ITUB20154671A1 - Metodo per il controllo di una sorgente di calore appartenente a un apparato di cottura e apparato di cottura configurato per attuare detto metodo - Google Patents
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Description
METODO PER IL CONTROLLO DI UNA SORGENTE DI CALORE APPARTENENTE A UN APPARATO DI COTTURA E APPARATO DI COTTURA CONFIGURATO PER ATTUARE DETTO METODO.
DESCRIZIONE
L’invenzione concerne un metodo per il controllo dell’intensità di calore erogato da almeno una sorgente di calore appartenente a un apparato di cottura provvisto di un piano di cottura.
L’invenzione riguarda, altresì, un apparato di cottura configurato per attuare il suddetto metodo di controllo di una sorgente di calore.
Sono noti apparati di cottura provvisti di una o più sorgenti di calore disposte inferiormente a un piano di cottura, solitamente realizzato in materiale vetroceramico.
Per quanto riguarda le sorgenti di calore attualmente utilizzate negli apparati di cottura, esse comprendono bruciatori a gas, resistenze elettrica o bobine a induzione.
Per quanto riguarda, invece, l’espressione “piano di cottura” va precisato che con essa, da ora in avanti, si intenderà la porzione del pianale della cucina, o detto anche top cucina, adibita alla cottura delle pietanze. Chiaramente, con “pianale della cucina” si intende l’intero spazio orizzontale definito in una cucina.
E’ altrettanto noto che il materiale vetroceramico con cui sono realizzati i suddetti piani di cottura è caratterizzato da un’elevata resiste alle alte temperature, fino a valori massimi che si aggirano attorno ai 7-800°C.
Inoltre, tali materiali sono in grado di resistere in maniera efficace ai così detti “stress termici”, o anche noti come “shock termici”. Con tali ultime espressioni si intende, in generale, uno stato di sollecitazione interna ad un materiale causato da variazioni termiche che, se brusche, possono causare in elementi fragili la loro rottura.
Tuttavia, è cosa nota che nonostante i materiali vetroceramici siano materiali ad alte prestazioni, essi presentano anche un costo non trascurabile e inoltre non sono adatti per essere prodotti in lastre di ampie dimensioni.
Ciò significa, che non è pensabile la realizzazione dell'intero pianale di una cucina in materiale vetroceramico. Infatti, le soluzioni attuali prevedono di realizzare con tali materiali vetroceramici esclusivamente il piano di cottura e di realizzare, invece, il resto del pianale di una cucina con materiali sintetici, lapidei o ceramici.
Svantaggiosamente, l’attuale approccio appena descritto presenta l’inconveniente di dar luogo a una discontinuità tra lo stesso piano di cottura e le restanti zone appartenenti al pianale della cucina.
Tale inconveniente potrebbe essere risolto utilizzando i materiali ceramici o lapidei, piuttosto che la vetroceramica, anche per la realizzazione del piano cottura.
Infatti, l’utilizzo di materiali ceramici o lapidei come piani di cottura consentirebbe di ottenere sia un vantaggio estetico sia un vantaggio di tipo funzionale.
In particolare, dal punto di vista estetico, con tale soluzione, il pianale di una cucina non presenterebbe più la suddetta discontinuità tra la zona riservata al piano di cottura e le altre zone adibite a semplici spazi di appoggio, . In altre parole, il pianale della cucina con la soluzione ipotizzata risulterebbe senza soluzioni di continuità e per questo motivo molto apprezzato dai cultori del design minimalista. Per quanto riguarda il vantaggio funzionale, esso sussisterebbe in quanto, nel momento in cui le sorgenti di calore venissero disattivate, il piano di cottura potrebbe essere utilizzato a sua volta come spazio di appoggio e di lavoro e quindi aumentare la fruibilità della cucina stessa e consentirebbe, inoltre, una maggior facilità di igiene e pulizia.
Ciò nonostante, l’inconveniente principale nell’utilizzo di piani cottura in materiali ceramici o lapidei consiste nella loro limitata resistenza ai suddetti “stress termici” o “shock termici”.
Tuttavia, tale inconveniente viene parzialmente superato preferendo come sorgenti di calore le bobine a induzione, piuttosto che i sopracitati bruciatori a gas o resistenze elettriche. Infatti, le bobine a induzione, in fase di cottura, consentono di mantenere la temperatura del piano di cottura non superiore a 70-100°C con pentole piene e fino a 200-250°C con pentole vuote. In altre parole l’uso di bobine a induzione come sorgenti di calore permette di ridurre le temperature di esercizio e quindi anche limitare gli shock termici.
Eppure, svantaggiosamente, combinare le bobine a induzione, come sorgenti di calore, ad un piano di cottura realizzato in materiale ceramico o lapideo non è ancora sufficiente ad annullare del tutto gli effetti negativi dovuti ai suddetti shock termici. Infatti, i materiali lapidei o ceramici sono cattivi conduttori termici e hanno una peggiore dilatazione termica rispetto ai materiali vetroceramici, ovvero in essi il calore si diffonde con più difficoltà, e quindi più lentamente e inoltre essi tendono a deformarsi maggiormente. In aggiunta, la fase di riscaldamento di una pentola mediante una bobina a induzione provoca un rapido innalzamento della temperatura del piano di cottura in corrispondenza di un'area circoscritta che si trova immediatamente sotto la pentola stessa e ovviamente immediatamente sopra la stessa bobina a induzione. Per inciso, per maggiore semplicità e chiarezza espositiva, nel contesto attuale, da ora in avanti tale area circoscritta verrà definita con l'espressione “area di cottura”.
Pertanto, poiché sul piano di cottura il calore dall’area di cottura, al di sotto della pentola, si diffonde lentamente nelle aree limitrofe e al contempo in corrispondenza di tale area di cottura la temperatura si innalza con una certa velocità fino a regime determinando una dilatazione del materiale, nelle zone di transizione tra la stessa area di cottura e le aree esterne si possono verificare delle tensioni indotte. In particolare, queste ultime risultano direttamente proporzionali allo sbalzo termico che si determina tra l’area di cottura e le aree limitrofe. Le stesse tensioni indotte variano nel tempo e sono massime all’inizio della fase di riscaldamento della pentola per poi diminuire mano a mano che la zona di transizione si allarga in direzione orizzontale. Tali tensioni, svantaggiosamente, possono provocare rotture del piano di cottura lungo le suddette zone di transizione, trascurando la trasmissione del calore in direzione verticale per il ridotto spessore del piano.
La presente invenzione intende superare tutti gli inconvenienti citati. In particolare, è scopo dell’invenzione proporre un metodo per il controllo dell’intensità di calore erogato da una sorgente di calore appartenente a un apparato di cottura che sia in grado di evitare o almeno minimizzare la determinazione di tensioni indotte locali sul piano di cottura.
Pertanto, è scopo dell’invenzione proporre un metodo di controllo di tale intensità di calore al fine di evitare rotture locali dovute alle suddette tensioni indotte.
E’ altresì scopo dell’invenzione, proporre un metodo di controllo di tale intensità di calore che permetta comunque di mantenere adeguata la velocità di cottura delle pietanze.
Gli scopi detti sono raggiunti dal metodo di controllo in accordo con la rivendicazione principale.
In particolare, il metodo di controllo dell’invenzione si caratterizza per il fatto di calcolare nel tempo la variazione della differenza tra le temperature rilevate in un primo punto e in un secondo punto del piano di cottura e di ridurre l’intensità di calore erogata dalla sorgente di calore nel caso tale variazione risulti superiore a una soglia massima prestabilita.
Ulteriori caratteristiche del metodo di controllo dell'invenzione vengono descritte nelle rivendicazioni dipendenti.
Fa parte dell’invenzione anche l’apparato di cottura configurato per attuare le fasi del metodo di controllo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in accordo con la rivendicazione 7.
Ulteriori caratteristiche dell’apparato di cottura dell’invenzione vengono descritte nelle rivendicazioni dipendenti dalla rivendicazione 7.
I suddetti scopi, assieme ai vantaggi che verranno menzionati in seguito, saranno evidenziati durante la descrizione di alcune preferite forme esecutive dell'invenzione che vengono date, a titolo indicativo ma non limitativo, con riferimento alle tavole di disegno allegate, dove:
- in fig. 1 si osserva schematicamente la vista dall’alto dell’apparato di cottura dell’invenzione;
- in fig. 2 si osserva schematicamente una vista laterale dell’apparato di cottura dell’invenzione;
- in fig. 3 si osserva un grafico che rappresenta la variazione di temperatura in due punti distinti del piano di cottura dell’apparato di cottura di figg. 1 e 2;
- in fig. 4 si osserva il diagramma di flusso di una prima forma esecutiva preferita del metodo di controllo dell’invenzione;
- in fig. 5 si osserva il diagramma di flusso di una seconda forma esecutiva preferita del metodo di controllo dell’invenzione;
- in fig. 6 si osserva un grafico esemplificativo relativo agli andamenti delle temperature in un primo punto e in un secondo punto del piano di cottura di fig. 1 e 2.
II metodo dell’invenzione, in generale, si prefigge di controllare l’intensità di calore erogato da almeno una sorgente di calore 2 appartenente a un apparato di cottura 1 provvisto di un piano di cottura 3, dove la sorgente di calore 2 è disposta inferiormente a una area circoscritta 4, detta area di cottura 4, dello stesso piano di cottura 3, come si osserva schematicamente in fig. 1 e 2.
Il metodo dell’invenzione, come già evidenziato in precedenza, prevede di calcolare nel tempo la variazione della differenza tra le temperature rilevate in un primo punto Pi e in un secondo punto P∑ del piano di cottura 3 e prevede di ridurre l'intensità di calore erogato dalla sorgente di calore 2 nel caso la suddetta variazione calcolata risulti superiore a una soglia massima prestabilita.
In altre parole, come indicato schematicamente nel grafico di fig. 3, il metodo dell'invenzione prevede di verificare l’inclinazione della retta di congiunzione R tra la variazione nel tempo della temperatura nel suddetto primo punto P-i, indicata con la freccia A, e la variazione nel tempo della temperatura nel secondo tempo P2, indicata con la freccia B. Quindi, ulteriormente, il metodo prevede di confrontare le velocità di variazione delle temperature in entrambi i suddetti punti Pi e P2. Infatti, se tale inclinazione e quindi tale velocità di variazione superano un certo valore massimo prestabilito, nella zona di transizione 5, interposta tra i suddetti due punti Pi e P2nel piano di cottura 3, si potrebbero verificare le suddette tensioni indotte che potrebbero provocare di conseguenza delle rotture del materiale in corrispondenza della stessa zona di transizione 5.
In altre parole, tali rotture si potrebbero verificare se la velocità con cui varia la temperatura nel primo punto Pi è troppo elevata rispetto alla variazione di temperatura, nel medesimo intervallo di tempo, che si verifica nel secondo punto P2.
A tal fine, il metodo prevede di mantenere la suddetta inclinazione inferiore a un certo valore prestabilito, attraverso la riduzione 0 l'azzeramento dell’intensità di calore erogata dalla sorgente di calore 2.
Chiaramente, il metodo dell’Invenzione è maggiormente efficace nell'evitare la comparsa di tali tensioni indotte nelle zone di transizione 5 quando il primo punto Pi viene scelto all’interno della suddetta area di cottura 4 e il secondo punto P2 è scelto esternamente a tale area di cottura 4.
Non è escluso, tuttavia, che secondo forme esecutive alternative dell'invenzione, i suddetti due punti vengano definiti nel piano di cottura 3 in posizioni differenti da quelle sopra indicate, oppure non è escluso che vengano presi in considerazione più di due punti del piano di cottura 3 al fine di eseguire il suddetto calcolo e confronto. Come verrà specificato di seguito, tale calcolo e l'eventuale riduzione dell’intensità del calore erogato dalla sorgente di calore 2 vengono eseguiti, preferibilmente ma non necessariamente, ciclicamente ad intervalli di tempo Δ† predef in it i e fissi.
Per quanto riguarda una prima preferita forma esecutiva del metodo dell’invenzione, il cui diagramma di flusso è rappresentato in fig. 4, la suddetta fase di calcolo prevede di rilevare il valore di temperatura Ti in corrispondenza del primo punto Pi in un primo istante di tempo ti e di rilevare il valore di temperatura T2nello stesso primo punto Pi in un secondo istante di tempo Ϊ2· E’ previsto, inoltre, di rilevare il valore di temperatura T3in corrispondenza del secondo punto P2 nel medesimo primo istante di tempo ti e di rilevare il valore di temperatura T4sempre nel secondo punto P2 nel suddetto istante di tempo Ì2-Quando sono stati rilevati i suddetti quattro valori di temperatura T-i, T2, T3e T4, il metodo dell’invenzione, seconda la prima forma esecutiva preferita, prevede di calcolare la differenza ΔΤ1 tra la temperatura T2e la temperatura T1 e di calcolare la differenza ΔΤ2tra la temperatura T4e detta temperatura T3.
In altre parole, entrambe tali due differenze ΔΤ1e ΔΤ2rappresentano la velocità con cui varia la temperatura rispettivamente nel punto Pi e nel punto P2nel suddetto intervallo di tempo definito chiaramente come Δ† = t2-ti -Infine, il metodo prevede di calcolare la differenza Δ<2>Τ tra le suddette due differenze ΔΤ2e ΔΤ1in modo da definire un indice direttamente proporzionale alla suddetta inclinazione della retta di congiunzione R. Come detto poc’anzi, il metodo poi prevede di confrontare tale indice con un valore di soglia massima Δ<2>Τη3χprestabilito e nel caso tale indice superi tale soglia massima A<2>Tmax, il metodo provvede a ridurre l’intensità di calore erogato dalla sorgente di calore 2.
Nel caso invece tale indice Δ<2>Τ risultasse inferiore al valore di soglia massima A<2>Tmaxprestabilito, il metodo di controllo dell'invenzione prevede di mantenere inalterata l'intensità di calore erogato dalla sorgente di calore 2, in modo da portare la temperatura nel primo dei due punti Pi a regime. Altresì, nel caso in cui, l’indice Δ<2>Τ risultasse inferiore alla soglia massima A<2>Tmaxe durante il ciclo precedente tale intensità di calore erogato avesse subito una riduzione, il metodo dell'invenzione prevede di ristabilire l'intensità di calore ideale per portare a regime il più velocemente possibile la temperatura selezionata dell'utente nel suddetto punto P-i.
Nella situazione più probabile, per i motivi sopra esposti, in cui le sorgenti di calore 2 comprendano delle bobine a induzione 21, il metodo dell'invenzione chiaramente controllerà la potenza elettrica fornita alle stesse bobine 21 al fine di controllare l’intensità di calore erogato da quest’ultime e trasmesso su una pentola disposta superiormente.
Una seconda forma esecutiva preferita del metodo dell’invenzione, il cui diagramma di flusso è rappresentato in fig. 5, prevede in alternativa, una volta rilevati tali quattro valori di temperatura Ti, T2, T3e Τ4, di calcolare la differenza ΔΤ1tra la temperatura T3e la temperatura Ti e di calcolare la differenza ΔΤ2tra la temperatura T4e la temperatura T2. Entrambi tali valori rappresentano lo sbalzo termico che avviene in ciascuno dei due punti Pi e P2in due istanti di tempo ti e t2distinti.
Una volta ottenuti i valori ΔΤ2e ΔΤ1il metodo prevede di calcolare la loro differenza Δ<2>Τ = ΔΤ2- ΔΤ1. Anche in questo caso, sebbene la sequenza di operazioni appena descritta risulti differente rispetto a quella relativa alla prima forma esecutiva dell’invenzione, il risultato è il medesimo, ovvero anche in questo caso l'indice Δ<2>Τ individuato rappresenta l'inclinazione della suddetta retta di congiunzione R.
Pertanto anche in questo caso, la sequenza di operazione descritte per tale seconda forma esecutiva preferita implementa il principio di base del metodo dell'invenzione. In particolare, Δ<2>Τ per entrambe le forme esecutive preferite trattate rappresenta la variazione nel tempo della differenza tra le temperature rilevate in un primo punto Pi e in un secondo punto P2del piano di cottura 3.
Chiaramente, il metodo dell'invenzione, anche per la suddetta forma esecutiva preferita, prevede di ridurre l’intensità di calore erogato dalla sorgente di calore 2 nel caso la differenza Δ<2>Τ risulti superiore alla suddetta soglia massima A<2>Tmaxprestabilita.
Per rendere omogenei i risultati ottenuti dalle due forme esecutive del metodo dell’invenzione fin qui trattate, preferibilmente ma non necessariamente, la differenza Δ<2>Τ, in entrambi i casi, viene calcolata come valore assoluto tra la differenza ΔΤ2e la differenza ΔΤ-ι.
Un esempio operativo del metodo dell'invenzione è rappresentato nel grafico di fig. 6, in cui in ascissa è riportato il tempo e in ordinata i valori di temperatura rispettivamente del punto Pi e del punto P2.
Come si osserva dal grafico, negli intervalli di tempo in cui il valore Δ<2>Τ risulta al di sotto della soglia massima prestabilita A<2>Tmax, come per esempio in Δΐ4e Δΐ5, il metodo dell'invenzione prevede di mantenere costante la potenza elettrica fornita alle bobine a induzione 21 in modo che la temperatura al punto Pi continui ad aumentare regolarmente sino a regime.
Negli istanti in cui, invece, tale valore Δ<2>Τ risulta superiore al valore di soglia massima Δ<2>Τη3χ, come ad esempio in Δΐ2e Δί6, la potenza elettrica fornita alle stesse bobine a induzione 21 viene ridotta e di conseguenza la temperatura al punto Pi nell'intervallo di tempo immediatamente successivo (Δΐ3e Δΐ7) tende a rimanere costante al medesimo valore fino al quel momento raggiunto, in modo da evitare la comparsa delle suddette tensioni indotte.
Ovviamente, come detto in precedenza, nel momento in cui Δ<2>Τ rientra nei parametri prestabiliti, il metodo dell'invenzione prevede di fornire un adeguato valore di potenza elettrica alle bobine a induzione 21 al fine di arrivare al valore di temperatura scelto dall'utente in corrispondenza del punto Pi il più velocemente possibile.
Un ulteriore vantaggio ottenuto con il metodo dell'invenzione, in particolare per il fatto di eseguire il confronto, nel tempo, dei valori di temperatura su due distinti punti Pi e P2del piano di cottura 3, consiste nell’evitare la comparsa di tensioni indotte nelle zone di transizione 5 tra i suddetti due punti Pi e P2senza nel contempo fissare un limite massimo al valore di temperatura assoluto raggiungibile in uno dei due suddetti punti Pi e P2.
Come specificato in precedenza, fa parte dell’invenzione anche l’apparato di cottura 1 provvisto di un piano di cottura 3 e di una sorgente di calore 2 disposta inferiormente a un’area circoscritta del piano di cottura 3, definita area di cottura 4, come rappresentato schematicamente nelle figg. 1 e 2.
Preferibilmente, la sorgente di colore 2 è una bobina a induzione 21. Non è escluso che, secondo differenti forme esecutive dell’invenzione, l'apparato di cottura 1 comprenda più di una sorgente di calore 2.
Ulteriormente, non è escluso che secondo forme esecutive alternative la o le sorgenti di calore 2 possano essere di diversa natura rispetto alla bobina a induzione 21, come per esempio un bruciatore a gas o una resistenza elettrica.
Per quanto riguarda il piano di cottura 3, esso preferibilmente ma non necessariamente è realizzato con materiale lapideo o in materiale ceramico.
Non è escluso, tuttavia, che possa essere scelto un differente materiale tipo di noto per la realizzazione di tale piano di cottura 3. Secondo l’invenzione, tale apparato di cottura 1 comprende un gruppo elettronico di controllo 6 configurato per attuare le fasi del suddetto metodo di controllo secondo quanto descritto poc’anzi.
In particolare, la preferita forma esecutiva dell’invenzione prevede che il gruppo elettronico di controllo 6 comprenda un primo sensore di temperatura 61 disposto inferiormente al piano di cottura 3, all’interno dell’area di cottura 4. In questo modo il primo sensore di temperatura 61 è in grado di rilevare la temperatura del piano di cottura 3 in corrispondenza dell'area di cottura 4 su cui una pentola viene appoggiata e viene riscaldata tramite la bobina a induzione 21.
Inoltre, il gruppo elettronico di controllo 6 comprende anche un secondo sensore di temperatura 62 disposto inferiormente al piano di cottura 3, in corrispondenza di un'area esterna a tale area di cottura 4. In questo caso, il secondo sensore di temperatura 62 è in grado di rilevare la temperatura del piano cottura 3 in un punto esterno a tale area di cottura 4 riscaldato per diffusione del calore generato in corrispondenza della stessa area di cottura 4.
Infine, il gruppo elettronico di controllo 6 è provvisto di una centralina elettronica di controllo 63 operativamente associata al primo e al secondo sensore di temperatura 61 e 62 e alla stessa sorgente di calore 2. Tale centralina elettronica di controllo 63 è configurata per eseguire le suddette fasi del metodo testé descritte.
Infine, la preferita forma esecutiva dell’apparato di cottura 1 dell'invenzione comprende anche mezzi di emissione di radiazioni luminose 7 disposti superiormente al piano di cottura 3 e atti a proiettare un fascio di luce in corrispondenza della suddetta area di cottura 4. Secondo questa preferita forma esecutive, il gruppo elettronico di controllo 6 risulta operativamente associato ai suddetti mezzi di emissione di radiazioni luminose 7 ed è configurato per attivare quest'ultimi quando la sorgente di calore 2 risulta attiva. In questo modo i mezzi di emissione di radiazioni luminose 7 illuminano l'area di cottura 4 quando la sorgente di calore 2, disposta inferiormente, è in grado di generare calore e riscaldare una pentola. Pertanto, la presenza di tali mezzi di emissione di radiazioni luminose 7 consente ad un utente, vantaggiosamente, di capire quando una sorgente di calore 3 è attiva o meno, cosa che non sarebbe altrimenti comprensibile in modo visivo in presenza di piani di cottura realizzati in materiali ceramici o lapidei, in quanto non trasparenti come i vetroceramici.
Secondo la preferita forma esecutiva dell'apparato di cottura 1 dell'invenzione, i suddetti mezzi di emissione di radiazioni luminose 7 sono configurati per proiettare sul piano di cottura 3 il bordo dell'area di cottura 4, preferibilmente di forma circolare o ellittico.
Non è escluso, tuttavia, che secondo forme esecutive alternative dell'invenzione, tali mezzi di emissione di radiazioni luminose 7 siano configurati per proiettare i bordi dell'area di cottura 4 di forme geometriche differenti da quella circolare o ellittica.
Ulteriormente, secondo forme esecutive differenti dell'apparato di cottura 1 dell'invenzione, non è escluso che tali mezzi di emissione di radiazioni luminose 7 siano configurati per proiettare sul piano di cottura 3 forme geometriche piene, e non unicamente i loro bordi. Per quanto riguarda ancora la preferita forma esecutiva dell'invenzione, il gruppo elettronico di controllo 6 è configurato per controllare la variazione dell’intensità delle radiazioni luminose emesse dai mezzi di emissione di radiazioni luminose 7 in modo direttamente proporzionale alla variazione dell’intensità di calore erogato dalla sorgente di calore 2.
In altre parole, nel caso di sorgenti di calore 2 comprendenti delle bobine a induzione 21 , più è elevata la potenza elettrica fornita alle suddette bobine 21 e più sono intense le radiazioni luminose proiettata sul suddetto piano di lavoro 3. In alternativa, potrebbe essere previsto di variare il colore delle suddette radiazioni luminose piuttosto che la loro intensità, purché tale variazione venga attuata in corrispondenza della variazione dell’intensità di calore erogato dalla sorgente di calore 2. Ulteriormente, secondo una differente forma esecutiva potrebbe essere previsto di variare sia l’intensità sia il colore delle suddette radiazioni luminose emesse dai mezzi di emissione di radiazioni luminose 7
Altresì, secondo la preferita forma esecutiva dell'invenzione, tali mezzi di emissione di radiazioni luminose 7 sono configurati per proiettare sul suddetto piano di cottura 3, esternamente all'area di cottura 4, i comandi a disposizione dell'utente e i dati relativi alla temperatura della pentola e dell'area di cottura 4 e alla potenza elettrica fornita alla bobina a induzione 21.
Preferibilmente, i mezzi di emissione di radiazioni luminose 7 comprendono un proiettore luminoso 71.
Non è escluso che secondo una differente forma esecutiva dell'invenzione, l'apparato di cottura 1 possa comprendere i suddetti mezzi di emissione di radiazioni luminose 7 senza, tuttavia, essere configurato per eseguire le fasi del metodo di controllo dell'invenzione, precedentemente descritto.
In base a quanto detto quindi il metodo di controllo e l'apparato di cottura dell'invenzione raggiungono tutti gli scopi prefissati.
In particolare, è raggiunto lo scopo di proporre un metodo per il controllo dell’intensità di calore erogato da una sorgente di calore appartenente a un apparato di cottura in modo da evitare o almeno da minimizzare la determinazione di tensioni indotte locali sul piano di cottura.
E’ altresì raggiunto lo scopo di proporre un metodo di controllo di tale intensità di calore al fine di evitare rotture locali dovute alle suddette tensioni indotte.
Infine, è scopo dell’invenzione proporre un metodo di controllo di tale intensità di calore che permetta comunque di mantenere adeguata la velocità di cottura delle pietanze.
Claims (12)
- RIVENDICAZIONI 1) Metodo per il controllo dell’Intensità di calore erogato da almeno una sorgente di calore (2) appartenente a un apparato di cottura (1) provvisto di un piano di cottura (3), detta sorgente di calore (2) essendo disposta inferiormente a una area di cottura (4) circoscritta di detto piano di cottura (3), detto metodo essendo caratterizzato dal fatto di prevedere le seguenti fasi: - calcolare nel tempo la variazione della differenza tra le temperature rilevate in un primo punto Pi e in un secondo punto P2 di detto piano di cottura (3); - ridurre detta intensità di calore erogato da detta sorgente di calore (2) nel caso detta variazione risulti superiore a una soglia massima A<2>Tmaxprestabilita.
- 2) Metodo secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che detto primo punto Pi è definito all’interno di detta area di cottura (4) e detto secondo punto P2 è definito esternamente a detta area di cottura (4).
- 3) Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta fase di calcolo prevede di: - rilevare il valore di temperatura T ^ in detto primo punto Pi in un primo istante di tempo ti e rilevare il valore di temperatura T2in detto primo punto Pi in un secondo istante di tempo W, - rilevare il valore di temperatura T3in detto secondo punto P2 in detto primo istante di tempo ti e rilevare il valore di temperatura T4in detto secondo punto P2 in detto secondo istante di tempo t2; - calcolare la differenza ΔΤ1 tra detta temperatura T2e detta temperatura T 1 ; - calcolare la differenza ΔΤ2tra detta temperatura T4e detta temperatura T3; - calcolare la differenza Δ<2>Τ tra detta differenza ΔΤ2e detta differenza ΔΤι; e dal fatto che detta fase di riduzione di detta intensità di calore è attuata nel caso detta differenza Δ<2>Τ risulti superiore a detta soglia massima prestabilita A<2>Tmax.
- 4) Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detta fase di calcolo prevede di: - rilevare il valore di temperatura Ti in detto primo punto Pi in un primo istante di tempo ti e rilevare il valore di temperatura T2in detto primo punto Pi in un secondo istante di tempo t2; - rilevare il valore di temperatura T3in detto secondo punto P2in detto primo istante di tempo ti e il valore di temperatura T4in detto secondo punto P2in detto secondo istante di tempo t2; - calcolare la differenza ΔΤι tra detta temperatura T3e detta temperatura T 1 ; - calcolare la differenza ΔΤ2tra detta temperatura T4e detta temperatura T2; - calcolare la differenza Δ<2>Τ tra detta differenza ΔΤ2e detta differenza ΔΤι; e dal fatto che detta fase di riduzione di detta intensità di calore è attuata nel caso detta differenza Δ<2>Τ risulti superiore a detta soglia massima prestabilita Δ Tmax.
- 5) Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 3 o 4, caratterizzato dal fatto che l’intervallo di tempo Δΐ tra detti instanti di tempo ti e t2assume un valore predefinito e fisso.
- 6) Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 3 a 5, caratterizzato dal fatto che detta differenza Δ<2>Τ è calcolata come valore assoluto tra detta differenza ΔΤ2e detta differenza ΔΤι.
- 7) Apparato di cottura (1 ) provvisto di un piano di cottura (3) e di almeno una sorgente di calore (2) disposta inferiormente a un’area di cottura (4) circoscritta di detto piano di cottura (3), caratterizzato dal fatto di comprendere un gruppo elettronico di controllo (6) configurato per attuare le fasi del metodo di controllo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.
- 8) Apparato di cottura (1) secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detto gruppo di elettronico di controllo (6) comprende: - almeno un primo sensore di temperatura (61) disposto inferiormente a detto piano di cottura (3) all’interno di detta area di cottura (4); - almeno un secondo sensore di temperatura (62) disposto inferiormente a detto piano di cottura (3) esternamente a detta area di cottura (4); - una centralina elettronica di controllo (63) operativamente associata a detti primo e secondo sensori di temperatura (61 , 62) e a detta sorgente di calore (2), detta centralina elettronica di controllo (63) essendo configurata per eseguire le fasi del metodo di controllo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 6.
- 9) Apparato di cottura (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 7 o 8, caratterizzato dal fatto che detta almeno una sorgente di calore (2) è una bobina ad induzione (21).
- 10) Apparato di cottura (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 7 a 9, caratterizzato dal fatto che detto piano di cottura (3) è realizzato in materiale lapideo o in materiale ceramico.
- 11) Apparato di cottura (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 7 a 10, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di emissione di radiazioni luminose (7) disposti superiormente a detto piano di cottura (3) e atti a proiettare un fascio di luce su detta area di cottura (4), detto gruppo elettronico di controllo (6) essendo operativamente associato a detti mezzi di emissione di radiazioni luminose (7) ed essendo configurato per attivare detti mezzi di emissione di radiazioni luminose (7) quando detta sorgente di calore (2) risulta attiva.
- 12) Apparato di cottura (1) secondo la rivendicazione 11 , caratterizzato dal fatto che detto gruppo elettronico di controllo (6) è configurato per variare l’intensità e/o il colore delle radiazioni luminose (7) emesse da detti mezzi di emissione di radiazioni luminose (7) in modo direttamente proporzionale alla variazione dell’intensità di calore erogata da almeno una sorgente di calore (2). Per incarico.
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