ITUB20155121A1 - Mozzo per biciclette - Google Patents

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ITUB20155121A1
ITUB20155121A1 ITUB2015A005121A ITUB20155121A ITUB20155121A1 IT UB20155121 A1 ITUB20155121 A1 IT UB20155121A1 IT UB2015A005121 A ITUB2015A005121 A IT UB2015A005121A IT UB20155121 A ITUB20155121 A IT UB20155121A IT UB20155121 A1 ITUB20155121 A1 IT UB20155121A1
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IT
Italy
Prior art keywords
hub
pedal crank
positioning
sleeve
locking
Prior art date
Application number
ITUB2015A005121A
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English (en)
Inventor
Antonello Briosi
Original Assignee
Antonello Briosi
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
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Publication date
Application filed by Antonello Briosi filed Critical Antonello Briosi
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    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B62LAND VEHICLES FOR TRAVELLING OTHERWISE THAN ON RAILS
    • B62MRIDER PROPULSION OF WHEELED VEHICLES OR SLEDGES; POWERED PROPULSION OF SLEDGES OR SINGLE-TRACK CYCLES; TRANSMISSIONS SPECIALLY ADAPTED FOR SUCH VEHICLES
    • B62M3/00Construction of cranks operated by hand or foot
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B62LAND VEHICLES FOR TRAVELLING OTHERWISE THAN ON RAILS
    • B62MRIDER PROPULSION OF WHEELED VEHICLES OR SLEDGES; POWERED PROPULSION OF SLEDGES OR SINGLE-TRACK CYCLES; TRANSMISSIONS SPECIALLY ADAPTED FOR SUCH VEHICLES
    • B62M3/00Construction of cranks operated by hand or foot
    • B62M3/003Combination of crank axles and bearings housed in the bottom bracket

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  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Chemical & Material Sciences (AREA)
  • Combustion & Propulsion (AREA)
  • Transportation (AREA)
  • Mechanical Engineering (AREA)
  • Steering Devices For Bicycles And Motorcycles (AREA)
  • Transition And Organic Metals Composition Catalysts For Addition Polymerization (AREA)
  • Turning (AREA)
  • Arrangement Or Mounting Of Propulsion Units For Vehicles (AREA)

Description

“MOZZO PER BICICLETTE”.
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un mozzo per biciclette, in particolare a un mozzo anteriore.
I mozzi anteriori noti presentano un cannotto, cioè un corpo tubolare, alle cui estremità sono montate le pedivelle per la messa in moto del veicolo. Sul cannotto, inoltre, sono calettate una o più ruote dentate facenti parte del sistema di trasmissione del veicolo.
Quest’ ultimo è solitamente costituito da un gruppo di ruote dentate anteriori, associate alle pedivelle, ed un gruppo di ruote dentate posteriori, solidali alla ruota posteriore.
I due gruppi sono collegati mediante una catena che, azionata dalla rotazione delle ruote dentate anteriori, trascina in moto le ruote dentate posteriori e quindi la mota posteriore del veicolo.
II cannotto è installato sul telaio della bicicletta mediante uno o più cuscinetti che possono essere di vario tipo come, ad esempio, cuscinetti a sfere, cuscinetti striscianti, ecc.
In ogni caso, i cuscinetti consentono al cannotto stesso di ruotare attorno ad un asse fisso rispetto al telaio della bicicletta.
In questo modo, spingendo sulle pedivelle è possibile mettere in rotazione il cannotto e quindi le ruote dentate.
I mozzi anteriori noti presentano degli inconvenienti.
Un primo inconveniente è legato alle pedivelle.
Queste, infatti, devono coniugare caratteristiche sia di resistenza, per poter far fronte alle sollecitazioni di tipo flessionale e torsionale che agiscono su di esse durante le pedalate, sia di leggerezza, per poter realizzare pedalate agili e veloci senza compromettere la corsa e gravando in misura minima sul telaio.
Sono note pedivelle realizzate in corpo pieno, molto resistenti, ma pesanti. Sono note anche pedivelle a struttura alleggerita, parzialmente cava, leggere, ma poco resistenti.
Un altro inconveniente è legato alla installazione, al montaggio e alla regolazione del mozzo e degli elementi ad esso associati.
Le operazioni di installazione, montaggio e regolazione dei vari elementi sono, infatti, molto complesse e difficilmente realizzabili senza l’intervento di tecnici specializzati.
Basti pensare alla messa in posizione delle pedivelle, non sempre immediata, che richiede accuratezza sia per quanto riguarda la ricerca della giusta posizione, sia per quanto riguarda il fissaggio definitivo, che deve garantire stabilità e tenuta onde evitare problemi alfutilizzatore in fase di pedalata.
Questo comporta sia un elevato dispendio di tempo nelle operazioni sopra cibate, sia l’insorgere di costi di gestione e manutenzione legati all’intervento del tecnico specializzato.
Un altro inconveniente riguarda la stabilità strutturale del mozzo e degli elementi ad esso associati.
La stabilità e la tenuta dei pedali è stata già accennata precedentemente, ma anche la stabilità e la tenuta di altri elementi è spesso causa di malfunzionamenti .
La tenuta e la stabilità dei cuscinetti, per esempio, è molto importante sia per il corretto funzionamento del sistema di trasmissione, sia per la prevenzione di eventuali danni strutturali al mozzo e al sistema di trasmissione che insorgerebbero nel caso in cui tali cuscinetti risultassero laschi e mobili l’uno rispetto alfaltro.
Un terzo inconveniente dei mozzi noti è legato al fatto che, per ovviare agli inconvenienti sopra descritti, spesso si ricorre a mozzi anteriori, con annessi elementi ad essi associati, specificamente progettati in funzione del modello di bicicletta su cui devono essere installati.
Questo comporta una scarsa flessibilità di utilizzo del mozzo così progettato, cioè difficilmente potrà essere installato su biciclette diverse da quella per cui è stato progettato.
Questo implica un aumento dei costi di produzione, dato che per ogni modello di bicicletta dovrà essere pensato, progettato e realizzato un mozzo specifico.
Il compito principale della presente invenzione è quello di escogitare un mozzo per biciclette leggero e, allo stesso tempo, resistente alle sollecitazioni agenti sulle pedivelle durante la pedalata.
All’interno del presente compito, mio scopo del presente trovato è quello di escogitare un mozzo per biciclette facile e veloce da installare e regolare. Uno scopo del presente trovato è quello di escogitare un mozzo per biciclette che consenta di garantire la stabilità e la tenuta dei vari elementi ad esso associati.
Ulteriore scopo del presente trovato è quello di escogitare un mozzo per biciclette utilizzabile con flessibilità su diversi modelli di biciclette.
Altro scopo del presente trovato è quello di escogitare un mozzo per biciclette che consenta di superare i menzionati inconvenienti della tecnica nota nell’ambito di una soluzione semplice, razionale, di facile ed efficace impiego e dal costo contenuto.
Gli scopi sopra esposti sono raggiunti dal presente mozzo per biciclette avente le caratteristiche di rivendicazione 1.
Altre caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, di un mozzo per biciclette, illustrata a titolo indicativo, ma non limitativo, nelle unite tavole di disegni in cui:
le figure 1 e 2 sono viste assonometriche del mozzo secondo il trovato; la figura 3 è una vista in sezione del mozzo secondo il trovato;
la figura 4 è una vista in sezione di un dettaglio del mozzo secondo il trovato;
le figure 5 e 6 sono viste assonometriche di dettagli del mozzo secondo il trovato;
la figura 7 è una vista assonometrica in esploso del mozzo secondo il trovato.
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato globalmente con 1 un mozzo per biciclette, in particolare un mozzo anteriore.
Il mozzo 1 comprende almeno un albero 2 di rotazione di rotazione installabile su un telaio di una bicicletta, per semplicità non illustrato nelle figure.
L’albero 2, ad esempio, è costituito da un cannotto, così come illustrato nelle figure.
Il cannotto 2 è inserito in un involucro tubolare 3 facente parte del telaio della bicicletta.
Sul cannotto 2 è montato un gruppo di cuscinetti 4 atti a consentire la rotazione del cannotto stesso attorno ad un asse 5 di rotazione.
I cuscinetti 4 sono interposti tra la superficie interna dell’involucro tubolare 3 e la superficie esterna del cannotto 2 e sono del tipo di cuscinetti a sfera. II mozzo 1, inoltre, comprende una prima pedivella 6 ed una seconda pedivella 7 utili alla messa in moto della bicicletta.
Secondo il trovato, le pedivelle 6, 7 comprendono una struttura interna 34 reticolare.
In particolare, la struttura interna 34 comprende due elementi correnti 36 ed una pluralità di elementi diagonali 37 vincolati tra loro e agli elementi correnti 36 in modo da definire cavità triangolari 38 nella stessa struttura interna.
La struttura interna 34, infatti, è una struttura a traliccio realizzata con un’unica fila di elementi correnti 36 ed elementi diagonali 37 tra loro complanari e definenti un reticolo strutturale.
Il reticolo strutturale si estende tra due sponde 39a, 39b disposte in prossimità delle estremità delle pedivelle 6, 7.
Tale conformazione strutturale rende le pedivelle 6, 7 resistenti a sforzi di tipo flessionale a fronte di una leggerezza dovuta alle cavità.
Nella presente forma di realizzazione, le cavità triangolari 38, ad eccezione delle cavità estremali, cioè delle cavità disposte in prossimità delle sponde 39a, 39b sono del tipo di triangoli isosceli.
Le cavità triangolari 38, quindi, presentano angoli di inclinazione sostanzialmente uguali così da permettere la distribuzione uniforme degli sforzi indotti dalle sollecitazioni ilessionali a cui è sottoposta la pedivella 6 o la pedivella 7.
Vantaggiosamente, la struttura interna 34 è realizzata in “Ergal”, una lega di alluminio 7075 avente un’elevata resistenza meccanica.
Tuttavia non si esclude l’utilizzo di altri tipi di leghe da utilizzare in sostituzione dell’Ergal.
Inoltre, sempre secondo il trovato, le pedivelle 6, 7 comprendono un involucro esterno 35 avvolgente almeno parzialmente la struttura interna 34.
L’involucro esterno 35, infatti, avvolge la struttura interna 34 come una calza, rivestendola.
Nella presente forma di realizzazione, l’involucro 35 riveste interamente la struttura interna 34, dalla sponda 39a alla sponda 39b.
Questa soluzione permette alle pedivelle 6, 7 di resistere agli sforzi indotti da sollecitazioni di tipo torsionale.
In questo modo, la resistenza alle sollecitazioni flessionali dovuta alla struttura interna 34 sono integrate con un’ulteriore componente resistente, aumentando di fatto la resistenza globale delle pedivelle 6, 7.
Vantaggiosamente, l’involucro 35 è realizzato in materiale composito in fibra di carbonio.
In questo modo, oltre a garantire un’elevata resistenza meccanica, derivante dalle proprietà intrinseche del materiale, è garantita anche un’elevata leggerezza.
Una pedivella avente la struttura interna 34 e l’involucro esterno 35 precedentemente descritti, quindi, presenta maggiore resistenza a sforzi flessionali e torsionali rispetto ad una pedivella realizzata a struttura piena ed avente lo stesso peso.
In altre parole, a parità di resistenza, le pedivelle 6, 7 illustrate nelle figure sono molto più leggere rispetto ad un’analoga pedivella realizzata a struttura piena.
Nella presente forma di realizzazione, le pedivelle 6, 7 sono provviste di sedi di posizionamento 8 conformate in modo da essere associate alle estremità del cannotto 2 per realizzare un assemblaggio a pacco delle pedivelle stesse con Γ involucro tubolare 3 e con una corona dentata 9 facente parte del sistema di trasmissione della bicicletta.
Non si escludono soluzioni alternative in cui, ad esempio, al posto di un’unica corona dentata 9 vi siano più corone dentate disposte a rocchetto. Analogamente, non si escludono soluzioni differenti in cui l’involucro tubolare 3 sia conformato diversamente, ad esempio con estremità allargate rispetto alla parte centrale, oppure in cui vi siano più cuscinetti disposti diversamente, o in cui i cuscinetti siano di diverso tipo da quelli a sfera (ad esempio a strisciamento, a rulli cilindrici o a rulli conici).
Vantaggiosamente, il cannotto 2 è realizzato con materiale composito in fibra di carbonio, ma non si escludono altri materiali.
In questo modo è possibile realizzare un cannotto 2 molto leggero e, allo stesso tempo, molto resistente alle sollecitazioni a cui è sottoposto durante il normale utilizzo.
Come illustrato nelle figure, il cannotto 2 è provvisto di una prima porzione estremale 10 comprendente almeno un primo elemento di posizionamento 1 1, atto a favorire, appunto, il posizionamento di una prima pedivella 6. Il cannotto 2 è provvisto, inoltre, di una seconda porzione estremale 12, contrapposta alla prima porzione estremale 10 e provvista di almeno un secondo elemento di posizionamento 13, atto a favorire il posizionamento di una seconda pedivella 7.
Nella presente forma di realizzazione, il cannotto 2 è tubolare con la prima porzione estremale 10 che è dotata di due primi elementi di posizionamento 11 e la seconda porzione estremale 12 che è dotata di cinque secondi elementi di posizionamento 13.
In particolare, gli elementi di posizionamento 11, 13 sono dei prolungamenti del cannotto 2, cioè seguono la forma del cannotto 2 formando una dentatura a coronamento della relativa porzione estremale 10, 12 a cui sono associati.
Per quanto riguarda la prima porzione estremale 10, i primi elementi di posizionamento 11 sono ricavati in posizioni diametralmente opposte.
I primi elementi di posizionamento 11 sono atti ad accoppiarsi con rispettive cavità ricavate sulla prima pedivella 6 in corrispondenza della rispettiva sede di posizionamento 8 ed in modo da permettere il corretto posizionamento angolare della stessa.
Non si escludono soluzioni differenti, in cui ad esempio i primi elementi di posizionamento 11 siano disposti su posizioni differenti da quelle illustrate, purché gli stessi assolvano alla funzione di posizionare correttamente la prima pedivella 6.
Non è esclusa altresì la soluzione per cui i primi elementi di posizionamento 11 siano in numero diverso da due.
Utilmente, la prima porzione estremale 10 ha una superficie interna 14 svasata a forma di cono restringente dall’ interno verso Γ esterno del cannotto 2.
Come illustrato in figura 4, in prossimità della prima porzione estremale 10, la sezione interna del cannotto 2 va restringendosi man mano che si procede dall ’ interno del cannotto stesso verso l’esterno.
Utilmente, il mozzo 1 comprende un primo sistema di posizionamento 15, 18 almeno parzialmente inserito all’ interno del cannotto 2 ed atto a bloccare la prima pedivella 6 in una posizione predefinita.
In particolare, il primo sistema 15, 18 comprende un elemento di accoppiamento 15 provvisto di un foro passante 17 ed avente una superficie esterna 16 sostanzialmente svasata, atta ad accoppiarsi alla superficie interna 14 della prima porzione estremale 10 in modo da definire un accoppiamento cono su cono.
Nella presente forma di realizzazione, l’elemento di accoppiamento 15 è del tipo di un perno inseribile all’ interno del cannotto 2 dalla seconda porzione estremale 12.
Il perno 15 è di dimensioni tali da realizzare un accoppiamento cono su cono con la superficie interna svasata della prima porzione estremale 10 del cannotto.
Il perno 15, inoltre, è realizzato in corpo pieno, cioè presenta un bordo esterno continuo e interamente impegnato sulla superficie interna 14.
Non si escludono soluzioni alternative in cui, ad esempio, il perno 15 sia conformato a stella, cioè con un bordo dentato atto ad essere accoppiato con la superficie interna sopra citata.
Non si esclude, altresì, la soluzione per cui al posto del foro passante 17 vi sia un foro con fondo cieco.
Il primo sistema 15, 18, inoltre, comprende un primo elemento di bloccaggio 18 provvisto di un primo corpo di inserimento 19 impegnabile nel foro passante 17 dell’ elemento di accoppiamento 15 e di una prima testa di bloccaggio 20 associata al primo corpo di inserimento 19 ed atta ad entrare in battuta con la prima pedivella 6.
Il primo corpo di inserimento 19, infatti, è inserito nel foro passante 17 attraverso una sede di posizionamento 8 ricavata sulla prima pedivella 6. La prima testa di bloccaggio 20 va in battuta con la prima pedivella 6 impedendo al primo elemento di bloccaggio 18 di avanzare all’interno del cannotto 2.
In particolare, il foro passante 17 è filettato internamente e il primo corpo di inserimento 19 è filettato esternamente in modo da formare con il foro stesso un accoppiamento di tipo vite-madrevite.
L’avvitamento del primo elemento di bloccaggio 18 consente il bloccaggio in posizione della prima pedivella 6, essendo esercitata su di essa una forza di compressione da parte della testa di bloccaggio 20 che tende ad avvicinare la pedivella stessa alla prima porzione estremale 10.
Tale avvitamento, inoltre, espande il perno 15 che a sua volta espande il cannotto 2 aumentando le forze di attrito sulle superfici a contatto.
In questo modo si esplica un “calettamento ad attrito”, cioè un fissaggio delle varie parti grazie all’ aumento delle forze di attrito sopra descritte. Il primo corpo di inserimento 19, inoltre, comprende una sede di collegamento 21 filettata, ricavata in posizione opposta alla prima testa di bloccaggio 20 ed atta ad interagire con un secondo sistema di posizionamento 22, 23.
Vantaggiosamente, infatti, il mozzo 1 comprende un secondo sistema di posizionamento 22, 23, almeno parzialmente inserito all’ interno del cannotto 2, atto a bloccare la seconda pedivella 7 in una posizione angolare predefinita.
Il secondo sistema di posizionamento 22, 23 è associabile al primo sistema di posizionamento 15, 18 per la disposizione della seconda pedivella 7 in una posizione longitudinale regolabile lungo l’asse di rotazione, coincidente con l’asse del cannotto 2.
In particolare, il secondo sistema di posizionamento 22, 23 comprende un secondo elemento di bloccaggio 22 inseribile prismaticamente nella seconda porzione estremale 12 in modo da definire un accoppiamento prismatico con la seconda pedivella 7 per il bloccaggio di quest’ ultima nella posizione angolare predefmita di cui sopra.
Il secondo sistema di posizionamento, inoltre, comprende un elemento di collegamento 23 inserito nel cannotto 2 ed associato alla sede di collegamento 21.
Nella presente forma di realizzazione, la seconda porzione estremale 12 del cannotto 2 è inserita all’ interno della sede di posizionamento 8 della seconda pedivella 7 con i secondi elementi di posizionamento 13 che fuoriescono almeno parzialmente dalla pedivella stessa.
Il secondo elemento di bloccaggio 22 è provvisto di un secondo corpo di inserimento 24 e di una seconda testa di bloccaggio 25.
Il secondo corpo di inserimento 24, analogo al primo corpo di inserimento 19, è inserito a misura nel cannotto 2 attraverso la seconda sede di posizionamento 8.
La seconda testa di bloccaggio 25 è atta ad andare in battuta sulla seconda pedivella 7.
Vantaggiosamente, la seconda testa di bloccaggio 25 comprende delle ali di posizionamento 26, in numero pari al numero degli elementi di posizionamento 13, e che si estendono in modo radiale sul piano di giacitura della testa stessa.
Le ali di posizionamento 26 definiscono un profilo dentato che, quando la testa è in battuta sulla pedivella, si accoppia con gli elementi di posizionamento 13.
In particolare, i secondi elementi di posizionamento 13 si attestano negli spazi lasciati tra un’ ala e Γ altra, garantendo quindi la prismaticità dell’ accoppiamento tra il secondo elemento di bloccaggio 22 e la seconda pedivella 7.
La presenza delle ah di posizionamento 26, infatti, impedisce rotazioni relative tra il secondo elemento di bloccaggio 22 e il cannotto 2 e, quindi, tra la seconda pedivella 7 e il cannotto 2, fissandone la posizione angolare. Vantaggiosamente, sulla seconda pedivella 7, in prossimità della sede di posizionamento 8, è ricavato almeno un elemento di riferimento 27 atto a facilitare Γ individuazione della corretta posizione angolare della pedivella stessa.
Nella presente forma di realizzazione, l’elemento di riferimento 27, allineato con un prescelto secondo elemento di posizionamento 13a, individua in maniera univoca la posizione angolare della seconda pedivella 7.
La disposizione geometrica dell’elemento di riferimento 27 e dei primi e secondi elementi di posizionamento 11, 13 è tale per cui, una volta definita la posizione angolare della prima pedivella 6, è definita anche la posizione del secondo elemento di posizionamento 13 e, quindi, tramite l’elemento di riferimento 27, anche la posizione angolare della seconda pedivella 7.
Non si escludono soluzioni differenti in cui, ad esempio, l’elemento di riferimento 27 sia ricavato in posizione differente, o sia conformato diversamente, purché consenta di posizionare le due pedivelle 6, 7 ruotate di 180° l’una rispetto all’altra.
Non si esclude, altresì, la presenza di una pluralità di elementi di riferimento 27.
In ogni caso, il secondo elemento di bloccaggio 22 è provvisto di una sede di incasso 28 comunicante con un canale di incasso 29 attraversato dall’ elemento di collegamento 23.
Nella presente fonna di realizzazione, la sede di incasso 28 è sostanzialmente cilindrica.
L’elemento di collegamento 23 è del tipo di una vite filettata atta a formare con la sede di collegamento 21 un accoppiamento vite-madrevite.
Come illustrato nelle figure, la vite filettata 23 è provvista di un corpo allungato 23a, filettato, e di una testa cilindrica 23b.
Il corpo allungato 23a attraversa longitudinalmente il secondo elemento di bloccaggio 22 e il cannotto 2 ed è avvitato alla sede di collegamento 21 del primo elemento di bloccaggio 18.
La testa cilindrica 23b, invece, si attesta a incasso sul secondo elemento di bloccaggio 22, in particolare nella sede di incasso 28.
La conformazione della testa cilindrica 23b e della sede di incasso 28 consente all’ elemento di collegamento 23 di ruotare anche con la testa cilindrica 23b attestata nell’ incasso, non essendoci prismaticità tra i due. Questo consente di avvitare più o meno la vite allungata 23 e, quindi, di regolare sia la posizione longitudinale della seconda pedivella 7, sia la forza di compressione atta a trattenere a pacco gli elementi interposti tra le due pedivelle.
La regolazione della posizione longitudinale della seconda pedivella 7 implica la regolazione della distanza che intercorre tra le pedivelle stesse. Tale distanza è chiamata “q-factor” ed è variabile a seconda del tipo di bicicletta.
Vantaggiosamente, tra il cannotto 2 e le pedivelle 6, 7 sono inseriti degli elementi di interposizione 40 atti garantire il contatto tra gli elementi interposti tra le due pedivelle quando la distanza tra le due (q-factor) è maggiore della lunghezza del cannotto stesso.
In questo modo è possibile adattare il mozzo 1 a diversi tipi di biciclette aventi diversi “q-factor” semplicemente sostituendo gli elementi di interposizione 40 con altri di dimensioni idonee.
Sempre secondo il trovato, il mozzo 1 comprende mezzi di bloccaggio 30 della seconda pedivella 7 nella posizione longitudinale sopra citata.
In particolare, i mezzi di bloccaggio 30 comprendono una coppia di elementi di presa 31 ricavati sulla pedivella e avvolgenti il cannotto 2.
Come illustrato in figura 6, gli elementi di presa 31 sono prolungamenti della seconda pedivella 7 che, in prossimità della sede di posizionamento 8, avvolgono la stessa sede di posizionamento 8.
Gli elementi di presa 31 sono associati ad un elemento stringente per semplicità non illustrato nelle figure, atto ad avvicinare vicendevolmente gli elementi di presa stessi in modo da pinzare la seconda porzione estremale 12 alloggiata nella sede di posizionamento e, quindi, consentire il fissaggio della posizione longitudinale della seconda pedivella 7 e il calettamento ad attrito precedentemente descritto.
In particolare, ciascun elemento di presa 31 comprende un perno mediano 32 provvisto di un passaggio 33 destinato a far passare l’elemento stringente.
I passaggi 33 di ciascun perno mediano 32 sono sostanzialmente allineati per permettere Γ inserimento dell’ elemento stringente.
L’elemento stringente può essere del tipo di una vite a brugola, ma non si escludono soluzioni alternative.
II funzionamento della presente invenzione è il seguente.
Il primo sistema di posizionamento 15, 18 consente il montaggio della prima pedivella 6 sul cannotto 2.
La prima porzione estremale del cannotto 2 è associata alla sede di posizionamento 8 della prima pedivella 6 tramite Γ inserimento degli elementi di posizionamento 11, 13 nella sede stessa.
La prima pedivella 6, in questo modo, è posizionata in una posizione angolare predefinita.
Il bloccaggio della prima pedivella 6 in tale posizione è realizzato attraverso Γ accoppiamento cono su cono dell’elemento di accoppiamento 15 e attraverso l’avvitamento del primo elemento di bloccaggio 18 nello stesso elemento di accoppiamento.
Le forze esercitate da tale avvitamento, unitamente all’ accoppiamento cono su cono, bloccano la pedivella nella posizione angolare predefinita.
Il secondo sistema di posizionamento 22, 23, invece, consente il montaggio della seconda pedivella 7 sulla seconda porzione estremale 12 del cannotto 2
La posizione angolare della seconda pedivella rispetto all’asse 5 del cannotto 2 è determinata dall’ allineamento del secondo elemento di posizionamento 13a con l’elemento di riferimento 27.
Il bloccaggio della seconda pedivella 7 nella posizione angolare sopra citata è realizzato mediante Γ inserimento del secondo elemento di bloccaggio 22.
La particolare conformazione del secondo corpo di inserimento 24 e, soprattutto, della seconda testa di bloccaggio 25, garantisce l’accoppiamento prismatico tra la stessa pedivella e il cannotto 2, impedendo rotazioni relative tra i due.
L’elemento di collegamento 23, invece, consente la regolazione della posizione longitudinale della seconda pedivella 7, oltre a garantire la tenuta del mozzo 1 e degli altri elementi ad esso associati a pacco.
Il corpo allungato 23a, infatti, essendo avvitato alla sede di collegamento 21 del primo elemento di bloccaggio 18, trasmette una forza longitudinale lungo il corpo allungato stesso che tende ad avvicinare la seconda pedivella 7 alla prima pedivella 6.
L’accoppiamento tra la seconda testa di bloccaggio 25 e la sede di posizionamento 8 della seconda pedivella 7 consente all’elemento di collegamento di ruotare e, quindi, di essere avvitato o svitato per la regolazione della posizione longitudinale della pedivella stessa.
La seconda pedivella 7, quindi, è sottoposta ad una forza che tende ad avvicinarla alla prima pedivella 6.
In questo modo, gli elementi interposti tra le due pedivelle (involucro tubolare 3, cuscinetti 4, corona dentata 9) sono compressi e, conseguentemente, è favorita la loro stabilità.
La posizione longitudinale della seconda pedivella 7 è fissata tramite i mezzi di bloccaggio 30.
In particolare, avvitando l’elemento stringente, gli elementi di presa 31 sono avvicinati l’uno all’altro creando un effetto pinzante degli elementi stessi sul cannotto 2.
In questo modo la seconda pedivella è trattenuta nella posizione longitudinale determinata con l’avvitamento dell’elemento di collegamento 23.
Si è in pratica constatato come l’invenzione descritta raggiunga gli scopi proposti e in particolare si sottolinea il fatto che il mozzo escogitato è resistente alle sollecitazioni agenti sulle pedivelle durante la pedalata.
Le pedivelle sopra descritte, infatti, ottimizzano il rapporto tra resistenza e leggerezza grazie alla combinazione della struttura interna reticolare, leggera e resistente a flessione, con l’involucro in fibra di carbonio, leggero e resistente anche a torsione.
Il mozzo escogitato, inoltre, è facile e veloce da installare e regolare.
I vari componenti del mozzo, infatti, sono facili ed intuitivi da assemblare. La regolazione delle posizioni delle pedivelle, in particolare, è particolarmente semplice.
II primo e il secondo sistema di posizionamento, infatti comprendono componenti ed elementi particolarmente facili da assemblare.
Nel primo sistema di posizionamento, per esempio, l’elemento di accoppiamento si inserisce in maniera intuitiva nel cannotto, così come il primo elemento di bloccaggio si inserisce facilmente nell’apposita sede di posizionamento.
Il mozzo escogitato, inoltre, garantisce un’elevata stabilità e un’elevata tenuta dei vari elementi ad esso associati, sia grazie all’effetto del calettamento per attrito, sia grazie all’avvitamento dei vari elementi, in particolare del secondo elemento di collegamento.
L’azione del secondo elemento di collegamento, infatti, favorisce la tenuta dell’assemblaggio a pacco delle pedivelle e dei componenti interposti tra loro.
Il foro passante dell’elemento di accoppiamento favorisce tale azione, aumentando la superficie disponibile per l’accoppiamento vite-madrevite tra l’elemento filettato e l’elemento di collegamento.
Il mozzo per biciclette escogitato, infine, può essere utilizzato con flessibilità su diversi modelli di biciclette, in quanto non presenta caratteristiche peculiari di un modello di bicicletta piuttosto che un altro, ma presenta caratteristiche adattabili a qualsiasi modello, in particolare grazie alla possibilità di regolazione longitudinale della seconda pedivella.
Il mozzo descritto, infatti, non presenta un “q-factor” fissato, ma consente una regolazione di tale parametro grazie al posizionamento longitudinale della seconda pedivella e grazie alfutilizzo degli elementi di interposizione.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1 ) Mozzo (1 ) per biciclette comprendente: almeno un albero (2) di rotazione installabile su un telaio di una bicicletta, su cui è montato un gruppo di cuscinetti (4) atti a consentire la rotazione di detto albero (2) attorno ad un asse (5) di rotazione; almeno una prima pedivella (6) ed una seconda pedivella (7), associate a detto albero (2) per la messa in moto di detta bicicletta; caratterizzato dal fatto che dette pedivelle (6, 7) comprendono: mia struttura interna (34) reticolare; un involucro esterno (35) avvolgente almeno parzialmente detta struttura interna (34) e realizzato in materiale composito in fibra di carbonio.
  2. 2) Mozzo (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta struttura interna (34) comprende due elementi correnti (36) ed una pluralità di elementi diagonali (37) vincolati tra loro e a detti elementi correnti (36) a definire cavità triangolari (38) in detta struttura interna (34).
  3. 3) Mozzo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che almeno una di dette cavità triangolari (38) è del tipo di un triangolo isoscele.
  4. 4) Mozzo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta struttura interna (34) è realizzata in Ergal.
  5. 5) Mozzo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto albero (2) comprende almeno un cannotto (2) e detto mozzo (1) comprende: un primo sistema di posizionamento (15, 18) almeno parzialmente inserito all’ interno di detto cannotto (2) ed atto a bloccare detta prima pedivella (6) in una posizione predefinita; un secondo sistema di posizionamento (22, 23) almeno parzialmente inserito all’ interno di detto cannotto (2), atto a bloccare detta seconda pedivella (7) in una posizione angolare predefìnita, ed associabile a detto primo sistema (15, 18) per la disposizione di detta seconda pedivella (7) in una posizione longitudinale regolabile lungo detto asse (5); e mezzi di bloccaggio (30) di detta seconda pedivella (7) in detta posizione longitudinale.
  6. 6) Mozzo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto cannotto (2) è realizzato con materiale composito in fibra di carbonio.
  7. 7) Mozzo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto cannotto (2) è provvisto di una prima porzione estremale (10) comprendente almeno un primo elemento di posizionamento (11), atto a favorire il posizionamento di detta prima pedivella (6), e di una seconda porzione estremale (12), contrapposta a detta prima porzione estremale (10) e provvista di almeno un secondo elemento di posizionamento (13), atto a favorire il posizionamento di detta seconda pedivella (7).
  8. 8) Mozzo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta prima porzione estremale (10) ha una superficie interna (14) svasata a forma di cono restringente dall’interno verso l’esterno di detto cannotto (2).
  9. 9) Mozzo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo sistema di posizionamento (15, 18) comprende: un elemento di accoppiamento (15) provvisto di un foro passante (17) ed avente una superficie esterna (16) sostanzialmente svasata, atta ad accoppiarsi a detta superficie interna (14) di detta prima porzione estremale (10) a definire un accoppiamento cono su cono, un primo elemento di bloccaggio (18) provvisto di un primo corpo di inserimento (19) impegnabile in detto foro passante (17) e di una prima testa di bloccaggio (20) associata a detto corpo di inserimento (19) ed atta ad entrare in battuta con detta prima pedivella (6). 1 0) Mozzo (1 ) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto foro passante (17) è filettato internamente e detto primo corpo di inserimento (19) è filettato esternamente a formare con detto foro (17) un accoppiamento di tipo vite-madrevite. 11) Mozzo (1 ) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto corpo di inserimento (19) comprende una sede di collegamento (21) filettata ricavata in posizione opposta a detta prima testa di bloccaggio (20). 1 2) Mozzo (1 ) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto secondo sistema i posizionamento (22, 23) comprende: un secondo elemento di bloccaggio (22) inseribile prismaticamente in detta seconda porzione estremale (12) a definire un accoppiamento prismatico con detta seconda pedivella (7) per il bloccaggio di quest’ ultima in detta posizione angolare predefinita; un elemento di collegamento (23) inserito in detto cannotto (2) ed associato a detta sede di collegamento (21). 13) Mozzo (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento di collegamento (23) è del tipo di una vite filettata atta a formare con detta sede di collegamento (21) un accoppiamento vite-madrevite . 14) Mozzo (1 ) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di bloccaggio (30) comprendono una coppia di elementi di presa (31) ricavati su detta seconda pedivella (7), avvolgenti detto cannotto (2) ed associati ad un elemento stringente atto ad avvicinare vicendevolmente detti elementi di presa (3 1 ).
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