausiliari 47, 48 sono ricavati a partire dalla superficie esterna del corpo di contenimento 36 e la loro estremità in corrispondenza della superficie esterna à ̈ chiusa a tenuta da due secondi nottolini 49 avvitati nei fori ausiliari 47, 48 stessi.
Il primo foro ausiliario 47 ed il secondo foro ausiliario 48, inoltre, intercettano il foro longitudinale 37 rispettivamente in corrispondenza della parte di ingresso 45 e della parte di uscita 46.
Un terzo foro ausiliario 50, parallelo al foro longitudinale 37, collega poi le estremità interne del primo 47 e del secondo foro ausiliario 48. Anche il terzo foro ausiliario 50 viene realizzato a partire dalla superficie esterna del corpo di contenimento 36 ed analogamente al foro longitudinale 37 presenta un primo tratto 51 a sezione maggiore in corrispondenza della superficie esterna del corpo di contenimento 36 e della intersezione con il secondo foro ausiliario 48, ed un secondo tratto 52 a sezione minore in corrispondenza dell’intersezione con il primo foro ausiliario 47.
Il passaggio dal tratto a sezione maggiore 50 a quello a sezione minore 52 definisce poi una seconda sede di tenuta 53 contro la quale agisce in battuta la prima sfera 32 della valvola di sequenza 16. I secondi mezzi di contrasto cedevole 33 sono invece disposti tra la prima sfera 32 ed un terzo nottolino regolabile, che agisce da elemento di contrasto 34, avvitato nel tratto a sezione maggiore. In assenza di sollecitazioni, quindi, la prima sfera 32 impedisce la comunicazione di fluido tra il primo foro ausiliario 47 ed il secondo foro ausiliario 48.
Nella forma realizzativa preferita, inoltre, l’attuatore 20 e la valvola di sequenza 16 sono ricavati entrambi all’interno del corpo di contenimento 36 (e ciò indipendentemente dal fatto che lo sia o meno anche la valvola di bypass 35 come nella forma realizzativa illustrata nelle figure da 2 a 9). Va comunque notato che vantaggiosamente l’attuatore 20 e la valvola di sequenza 16 sono definiti da elementi mobili distinti seppure contenuti in un unico corpo di contenimento 36.
Il corpo di contenimento 36 della forma realizzativa preferita à ̈ illustrato in dettaglio nelle figure da 3 a 6. Esso non à ̈ altro che la combinazione della camicia di contenimento 22 e del corpo di contenimento 36 della figura 1, realizzata in modo tale che il primo foro ausiliario 47 intercetti la prima camera 21 dell’attuatore 20 (che si estende perpendicolarmente al piano di giacitura del foro longitudinale 37 e dei fori ausiliari 47, 48, 50), che risulta quindi connessa in serie tra la pompa 5 e la valvola di sequenza 16.
Va infine notato che sebbene nella forma realizzativa illustrata per garantire la mandata ed il ritorno dell’olio sia stato utilizzato un unico condotto, una valvola di ritegno 10, una valvola comandata 13 ed una valvola di bypass 35 ciò non deve essere considerato come necessariamente vincolante per la presente invenzione.
II funzionamento del dispositivo 1 oggetto della presente invenzione discende da quanto sin qui descritto dal punto di vista strutturale.
Quando il cassone 3 à ̈ in posizione piana, la situazione à ̈ quella illustrata nelle figure 1, 2, 7 e 8.
Quando l’operatore vuole ribaltare il cassone 3 dà, in modo noto, il comando alla pompa 5 che inizia ad inviare il fluido in pressione verso il martinetto 2. Allo stesso tempo la valvola comandata 13 viene controllata in modo da chiudere il secondo condotto 12. A causa della presenza della valvola di sequenza 16 in condizione di chiusura, però, la pressione inizialmente inizia a salire solamente nel tratto del condotto principale 14 compreso tra la pompa 5 e la valvola di sequenza 16 stessa. Di conseguenza la pressione inizia a salire nella prima camera 21 dell’attuatore 20 vincendo la resistenza dei primi mezzi di contrasto cedevole 30. Lo stelo 15 pertanto si sposta verso la posizione di sbloccaggio e la pressione del fluido resta sostanzialmente costante sino a quando lo stelo 15 stesso non raggiunge la posizione di sbloccaggio (l’aumento di pressione determinato dalla pompa 5 viene infatti compensato dallo spostamento del collare 26 solidale allo stelo 15 e quindi daN’aumento di volume della prima camera 21).
A quel punto la pressione inizia nuovamente a salire sino a quando raggiunge il valore prefissato al quale sono stati tarati i secondi mezzi di contrasto cedevole 33 della valvola di sequenza 16. Va notato inoltre che sino a questo momento la pressione che agisce sulla seconda sfera 42 ha cooperato con i terzi mezzi di contrasto cedevole 43 per mantenere la seconda sfera 42 nella posizione di chiusura del foro longitudinale 37.
II successivo aumento della pressione del fluido fa sì che la pressione che agisce sull’elemento di intercettazione 32 della valvola di sequenza 16 vinca la forza esercitata dai secondi mezzi di contrasto cedevole 33 causando l’apertura della valvola di sequenza 16 stessa. A quel punto il fluido può raggiungere il martinetto 2 e comandarne, in modo di per sé noto, l’azionamento verso la posizione estesa.
Al termine del ribaltamento del cassone, la pompa viene disattivata ed i secondi mezzi di contrasto cedevole 33 determinano la chiusura della valvola di sequenza 16 riportando la prima sfera 32 in posizione di chiusura. Quando viene dato il comando di discesa del cassone 3, la valvola comandata 13 viene aperta in modo da mettere in comunicazione il condotto principale 14 con il serbatoio 6. Di conseguenza anche il martinetto 2 si trova in comunicazione di fluido con il serbatoio 6 ed il peso del cassone 3 à ̈ sufficiente a causare il ritorno dell’olio verso il serbatoio 6 stesso.
A quel punto, infatti, la pressione determinata dal peso del cassone 3 sul fluido contenuto nel tratto di condotto principale 14 compreso tra il martinetto 2 e la valvola di sequenza 16, agisce sulla seconda sfera 42 vincendo la forza esercitata dai terzi mezzi di contrasto cedevole 43 ed aprendo quindi la valvola di bypass 35.
Pertanto, sotto l’azione del peso del cassone 3, il fluido può liberamente confluire verso il serbatoio 6 attraverso la valvola di bypass 35, ed il martinetto 2 ritornare verso la posizione retratta.
Durante la discesa del cassone 3, fintantoché la pressione del fluido di lavoro à ̈ sufficiente a vincere la forza esercitata dai primi mezzi di contrasto cedevole 30, l’elemento di impegno 15 resta in posizione di sbloccaggio.
Quando invece la pressione non à ̈ più in grado di vincere la forza dei primi mezzi di contrasto cedevole 30, l’elemento di impegno 15 torna nella propria posizione di bloccaggio.
A seconda delle tarature dei primi mezzi di contrasto cedevole 30, del peso del cassone 3 e delle condizioni operative (attriti, pendenza del terreno, ecc...), il ritorno dell’elemento di impegno 15 nella posizione di bloccaggio può avvenire sia dopo che il cassone 3 à ̈ ritornato in posizione piana (nel qual caso l’elemento di impegno 15 può semplicemente inserirsi nel foro di impegno 17 solidale al cassone 3 - figura 8), sia prima che questo avvenga, In questo secondo caso, tuttavia, quando la superficie di accoppiamento 19 inclinata entra in contatto con l’estremità di impegno 18 dello stelo 15, secondo una direzione di movimento sostanzialmente perpendicolare all’asse dello stelo 15 stesso, agisce in spinta sullo stelo 15 vincendo la forza esercitata dai primi mezzi di contrasto cedevole 30. Lo stelo 15 viene quindi fatto rientrare verso la posizione di bloccaggio mentre il cassone 3 continua la sua discesa strisciando contro l’estremità di impegno 18 sino a quando questa raggiunge il foro di impegno 17 e, in assenza di sollecitazioni esterne, i primi mezzi di contrasto cedevole 30 la riportano nella posizione di bloccaggio.
La presente invenzione consegue importanti vantaggi.
Grazie alla presente invenzione, infatti, à ̈ stato possibile mettere a punto dispositivo di ribaltamento per cassoni di veicoli industriali che, pur garantendo il bloccaggio del cassone in posizione piana analogamente ai dispositivi noti, presenta una minore complicazione costruttiva, nonché un costo realizzativo inferiore ed una semplificazione operativa.
Inoltre, nella forma realizzativa preferita (figure 2-9), il dispositivo presenta anche un ingombro notevolmente ridotto, nonché una riduzione al minimo dei componenti circuitali (tubi, raccordi, ecc...).
Va inoltre rilevato che la presente invenzione risulta di relativamente facile realizzazione e che anche il costo connesso all’attuazione dell’invenzione non risulta molto elevato.
L’invenzione così concepita à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti neN’ambito del concetto inventivo che la caratterizza.
Tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti ed in pratica tutti i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni dei vari componenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di ribaltamento per cassoni di veicoli industriali, comprendente: un martinetto (2) di sollevamento azionabile tra una condizione retratta ed una condizione estesa, detto martinetto (2) essendo operativamente associabile ad un cassone (3) di un veicolo, a sua volta mobile tra una prima posizione in cui in uso à ̈ disposto sostanzialmente parallelo al terreno, ed una seconda condizione in cui à ̈ disposto inclinato rispetto alla prima posizione; un circuito di alimentazione (4) di un fluido di lavoro a detto martinetto (2) per determinare lo spostamento del martinetto (2) almeno dalla condizione retratta alla condizione estesa; almeno un elemento di impegno (15) mobile tra una posizione di bloccaggio in cui può impegnarsi a detto cassone (3) disposto nella propria prima posizione per bloccarlo in essa, ed una posizione di sbloccaggio in cui permette al cassone (3) di muoversi dalla prima posizione; detto elemento di impegno (15) essendo operativamente collegato al circuito di alimentazione (4) in modo da essere spostato nella posizione di sbloccaggio quando detto martinetto (2) deve essere portato nella posizione estesa; caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre una valvola di sequenza (16) montata sul circuito di alimentazione (4) tra l’elemento di impegno (15) ed il martinetto (2) e tarata in modo tale da permettere l’erogazione del fluido al martinetto (2) solo quando l’elemento di impegno (15) à ̈ stato portato nella posizione di sbloccaggio.
  2. 2. Dispositivo di ribaltamento secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che detto elemento di impegno (15) Ã ̈ costituito da uno stelo (15) mobile di un attuatore (20) a fluido presentante al proprio interno almeno una prima camera (21) a volume variabile alimentata da detto circuito di alimentazione (4).
  3. 3. Dispositivo di ribaltamento secondo la rivendicazione 2 caratterizzato dal fatto che detta prima camera (21) Ã ̈ costantemente in comunicazione di fluido con un condotto del circuito di alimentazione (4) che unisce una pompa (5) del dispositivo (1) stesso al martinetto (2) di sollevamento.
  4. 4. Dispositivo di ribaltamento secondo la rivendicazione 1, 2 o 3 caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre primi mezzi di contrasto cedevole (30) operativamente associati all’elemento di impegno (15) per spingerlo verso la posizione di bloccaggio, lo spostamento dell’elemento di impegno (15) nella posizione di sbloccaggio essendo ottenuto vincendo la forza esercitata dai primi mezzi di contrasto cedevole (30).
  5. 5. Dispositivo di ribaltamento secondo le rivendicazioni 1 e 2 caratterizzato dal fatto che detti primi mezzi di contrasto cedevole (30) sono alloggiati all’interno di una seconda camera (28) a volume variabile di detto attuatore (20) separata a tenuta dalla prima camera (21) ed in comunicazione di fluido con l’ambiente esterno.
  6. 6. Dispositivo di ribaltamento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto circuito di alimentazione (4) comprende, almeno tra l’elemento di impegno (15) ed il martinetto (2), un unico condotto (14) che opera sia come condotto di mandata per l’invio del fluido di lavoro da un serbatoio (6) del dispositivo (1) stesso verso il martinetto (2) sia come condotto di ritorno per il ritorno del fluido di lavoro dal martinetto (2) verso il serbatoio (6).
  7. 7. Dispositivo di ribaltamento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l’attuatore (20) e la valvola di sequenza (16) comprendono elementi mobili distinti.
  8. 8. Dispositivo di ribaltamento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre una valvola di bypass (35) operativamente associata alla valvola di sequenza (16) per permettere il ritorno del fluido di lavoro dal martinetto (2) a un serbatoio (6) del dispositivo (1) stesso quando il martinetto (2) torna dalla condizione estesa alla condizione retratta.
  9. 9. Dispositivo di ribaltamento secondo la rivendicazione 2 ed una qualsiasi delle altre, caratterizzato dal fatto che l’attuatore (20) e la valvola di sequenza (16) sono ricavati entrambi all’interno di un unico corpo di contenimento (36).
  10. 10. Dispositivo di ribaltamento secondo le rivendicazioni 8 e 9 caratterizzato dal fatto che anche detta valvola di bypass (35) à ̈ ricavata nel medesimo corpo di contenimento (36) in cui sono ricavate la valvola di sequenza (16) e l’attuatore (20).
  11. 11. Dispositivo di ribaltamento secondo la rivendicazione 9 o 10 caratterizzato dal fatto che detto corpo di contenimento (36) presenta una pluralità di fori interni collegati tra loro e definenti detta valvola di sequenza (16), detto attuatore (20) e/o detta valvola di bypass (35).
  12. 12. Dispositivo di ribaltamento secondo la rivendicazione 2 ed una qualsiasi delle altre, caratterizzato dal fatto che detta prima camera (21) dell’attuatore (20) à ̈ inserita nel circuito di alimentazione (4) in serie tra una pompa (5) del dispositivo (1) stesso e la valvola di sequenza (16).
  13. 13. Dispositivo di ribaltamento secondo la rivendicazione 2 ed una qualsiasi delle altre da 1 a 11, caratterizzato dal fatto che detta prima camera (21) dell’attuatore (20) à ̈ collegata in derivazione su un condotto del circuito di alimentazione (4) che unisce una pompa (5) del dispositivo (1) stesso e la valvola di sequenza (16).
  14. 14. Dispositivo di ribaltamento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detta valvola di sequenza (16) comprende un elemento di intercettazione (32) mobile tra una posizione di chiusura ed una posizione di apertura e secondi mezzi di contrasto cedevole (33) operativamente associati all’elemento di intercettazione (32) per mantenerlo nella posizione di chiusura almeno quando la pressione del fluido nel circuito di alimentazione (4) à ̈ inferiore ad un valore prefissato tarato sui secondi mezzi di contrasto stessi.
  15. 15. Dispositivo di ribaltamento secondo la rivendicazione 14 caratterizzato dal fatto che i secondi mezzi di contrasto cedevole (33) sono tarabili.
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