ITTO20120540A1 - Macchina e metodo per l'equilibratura delle ruote di un veicolo - Google Patents

Macchina e metodo per l'equilibratura delle ruote di un veicolo Download PDF

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ITTO20120540A1
ITTO20120540A1 IT000540A ITTO20120540A ITTO20120540A1 IT TO20120540 A1 ITTO20120540 A1 IT TO20120540A1 IT 000540 A IT000540 A IT 000540A IT TO20120540 A ITTO20120540 A IT TO20120540A IT TO20120540 A1 ITTO20120540 A1 IT TO20120540A1
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IT
Italy
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balancing
machine
rim
wheel
light
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Franco Magnani
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M & B Engineering S R L
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Description

“MACCHINA E METODO PER L’EQUILIBRATURA DELLE RUOTE DI UN VEICOLO†.
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad una macchina ed ad un metodo per l’equilibratura delle ruote di un veicolo.
Come à ̈ noto, per effettuare l equilibratura di una ruota occorre applicare sul relativo cerchione delle masse di compensazione opportunamente calcolate.
Tale operazione prevede l’identificazione di almeno un piano di equilibratura ortogonale all’asse della relativa mota e che intercetta sulla stessa un corrispondente profilo di equilibratura.
In particolare, per effettuare l’equilibratura statica di una ruota à ̈ sufficiente identificare un solo piano di equilibratura, mentre per effettuare l equilibratura dinamica occorre individuare due piani di equilibratura tra loro distanziati lungo l’asse della ruota.
Ciascun piano di equilibratura, e quindi anche il relativo profilo, viene identificato individuando alcuni parametri geometrici caratteristici del cerchione da equilibrare, quali il diametro in corrispondenza del piano di equilibratura e la distanza di quest’ultimo da un punto di riferimento fisso della macchina equilibratrice.
L’identificazione del piano o dei piani di equilibratura può essere eseguita contattando direttamente il cerchione in corrispondenza del profilo lungo il quale si vogliono posizionare le masse di compensazione mediante un tastatore meccanico. Un sistema di misura elettronico rileva la posizione del tastatore meccanico rispetto ad un sistema di riferimento predefinito e trasmette le informazioni rilevate ad un’unità di elaborazione dati.
In alternativa, i piani di equilibratura possono essere identificati in modo del tutto automatico mediante un dispositivo elettronico che, effettuando una scansione completa del profilo del cerchione, Ã ̈ in grado di individuare i piani di equilibratura ideali.
Più in dettaglio, dopo avere identificato i piani di equilibratura, la ruota da equilibrare viene portata in rotazione attorno al relativo asse e mezzi di calcolo elettronici collegati ad un dispositivo di misura appartenente alla macchina equilibratrice misurano il peso delle masse di compensazione da applicare e la loro posizione angolare lungo il relativo profilo di equilibratura.
Successivamente l’operatore provvede ad applicare le masse di compensazione lungo il profilo di equilibratura del relativo cerchione in corrispondenza del punto di applicazione identificato.
Per facilitare l’esecuzione di questa fase viene generalmente utilizzato uno strumento che individua sul cerchione una zona di riferimento fissa rispetto alla macchina equilibratrice ed in corrispondenza della quale si intende applicare le masse di compensazione. L’unità di elaborazione dati à ̈ opportunamente programmata per confrontare la posizione angolare del punto di applicazione calcolato con quello della zona di riferimento.
Nel momento in cui l’unità di elaborazione dati segnala che le zone di applicazione calcolate si trovano in corrispondenza della zona di riferimento preimpostata, l’operatore procede ad applicare le masse di compensazione al cerchione.
L’elemento di riferimento sopraccitato può essere lo stesso tastatore meccanico descritto in precedenza, la cui posizione viene quindi riconosciuta dal sistema di misura elettronico della macchina equilibratrice oppure può essere costituito da un raggio laser.
In quest’ultimo caso, la macchina equilibratrice comprende un braccetto mobile parallelamente all’asse della ruota da equilibrare e provvisto di una sorgente luminosa che emette un raggio luminoso lungo una direzione fissa e predefinita rispetto alla macchina equilibratrice. Tale braccetto mobile si sposta dunque in traslazione rispetto al cerchione in modo tale che il suo raggio luminoso intercetti i profili di equilibratura identificati. Anche in questo caso, l’operatore provvederà ad applicare le masse di compensazione in corrispondenza della zona individuata dal raggio laser quando questa si troverà angolarmente allineata con le zone di applicazione calcolate sul relativo profilo di equilibratura.
Queste macchine per l’equilibratura delle ruote presentano alcuni inconvenienti.
Le macchine di tipo noto non consentono, infatti, di identificare in modo agevole e pratico la zona di riferimento in corrispondenza della quale si desidera applicare le masse di compensazione.
Si fa notare, infatti, che nel caso in cui si utilizza il tastatore meccanico, l’operatore deve mantenere in posizione il tastatore stesso per effettuare una rilevazione precisa ed al contempo esercitare la forza necessaria per applicare le masse di compensazione. Inoltre, generalmente, i tastatori meccanici sono configurati in modo che contattano il cerchione in una zona scarsamente accessibile alla vista dell’operatore, rendendo così l operazione di applicazione delle masse di compensazione ancora più difficoltosa.
D’altra parte le macchine equilibratrici note che sono provviste del braccetto mobile supportante una sorgente luminosa risultano complesse dal punto di vista realizzativo e, di conseguenza, costose sotto il profilo economico. Ciò à ̈ dovuto al fatto che tali macchine devono essere provviste di un meccanismo atto a movimentare il braccetto supportante la sorgente luminosa in avvicinamento e allontanamento dal cerchione.
Inoltre, si fa notare che tale braccetto altera con il suo movimento l’ingombro della macchina equilibratrice e si muove all’interno di uno spazio generalmente sfruttato dall’operatore per intervenire sul cerchione. Ne risulta, quindi, che il braccetto mobile può interferire con Γ attività dell’operatore complicando la procedura di applicazione delle masse di compensazione.
Il compito principale della presente invenzione à ̈ quello di escogitare una macchina per l’equilibratura delle ruote di un veicolo che consenta di agevolare, rispetto alle macchine di tipo noto, la procedura di applicazione delle masse di compensazione sul cerchione della ruota da equilibrare.
All’ interno di questo compito, uno scopo del presente trovato à ̈ quello di escogitare una macchina che consenta di identificare in modo semplice e pratico la zona di riferimento in corrispondenza della quale l’operatore intende applicare le masse di compensazione sul cerchione.
Uno scopo del presente trovato à ̈ quello di escogitare una macchina che sia più semplice sotto il profilo costruttivo e che, quindi, presenti anche minor costo rispetto alle macchine di tipo noto che prevendono l’utilizzo di un raggio luminoso per l’identificazione della zona di riferimento sopraccitata. Un altro scopo ancora à ̈ quello di escogitare una macchina che consenta di identificare sul cerchione la zona di riferimento in corrispondenza della quale si desidera applicare le masse di compensazione senza interferire in alcun modo con le attività dell’operatore.
Altro scopo del presente trovato à ̈ quello di escogitare una macchina per l’equilibratura delle mote di un veicolo che consenta di superare i menzionati inconvenienti della tecnica nota nell’ambito di una soluzione semplice, razionale, di facile ed efficace impiego e dal costo contenuto. Gli scopi sopra esposti sono raggiunti dalla presente macchina per l’equilibratura delle ruote di un veicolo, comprendente:
- un telaio di supporto;
- almeno un albero associato mobile in rotazione a detto telaio e destinato a supportare una ruota da equilibrare di un veicolo;
- mezzi di identificazione di almeno un piano di equilibratura disposto sostanzialmente ortogonale all’asse della ruota e che individua un profilo di equilibratura sul relativo cerchione;
- mezzi di misura dello squilibrio della mota;
- almeno un dispositivo ottico atto ad emettere un raggio luminoso che individua un punto luminoso sulla superficie del cerchione, dove detto punto luminoso à ̈ atto ad identificare una posizione di riferimento fissa rispetto alla macchina stessa ed in corrispondenza del quale l’operatore desidera applicare le masse di compensazione dello squilibrio della ruota; detto dispositivo ottico comprendendo mezzi di movimentazione del raggio luminoso azionabili per portare detto punto luminoso in corrispondenza di detto profilo di equilibratura;
caratterizzata dal fatto che detti mezzi di movimentazione sono atti a ruotare detto raggio luminoso rispetto a detto cerchione attorno ad un relativo asse.
Altre caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, di una macchina per l equilibratura delle ruote di un veicolo, illustrata a titolo indicativo, ma non limitativo, nelle unite tavole di disegni in cui:
la figura 1 Ã ̈ una vista prospettica di una macchina secondo il trovato; la figura 2 Ã ̈ una vista in sezione di una porzione della macchina di figura 1 ; la figura 3 Ã ̈ un ingrandimento in vista prospettica di un particolare della macchina di figura 2;
la figura 4 Ã ̈ uno schema funzionale della macchina di figura 1.
Con particolare riferimento a tali figure, si à ̈ indicato globalmente con 1 una macchina per l’equilibratura delle ruote di un veicolo mediante masse di compensazione.
La macchina 1 comprende un telaio 2 di supporto al quale à ̈ associato un albero 3 mobile in rotazione attorno ad un relativo asse. Il telaio 2 supporta generalmente mezzi motori atti a portare in rotazione l’albero 3.
L’albero 3 à ̈ destinato a supportare coassialmente una mota 10 da equilibrare la quale à ̈ mantenuta in posizione mediante mezzi di fissaggio non rappresentati nelle figure.
Con il termine ruota qui utilizzato si intende il complesso costituito dal cerchione 11 e dal pneumatico 12 montato sul cerchione stesso. L’asse della ruota à ̈ identificato con il numero di riferimento IOa nelle figure.
Il cerchione 1 1 à ̈ a sua volta costituito da una porzione radiale 13, provvista di un foro centrale per l’accoppiamento con gli organi del veicolo ed attraverso il quale viene inserito l’albero 3, ad una porzione sostanzialmente cilindrica 14 sulla cui superficie esterna viene applicato il pneumatico 12.
La superficie interna della porzione cilindrica 14 presenta almeno due zone 14a e 14b destinate ad essere rivolte, rispettivamente, verso l’interno e verso l’esterno quando la mota 10 à ̈ montata sul veicolo. Preferibilmente la prima zona 14a ha diametro maggiore della seconda zona 14b.
Come sopra anticipato, il cerchione 11 viene calzato sull’albero 3 attraverso il foro ricavato sulla sua porzione radiale 13 e viene bloccato rispetto all’albero stesso mediante i mezzi di fissaggio.
Opportunamente, la macchina 1 comprende un carter 4 di protezione associato al telaio 2 e movimentabile per rivestire almeno la porzione superiore della mota 10 al fine di proteggere l’incolumità dell’operatore. La macchina 1 comprende, poi, mezzi di mezzi di identificazione 5 di almeno un piano di equilibratura disposto sostanzialmente ortogonale all’asse 10a della mota e che individua almeno un profilo di equilibratura 6 sul relativo cerchione 11. Il profilo di equilibratura 6 corrisponde, quindi, all’intersezione tra il piano di equilibratura ed il cerchione 11 ed identifica l’insieme dei punti lungo il quale si intende posizionare le masse di equilibratura atte a compensare lo squilibrio della mota.
Nella particolare, ma non limitativa, forma di realizzazione rappresentata nelle figure, i mezzi di identificazione 5 comprendono un tastatore meccanico mobile rispetto al telaio 2 sia in traslazione, lungo una direzione di spostamento 5a, sia in rotazione, attorno ad un relativo asse 5b.
Il profilo di equilibratura 6 corrisponde quindi alla circonferenza derivante dallintersezione del piano di equilibratura disposto ortogonalmente all’asse 10a della mota 10 e passante per il punto di contatto tra il tastatore 5 ed il cerchione 11 con il cerchione stesso.
I mezzi di identificazione 5 sono operativamente collegati ad un’unità di elaborazione 7 atta a rilevare la posizione del piano di equilibratura, e quindi del relativo profilo 6, rispetto ad un sistema di riferimento predefinito e fisso rispetto alla macchina 1, identificato nelle figure 2 e 4 con il numero di riferimento 8. L’unità di elaborazione 7 identifica quindi il profilo di equilibratura 6 corrispondente al punto di contatto del tastatore 5 con la superficie interna della porzione cilindrica 14.
Non si escludono, tuttavia, alternative forme di realizzazione nelle quali i mezzi di identificazione 5 comprendono mezzi di scansione del profilo del cerchione 11, anche detti mezzi di pick up.
La macchina 1 comprende mezzi di misura dello squilibrio della mota 10. Più particolarmente, tali mezzi di misura (che non vengono mostrati in dettaglio nelle figure e che sono di tipo noto al tecnico del settore) comprendono dei mezzi trasduttori di forza atti a misurare lo squilibrio della ruota 10 quando questa viene posta in rotazione attorno all’albero 3, I mezzi di misura sono anch’essi operativamente collegati all’unità di elaborazione 7.
L’unità di elaborazione 7 comprende, poi, mezzi di calcolo 9 del peso delle masse di compensazione da applicare lungo il profilo di equilibratura 6 e la loro posizione angolare lungo il profilo stesso. I mezzi di calcolo 9 individuano quindi almeno un punto di applicazione delle masse di compensazione, identificato con il numero di riferimento 15 in figura 3, lungo il profilo di equilibratura 6. L’unità di elaborazione 7 à ̈ quindi atta ad elaborare le informazioni ricevute dai mezzi di identificazione 5 e dai mezzi di misura, a calcolare il peso e la corretta posizione angolare lungo il profilo di equilibratura 6 delle masse di compensazione. I punti di applicazione 15 delle masse di compensazione possono anche essere più di uno e, in una particolare forma di realizzazione, la loro posizione può essere preimpostata dall’operatore, un apposito software suddividendo il peso delle masse di compensazione da applicare in ciascun punto impostato. L’unità di elaborazione 7 rileva pertanto anche la posizione angolare del punto di applicazione 15 rispetto al sistema di riferimento 8, la posizione del relativo piano di equilibratura essendo già nota.
La macchina 1 comprende anche un dispositivo ottico 16 atto ad emettere un raggio luminoso, identificato nelle figure da 2 a 4 con il numero di riferimento 17, che individua sul cerchione 11 un punto luminoso 18. Il punto luminoso 18 corrisponde quindi alla proiezione del raggio luminoso 17 sul cerchione 11 e la sua dimensione à ̈ funzione della conformazione e dell’inclinazione del raggio luminoso stesso. Tale punto luminoso 18 à ̈ atto ad identificare una posizione di riferimento fìssa rispetto alla macchina 1 ed in corrispondenza della quale l’operatore intende applicare le masse di compensazione.
Vantaggiosamente, la posizione di riferimento à ̈ preimpostata dall’operatore in funzione della accessibilità alla superficie interna del cerchione 11. Preferibilmente, la posizione di riferimento viene scelta in corrispondenza della zona inferiore del cerchione 11. Più in dettaglio, viene preimpostata una linea di riferimento 19 fissa rispetto alla macchina 1 ed intersecante il cerchione 11 e la posizione di riferimento corrisponde all’intersezione del profilo di equilibratura 6 con tale linea di riferimento 19. La posizione della linea di riferimento 19 viene ad esempio preimpostata nella memoria dell’unità di elaborazione 7.
La macchina 1 comprende, inoltre, mezzi di movimentazione 20 del raggio luminoso 17 rispetto al cerchione 11 atti a portare il punto luminoso 18 in corrispondenza del profilo di equilibratura 6.
Anche il dispositivo ottico 16 à ̈ operativamente collegato all’unità di elaborazione 7.
L’unità di elaborazione 7 à ̈ quindi in grado di conoscere e confrontare la posizione del piano di equilibratura, del punto di applicazione 15 e del punto luminoso 18 rispetto al sistema di riferimento 8.
L’unità di elaborazione 7 comprende mezzi di comando 21 atti ad azionare i mezzi di movimentazione 20 in modo da portare il punto luminoso 18 in corrispondenza del profilo di equilibratura 6 in funzione delle loro rispettive posizioni.
Opportunamente, l’unità di elaborazione 7 à ̈ atta ad attivare dei mezzi di segnalazione, di tipo acustico e/o visivo, nel momento in cui la posizione del punto di applicazione 15 corrisponde con la posizione di riferimento predefinita dall’operatore, ovvero con la posizione del punto luminoso 18. Secondo il trovato, i mezzi di movimentazione 20 sono atti a ruotare il raggio luminoso 17 rispetto al cerchione 11 attorno ad un relativo asse, quest’ultimo essendo identificato nelle figure con il numero di riferimento 22.
La direzione del raggio luminoso 17 à ̈ quindi mobile in rotazione rispetto al cerchione 11 attorno all’asse 22.
Vantaggiosamente, l’asse 22 attorno al quale mota il raggio luminoso 17 à ̈ disposto sostanzialmente trasversale all’asse IOa della mota 10.
Più in dettaglio, l’asse 22 attorno al quale ruota il raggio luminoso 17 à ̈ disposto sostanzialmente ortogonale all’asse IOa della mota 10.
I mezzi di movimentazione 20 sono atti a ruotare il raggio luminoso 17 lungo almeno un settore circolare 23 che intercetta il cerchione 11 lungo la linea di riferimento 19 preimpostata. La posizione angolare di tale settore circolare 23 rispetto al telaio 2 Ã ̈ regolabile in modo da adattarsi ad una differente posizione della linea di riferimento 19 preimpostata.
L’unità di elaborazione 7 à ̈ quindi in grado di determinare la posizione del punto luminoso 18 rispetto al sistema di riferimento 8 conoscendo la posizione della linea di riferimento 19 preimpostata, lungo la quale si muove il punto luminoso stesso, e conoscendo la posizione angolare dei mezzi di movimentazione 20 rispetto all’asse 22.
Preferibilmente, il dispositivo ottico 16 comprende almeno una sorgente di luce 24 atta ad emettere il raggio luminoso 17 e fissa rispetto al telaio 2. Nella forma di realizzazione rappresentata nelle figure, i mezzi di movimentazione 20 comprendono mezzi di riflessione 25 del raggio luminoso 17 che sono mobili in rotazione attorno all’asse 22.
Più particolarmente, la sorgente di luce 24 à ̈ associata solidalmente al telaio 2 mentre i mezzi di riflessione 25 sono associati mobili in rotazione al telaio stesso.
Opportunamente, i mezzi di movimentazione 20 comprendono anche mezzi motori (non visibili nelle figure) atti ad azionare in rotazione i mezzi di riflessione 25 attorno all’asse 22. 1 mezzi motori sono ad esempio costituiti da un motorino elettrico del tipo passo-passo.
L’unita di elaborazione 7 à ̈ ad esempio collegata all’albero del motorino elettrico che aziona in rotazione i mezzi di riflessione 25 e dal quale riceve un segnale relativo alla posizione angolare dei mezzi di riflessione stessi e, conoscendo le dimensioni geometriche del cerchione 11 rilevate in precedenza, à ̈ in grado di identificare con precisione la posizione del punto luminoso 18 rispetto al sistema di riferimento 8.
I mezzi di riflessione 25, ad esempio costituiti da uno specchio, comprendono una superficie riflettente disposta inclinata rispetto alla direzione di provenienza del raggio luminoso 17 emesso dalla sorgente di luce 24.
Opportunamente, i mezzi di riflessione 25 ruotano attorno all’asse 22 lungo un arco di rotazione limitato, in modo tale da movimentare il raggio luminoso 17 lungo il settore circolare sopraccitato. La posizione angolare dei mezzi di riflessione 25 rispetto alla sorgente di luce 24 à ̈ regolabile per modificare la direzione del raggio luminoso 17, e quindi del settore circolare descritto dallo stesso, rispetto alla macchina 1 .
Più in dettaglio, il raggio luminoso 17 comprende una prima porzione 17a inteiposta tra la sorgente di luce 24 ed i mezzi di riflessione 25 ed una seconda porzione 17b fuoriuscente da questi ultimi e che intercetta il cerchione 11.
Come visibile dalle figure 2 e 3, la direzione della prima porzione 17a à ̈ fìssa e sostanzialmente perpendicolare all’asse 10a della ruota 10 mentre la seconda porzione 17b à ̈ mobile attorno all’asse 22 lungo un piano sostanzialmente parallelo all’asse 10a della ruota 10 e traversale rispetto all’asse 22.
Il dispositivo ottico 16 à ̈ contenuto all’interno di un corpo scatolare 26 associato solidale al telaio 2 e comprendente una porzione trasparente 27 atta a lasciare passare il raggio luminoso 17 verso il cerchione 11. La porzione trasparente 27 ha sviluppo curvilineo e la sua estensione à ̈ tale da coprire l’intero arco di rotazione compiuto dai mezzi di riflessione 25.
Nel caso in cui si debba effettuare una equilibratura dinamica, come sopra già anticipato, i mezzi di identificazione sono atti ad identificare almeno due piani di equilibratura 6 tra loro distanziati lungo l’asse 10a della mota. Nella forma di realizzazione rappresentata nelle figure, l’operatore contatta con il tastatore 5 due zone della superfìcie interna della porzione cilindrica 14 sfalsate lungo l’asse 10a, ad ognuna delle quali viene associato un relativo profilo di equilibratura 6.
Analogamente, nel caso in cui si effettui un’equilibratura dinamica della ruota 10, i mezzi di calcolo 9 provvedono ad calcolare il peso e la posizione angolare del punto di applicazione 15 delle masse di compensazione per ciascun profilo di equilibratura 6 identificato.
Vantaggiosamente, i mezzi di movimentazione 20 sono azionabili per spostare il punto luminoso 18 da un profilo di equilibratura 6 all’ altro, in modo da identificare due rispettive posizioni di riferimento. I mezzi di comando 21 dell’unità di elaborazione 7 azionano quindi i mezzi di movimentazione 20 per modificare la posizione del punto luminoso 18 portandola sul profilo di equilibratura 6 di interesse. Entrambe le posizioni di riferimento identificate dal punto luminoso 1 8 appartengono alla linea di riferimento 19 lungo la quale si sposta il punto luminoso stesso.
In particolare, l’operatore identifica, tramite mezzi di interfaccia, il profilo di equilibratura 6 di interesse e l’unità di elaborazione 7 confronta la posizione angolare del relativo punto di applicazione 15 con quella del punto luminoso 18, entrambe appartenenti al medesimo piano di equilibratura. I mezzi di interfaccia comprendono anche un monitor 28 atto a visualizzare le informazioni ricevute ed elaborate dall’unità di elaborazione 7.
Il funzionamento dell'attrezzatura nell'esecuzione del procedimento secondo il trovato prevede almeno una fase di identificazione di almeno un piano di equilibratura sul cerchione 11 della ruota 10 da equilibrare ed in corrispondenza del quale si desidera applicare una o più masse di compensazione, il piano di equilibratura essendo disposto sostanzialmente ortogonale all’asse IOa della ruota 10 ed individuando un profilo di equilibratura 6 sul relativo cerchione 11.
Successivamente si esegue una fase di misurazione dello squilibrio della ruota 10.
Si calcola poi il peso delle masse di compensazione da applicare lungo il profilo di equilibratura 6 e la posizione angolare dei rispettivi punti di applicazione 15.
Il metodo secondo il trovato prevede, poi, una fase di emissione di un raggio luminoso 17 che individua un punto luminoso 18 sulla superficie del cerchione 11 atto ad identificare una posizione di riferimento fissa rispetto alla macchina 1 ed in corrispondenza della quale l’operatore intende applicare le masse di compensazione dello squilibrio della ruota 10.
Successivamente si provvede alla movimentazione del raggio luminoso 17 in modo da portare il punto luminoso 18 in corrispondenza del profilo di equilibratura 6, dove tale movimentazione viene eseguita ruotando il raggio luminoso 17 rispetto al cerchione 11 attorno ad un relativo asse 22.
Il raggio luminoso 17 viene quindi ruotato fino a quando la posizione del punto luminoso 18 rispetto al sistema di riferimento 8 non giunge in corrispondenza del profilo di equilibratura 6, ovvero fino a quando non appartiene al piano di equilibratura scelto. Tale rilevazione viene effettuata dalla unità di elaborazione 7, la quale conosce la posizione del piano di equilibratura e, rilevando l’angolo dei mezzi di riflessione 25, conosce anche la posizione del punto luminoso 18, quest’ultimo muovendosi lungo la linea di riferimento 19 preimpostata.
Opportunamente, occorre anche movimentare la ruota R in modo da portare il punto dì applicazione 15 delle masse di compensazione in corrispondenza della posizione di riferimento preimpostata. Questa fase viene eseguita confrontando, ad esempio, mediante l’unita di elaborazione 7, la posizione del punto di applicazione 15 con la posizione di riferimento. Il punto di applicazione 15 viene quindi spostato dalla posizione in cui si trova al termine della fase di misurazione dello squilibrio della mota fino alla posizione di riferimento.
Le fasi di movimentazione della mota 10 e del raggio luminoso 17 possono essere eseguite in qualunque ordine, essendo preferibile movimentare prima il raggio luminoso 17 e successivamente la mota 10. La posizione di riferimento non risulta infatti visibile all’ operatore e viene identificata dal punto luminoso 18 una volta che questo giunge in corrispondenza del profilo di equilibratura 6.
Successivamente si provvede poi ad applicare le masse di compensazione in corrispondenza del punto luminoso 18,
Nei caso in cui si effettui un’equilibratura dinamica della mota 10, si provvede a ruotare il raggio luminoso 17 per portare il punto luminoso 18 in corrispondenza del profilo di equilibratura 6 desiderato.
L’operatore esegue quindi le operazioni sopraccitate per ciascun profilo di equilibratura 6 identificato, ovvero posiziona in sequenza il punto luminoso 18 su ciascun profilo di equilibratura 6 ed applica le masse di compensazione nel punto indicato dalla stessa dopo avere motato la mota 10 in modo tale che la posizione del relativo punto di applicazione 15 coincida con quella del punto luminoso stesso.
Si à ̈ in pratica constatato come il trovato descritto raggiunga gli scopi proposti e in particolare si sottolinea il fatto che consente di identificare sul cerchione in modo agevole e pratico la posizione di riferimento in corrispondenza della quale l’operatore intende applicare le masse di compensazione.
Più in dettaglio, la macchina secondo il trovato consente di identificare la posizione di riferimento relativa a ciascun profilo di equilibratura senza interferire in alcun modo con le attività dell’operatore preposto all’applicazione delle masse di compensazione.
Ancora, la macchina secondo il trovato risulta anche di sicuro funzionamento, in quanto la sorgente di luce che emette il raggio luminoso risulta, in uso, fissa rispetto alla macchina e contenuta all’interno di un relativo corpo scatolare, e pertanto al riparo dall’interazione con altri corpi esterni.
La soluzione oggetto della presente invenzione risulta quindi sensibilmente più semplice dal punto di vista realizzativo e di più agevole utilizzo rispetto a quelle ad oggi conosciute.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Macchina (1) per l’equilibratura delle ruote di un veicolo, comprendente: - un telaio (2) di supporto; - almeno un albero (3) associato mobile in rotazione a detto telaio (2) e destinato a supportare una ruota (10) da equilibrare di un veicolo; - mezzi di identificazione (5) di almeno un piano di equilibratura disposto sostanzialmente ortogonale alfasse (10a) della ruota (10) e che individua un profilo di equilibratura (6) sul relativo cerchione (11); - mezzi di misura dello squilibrio della ruota (10); - almeno un dispositivo ottico (16) atto ad emettere un raggio luminoso (17) che individua un punto luminoso (18) sulla superficie del cerchione (11), dove detto punto luminoso (18) à ̈ atto ad identificare una posizione di riferimento fissa rispetto alla macchina stessa ed in corrispondenza della quale l’operatore desidera applicare le masse di compensazione dello squilibrio della ruota (10); detto dispositivo ottico (16) comprendendo mezzi di movimentazione (20) del raggio luminoso (17) azionabili per portare detto punto luminoso (18) in corrispondenza di detto profilo di equilibratura (6); caratterizzata dal fatto che detti mezzi di movimentazione (20) sono atti a ruotare detto raggio luminoso (17) rispetto a detto cerchione (11) attorno ad un relativo asse (22).
  2. 2) Macchina (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dai fatto che l’asse (22). di rotazione di detto raggio luminoso (17) à ̈ disposto sostanzialmente trasversale all’asse (IOa) della ruota (10).
  3. 3) Macchina (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di movimentazione (20) sono atti a ruotare detto raggio luminoso (17) lungo almeno un settore circolare (23) atto ad intercettare il cerchione lungo almeno una linea di riferimento (19) preimpostata.
  4. 4) Macchina (1) secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che la posizione angolare di detto settore circolare (23) rispetto a detto telaio (2) Ã ̈ regolabile.
  5. 5) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la sorgente di luce (24) atta ad emettere detto raggio luminoso (17) à ̈ fissa rispetto alla macchina stessa.
  6. 6) Macchina (1) secondo la rivendicazione 5, caratterizzata dal fatto che detto dispositivo ottico (16) à ̈ contenuto all’interno di un corpo scatolare (26) di protezione.
  7. 7) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di movimentazione (20) comprendono mezzi di riflessione (25) del raggio luminoso che sono mobili in rotazione rispetto a detto telaio (2) attorno a detto asse (22) di rotazione.
  8. 8) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di riflessione (25) comprendono almeno una superficie riflettente inclinata rispetto alla direzione di incidenza del raggio luminoso (17) emesso da detta sorgente di luce (24).
  9. 9) Macchina (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di identificazione (5) sono atti ad identificare almeno due piani di equilibratura (6) tra loro distanziati lungo l’asse (10a) della ruota (10) e che detti mezzi di riflessione (25) sono azionabili in rotazione per spostare detto punto luminoso (18) tra detti profili di equilibratura (6).
  10. 10) Metodo per l equilibratura delle ruote di un veicolo, comprendente le seguenti fasi di: - fornitura di una ruota (10) da equilibrare; - fornitura di una macchina (1) equilibratrice comprende un telaio (2) di supporto ed un albero (3) associato mobile in rotazione a detto telaio (2) ed atto a supportare detta ruota (10) da equilibrare; - identificazione di almeno un piano di equilibratura sul cerchione (11) di detta ruota (10) ed in corrispondenza del quale si desidera applicare una o più masse di compensazione, detto piano di equilibratura essendo disposto sostanzialmente ortogonale all’asse (10a) della mota (10) ed individuando un relativo profilo di equilibratura (6) sul cerchione (11); - misurazione dello squilibrio della ruota (10); - emissione di un raggio luminoso (17) che individua un punto luminoso (18) sulla superficie di detto cerchione (11) atto ad identificare una posizione di riferimento fissa rispetto a detta macchina (1) per l’equilibratura ed in corrispondenza della quale l’operatore intende applicare le masse di compensazione dello squilibrio della ruota (10); - movimentazione di detto raggio luminoso (17) in modo da portare detto punto luminoso (18) in corrispondenza di detto profilo di equilibratura (6); caratterizzato dal fatto che detta movimentazione viene eseguita ruotando detto raggio luminoso (17) rispetto a detto cerchione (11) attorno ad un relativo asse (22).
  11. 11) Metodo secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto di comprendere le fasi di: identificazione di almeno due di detti piani di equilibratura tra loro distinti e sfalsati lungo l’asse (10a) della mota (10), ciascuno di detti piani di equilibratura individuando un relativo profilo di equilibratura (6); rotazione di detto raggio luminoso (17) in modo da movimentare detto punto luminoso (18) tra detti profili di equilibratura (6), 12) Metodo secondo la rivendicazione 11 o 12, caratterizzato dal fatto di comprendere una fase di impostazione di almeno una linea di riferimento (19) fìssa rispetto a detta macchina (1) ed intersecante detto cerchione (11) e dal fatto che detta rotazione del raggio luminoso (17) viene eseguita in modo da movimentare il relativo punto luminoso (18) lungo detta linea di riferimento (19). 13) Metodo secondo una o più delle rivendicazioni da 11 a 12, caratterizzato dal fatto che detta rotazione del raggio luminoso (17) viene eseguita mantenendo ferma la sorgente di luce (24) del raggio luminoso stesso.
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