ITTV980029U1 - Dispositivo di aggancio di una calzatura ad un attrezzo sportivo. - Google Patents

Dispositivo di aggancio di una calzatura ad un attrezzo sportivo. Download PDF

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Description

Descrizione del modello industriale di utilità
Il presente trovato ha per oggetto un dispositivo di aggancio di una calzatura ad un attrezzo sportivo per l’utilizzo dello stesso, tale dispositivo essendo strutturato per consentire, al termine dell’impiego, il distacco della calzatura dall’attrezzo.
Più specificamente, anche se non esclusivamente, il presente trovato riguarda un dispositivo del tipo ora indicato il quale trova particolare e vantaggioso impiego per l’aggancio di una calzatura ad una tavola per snowboard.
E’ comunque evidente che, anche se nella presente descrizione si farà specifico riferimento a questo utilizzo esemplificativo, il dispositivo oggetto del trovato potrà essere usato anche per altri attrezzi o prodotti sportivi quali ad esempio uno sci, un pattino a rotelle, in particolare in linea oppure un pedale di bicicletta.
Tenuto conto delle considerazioni che precedono, il trovato riguarda un dispositivo come più sopra indicato il quale comprende un primo corpo con sporgenze aventi funzione di aggancio, fissato alla calzatura atto ad essere collegato ad un secondo corpo costituito da una parte fissata all’attrezzo ed una seconda parte girevole rispetto alla precedente in contrasto con l’azione di mezzi elastici. Entrambe sono provviste di fori che sono sfalsati nella condizione di aggancio e coassiali nella condizione di distacco.
Il corpo fissato alla calzatura è inoltre idoneo a consentire un’ottimale camminata quando l’attrezzo non è impiegato. Un caso tipico di scarpe utilizzanti questo tipo di sistema è quello delle calzature ad uso sportivo. Nella presente descrizione, per brevità e semplicità espositiva, si farà riferimento a questo tipo di scarpe restando comunque evidente che si tratta anche in questo caso di un esempio non limitativo.
E’ noto che le scarpe del tipo sopra indicato, per il particolare uso ed impiego delle stesse, devono presentare una serie di caratteristiche tecniche tra le quali la capacità di rimanere fissate in maniera sicura ed efficace, ad esempio, ad una tavola da snow-board o altri attrezzi come precisato più sopra.
E’ nota la larga diffusione di dispositivi di aggancio realizzati nel tempo e presenti in commercio necessari a vincolare la calzatura alla tavola. Essi presentano indubbi pregi dal punto di vista della semplicità realizzativa e di impiego. Tuttavia sono scomodi e ingombranti durante la fase di inattività, ad esempio quando l’utilizzatore cammina.
Infatti le calzature che impiegano i dispositivi di aggancio oggi presenti sul mercato, risultano pesanti, ingombranti e di non facile aggancio alla tavola. Esistono inoltre sul mercato sistemi di aggancio realizzati in maniera tale che possono essere applicati ad un solo tipo di scarpa, ad esempio i sistemi di aggancio che vengono adottati per le calzature ottenute per iniezione diretta della suola sulla tomaia.
Esistono pure dei dispositivi di aggancio meccanici molto complicati in termini di concetto e realizzazione· Ciò si traduce in un maggior rischio di mal funzionamento durante l’attività sportiva soprattutto dovuto dal fatto che tali sistemi sono sottoposti a sforzi e sollecitazioni molto forti. Inoltre è elevato il loro costo di realizzazione che si traduce in un maggior prezzo di vendita.
Il compito principale del presente trovato è quello di realizzare un dispositivo di aggancio la cui struttura sia tale da consentire un aggancio sicuro e semplice della scarpa alla tavola anche quando questa è sottoposta a sforzi estremi derivanti dall’attività e che possa essere utilizzato per diversi tipi di costruzione di calzature.
Non ultimo scopo è quello di realizzare un sistema che sia producibile a basso costo, impiegando macchine, attrezzature e tecnologie conosciute ed aumentare in maniera tale lindustrializzazione dei vari elementi.
Tali scopi vengono raggiunti realizzando un dispositivo di aggancio composto da due corpi fissati rispettivamente alla calzatura e all’attrezzo e un corpo intermedio interposto tra i primi due.
Il primo corpo viene fissato alla suola della calzatura e può essere realizzate in materiale metallico quale acciaio o una lega oppure in materiale plastico, generalmente nylon, pebax, poliuretano, ecc. Esso ha una base di appoggio' sulla suola che può essere di qualsiasi forma, ad esempio circolare e presenta, dalla parte opposta a quella di appoggio alla suola una o più protuberanze ricavate dal corpo stesso. Quest’ultimo viene vincolato alla suola tramite mezzi noti di tipo qualsiasi quali ad esempio un sistema di una o più viti o rivetti oppure direttamente annegato nella suola stessa.
Le suddette protuberanze possono avere qualsiasi forma, e per semplicità espositiva, si farà riferimento alla forma semisferica. Esse avranno inoltre la parte estrema che sarà arrotondata ed una scanalatura di una certa profondità sarà presente in tutta o in parte della sua circonferenza. Sullo stesso lato delle protuberanze potrà vantaggiosamente anche essere presente una spalletta dello stesso materiale del primo corpo e ricavata direttamente da questo.
Il secondo corpo avrà la stessa sagoma di quello precedente e, in questo esempio, sarà circolare e realizzato con lo stesso materiale del primo e sarà completamente chiuso per evitare infiltrazioni di neve o altro in modo tale da evitarne il deterioramento e un funzionamento anomalo. Una fàccia del secondo corpo viene vincolata alla tavola con lo stesso sistema del primo corpo tramite viti o rivetti. La seconda faccia presenta uno o più fori o fessure atti ad accogliere le protuberanze presenti nel primo corpo e che saranno corrispondenti a queste.
Il concetto innovativo che sta alla base del presente trovato, come precisato nel seguito, consiste nel fatto che l’aggancio viene realizzato per azione della semplice pressione esercitata dall’utilizzatore allorché intende realizzare l inserimento delle protuberanze o sporgenze del primo corpo nei fori del secondo e del corpo intermedio.
Nella condizione che precede tale inserimento i fori del secondo corpo e quindi del corpo intermedio risultano sfalsati tra loro e l’azione di pressione, che viene attuata dall’utilizzatore, grazie ad una particolare conformazione svasata dei fori dell’elemento intermedio, questa azione comporta una rotazione di quest’ultimo ed un allineamento dei fori che consente l introduzione completa delle sporgenze.
Al termine di tale operazione i mezzi elastici interposti tra il secondo corpo e quello intermedio provvedono a ripristinare la condizione iniziale relativa le due serie di fori che risultano pertanto ancora disassati. In particolare i fori di una serie vanno ad impegnarsi in un incavo o scanalatura perimetrale delle sporgenze realizzandone il bloccaggio.
Una sequenza di fasi in senso inverso si realizza allorché deve essere operato lo sbloccaggio del dispositivo e ciò viene agevolmente realizzato rendendo temporaneamente allineati i fori di cui è questione permettendo la fuoriuscita delle sporgenze.
Le caratteristiche nonché i vantaggi del dispositivo secondo il presente trovato risulteranno evidenti dalla seguente dettagliata descrizione di una sua forma realizzativa non limitativa fatta con riferimento alle figure allegate delle quali:
la figura 1 è una vista schematica laterale complessiva del dispositivo di aggancio secondo il presente trovato;
la figura 2 è una vista in pianta del primo corpo del dispositivo dalla parte di appoggio e fissaggio alla suola della calzatura;
la figura 3 è una vista in pianta del primo corpo suddetto dal lato del collegamento e aggancio al secondo corpo;
la figura 4 è una vista in sezione trasversale del primo corpo secondo la sezione IV-IV della figura 3;
la figura 5 è una vista in pianta del secondo corpo del dispositivo dalla parte di aggancio al primo corpo di cui alle figure precedenti;
la figura 6 è una vista in pianta del secondo corpo suddetto sul lato opposto a quello della figura 5;
la figura 7 è una vista in pianta dell’elemento intermedio o controdisco dalla parte in cui viene agganciato il primo corpo di cui alle figure da 1 a 4;
la figura 8 è una vista in pianta dell’elemento intermedio suddetto dal lato opposto al precedente;
la figura 9 è una vista schematica laterale ed in sezione trasversale del primo corpo del dispositivo secondo il trovato;
la figura 10 è una vista schematica in sezione trasversale del controdisco del dispositivo di aggancio secondo il trovato secondo la sezione X-X della figura 8.
Con riferimento alle figure suddette ed in particolare alla figura 1, il dispositivo di aggancio secondo il trovato comprende un primo corpo indicato nel complesso con 1, il quale è destinato ad essere fissato alla suola di una calzatura particolarmente di tipo sportivo la quale viene rappresentata in modo schematico con linea tratteggiata nella figura 1 e indicata nel complesso con 1a.
Il dispositivo comprende inoltre un secondo corpo di connessione, indicato nel suo complesso con 2, il quale è destinato ad essere fissato ad un attrezzo sportivo in genere, quale ad esempio una tavola da snow-board rappresentata con linea tratteggiata in modo schematico nella figura 1 e indicata con 2a.
Il dispositivo di aggancio comprende infine un elemento intermedio denominato nel seguito per brevità come controdisco poiché cooperante con il primo corpo 1 sostanzialmente discoidale, il quale è indicato nel suo complesso con 3.
Anche se il dettaglio di cui si dirà ora non rientra nel concetto innovativo del presente trovato, sia il primo corpo 1 che il secondo corpo 2, costituiti entrambi da un corpo discoidale, saranno fissati in modo tradizionale qualsiasi quale ad esempio prevedendo dei rivetti di fissaggio 4, rispettivamente alla calzatura la e alla tavola 2a.
Facendo ora particolare riferimento anche alle figure da 2 a 4 viene descritto in dettaglio il primo corpo 1 del dispositivo di aggancio secondo il presente trovato.
Come si può apprezzare il primo corpo 1 è costituito da un corpo sostanzialmente appiattito e discoidale 5 il quale, nella forma realizzativa esemplificativa considerata, ha una forma sostanzialmente circolare che non deve essere limitativa. Tale corpo infatti è destinato ad essere fissato alla suola la per cui la sua forma perimetrale non rientra nell’ambito del trovato. H corpo discoidale S è provvisto, sul suo contorno, di una serie di appendici sporgenti radialmente 6 opportunamente forate le quali consentono l’applicazione dei rivetti di bloccaggio 4 per il fissaggio del primo corpo 1 alla suola la.
Ulteriormente, il primo corpo 1 presenta sulla sua parte opposta a quella fissata alla suola 1a, una serie di sporgenze o protuberanze indicate ciascuna con 7 le quali sono più visibili nelle figure 3 e 4. Tali sporgenze 7 sono in numero di tre nella forma realizzativa considerata ma è evidente che il loro numero può essere utilmente modificato senza uscire dallambito del presente trovato essendo rilevante sotto questo aspetto la loro sagomatura e conformazione che sarà spiegata qui di seguito con riferimento alle figure I e 4.
Da tali figure si vede che ciascuna delle sporgenze 7 si estende con il proprio asse longitudinale sostanzialmente perpendicolare al piano del corpo discoidale S.
A partire da tale corpo 5 le sporgenze 7 presentano una prima porzione sostanzialmente cilìndrica 7a, una scanalatura perimetrale 7b ed una porione di estremità 7c la quale si raccorda senza soluzione di continuità sulla sua parte iniziale con la scanalatura perimetrale 7b.
La parte terminale 7c di ciascuna delle sporgenze 7 è inoltre di forma essenzialmente semisferica e tale forma, non limitativa, è destinata a consentire, unitamente alla scanalatura perimetrale 7b, un accoppiamento a scatto delle sporgenze 7 con il secondo corpo 2 del dispositivo secondo il trovato. Questa operazione si verifica nella fase di aggancio del primo corpo I al secondo corpo 2.
Facendo ora riferimento alle figure 5 e 6 è possibile apprezzare che il secondo corpo 2 è anche esso costituito da un corpo sostanzialmente appiattito e discoidale 8 pure di forma essenzialmente circolare. Tale forma non riveste carattere limitativo poiché il secondo corpo 2 è destinato ad essere fissato all’attrezzo sportivo, ovvero la tavola 2a.
Il fissaggio viene ottenuto anche in questo caso tramite l’applicazione di noti rivetti 4 visibili nelle figure 1 e 4 che vengono inseriti in opportune appendici forate 9 del secondo corpo 2 sporgenti radialmente da quest’ultimo.
Secondo una delle caratteristiche del presente trovato, il secondo corpo 2 è provvisto di una serie di passaggi o fori 10 i quali sono in numero pari a quello delle sporgenze 7 del primo corpo 1 essendo destinati a ricevere tali sporgenze.
Secondo un’ulteriore caratteristica del trovato il diametro di tali fori 10 è sostanzialmente uguale o leggermente maggiore di quello della sezione traversale delle sporgenze 7, in particolare delle loro parti cilindriche 7a e parti sagomate di estremità 1e.
In questo modo tali sporgenze 7, a riguardo dei soli fori 10, sono liberamente intraducibili ed estraibili dagli stessi, l’aggancio vero e proprio del dispositivo venendo realizzato in particolare grazie all’associazione al primo corpo 1 e al secondo corpo 2 dell’elemento intermedio o controdisco 3 descritto qui di seguito con particolare riferimento alle figure da 7 a 10. Facendo particolare riferimento a tali figure viene ora descritto in dettaglio l’elemento intermedio o controdisco 3 il quale è l’unico elemento mobile, in particolare girevole, del dispositivo secondo i trovato. Le sue rotazioni consentono, allorché attuate in una prima direzione, l aggancio della calzatura alla tavola, mentre, in senso inverso, ne consentono il distacco. Con riferimento a tali figure ma tenendo conto anche della figura 1, è possibile apprezzare che detto elemento intermedio 3 è costituito da un corpo appiattito e discoidale 12 il quale è provvisto di fori o passaggi 14 in numero pari a quello dei fori 10 del secondo corpo 2 e angolarmente distribuiti allo stesso modo sostanzialmente lungo la circonferenza.
Anche i fori 14 sono destinati a ricevere le sporgenze 7 del primo corpo 1 e più prerasamente tali fori 14 spostabili angolarmente in senso rotatorio rispetto ai fori 10, consentono da un lato l’inserimento delle sporgenze e il loro aggancio al secondo corpo 2, mentre dall’altro lato ne consentono il distacco allorché vengono fatti ruotare in senso opposto.
Le suddette rotazioni del controdisco 3 sono coordinate e assistite dall’azione di una molla di controllo e azionamento 16 la cui parte centrale è avvolta a elica su un perno 18 di cui è provvisto il secondo corpo 2 come si vede dalla figura 9. Il perno o sporgenza 18 sporge perpendicolarmente al piano del corpo discoidale 8 del secondo corpo 2 dal lato della tavola per snow-board 2.
Si nota ulteriormente che il perno 18 è provvisto, in una sua zona intermedia, di una gola periferica 20 la quale è destinata ad alloggiare e trattenere, tramite mezzi noti qualsiasi, l’estremità a elica della molla di azionamento 16.
Guardando ora le figure 1 e 8 è possibile vedere come i due rami 16a e 16b della molla 16 che si estendono radialmente a partire dal perno 18 vanno ad introdursi con le loro estremità in una opportuna sede rispettivamente 18a e 18b dell’elemento intermedio 3. In questo modo tale elemento 3 risulta girevole rispetto al secondo corpo 2 in contrasto con l’azione della molla 16 la quale, una volta venuta a cessare l’azione di comando della sua rotazione, riporta il secondo corpo 2 nella sua posizione iniziale.
Come indicato sopra le rotazioni del secondo corpo 2 secondo una prima direzione consentono l’inserimento delle sporgenze 7 del primo corpo 1 entro i fori 10 e 14 rispettivamente del secondo corpo 2 e dell’elemento intermedio 3, mentre le rotazioni in senso opposto consentono la fuoriuscita delle sporgenze dai fori suddetti.
Si tratta di due condizioni di lavoro nella prima delle quali i fori 10 e 14 del primo corpo 2 e dell’elemento intermedio 3 vengono portati, per azione di pressione esercitata dallo stesso utilizzatore, sostanzialmente coassiali tra loro e tale rotazione può essere agevolmente provocala inserendo le sporgenze 7 nei fori suddetti. La forma svasata e bombata della parte terminale 7c delle sporgenze 7 consente tale introduzione per cui i fori 10 e 14 che inizialmente sono sfalsati tra loro, vengono portati in condizione coassiale per l’introduzione della parte di estremità 7c delle sporgenze 7 mentre, per azione della molla 16, vengono riportati nella condizione iniziale in cui sono sfalsati nella quale i fori 14 dell’elemento intermedio 3 trattengono le parti terminali 7c delle sporgenze 7 all’interno del secondo corpo 2. In questa condizione si verifica il bloccaggio temporaneo o l’aggancio del primo colpo 1 al secondo corpo 2 con conseguente bloccaggio della calzatura 1 alla tavola 2.
H distacco del primo dal secondo corpo 1, 2 può essere agevolmente ottenuto facendo ruotare l’elemento intermedio o controdisco 3 in senso inverso al precedente in modo da riportare i fori 10, 14 in una condizione sostanzialmente coassiale cosi che le sporgenze 7 possono essere liberate ed estratte dal secondo corpo 2 consentendo quindi il disimpegno della calzatura 1 rispetto alla tavola 2.
L’azione di cui si è detto ora può agevolmente essere ottenuta dallo stesso utilizzatore causando una rotazione del controdisco 3. Ciò può essere ottenuto, nella forma realizzativa illustrata, tramite una leva di azionamento 24 sporgente radialmente dall’elemento intermedio 3 la quale è azionabile in un modo noto qualsiasi dallo stesso utilizzatore che può pertanto agevolmente ottenere il disimpegno e lo sbloccaggio del dispositivo in qualsiasi momento egli Io desideri. La rotazione sarà di una ampiezza molto limitata per cui all’utilizzatore non viene richiesto un particolare impegno per ottenere il passaggio dalla condizione di aggancio a quella sbloccata. Secondo una ulteriore caratteristica vantaggiosa del dispositivo secondo il trovato, si è potuto constatare che il passaggio alla condizione di aggancio del dispositivo viene ottenuta mediante linserimento delle sporgenze 7 nei fori 10 e 14 e ciò viene attuato daH’utilizzatore esercitando una azione di pressione con la calzatura 1, e quindi con le sporgenze 7, sul secondo corpo 2 e l’elemento intermedio 3. Per facilitare linserimento delle sporgenze 7 nei fori ora menzionati, come si rileva in particolare dalla figura 10, il bordo perimetrale superiore 26 di ciascuno dei fori 14 dell’elemento intermedio 3 è leggermente svasato cosi che il profilo curvilineo bombato della parte terminale 7c delle sporgenze 7 possa essere, con leggero forzamento, introdotta nei fori 14. Una volta ottenuta questa condizione, l’elemento intermedio si riporta, per azione della molla 16, nella condizione iniziale realizzando l’aggancio e il bloccaggio temporaneo del dispositivo.
Ancora secondo una ulteriore caratteristica del dispositivo secondo il trovato, il primo corpo 1 presenta sul proprio contorno perimetrale come risulta dalle figure 1, 3 e 4, una serie di parti in rilievo 28 disposte sulla medesima faccia delle sporgenze 7 le quali costituiscono un mezzo di guida e centraggio del primo corpo 1 rispetto al secondo corpo 2 per posizionare con estrema facilità le sporgenze 7 allineate ed in corrispondenza dei fori 10 e 14. Sotto questo aspetto vale la pena di apprezzare che le parti in rilievo 28 sono sostanzialmente costituite ciascuna da un arco di corona circolare che si estende sul contorno del primo corpo 1 e quindi è destinata a entrare in contatto con il contoro del secondo corpo 2. A tale scopo le sporgenze 28 sono distribuite, con le loro pareti interne, lungo una circonferenza avente un diametro leggermente maggiore del diametro esterno del secondo corpo 2 cosi da permettere il centraggio suddetto.
Nella forma realizzativa illustrata le parti in rilievo 28 sono quattro distribuite equidistanziate angolarmente sul contorno del primo corpo 1. E’ tuttavia evidente che il loro numero potrebbe essere diverso poiché il compito loro affidato è quello di centraggio per l inserimento sopra indicato delle sporgenze 7.
Il funzionamento del dispositivo secondo il trovato risulta estremamente semplice ed è desumibile da quanto esposto in precedenza. Si ritiene tuttavia necessario puntualizzare alcuni aspetti particolarmente vantaggiosi del dispositivo che rendono agevole il suo impiego da parte dell’utilizzatore. Sotto questo aspetto è sufficiente porre attenzione alle due seguenti condizioni di funzionamento corrispondenti rispettivamente all’aggancio del primo al secondo corpo e al suo distacco:
1. il bloccaggio temporaneo del primo corpo 1 al secondo corpo 2 si realizza tramite una semplice azione di pressione impartito dal’utilizzatore alla scarpa cosi che le parti terminali 7c delle sporgenze 7, agendo sulle porzioni svasate 26 del controdisco 3, rendano coassiali i fori 10 e 14 previsti sul secondo corpo 2 e sul controdisco 3 permettendo rinserimento delle sporgenze 7. Questa rotazione, peraltro limitata, del controdisco 3, si realizza grazie alla previsione della molla 16;
2. l’operazione di sbloccaggio e distacco viene semplicemente realizzata mediante una rotazione di senso opposto al precedente del controdisco 3 agendo sulla sua appendice o leva di comando 24. In questo modo i fori 10 e 14 vengono resi nuovamente coassiali permettendo l’estrazione delle sporgenze 7. L’entità della rotazione ora considerata verrà limitata da opportuni mezzi di fine corsa previsti ad esempio sul secondo corpo 2 oppure sulla piastra 2a.
E’ chiaro infine che varianti e/o modifiche strutturalmente equivalenti potranno essere apportate al dispositivo secondo il trovato, senza per questo uscire dal suo ambito di protezione.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di aggancio di una calzatura ad un attrezzo sportivo per l'utilizzo dello stesso e atto a consentirne il distacco allorché l'attrezzo non viene impiegato, caratterizzato dal fatto di comprendere un primo corpo (1) che viene fissato alla suola (la) della calzatura ed è provvisto, sulla sua faccia in vista, di una serie di sporgenze sagomate (7); un secondo corpo (2) che viene fissato all’attrezzo sportivo (2a) ed è provvisto di una serie di fori (10) ugualmente distribuiti ed in numero pari a quello delle suddette sporgenze (7) atti a permettere il passaggio al loro interno di tali sporgenze; un elemento intermedio (3), girevole rispetto a detto secondo corpo (2) e provvisto di una serie di fori (14) distribuiti ugualmente ed in numero pari a quello delle sporgenze (7) del primo corpo, tale corpo intermedio essendo spostabile tra una prima posizione nella quale detti fori (10, 14) sono disassati tra loro trattenuti da mezzi elastici (16), ed una seconda posizione ottenibile in contrasto con detti mezzi elastici (16) nella quale detti fori (10, 14) sono stati resi coassiali tra loro.
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazone 1, caratterizzato dal fatto che detta posizione in cui i fori (10, 14) sono disassati tra loro è la posizione di aggancio della calzatura (la) all’attrezzo (2a).
  3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta seconda posizione in cui i fori (10, 14) sono coassiali tra loro è la posizione in cui è consentito il distacco della calzatura (la) dall’attrezzo (2a) mediante fuoriuscita delle sporgenze (7) da detti fori (10, 14).
  4. 4. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le sporgenze (7) presentano una porzione essenzialmente cilindrica (7a) a partire dalla faccia in vista del primo corpo (1), nonché una porzione di estremità essenzialmente bombata (7c) e arrotondata, dette porzioni (7a, 7c) essendo collegate tra loro senza soluzione di continuità da una scanalatura perimetrale (7b).
  5. 5. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che i fori (14) dell’elemento intermedio (3) presentano, dal lato di inserimento delle sporgenze (7), un bordo svasato (26) costituente un invito all’inserimento delle sporgenze (7).
  6. 6. Dispositivo secondo la rivendicazone 1, caratterizzato dal fatto che il primo corpo (1) presenta, dal lato delle sporgenze (7), una serie di rilievi (28) atti a costituire un mezzo per il suo centraggio rispetto a detto secondo corpo (2).
  7. 7. Dispositivo secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detti rilievi (28) del primo corpo (1) sono disposti sostanzialmente in corrispondenza del suo contorno perimetrale.
  8. 8. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi elastici sono essenzialmente costituiti da una molla (16) avente una porzione centrale avvolta su un perno (18) di cui è provvisto il secondo corpo (2) le cui estremità (16a, 16b) risultano in impegno con il corpo intermedio (3).
  9. 9. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il corpo intermedio (3) presenta una porzione sporgente (24) atta a permettere il comando delle sue rotazioni dall’esterno del dispositivo.
  10. 10. Dispositivo secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che le estremità (16a, 16b) della molla (16) sono inserite rispettivamente in una sede (18a, 18b) dell’elemento intermedio (3).
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