ITUB20155643A1 - Fermentatore perfezionato - Google Patents

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ITUB20155643A1
ITUB20155643A1 ITUB2015A005643A ITUB20155643A ITUB20155643A1 IT UB20155643 A1 ITUB20155643 A1 IT UB20155643A1 IT UB2015A005643 A ITUB2015A005643 A IT UB2015A005643A IT UB20155643 A ITUB20155643 A IT UB20155643A IT UB20155643 A1 ITUB20155643 A1 IT UB20155643A1
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    • C12BIOCHEMISTRY; BEER; SPIRITS; WINE; VINEGAR; MICROBIOLOGY; ENZYMOLOGY; MUTATION OR GENETIC ENGINEERING
    • C12GWINE; PREPARATION THEREOF; ALCOHOLIC BEVERAGES; PREPARATION OF ALCOHOLIC BEVERAGES NOT PROVIDED FOR IN SUBCLASSES C12C OR C12H
    • C12G1/00Preparation of wine or sparkling wine
    • C12G1/02Preparation of must from grapes; Must treatment and fermentation
    • C12G1/0216Preparation of must from grapes; Must treatment and fermentation with recirculation of the must for pomage extraction

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Description

“Fermentatore Perfezionato”
La presente invenzione ha per oggetto un fermentatore perfezionato, impiegato in particolare nell'industria enologica per la vinificazione dei mosti, ed utilizzabile anche su serbatoi chiusi, cioè a pressione, come le autoclavi.
Nella tecnica sono noti moltissimi tipi di fermentatori, i quali comprendono tutti sostanzialmente almeno un recipiente, o tino, con un fondo di vario tipo, spesso troncoconico rovesciato, dotato di un'apertura per l'immissione di liquido da fermentare e di un rubinetto per lo scarico del liquido fermentato.
Il liquido da fermentare è, nel caso della vinificazione, ovvero della produzione di vino da uva pigiata, composto oltre che dal succo dell'uva anche dalla vinaccia, ovvero dall'insieme delle parti solide dell'uva costituite da bucce, vinaccioli (i semi presenti negli acini d'uva) ed eventualmente dai raspi. Il liquido fermentato è più propriamente detto mosto fermentato o vino.
Durante il procedimento della fermentazione si forma nella parte superiore del tino, uno strato solido galleggiante, il cosiddetto cappello, costituito da vari strati di vinaccia, dei quali il più superficiale emerge solitamente leggermente al disopra del liquido. Si tratta di una massa particolarmente compatta che è opportuno rompere per evitare che, al termine della fermentazione, raggiunga solidità eccessiva, ma anche per sfruttare le sue caratteristiche nel corso della macerazione nel liquido in fermentazione.
Le bucce, ad esempio, contengono le sostanze che colorano il vino, e questa caratteristica assume rilevanza in particolare per le uve che cedono le sostanze coloranti estrattive con minor facilità, quali ad esempio il Sangiovese. Per ottenere il corretto utilizzo del cappello è quindi importante che esso non venga lasciato semplicemente galleggiare sopra al liquido da fermentare ma che, al contrario, esso venga sfruttato per migliorare la qualità del vino.
Sono noti, a tale scopo, recipienti di fermentazione che permettono di effettuare, nel corso della fermentazione alcolica, una movimentazione completa e calibrata delle vinacce, per migliorare la cessione di sostanze coloranti e polifenoliche.
Spesso le tecniche utilizzate attualmente risultano costose e complesse e la loro azione sul cappello di vinacce risulta aggressiva, determinando la formazione di una quantità indesiderata di feccia.
Una delle tecniche utilizzate abitualmente prevede un rimontaggio che viene operato con vari dispositivi il cui fine ultimo è quello di far arrivare sul cappello, in forma di pioggia, il mosto contenuto nel tino.
Però anche questa soluzione richiede, per la sua applicazione, la presenza di pompe e di tubazioni che la rendono costosa e soggetta a fermi dovuti a eventuali guasti o malfunzionamenti. Inoltre le pompe determinano, nel caso di trascinamento di vinaccioli e bucce, un incremento della presenza di feccia, la quale favorisce il discioglimento irreversibile di sostanze caratterizzate da astringenza e gusti amari nel vino.
Infine, è noto agire sul cappello con pistoni pneumatici per immergerlo nel mosto-vino, anche solo parzialmente, in modo da romperlo e da ridurne la solidità. Questa operazione, detta di follatura, viene ripetuta due o tre volte al giorno e richiede una particolare attenzione poiché ogni follata determina lacerazioni sulle vinacce aumentando la formazione di feccia.
Esiste inoltre la follatura a mezzo di immissione di sola aria compressa mediante lance o simili, per smuovere e rimescolare il cappello. Quando tale operazione viene eseguita manualmente occorre istruire preventivamente il personale in modo che operi alla velocità prestabilita. Un'immissione eccessiva di aria può causare perdite sensibili di alcool o, in taluni casi, favorire la fermentazione acetica che trasforma il vino in aceto. Al contrario, l'immissione di poca aria rallenta inutilmente la fermentazione.
Considerando che un tino può contenere fino a 3.000-4.000 hi., si comprende facilmente l'importanza e la delicatezza di queste operazioni. Un eventuale errore di valutazione durante le follature può comportare la perdita di una notevole quantità di vino.
Tutte le soluzioni di tipo noto appena illustrate, hanno in comune il fatto che agiscono meccanicamente sul cappello, per lo più dopo che questo si è già formato ed ha già raggiunto una certa solidità. Inoltre, l'azione meccanica sul cappello favorisce lo sfaldamento della vinaccia facendo aumentare, in maniera indesiderata, la quantità di feccia prodotta. Come noto tale feccia può causare sapori indesiderati e richiedere operazioni ulteriori per la successiva pulizia del vino.
In alternativa all’uso dell’aria compressa si utilizzano anche gas inerti quale azoto, anidride carbonica e similari. Queste soluzioni prevedono l’iniezione dal fondo o dalle pareti del serbatoio, attraverso 2 o più condotti, di gas a pressione (normalmente da 3 a 7 bar) con lo scopo di colpire il cappello galleggiante in superficie, cercando di inondarlo e disgregarlo.
Scopo del presente trovato è pertanto quello di ovviare ai citati inconvenienti manifestati dai dispositivi di tipo noto mettendo a disposizione un fermentatore il quale non necessiti di dispositivi meccanici motorizzati per movimentare la vinaccia.
Ulteriore scopo è quello di migliorare lo sfruttamento della vinaccia riducendo al tempo stesso il numero delle operazioni altrimenti richieste per questo.
Inoltre, uno scopo del presente trovato, è quello di ridurre il numero dei dispositivi meccanici presenti nei fermentatori, per ridurre i costi di realizzazione e quelli di gestione. In questo modo è possibile, inoltre, ridurre altresì il numero dei guasti che si possono verificare durante le fasi della fermentazione.
Infine, un ulteriore scopo è quello di rendere più semplice l'utilizzo del fermentatore.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione meglio appariranno dalla descrizione dettagliata che segue di una forma di realizzazione dell'invenzione in oggetto, illustrata a titolo esemplificativo ma non limitativo nelle allegate figure in cui:
- la figura 1 mostra una vista schematica di un fermentatore secondo il presente trovato;
- la figura 2 mostra una variante costruttiva del diaframma di figura 1;
- la figura 3 mostra una ulteriore variante del diaframma di figura 1 ;
- la figura 4 mostra una vista semplificata dall'alto del diaframma di figura 1;
- le figure 5 e 6 mostrano una vista semplificata dall'alto di due diverse realizzazioni dei diaframmi di figura 2;
- la figura 7 mostra una variante realizzativa del fermentatore;
- le figure 8, 9 e 10 mostrano delle ulteriori varianti realizzative del fermentatore;
- le figura 11 e 13 mostrano due varianti realizzative del trovato, applicate a serbatoi chiusi;
- la figura 12 mostra una ulteriore variante realizzativa del fermentatore. Con particolare riferimento all'allegata figura 1, con 1 è stato indicato un fermentatore nel suo insieme.
Il fermentatore 1 comprende in particolare, un tino 2 dotato di un fondo 8, nel quale è contenuta la soluzione da fermentare 3, costituita nell'esempio qui illustrato del vino, da mosto, vinaccia ed eventuali additivi chimici, lieviti o simili. Il tino 2 presenta inoltre un'apertura per l'immissione della soluzione da fermentare 3, ovvero dell'uva pigiata, e un'apertura 5 per il prelievo della soluzione fermentata 6, ovvero del vino. Ad esempio l'immissione dell'uva pigiata può avvenire attraverso un'apertura (33) posta alla sommità del tino 2.
Il tino 2 può essere provvisto di un fondo troncoconico rovesciato per facilitare l'estrazione, a fine fermentazione, dei residui solidi, ovvero della feccia 30, della vinaccia e dei vinaccioli 34. In corrispondenza di tale fondo 8 è quindi disposta una portella di scarico 25 tramite la quale è possibile accedere al fondo 8 oltre che per la rimozione della feccia 30 e della vinaccia eventualmente anche per facilitare l'accesso all'interno del tino 2 per le operazioni di manutenzione e di pulizia.
In una forma di realizzazione alternativa, illustrata in figura 11, il tino 2 potrebbe essere un serbatoio chiuso, ad esempio un'autoclave del tipo utilizzabile per la produzione di vini frizzanti e spumanti. Come noto in tali tini si produce una pressione interna determinata dallo sviluppo di gas di fermentazione. Nelle produzioni di vini frizzanti e spumanti il cappello 10 di vinacce potrebbe non essere presente. Nelle produzioni di vini rossi il cappello 10 è invece presente.
In una forma di realizzazione alternativa, illustrata in figura 13, il tino 2 potrebbe essere sempre un serbatoio chiuso, quindi caratterizzato dalla presenza di una pressione interna determinata dallo sviluppo di gas di fermentazione, in cui i mezzi di accumulazione 7 sono costituiti dal tino 2 stesso.
Il fermentatore comprende inoltre un condotto di rimontaggio 100, dotato di un erogatore 103 posizionato sostanzialmente alla sommità 33 del tino 2 in modo da poter innaffiare di liquido il cappello di vinaccia 10 che si forma sul pelo liquido della soluzione in fermentazione 6. Tale condotto di rimontaggio 100 è posto in comunicazione con la zona di fondo del tino 2, mediante una prima connessione 101. In alternativa il condotto di rimontaggio 100 potrebbe essere collocato all'interno del tino 2 con la propria estremità inferiore disposta nella zona di fondo del tino 2 stesso. In entrambi i casi la prima connessione 101, che nel caso del condotto di rimontaggio 100 interno è costituita dall'estremità inferiore del condotto 100 stesso, può essere provvista di una valvola di controllo V1 per controllarne l'apertura e la chiusura.
In entrambe le forme di realizzazione il condotto di rimontaggio 100 si riempie di soluzione, in particolare di soluzione 3 presente nella zona di fondo del tino 2, fino ad un livello sostanzialmente coincidente con il livello di liquido all'interno del tino 2, compresa l'altezza del cappello 10. In altri termini il condotto di rimontaggio si riempie di soluzione fino al livello raggiunto dal cappello 10, in virtù del principio dei vasi comunicanti.
Il condotto di rimontaggio 100 è vantaggiosamente provvisto di una seconda connessione 102, di forma e dimensioni variabili, collocata tra la prima connessione 101 e l'erogatore 103. Tale seconda connessione 102 è predisposta per consentire l'immissione di un gas all'interno del condotto di rimontaggio. Il gas immesso ha un peso specifico inferiore rispetto a quello della soluzione contenuta nel tubo di rimontaggio 100 in corrispondenza della seconda connessione 102, e questo determina una spinta vigorosa verso l'alto della colonna di soluzione soprastante il punto di congiunzione tra il tubo di rimontaggio 100 ed il tubo di connessione 102, in modo che tale soluzione fuoriesca dall'erogatore 103, irrorando il cappello 10. Anche la seconda connessione 102 può essere provvista di valvola di controllo V2, predisposta per controllarne l'apertura e la chiusura.
Il fermentatore provvisto del condotto di rimontaggio 100 strutturato come sopra descritto consente quindi di effettuare il rimontaggio della soluzione da fermentare senza ausilio di pompe o altri organi meccanici. In questo modo si riducono i costi generali e si evita di sottoporre la soluzione da fermentare ad azioni meccaniche che potrebbero deteriorarne e comprometterne la qualità.
In una forma di realizzazione particolarmente vantaggiosa il tino 2 è provvisto internamente un diaframma 7 di accumulo del gas di fermentazione che si estende dalle pareti 35 verso l'interno del tino 2 e che è saldamente fissato alle stesse pareti interne 35 del tino 2. Tale diaframma 7 è conformato in modo da formare tra le pareti 35 del tino 2 e la parte inferiore del diaframma 7 una superficie concava in grado di intrappolare le piccole bolle 11.
Si tratta, nell'esempio illustrato in figura 1, di una superficie troncoconica 14 capovolta, il cui bordo esterno 26 è saldamente fissato alla superficie interna del tino circolare 2.
Ovviamente, volendo applicare il diaframma a tini presentanti sezione trasversale non circolare, ad esempio quadrata, il diaframma dovrà presentare una superficie idonea allo scopo, ovvero troncopiramidale.
Nella zona centrale del tino 2 resta così aperta una luce 20 che non viene interessata dal diaframma 7. Attraverso questa possono risalire le piccole bolle di gas 11 senza essere intercettate dal diaframma 7 di accumulo del gas.
Le piccole bolle 11 che risalgono lungo l'area perimetrale del tino 2 vengono intercettate da una camera 27 aperta verso il basso, formata dalla superficie concava ricavata tra le pareti laterali del tino 2 e la superficie inferiore del diaframma 7. Le piccole bolle 11, accumulandosi nella camera 27, saturano lentamente il volume libero fino a formare una o più grandi bolle 36 la quale, successivamente, cede una ad una, grosse bolle 12 generate dall'unica bolla 36 che dopo aver superato le dimensioni libere della camera 27, tracima dai suoi bordi interni, nella zona della luce aperta 20.
In questo modo le piccole bolle 11 formano, durante la loro risalita verso la superficie, bolle 12 di dimensioni maggiori capaci di smuovere continuamente un cappello 10 formato dalle vinacce contenute nel tino 2.
Il cappello 10 viene quindi areato continuamente dal basso (dall'anidride carbonica delle bolle 12) e la parte inferiore di esso, in contatto con la superficie del mosto-vino 6, viene rimescolata e nuovamente immersa nel mosto-vino 6 favorendo la cessione delle sostanze, anche coloranti, contenute nel cappello 10. La cessione interessa tutta la superficie del cappello 10 poiché il suo continuo rimescolamento ne evita la solidificazione.
Poiché il cappello 10 non giunge, normalmente, alla solidificazione, anche la sua rimozione, a fermentazione terminata, può avvenire agendo semplicemente dalla portella di scarico 25, analogamente a quanto avviene con la feccia 30 ed i vinaccioli 34.
Grazie all'azione delle grosse bolle 12 durante la loro risalita nel mostovino 6, viene favorito anche il rimescolamento del liquido in fermentazione 3.
In questa forma di realizzazione la seconda connessione 102 del condotto di rimontaggio 100 sfocia al disotto del diaframma 7, sostanzialmente nella camera 27. In questo modo è il gas stesso prodotto dalla fermentazione ed intrappolato nella camera 27 che sospinge verso l'alto la colonna di liquido presente al disopra della seconda connessione 102 nel condotto di rimontaggio 100. Attraverso l'apertura e la chiusura della valvola di controllo V2 è possibile determinare l'avvio e l'arresto del rimontaggio. La presenza del diaframma 7 consente quindi di eseguire il rimontaggio senza necessità di apportare gas esterni, cosicché si consegue un ulteriore risparmio di costi in quanto è possibile sfruttare l’energia naturale rappresentata dall’anidride carbonica che si genera durante la fermentazione alcoolica.
Nel caso di serbatoio chiuso nella forma di realizzazione della figura 11 l’utilizzo del gas accumulato per effettuare il rimontaggio favorisce il trascinamento dei lieviti, che per gravità tendono a sedimentare sul fondo, riportandoli nella parte superiore del serbatoio, rendendo non più necessario l’utilizzo di agitatori meccanici. Si favorisce inoltre l’omogeneizzazione del prodotto e della sua temperatura.
In alternativa il gas accumulato potrebbe essere temporaneamente stoccato in appositi volumi o aree di stoccaggio esterne al fermentatore. In questo caso la seconda connessione 102 sarebbe in comunicazione con tali volumi di stoccaggio esterni al fermentatore.
Il fermentatore può inoltre essere provvisto di un condotto di bypass 28 che mette in comunicazione la camera 27 con la parte del tino 2 che sovrasta il diaframma 7. Tale condotto 28, che può essere dotato di una valvola di chiusura comandabile 29, può essere utilizzato per inviare il gas alla zona del cappello 10 sovrastante il diaframma 7, favorendone il rimescolamento.
In una possibile ulteriore forma di realizzazione del fermentatore, illustrata in figura 7, la seconda connessione 102 del condotto di rimontaggio 100 è posta in comunicazione con il condotto di bypass 28. Per poter eventualmente influire dall'esterno sulla fermentazione è possibile immettere nel fermentatore gas esterni, oppure i gas interni che sono stati stoccati in volumi di accumulo esterni. L'immissione di gas dall'esterno può essere controllata tramite una valvola di controllo V3. Tale valvola di controllo V3, ad esempio, può essere connessa al condotto di bypass 28 o alla seconda connessione 102.
Tramite il condotto di bypass 28 o la seconda connessione 102 e/o rubinetti 16 o altri condotti similari, è anche possibile mettere in comunicazione due o più fermentatori tra di loro per sfruttare, ad esempio, il gas (CO2) prodotto in eccesso in uno di essi per alimentarne altri. Questa operazione presenta il grande vantaggio di non introdurre aria nei tini per smuovere il cappello; l'aria, infatti, può influenzare non solo la formazione del cappello ma anche l'ossidazione del mosto.
In figura 2 è illustrata una variante costruttiva del diaframma 7. In essa sono previsti due diaframmi 7 e 7' disposti in cascata ovvero in modo tale che le bolle di grande dimensione 12 prodotte dal diaframma 7 inferiore alimentino il diaframma T sovrastante. In questo modo è possibile migliorare l'effetto di generazione delle bolle all'interno di grandi tini 2. In tal caso la seconda connessione 102 del condotto di rimontaggio 100 può essere connessa alla camera 27 definita al disotto di uno dei diaframmi 7,7'.
Il diaframma applicato al fermentatore di figura 1 è ben visibile nella figura 4; i diaframmi applicati al fermentatore di figura 2 sono ben visibili nelle figure 5 e 6. Si tratta, in sostanza, di diaframmi conformati a semicerchio o a semiluna, eventualmente smussati o tagliati in alcune parti.
In figura 3 è illustrata infine, una ulteriore variante costruttiva del diaframma 7. Esso comprende una zona periferica troncoconica 21 delimitata centralmente da una zona cilindrica 22. Tra le due superfici è prevista una luce anulare comandabile 23 comprendente un toroide gonfiabile 24.
Modificando la pressione di gonfiaggio del toroide 24 è possibile agire sulla dimensione della luce 23 in maniera estremamente semplice ed economica. Anche in questa forma di realizzazione la seconda connessione 102 del condotto di rimontaggio 100 sbocca nella camera 27 definita al disotto del diaframma 7.
Ovviamente è possibile applicare anche alla luce 20 della realizzazione di figura 1 un opportuno dispositivo (non illustrato) in grado di variare la dimensione della luce 20 secondo le necessità. Tale dispositivo (non illustrato) potrebbe, nell'esempio di figura 1, prolungare la superficie troncoconica in direzione del suo vertice immaginario, aumentando cioè il volume del gas raccolto nella camera 27 o potrebbe, più semplicemente, variare esclusivamente la sezione della luce senza aumentare il volume della camera 27. Si tratterebbe quindi, in questo secondo caso, di un dispositivo che si estenderebbe orizzontalmente o verso l'alto, grazie al quale, oltre a variare la dimensione della zona di influenza delle grandi bolle 12 sul cappello 10 si potrebbe anche variare la fase della generazione delle grandi bolle 12 per poterne influenzare, durante l'uso, la dimensione.
La soluzione illustrata permette quindi di evitare o quantomeno di limitare la formazione di un cappello solido e permette inoltre di rimescolare continuamente il cappello con il mosto-vino in fermentazione e di facilitare l’estrazione della vinaccia essendo quest’ultima non compattata al termine del ciclo di fermentazione.
In due ulteriori possibili forme di realizzazione del fermentatore, illustrate in figura 8 ed in figura 9, la seconda connessione 102 del condotto di rimontaggio 100 è posta in comunicazione, oltre che con il tratto compreso tra la prima connessione 101 e l'erogatore 103, anche con la prima connessione 101. Come illustrato in figura 8 ed in figura 9 la seconda connessione 102 presenta almeno un tratto ausiliario 104 parallelo al condotto di rimontaggio 100. Tale tratto ausiliario 104 si riempie di liquido in maniera analoga al condotto di rimontaggio. Il tratto ausiliario 104 è connesso inferiormente alla prima connessione 101 e, in una zona intermedia, al condotto di rimontaggio 100 attraverso un raccordo intermedio 105. Il tratto ausiliario 104 può essere provvisto in una zona superiore di una valvola by-pass V4 che consente lo sfiato del tubo aggiuntivo 104. L'eventuale iniezione di gas esterno attraverso la valvola di iniezione V3 e con la valvola V2 aperta, spinge il liquido presente nel tratto ausiliario 104 verso il basso fino al raccordo intermedio 105. Raggiunto il raccordo intermedio 105 il gas sospinge il liquido verso la parte superiore del condotto di rimontaggio 100 sino all’erogatore 103. Le forme di realizzazione illustrate in figura 8 ed in figura 9 consentono di immettere nel condotto di rimontaggio un gas esterno, evitando che tale gas si mescoli con il prodotto, effettuando una immissione di gas in maniera intermittente, cioè chiudendo la valvola V2 ad intervalli di tempo prestabiliti.
La figura 10 mostra una soluzione addizionale che può essere adottata sulla soluzione di figura 7 (ma può essere applicata anche alla figura 1, 2 o 3) dove al condotto 102 viene aggiunto un condotto opzionale 106, dotato di valvola di controllo V6 che permette, all’apertura della suddetta valvola, di scaricare appena sotto il cappello 10 parte o tutto il gas accumulato sotto il diaframma.
La figura 12 mostra una variante realizzativa in cui l'erogatore 103 è disposto all'Interno o al disotto della zona normalmente occupata dal cappello 10, in modo da erogare il liquido all'Interno o al disotto del cappello 10. L'erogatore 103 può eventualmente assumere la conformazione di un condotto 108 che attraversa parzialmente o totalmente il cappello 10 di vinacce ed eroga la soluzione all’Interno o al disotto del cappello 10 di vinacce.
La figura 13 mostra una variante realizzativa del fermentatore, in cui il tino 2 è sostanzialmente un serbatoio chiuso che funge anche da mezzi di accumulazione 7 del gas di fermentazione. In questa forma di realizzazione l'erogatore 103 assume la conformazione di un condotto di erogazione 108 che attraversa parzialmente o totalmente il cappello 10 di vinacce ed eroga la soluzione all’Interno o al disotto del cappello 10 di vinacce. Nella zona superiore del condotto 108 è presente una valvola di sfiato V5 la cui apertura permette lo sfiato del gas e la conseguente precipitazione per gravità del liquido il quale, trascinato dal gas stesso fino a tale valvola di sfiato V5, fuoriesce dall’estremità inferiore del condotto 108. Tramite l'apertura e la chiusura della valvola di sfiato V5, in condizioni di valvola di controllo V1 aperta, è possibile determinare l'avvio e l'arresto del rimontaggio. Preferibilmente la seconda connessione 102 sbocca nel condotto di rimontaggio 100 ad una quota superiore rispetto allo sbocco del condotto di erogazione 108.
Grazie al presente trovato è quindi possibile realizzare fermentatori di semplice ma efficace concezione i quali, oltre ad essere estremamente economici se paragonati con i fermentatori di tipo noto, non richiedono manutenzioni complesse o costose.
Inoltre è possibile impiegare il fermentatore oggetto del presente trovato, oltre che per la produzione di vino, anche per la produzione di birra, ed anche per la trasformazione di altri prodotti fermentescibili, quali ad esempio mele, patate o simili.

Claims (21)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Fermentatore per la fermentazione di una soluzione, comprendente: un tino (2) predisposto per contenere una soluzione (3) da fermentare e provvisto di un'apertura di ingresso (4,33) e di un'apertura di uscita (5,25); un condotto di rimontaggio (100), dotato di una prima connessione (101), che è posta in comunicazione con una zona inferiore del tino (2), e di un'apertura di erogazione (103), disposta in una zona superiore del tino (2) in modo da poter erogare un liquido al disopra del livello superiore della soluzione (3); caratterizzato dal fatto che il condotto di rimontaggio (100) comprende una seconda connessione (102), disposta in posizione intermedia tra la prima connessione (101) e l'apertura di erogazione (103), che è predisposta per consentire l'immissione di gas nel condotto di rimontaggio (100).
  2. 2) Fermentatore secondo la rivendicazione 1, in cui la seconda connessione (102) è provvista di una valvola di controllo (V2).
  3. 3) Fermentatore secondo la rivendicazione 1, comprendente mezzi di accumulazione (7), che sono strutturati per intercettare e accumulare temporaneamente il gas (11) generato dalla fermentazione, in cui la seconda connessione (102) del condotto di rimontaggio (100) è in comunicazione con il gas intercettato dai mezzi di accumulazione (7).
  4. 4) Fermentatore secondo la rivendicazione 3, in cui i mezzi di accumulazione (7) comprendono almeno una superficie concava (13) la cui concavità è rivolta verso il basso in modo da definire una camera (27) idonea a intercettare il gas generato dalla fermentazione, in cui la seconda connessione (102) del condotto di rimontaggio (100) è in comunicazione con la camera (27) di accumulo del gas.
  5. 5) Fermentatore secondo la rivendicazione 4, in cui la camera (27) è connessa con l'esterno del tino (2) mediante primi mezzi di connessione (16), controllabili in modo da consentire l'immissione o l'estrazione di gas.
  6. 6) Fermentatore secondo la rivendicazione 4, comprendente secondi mezzi di connessione (19) predisposti per connettere la camera (27) alla parte del tino (2) disposta al disopra della superficie concava (13).
  7. 7) Fermentatore secondo la rivendicazione 4, in cui il gas accumulato dai mezzi di accumulazione (7) può essere temporaneamente accumulato in un volume interno o esterno al serbatoio.
  8. 8) Fermentatore secondo la rivendicazione 4, in cui la superficie concava (13) comprende una superficie inclinata (14) fissata ad una parete interna (35) del tino (2).
  9. 9) Fermentatore secondo la rivendicazione 4, in cui la superficie concava (13) comprende una superficie troncoconica (14) fissata ad una parete interna (35) del tino (2).
  10. 10) Fermentatore secondo la rivendicazione 4, in cui la superficie concava (13) converge centralmente in un tubo (40) che si estende verso il basso.
  11. 11) Fermentatore secondo la rivendicazione 4, in cui la superficie concava (13) comprende mezzi di chiusura strutturati per variare l'ampiezza di un'apertura (20) del tino (2) non occupata dalla superficie concava (13).
  12. 12) Fermentatore secondo la rivendicazione 4, in cui la superficie concava (13) comprende un elemento periferico troncoconico (21) avente un vertice rivolto verso il basso e delimitato centralmente da un elemento cilindrico (22), ed in cui un'apertura anulare (23) controllabile è disposta tra l'elemento periferico (21) e l'elemento cilindrico (22).
  13. 13) Fermentatore secondo la rivendicazione 12, in cui l'apertura anulare (23) comprende un toroide gonfiabile (24) per modificarne l'ampiezza.
  14. 14) Fermentatore secondo la rivendicazione 1, in cui la seconda connessione (102) del condotto di rimontaggio (100) presenta almeno un tratto ausiliario (104) connesso inferiormente alla prima connessione (101) e, in una zona intermedia, al condotto di rimontaggio (100) attraverso un raccordo intermedio (105).
  15. 15) Fermentatore secondo la rivendicazione 14, in cui la seconda connessione (102) del condotto di rimontaggio (100) è connessa al condotto di bypass (28).
  16. 16) Fermentatore secondo la rivendicazione 14, in cui il tratto ausiliario (104) è provvisto in una zona superiore di una valvola by-pass (V4) che consente lo sfiato del tubo aggiuntivo (104).
  17. 17) Fermentatore secondo la rivendicazione 1 o 4, in cui l’apertura di erogazione (103) è disposta all'interno o al disotto del zona occupata dal cappello (10), in modo da erogare il liquido all’interno o al disotto del cappello (10).
  18. 18) Fermentatore secondo la rivendicazione 1, comprendente un condotto ausiliario (106), in comunicazione con la seconda connessione (102), disposto con un proprio sbocco al disotto della zona occupata dal cappello (10) e provvisto di una valvola di controllo (106), detto condotto ausiliario (106) essendo predisposto per consentire lo scarico del gas al disotto del cappello (10).
  19. 19) Fermentatore secondo la rivendicazione 1, in cui i mezzi di accumulazione (7) sono costituiti dal tino (2) stesso.
  20. 20) Fermentatore secondo la rivendicazione 19, in cui l'erogatore (103) comprende un condotto (108) che sfocia all’interno o al di sotto della zona occupata dal cappello (10).
  21. 21) Fermentatore secondo la rivendicazione 20, in cui il condotto (108) comprende una valvola di sfiato (V5) la cui apertura permette lo sfiato del gas e la conseguente precipitazione per gravità del liquido contenuto nel condotto (108).
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