ITTO20090069U1 - Attacco da sci multiuso. - Google Patents
Attacco da sci multiuso.Info
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Description
ATTACCO DA SCI MULTIUSO
DESCRIZIONE
La presente innovazione è relativa al campo dei dispostivi per lo svolgimento di discipline sportive sciistiche e, in dettaglio, riguarda un attacco da sci multiuso.
E’ noto che gli sci, siano essi da sci alpino, da telemark o da sci-alpinismo, sono dotati di attacchi di sicurezza atti a fissare in modo rigido uno scarpone da sci permettendone comunque lo sganciamento allorché una o più forze di torsione o rotazione intervengono tra lo scarpone da sci e l’attacco stesso. Tali attacchi vengono comunemente indicati con il nome di attacchi di sicurezza.
A seconda della disciplina sportiva praticata dallo sciatore, i puntali noti debbono possedere o meno capacità di permettere la camminata o comunque di permettere allo scarpone di alzarsi dal corpo dello sci ruotando attorno ad un asse situato sul puntale e cioè permettendo alla talloniera stessa (anch’essa come noto vincolata ad una parte sporgente posteriore dello scarpone) di alzarsi assieme allo scarpone. A seconda della disciplina praticata, anche la talloniera varia nella sua morfologia e nelle sue caratteristiche meccaniche.
Attualmente tuttavia gli attacchi di tipo noto hanno alcuni inconvenienti principalmente legati al fatto che non è possibile adattarli a tutte le discipline sciistiche. Infatti, telemark, sci alpinismo, sci-escursionismo e sci alpino attualmente necessitano di attacchi che, pur essendo definiti di sicurezza, ovverosia pur permettendo comunque lo sganciamento dello scarpone allorché una o più forze di torsione o rotazione intervengono tra lo scarpone da sci e l’attacco stesso, variano in dimensioni e forma e tipologia di funzionamento.
Scopo della presente innovazione è quello di realizzare un attacco da sci multiuso il quale sia esente dagli inconvenienti sopra descritti.
Secondo la presente invenzione viene realizzato un attacco da sci multiuso come rivendicato nella prima rivendicazione.
L’innovazione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 illustra una vista laterale complessiva di un attacco da sci multiuso secondo la presente innovazione;
- la figura 2 illustra una prima variante di parte del dispositivo di figura 1; e - la figura 3 illustra una seconda variante di parte del dispositivo di figura 1.
Con riferimento alla figura 1, con 1 è indicato nel suo complesso un attacco da sci multiuso; tale attacco da sci è un attacco di sicurezza, e cioè permette di fissare in modo rigido uno scarpone da sci (non illustrato) permettendone comunque lo sganciamento allorché una o più forze di torsione o rotazione intervengono tra lo scarpone da sci e l’attacco 1 stesso.
L’attacco 1 comprende una parte anteriore, o puntale 2 e una parte posteriore o talloniera 3, le quali rispettivamente impegnano in modo amovibile una parte anteriore sporgente e, rispettivamente, una parte posteriore sporgente, dello scarpone da sci.
Allorché l’attacco 1 è installato su di uno sci, ad esempio essendo avvitato o comunque fissato direttamente al corpo dello sci o ad una piastra di rialzo dell’attacco (se presente sullo sci stesso), il puntale 2 è orientato verso una punta anteriore dello sci mentre la talloniera 3 è orientata verso una parte posteriore dello sci.
In dettaglio, il puntale 2 presenta:
- una parte anteriore 21 che presenta una larghezza, misurata ortogonalmente rispetto ad un asse X di sviluppo dell’attacco 1, che è sostanzialmente pari alla larghezza della parte anteriore sporgente dello scarpone da sci;
- una parte posteriore 22, ruotante rispetto alla parte anteriore 21 su di una cerniera 23 che si estende lungo un asse Y ortogonale all’asse X e orientato, allorché l’attacco è installato sullo sci, in direzione della larghezza dello sci stesso.
La parte anteriore 21 del puntale 2 è fissata allo sci o alle piastre di rialzo ad esempio mediante viti, ma tale tipo di fissaggio non dev’essere inteso in modo limitativo; infatti esistono sci dotati di guide (“rails”) laterali di rinforzo e, in questo caso, può essere opportuno annegare la parte anteriore 21 nel corpo dello sci, tra le sue due guide laterali.
La parte posteriore 22 comprende una coppia di elementi longitudinali 22a, 22b, paralleli tra loro e orientati lungo l’asse X dell’attacco 1, ognuno dei quali presenta almeno una foratura allungata, vicino alla giunzione con la cerniera 23, per l’imperniamento di una coppia di rispettive ganasce 24a, 24b, indipendenti tra loro, le quali si trovano ad una quota maggiore rispetto agli elementi longitudinali 22a, 22b ed sono fissate ad un perno 25 imperniato sulla suddetta foratura.
Le ganasce 24a, 24b sono atte a permettere il fissaggio della parte anteriore sporgente dello scarpone da sci, indipendentemente dal modello e dalla destinazione d’uso dello scarpone, e permettono lo svincolo della suddetta parte anteriore sporgente allorché un carico di torsione o di rotazione tra l’attacco 1 e lo scarpone eccede un valore a prefissato viene superato.
Le ganasce 24a, 24b si adattano sia a scarponi da sci alpino che da telemark, o da sci alpinismo.
Il valore a è impostato agendo su di una coppia di molle di regolazione di carico 28, annegate all’interno degli elementi longitudinali 22a, 22b, tramite una vite 28a che si affaccia sulla parte posteriore degli elementi longitudinali 22a, 22b stessi. Finché il carico sulle ganasce rimane inferiore al valore a, esse non scorrono lungo gli elementi longitudinali 22a, 22b; viceversa al superamento di tale valore, le ganasce vi scorrono sopra e, quando sospinte verso la parte anteriore 21 del puntale 2, causano lo svincolo della parte anteriore sporgente dello scarpone da sci.
Le ganasce 24a, 24b ed i perni 25, a seconda del carico imposto dalla rispettiva molla 28, possono scorrere nelle forature allungate e muoversi lungo l’asse X, senza ruotare, liberando la parte anteriore sporgente dello scarpone.
Agendo tramite una rotazione oraria o antioraria sulla vite 28a è possibile aumentare o diminuire il precarico, permettendo quindi di adattare la resistenza allo scorrimento lungo l’asse X delle ganasce alla variazione del peso e/o della bravura dell’utilizzatore.
Infatti, al crescere ad esempio della lunghezza dello sci impiegato o della velocità di percorrenza di una curva di pari raggio o, ancora, al peso dello sciatore combinato con uno dei due precedenti fattori, si sviluppa un carico torsionale sul puntale 10 di valore sempre maggiore. Viceversa, mantenendo inalterata la lunghezza ed il peso dello sci, uno sciatore principiante imprimerà dei carichi torsionali minori rispetto ad uno sciatore più esperto: mentre il primo sente l’esigenza di avere un puntale che permetta lo sgancio immediato della parte anteriore sporgente dello scarpone in caso di urto o caduta, il secondo preferisce uno sgancio per impatti più forti, assieme all’assicurazione che in caso di carichi elevati generati da un “non urto” (ad esempio un cambio di direzione repentino o l’incontro di un mucchio di neve) il puntale non svincoli lo scarpone da sci.
Ognuno dei due elementi longitudinali 22a, 22b è fissato a quello opposto da una trave trasversale 27, che si sviluppa parallelamente all’asse Y ed è dotata, in corrispondenza di un suo punto mediano, di una foratura passante 27, la quale permette di ospitare una vite di bloccaggio degli elementi longitudinali 22a, 22b sullo sci.
Tale bloccaggio permette di impedire che lo scarpone da sci, una volta vincolato sulle ganasce 24a, 24b, possa ruotare attorno all’asse Y; questo significa impedire la funzione di “cammino” tipica degli attacchi da telemark o da sci alpinismo, e rendere l’attacco 1 in grado di essere efficacemente utilizzato anche per discipline quali lo sci alpino. La vite di bloccaggio è contenuta su di una seconda trave trasversale 27b, anch’essa dotata di foratura passante nella sua zona mediana, la quale viene sovrapposta durante il bloccaggio alla trave trasversale 27.
Tra il primo ed il secondo elemento longitudinale 22a, 22b è posizionata una placca mobile 30, dalla quale si dipartono due steli metallici si bloccaggio dello sci. La placca mobile 30 e gli steli metallici formano quello che è comunemente noto con il nome di “ski-stopper”, ovvero un sotto-dispositivo in grado di bloccare lo sci facendo protendere gli steli metallici al di sotto della soletta dello sci stesso, allorché lo scarpone da sci non è bloccato nell’attacco 1.
All’atto dell’inserimento della parte anteriore sporgente sul puntale 2 dell’attacco 1, la piastra mobile 30, posizionata in una prima posizione sopraelevata, viene spinta dalla suola dello scarpone da sci verso il basso, ovvero verso lo sci stesso, causando un innalzamento degli steli metallici che si posizionano quindi su una seconda posizione, in cui sono sostanzialmente paralleli all’asse X.
La talloniera 3 è vincolata al puntale 2 tramite una coppia di tiranti 31 filettati, vincolati su di una loro prima estremità al puntale 2 e su di una seconda estremità ad una base 40 della talloniera 4, la quale base 40 si appoggia sul corpo dello sci e, quando la parte posteriore 22 del puntale 2 è libera di ruotare sulla cerniera 23, ruota solidalmente ad essa innalzandosi dallo sci stesso.
I tiranti 31 permettono di regolare la distanza tra la talloniera 3 ed il puntale 2 e sono, come noto, regolabili tramite l’azione su di un dado esagonale 31a (come raffigurato) o, alternativamente, da un equivalente mezzo di trazione o rilascio.
Giacché la talloniera 3 ed il puntale 2 sono uniti tra loro, è chiaro che allorché la parte posteriore 22 del puntale è lasciata libera di ruotare attorno alla cerniera 23, allora anche la talloniera 3 ruoterà solidalmente con tale parte posteriore.
La base 40 della talloniera 3 è dotata di una guida ricurva 40a che le permette di ruotare assecondando la fuoriuscita laterale della parte anteriore sporgente dello scarpone da sci dalle ganasce 24a, 24b ed è dotata di un alzatacco 41 a forma di D per l’agevolazione della camminata, ed è delimitata lateralmente da una coppia di pareti verticali 42, le quali giacciono su un piano rispetto al quale gli assi X ed Y sono ortogonali.
La talloniera 3 comprende dei mezzi di bloccaggio di una parte posteriore dello scarpone da sci. In dettaglio è presente una leva di sicurezza 44 che è vincolata alle dette pareti verticali 42 tramite una coppia di steli di bloccaggio 45, i quali sono in grado di ruotare rispetto ad essa. Tale leva di sicurezza 44 incorpora, in una sua prima estremità, una parte protendente atta a bloccare una parte posteriore sporgente del suddetto scarpone da sci.
Operativamente, tale scarpone dev’essere dapprima inserito tra le ganasce 24a, 24b del puntale 2 e successivamente appoggiato sulla leva di sicurezza 44 e spinto verso il basso. La leva di sicurezza 44 a questo punto ruota su di un asse parallelo all’asse Y e blocca in maniera totale lo scarpone sull’attacco 1.
Anche la leva di sicurezza 44 è dotata di una molla di regolazione del carico 46 al suo interno. La regolazione della molla 46 avviene anch’essa tramite una vite posizionata in un’estremità della leva di sicurezza 44 opposta all’estremità sulla quale sono fissati gli steli di bloccaggio 45. Anche la molla 46, analogamente alle molle 28 del puntale 2, permette di regolare un carico limite superato il quale lo scarpone da sci viene rilasciato dalla leva di sicurezza 44.
In dettaglio, infatti, gli steli di bloccaggio 45 si inseriscono nella parte inferiore della leva di sicurezza su di un’asola 45a allungata e, allorché lo scarpone è inserito nell’attacco 1, essi si trovano sostanzialmente a metà dell’asola 45a stessa, avendo tirato in senso di estensione la molla 46. In caso di impatto, si sviluppa anche sulla leva di sicurezza 44 una forza d’urto maggiore rispetto alla forza di trazione della molla 46 derivante dal bloccaggio dello scarpone1: in questo caso, quindi, gli steli di bloccaggio 45 scorrono fino a raggiungere l’estremità inferiore dell’asola 45a e liberano lo scarpone da sci dalla sua parte terminale posteriore.
La talloniera 3 è infine dotata, posteriormente, di una coppia di fermi 47 entro i quali possono essere inseriti dei membri ad uncino o ganci vincolati ad un elemento di bloccaggio posteriore 50 fissato in modo non mobile al corpo dello sci. Questo permette di bloccare la talloniera 3, rendendo l’attacco 1 adatto all’uso nella disciplina dello sci alpino.
In questo modo, tramite l’elemento di bloccaggio posteriore 50, è possibile ottenere una maggiore sicurezza di bloccaggio dell’attacco 1 allo sci stesso allorché il puntale viene bloccato attraverso la seconda trave traversale 27b, impedendo quindi la funzione di cammino dell’attacco stesso.
Una prima variante di parte del puntale di figura 1 è illustrata in figura 2.
In questo caso, gli elementi longitudinali 22a, 22b non sono più tra di loro paralleli né, tantomeno, paralleli all’asse X. Essi in particolare si aprono a V il cui vertice è verso l’estremità posteriore del puntale 2; essi sono quindi tra di loro più vicini in corrispondenza della parte posteriore 22 del puntale 2 e più distanti in corrispondenza della cerniera 23. In questo modo, con tale tipo di orientazione, gli elementi longitudinali 22a, 22b possono favorire lo svincolo dello scarpone in caso d’incidente, specie se le ganasce sono in grado di ruotare rispetto al puntale con una resistenza costante al variare del loro angolo di rotazione o apertura stesso, evitando di avere o comunque riducendo un picco di carico da superare per l’apertura completa delle ganasce del puntale 2.
Ganasce di tipo ruotante possono essere ad esempio del tipo descritto all’interno della domanda di brevetto ITTO2009A000376 e differiscono rispetto a quelle illustrate per il fatto che, pur essendo indipendenti nel movimento, esse sono imperniate su un perno comune e non totalmente scollegate l’una rispetto all’altra. In tale caso, sarà sufficiente dotare la parte posteriore del puntale 2, ovverosia quella in grado di ruotare, di un supporto per un perno comune di rotazione alle due ganasce stesse.
Una seconda variante di parte del puntale di figura 1 è illustrata in figura 3.
In questo caso, il bloccaggio della rotazione del puntale 2 attorno alla cerniera 23 avviene attraverso un elemento trasversale 40, fissato al corpo dello sci o alla piastra di rialzo (se presente) mediante una coppia di viti 40a, 40b , il quale possiede una coppia di uncini metallici per che si impegnano all’interno della parte posteriore del puntale 2.
La seconda e la terza variante dell’attacco oggetto della presente invenzione, illustrano delle ganasce 24a, 24b di forma più massiccia rispetto a quanto illustrato in figura 1. In ogni caso, per tutte e tre le soluzioni presentate, le ganasce si estendono fino ad entrare in contatto sostanzialmente con la parte dello scafo dello scarpone da sci che è adiacente alla parte anteriore sporgente.
I vantaggi dell’attacco secondo la presente innovazione sono chiari alla luce della descrizione precedente. In particolare, l’attacco 1 oggetto della presente innovazione permette di essere adattato ad una pluralità di tipi diversi di sci, non solo come caratteristiche costruttive, ma anche come destinazione d’uso.
Infatti, l’attacco oggetto della presente innovazione coniuga la sicurezza offerta da un tradizionale attacco da sci alpino (in termini di capacità di rilascio dello scarpone a seguito di un urto o caduta), unitamente ad una indipendenza delle ganasce (che garantisce un rilascio dello scarpone più facilitato e la possibilità di regolare distintamente la forza di apertura della ganascia) con la possibilità di essere mobile nella sua parte posteriore o talloniera, in modo tale da poter essere efficacemente impiegato anche per lo sci alpinismo, il telemark o lo sci-escursionismo, oltreché per lo sci alpino.
L’indipendenza delle ganasce 24a, 24b è o totale o, qualora esse siano unite da un perno comune, di apertura verso l’esterno dell’attacco da sci.
E’ infine chiaro che all’attacco oggetto della presente innovazione possono essere apportate modifiche, aggiunte e miglioramenti ovvi per un esperto del ramo, senza per questo uscire dall’ambito di tutela delle rivendicazioni annesse.
Claims (13)
- RIVENDICAZIONI 1. Attacco (1) da sci multiuso, il detto attacco (1) comprendendo un puntale (2) ed una talloniera (3);in cui: - il detto puntale (2) comprende una coppia di ganasce (24a, 24b) mobili indipendentemente l’una rispetto all’altra per il bloccaggio di una parte anteriore sporgente di uno scarpone da sci; - la detta talloniera (3) comprendendo mezzi di bloccaggio (44, 45) di una parte posteriore del detto scarpone da sci; e - il detto bloccaggio dello scarpone da sci essendo rilasciabile al superamento di un carico preimpostato tra il detto scarpone ed il detto attacco (1); il detto attacco (1) è caratterizzato dal fatto di comprendere una cerniera (23), posizionata sul detto puntale (2), per permettere la rotazione lungo un asse Y di una parte posteriore (22) del detto puntale (2) e della detta talloniera (3).
- 2. Attacco secondo la rivendicazione 1, in cui ognuna delle dette ganasce (24a, 24b) scorre rispetto ad un rispettivo elemento longitudinale (22a, 22b) del detto puntale (2), essendone vincolata attraverso un perno (25).
- 3. Attacco secondo la rivendicazione 1, in cui le dette ganasce (24a, 24b) non ruotano rispetto al detto attacco (1).
- 4. Attacco secondo la rivendicazione 1, in cui la detta cerniera (23) separa la detta parte posteriore del detto puntale (2) da una parte anteriore (21) del detto puntale (2); la detta parte anteriore (21) essendo fissata al detto sci o alla detta piastra di rialzo dello scarpone.
- 5. Attacco secondo la rivendicazione 2, in cui le dette ganasce (24a, 24b) scorrono entro i detti elementi longitudinali (22a, 22b) parallelamente tra loro e sono inoltre vincolate ad una rispettiva molla (28) per la regolazione del valore di carico prefissato al di sopra del quale esse iniziano a scorrere.
- 6. Attacco secondo la rivendicazione 2, in cui le dette ganasce (24a, 24b) scorrono entro i detti elementi longitudinali (22a, 22b), i quali non sono paralleli tra loro e formano una V il cui vertice è rivolto verso la detta parte posteriore (22) del puntale (2); le dette ganasce (24a, 24b) sono inoltre vincolate ad una rispettiva molla (28) per la regolazione del valore di carico prefissato al di sopra del quale esse iniziano a scorrere.
- 7. Attacco secondo la rivendicazione 1, in cui i detti mezzi di bloccaggio (44, 45) della detta parte posteriore dello scarpone da sci comprendono una leva (44) e degli steli (45); i detti steli (45) essendo vincolati ad una loro prima estremità sulla detta leva (44) e potendo ruotare rispetto ad essa.
- 8. Attacco secondo la rivendicazione 7, la detta leva (44) ospita al suo interno una molla (46) per la regolazione di un carico di rilascio della detta parte posteriore del detto scarpone.
- 9. Attacco secondo la rivendicazione 8, in cui i detti steli (45) si inseriscono in una rispettiva asola (45a) della detta leva (44); la detta asola (45a) essendo di forma allungata e permettendo lo scorrimento della detta prime estremità dei detti steli (45) rispetto alla detta leva (44).
- 10. Attacco secondo la rivendicazione 1, in cui la detta parte posteriore (22) del puntale (2) è bloccabile sul detto sci in modo tale da impedirne la rotazione attorno al detto asse Y.
- 11. Attacco secondo la rivendicazione 1, in cui il detto puntale (2) e la detta talloniera (3) sono uniti da una coppia di tiranti (31) regolabili.
- 12. Attacco secondo la rivendicazione 11, in cui la detta talloniera (3) ruota assieme alla detta parte posteriore (22) del puntale (2) ed è bloccabile sul detto sci tramite un elemento di bloccaggio (50).
- 13. Attacco secondo la rivendicazione 1, atto a bloccare almeno modelli di scarponi da sci alpino, o da sci-alpinismo o da telemark.
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