ITUD970046A1 - Dispositivo a rulli per la separazione di chips e particelle a granulometria differenziata e macchina formatrice utilizzante - Google Patents

Dispositivo a rulli per la separazione di chips e particelle a granulometria differenziata e macchina formatrice utilizzante Download PDF

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Description

CAMPO DI APPLICAZIONE
Formano oggetto del presente trovato un dispositivo a rulli per la separazione di chips o particelle aventi granulometria differenziata, nonché la macchina formatrice utilizzante detto dispositivo a rulli, come espressi nelle rispettive rivendicazioni principali.
Il trovato viene utilizzato in macchine predisposte per selezionare i chips e le particelle in base alla loro granulometria da una massa incoerente in forma di chips, di trucioli, fibrosa, granulosa, ecc. allo scopo di poter poi utilizzare in sé le frazioni a granulometria differenziata.
Più specificatamente, il trovato si rivolge ad un separatore a letto di rulli utilizzato come vaglio per chips, particelle o fibre, di legno o di qualsivoglia altro materiale, da utilizzare in sé o da avviare a successive lavorazioni, ad esempio a processi di raffinazione delle frazioni non idonee a selezioni gravimetriche, a processi di incollaggio o ad altri trattamenti voluti.
Il trovato si rivolge inoltre a macchine formatrici atte a selezionare il materiale in base alla dimensione granulometrica ed a depositarlo in strati sovrapposti, cadauno con una propria gamma di granulometrie differenti, il materasso stratiforme così ottenuto venendo poi generalmente avviato a lavorazioni in pressa per la produzione di pannelli.
STATO DELLA TECNICA
Sono da tempo noti nella tecnica dispositivi di vagliatura predisposti per separare e selezionare chips e particelle in base alla loro granulometria da una massa incoerente o fibrosa, sia essa secca od umida, generalmente ma non esclusivamente di materiale a base legnosa.
Pur essendo noti da tempo dispositivi separatori del tipo a rulli, comprendenti rulli adiacenti che ruotano nella stessa direzione e che definiscono un letto sul quale viene alimentato il materiale da selezionare, la tendenza di utilizzo su larga scala in ambito industriale ha privilegiato nel passato vagli del tipo a rete vibrante od oscillante od anche a dischi rotanti,
Nell'ambito di tali dispositivi, sono stati sviluppati vagli a rete od a disco ad uno o più livelli
a disco utilizzanti rispettivamente maglie o luci con sezione di passaggio progressivamente crescente od anche vagli a rete od a disco a fasce trasversali con sezione di passaggio progressivamente crescente per scaricare particelle di granulometria progressivamente crescente.
Soltanto in tempi relativamente recenti, l'utilizzo di vagli e formatrici a rulli ha acquisito una importanza notevole in ambito industriale, soprattutto per 1'avvenuta disponibilità a costi relativamente contenuti di materiali ad alta resistenza all'usura quali acciai speciali, rivestimenti ad alta resistenza, ecc.
La disponibilità di tali materiali ad altissima resistenza e durezza superficiale ha reso possibili, negli ultimi anni, la produzione e l'utilizzo di separatori a rulli ad alta efficienza produttiva, lunga durata nel tempo, ridotta o nulla manutenzione ed ha quindi reso economicamente molto interessanti tali applicazioni sia per semplici vagli, ad uno o più livelli, che per formatrici.
La tecnologia dei vagli a rulli, pur essendo nota da molti anni, ha trovato pertanto solo negli ultimi anni, per i motivi suddetti, una effettiva e diretta applicazione industriale su vasta scala.
Alla luce di tali sviluppi, collegati alle sempre più evolute tipologie di materiali a disposizione, sono state oggetto di analisi e sperimentazioni sul campo soluzioni che sostanzialmente riproducono gli effetti e le funzioni dei vagli a rete ed a dischi, aumentandone peraltro l'efficacia per la naturale funzionalità dei dispositivi a rulli.
La funzionalità naturale dei dispositivi a rulli si manifesta in particolar modo nella selezione delle particelle fini, in quanto l’utilizzo di rulli al posto, ad esempio, dei dischi montati su alberi portadischi, permette di calibrare con precisione luci di scarico, o gaps, di dimensione molto ridotta e di valore continuo e costante.
Nel caso dei dischi, infatti, la luce di scarico risulta di forma sostanzialmente rettangolare, in cui la distanza fra le superfici degli alberi portadischi adiacenti determina la lunghezza delle particelle da accettare, mentre la distanza fra due dischi adiacenti montati sullo stesso albero determina lo spessore delle particelle da accettare.
Va poi notato che nè i vagli a rete nè i vagli a dischi permettono normalmente di variare, durante il ; funzionamento, la luce di scarico delle singole sezioni del letto di selezione.
La naturale funzionalità dei dispositivi a rulli comporta come diretti e consequenziali vantaggi i seguenti aspetti :
- la scelta preferenziale delle sagomature delle superfici dei rulli allo scopo di ottenere una vagliatura più coerente con i chips , le particelle e le fibre a disposizione e con il risultato specifico ricercato;
- la possibilità di spaziare ’ ree iprocament e i rulli,
sia sul piano orizzontale sia verticalmente, per variare, anche durante il ciclo di funzionamento, la luce di scarico, o gap, nonché eventualmente la possibilità di regolare, durante il funzionamento,
anche la velocità di rotazione dei rulli .
Questi aspetti sono stati oggetto di una moltitudine di brevetti , redatti in epoche diverse ed anche lontane fra loro, le cui soluzioni vanno quindi rapportate a quanto la tecnologia metteva a disposizione nel periodo specifico, in particolare con riferimento ai materiali disponibili ed utilizzabili in ambito industriale.
E noto ad esempio il documento US-A-1424, del 1839, che già prevede un dispositivo di separazione, nel caso di specie dedicato alla vagliatura di ossido di piombo, presentante rulli adiacenti dotati di cuspidi ed avvallamenti compenetranti.
Esiste inoltre il documento US-A-292.656 che anch'esso prevede rulli superficialmente definiti da filettature coniugate conformate a "V", con andamento inclinato di forma sostanzialmente elicoidale.
Tale soluzione presenta però 1'inconveniente di spostare progressivamente il materiale da selezionare trasversalmente rispetto alla direzione di avanzamento.
E' noto il documento US-A-1.173.737, pubblicato nel 1916, che presenta un vaglio a rulli paralleli in cui i rulli presentano gole cooperanti con coniugati picchi rastremati dei rulli adiacenti ed in cui gole e picchi non sono compenetranti ma definiscono una luce costante di passaggio per le particelle sostanzialmente ortogonale alla direzione di avanzamento del materiale.
E' noto inoltre 1'US-A-4,452,694 che descrive un dispositivo di selezione costituito da una pluralità di dischi disposti allineati in una pluralità di assi paralleli formanti nel loro insieme un letto di trasporto per il materiale da selezionare, detto trasporto avvenendo con direzione sostanzialmente ortogonale all'asse di detti dischi.
Detto letto di trasporto presenta da un lato una estremità di alimentazione e dall'altro una estremità di scarico.
Tale documento prevede che la superficie periferica di detti dischi presenti sporgenze o picchi rastremati che si contrappongono a coniugate rientranze o valli rastremate dei dischi adiacenti.
Tale documento prevede inoltre che le velocità di rotazione degli alberi portadischi possano essere fra loro differenti.
Esiste anche il WO 86/01580, che si riferisce a dispositivi di selezione utilizzati in impianti inceneritori, che prevede di utilizzare rulli presentanti superficialmente nervature sporgenti aventi andamento sostanzialmente parallelo all'asse del relativo rullo e presentanti le pareti sostanzialmente ortogonali al rullo.
Il documento US-A-3,387,795 prevede un dispositivo di trattamento di materiale fibroso comprendente una pluralità di rulli adiacenti i quali presentano, sulla superficie circonferenziale, sporgenze rastremate di forma piramidale, separate da valli rastremate, le quali si compenetrano almeno parzialmente·; nelle valli rastremate del rullo adiacente.
E' noto anche l'insegnamento dell EP-B-328.067, che prevede un dispositivo a rulli in cui la superficie circonferenziale esterna di detti rulli presenta singole protuberanze rastremate di forma piramidale, ad andamento sostanzialmente a spirale attorno alla superficie dei rulli ed estendentisi longitudinalmente, separate da valli rastremate.
I vertici delle protuberanze di due rulli adiacenti sono affacciati uno all'altro e definiscono la luce, o gap, di scarico del materiale selezionato; pertanto, non vi è compenetrazione tra dette protuberanze e la luce di scarico delle particelle ha un valore sostanzialmente costante ed una direzione ortogonale alla direzione di avanzamento del materiale e parallela all'asse dei rulli.
Tale soluzione, rispetto a quanto previsto nel succitato US-A-1,173,737, presenta sostanzialmente la sola caratteristica di avere le protuberanze rastremate di forma piramidale, caratteristica peraltro presente nel succitato US-A-3,387,795.
Le modificazioni superficiali dei rulli e dei dischi permettono di riprodurre l'effetto naturale ed intrinseco dei vagli e formatrici a rete sui chips, permettendo di ottenere una buona decantazione delle particelle più fini.
Un'altra funzione di tali modificazioni superficiali è quella di ritardare il passaggio delle particelle cubiche attraverso la luce di scarico per effetto del lancio dinamico operato dalle facce delle sporgenze dei rulli contrapposti.
Inoltre, la presenza di dette modificazioni superficiali determina il vantaggio di non provocare il bloccaggio dei rulli nelle ripartenze del dispositivo; di fatto ciò rende assimilabili i dispositivi a rulli ai vagli a rete nei quali il fermo di vagliatura non crea problemi.
La conformazione nota delle modificazioni superficiali, unita alla presenza di una luce di scarico ortogonale alla direzione di avanzamento del materiale, ha dimostrato comunque nell'utilizzo una pluralità di inconvenienti prima non ipotizzati.
In particolare, si è verificato che con i rulli di tipo noto il passaggio delle particelle fibrose lunghe e leggere attraverso la luce di scarico risulta molto problematico.
Infatti, il passaggio di particelle fibrose di lunghezza molto superiore alla luce di scarico, o gap, risulta molto difficoltoso anche se il loro spessore è inferiore alla luce di scarico, in quanto dette particelle lunghe tendono a fare ponte e quindi a non scaricarsi attraverso dette luci.
Il risultato di ciò è che dette particelle si scaricano soltanto con luci molto maggiori del loro spessore, con la conseguenza di scaricare contemporaneamente anche particelle corte e particelle cubiche di spessore indesiderato in quanto eccessivo. Ciò rappresenta un inconveniente molto serio per i successivi utilizzi di dette particelle e pregiudica sostanzialmente in molti casi la possibilità di utilizzo di questo tipo di vaglio, in particolare nelle macchine formatrici in quanto detto allargamento della luce comporta l'accettazione di particelle cubiche che determinano un effetto a buccia d'arancia sugli strati superficiali del materasso. II posizionamento dei rulli sul piano orizzontale mantenendoli paralleli, allo scopo di variare la luce fra rulli adiacenti, è da tempo noto dai documenti US-A-3.848.741, US-A-4.209.097, CA-A-651,347. Dai documenti DE-C-2.358.022 e SU-A-1.227.263 è noto il fatto di movimentare alternativamente sul piano verticale un rullo rispetto a quello adiacente per variare il gap, di scarico del materiale.
E' anche noto nella tecnica prevedere che la velocità di rotazione dei rulli sia regolabile.
La proponente, avendo presente il funzionamento ottimale dei vagli e delle formatrici a rete e considerando le carenze della tecnica nota nei vagli e nelle formatrici a dischi ed a rulli, ha studiato, sperimentato e realizzato soluzioni innovative da applicare a dispositivi a rulli, siano essi impiegati con la sola funzione di vagliatura, ad uno o più letti di rulli posti in sequenza o su più piani con luce di scàrico costante o progressivamente aumentante, che in possibili applicazioni per sistemi di formazione a rulli.
ESPOSIzIONE DEL TROVATO
Il presente trovato è espresso e caratterizzato nelle rispettive rivendicazioni principali.
Le rivendicazioni secondarie espongono varianti all'idea di soluzione principale.
Lo scopo del trovato è quello di realizzare un dispositivo a rulli, applicabile sia a vagli ad uno o più livelli che a formatrici a rulli, che garantisca una separazione efficace e selettiva di particelle in funzione della granulometria a partire da una massa di materiale incoerente e/o fibrosa, normalmente ma non esclusivamente a base legnosa.
Tale separazione riproduce sostanzialmente quanto ottenibile con i vagli e le formatrici a rete, aggiungendo però una serie di vantaggi peculiari come nel seguito verranno via via evidenziati.
Nell utilizzo come vaglio, il dispositivo a rulli secondo il trovato può essere disposto su un unico piano, ovvero possono essere presenti dispositivi a rulli posti su più piani in sequenza o sovrapposti, cadauno presentante un rispettivo valore della relativa luce di scarico.
Nell 'utilizzo in macchine formatrici, i dispositivi a rulli secondo il trovato sono disposti su più piani e con luce di scarico, o gap, differenziata un piano dall'altro e cooperano inferiormente con un nastro trasportatore su cui si forma progressivamente il materasso stratiforme.
Secondo il trovato, nel caso di macchina formatrice, i rulli di cadaun piano o livello sono disposti reciprocamente a passo costante, benché regolabile, per selezionare particelle aventi una definita e differente granulometria rispetto al dispositivo a rulli posto ad un diverso livello.
Il materiale non selezionato si scarica dall'estremità terminale del dispositivo a rulli soprastante su quello sottostante e così via.
Secondo il trovato, la superficie dei rulli è configurata con gole circonferenziali a "V" alternate a cuspidi, in cui le gole di un rullo si contrappongono alle cuspidi ricavate nel rullo adiacente.
Cadaun rullo risulta così sostanzialmente configurato nella forma di una pluralità di anelli adiacenti di forma a "V" calettati su un albero o nucleo sostanzialmente cilindrico.
Secondo una soluzione del trovato, almeno alcuni dei rulli presentano le rispettive superfici di collegamento fra cuspidi e gole circonferenziali a "V" dotate di protuberanze, sporgenze od altro tipo di sagomatura o lavorazione voluta rivolta verso l'esterno del piano definito da dette superfici.
Secondo una variante, le superfici di collegamento fra cuspidi e gole presentano incavi o sfaccettature, rivolte verso l’interno del piano definito da detti fianchi, di forma triangolare o prismatica, ovvero semicircolare od ovale.
Secondo un'altra soluzione del trovato, lungo le cuspidi e/o le gole di detti rulli sono longitudinalmente ricavate sporgenze o protuberanze di sezione triangolare o prismatica.
Secondo un'ulteriore soluzione del trovato, le cuspidi e le gole presentano andamento curvilineo e/o raccordato con protuberanze e/o incavi ricavati in corrispondenza delle superfici di collegamento.
Secondo il trovato, i rulli adiacenti presentano almeno una posizione di lavoro in cui le cuspidi di un rullo si compenetrano con le gole del relativo rullo adiacente a definire una luce di scarico avente un andamento a zig-zag rispetto alla direzione di avanzamento del materiale.
Nel dispositivo a rulli secondo il trovato, i rulli sono individualmente, od a gruppi, regolabili sia sul piano orizzontale sia sul piano verticale al fine di variare, in entrambe le soluzioni, la luce di scarico o gap anche durante il funzionamento.
L'idea di soluzione del trovato, ed in particolare la conformazione della superficie di detti rulli unita all'ottenimento di una luce di scarico avente andamento a zig-zag rispetto alla direzione di avanzamento del materiale, permette di concretizzare una pluralità di vantaggi.
Un primo vantaggio è quello di mantenere in ogni fase del ciclo di vagliatura una efficace vibrazione della massa incoerente alimentata sopra il letto definito dai rulli mediante la concretizzazione di un percorso a zig-zag anche lungo la direzione di avanzamento. Tale percorso a zig-zag, definito dalla presenza delle cuspidi affacciate e compenetrate alle gole, determina continui tagli e smistamenti del materiale operati dai vertici di dette cuspidi a "V" durante l'avanzamento di detto materiale.
Inoltre, la presenza di una luce di scarico, o gap, non ortogonale alla direzione di trasporto del materiale facilita l'allineamento delle particelle fibrose più lunghe e fini, riducendo il rischio di uno scavalcamento da parte di dette particelle a causa dell'effetto ponte.
Infatti, dette particelle lunghe, smistate e guidate dalle cuspidi, si dispongono parallelamente alle superfici di collegamento fra gole e cuspidi e quindi vengono scaricate in presenza di una luce assimilabile al loro spessore.
Tale condizione migliorata di selezione delle particelle lunghe e fini determina una migliore selezione granulometrica e quindi una migliore calibrazione dello spessore delle particelle selezionate. Ciò riduce la necessità, richiesta spesso dai vagli della tecnica nota, di una successiva ripassatura delle particelle selezionate in selettori gravimetrici per eliminare eventuali particelle di spessore troppo elevato selezionate non volutamente. In caso di utilizzo del trovato in macchine formatrici, un vantaggio rilevante si ottiene dall'eliminazione delle particelle cubiche dagli strati superficiali dei materassi di particelle finiti e quindi dalla riduzione dell'effetto a buccia d'arancia che determinano sulla superficie del prodotto finito. Ciò si ottiene per il fatto che, come detto, le particelle lunghe si scaricano con luci assimilabili al loro spessore, e quindi per scaricarle non è necessario allargare eccessivamente detta luce, cosa che comporta, nei dispositivi della tecnica nota, anche lo scarico di particelle cubiche sugli strati superficiali del materasso stratiforme.
Un altro vantaggio, determinato dalla presenza di una luce di scarico con andamento a zig-zag trasversalmente alla direzione di avanzamento del materiale, è l'ottenimento di un materasso formato da particelle a strati sovrapposti di particelle incrociate.
Tale disposizione migliora notevolmente le caratteristiche meccaniche del pannello finito in tutte le direzioni di orientamento di detto pannello.
Le formatrici a rulli della tecnica nota determinano infatti una gettata casuale delle particelle o tutt'al più avente una disposizione preferenziale sul materasso formato.
La conseguenza negativa di tale disposizione è una resistenza a flessione del prodotto finito non omo: genea ma più elevata nella direzione di disposizione preferenziale della gettata ed inferiore nella direzione non preferenziale.
Secondo una variante, i vagli presentano almeno una sezione terminale del tipo a dischi.
Secondo tale soluzione, gli alberi portadischi presentano interasse regolabile e/o posizione assiale regolabile per variare, anche durante il funzionamento, lo spessore e/o la lunghezza delle particelle accettate.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Le figure allegate sono fornite a titolo esemplificativo, non limitativo, ed illustrano alcune soluzioni preferenziali del trovato.
Nelle tavole abbiamo che:
- la fig. 1 illustra una-prima forma realizzativa di un vaglio a rulli secondo il trovato; - la fig. 2 illustra una seconda forma realizzativa di un vaglio a rulli secondo il trovato; - la fig. 3 illustra una variante di fig. 2;
- la fig. 4 illustra un'applicazione del trovato ad una macchina formatrice;
- la fig. 5a illustra, con una vista parziale dall'alto, due rulli adiacenti in una prima forma di realizzazione del trovato;
- la fig. 5b illustra una vista laterale di un rullo di fig. 5a;
- la fig. 5c illustra il particolare B di fig. 5a; - la fig. 5d illustra la sezione A-A di fig. 5b;
- la fig. 6a illustra, una variante di fig. 5a;
- la fig. 6b illustra una vista laterale di un rullo di fig. 6a;
- la fig. 6c illustra il particolare C di fig. 6b; - la fig. 6d illustra la sezione D-D di fig. 6b;
- la fig. 7a illustra un'altra variante di fig. 5a; - la fig. 7b illustra una vista laterale di un rullo di fig. 7a;
- la fig. 7c illustra il particolare E di fig. 7b; - la fig. 7d illustra la sezione F-F di fig. 7b;
- la fig. 8a illustra un'ulteriore variante di fig.
5a;
- la fig. 8b illustra una vista laterale di un rullo di fig. 8a;
- la fig. 8c illustra il particolare G di fig. 8b; - la fig. 9 illustra il dispositivo a rulli del trovato con rulli spaziati verticalmente; - le figg . 10a, 10b e 10c illustrano altri profili superficiali dei rulli secondo il trovato.
DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Il dispositivo a rulli 10 secondo il trovato viene utilizzato per la selezione di particelle fini da una massa incoerente.
Detto dispositivo a rulli 10 comprende una pluralità di rulli 11 rotanti nella stessa direzione e disposti affiancati a definire una luce di scarico 18 di valore voluto e regolabile.
Le figg. 1, 2 e 3 illustrano possibili applicazioni del trovato in vagli 27.
Il vaglio 27 illustrato in fig. 1 prevede un nastro alimentatore 21, od altro sistema equivalente, della massa incoerente 16 del materiale da selezionare cooperante con un gruppo dosatore/fluidificatore 17.
Il nastro alimentatore 21, in corrispondenza di una estremità di alimentazione 14a, scarica il materiale da selezionare su una prima sezione 27a del vaglio 27, detta sezione 27a essendo costituita da un dispositivo a rulli 10 caratterizzato da una propria luce di scarico 18 definita dal grado di compenetrazione fra rulli 11 affiancati.
Le particelle fini 19b, accettate da detta prima sezione 27a, si scaricano su una seconda sezione 27b, caratterizzata da una luce di scarico, o gap, 18 inferiore a quella della prima sezione 27a per la selezione di particelle 19a aventi il grado massimo di finezza.
Le particelle 19b non accettate dalla seconda sezione 27b si scaricano per caduta all'estremità di uscita di detta seconda sezione 27b e vengono destinate ad una successiva fase del processo.
Le particelle non accettate dalla prima sezione 27a si scaricano per caduta sulla terza sezione 27c, presentante luce di scarico 18 maggiore di quella di detta prima sezione 27a, per la selezione di particelle 19c di granulometria maggiore.
Le particelle non accettate nemmeno dalla terza sezione 27c si scaricano per caduta sulla quarta sezione 27d, presentante luce di scarico 18 maggiore, per la selezione di particelle 19d di granulometria maggiore.
Secondo una variante non illustrata, al di sotto della terza sezione 27c è presente una ulteriore sezione di vagliatura.
Le particelle non accettate da detta quarta sezione 27d sono le particelle di granulometria massima 19e e si scaricano per caduta dall'estremità di uscita di detta quarta sezione 27d che è anche l’estremità di uscita 14b del vaglio 27.
Nel caso di specie, detta quarta sezione 27d è del tipo a dischi compenetranti 28 montati su rispettivi alberi portadischi 29.
Secondo una variante, anche la terza sezione 27c del vaglio 27 è del tipo a dischi.
Secondo il trovato, almeno l'interasse di detti alberi portadischi 29 è regolabile anche durante il funzionamento per variare lo spessore delle particelle da accettare.
Tutte le sezioni 27a-27d del vaglio 27 presentano i rispettivi rulli 11 od alberi portadischi 29 inclinabili sul piano orizzontale (vedere posizioni tratteggiate) di un angolo a che può assumere valori fino a ± 30°.
Inoltre, tutti i rulli 11 od alberi portadischi 29, oltre ad essere regolabili sul piano orizzontale per la variazione dell'interasse, possono essere spostabili uno rispetto all'altro sul piano verticale (vedere fig. 9) per variare la luce di scarico anche durante il funzionamento.
Anche la velocità di rotazione dei rulli 11 o degli alberi portadischi 29 è regolabile anche durante il funzionamento.
La variante di fig. 2 si differenzia dalla soluzione di fig. 1 per il fatto di presentare le sezioni 27a, 27c e 27d poste tutte su uno stesso piano . orizzontale e per il fatto che anche la sezione 27d è del tipo a rulli.
L'ulteriore variante di fiig. 3 si differenzia dalla fig. 2 per il fatto che la quarta sezione 27d del vaglio 27 è del tipo a dischi.
La fig. 4 illustra una applicazione del trovato ad una macchia formatrice 20, ossia ad una macchina idonea a formare, su un nastro di formazione 15, o su altro dispositivo mobile equivalente, un materasso di particelle disposte in strati sovrapposti , nel caso di specie inferiore 31a, intermedio 31b e superiore 31c, ognuno caratterizzato da una propria gamma definita di granulometrie.
Secondo una variante non illustrata, il nastro di formazione 15 è fermo e 1'intera macchina formatrice 20 si muove.
Nel caso di specie, detta macchina formatrice 20 è costituita da tre dispositivi a rulli 10 secondo il
trovato, rispettivamente 10a, 10b e 10c, cadauno disposto su un rispettivo piano e cadauno definito da una propria luce di scarico, o gap, 18 costante e differente da quella dell'altro dispositivo a rulli
10 sottostante o soprastante.
Il primo dispositivo a rulli 10a determina l’accettazione di particelle fini 19a che si depositano sul nastro trasportatore 15 a formare un primo strato 3la del materasso.
Le particelle non accettate dal dispositivo a rulli IOa si scaricano per caduta sul secondo dispositivo a rulli 10b, definito da una luce di scarico, o gap, 18 di dimensione maggiore, il quale determina l'accettazione di particelle 19b di granulometria maggiore a formare un secondo strato 31b.
Le particelle non accettate nemmeno dal dispositivo a rulli 10b si scaricano sul dispositivo a rulli 10c, definito da una luce di scarico 18 ancora maggiore, che determina l'accettazione di particelle 19c di granulometria ancora più elevata per la formazione di un ulteriore strato 31c del materasso. Le particelle 19d non accettate nemmeno da detto dispositivo a rulli 10c vengono evacuate mediante un trasportatore 30:
Secondo il trovato (vedere figg. 5a, 6a, 7a e 8a) ogni rullo 11 del dispositivo a rulli 10 presenta sulla propria superficie una alternanza di cuspidi 12 e di gole 13 circonferenziali. Dette cuspidi 12 e/o gole 13 presentano il vertice a spigolo vivo, ovvero, secondo una variante, almeno parzialmente raccordato o arrotondato, come si vede in fig. 7a.
Dette cuspidi 12 e gole 13 sono disposte parallele una all'altra sulla circonferenza del relativo rullo 11 e si estendono secondo una direzione ortogonale all'asse Ila di detto rullo 11, sostanzialmente longitudinalmente alla direzione di avanzamento del materiale da selezionare.
In almeno una posizione di lavoro, le cuspidi 12 di un rullo 11 si compenetrano nelle gole 13 del rullo 11 adiacente {figg. 5a, 6a, 7a, 8a) sì che la luce di scarico 18 definita tra detti rulli 11 adiacenti presenta un andamento sostanzialmente a zigzag rispetto all’asse Ila del relativo rullo 11.
La distanza ”p" tra i vertici di due cuspidi adiacenti è compresa nel campo tra 3/4 e 1/20 del diametro esterno "d" del relativo rullo 11.
Nella soluzione delle figg. 5a-5d, le superfici di collegamento 26 fra cuspidi 12 e gole 13 presentano sporgenze piramidali 24 con base sostanzialmente quadrata disposte secondo linee di generazione 124 sostanzialmente elicoidali o radiali.
La dimensione "s" del lato di base di dette sporgenze piramidali 24 è compresa nel campo tra 1/40 e 1/10 del diametro esterno "d".
Nella variante illustrata nelle figg. 6a-6d, le superfici di collegamento 26 presentano rilievi a parallelepipedo od a prisma 25, allineati lungo uno (fig. 6a) o più ordini circonferenziali (figg. 6c, 6d), nel caso di specie disposti rettilinei lungo lo sviluppo laterale di detta superficie di collegamento 26.
Nelle varianti illustrate nelle figg. 10b e 10c i rilievi a parallelepipedo od a prisma 25 presentano andamento inclinato elicoidalmente, rispettivamente sinistrorso e destrorso, rispetto allo sviluppo laterale delle superfici di collegamento 26.
Detti rilievi a parallelepipedo od a prisma 25 presentano le relative pareti laterali disposte sostanzialmente ortogonali al piano definito dalle superfici ^di collegamento 26, ovvero rastremate con vertice verso l'esterno.
Nella soluzione illustrata nelle figg. 7a-7d, sulle superfici di collegamento 26 fra cuspidi 12 e gole 13 sono presenti incavi od unghiate 23 di forma sostanzialmente oblunga.
Nella soluzione preferenziale, detti incavi/unghiate 23 presentano una profondità "q" compresa in un campo fra 1/15 e 1/300 del diametro esterno "d" del rullo 11, una lunghezza "r" compresa tra 1/120 ed 1/8 ed una larghezza "t" compresa fra 1/150 ed 1/20 di detto diametro esterno "d".
Detti incavi/unghiate oblunghe 23 possono avere andamento sostanzialmente parallelo all'asse Ila del rullo 11, ovvero essere inclinate rispetto a detto asse Ila (vedere il profilo di fig. IOa) in una direzione o nell'altra.
Nella soluzione delle figg. 8a-8c, in cooperazione con cadauna cuspide 12, e longitudinalmente ad essa, sono presenti sporgenze e/o protuberanze 22, nel caso di specie di conformazione sostanzialmente piramidale triangolare a base quadrata.
Secondo una variante non illustrata, le sporgenze 22 presentano conformazione prismatica.
Dette sporgenze/protuberanze 22 presentano, nel caso di specie, un'altezza "m" (fig. 8c) rispetto alla base della gola 13 compresa in un campo fra 1/50 e 1/5 del diametro esterno "d" del relativo rullo 11. La distanza "n" tra i vertici di sporgenze/protuberanze 22 adiacenti è in un campo fra 1/50 e 1/10 del diametro "d” del relativo rullo 11. Sono ugualmente realizzabili altri e differenti profili di sporgenza/protuberanza o di incavo sulle superficì dì collegamento 26 fra cuspide 12 e gola 13 rimanendo all'interno dell’ambito del trovato.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1 - Dispositivo, a rulli per la separazione di particelle aventi granulometria differenziata da una massa incoerente ( 16 ) in forma di chips , trucioli , granulosa o f ibrosa , in particolare ma non esclusivamente a base legnosa, detto dispositivo venendo utilizzato in macchine di separazione e vagliatura o di formazione strati, detto dispositivo comprendendo una pluralità di rulli rotanti disposti affiancati e distanziati lateralmente a definire una luce di scarico (18 ) e selezione particelle, detta massa incoerente ( 16 ) avanzando secondo una direzione sostanzialmente ortogonale all'asse (Ila) di detti rulli (11), una pluralità di detti rulli (11) affiancati definendo un letto di selezione, in cui cadaun rullo (11) presenta una conformazione superficiale definente una pluralità di cuspidi (12) cir.conf erenziali alternate a gole (13) circonferenziali , dette cuspidi (12) e dette gole (13) essendo disposte sostanzialmente parallele all'asse del letto di selezione, i rulli (11) presentando almeno una posizione di lavoro in cui le gole (13) di un rullo sono affacciate ed almeno parzialmente compenetrate con le cuspidi (12) del rullo (11) adiacente, la luce di scarico (18) definita tra due rulli (11) adiacenti presentando un andamento sostanzialmente a zig-zag caratterizzato dal fatto che in almeno alcuni di detti rulli (11), la superficie di collegamento (26) tra cuspidi (12) e gole (13), e/o le cuspidi (12) e/o le gole (13) stesse, sono almeno parzialmente lavorate con protuberanze, sporgenze, incavi e/o sfaccettature (23, 24, 25). 2 - Dispositivo a rulli come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le gole (13) e le cuspidi (12) sono almeno parzialmente arrotondate e/o raccordate. 3 - Dispositivo a rulli come ad una o l'altra delle rivendicazioni 1 o 2, caratterizzato dal fatto che gli incavi e/o sfaccettature (23) sono rivolti verso l'interno del piano definito da dette superfici di collegamento (26). 4 - Dispositivo a rulli come alla rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto .che gli incavi e/o sfaccettature (23) presentano conformazione oblunga. 5 - Dispositivo a rulli come ad una o l'altra delle rivendicazioni 1 o 2, caratterizzato dal fatto che le sporgenze e/o protuberanze (24, 25) sono rivolte verso l'esterno del piano definito da dette superfici di collegamento (26)\ 6 - Dispositivo a rulli come alla rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che le sporgenze e/o protuberanze sono di forma piramidale e sono disposte su linee di generazione (124) ad andamento elicoidale o radiale. 7 - Dispositivo a rulli come alla rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che le sporgenze e/o protuberanze sono costituite da rilievi a parallelepipedo od a prisma (25) con pareti laterali sostanzialmente ortogonali o rastremate rispetto al piano di detta superficie di collegamento (26). 8 - Dispositivo come alla rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che i rilievi a parallelepipedo od a prisma (25) sono disposti lungo uno o più ordini circonferenziali con andamento ortogonale rispetto allo sviluppo laterale di detta superficie di collegamento (26). 9 - Dispositivo come alla rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che i rilievi a parallelepipedo od a prisma (25) sono disposti lungo uno o più ordini circonferenziali con andamento elicoidale rispetto allo sviluppo laterale di detta superficie di collegamento (26). 10 - Dispositivo a rulli come ad una o l'altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che in cooperazione con le cuspidi (12) e/o gole (13) di cadaun rullo (11), sono presenti spor genze e/o protuberanze (22). 11 - Dispositivo a rulli come alla rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che le sporgenze e/o protuberanze (22) presentano conformazione piramidale. 12 - Dispositivo a rulli come alla rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che le sporgenze e/o protuberanze (22) presentano conformazione prismatica. 13 - Dispositivo a rulli come ad una o l'altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il letto di rulli presenta angolazione regolabile rispetto al piano orizzontale,per un valore compreso tra ±30°. 14 - Dispositivo a rulli come ad una o l'altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che almeno nell'utilizzo in un vaglio (27), esso coopera con almeno una sezione terminale (27d) del tipo presentante dischi (28) calettati su un albero portadischi (29). 15 - Dispositivo a rulli come ad una o l'altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che almeno 1'interasse fra cadauna coppia di rulli (11) o di albero portadischi (29) adiacenti è regolabile e modificabile anche durante il funzionamento. 16 - Dispositivo a rulli come ad una o l'altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che almeno la posizione verticale di un rullo (11) rispetto al rullo (11) adiacente è régolabile e modificabile anche durante il funzionamento. 17 - Macchina formatrice di materassi di particelle a strati differenziati, cadauno di detti strati presentando una propria gamma dimensionale di particelle, detta macchina formatrice presentando almeno due dispositivi a rulli aventi le caratteristiche di cui ad una o l’altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detti almeno due dispositivi a rulli (10a, 10b) sono disposti su definiti e differenti piani orizzontali o livelli, cadauno di detti dispositivi a rulli (10a, 10b) presentando un proprio e programmato valore dimensionale della luce di scarico (18), detto valore dimensionale della luce di scarico (18) essendo differente da quello del dispositivo a rulli (10a, 10b) sottostante e/o soprastante, detto valore 'dimensionale della luce di scarico (18) di cadauno di detti dispositivi a rulli (IOa, lOb) essendo sostanzialmente costante per; tutti i relativi rulli (11) adiacenti. 18 - Dispositivo a rulli come ad una o l'altra delle rivendicazioni precedenti da 1 a 16, caratterizzato dal fatto che adotta i contenuti di cui alla descrizione ed ai disegni. 19 - Macchina formatrice come alla rivendicazione 17, caratterizzata dal fatto che adotta i contenuti di cui alla descrizione ed ai disegni,
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