ITVI20060245A1 - Dispositivo di stabilizzazione di chiodi endomidollari e chiodo endomidollare comprendente tale dispositivo - Google Patents

Dispositivo di stabilizzazione di chiodi endomidollari e chiodo endomidollare comprendente tale dispositivo Download PDF

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ITVI20060245A1
ITVI20060245A1 ITVI20060245A ITVI20060245A1 IT VI20060245 A1 ITVI20060245 A1 IT VI20060245A1 IT VI20060245 A ITVI20060245 A IT VI20060245A IT VI20060245 A1 ITVI20060245 A1 IT VI20060245A1
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IT
Italy
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nail
centering element
stabilization device
axial cavity
stabilization
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Inventor
Claudio Velluti
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O S P Ortho Service Provider Srl
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Description

La presente invenzione è generalmente applicabile al settore tecnico dei dispositivi per la chirurgia ossea ed ha particolarmente per oggetto un dispositivo 5 per la stabilizzazione di chiodi endomidollari all'Interno della cavità midollare di un osso da curare. La presente invenzione ha altresì per oggetto un chiodo endomidollare comprendente tale dispositivo.
Stato delia Tecnica
Sono note diverse tipologie di chiodi endomidollari utilizzati per la riduzione 0 di fratture ossee, in particolare di ossa lunghe quali il femore, la tibia e l'omero.
Affinché la terapia risulti efficace, la posizione del chiodo all'interno della cavità midollare dell'osso da curare deve risultare quanto più stabile possibile cosi da evitarne un'eccessiva mobilità a causa delle sollecitazioni fisiologiche che esso normalmente subisce.
5 Il fissaggio del chiodo può essere realizzato da una o più viti passanti inserite in rispettivi fori ricavati sulla parete laterale del chiodo in posizioni prossimale e/o distale, ovvero mediante una coppia di fili metallici di stabilizzazione aventi un'estremità appuntita, o ancora, combinando ì due sistemi di bioccaggio,
0 I fili metallici sono inseriti all'interno del chiodo attraverso un'apertura all’estremità per poi uscire da fori realizzati in corrispondenza dell'estremità opposta così da ancorarsi all<'>interno delia parete del canale midollare. Il loro bloccaggio è quindi eseguito mediante una vite che costringe i fili contro la parete interna del chiodo, impedendone qualsiasi movimento.
5 Una simile soluzione è nota, tra le altre, dalla domanda europea
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MAROSCIA & ASSOCIATI S.r.l. Ing. Antonio MAROSCIA - No. 466 EP-A-0922437.
Un riconosciuto inconveniente di tali note soluzioni è costituito dal fatto che l<'>inserimento dei fili ed il loro allineamento con I fori di uscita è generalmente eseguito manualmente. Pertanto, questa fase richiede estrema perizia da parte del tecnico addetto e risulta spesso molto lenta.
Un ulteriore inconveniente è rappresentato dal fatto che lo scorrimento forzato dei fili, necessario a determinarne l<’>uscita dai rispettivi fori e la successiva penetrazione delie punte nella parete midollare, è eseguito colpendo gli stessi in corrispondenza di una loro estremità mediante una massa battente.
Tuttavia, in questo modo non si ha la possibilità di controllare la precisione dei colpi e la forza applicata ai fili di stabilizzazione, rischiando di danneggiare sia i fili che l<'>osso interessato dalla frattura, in quanto quest'ultima fase è eseguita con il chiodo già inserito all' interno del canale midollare.
Inoltre, per consentire l'esecuzione di questa fase senza che vi sia il rischio di colpire anche il chiodo, i fili metallici devono avere sviluppo in lunghezza maggiore di quello del chiodo a cui sono destinati.
Pertanto, successivamente si dovrà procedere al taglio delle porzioni di filo fuoriuscenti dal chiodo, con conseguente spreco di materiale nonché sensibile incremento del tempo necessario per eseguire l'intera operazione di innesto del chiodo.
Presentazione dell'invenzione
Scopo del presente trovato è dì superare gli inconvenienti sopra riscontrati, realizzando un dispositivo per la stabilizzazione di chiodi endomidollari che presenti caratteristiche di elevata efficienza e relativa economicità.
Uno scopo particolare è realizzare un dispositivo per la stabilizzazione di
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MAROSO A & ASSOCIATI S.r.l. Ing. Antonio MAROSCIA - No, 466 chiodi endomidollari che sia inseribile in maniera semplice e rapida all'interno di un chiodo endomidollare.
Ulteriore scopo è quello di realizzare un dispositivo di stabilizzazione II cui inserimento all'interno del chiodo sia oltremodo sicuro ed elimini i rischi di danneggiamento per il dispositivo stesso, nonché per il chiodo e l'osso del corpo umano a cui è destinato.
Ancora altro scopo è quello di realizzare un dispositivo di stabilizzazione che possa essere facilmente rimosso al termine della terapia.
Tali scopi, nonché altri che appariranno più chiari in seguito, sono raggiunti da un dispositivo di stabilizzazione, in accordo con la rivendicazione 1, inseribile in un chiodo endomidollare avente un corpo tubolare con una cavità assiale ed almeno un<’>apertura laterale in prossimità di una sua estremità, in cui i! dispositivo comprende almeno un filo di stabilizzazione inseribile nella cavità assiale del chiodo ed avente una prima estremità destinata a fuoriuscire dall'apertura laterale del chiodo per penetrare all'interno delia parete delia cavità midollare cosi da bloccare stabilmente il chiodo in posizione.
Il dispositivo si caratterizza per il fatto di comprendere mezzi di afferraggio associati a detto almeno un filo di stabilizzazione in prossimità di una seconda estremità per favorire l'inserimento guidato di detto almeno un filo nella cavità assiale del chiodo.
Grazie a questa caratteristica del trovato, il dispositivo consentirà rinserimento all'interno di un chiodo endomidollare dei fili di stabilizzazione opportunamente predisposti in maniera semplice e rapida.
La particolare configurazione dei mezzi di afferraggio consentirà infatti di allineare facilmente ì fili rispetto alle rispettive aperture di uscita, mantenendoli in
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MAROSOA & ASSOCIAI] S.r.l. Ing. Antonio MAROSCIA - No. 466 posizione per tuta la fase successiva di scorrimento all'interno delia cavità assiale dei chiodo e di penetrazione del tessuto osseo.
Vantaggiosamente, i mezzi di afferraggio potranno comprendere un elemento di centraggio sostanzialmente cilindrico con una parete laterale esterna configurata per essere alloggiata stabilmente nella cavità assiale del chiodo, Ulteriormente, l'elemento di centraggio potrà presentare una faccia sostanzialmente piana rivolta verso l'esterno per consentire un'azione di compressione o percussione da parte dell'operatore finalizzata alla penetrazione dell’estremità distale del filo nel tessuto osseo.
Grazie a quest’ ulte rio re caratteristica del trovato, i fili di stabilizzazione potranno essere inseriti agendo su una superficie di battuta avente maggiore ampiezza e non più colpendo l'estremità esterna del filo stesso.
In questo modo si eviterà la reazione elastica del filo, evitando di danneggiare, oltre allo stesso filo, anche il chiodo e l’osso da curare.
Preferibilmente, l’elemento di centraggio potrà presentare un foro sostanzialmente centrale almeno parzialmente filettato destinato a cooperare con un organo esterno provvisto di filettatura esterna.
In questo modo l'estrazione del dispositivo dal chiodo al termine della terapia risulterà estremamente facilitata.
Secondo un ulteriore aspetto del presente trovato è previsto un chiodo endomidollare comprendente un corpo tubolare con una cavità assiale avente un’estremità aperta ed almeno un'apertura laterale in prossimità dell'altra estremità ed un dispositivo di stabilizzazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 1 alla 8.
Breve descrizione dei disegni
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MAROSCIA & ASSOCIATI S.r.l, Ing, Antonio MAROSCIA - No, 466 Ulteriori caratteristiche e vantaggi dei trovato risulteranno maggiormente evidenti alia luce delia descrizione dettagliata di una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva di un dispositivo di stabilizzazione per chiodi endomìdollari e di un chiodo endomidollare secondo il trovato, illustrati a titolo di esempio non limitativo con l'ausilio delie unite tavole di disegno in cui:
la F(G, 1 è una vista prospettica di un dispositivo di stabilizzazione secondo il trovato;
la FIG. 2 è una vista esplosa del dispositivo di FIG. 1 ;
la FIG, 3 è una vista dall'alto dei dispositivo di FIG. 1 ;
la FIG. 4 è una vista frontale parzialmente sezionata di un particolare del dispositivo di Fig. 1 ;
la FIG, 5 è una vista prospettica esplosa di un chiodo endomidollare secondo il trovato;
la FIG. 6 è una vista frontale In sezione secondo il piano di traccia /-/ del chiodo di FIG. 5 in una prima configurazione preferita;
ia FIG. 7 è una vista frontale In sezione secondo li piano di traccia /-/ del chiodo di FIG. 5 in una seconda configurazione preferita.
Descrizione dettagliata di un esempio dì realizzazione preferito
Con riferimento alle figure citate, il dispositivo di stabilizzazione secondo il trovato, indicato globalmente con il numero 1hpotrà essere almeno parzialmente inserito all'interno di un chiodo endomidollare 2 per la cura di ossa fratturate, in particolare di ossa lunghe, per stabilizzarne la posizione all'interno della cavità midollare di un osso da curare.
Una particolare applicazione del dispositivo 1 è Illustrata in FIG. 5, in cui è parzialmente inserito all'Interno di un chiodo endomidollare 2 comprendente un
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MAROSCIA & ASSOCIATI S.r.l. Ing. Antonio MAROSCIA - No. 466 corpo tubolare 3, destinato ad essere inserito nella cavità midollare dell'osso interessato dalla frattura, ed avente una cavità assiale 4 con un'estremità distale 5, un'estremità prossimale aperta 6 ed almeno un'apertura laterale 7 in prossimità della sua estremità distale 5,
Come illustrato in FIG. 1, un dispositivo di stabilizzazione 1 secondo il trovato comprende almeno un filo di stabilizzazione 8 inseribile nella cavità assiale 4 del chiodo 2 ed avente una prima estremità 9 destinata a fuoriuscire dall’apertura laterale 7 del chiodo 2 per penetrare all'interno delia parete della cavità midollare e bloccare stabilmente il chiodo in posizione.
Secondo una caratteristica peculiare dell'invenzione, sono previsti mezzi dì afferraggio 10 associati al filo di stabilizzazione 8 in prossimità dell'altra estremità 11 de! filo 8 per favorire l<'>inserimento guidato del filo 8 nella cavità assiale 4 del chiodo 2.
Nella configurazione esemplificativa illustrata la prima estremità 9 del filo 8 verrà a trovarsi in posizione distale mentre la seconda estremità 11 associata ai mezzi di afferraggio 10 sarà disposta in posizione prossimale.
Nel presente testo con i termini “estremità prossimale" ed "estremità distale”, sia per la cavità assiale 4 del chiodo 2 che per il filo 8, si intendono, rispettivamente, l'estremità più prossima e estremità più distante dalla radice dell'arto in cui è inserito ii chiodo 2, con particolare riferimento, nelle figure allegate, ad un chiodo per fratture trocanteriche,
Resta inteso, tuttavia, che i suddetti termini sono utilizzati per una maggiore comprensione de! presente testo. Pertanto, nel caso di un chiodo omerale il dispositivo 1 potrà essere Inserito in corrispondenza dell'estremità aperta del chiodo in posizione distale per fuoriuscire da aperture laterali realizzate in
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MAROSCIA & ASSOCIATI S.M. ing, Antonio MAROSO A - No. 466 corrispondenza dell'estremità prossimale dello stesso.
Nella configurazione, preferita ma non esclusiva, illustrata nelle figure allegate, il dispositivo 1 presenterà una coppia di fili di stabilizzazione 8’, 8” sostanzialmente identici e realizzati preferibilmente in materiale metallico, aventi ognuno l’estremità distale 9’, 9" sagomata a punta o scalpello in modo da penetrare facilmente nella corticale interna del canale midollare.
Ancora, la forma dei fili 8\ 8’<*>potrà essere quella di un cilindro retto, come nelle figure, con sezione trasversale circolare, ellittica o anche irregolare, ovvero ì fili 8<T>, 8” potranno essere presagomati per favorire ulteriormente il loro inserimento e la fuoriuscita dalie rispettive aperture laterali 7\ 7” del chiodo 2.
I mezzi di afferraggio 10 potranno essere essenzialmente costituiti da un elemento di centraggio sostanzialmente cilindrico con una parete laterale esterna 12 configurata per essere alloggiata stabilmente nella cavità assiale 4 del chiodo 2.
I fili di stabilizzazione 8’, 8” saranno disposti in posizioni diametralmente opposte e sostanzialmente simmetriche rispetto all'asse centrale X dell’elemento di centraggio 10 ed il loro sviluppo assiale lìpotrà essere sostanzialmente coincidente con lo sviluppo assiale i2della cavità 4 del chiodo 2, ad eccezione dello spessore necessario per l'alloggiamento dei mezzi di afferraggio 10.
L<'>elemento di centraggio 10 presenterà, inoltre, una faccia sostanzialmente piana 13 rivolta verso l’esterno per consentire un’azione di compressione o percussione da parte dell'operatore finalizzata alla penetrazione dell'estremità distale 9<r>, 9" dei fili di stabilizzazione 8’, 8” nel tessuto osseo.
I fili di stabilizzazione 8’, 8” potranno essere stabilmente associati all’elemento di centraggio 10 ed il loro accoppiamento potrà essere realizzato sia
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MAROSO<(>A & ASSOCIATI S.r.l, Ing, Antonio MAROSCIA - No. 466 a freddo, mediante interferenza, avvitamento o incastro, che a caldo, ad esempio per saldatura o incollaggio delle estremità prossimali 11\ 11" dei fili 8\ 8" sulla faccia sostanzialmente piana 14 dell'elemento di centraggio 10 rivolta verso l'interno.
Ne! primo caso le estremità prossimali 11\ 11” dei fili 8’, 8” potranno essere bloccate all'interno di rispettivi fori assiali passanti 15% 15" realizzati nell'elemento di centraggio 10, come chiaramente visibile in FtG. 3 ed in FIG. 4. in aggiunta, l'elemento di centraggio 10 potrà presentare un foro sostanzialmente centrate 16. cieco o passante, almeno parzialmente filettato per cooperare con un organo esterno provvisto di filettatura esterna, ad esempio una spina o un perno filettato, non illustrato nelle presenti figure in quanto di tipo in sé noto.
In questo modo l'estrazione del dispositivo 1 dalia cavità assiale 4 dei chiodo 2 risulterà estremamente semplice e rapida e si ridurranno in maniera sensibile i rischi di danneggiare il tessuto osseo durante tale fase di rimozione.
Per favorire l'inserimento in direzione assiale dei fili 8% 8” e rendere stabile la posizione dell'Intero dispositivo 1 all'interno della cavità assiale 4, potrà essere prevista una boccola 17 sostanzialmente anulare ed almeno parzialmente filettata, Illustrata in FIG. 5, anch’essa inseribile nella cavità assiale 4 del chiodo 2 In corrispondenza della sua estremità prossimale 6.
La boccola 17 avrà una faccia sostanzialmente piana 18 rivolta verso l'interno atta ad agire sulla faccia rivolta verso l'esterno 13 dell'elemento di centraggio 10, in modo da esercitare sullo stesso una spinta sostanzialmente assiale atta a favorire lo scorrimento dei fili dì stabilizzazione 8% 8".
Ancora, per consentire il posizionamento stabile del dispositivo 1 nella
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MAROSCIA & ASSOCIATI S.r.l. tng. Antonio MAROSCIA — No, 466 cavità assiale 4, quest'ultima potrà essere configurata per avere una superfìcie laterale 19 sostanzialmente cilindrica con una prima porzione di estremità prossimale 20 avente una dimensione trasversale di sostanzialmente coincidente con la dimensione radiale d2dell'elemento di centraggio 10, come visibile dalla sezione di FIG, 6.
La prima porzione di estremità prossimale 20 della cavità assiale 4 potrà essere almeno parzialmente filettata per favorire l'inserimento della boccola dS spìnta 17.
Inoltre, la superficie laterale sostanzialmente cilìndrica 19 delia cavità assiale 4 potrà presentare una seconda porzione di estremità prossimale 21 con una dimensione trasversale d3inferiore alla dimensione radiale d2deli’ elemento di centraggio 10,
In questo modo la superfìcie laterale 19 definirà una superficie di appoggio 22 per la faccia 14 dei!' elemento di centraggio 10 rivolta verno l'interno, definendo così una battuta per il dispositivo 1 ed Impedendo che lo stesso possa scorrere oltre un limite prefissato e danneggi l<’>arto.
Nella configurazione alternativa di FiG. 7, la seconda porzione di estremità 21 potrà essere sostanzialmente conica per consentire l'alloggia mento preciso di un elemento di centraggio 10 avente anch’esso una porzione distale 23 della sua parete laterale 12 sostanzialmente conica,
li chiodo 2 a cui II dispositivo 1 sarà associato potrà avere sia forma sostanzialmente diritta che sagomata, come nell'esempio di FIG, 5, e di conseguenza dovrà essere variata la sagomatura dei fili di stabilizzazione 8\ 8” Potrà essere anche previsto un tappo 24 Inseribile all'interno della cavità assiale 4 in corrispondenza della sua estremità prossimale aperta 6 al fine di
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MAROSO f A & ASSOCIATI S.r.1. Ing. Antonio MAROSCIA - No, 466 incrementare ulteriormente Sa stabilità del dispositivo 1 ed impedire la formazione del callo osseo anche all'interno del chiodo 2, cosi da facilitare le operazioni di rimozione del chiodo 2 dalia cavità midollare al termine della tempia.
Secondo un’ulteriore configurazione per il chiodo 2, non illustrata nelle presenti figure, su! corpo tubolare 3 potranno essere realizzate una o più coppie di aperture laterali in prossimità dell<'>estremità prossimale 6 atte a consentire il passaggio di una o più viti cefaliche di fissaggio, particolarmente utili nella cure di fratture peri raea eteriche.
Da quanto sopra descritto appare evidente che 11 trovato realizza gli scopi prefìssati ed in particolare quello di mettere a disposizione un dispositivo di stabilizzazione per chiodi endomidollari che consente l'inserimento e la rimozione semplificati dei fili di stabilizzazione 8 opportunamente predisposti.
Grazie alla particolare configurazione dei mezzi di afferraggio 10. l'introduzione dei fili 8 nella cavità assiale 4 del chiodo 2 potrà essere eseguita senza causare danni né al chiodo né all'osso interessato dalla terapia.
il dispositivo ed il chiodo secondo il trovato sono suscettibili di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nel concetto inventivo espresso nelle rivendicazioni allegate. T utti i particolari potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti, ed i materiali potranno essere diversi a seconda delle esigenze, senza uscire dail'ambito del trovato.
Anche se il dispositivo ed li chiodo sono stati descritti con particolare riferimento alle figure allegate, i numeri di riferimento usati nella descrizione e nelle rivendicazioni sono utilizzati per migliorare l'intelligenza del trovato e non costituiscono alcuna limitazione a II 'ambito di tutela rivendicato.
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MAROSCIA & ASSOCIATI S.r.l. Ing. Antonio MAROSCIA - No. 466

Claims (14)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Un dispositivo di stabilizzazione per un chiodo endomidolìare (2), del tipo avente un corpo tubolare (3) con una cavità assiale {4) ed almeno un'apertura laterale (7) in prossimità di una sua estremità (5), in cui il dispositivo comprende almeno un filo di stabilizzazione (8) inseribile nella cavità assiale (4) di un chiodo (2) ed avente una prima estremità (9) destinata a fuoriuscire dall'apertura laterale (7) del chiodo (2) per penetrare a li' interno della parete della cavità midollare cosi da bloccare stabilmente il chiodo {2} in posizione, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di affer raggio (10) associati a detto almeno un filo di stabilizzazione (8) in prossimità di una seconda estremità (11) per favorire l'inserimento guidato di detto almeno un filo (8) nella cavità assiale (4) del chiodo (2).
  2. 2. Dispositivo di stabilizzazione secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che detti mezzi di afferraggio (10) comprendono un elemento di centraggio sostanzialmente cilindrico con una parete laterale esterna (12) configurata per essere alloggiata stabilmente nella cavità assiale (4) del chiodo (2),
  3. 3, Dispositivo di stabilizzazione secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto elemento dì centraggio (10) presenta una faccia sostanzialmente piana (13) rivolta verso l’esterno per consentire un'azione di compressione o percussione da parte deliberatone finalizzata alta penetrazione di detta prima estremità (9) di detto filo (8) nel tessuto osseo, 12 MAROSCIA & ASSOCIATI S.rJ, Ing, Antonio MAROSCIA - No, 466
  4. 4. Dispositivo di stabilizzazione secondo ia rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto almeno un filo (8) è stabilmente associato a detto elemento di centraggio (10) mediante accoppiamento per interferenza, avvitamento, saldatura o incollaggio.
  5. 5. Dispositivo di stabilizzazione secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto elemento di centraggio (10) presenta un foro sostanzialmente centrale (16) almeno parzialmente filettato destinato a cooperare con un organo esterno provvisto di filettatura esterna per favorire l'estrazione del dispositivo dalla cavità assiale (4) del chiodo (2).
  6. 6. Dispositivo di stabilizzazione secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detto foro centrale internamente filettato (16) è passante.
  7. 7. Dispositivo dì stabilizzazione secondo una qualsiasi delie rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno una coppia di fili di stabilizzazione (8\ 8”) solidali a detto elemento di centraggio (10) in posizioni diametralmente opposte e sostanzialmente simmetriche rispetto all'asse centrale (X) di detto elemento dì centraggio (10).
  8. 8. Dispositivo di stabilizzazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere una boccola sostanzialmente anulare (17) almeno parzialmente filettata con una faccia sostanzialmente piana (18) rivolta verso l'interno atta ad agire su detta faccia rivolta verso l'esterno (13) di detto elemento di centraggio (10), in modo da esercitare sullo stesso una spinta sostanzialmente assiale atta a favorire lo scorrimento dì detti fili di stabilizzazione (8*, 8") all<'>interno della cavità assiale (4) del chiodo (2),
  9. 9. Un chiodo endomidollare comprendente un corpo tubolare con una cavità assiale (4) avente un’estremità aperta (6) ed almeno un’apertura laterale (7) 13 MAROSCÌA &ASSOCIATI S.r.l. Ing. Antonio MAROSCIA - No, 466 in prossimità dell'altra estremità (5), caratterizzato dal fatto di comprendere un dispositivo di stabilizzazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 1 alla 8.
  10. 10, Chiodo endomidollare secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detta cavità assiale (4) presenta una superficie laterale sostanzialmente cilindrica (19) con una prima porzione (20) di detta estremità aperta (6) avente una dimensione trasversale (di) sostanzialmente coincidente con la dimensione radiale (d2) di detto elemento di centraggio (10),
  11. 11. Chiodo endomidollare secondo fa rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detta superfìcie laterale sostanzialmente cilindrica (19) dì detta cavità assiale (4) presenta una seconda porzione (21 ) di detta estremità aperta (6) con una dimensione trasversale (d3⁄4) inferiore alla dimensione radiale (d2) di detto elemento di centraggio (10) per definire una superficie di appoggio (22) per la faccia rivolta verso l'interno (14) di detto elemento di centraggio (10).
  12. 12, Chiodo endomidollare secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto dispositivo di stabilizzazione (1) presenta sviluppo assiale (li) sostanzialmente coincidente con lo sviluppo assiale (la) di detta cavità (4).
  13. 13, Dispositivo di stabilizzazione e chiodo endomidollare caratterizzati da quanto specificamente descritto ed illustrato.
  14. 14 MAROSCIA & ASSOCIATI S rl Ing. Antonio MAROSCIA - No, 466
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