ITUD20090194A1 - Dispositivo di segnalazione luminosa - Google Patents

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ITUD20090194A1
ITUD20090194A1 IT000194A ITUD20090194A ITUD20090194A1 IT UD20090194 A1 ITUD20090194 A1 IT UD20090194A1 IT 000194 A IT000194 A IT 000194A IT UD20090194 A ITUD20090194 A IT UD20090194A IT UD20090194 A1 ITUD20090194 A1 IT UD20090194A1
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Ambrogio Balzarotti
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Mizza Renato Di Balzarotti Ambrogio
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Description

Descrizione
"DISPOSITIVO DI SEGNALAZIONE LUMINOSA"
CAMPO DI APPLICAZIONE
II presente trovato si riferisce ad un dispositivo di segnalazione luminosa utilizzabile, preferibilmente, ma non solo, per illuminare o segnalare ostruzioni o altro, di tipo definitivo od occasionale, nel campo dei mezzi di trasporto per cose o persone.
In particolare il dispositivo di segnalazione luminosa secondo il trovato à ̈ utilizzabile, ad esempio, in campo aereonautico per segnalare la presenza di ostacoli, ad esempio sommità di grattacieli, antenne od altro, alla navigazione aerea, o in campo nautico o terrestre per la segnalazione di banchine, moli o ostacoli alla navigazione marittima, o nel campo dei trasporti terrestri per la segnalazione di ostacoli stradali, cancellate, transenne ecc..., o come ausilio per segnalare vie di accesso a cantieri, stabilimenti od altro.
STATO DELLA TECNICA
Sono noti i dispositivi di segnalazione luminosa utilizzati per indicare la presenza di ostacoli di altezza elevata per la navigazione aerea, come ad esempio edifici, grattacieli, ciminiere, torri di impianti di telecomunicazione, impianti di produzione di energia eolica, impianti "off-shore", piloni di ponti, o per segnalare a distanza piste di atterraggio di aereoporti, eliporti, o in campo nautico e terrestre per la segnalazione di ostacoli o di ausilio per l'accesso a cantieri di lavoro, stabilimenti od altro.
Un primo tipo di dispositivo di segnalazione nota à ̈ provvisto di almeno una sorgente luminosa, quale una lampada ad incandescenza o gas, la quale emette luce di colore idonea al tipo di segnalazione voluta, ad esempio bianca o rossa. Tale dispositivo à ̈ conformato secondo una geometria sostanzialmente cilindrica, in modo tale che la luce venga emessa radialmente dai lati della sorgente in maniera uniforme in ogni direzione angolare.
In molte applicazioni, ad esempio per la segnalazione di ostacoli alla navigazione aerea, le normative internazionali impongono che 1 dispositivi di segnalazione utilizzati debbano funzionare con continuità per almeno un anno, senza effettuare operazioni di sostituzione o di manutenzione delle lampade. Tuttavia, non à ̈ agevole garantire tale durata operativa, anche a causa delle condizioni di funzionamento estreme alle quali possono essere sottoposti i dispositivi di segnalazione, ad esempio in regioni fredde o, viceversa, in regioni estremamente assolate e/o caratterizzate da escursioni termiche molto elevate .
Pertanto, una soluzione comunemente adottata à ̈ quella di prevedere in tali dispositivi di segnalazione almeno due distinte sorgenti luminose, contenute in altrettanti elementi scatolari sostenuti mediante corrispondenti supporti del tipo a forcella e disposti normalmente affiancati ad una medesima altezza, o leggermente sfalsati. Una prima sorgente luminosa viene utilizzata come sorgente principale durante il normale funzionamento del dispositivo, mentre una seconda sorgente luminosa viene attivata ed utilizzata come sorgente luminosa ausiliaria, o di emergenza, nel caso di rottura o malfunzionamento della sorgente luminosa principale .
Un inconveniente di tali dispositivi noti à ̈ che la disposizione affiancata delle sorgenti luminose, principale ed ausiliaria, determina la generazione di una zona d'ombra di una sorgente sull'altra, il che si traduce nell'impossibilità di visualizzare efficacemente la luce emessa dal dispositivo di segnalazione da alcune specifiche angolazioni. Inoltre, tale dispositivo noto prevede tempi di installazione piuttosto lunghi, dovuti alla necessità di posizionare correttamente i supporti delle singole sorgenti luminose, ciò determinando anche un elevato costo di installazione e di manutenzione. Il costo elevato deriva anche dalla presenza di due specifici e distinti supporti.
Un secondo tipo di dispositivo di segnalazione luminosa noto prevede, invece, all'interno dello stesso corpo scatolare, due distinte sorgenti luminose, del tipo a LED, sovrapposte e in cui i singoli elementi luminosi a LED sono distribuiti su un supporto a tromba a geometria circolare il quale ottimizza la relativa emissione luminosa.
Un inconveniente di questo secondo tipo di dispositivo di segnalazione luminosa à ̈ che, nonostante una maggiore durata operativa delle sorgenti luminose a LED, le operazioni di manutenzione comportano l'apertura della scatola di contenimento, con la possibilità di danneggiare le sorgenti luminose o qualche singolo elemento LED. Uno scopo del presente trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo di segnalazione luminosa che consenta di ridurre tempi e costi di installazione e manutenzione.
Un ulteriore scopo del presente trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo di segnalazione luminosa che consenta di evitare interferenze luminose reciproche fra le sue sorgenti luminose o altri componenti del dispositivo stesso.
Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato à ̈ espresso e caratterizzato nella rivendicazione indipendente.
Le relative rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato, o varianti dell'idea di soluzione principale.
In accordo con il suddetto scopo, un dispositivo di segnalazione luminosa secondo il presente trovato comprende una o più sorgenti luminose, conformate per emettere luce in ogni direzione di emissione, quindi per 360° attorno ad un asse.
Secondo un aspetto del presente trovato, il dispositivo di segnalazione comprende almeno un elemento modulare avente un supporto tubolare ed un'associata sorgente luminosa conformata per emettere luce uniformemente in ogni direzione. Il supporto tubolare comprende mezzi di accoppiamento per 1'accoppicimento meccanico, in condizione sovrapposta, dell'elemento modulare con altri elementi modulari, con un elemento di copertura, con un elemento di base o con uno o più elementi di separazione.
In questo modo à ̈ possibile, in fase di installazione, comporre secondo necessità il dispositivo di segnalazione accoppiando più elementi modulari secondo la conformazione voluta, ad esempio con un numero desiderato di sorgenti luminose, indipendentemente attivabili. Ciò permette, inoltre, il disassemblaggio, anche parziale, in maniera rapida e veloce del dispositivo per effettuare una manutenzione richiesta ad una specifica sorgente luminosa, senza rischi di danneggiamento per le distinte sorgenti luminose alloggiate in altre sedi di contenimento. Secondo una variante, il dispositivo di segnalazione luminosa comprende una o più finestre di emissione della luce emessa da una corrispondente sorgente luminosa. Ciascuna finestra di emissione à ̈ meccanicamente accoppiata ad almeno due fra 1'elementi di copertura, l'elemento di base l'elemento di interposizione, in modo definire corrispondenti sedi chiuse di contenimento per ciascuna sorgente luminosa.
In questo modo, lo sviluppo verticale del dispositivo di segnalazione permette a ciascuna sorgente luminosa di emettere luce senza che vi siano interferenze reciproche, ad esempio, zone d'ombra causate da supporti, staffe di fissaggio od altro. Questo consente, pertanto, di realizzare dispositivi di segnalazione a sviluppo verticale, utilizzando, ove richiesto, più sorgenti luminose indipendenti, ad esempio, con funzioni ausiliarie o di "back-up" della sorgente luminosa principale del dispositivo stesso.
Secondo una variante, ciascuna sorgente luminosa comprende una pluralità di elementi luminosi a LED.
Secondo un'ulteriore variante gli elementi luminosi a LED di ciascuna sorgente luminosa sono distribuiti regolarmente in gruppi di strisce lineari affiancate, ciascuna striscia essendo disposta secondo una geometria circolare.
Secondo una ulteriore variante le strisce lineari sono disposte in modo da realizzare una distribuzione sfalsata degli elementi a LED. Questo consente di ottenere un'emissione sostanzialmente uniforme di luce, minimizzando, a parità di potenza luminosa, il numero di elementi a LED utilizzati. Secondo un'ulteriore variante, il dispositivo di segnalazione comprende mezzi direttivi, associati alle strisce lineari degli elementi a LED, atti a convogliare la luce emessa. Questo consente di rendere ancora più efficace l'emissione luminosa, e ridurre, ad esempio, la dispersione in direzioni non desiderate.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Queste ed altre caratteristiche del presente trovato appariranno chiare dalla seguente descrizione di una forma preferenziale di realizzazione, fornita a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui:
- la fig. 1 Ã ̈ una vista laterale schematica di un dispositivo di segnalazione luminosa secondo il presente trovato in una prima configurazione;
- la fig. 2 Ã ̈ una vista laterale schematica del dispositivo di segnalazione luminosa secondo il presente trovato in una seconda configurazione;
- la fig. 3 Ã ̈ una vista laterale schematica del dispositivo di segnalazione luminosa in una terza configurazione;
- la fig. 4A Ã ̈ una vista laterale di un primo particolare del dispositivo di fig. 1; - la fig. 4B Ã ̈ una vista dall'alto di fig. 4A;
- la fig. 5A Ã ̈ una vista laterale di un secondo particolare del dispositivo di fig. 1; - la fig. 5B Ã ̈ una vista dall'alto di fig. 5A;
- la fig. 6A Ã ̈ una vista laterale di un terzo particolare del dispositivo di fig. 1; - la fig. 6B Ã ̈ una vista dall'alto di fig. 6A;
- la fig. 7 Ã ̈ una vista laterale schematica di una sorgente luminosa del dispositivo di fig. 1; e
- la fig. 8 Ã ̈ una vista laterale schematica del dispositivo di segnalazione luminosa in una quarta configurazione.
Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.
DESCRIZIONE DI UNA FORMA PREFERENZIALE DI
REALIZZAZIONE
Con riferimento alle figure allegate, un dispositivo 10 di segnalazione luminosa secondo il presente trovato comprende un corpo scatolare di contenimento definito da una calotta superiore 12, una calotta inferiore 14, uno o più eventuali separatori 21 ed una o più frapposte finestre di emissione 20. Il dispositivo 10 comprende inoltre uno o più elementi modulari 11, comprendenti una sorgente di emissione luminosa, o bulbo 25, ed un corrispondente supporto 26.
Le calotte superiore 12 ed inferiore 14 sono realizzate in materiale resistente sia ad elevate che a basse temperature, quale ad esempio il politetrafluoroetilene (PTFE) il quale garantisce ampi intervalli di temperature di esercizio e permette la realizzazione di superfici a basso coefficiente di attrito in maniera da evitare il deposito di polveri o agenti atmosferici, quali neve o altro. Tale materiale à ̈, inoltre, molto resistente agli urti, in modo da resistere all'impatto con chicchi di grandine o altri oggetti.
Le calotte superiore 12 e inferiore 14 (figg. 4A-5B) hanno una forma a geometria sostanzialmente circolare aventi lo stesso diametro di base. In particolare la calotta superiore 12 ha una forma conica regolare schiacciata e piena ed à ̈ provvista nella sua porzione inferiore di una sede 13 filettata (fig. 5A) che si sviluppa assialmente dalla sua superficie di base lungo parte della sua altezza. Tale sede 13 à ̈ predisposta all'inserimento del supporto 26 del bulbo 25 che ha, inoltre, funzione di bloccaggio, come verrà meglio descritto di seguito.
La calotta inferiore 14 ha forma tronco/conica schiacciata, disposta, in uso, con la superficie di base verso l'alto ed à ̈ provvista di un primo foro filettato 15 che si sviluppa assialmente dalla sua superficie laterale. Il primo foro filettato 15 à ̈ predisposto all'inserimento, ad esempio per avvitamento, di una base 27 di sostegno o di altro tipo di supporto avente struttura tubolare.
La calotta inferiore 14 comprende, inoltre, un secondo foro filettato 18, collegato al primo foro filettato 15 ed avente diametro inferiore rispetto ad esso. Nel secondo foro filettato 18 viene inserito, sempre per avvitamento, una coniugata estremità del supporto 26 del bulbo 25.
Ciascuna calotta 12, 14, Ã ̈, inoltre, provvista di due scanalature circolari predisposte a cooperare con rispettive porzioni di base delle finestre di emissione 20. Tali scanalature, rispettivamente prime scanalature 16a, 16b e seconde scanalature 17a, 17b si sviluppano perifericamente sulle rispettive superfici di base delle calotte 12, 14. In particolare, la prima scanalatura 16a della calotta inferiore 14 Ã ̈ concentrica ed interna alla seconda scanalatura 17a della calotta 14 e la prima scanalatura 16b della calotta superiore 12 Ã ̈ concentrica ed interna alla seconda scanalatura 17b della calotta superiore 12. Le scanalature 16a, 16b hanno lo stesso diametro come pure le scanalature 17a, 17b. Le scanalature 16a, 16b, 17a e 17b hanno, inoltre, un profilo trasversale regolare e squadrato, coniugato rispettivamente alla forma della finestra di emissione 20.
II separatore 21, realizzato sempre in politetraf luoroetilene (PTFE), a forma sostanzialmente cilindrica e schiacciata, Ã ̈ provvisto di una superficie superiore 23a e di una contrapposta superficie inferiore 23b (figg. 6A e 6B) predisposte a delimitare rispettivamente superiormente ed inferiormente dette sedi di contenimento. Ciascun separatore 21 Ã ̈, inoltre, provvisto di un foro 22 filettato che collega le superfici 23a, 23b, disposto sostanzialmente in posizione centrale e predisposto all'inserimento stabile del suddetto supporto 26 in modo da realizzare un serraggio stabile fra bulbi 25 adiacenti .
Ciascuna superficie 23a, 23b del separatore 21 à ̈, inoltre, provvista di due scanalature circolari, rispettivamente prima scanalatura 16c e seconda scanalatura 17c che si sviluppano perifericamente sulle superfici stesse e predisposte a cooperare con rispettive porzioni di base delle finestre di emissione 20. In particolare, ciascuna prima scanalatura 16c à ̈ concentrica ed interna alla corrispondente seconda scanalatura 17c. Le scanalature 16c hanno inoltre lo stesso diametro delle scanalature 16a e 16b, come pure le scanalature 17c hanno lo stesso diametro delle scanalature 17a, 17b. Le scanalature 16c, 17c hanno, inoltre, un profilo trasversale regolare e squadrato, coniugato rispettivamente alla forma della finestra di emissione 20 o alla forma di una parete cilindrica 24 di contenimento come verrà descritto nel seguito.
La finestra di emissione 20, realizzata in materiale plastico trasparente, ad esempio, policarbonato o altro simile materiale, ha forma tubolare cilindrica, di diametro uguale al diametro delle scanalature 16a, 16b, 16c ed à ̈ predisposta a definire una parete laterale di contenimento oltre che a fungere da lente di diffusione per la luce emessa dal bulbo 25.
La finestra di emissione 20 ha uno spessore trasversale leggermente inferiore rispetto alla larghezza delle scanalature 16a, 16b, 16c in modo da consentire l'inserimento delle sue estremità circolari inferiore e superiore nelle scanalature 16a e 16b. Vantaggiosamente nelle scanalature 16a, 16b e 16c à ̈ previsto l'inserimento di un elemento di tenuta, ad esempio una guarnizione in gomma, non illustrato, in modo da rendere ciascuna sede di contenimento a tenuta contro agenti atmosferici, quali pioggia umidità, e contaminanti, come polveri, granelli di sabbia o altri.
Il bulbo 25, o sorgente di emissione luminosa, comprende una pluralità di elementi luminosi a LED, 25a, disposti sul supporto 26 di fissaggio (fig.
7), come verrà descritto in seguito.
Il supporto 26, di forma tubolare oblunga, à ̈ predisposto ad assumere una funzione portante per la struttura modulare del dispositivo 10 di segnalazione luminosa. Il supporto 26 comprende, infatti, contrapposte porzioni filettate 30 realizzate sulle sue estremità. Tali porzioni 30 sono predisposte ad essere avvitate nelle sedi 13 della calotta superiore 12, nei fori passanti 22 del separatore 21 e/o nel secondo foro filettato 18 della calotta inferiore 14.
Vantaggiosamente il supporto 26 presenta, in corrispondenza delle sue porzioni filettate 30, coniugate porzioni di innesto, non indicate, atte a cooperare reciprocamente in modo da disporre direttamente in maniera sovrapposta due o più supporti 30. Tale disposizione consente di realizzare un unico condotto 31 interno al dispositivo 10 per il passaggio dei cavi elettrici di alimentazione o di altri cavi, ad esempio di segnale, relativi ad eventuali apparecchiature elettroniche ausiliarie o di realizzare una unica sede di contenimento in cui sono disposti due bulbi 25.
Ciascun supporto 26 Ã ̈ provvisto, inoltre, di un foro di uscita 34, realizzato sulla sua superficie laterale attraverso il quale fuoriescono, in ciascuna sede di contenimento, i cavi elettrici di alimentazione del o dei relativi bulbi 25.
Pertanto le calotte 12, 14 il separatore 21, la finestra di emissione 20 e l'elemento modulare 11 sono accoppiati meccanicamente in maniera modulare mediante il supporto 26 ed i corrispondenti fori filettati, in maniera da definire un unico corpo scatolare chiuso provvisto di più sedi di contenimento chiuse e sovrapposte per l'alloggiamento di una o più sorgenti luminose. In particolare, con riferimento alla fig. 1, in cui viene illustrata una prima configurazione del dispositivo 10 di segnalazione secondo il presente trovato, fra la calotta inferiore 14 e la calotta superiore 12 sono disposti in maniera sovrapposta tre bulbi 25, in altrettante sedi di contenimento e due frapposti separatori 21. Un primo bulbo 25, o bulbo inferiore, à ̈ fissato alla calotta inferiore 14 per innesto ed avvitamento della porzione filettata 30 inferiore del supporto 26 nel corrispondente secondo foro filettato 18 della calotta 14.
Sopra al primo bulbo 25 viene fissato stabilmente un primo separatore 21, sempre per innesto ed avvitamento di una porzione filettata 30 superiore del supporto 26 in una parte inferiore del foro passante 22 del separatore 21 stesso.
Inoltre, fra la calotta inferiore 14 ed il primo separatore 21 viene disposta la finestra di emissione 20. In particolare le estremità di base della finestra di emissione 20 vengono inserite nelle rispettive seconde scanalature 17a, 17c della calotta inferiore 14 e del separatore 21. Il serraggio stabile della finestra di emissione 20 fra la calotta inferiore 14 ed il primo separatore 21 viene effettuato regolando in maniera voluta l'avvitamento delle porzioni filettate 30 del supporto 26.
Un secondo bulbo 25, o bulbo 25 intermedio, viene fissato sovrapposto in maniera stabile sul primo separatore 21 e un secondo separatore 21 viene fissato sul bulbo 25 intermedio, sempre per inserimento ed avvitamento nei secondi fori 18, analogamente a quanto precedentemente descritto. Fra il primo separatore 21 e il secondo separatore 21 viene disposta una corrispondente finestra di emissione 20, inserita con le sue estremità di base nelle seconde scanalature 17c dei separatori 21, in maniera da definire una seconda sede di contenimento, sovrapposta alla prima sede.
Un terzo bulbo 25, o bulbo 25 superiore, viene posizionato stabilmente sul secondo separatore 21 e la calotta superiore 12 viene fissata sul bulbo 25 superiore, per inserimento ed avvitamento della porzione filettata 30 superiore nella sede 13, analogamente a quanto sopra descritto.
In questo modo, à ̈ possibile comporre secondo necessità un dispositivo 10 di segnalazione luminosa avente tre distinte sedi di contenimento, una per ciascun bulbo 25, in cui ciascun bulbo 25 à ̈, ad esempio, indipendentemente attivabile per emettere luce di colore differente. Inoltre à ̈ possibile accedere, per esigenze di manutenzione o altro, ad una singola sede di contenimento semplicemente svitando le porzioni filettate 30 di un corrispondente supporto 26 dal o dai relativi separatori 21 ed estraendo le finestre di emissione 20 dalle relative scanalature 17a, 17b.
Nella fig. 2 viene illustrato un dispositivo 10 di segnalazione luminosa in una seconda configurazione, in cui due moduli 11 sono accoppiati uno sovrapposto all'altro mediante accoppiamento dei rispettivi supporti 26, in una unica sede di contenimento definita dalla calotta inferiore 12, dalla calotta superiore 14 e dalla finestra di emissione 20. La finestra di emissione 20 ha, in questo caso, una altezza correlata all'altezza complessiva dei due bulbi 25 sovrapposti. Tale seconda configurazione consente di definire, ad esempio, un dispositivo 10 in cui entrambi i bulbi 25 emettono luce dello stesso colore e in cui vengono attivati indipendentemente, in modo da realizzare, ad esempio, una funzionalità di emergenza in cui uno dei due bulbi 25 viene utilizzato come sorgente luminosa di riserva. La disposizione sovrapposta dei bulbi 25 consente di evitare qualsiasi interferenza luminosa reciproca, come ad esempio zone d'ombra indesiderate o altro. Nella figura 3 viene illustrato un dispositivo 10 di segnalazione luminosa in una terza configurazione, in cui, fra le calotte 12, 14 à ̈ frapposto un unico separatore 21 per definire una sede di contenimento superiore per un bulbo 25 e una sede di contenimento inferiore, definita dalla parete cilindrica 24. Nella sede di contenimento inferiore à ̈, ad esempio, possibile alloggiare apparecchiature ausiliarie, quali circuiti elettronici di alimentazione e/o controllo, O un'unità barometrica, cablaggi elettrici per l'alimentazione del bulbo 25, circuiti di temporizzazione o di programmazione, o una batteria tampone per garantire il corretto funzionamento del dispositivo 10 anche in condizioni di interruzioni temporanee della fornitura di energia elettrica. La parete cilindrica 24 à ̈ realizzata, ad esempio, in materiale plastico opaco e ha diametro e spessore tali da essere inserita in corrispondenti prime scanalature, nel caso di specie le scanalature 16a, 16c, della calotta inferiore 14 e del separatore 21. Nella sede di contenimento inferiore à ̈ presente solamente il supporto tubolare 26. Infatti, il serraggio stabile della parete cilindrica 24 fra la calotta inferiore 14 ed il separatore 21 viene effettuato mediante avvitamento delle relative porzioni filettate 30 del supporto 26 nei fori 18 e 22.
Gli elementi a LED 25a sono disposti su strisce 28 lineari (fig. 7) affiancate ed avvolte sul supporto 26. Gli elementi a LED 25a sono disposti in maniera regolare lungo ciascuna striscia 28, ad esempio, ugualmente distanziati secondo una distribuzione sfalsata fra una striscia 28 e l'altra. Tale distribuzione consente una elevata efficienza e il mantenimento di un livello uniforme di emissione luminosa in ogni direzione radiale, anche nel caso di malfunzionamento di qualche singolo elemento a LED 25a, minimizzando il numero di elementi a LED 25a utilizzati.
Il bulbo 25 comprende, inoltre, una pluralità di alette 29 direttive, realizzate, ad esempio, di pezzo con il supporto 26, le quali sono sagomate a corona circolare e si sviluppano su piani sostanzialmente perpendicolari all'asse della struttura tubolare del supporto 26 stesso. Tali alette 29 sono predisposte sia a definire relative sedi di alloggiamento per le strisce 28 lineari, che a convogliarne la luce emessa. La dimensione trasversale delle alette 29 viene scelta in funzione dell'apertura di emissione voluta. Infatti, a maggiori dimensioni delle alette 29 corrisponde un maggior restringimento dell'apertura di emissione, come illustrato in fig. 7, in cui sono illustrate una prima apertura di emissione luminosa E' nel piano x-y del foglio di un elemento LED 25a, corrispondente ad un predeterminato diametro delle alette 29, e una seconda apertura di emissione E", nel piano x-y del foglio, ristretta e corrispondente ad un aumento L del diametro delle alette 29 stesse.
Resta inteso che il dispositivo 10 di segnalazione luminosa secondo il presente trovato possa essere realizzato, come illustrato in fig. 7, associando due calotte 114, 214, una inferiore ed una superiore, in modo da definire assieme ad una corrispondente finestra di emissione 20 una sede di contenimento per un corrispondente bulbo 25. Il dispositivo 10 comprende, secondo tale configurazione, un anemometro 40 disposto sulla calotta 214 e fissato ad essa mediante un elemento di sostegno 41, ad esempio mediante avvitamento sul relativo foro filettato 115.
Al posto dell'anemometro 40, ad esempio, può essere previsto un qualunque altro dispositivo di misura, o, analogamente a quanto già descritto, può essere realizzata una struttura ottenuta accoppiando le calotte, i supporti e le finestre di emissione in maniera desiderata, definendo sedi di contenimento sovrapposte.
Rientra ancora nel presente trovato il prevedere la presenza di un parzializzatore di luce, non illustrato, realizzato in materiale plastico opaco atto a bloccare l'emissione di luce. Tale parzializzatore ha una forma regolare, a geometria ad arco di cerchio, nel caso di specie di forma semicilindrica, tale da consentire la sua rotazione attorno alla finestra di emissione 20. Il parzializzatore, inoltre, ha altezza sostanzialmente identica a quella della corrispondente finestra di emissione 20 e uno spessore trasversale leggermente inferiore rispetto alla larghezza delle seconde scanalature 17a, 17b, 17c. Il parzializzatore à ̈ mobile rispetto al corpo scatolare definito dalle calotte 12, 14, dal o dai separatori 21 e dalla finestra di emissione 20, potendo scorrere nelle relative scanalature 17a, 17b, 17c e quindi ruotare rispetto al bulbo 25 stesso. Questo consente di definire una o più direzioni di oscuramento in cui la luce emessa dal bulbo 25 viene intercettata dalla superficie interna del parzializzatore stesso.
È chiaro che al dispositivo 10 di segnalazione luminosa fin qui descritto possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall'ambito del presente trovato.
E anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad alcuni esempi specifici, una persona esperta del ramo potrà senz'altro realizzare molte altre forme equivalenti di dispositivo 10 di segnalazione luminosa, aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell'ambito di protezione da esse definito.

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di segnalazione luminosa, caratterizzato dal fatto che comprende almeno un elemento modulare (11) avente un supporto tubolare (26) ed un'associata sorgente luminosa (25) conformata per emettere luce uniformemente in ogni direzione, detto supporto tubolare (26) comprendendo mezzi di accoppiamento (30) per l'accoppiamento meccanico, in condizione sovrapposta, dell'elemento modulare (11) con: - altri elementi modulari (11), - un elemento di copertura (12), - un elemento di base (14) - uno o più elementi di separazione (21).
  2. 2. Dispositivo come nella rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che comprende una o più finestre di emissione (20), per la luce della sorgente luminosa (25), ciascuna finestra di emissione (20) essendo meccanicamente accoppiata ad almeno due fra detti elementi di copertura (12), elementi di base (14) ed elementi di separazione (21), per definire corrispondenti sedi chiuse di contenimento.
  3. 3. Dispositivo come nella rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che comprende almeno una parete di contenimento (24), meccanicamente accoppiata ad almeno due fra detti elementi di copertura (12), elementi di base (14) ed elementi di separazione (21), per definire almeno una corrispondente sede ausiliaria di contenimento per l'alloggiamento di almeno un'apparecchiatura ausiliaria.
  4. 4. Dispositivo come nelle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che ciascuna sorgente luminosa (25) comprende una pluralità di elementi luminosi a LED (25a).
  5. 5. Dispositivo come nella rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che gli elementi luminosi a LED (25a) sono distribuiti regolarmente in gruppi di strisce lineari (28) affiancate, ciascuna striscia lineare (28) essendo disposta secondo una geometria circolare.
  6. 6. Dispositivo come nella rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che comprende mezzi direttivi (29) associati alle strisce lineari (28) e atti a convogliare la luce emessa dagli elementi a LED (25a).
  7. 7. Dispositivo come nelle rivendicazioni precedenti da 2 a 6, caratterizzato dal fatto che comprende mezzi parzializzatori, associati ad almeno una finestra di emissione (20), in modo da definire una o più direzioni di oscuramento, in cui almeno parte della luce emessa dalla sorgente luminosa (25) viene intercettata.
  8. 8. Dispositivo come nella rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che i mezzi parzializzatori sono selettivamente mobili rispetto alla finestra di emissione (20).
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