IT201600113653A1 - Sistema di attacco a dispositivi di scivolamento e relativa costruzione - Google Patents

Sistema di attacco a dispositivi di scivolamento e relativa costruzione

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Description

DESCRIZIONE
TITOLO: SISTEMA DI ATTACCO A DISPOSITIVI DI SCIVOLAMENTO E RELATIVA COSTRUZIONE
CAMPO DI APPLICAZIONE DELL’INVENZIONE
Il presente trovato si inserisce nel campo alpinistico e in particolare attività invernali.
L’invenzione riguarda un particolare sistema di attacco che viene applicato a dispositivi di scivolamento, sci in particolare.
L’applicazione di un sistema di attacco come quello nel seguito descritto trova applicazione nelle fasi di avvicinamento per le vie di ghiaccio.
Attualmente, per compiere detto avvicinamento vengono utilizzate le medesime attrezzature richieste per la pratica dello sci alpinismo, disciplina sciistica/alpinistica che, mediante l'utilizzo di sci opportuni e pelli di foca, permette di muoversi in montagna durante i periodi di innevamento, sia in risalita che in discesa, come attività a sé stante o come modalità di avvicinamento invernale a percorsi prettamente alpinistici.
In particolare, nello sci-alpinismo vengono utilizzati particolari attacchi, fissabili agli sci in posizione adeguata, che comprendono un puntale e una talloniera, collegando così lo sci allo scarpone. Ciascun attacco consente di sbloccare e bloccare il tallone al fine di permettere rispettivamente salita e discesa.
Nel dettaglio, un particolare tipo di attacco è il cosiddetto Dynafit, più comunemente conosciuto come "attacchino": particolarmente robusto e sicuro; non è regolabile in lunghezza se non per pochi mm e necessita di uno scarpone predisposto. In alternativa è noto l’impiego del cosiddetto attacco "universale", utilizzabile con tutti gli scarponi, facilmente regolabile in lunghezza e oramai con una funzionalità paragonabile agli attacchi da pista ma con un peso decisamente superiore al precedente, e che inoltre non permette una discesa ben controllata in quanto lo scarpone da alpinismo non blocca la gamba.
Come detto, gli attacchi consentono l’aggancio ad uno scarpone rigido che, a differenza dello scarpone da discesa, deve anche permettere una buona camminata con e senza sci.
Per questo motivo lo scafo esterno ha una suola in gomma particolarmente performante (nota come suola vibram ®) ed uno snodo in corrispondenza della caviglia ne permette il blocco o la mobilità. Una scarpetta interna, estraibile con più semplicità, ha un allacciatura a se stante che la rende autonoma e protegge il piede dagli sfregamenti della salita.
Oltre all'attrezzatura summenzionata, l'equipaggiamento è pressoché sempre completato da corde, moschettoni con fettuccia, imbracatura, casco, piccozze e ramponi, viti da ghiaccio e talvolta friends. in modo da poter superare anche eventuali imprevisti (salti rocciosi, attraversamenti di ripidi canali ghiacciati o altro).
Tutto ciò si traduce in peso che l’alpinista deve portarsi con sé già solo per effettuare l’avvicinamento alla via di ghiaccio.
La scalata vera e propria può essere effettuata con gli scarponi da sci-alpinismo, (poco performanti per questo uso), o con scarponi da alpinismo caricati sullo zaino (gravando ulteriormente il medesimo), cambiandoseli alla base della via.
ESPOSIZIONE E VANTAGGI DEL TROVATO
Uno scopo della presente invenzione è quello di mettere a disposizione della tecnica un migliorato sistema di attacco a dispositivi di scivolamento nell’ambito di una soluzione semplice razionale e dal costo piuttosto contenuto.
Tali ed altri scopi sono raggiunti grazie alle caratteristiche dell’invenzione riportante nella rivendicazione indipendente 1. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
In particolare con il trovato il sistema di attacco è configurato per agganciare allo sci e trattenere direttamente il rampone dell’alpinista in fase di salita, ed eventualmente le due piccozze in fase di discesa; nel complesso piccozza e ramponi vengono “trasformati” e utilizzati come supporti facenti la funzione di scarponi da discesa.
Il trovato può essere fornito in kit o serie di attacco per vincolare la piccozza e il rampone sullo sci.
I vantaggi sono:
- Minor peso caricato sulla schiena, in quanto i ramponi sono già ai piedi.
- Risparmio di tempo per predisporsi alla scalata, per il medesimo motivo.
- Possibilità di scalare con scarponi da alpinismo, più caldi e performanti.
- Non dover effettuare cambi di scarponi dispendiosi in termini di tempo ed energie.
- Possibilità di configurarsi in situazione di discesa rapidamente.
- Possibilità di utilizzare le due piccozze per bloccare la gamba allo sci per la discesa, sgravando ulteriormente lo zaino.
- Possibilità di usare sci cortissimi e leggeri, non necessitanti di attacco di sicurezza, controllandoli in discesa col sistema sopra menzionato.
Detti scopi e vantaggi sono tutti raggiunti dal sistema di attacco a dispositivi di scivolamento e relativa costruzione, oggetto del presente trovato, che si caratterizza per quanto previsto nelle sotto riportate rivendicazioni.
BREVE DESCRIZIONE DELLE FIGURE
Questa ed altre caratteristiche risulteranno maggiormente evidenziate dalla descrizione seguente di alcune forme di realizzazione illustrate, a puro titolo esemplificativo e non limitativo nelle unite tavole di disegno.
- Figura 1: illustra i tre componenti fondamentali normalmente utilizzati da un alpinista per effettuare vie di ghiaccio; si osserva la presenza di una coppia di sci, una piccozza e relativi ramponi; i ramponi sono del tipo a punte verticali per l’inserimento nel ghiaccio,
- Figura 2, 3 e 4: illustra uno sci con applicato il sistema di attacco oggetto della invenzione, secondo una forma di realizzazione; l’attacco è configurato per consentire l’alloggiamento e il trattenimento di almeno una punta frontale di un rampone, mantenendo al contempo la possibilità di rotazione rispetto all’asse di bloccaggio dell’attacco; un secondo attacco per il posizionamento in verticale di una piccozza provvista di mezzi di trattenimento di una porzione del corpo dell’alpinista e consentire la discesa,
- Figura 5, 5A, 5B, 6 e 7: illustrano varianti di realizzazione del bloccaggio della piccozza,
- Figura 8 e 9: illustrano ulteriori possibili varianti del sistema di fissaggio e varianti di realizzazione dei ramponi e/o degli sci per agevolarne il loro posizionamento, oltre ché mantenere libera la loro oscillazione rispetto al fulcro creato da detto sistema di attacco,
- Figura 10: illustra una ulteriore variante di realizzazione dei mezzi di protezione delle punte del rampone, estensione del sistema di attacco in oggetto, in particolare si osserva che nel caso in cui i supporti per le punte sono assenti o siano presenti punte di diversa lunghezza, tali da creare dislivelli, lo sci può comprendere corrispondenti nicchie per alloggiarle senza danneggiare la tavola da sci,
- Figura 11: illustra schematicamente la configurazione della costruzione ottenibile mediante il sistema di attacco dei ramponi e delle piccozze e adatta per consentire, nel caso illustrato, di effettuare una discesa su pendio.
DESCRIZIONE DEL TROVATO
Con particolare riferimento alla figura 1 si indicano alcuni componenti di una serie di attrezzature da montagna che l’alpinista deve portarsi con sé già solo per effettuare l’avvicinamento alla via di ghiaccio; più precisamente:
• Con 1 è indicata la parte anteriore di un rampone indossabile da uno scarpone costituito da una struttura metallica che reca varie “punte” atte a massimizzare la presa nel ghiaccio o nella neve e da un sistema di allacciatura (non illustrato) per calzare in maniera stabile possibile sugli scarponi da montagna. I ramponi si differenziano per il numero di punte, che sono le parti fondamentali per fare attrito e consentire la scalata su terreni innevati o ghiacciati. Sebbene la maggior parte dei modelli di ramponi propongono 10 o 12 punte, esistono ramponi che supportano fino a 14 punte, spesso modulabili e con possibilità di montare una monopunta anteriore: l’invenzione prevede l’impiego in combinazione di detta tipologia di ramponi, prettamente più tecnici e per scalate estreme su pendii verticali o strapiombanti, quali cascate di ghiaccio, ecc.. Con 1A si identifica infatti almeno una punta frontale che si estende dalla struttura del rampone, e in modo molto pronunciato in avanti – la tipologia di rampone è detto anche “rampone a punte anteriori verticali”, (l’alpinista ne ha con se due) – ciascuna punta è provvista di dentatura 1B per la presa nella parete di ghiaccio, • Con 2 è indicata una piccozza, strumento comodo e funzionale per affrontare scalate in presenza di neve e ghiaccio, attraversamento di ghiacciai, salite su pendii ghiacciati ripidi, cascate di ghiaccio e vie alpinistiche con roccia e ghiaccio. Esistono vari modelli di piccozze con dettagli e soluzioni specializzate. L’invenzione si riferisce alle piccozze tecniche per salite su pareti ghiacciate verticali, cascate di ghiaccio, vie di misto ecc…; esse consentono la progressione frontale su pendii verticali e cascate di ghiaccio. La moderna tecnica di salita su cascate di ghiaccio prende il nome di 'piolet traction' e prevede l'uso di due piccozze (una per mano); esistono varie soluzioni in cui la testa o becca 2A dentellata 2B e cosiddetta a “banana”, ovvero con curvatura verso l'alto, ottimizzano la penetrazione della punta in pareti verticali e cascate di ghiaccio; altre parti sono il puntale 2c e il manico 2d, quest’ultimo normalmente ricurvo,
• Con 3 è indicata un attrezzo lungo e piatto indossato ai piedi per aiutare a scivolare sulla neve, in altri termini uno sci. Preferibilmente è lungo da 1,2 a 1,4 metri e serve per le fasi di avvicinamento alle cascate di ghiaccio o altre vie impegnative.
Secondo un primo aspetto della invenzione, una nuova serie di elementi, come detto noti in gergo con il termine di “attacchi”, è qui descritta e rivendicata. Detti attacchi sono anch’essi provvisti di mezzi di fissaggio per la predisposizione sulla parte piana e superiore dello sci 3 (quella inferiore serve per scendere o salire se munita di apposite attrezzature, ossia “pelli di foca”).
Gli attacchi vengono indicati nel seguito con i riferimenti 4, 6 in due forme possibili di realizzazione non limitative della protezione richiesta.
Gli attacchi 4 e 6 consentono l’aggancio solamente ad un corrispondente rampone 1. Essi sono provvisti di mezzi di trattenimento, 14 e 16 negli esempi, detti mezzi essendo regolabili in modo da ricevere e successivamente bloccare la o le punte frontali 1A del rampone 1.
Quando il rampone 1 viene agganciato dall’elemento 14, 16 esso è ancora svincolato in rotazione, ossia l’attacco 4 o 6 ne permette la rotazione secondo un asse orizzontale disposto perpendicolare all’asse dello sci 3. In tal modo il tallone del rampone (e quindi dell’alpinista) rimane svincolato e può essere sollevato per facilitare la fase di risalita del pendio con lo sci ai piedi.
Con 15 e 17 sono indicati i due supporti dell’attacco relativo che cooperano con gli elementi 14 e 16 di vincolo della punta del rampone. Nell’esempio le misure sono ovviamente non vincolanti della geometria finale dell’attacco ma servono a far capire al lettore il funzionamento tecnico volto a trattenere direttamente almeno la punta del rampone consentendone la sua rotazione.
Secondo una forma di realizzazione, l’elemento 14 è conformato in modo consentire l’inserimento della punta 1A del rampone, e successivamente interferire (a seguito per esempio di una contro rotazione) sia con la sua dentatura 1B che con il lato 20 opposto.
Nell’esempio, detto elemento 14 ruotando in 14A permette l’inserimento dopodiché ritornando in posizione blocca la o le punte.
Grazie a tale soluzione viene impedita qualsiasi possibilità di sfilamento volontario o non del rampone, che così rimane solidalmente unito all’attacco pur potendo ruotare come illustra figura 9.
L’elemento 14, al riguardo, è provvisto di mezzi di richiamo (ad esempio molle a spirale, lineari o anche pneumatiche) della posizione non operativa, ovvero posizione volta a richiamare e mantenere il rampone contro la superficie dello sci 3.
Grazie a ciò è al contempo favorita la camminata dell’alpinista in fase di risalita.
Secondo una ulteriore forma di realizzazione, l’elemento 16 anziché un elemento volto a interferire con dentatura 1B e lato 20, può essere un elemento, preferibilmente un perno di sezione circolare, configurato per inserirsi in un corrispondente foro ricavato sulla una o più punte frontali del rampone; una volta agganciata la punta ruota con punto di fulcro corrispondente a detto elemento 16 a perno. Anche in tal caso una molla 19 viene disposta in modo da favorire l’azione di richiamo del rampone. Secondo una forma di realizzazione indicata in figura 8 la molla potrà agire contro la dentatura del rampone o la sua punta, direttamente o tramite interposto mezzo di connessione.
Secondo un aspetto della invenzione il sistema di attacco 4 e 6 del rampone contro lo sci 3 può altresì essere dotato di supporti 9 per le restanti punte del rampone, in particolar modo quelle che urterebbero contro lo sci 3 in fase di appoggio del rampone stesso.
Detti supporti 9 possono essere di vario tipo a seconda delle necessità; si potranno avere supporti dedicati per ciascuna punta oppure supporti di lunghezza e dimensioni tali da ricevere più punte; in ogni caso queste e altre soluzioni equivalente devono essere intese come rientranti nell’ambito di protezione richiesto.
In un ulteriore aspetto della invenzione, oltre alla prima serie di attacchi 4 e 6 per il rampone, possono essere vantaggiosamente utilizzati una seconda serie di attacchi 5, 7 anch’essi da predisporre sulla parte piana e superiore dello sci 3 ma distanziati e in posizione frontale, ossia verso la punta dello sci, da abbinare con almeno un altro elemento 10 nel seguito meglio specificato.
In specifico detta seconda serie di attacchi, indicati nel seguito con i riferimenti 5 e 7 sono conformati in modo da ricevere e bloccare la becca 2A di una piccozza tecnica 2.
Una volta bloccata la lama mediante detti elementi 5 e 7, si ottiene un insieme formato da uno sci orizzontale e una piccozza con relativo manico sostanzialmente verticale.
In tal configurazione la piccozza acquisisce un nuovo impiego e precisamente viene utilizzata come supporto per la gamba dell’alpinista, secondo la figura 11 e come nel seguito meglio descritto.
Con riferimento alle figure 2, 5 5A, 5B si illustrano alcune forme realizzative di detta seconda serie di attacchi 5 e 7, non limitative della protezione richiesta.
Gli attacchi 5 e 7:
• consentono l’aggancio solamente ad una corrispondente piccozza 2,
• sono provvisti di mezzi di trattenimento, 11 e 12 regolabili in modo da consentire l’inserimento e successivamente bloccare la becca della piccozza 2. A differenza della prima serie di attacchi che come detto lasciavano al rampone un grado di libertà (rotazione sull’asse trasversale allo sci), detta seconda serie di attacchi è configurata per vincolare rigidamente la piccozza impedendole qualsiasi grado di libertà, ovvero mantenendola rigidamente solidale allo sci, come illustrato nelle numerose figure.
Secondo una forma di realizzazione (fig. 2), l’attacco 5 è provvisto di elemento 11 conformato in modo da poter essere sollevato o spostato dalla relativa sede per consentire l’inserimento della punta della piccozza, ; una volta inserita, detto elemento 11 va a interferire e bloccare la becca mantenendo per esempio un relativo elemento di riscontro 8 contro la sua dentatura 2B.
A tal riguardo si osserva la presenza del supporto 27 che funge da base per il bloccaggio dell’elemento 11.
Si osserva anche la presenza di un ulteriore mezzo di bloccaggio laterale, indicato con il riferimento 10.
Detto elemento 10 ha la funzione di
- guida laterale della becca
- mezzo di contrasto al sollevamento della becca.
In maggior dettaglio, detto elemento 10 è fondamentale durante la discesa; infatti, quando la gamba arretra e tira con sé la piccozza (si legga nel seguito il sistema di fissaggio), un riscontro 28 conformato a ponte, che viene a trovarsi al di sopra e trasversalmente alla becca, evita che si sollevi la becca facendo leva, scardinando così l'attacco 5 o 7 .
Secondo una ulteriore forma di realizzazione si possono avere due elementi 10 disposti lateralmente e che prevedono un battente interno che, per la forma della mia piccozza, sono atti ad andare a battuta contro l'attacco del manico che sporge dalla lama.
In alternativa, come detto prima, due elementi 10 sono unibili da un traverso di riscontro 28, a guisa di “U” rovesciata, in cui si infila la becca 2A fino al manico.
Grazie a tale mezzo l’inserimento e bloccaggio della piccozza è consentito solo se questa si trova tra due di detti mezzi di bloccaggio 10, lateralmente disposti.
In conclusione, attraverso l’azione combinata dei suddetti elementi viene impedita qualsiasi possibilità di sfilamento volontario o non della piccozza.
Secondo una ulteriore forma di realizzazione (fig 5, 5a 5b), l’attacco 7 è provvisto di elemento 12 conformato per essere richiamato in posizione da una molla 21.
La molla 21 è variamente disposta: contro il mezzo 10 o anche inferiormente sullo sci o interposta placchetta o sulla cerniera 22 – tutte le configurazioni fanno parte della protezione richiesta.
Grazie alla molla 21 l’elemento 12 può essere aperto mediante ad esempio rotazione con cerniera 22, e successivamente riposizionato per il bloccaggio della becca 2A della piccozza, bloccando la sua dentatura 2B.
In entrambe le forme di realizzazione è convenientemente utilizzato un riscontro 25 di sostegno della porzione della piccozza, anch’esso parte della seconda serie di attacchi 5 e 7.
Con 30 e 40 sono indicati due leve di sbloccaggio rapido degli attacchi 4, 5, 6, 7; dette leve possono essere azionate dall’alpinista, direttamente o tramite bastoncini da sci. A questo scopo le leve 30 e 40 nell’esempio recano una porzione a cucchiaio.
Con detta seconda serie di attacchi 5 e 7 coopera altresì un ulteriore elemento di supporto 50.
L’elemento 50 è provvisto di:
• base 51 conformata in modo da cooperare con il puntale della piccozza,
• struttura 52 (imbottita o meno) solidale alla base e che serve da appoggio per la gamba dell’utilizzatore; la struttura può essere più o meno imbottita,
• nastro o fettuccia 53 di lunghezza tale da poter avvolgere sia la piccozza che la gamba dell’utilizzatore, bloccandole assieme per la fase di discesa.
In maggior dettaglio la fase di discesa viene effettuata sempre con i ramponi calzati e solidali agli sci o in alternativa solo appoggiati agli elementi 9, e le gambe solidali all’attrezzatura frontale, piccozza e supporto 50.
Secondo una forma di realizzazione non illustrata, la seconda serie di attacchi, ovvero quelli della piccozza, possono recare mezzi, quali perni, cooperanti con rispettivi fori ricavati sulla becca in modo da trattenerla per loro attraversamento, in maniera analoga a quanto già descritto in precedenza per la presa della punta del rampone.
Si intende comunque che quanto sopra descritto ha valore esemplificativo e non limitativo, pertanto eventuali varianti di dettaglio che si rendessero necessarie per ragioni tecniche e/o funzionali, si considerano sin da ora rientranti nel medesimo ambito protettivo definito dalle sottoriportate rivendicazioni.

Claims (10)

  1. RI VENDI CA ZIONI 1. Uno sci (3) caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di attacco (4, 6) configurati per agganciare un attrezzo alpinistico, dove detto attrezzo è un rampone (1).
  2. 2. Sci (3) secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi (4, 6) sono atti a ricevere e bloccare almeno una punta frontale 1A di detto rampone; una volta bloccato il rampone (1) detti mezzi di attacco (4, 6) consentono al rampone un grado di libertà, una rotazione sull’asse trasversale allo sci stesso.
  3. 3. Sci (3) secondo la rivendicazione 2, in cui detti mezzi di attacco (4, 6) interferiscono con almeno la sua dentatura (1B) di detta punta (1A) e con il lato (20) opposto.
  4. 4. Sci (3) secondo la rivendicazione 2, in cui detti mezzi di attacco (4, 6) comprendono almeno un mezzo (8) configurato per cooperare con almeno un corrispondente foro ricavato sulla una o più punte frontali del rampone.
  5. 5. Sci (3) secondo la rivendicazione 1, in cui comprende ulteriormente mezzi di attacco (5, 7) configurati per agganciare solidalmente un ulteriore attrezzo alpinistico quale una piccozza (2), bloccando la sua becca (2A).
  6. 6. Sci (3) secondo la rivendicazione 1 e 5, in cui detti mezzi di attacco (4, 6) e (5, 7) sono provvisti di mezzi di trattenimento e/o richiamo per il trattenimento di dette attrezzature (1) e (2).
  7. 7. Sci (3) secondo la rivendicazione 5 in cui detta seconda serie di attacchi (5, 7) coopera altresì con un ulteriore elemento di supporto (50); l’elemento 50 è provvisto di: a. base 51 conformata in modo da cooperare con il puntale della piccozza, b. struttura 52 (imbottita o meno) solidale alla base e che serve da appoggio per la gamba dell’utilizzatore; la struttura può essere più o meno imbottita, c. nastro o fettuccia 53 di lunghezza tale da poter avvolgere sia la piccozza che la gamba dell’utilizzatore, bloccandole assieme per la fase di discesa.
  8. 8. Una costruzione per sciare caratterizzata dal fatto di comprendere uno sci (3) con primi e secondi mezzi di attacco (4, 6, 5, 7); un rampone (1) vincolabile e libero di ruotare rispetto a detti primi mezzi di attacco; una piccozza (2) vincolabile rigidamente a detti secondi mezzi di attacco;
  9. 9. Costruzione secondo rivendicazione 8 in cui ulteriormente comprende un elemento (50) vincolabile al puntale di detta piccozza e configurabile come supporto della gamba dell’utilizzatore mediante nastro o fettuccia (53) di lunghezza tale da poter avvolgere sia la piccozza che la gamba dell’utilizzatore.
  10. 10. Un kit o serie di attacchi (4, 6) e (5, 7) per vincolare una piccozza (2) e un rampone (1) ad uno sci (3) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti.
IT102016000113653A 2016-11-10 2016-11-10 Sistema di attacco a dispositivi di scivolamento e relativa costruzione IT201600113653A1 (it)

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