ITTO20080609A1 - Dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio - Google Patents

Dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio

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ITTO20080609A1
ITTO20080609A1 IT000609A ITTO20080609A ITTO20080609A1 IT TO20080609 A1 ITTO20080609 A1 IT TO20080609A1 IT 000609 A IT000609 A IT 000609A IT TO20080609 A ITTO20080609 A IT TO20080609A IT TO20080609 A1 ITTO20080609 A1 IT TO20080609A1
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IT
Italy
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dispenser
chamber
mobile chamber
washing
tank
Prior art date
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IT000609A
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English (en)
Inventor
Daniele Cerruti
Costanzo Gadini
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Eltek Spa
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Description

“DISPENSATORE DI AGENTI DI LAVAGGIO PER UNA MACCHINA DI LAVAGGIOâ€
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio, quale una lavastoviglie, in particolare secondo almeno il preambolo della rivendicazione 1, e ad un metodo per il carico e lo scarico di un agente di lavaggio attraverso un dispensatore, in particolare secondo almeno il preambolo della rivendicazione 15.
Come à ̈ noto le macchine di lavaggio, in particolare del tipo per uso domestico, quali lavastoviglie, sono normalmente dotate di un dispensatore di agenti di lavaggio, costituiti ad esempio da detersivi e additivi di lavaggio in polvere o liquidi o solidi o pastiglie, che vengono rilasciati all’interno della vasca di lavaggio della macchina, durante le fasi di lavaggio.
Nel caso delle lavastoviglie, gli agenti di lavaggio comprendono tipicamente un detersivo e/o un brillantante, contenuti in appositi serbatoi, in comunicazione con un rispettivo dispensatore, il quale, durante il ciclo di lavaggio, dosa ed eroga nella vasca di lavaggio almeno una dose di agente di lavaggio.
In taluni dispensatori, detti anche a lunga carica o multidose, la capienza dei serbatoi à ̈ tale da consentire una pluralità di erogazioni in più cicli di funzionamento della macchina, così da evitare all’utente di dover ricaricare ogni volta gli agenti di lavaggio; in questi dispensatori il dispositivo provvede anche a dosare l’agente di lavaggio oltre che ad erogarlo nella vasca di lavaggio.
Vi sono anche dispensatori privi del serbatoio a lunga carica, ovvero provvisti di un vano che contiene una sola dose di agente di lavaggio che l’utente carica preliminarmente ad ogni ciclo di funzionamento della macchina.
Altri dispensatori comprendono poi in un unico dispositivo sia un dispensatore del tipo a lunga carica o multidose, ad esempio per un agente brillantante, che un dispensatore monodose, ad esempio per un agente detersivo.
Un tipo noto di dispensatori a lunga carica o multidose prevede che le operazioni di dosaggio e di rilascio dell’agente di lavaggio vengano eseguite da un pistone dosatore che si muove in un corpo dispensatore, a guisa di un pistone scorrevole in un cilindro, definendo una camera mobile che si sposta tra una posizione in cui à ̈ in comunicazione con il serbatoio ed una in cui à ̈ in comunicazione con la vasca; la camera mobile à ̈ pertanto definita da pareti perimetrali o periferiche alcune delle quali fisse ed altre mobili (associate al pistone), così da permettere la sua dislocazione tra una posizione di carico ed una di scarico.
In generale quando questi dispositivi sono disposti in condizione operativa per lo scarico dell’agente di lavaggio, essi sono posti su di una parete verticale della macchina o su di uno sportello ribaltabile, che in condizione di lavoro della macchina à ̈ posto verticalmente; in tale condizione la camera mobile à ̈ solitamente posta ad una quota inferiore al serbatoio, così da permettere il passaggio dell’agente di lavaggio dall’uno all’altra, preferibilmente per gravità.
Il pistone dosatore à ̈ azionato da un dedicato attuatore, così da porre in comunicazione la camera mobile con il serbatoio e con la vasca, rispettivamente attraverso un ingesso ed uno scarico previsti sul cilindro costituito dal corpo dispensatore, nel quale il pistone dosatore scorre.
Una caratteristica comune a questo tipo di dispensatori noti à ̈ quella che l’ingresso e lo scarico hanno sostanzialmente dimensioni e forma uguali o prossime a quelle della sezione della camera mobile definita dall’elemento dosatore, così che la camera mobile (durante la fase di carico e quella di scarico) rispettivamente si affaccia o coincide completamente o in modo prevalente sia verso il serbatoio che verso la vasca (o equivalentemente verso il condotto che immette al serbatoio ed alla vasca), l’apertura della camera per il carico o lo scarico infatti interessa una intera parete perimetrale della camera, ad esempio la parete superiore o di cielo e/o quella inferiore o di fondo.
A tal fine la corsa dell’attuatore che aziona il pistone dosatore à ̈ tale da consentire detto rispettivo completo posizionamento o coincidenza, ovvero la corsa dell’attuatore sostanzialmente corrisponde alla misura in lunghezza della luce di carico e/o della luce di scarico e/o della camera mobile, riferite al verso di movimento.
Questa necessità deriva dall’esigenza di effettuare un completo riempimento e/o svuotamento della camera con gli agenti di lavaggio: la camera mobile trasla orizzontalmente tra due posizioni, una di carico ed una di scarico: nella prima la camera viene privata dell’intera parete di cielo, così che il suo intero volume si affaccia verso il serbatoio (o equivalentemente verso un condotto che afferisce al serbatoio) e nella seconda la camera viene privata dell’intera parete di fondo così che il suo intero volume si affaccia verso la vasca (o equivalentemente verso un condotto che afferisce alla vasca); la traslazione orizzontale della camera mobile à ̈ comandata dall’attuatore che a tal fine à ̈ provvisto di un albero di azionamento orizzontale.
Ciò comporta un inconveniente legato al fatto che il dispensatore presenta necessariamente una dimensione rilevante: infatti, dati la geometria ed il cinematismo ora descritti, si occupa in definitiva un volume più che doppio e un ingombro orizzontale anch’esso più che doppio rispetto a quello della camera mobile.
Questo inconveniente à ̈ ancora più sentito nel caso si debbano erogare dosi elevate di agenti di lavaggio, in questo caso infatti à ̈ necessario prevedere un volume elevato della camera mobile, e quindi (in accordo alla geometria appena descritta) alternativamente o un attuatore con corsa elevata o uno sviluppo notevole della camera in altezza o in spessore, andando ad occupare pertanto uno spazio ancora maggiore sulla parete verticale della macchina di lavaggio.
L’utilizzo di un attuatore con corsa elevata, ad esempio con corsa lineare dell’ordine di alcuni centimetri, presenta comunque notevoli inconvenienti, quali costi ed ingombri elevati o forze eccessivamente ridotte.
Alcuni di questi dispensatori noti, che sono utilizzabili però solo per lo scarico di agenti di lavaggio in polvere, sono provvisti di una bocca di scarico laterale anziché inferiore e durante la fase scarico la camera viene privata di una intera parete perimetrale o periferica; tali dispensatori sono provvisti di una pompa o un ventilatore che genera un flusso d’aria compressa, atta ad agevolare lo scarico e/o atta a mettere in leggera sovrapressione il serbatoio e la camera, effettuando così lo scarico ed il carico dell’agente di lavaggio in polvere per l’azione congiunta della gravità e del flusso d’aria.
Questa soluzione nota, pur presentando alcuni vantaggi, tuttavia à ̈ relativamente complessa, ed inoltre essa non sembra essere adatta a scaricare agenti di lavaggio liquidi, che anche a causa della sovrapressione potrebbero filtrare dalle superfici di accoppiamento tra l’elemento dosatore e/o distributore ed il corpo dispensatore in cui à ̈ mobile, solitamente prive di guarnizioni o provviste di elementi di tenuta complessi.
A tal proposito si fa notare un ulteriore inconveniente, relativo al fatto che in generale, essendo gli elementi di tenuta (in gomma o elastomero) disposti sulle superfici di accoppiamento tra il pistone dosatore ed il corpo dispensatore traslante, essi sono normalmente soggetti ad usura per attrito, ad esempio generata dallo scorrimento relativo delle superfici di tenuta le une sulle altre e/o da infiltrazioni di detergente in polvere, con l’inconveniente di una loro precoce rottura o fessurazione o danneggiamento.
Un primo scopo della presente invenzione à ̈ quello di mettere a disposizione un dispensatore che sia in grado di superare i sopra citati inconvenienti.
Un secondo scopo della presente invenzione à ̈ quello di predisporre un dispensatore che comprende una camera mobile che trasla tra due posizioni in cui viene alternativamente caricata con un agente di lavaggio ed in cui scarica l’agente di lavaggio verso la vasca, e provvisto di mezzi atti a facilitare il carico e/o lo scarico degli agenti di lavaggio.
Ulteriore scopo à ̈ quello di consentire un completo e/o ottimale riempimento e svuotamento della camera mobile di un elemento dosatore e/o erogatore.
Un altro scopo à ̈ quello di prevedere una camera mobile linearmente che presenta una elevata capacità di carico e scarico, pur con corsa contenuta e/o pur movimentata da un attuatore con corsa contenuta.
Ancora un altro scopo à ̈ quello di agevolare il carico dell’agente di lavaggio, permettendo il completo e/o ottimale riempimento della camera e quindi un corretto dosaggio, e preferibilmente semplificando la eliminazione di ristagni o bolle d’aria eventualmente presenti nella camera durante il carico.
Un ulteriore scopo à ̈ quello di agevolare lo scarico dell’agente di lavaggio dalla camera verso la vasca, in particolare in modo che tutta la dose di agente di lavaggio venga correttamente erogata.
Ancora un altro scopo à ̈ quello di ottenere una camera del dispensatore avente una volumetria predefinita e fissa, capace di generare un dosaggio dell’agente di lavaggio sempre uguale ad ogni erogazione, a prescindere dal livello di agente di lavaggio contenuto nel serbatoio.
Un altro scopo ancora à ̈ quello di realizzare un dispensatore che abbia un basso costo ed una ottima tenuta tra il pistone dispensatore ed il cilindro.
Oggetto di una versione preferenziale della presente invenzione à ̈ un dispensatore come descritto almeno nel preambolo della rivendicazione 1, che si intende parte integrante della presente descrizione; analogamente à ̈ oggetto di una versione preferenziale della presente invenzione un metodo per il carico di un agente di lavaggio in un dispensatore come descritto nella rivendicazione 15, che si intende parte integrante della presente descrizione; ulteriori caratteristiche vantaggiose sono oggetto delle allegate rivendicazioni che si intendono parte integrante del presente testo.
La presente invenzione à ̈ preferibilmente riferita a dispensatori del tipo a lunga carica o multidose, potendo tuttavia essere riferita anche a dispositivi che comprendono più dispensatori, anche di tipologie tra loro differenti, quale un dispensatore multidose associato ad un dispensatore monodose.
In particolare, l’invenzione à ̈ riferita ad un dispensatore in cui le operazioni di dosaggio e di rilascio dell’agente di lavaggio vengono eseguite almeno in parte da un elemento mobile o elemento dosatore o pistone dosatore che, azionato da un attuatore, si muove in un corpo dispensatore, e definisce almeno in parte una camera mobile che trasla tra almeno una posizione in cui à ̈ in comunicazione con il serbatoio o un ingresso ed una in cui à ̈ in comunicazione con la vasca o uno scarico.
A tal proposito à ̈ necessario indicare preliminarmente che in questa descrizione e nelle rivendicazioni che seguiranno il dispensatore à ̈ in condizione operativa quando à ̈ posto sulla parete verticale della macchina di lavaggio, o dello sportello posto in verticale (in sostanza quando questo chiude l’accesso alla vasca); à ̈ da notare a inoltre che il dispensatore può essere in condizione operativa anche quando à ̈ associato alla macchina di lavaggio con posizioni o angolazioni differenti, come ad esempio nel caso di dispensatori montati su porzioni sagomate o inclinate della parete della lavastoviglie, riferibili comunque a condizioni operative secondo l’invenzione.
Un’idea alla base della presente invenzione à ̈ di prevedere che il dispensatore comprenda mezzi che presentano almeno una superficie di scorrimento atta ad agevolare il carico e/o lo scarico degli agenti di lavaggio; tale superficie à ̈ preferibilmente una delle superfici perimetrali che delimitano la camera.
Una prima caratteristica vantaggiosa prevede che almeno una parte della superficie di cielo della o associata alla camera mobile sia inclinata rispetto ad una direzione di riferimento sostanzialmente verticale (normalmente coincidente con la direzione di caduta per gravità dell’agente di lavaggio dal serbatoio nella camera), così da permettere, come si vedrà, un ottimale riempimento della camera ed un perfetto dosaggio, permettendo al contempo l’evacuazione verso il serbatoio e/o l’ingresso dell’aria presente o eventualmente accumulatasi nella camera mobile; grazie a questo accorgimento, sia nel caso di agenti di lavaggio in polvere, che nel caso di agenti di lavaggio liquidi, essi possono occupare tutto il volume della camera, consentendo un corretto riempimento e di conseguenza un dosaggio ottimale e preciso.
Una seconda caratteristica vantaggiosa che può essere prevista alternativamente o in combinazione prevede che almeno una parte della superficie di fondo della o associata alla camera mobile sia inclinata rispetto ad una direzione verticale (normalmente coincidente con la direzione di caduta per gravità dell’agente di lavaggio dalla camera verso la vasca e/o l’uscita); questa caratteristica permette di avere un ottimale e/o completo scarico dell’agente di lavaggio contenuto nella camera durante la fase di scarico.
La superficie di cielo e quella di fondo della camera sono in generale da intendersi in senso lato, poiché la camera può presentare in prima istanza qualsivoglia forma: essa può essere ad esempio prismatica, cilindrica o sferica, o anche con una forma irregolare; in ogni caso la superficie di cielo e quella di fondo sono da intendersi preferibilmente come quelle che delimitano almeno in parte rispettivamente superiormente ed inferiormente la camera; come si vedrà meglio dopo, la superficie di cielo e quella di fondo della camera possono essere almeno in parte definite dal pistone o dalla camera mobile oppure da una sede del corpo dispensatore, in cui si muove il detto pistone o camera.
In sostanza predisponendo una superficie di fondo che degrada verso la bocca di scarico o verso lo scarico e/o una superficie di cielo che si innalza verso la bocca di carico o verso l’ingresso, preferibilmente in modo graduale (ovvero senza sottosquadri) viene facilitato sia lo scarico dell’agente di lavaggio, che il carico, permettendo anche una semplice evacuazione dell’aria contenuta nella camera mobile per naturale risalita verso l’ingresso o nel serbatoio, specie nel caso di agenti di lavaggio liquidi, e/o un corretto accumulo nel caso di agenti di lavaggio in polvere, a cui consegue un corretto dosaggio.
A seguito di queste caratteristiche, come si vedrà nel dettaglio più oltre, à ̈ inoltre possibile pensare nello specifico di prevedere (alternativamente o in combinazione) che l’apertura di scarico e/o quella di carico interessino solo parzialmente almeno una delle pareti periferiche o perimetrali che delimitano la camera mobile.
L’ingresso e/o lo scarico hanno una sezione con estensione in pianta minore della sezione della camera mobile, in questo modo, in condizione di scarico e/o di carico, la camera viene privata solo di una porzione limitata di una o più delle pareti che la delimitano al fine di realizzare l’apertura o luce di scarico e/o quella di carico verso il serbatoio e/o verso la vasca.
Più nello specifico nel caso in cui la luce di carico interessi la superficie di cielo della camera e quella di scarico interessi la superficie di fondo della camera, almeno una di queste luci (preferibilmente entrambe) presenta una sezione avente estensione in pianta minore della sezione longitudinale della camera mobile.
In altre parole, in condizione di scarico, la luce di scarico occupa solo una parte della superficie di fondo della camera, e, in condizione di carico, la luce di carico occupa solo una parte della superficie di cielo della camera.
La combinazione di queste caratteristiche comporta il vantaggio di avere un dispensatore che presenta dimensioni ridotte a parità di volume della camera: quest’ultima infatti necessita di uno spostamento minore tra la posizione di carico e quella di scarico, e viceversa, a tutto vantaggio della compattezza del dispensatore e della velocità di azionamento durante le fasi di carico e scarico; la maggiore velocità che si ottiene esplica i migliori vantaggi con l’utilizzo di attuatori termici o elettro-termici, i quali sono tipicamente lenti.
È appena il caso di notare che queste due ultime caratteristiche possono anche sussistere l’una indipendentemente dall’altra.
Il dispensatore secondo la presente invenzione inoltre funziona ottimamente indipendentemente dal fatto che gli agenti di lavaggio siano liquidi o in polvere.
Secondo un aspetto inventivo e vantaggioso inoltre quando il dispensatore à ̈ in condizione operativa o di corretto montaggio, tutta la camera presenta un assetto inclinato rispetto alla direzione di caduta dell’agente di lavaggio, sostanzialmente verticale, e si estende obliquamente dall’alto verso il basso nella direzione che va dalla luce di carico a quella di scarico; detto assetto inclinato o il verso di movimento, della camera o del pistone mobile, preferibilmente si estende obliquamente o à ̈ inclinato o leggermente arcuato rispetto ad almeno uno tra una parete o una superficie del dispensatore e una parete o una superficie della vasca o della porta della macchina di lavaggio .
Un ulteriore aspetto che merita la pena di essere menzionato à ̈ relativo al fatto che almeno una delle eventuali guarnizioni, come si vedrà meglio nel dettaglio nel seguito della descrizione, à ̈ preferibilmente sollecitata a compressione, preferibilmente in un verso assiale o sostanzialmente coincidente con detto verso o assetto inclinato od obliquo, ottenendo un notevole vantaggio per quanto concerne l’eliminazione o riduzione della usura della guarnizione, e la resistenza o attrito offerta da questa alla forza esercitata dall’attuatore, che viene anch’essa ridotta, a tutto vantaggio della durata dell’attuatore e della guarnizione.
In una variante più oltre descritta sono previste vantaggiosamente in termini di costo delle guarnizioni ricavate di pezzo con lo stesso pistone o elemento mobile.
Queste ed ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno maggiormente chiari dalla descrizione di esempi di realizzazione mostrati nei disegni annessi, forniti a puro titolo esemplificativo e non limitativo, in cui:
le figg. 1 e 2 illustrano una prima versione del dispensatore secondo la presente invenzione rispettivamente in condizione di carico e di scarico;
le figg. 3 e 4 illustrano una variante del dispensatore secondo la presente invenzione rispettivamente in condizione di carico e di scarico;
le figg. 5 e 6 illustrano una forma esecutiva pratica e due relativi ingrandimenti della prima versione del dispensatore secondo la presente invenzione rispettivamente in condizione di carico e di scarico;
la fig. 7 illustra il dispensatore delle figg.5 e 6 in una condizione operativa; la fig. 8 illustra in esploso alcuni particolari del dispensatore di fig. 7;
la figg. 9 illustra in prospettiva una parte del corpo del dispensatore di fig. 5; le figg. 10 e 11 illustrano in prospettiva il dispensatore di fig. 5 rispettivamente visto dalla parte posteriore e da quella anteriore;
le figg. 12 e 13 illustrano una forma esecutiva pratica della variante e due relativi ingrandimenti del dispensatore secondo la presente invenzione rispettivamente in condizione di carico e di scarico;
la fig. 14 illustra il dispensatore delle figg. 12 e 13 in una condizione operativa;
la fig. 15 illustra in esploso alcuni particolari del dispensatore di fig. 14; la fig. 16 illustra in prospettiva una parte del corpo del dispensatore di fig.12; la fig. 17 illustra il dispensatore di fig.12 visto dalla parte posteriore;
le figg. 18 e 19 illustrano due viste ruotate di 90° di una forma esecutiva alternativa del pistone dosatore della camera mobile;
le figg. 20, 21 e 22 illustrano tre viste in prospettiva del pistone dosatore di figg. 18 e 19;
la fig. 23 illustra in esploso alcuni particolari di una variante del dispensatore provvisto del pistone dosatore delle figg. da 18 a 22;
la fig. 24 illustra in esploso alcuni componenti del dispensatore di figg. 5 e 6 secondo una forma esecutiva alternativa;
fig. 25 illustra in sezione i componenti della forma esecutiva di fig.24.
Preliminarmente alla descrizione dettagliata delle figure à ̈ opportuno chiarire che le caratteristiche dell’invenzione possono essere implementate in un dispensatore in vari modi, nel seguito si descriveranno in dettaglio due versioni principali, il cui principio di funzionamento à ̈ illustrato, rispettivamente, nelle figg.
1 e 2 per la prima versione, e nelle figg. 3 e 4 per la seconda versione, mentre le figg. da 5 a 11 illustrano una forma esecutiva pratica della prima versione, e quelle da 12 a 17 ne illustrano analogamente una della seconda versione.
Facendo riferimento alle figg. 1 e 2 in esse si può notare un dispensatore 1 per agenti di lavaggio 2 secondo una prima forma esecutiva.
Questo tipo di dispensatore 1 Ã ̈ atto ad essere associato ad una parete di una vasca di una macchina di lavaggio, ad esempio una parete verticale o una parete che in condizione di funzionamento della macchina di lavaggio sia verticale, come ad esempio uno sportello ribaltabile attorno ad un asse orizzontale.
Il dispensatore 1 comprende un corpo 3 provvisto di uno scarico 4B afferente alla vasca; esso alloggia inoltre un serbatoio 6 in cui sono contenuti gli agenti di lavaggio 2, liquidi o in polvere, che verranno somministrati durante i cicli di funzionamento della macchina.
All’interno del corpo 3 del dispensatore à ̈ previsto un elemento dosatore nella forma esemplificativa e non limitativa di un pistone dosatore 59 di cui si possono vedere nelle figg. 1 e 2 le pareti di testa anteriore 54 e posteriore 53 che sono tra loro solidali: la parete di testa anteriore 54 à ̈ quella più prossima allo scarico 4B e la parete posteriore 53 à ̈ quella più prossima all’ingresso 7B posto tra il serbatoio 6 ed il corpo 3.
Il pistone dosatore 59 definisce o delimita almeno in parte una camera mobile 5 e si muove nella sede 50 definita nel corpo 3 del dispensatore 1.
La camera mobile 5 Ã ̈ quindi delimitata in questo caso da pareti periferiche o perimetrali che sono parte di pezzo con il corpo 3 e parte di pezzo con il pistone dosatore 59.
La camera mobile 5 nella fase di carico dell’agente di lavaggio dal serbatoio 6 (illustrata in fig.1) à ̈ posta in comunicazione quest’ultimo attraverso l’apertura di carico 7A che si affaccia sull’ingresso 7B posto in questo caso al termine dell’imboccatura ad imbuto 60 del serbatoio 6.
Seppure in figg. 1 e 2 siano mostrati l’imboccatura ad imbuto 60 afferente all’ingresso 7B, essi sono da intendersi quali esempi non limitativi: l’ingresso infatti potrebbe essere realizzato anche in qualsivoglia altro modo atto allo scopo di convogliare l’agente di lavaggio dal serbatoio 6 alla camera 5, secondo il principio di funzionamento del dispensatore che à ̈ basato principalmente sulla caduta per gravità dell’agente di lavaggio nella direzione di caduta, illustrata con la freccia diretta verso il basso avente riferimento V.
Analogamente anche lo scarico 4B può essere realizzato in qualsivoglia altro modo atto allo scopo di convogliare l’agente di lavaggio preferibilmente per gravità dalla camera 5 alla vasca.
Nella descrizione che seguirà si farà riferimento anche ad una direzione obliqua o inclinata O da intendersi con riferimento alla direzione verticale V, che à ̈ quella di caduta degli agenti di lavaggio per gravità con il dispensatore montato in condizione operativa: con il termine “obliquo†o “inclinato†si deve intendere una direzione non perpendicolare (se vista proiettata nello stesso piano di sezione) alla direzione di riferimento verticale V.
In alternativa à ̈ possibile prevedere che la direzione O definisca anche una traiettoria curva o lievemente arcuata.
La camera mobile 5 nella fase di scarico (illustrata in fig. 2) à ̈ posta in comunicazione con la vasca attraverso l’apertura di scarico 4A che si forma quando la parete anteriore 54 nel suo movimento scopre lo scarico 4B, permettendo così l’erogazione dell’agente di lavaggio 2A verso la vasca.
Secondo l’invenzione, i mezzi atti ad agevolare il carico degli agenti di lavaggio prevedono che almeno una porzione della superficie di cielo 52 della camera mobile 5 sia inclinata, tale inclinazione essendo orientata nella direzione O verso l’ingresso 7B, così da migliorare il carico degli agenti di lavaggio 2, consentendo al contempo una semplice eliminazione dell’aria contenuta nella camera mobile 5, la quale tende a fuoriuscire dalla camera 5 potendo risalire senza ostacoli verso il punto più alto della camera 5 in condizione di carico (fig. 1) dove trova in questa fase l’apertura di carico 7A affacciata all’ingresso 7B verso il serbatoio 6 , nel quale confluisce.
In accordo ad ulteriori insegnamenti della presente invenzione i mezzi atti ad agevolare lo scarico degli agenti di lavaggio prevedono che almeno una porzione della superficie di fondo 51 della camera mobile 5 sia inclinata, tale inclinazione essendo orientata nella direzione O (identificata sostanzialmente con quella di scorrimento dell’agente di lavaggio 2 verso l’apertura di scarico 4A) , ovvero verso lo scarico 4B previsto sul corpo 3 del dispensatore 1, così da convogliare l’agente di lavaggio verso la vasca durante la fase di scarico, permettendone lo scorrimento o scivolamento o il fluire sulla porzione inclinata della detta superficie di fondo 51.
In questa prima forma esecutiva almeno la camera mobile 5 definita dal pistone 59 e preferibilmente anche le pareti di testa 53 e 54 sono inclinate, così che la superficie di fondo 51 agisca quale superficie inclinata su cui scivola l’agente di lavaggio 2, verso l’apertura di scarico 4A affacciata sullo scarico 4B ricavata nel corpo 3 del dispensatore 1; come si può notare dalle figg. 1 e 2 infatti l’asse longitudinale della camera 5 à ̈ inclinato rispetto ad una direzione orizzontale, ovvero inclinato rispetto ad una direzione perpendicolare alla direzione V.
Più nello specifico nelle figg. 1 e 2 si può notare che il pistone 59, e di conseguenza la camera 5, trasla linearmente da e verso lo scarico 4B (o l’ingresso 7B), tale traslazione essendo realizzata grazie ad almeno un attuatore .
Quest’ultimo à ̈ preferibilmente un termoattuatore 9, ovvero un attuatore di tipo termico o termoelettrico, e comprende un involucro esterno 91, tipicamente in materiale elettricamente isolante, quale plastica, entro il quale involucro 91 à ̈ posto almeno un elemento di attuazione, ad esempio comprendente un corpo in materiale elettricamente e termicamente conduttivo (ad esempio metallo) contenente un materiale espandibile, eventualmente connesso o associato ad un riscaldatore elettrico; nel detto corpo dell’elemento di attuazione à ̈ definito un volume di alloggiamento per detto materiale espandibile e/o termicamente dilatabile (quale ad esempio della cera) operativamente associato ad un elemento spintore, atto a produrre lo spostamento lineare di un albero di azionamento 92 che fuoriesce dall’involucro esterno; il riscaldatore elettrico à ̈ tipicamente costituito da un resistore a coefficiente di temperatura positivo PTC, alimentato elettricamente tramite due terminali, visibili in figura.
Detto attuatore termico potrebbe tuttavia essere di altro tipo, ad esempio del tipo comprendente elementi bi-metallici o in lega a memoria di forma; esso potrebbe essere un attuatore elettromagnetico e/o comprendere un motore elettrico o ancora una serie di cinematismi (ad esempio ruote dentate e/o alberi di trasmissione o simili) azionati da un apposito attuatore e atti a muovere l’albero di azionamento 92 e/o il pistone 59 in un verso predefinito, preferibilmente una traslazione sostanzialmente lineare o lievemente arcuata.
Nell’esempio fornito l’albero di azionamento 92 agisce sul pistone 59 ed in particolare in corrispondenza della parete di testa posteriore 53 della camera 5, che a sua volta à ̈ connessa alla parete di testa anteriore 54 sul lato opposto della camera 5 (ad esempio mediante porzioni o pareti o aste di collegamento, non illustrate in questa figura) così da essere tra loro solidali nel movimento, andando a realizzare un vero e proprio pistone 59 che scorre nella sede 50 definita nel corpo 3 del dispensatore 1.
Le pareti di testa 53 e 54 traslano quindi da e verso lo scarico 4B, (ovvero da e verso l’ingresso 7B), seguendo l’azione dell’albero di azionamento 92, e realizzando pertanto la dislocazione o posizionamento della camera 5 nelle due posizioni di fig. 1 e fig.2.
A tal proposito si fa notare che in questa forma esecutiva l’asse dell’attuatore 9 e/o dell’albero di azionamento 92 à ̈ anch’esso inclinato rispetto alla direzione di caduta V dell’agente di lavaggio, ed in particolare trasla linearmente parallelo alla direzione O in modo da movimentare la camera 5 in un moto inclinato; si consideri tuttavia che detto movimento della camera 5 potrebbe anche essere realizzato con una differente posizione o angolazione dell’attuatore 91, eventualmente anche tramite ulteriori cinematismi interposti.
La prima forma esecutiva ora descritta presenta inoltre altre caratteristiche vantaggiose: ad esempio, come si può notare, lo scarico 4B e l’ingresso 7B hanno una forma ed una dimensione tali per cui l’apertura di scarico 4A e di quella di carico 7A interessano ognuna solo parzialmente le pareti periferiche o perimetrali che delimitano la camera 5; queste caratteristiche relative alla all’ingresso 7B ed allo scarico 4B (o alle aperture di carico 7A e scarico 4A), possono anche essere previste indipendentemente l’una dall’altra.
Nella condizione di scarico di fig. 2 la parete di testa anteriore 54 (nel suo movimento internamente alla sede 50) oltrepassa lo scarico 4B, mentre la parete di testa posteriore 53 rimane in posizione remota rispetto lo scarico 4B, (nell’esempio illustrato essa occlude l’ingresso 7B), così che la camera 5 in questa condizione à ̈ ancora provvista di almeno una parte della parete di fondo 51, che costituisce appunto la superficie di scorrimento sulla quale scivola o scorre o fluisce l’agente di lavaggio 2A durante lo scarico; nella condizione di carico di fig. 1 invece la parete di testa posteriore 53, sorpassa l’ingresso 7B nel suo movimento internamente alla sede 50, mentre la parete di testa anteriore 54 rimane in posizione remota rispetto alla bocca di carico 7B (nell’esempio illustrato essa occlude lo scarico 4B), in modo tale per cui la camera 5 in questa condizione à ̈ ancora provvista di una parte della parete di cielo 51, che costituisce la superficie di scorrimento sulla quale risale scorrendo l’aria che dalla camera 5 va verso il serbatoio 6 e/o che agevola il corretto accumulo dell’agente di lavaggio 2.
La forma e posizione dell’ingresso 7B e dello scarico 4B sono preferibilmente tali tale per cui non si possano formare ristagni di detersivo nella fase e/o zona di scarico e/o ristagni di aria nella fase e/o zona di carico.
Quindi, mentre nell’arte nota l’agente di lavaggio 2, 2A veniva caricato o scaricato mediante una apertura di carico o scarico che interessava completamente una o più delle pareti perimetrali (ad esempio privando completamente la camera della superficie di cielo durante il carico, o della superficie di fondo durante lo scarico), nella presente invenzione le pareti perimetrali che definiscono la camera 5 sono interessate solo parzialmente dall’apertura di carico 7A e scarico 4A , così che nell’esempio fornito la camera 5 presenta sempre almeno una porzione della superficie di fondo 51 durante lo scarico ed una porzione della superficie di cielo 52 durante il carico, onde ottenere gli effetti vantaggiosi appena descritti.
L’ingresso 7B e lo scarico 4B sono in sostanza realizzate a guisa di travasi che si aprono solo su una porzione limitata delle superfici di cielo 52 e di fondo 51 avendo forma e dimensioni minori di quelle della sezione longitudinale della camera 5 e/o delle dette superfici 51 e 52.
Si ottiene così il vantaggio sopra accennato e relativo alla compattezza di dimensioni del dispensatore: a parità di volume infatti la camera mobile 5 effettua uno spostamento minore tra la prima e la seconda posizione, a tutto vantaggio anche della compattezza e robustezza dell’attuatore 9 che può essere provvisto di un albero di azionamento 92 più corto, e conseguentemente anche di un involucro 91 di lunghezza ridotta.
Si fa ancora notare che in una possibile variante (non illustrata) dell’esempio discusso a riguardo delle figg. 1 e 2 à ̈ comunque possibile prevedere che almeno una parte delle pareti di fondo 51 e/o di cielo 52 sia solidale con la parete di testa posteriore 53 e/o con la parete di testa anteriore 54, senza per questo allontanarsi dagli insegnamenti e dagli scopi della presente invenzione.
Rimane solo da notare che la combinazione di tutte o almeno parte delle caratteristiche fino ad ora descritte comporta una sinergia di vantaggi, permettendo di avere una camera in cui il carico, lo scarico e il dosaggio dell’agente di lavaggio sono ottenuti in modo preciso ed ottimale, e con una notevole economia di parti funzionali.
Passando alla seconda forma esecutiva illustrata nelle figg.3 e 4 con gli stessi numeri provvisti dell’apice †̃ sono rappresentate le stesse parti, sulle quali non si torna oltre per economia di descrizione.
Anche in questa soluzione viene implementato il principio di base della presente invenzione, infatti si può notare che la superficie di fondo 51’ della camera mobile 5’ à ̈ inclinata rispetto alla direzione di caduta dell’agente di lavaggio, così come la superficie di cielo 52’, ottenendo gli stessi vantaggi sopra descritti.
Una prima differenza che si nota tra la prima e la seconda variante negli esempi non limitativi illustrati nelle figg. da 1 a 4 risiede nel fatto che in questo caso almeno una parte di dette superfici di fondo 51’ e di cielo 52’ à ̈ solidale con le pareti di testa 53’ e 54’ mobili della camera 5’, e quindi solidale con il pistone dosatore 59’ e trasla con essa da e verso lo scarico 4B’ e/o verso l’ingresso 7B’.
Una differenza sostanziale tra la prima e la seconda variante risiede nel fatto che, mentre per la soluzione di figg. 1 e 2 la camera mobile 5 trasla tra la prima e la seconda posizione e viceversa lungo un percorso inclinato, nella variante delle figg.
3 e 4 la camera 5’ trasla lungo un percorso orizzontale o sostanzialmente perpendicolare alla direzione di caduta V dell’agente di lavaggio, e la camera mobile 5’ presenta un asse longitudinale inclinato nella direzione O, la quale direzione O risulta essere pertanto inclinata anche rispetto alla direzione di traslazione.
Sebbene fino ad ora si sia fatto riferimento a traslazioni sostanzialmente lineari giova a tal proposito notare fin d’ora che, equivalentemente, esse potrebbero anche essere traslazioni angolari o di altro tipo, quale un movimento lungo un percorso (o traiettoria) leggermente arcuata.
A tal fine la camera 5’ à ̈ definita tra pareti perimetrali che comprendono la superficie di fondo 51’ e quella di cielo 52’, le quali superfici 51’ e 52’ sono inclinate rispetto alla direzione di traslazione e/o all’asse del pistone di azionamento 92’; parte della superficie di fondo 51’ e parte di quella di cielo 52’ e che non sono di pezzo con il corpo 3 sono di pezzo con il pistone dosatore 59’ e contrariamente alla versione precedente si muovono con il pistone dosatore 59’; una descrizione più dettagliata di un esempio di quest’ultimo à ̈ fornita più avanti con riferimento alle figure successive.
A tal proposito si fa notare che in questa forma esecutiva l’asse dell’albero di azionamento 92’ à ̈ perpendicolare alla direzione di caduta V dell’agente di lavaggio, pertanto sostanzialmente orizzontale, così da movimentare la camera 5’ in un moto orizzontale da e verso l’ingresso 7B’ e lo scarico 4B’, le quali, anche in questo caso, sono realizzate a guisa di travasi così che l’apertura di ingresso 7A’ e quella di scarico 4A’ interessano solo parzialmente le pareti perimetrali della camera 5’.
È appena il caso di notare che anche in questa seconda soluzione si può pensare di avere alternativamente o solo la superficie di fondo 51’ o solo quella di cielo 52’ inclinata, sebbene i maggiori vantaggi si ottengono quando questi sono entrambe inclinate.
Analogamente a quanto discusso per la prima soluzione à ̈ possibile pensare di avere solo l’ingresso 7B’ o solo lo scarico 4B’ con dimensioni minori della sezione orizzontale della camera 5’ e/o con dimensioni minori della estensione della superficie di fondo 51’ o di quella di cielo 52’, e/o tali da generare aperture di ingresso 7A’ e/o di scarico 4A’ che interessano parzialmente una o più pareti perimetrali della camera, anche se, nuovamente, i maggiori vantaggi si ottengono quando entrambe hanno questa caratteristica, come nel caso illustrato nelle figg. 3 e 4.
Analogamente a quanto sopra la combinazione delle caratteristiche ora descritte per questa seconda forma esecutiva realizzano per gli stessi motivi la citata sinergia di vantaggi relativi al carico, allo scarico, al dosaggio, e ad una generale economia di costruzione.
Vale inoltre la pena di notare che in entrambe le versioni, il dispensatore 1, 1’ funziona ottimamente sia con agenti di lavaggio 2, 2’ in polvere, sia con agenti di lavaggio 2, 2’ liquidi, mentre genericamente le soluzioni note allo stato dell’arte sono perlopiù dedicate al funzionamento con uno solo dei due (in polvere o liquido), presentando in caso contrario alcuni inconvenienti legati alla differente natura (polverulenta o liquida) dell’agente di lavaggio introdotto nel serbatoio.
È opportuno sottolineare che nel caso in cui gli agenti di lavaggio 2, 2’ siano liquidi lo scarico dell’aria dalla camera 5, 5’ verso il serbatoio 6, 6’ contribuisce al corretto riempimento della camera 5, 5’ stessa e quindi ad un corretto dosaggio.
Nel caso di agente di lavaggio 2, 2’ in polvere, questo tende a riempire la camera 5, 5’ accumulandosi secondo l’angolo di natural declivio proprio della polvere di cui à ̈ composto; in questo caso la parete di cielo 52, 52’ inclinata quindi permette non soltanto lo scarico dell’aria, ma può vantaggiosamente presentare una inclinazione predefinita in modo tale da consentire un corretto riempimento.
Per ottenere tali vantaggi preferibilmente l’angolo definito tra la parete di cielo 52, 52’ inclinata e la direzione V, identificate nello stesso piano di sezione, à ̈ compreso tra circa 1° e 80°, più nello specifico tale angolo à ̈ compreso tra 5° e 35°.
Inoltre in entrambi gli esempi descritti si nota che lo spostamento necessario ad effettuare le operazioni di carico, dosaggio e scarico, à ̈ estremamente ridotto, a tutto vantaggio della compattezza del dispensatore: il dispensatore 1, 1’ così realizzato, a parità di volume di agente di lavaggio contenuto, può essere provvisto di un attuatore 9, 9’ che realizza una corsa ridotta, oppure a parità di corsa, esso può essere provvisto di una camera 5,5’ più grande.
In entrambi gli esempi descritti si nota poi che i mezzi atti ad agevolare il carico e/o lo scarico degli agenti di lavaggio sono ottenuti da una superficie di scorrimento generata da una conformazione inclinata di almeno parte delle superfici di cielo 52, 52’ e di fondo 51, 51’ della camera 5, 5’, rispetto alla verticale o alla direzione di caduta V dell’agente di lavaggio, quando il dispensatore à ̈ in condizione operativa o di corretto montaggio; più nel dettaglio in entrambe le soluzioni la superficie di cielo 52, 52’ e/o quella di fondo 51, 51’ si estendono obliquamente dall’alto verso il basso nella direzione che va dall’ingresso 7B, 7B’ allo scarico 4B, 4B’.
Resta solo da notare, prima di addentrarsi oltre nella descrizione, che le due versioni discusse non sono da intendersi limitativamente, ovvero il tecnico del ramo, una volta compresi i principi base dell’invenzione appena descritti, potrà implementarli senza alcuno sforzo anche in soluzioni che differiscono dalle due versioni che si andrà a discutere in dettaglio più oltre.
Negli esempi non limitativi che seguiranno l’ingresso 7B à ̈ una bocca di ingresso e lo scarico 4B à ̈ una bocca di scarico.
Scendendo più nel dettaglio di una forma realizzativa pratica che segue gli insegnamenti forniti a riguardo delle figg. 1 e 2 si può fare riferimento alle figg. da 5 a 11, in cui con gli stessi numeri di riferimento provvisti dell’apice ’’ sono indicate le stesse parti delle figg.1 e 2.
Nell’esempio illustrato la bocca di carico 7B’’ à ̈ realizzata a guisa di un travaso previsto sulla parete del mantello 55’’ che costituisce in questa forma esecutiva la guida entro cui scorre il pistone dosatore 59’’; l’apertura di ingresso in questo esempio à ̈ costituita dalla luce di carico 7A’’, che si sviluppa almeno in parte radialmente e che si apre quando la parete posteriore del pistone dosatore 59’’, durante la fase di carico, oltrepassa la bocca di carico 7B’’ mettendolo in comunicazione con la camera 5’’.
L’apertura di scarico à ̈ invece realizzata come una luce di scarico 4A’’ che nell’esempio illustrato si sviluppa almeno in parte radialmente attorno alla bocca di scarico 4B’’, la quale à ̈ prevista in corrispondenza di una estremità libera aperta del mantello 55’’.
Con specifico riferimento alla fig.8 la camera 5’’ presenta in questo esempio non limitativo una sezione trasversale circolare ed à ̈ delimitata in questa forma esecutiva dal mantello tubolare 55’’ cilindrico aperto alle estremità e dalle pareti di testa 53’’ e 54’’, che risultano comprese nel pistone dosatore 59’’ assieme alle traverse 56’’.
Alla estremità opposta alla bocca di scarico 4B’ il mantello presenta un bordo aggettante 61’’, inoltre nel suo sviluppo il mantello 55’’ presenta poi la bocca di carico 7B’’, superiore, affacciato al serbatoio 6’’; nell’esempio illustrato poi, con riferimento a figg. 7 ed 8 à ̈ previsto una seconda bocca di carico ausiliaria 7C’’, vantaggiosa durante la fase di carico, come descritto nel seguito.
Il pistone dosatore 59’’ viene azionato dall’albero di azionamento 92’’ mosso dal termoattuatore 9’’, e sullo stesso pistone dosatore 59’’ agisce un elemento elastico antagonista, ad esempio una molla 99’’, applicata tra il corpo del dispensatore ed il pistone dosatore 59’’; vantaggiosamente, l’attuatore 9†può in combinazione o in alternativa essere provvisto di un proprio elemento resiliente o molla interna, atta almeno al ripristino della posizione dell’albero di azionamento 92†.
Nella posizione di carico illustrata in fig. 5 l’albero di azionamento 92’’ à ̈ ritratto e la parete di testa 53’’ ha scoperto la bocca di carico 7B’’ aprendo così la luce di carico 7A’’ attraverso la quale l’agente di lavaggio penetra nella camera 5’’, che si riempie completamente; a tal fine si veda la fig. 7 in cui à ̈ mostrato chiaramente come la superficie di cielo 52’’ della camera 5’’ sia inclinata verso l’alto in direzione della luce di carico 7A’’ e permetta un completo scarico dell’aria contenuta nella camera 5’’, la quale aria sale naturalmente verso il serbatoio 6’’, permettendo così il riempimento completo della camera 5’’ per un corretto dosaggio: se la superficie di cielo 52’’ della camera 5’’ infatti non fosse inclinata come mostrato sarebbe necessario provvedere ad uno sfiato per l’aria, la quale altrimenti, rimanendo intrappolata nella camera 5’’, sarebbe causa di un parziale riempimento ed un conseguente errato dosaggio di agente di lavaggio 2’’.
Con specifico riferimento alla fig. 7 essa illustra un momento iniziale della fase di carico, in cui il pistone dosatore si à ̈ appena spostato o sta ancora spostandosi verso l’attuatore 9’’: in questa condizione lo scarico dell’aria avviene (come descritto sopra) principalmente attraverso la luce di carico 7A’’, la quale permette anche l’ingresso dell’agente di lavaggio dal serbatoio 6; in questa condizione si può notare che anche la bocca ausiliaria 7C’’ à ̈ aperta così da essere in comunicazione di fluido con la camera 5’’ e permettere l’ingresso di agente di lavaggio anche dal basso: in questi primi istanti infatti la quantità d’aria nella camera 5’’ à ̈ rilevante (la camera à ̈ sostanzialmente piena d’aria) e nel caso in cui (specie nel caso di un agente di lavaggio liquido ) la risalita dell’aria attraverso la bocca di carico superiore 7B’’ dovesse ostacolare parzialmente l’ingresso dell’agente di lavaggio dalla stessa la bocca 7B’’ allora l’apertura contestuale della la bocca di carico ausiliaria 7C’’ (anch’essa in comunicazione di fluido con il serbatoio 6’’ in questi primi istanti) potrebbe coadiuvare il riempimento della camera 5’’; detta bocca di carico ausiliaria 7C’’ consente inoltre di far defluire l’agente di lavaggio eventualmente intrappolato nella zona tra pistone 59†ed attuatore 9†. La presenza di due bocche di carico 7B†e 7C†tra loro contrapposte determina anche una simmetria del particolare, agevolando talune operazioni di montaggio.
Nella posizione illustrata in fig. 6 invece l’albero di azionamento 92’’ à ̈ estratto ed ha spostato il pistone dosatore 59’’ (e conseguentemente la camera 5’’) verso la bocca di scarico 4B’’: in questa posizione la parete di testa 54’’ ha oltrepassato il bordo del mantello 55’’ scoprendo la bocca di scarico 4B’’ e aprendo così la luce di scarico 4A’’ (e quindi aprendo la camera 5’’ verso la vasca), permettendo di conseguenza lo scarico dell’agente di lavaggio 2A’’ contenuto nella camera 5’’, il quale scorre liberamente verso il basso aiutato dal piano inclinato costituito dalla superficie di fondo 51’’ inclinata della camera 5’’.
Come si può notare in questa forma esecutiva il mantello 55’’ à ̈ realizzato a guisa di tubo a sezione circolare, anche se più in generale esso può presentare qualunque forma.
La superficie di fondo 51’’ e quella di cielo 52’’ della camera in questa soluzione sono costituite dalla parte inferiore e da quella superiore del mantello 55’’, il quale si sviluppa longitudinalmente secondo un asse inclinato lungo la direzione O, rispetto alla direzione di caduta V dell’agente di lavaggio, e parallelo a quello dell’albero di azionamento 92’’ del termoattuatore 9’’, quindi parallelamente alla direzione di spostamento del pistone dosatore 59’’ nel mantello cilindrico 55’’, come si può notare bene negli ingrandimenti delle figg.5 e 6.
È appena il caso di menzionare che anche in questo esempio la luce di carico 7A’’ e quella di scarico 4A’’ interessano ognuna soltanto parzialmente almeno una delle pareti periferiche che delimitano la camera 5’’, con i vantaggi sopra discussi.
È da notare che pur se il mantello 55’’ à ̈ stato illustrato come una parte a se stante, separato dal corpo del dispensatore, esso potrebbe equivalentemente essere incorporato o di pezzo con questo; ovviamente la sua realizzazione come una parte a se stante comporta vantaggi dal punto di vista dei materiali (che possono essere diversi tra dispensatore e mantello), delle tolleranze dimensionali (che per il mantello devono essere minori) e della fase di montaggio (che à ̈ agevolata).
Alla fine dell’operazione di scarico termina l’alimentazione elettrica del termoattuatore, e l’albero di azionamento 92’’ à ̈ libero di rientrare nella sua sede, spinto dalla molla 99’’ per tramite del pistone dosatore 59’’, così da essere pronto ad un nuovo ciclo; come detto, anche l’attuatore 9†può essere provvisto di un proprio elemento resiliente o molla interna.
Nelle figg. 10 ed 11 à ̈ invece mostrato il dispensatore 1’’, preferibilmente composto da almeno due corpi o semigusci 1A’’ ed 1B’’ in materiale plastico, tra loro associati o saldati a formare il dispensatore 1’’, che viene alloggiato normalmente parzialmente incassato in una delle pareti verticali della macchina di lavaggio.
Nella fig. 9 si può notare il semiguscio 1B’’, tipicamente atto a realizzare la porzione di dispensatore montata parzialmente incassata nell’apparato utilizzatore o lavastoviglie, che realizza parte del serbatoio 6’’; nella stessa figura à ̈ anche possibile notare la bocca di carico 7B’’ e la molla 99’’ precedentemente descritte.
Secondo una variante vantaggiosa in termini di semplicità di assemblaggio o montaggio il mantello 55†e la molla 99†sono preferibilmente particolari indipendenti, montati direttamente nel semiguscio 1B†.
Facendo riferimento alle figg. da 12 a 17 in esse à ̈ mostrato un dispensatore 1* in accordo agli insegnamenti già discussi in occasione delle figg.3 e 4.
Con lo stesso numero di riferimento provvisto dell’apice * sono illustrate le stesse parti descritte fino ad ora, e sulle quali non si torna oltre.
Come si può notare con riferimento combinato alle figg.13, 14 e 15 in questo esempio la camera 5* à ̈ delimitata da una superficie di fondo 51* inclinata, da una di cielo 52* anch’essa inclinata, e da due pareti di testa 53* e 54* , parzialmente comprese nel pistone dosatore 59* che scorre nel cilindro a guisa di mantello tubolare 55* che costituisce la sede 50*.
In questo esempio le pareti di testa 53* e 54* sono unite da una parete centrale 500* ad estensione longitudinale che suddivide preferibilmente la camera 5* in almeno due camere più piccole.
Come si vedrà dopo tale parete centrale 500* può essere omessa e/o sostituita con opportune traverse, al fine di rendere tra loro solidali le pareti di testa 53* e Il pistone dosatore 59* à ̈ comandato (analogamente al pistone dosatore 59’’) nel suo scorrimento, dal termoattuatore 9*, per mezzo dell’albero di azionamento 92*, e dalla molla antagonista 99*.
In fig. 12 (così come nel suo ingrandimento) à ̈ illustrata la camera 5* durante la fase di carico: la parete di testa 53*, spinta dalla molla 99* che opera sul pistone dosatore 59*, mantiene in apertura la luce di carico 7A* attraverso la quale la camera 5* à ̈ in comunicazione di fluido con il serbatoio 6* così da caricare l’agente di lavaggio 2* in esso contenuto mediante caduta di questo per gravità; preferibilmente, detta condizione di apertura della luce di carico 7A* si ha in condizioni di riposo o di non eccitazione dell’attuatore 9*.
Nuovamente à ̈ da notare che analogamente a quanto discusso più sopra con riferimento alla camera 5’, la superficie di cielo 52* inclinata assolve ad una vantaggiosa eliminazione delle bolle d’aria verso il serbatoio e/o ad un corretto riempimento con un agente di lavaggio in polvere, ovvero ad un preciso dosaggio.
Come illustrato nella posizione intermedia di fig. 14, il carico viene quindi effettuato semplicemente e con il giusto dosaggio; come si può vedere chiaramente anche in questo esempio la luce di carico 7A* interessa solo parzialmente le pareti periferiche che delimitano la camera 5*, in particolare interessa la superficie di cielo 52*.
L’operazione di scarico à ̈ illustrata in fig.13 e nel suo relativo ingrandimento e si può notare che la parete di testa 54* ha oltrepassato il bordo del mantello 55* aprendo la luce di scarico 4A*, mettendo la camera 5* in comunicazione di fluido con la vasca. Anche in questo caso la luce di scarico 4A* ( e/o la bocca di scarico 4B) ha dimensioni e forma minori della camera 5* ed interessa solo parzialmente le pareti periferiche che delimitano la camera 5*.
Lo scarico à ̈ agevolato dalla superficie di fondo inclinata 51*, come descritto più sopra, così da impedire l’accumulo di agente di lavaggio all’interno della camera 5*.
È da notare che in questo caso sia la superficie di cielo 52* che quella di fondo 51* della camera 5* sono almeno in parte costituite da porzioni mobili, solidali con il pistone dosatore 59* e preferibilmente anche con le pareti di testa 53* e 54*.
Anche in questo caso, come visibile nelle figg. 16 e 17, il dispensatore 1* à ̈ preferibilmente realizzato da almeno due semigusci 1A* e 1B* in materiale plastico, applicato nello stesso modo del dispensatore 1’’ ad una parete verticale della macchina di lavaggio; analogamente a quanto sopra ad esempio in fig. 16 si può notare che il serbatoio 6* à ̈ parzialmente realizzato nel semiguscio posteriore 1B* e sono mostrati sia la bocca di carico 7B* che la molla 99*.
Nelle figg. da 18 a 23 à ̈ illustrata una possibile variante esecutiva di un pistone dosatore 59^ alternativo al pistone dosatore 59*, in cui con gli stessi numeri di riferimento provvisti dell’apice ^ sono state indicate le stesse parti: in fig.
23 in particolare si può notare che il pistone dosatore 59^ viene alloggiato a scorrimento nel mantello 55^ così da definire parzialmente la camera delimitata almeno dalle pareti di testa 53^ e 54^ e dalla porzione di superficie di cielo inclinata 52^ e dalla porzione di superficie di fondo inclinata 51^ solidali con il pistone dosatore 59^.
Da un confronto tra il pistone dosatore 59* ed il pistone dosatore 59^ si individua che la parete centrale 500* del primo à ̈ stata in questo caso sostituita dalle due traverse indicate entrambe con il riferimento 500^ e che consentono di rendere solidali le due pareti di testa 53^ e 54^ senza suddividere la camera 5^, che pertanto in questo caso à ̈ una camera unica.
La forma del pistone dosatore 59^ à ̈ mostrata in maggior dettaglio e secondo diverse viste nelle figg. da 18 a 22, dove si può vedere come la porzione di superficie di fondo inclinata 51^ ed quella di cielo inclinata 52^ siano tra loro sostanzialmente parallele e connettano le opposte pareti di testa 53^ e 54^ anch’esse tra loro sostanzialmente parallele. Al fine di preservare l’inclinazione della camera che si viene a creare con il mantello 55^, la superficie di fondo 51^ e quella di cielo 52^ sono sghembe o oblique rispetto alle pareti di testa 53^ e 54^ , così che, come nel caso della camera 5’ ottenuta con l’ausilio del pistone dosatore 59’, anche in questo caso la camera abbia uno sviluppo inclinato rispetto all’asse di traslazione della stessa.
Anche in questo caso la superficie di fondo 51^ e quella di cielo 52^ sono parzialmente solidali con le pareti di testa 53^ e 54^ e con il pistone dosatore 59^ e traslano con esso da e verso la bocca di scarico 4B^.
Nelle figg. 24 e 25 invece à ̈ mostrato un pistone dosatore 59’’’ ed il corrispondente mantello 55’’’ alternativi al pistone 59’’ ed al mantello 55’’; con gli stessi numeri di riferimento provvisti dell’apice ’’’ sono indicate le parti con la stessa funzione, sulle quali non si torna pertanto oltre.
Vale la pena di soffermarsi sul fatto che in questo caso le pareti di testa 53’’’ e 54’’’ sono rese solidali tra loro mediante una traversa a croce 500’’’ i cui bracci si intersecano preferibilmente al centro della camera 5’’’ e si estendono radialmente dal punto di intersezione fino ad una distanza minore di quella esistente tra il punto di intersezione e le pareti del mantello 55’’’ in condizione di pistone dosatore 59’’’ montato; in tal modo si generano quattro semicamere, in comunicazione periferica tra loro.
È interessante notare che il pistone dosatore 59’’’ secondo questa variante presenta due elementi di tenuta o guarnizioni 80’’’ ed 81’’’ poste radialmente rispettivamente attorno al bordo esterno della parete anteriore 54’’’ e attorno a quella posteriore 53’’’, così da generare una tenuta tra queste e le pareti interne del mantello 55’’’, particolarmente utile nel caso di agenti di lavaggio liquidi: le guarnizioni operano infatti in tenuta all'interno del mantello 55’’’ in cui scorre il pistone 59’’’ .
Nella fase di carico la guarnizione 81’’’ scopre almeno parzialmente la bocca di carico 7B’’’ mettendo la camera mobile 5’’’ in comunicazione di fluido con il serbatoio 6’’’, mentre la guarnizione 81’’’ à ̈ in tenuta sulle pareti interne del mantello 55’’’, così da evitare indesiderati trafilamenti di agente di lavaggio verso la vasca.
Nella fase di scarico invece la guarnizione 80’’’ à ̈ impegnata in tenuta sul mantello, la luce di scarico si apre poiché la guarnizione 81’’’ si disloca oltre il bordo del mantello 55’’’ sul quale à ̈ prevista la bocca di scarico 4B’’’, così da permettere lo scarico dell’agente di lavaggio evitando nel contempo indesiderati trafilamenti dal serbatoio.
Vantaggiosamente le guarnizioni 80’’’ ed 81’’’ sono costituite da due labbri di tenuta che si sviluppano circonferenzialmente attorno alle pareti anteriore 54’’’ e posteriore 53’’’: a tal fine la parete posteriore 53’’’ si assottiglia in corrispondenza del bordo periferico 89’’’, dal quale si diparte il labbro di tenuta che realizza la guarnizione 80’’’ che si estende (quando non impegnata sul mantello 55’’’) oltre il diametro della corrispondente parete di testa 53’’’, così che quando deformata dall’inserimento nel mantello esercita una forza elastica di reazione in grado di mantenere una tenuta ottimale; a tal fine il labbro di tenuta à ̈ orientato in senso lievemente inclinato rispetto alla parete di testa 53’’’, e si assottiglia verso la sua estremità terminale corrispondente al bordo libero, così da deformarsi principalmente in tale estremità terminale, al fine di piegarsi uniformemente contro la parete del mantello 55’’’ generando un bordo di tenuta che si estende preferibilmente assialmente e radialmente contro questo.
Analogamente la guarnizione 81’’’ à ̈ generata da un labbro di tenuta che si sviluppa circonferenzialmente attorno alla parete 54’’’, e si estende (quando non impegnato in tenuta sul mantello 55’’’) oltre il diametro di questa, così che quando deformata dall’inserimento nel mantello 55’’’ esercita una forza elastica di reazione in grado di mantenere una tenuta ottimale; analogamente si noti che anche in questo caso il labbro di tenuta che realizza la guarnizione 81’’’ à ̈ non à ̈ perpendicolare alla parete di testa 54’’’, ma si presenta lievemente inclinato verso l’esterno, e si assottiglia verso la sua estremità terminale corrispondente al bordo libero, così da deformarsi principalmente in tale estremità terminale, al fine di piegarsi uniformemente contro la parete del mantello 55’’’ generando un bordo di tenuta che si estende assialmente e radialmente contro questo.
Si noti che, al fine di agevolare l’imbocco dei detti labbri 80’’’, 81’’’ nel mantello 55’’’, sono preferibilmente presenti rispettivi smussi 82’’’ e 83’’’: gli smussi 82’’’ sono posti almeno sul tratto di superficie interna del mantello 55’’’ che si affaccia alle bocche di carico 7B’’’ e 7C’’’ dal lato verso la camera mobile 5’’’, mentre lo smusso 83’’’ à ̈ disposto radialmente attorno alla bocca di scarico 4B’’’.
Secondo una ulteriore caratteristica vantaggiosa i labbri di tenuta 80’’’ ed 81’’’ sono di pezzo con il pistone dosatore 59’’’ o almeno con talune parti di questi, quali le rispettive pareti di testa 53’’’ e 54’’’: i labbri di tenuta 80’’’ ed 81’’’ infatti possono essere realizzati nella stessa fase di produzione, ad esempio per stampaggio del pistone dosatore 59’’’, preferibilmente realizzati con lo stesso materiale di almeno una parte rigida del pistone dosatore 59†’.
Vantaggiosamente si può utilizzare un materiale termoplastico come il polipropilene (PP) o il polietilene (PE) che risulta essere sostanzialmente rigido, se in spessore relativamente elevato, e relativamente elastico, se in spessore sottile, garantendo così ai labbri di tenuta 80’’’, 81’’’ la necessaria elasticità che garantisce la tenuta sulle pareti interne del mantello 55’’’.
Detti materiali plastici come polipropilene (PP) o polietilene (PE) sono vantaggiosamente economici, ma presentano notoriamente problemi di tolleranze dimensionali durante la fase di ritiro dopo lo stampaggio.
Questi problemi, che potrebbero causare in linea di principio un trafilamento tra le pareti di testa 53’’’ e 54’’’ ed il mantello 55’’’, e quindi perdite di agente di lavaggio, sono risolti in modo estremamente economico dalla presente soluzione, poiché lo scarto di tolleranza dimensionale viene compensata dagli stessi labbri di tenuta 80’’’ ed 81’’’.
In assenza di tali labbri di tenuta 80’’’ ed 81’’’ infatti si può pensare di utilizzare un materiale termoplastico dimensionalmente più stabile, ma tipicamente più costoso.
Tornando al pistone dosatore 59’’’ di figg. 24 e 25, esso à ̈ preferibilmente realizzato in due pezzi separati che vengono poi assemblati insieme: in particolare ognuno dei due pezzi comprende almeno uno dei due labbri di tenuta 80’’’, 81’’’, infatti nell’esempio illustrato i due sottosquadri 87’’’ ed 88’’’ (presenti tra il labbro 80’’’, 81’’’ e la corrispondente parete di testa 53’’’ e 54’’’) sono rivolti con le cavità affacciate ed in senso opposto.
In generale negli esempi pratici appena illustrati la camera 5’’,5*,5^,5’’’ à ̈ definita almeno parzialmente da un mantello 55’’, 55*, 55^,55’’’ , che si sviluppa lungo una direttrice inclinata o orizzontale (a seconda dei casi) rispetto alla direzione di caduta V dell’agente di lavaggio (sostanzialmente verticale dall’alto verso il basso, in accordo alla forza di gravità), in condizione di corretto montaggio del dispensatore, e dalle pareti di testa 53’’, 54’’, 53*, 54*, 53^, 54^, 53’’’, 54’’’ che preferibilmente sono realizzate a guisa di disco, così da costituire le basi del mantello cilindrico 55’’, 55*, 55^,55’’’.
È da notare che la parete di testa anteriore 54’’, 54*, 54^, 54’’’ presenta un risalto a gradino 540’’, 540*, 540^, 540’’’ in corrispondenza del quale le sue dimensioni aumentano da un tratto iniziale affacciato alla camera 5’’,5*, 5^, 5’’’, in cui la parete di testa anteriore 54’’, 54*, 54^, 54’’’ presenta un diametro minore del diametro interno del mantello cilindrico 55’’, 55*, 55^,55’’’, ad un tratto posteriore, affacciato alla molla antagonista, che ha un diametro maggiore del diametro interno del mantello 55’’, 55*, 55^,55’’’: questo risalto a gradino 540’’, 540*, 540^, 540’’’, permette l’azione a guisa di tappo della parete di testa 54, 54’, 54’’, 54’’’ stessa contro la bocca di scarico 4B’’, 4B *, 4B ^, 4B’’’ del mantello 55’’, 55*, 55^, 55’’’.
In altre parole la parete di testa anteriore 54’’, 54*, 54^, 54’’’ presenta anche una sede di alloggiamento e/o posizionamento 100’’, 100*, 100^, 100’’’ per la molla 99’’, 99*, 99^, preferibilmente realizzata a forma di tazza, e sul bordo della sede o tazza à ̈ previsto il risalto a gradino 540’’, 540*, 540^, 540’’’, realizzato come estensione radiale della parete anulare 183’’, 183*, 183^, 183’’’ che definisce perimetralmente almeno in parte detta sede di alloggiamento 100’’, 100*, 100^, 100’’’ per la molla.
In corrispondenza del risalto a gradino 540’’, 540*, 540^, 540’’’, può essere posta vantaggiosamente una guarnizione 74’’, 74*, 74^, 74’’’ associabile al bordo della parete di testa 540’’, 540*, 540^, 540’’’ per implementare una tenuta stagna contro l’imboccatura del mantello 55’’, 55*, 55^, 55’’’, tale guarnizione 74’’, 74*, 74^, 74’’’viene sollecitata a compressione, evitando così un suo deterioramento per usura; essa infatti viene semplicemente messa in compressione tra detto risalto a gradino 540’’, 540*, 540^, 540’’’ ed il bordo del mantello 55’’, 55*, 55^,55’’’, così da generare una tenuta stagna in compressione, prevenendo fenomeni di usura ed inoltre diminuendo la resistenza meccanica offerta da questa all’attuatore durante la sua compressione.
È opportuno notare che la guarnizione 74’’,74*,74^,74’’’ à ̈ posta in tenuta in corrispondenza di una condizione di riposo o non funzionamento dell’attuatore, alla quale corrisponde una estensione della molla; tale condizione permette vantaggiosamente di mantenere la camera 5’’,5*,5^,5’’’ sempre chiusa verso la vasca quando la macchina di lavaggio su cui à ̈ montato il dispensatore non à ̈ in funzione, così da garantire la tenuta durante il periodo di inutilizzo del dispensatore, usualmente più duraturo che non il periodo di funzionamento.
Secondo una caratteristica vantaggiosa la guarnizione 74’’,74*,74^,74’’’ può essere realizzata di pezzo con il pistone dosatore 59’’,59*,59^,59’’’, o associata o associabile a questo in una fase precedente all’assemblaggio, così da semplificare la fase di montaggio.
Le varie guarnizioni o elementi di tenuta (74’’,74*,74^,74’’’, 80’’’, 81’’’ potrebbero vantaggiosamente essere realizzate tramite stampaggio di un materiale, preferibilmente elastico, direttamente sul pistone dosatore (59,59’,59’’,59*,59^,59’’’).
Giova notare inoltre una ulteriore caratteristica vantaggiosa derivante dal fatto che nelle soluzioni realizzative raffigurate l'apertura della bocca di carico 7B’’, 7B*, 7B^, 7B’’’ si attua solo dopo la chiusura della bocca di scarico 4B’’, 4B*, 4B^, 4B’’’, così che non si ha mai un collegamento diretto tra il serbatoio e la vasca, a tutto vantaggio della corretta erogazione degli agenti di lavaggio: a tal fine la sezione a diametro minore del risalto a gradino 540’’, 540*, 540^, 540’’’ si inserisce all’interno del mantello 55’’, 55*, 55^,55’’’, così da chiudere la bocca di scarico 4B’’, 4B*, 4B^, 4B’’’ prima che la bocca di carico 7B’’, 7B*, 7B^, 7B’’’ sia in comunicazione di fluido con la camera mobile.
Preferibilmente la bocca di scarico 4B’’, 4B*, 4B^, 4B’’’ viene chiusa almeno parzialmente dalla parte a diametro minore del risalto a gradino 540’’, 540*, 540^, 540’’’ prima che la guarnizione 74’’, 74*, 74^, 74’’’ sia messa in compressione, così da ottenere i vantaggi sopra discussi.
Ovviamente il tecnico del ramo potrà prevedere numerose varianti, tutte comprese nell’ambito della presente invenzione, ad esempio egli potrà realizzare una camera avente sezione poligonale qualsiasi (ad esempio rettangolare o quadrata), e corrispondentemente egli potrà prevedere diverse sezioni del mantello.
Come si può notare in tutti gli esempi discussi la camera mobile 5, 5’, 5’’, 5*, 5^, 5’’’ può aprirsi solo o verso il serbatoio 6, 6’, 6’’, 6*, o verso la vasca, ed à ̈ preferibilmente priva di altre aperture (oltre a quelle di carico e scarico), che potrebbero causare non corretto dosaggio dello stesso e complicarne la costruzione.
Come possibile ulteriore variante si può notare che sostanzialmente gli stessi vantaggi discussi prima si possono ottenere anche quando solo un tratto o una porzione della superficie di fondo 51, 51’, 51’’, 51*, 51^, 51’’’ o di quella di cielo 52, 52’, 52’’, 52*, 52^, 52’’’ della camera 5, 5’, 5’’, 5*, 5^, 5’’’ à ̈ almeno parzialmente inclinata con riferimento ad una condizione operativa del dispensatore, nel senso sopra definito, e più in particolare quando la superficie di fondo 51, 51’, 51’’, 51*, 51^, 51’’’ converge verso la bocca di scarico 4B, 4B’, 4B’’, 4B*, 4B^, 4B’’’ e quella di cielo 52, 52’, 52’’, 52*, 52^, 52’’’ verso la bocca di carico 7B, 7B’, 7B’’, 7B*, 7B^, 7B’’’ .
Ovviamente il tecnico del ramo potrà prevedere di inserire anche altre guarnizioni di tenuta tra le superfici interessate da un reciproco movimento, o comunque accoppiate, come ad esempio O-ring o simili, al fine di impedire la fuoriuscita accidentale di agente di lavaggio, senza per questo fuoriuscire dall’ambito e dagli insegnamenti della presente invenzione.
Una variante ulteriore può essere quella di prevedere di unire tra loro due dispensatori, di cui almeno uno realizzato secondo gli insegnamenti della presente invenzione, realizzando un dispensatore combinato: in quest’ultimo caso può essere previsto di avere un solo corpo 3 nel quale sono alloggiati entrambi i dispensatori.
Inoltre, per quanto le pareti di testa 53, 54, 53’, 54’, 53’’, 54’’, 53*, 54*, 53^, 54^, 53’’’, 54’’’ siano state illustrate sostanzialmente piane, esse possono essere anche incurvate, concave o convesse, o di altra forma atta allo scopo.
Altrettanto à ̈ possibile prevedere di avere una superficie di fondo 51, 51’, 51’’, 51*, 51^, 51’’’ che degrada in modo curvilineo verso la bocca di scarico 4B, 4B’, 4B’’, 4B*, 4B^, 4B’’’ o una di cielo 52, 52’, 52’’, 52*, 52^, 52’’’ che si innalza in modo curvilineo almeno verso la bocca di carico 7B, 7B’, 7B’’, 7B*, 7B^, 7B’’’ , o ancora una superficie di fondo 51, 51’, 51’’, 51*, 51^, 51’’’ o una di cielo 52, 52’, 52’’, 52*, 52^, 52’’’ solo parzialmente inclinate o incurvate.
Più in generale à ̈ necessario notare che la bocca di carico 7B, 7B’, 7B’’, 7B*, 7B^, 7B’’’ e/o quella di scarico 4B, 4B’, 4B’’, 4B*, 4B^, 4B’’’ possono presentare più in generale qualsiasi forma atta allo scopo, come ad esempio condotti allungati e provvisti di feritoie, sportelli, aperture radiali o ad arco di circonferenza, o simili.
Ovviamente à ̈ anche possibile pensare di generare una sovrapressione nella detta camera mobile per migliorare ulteriormente lo scarico dell’agente di lavaggio, tuttavia il dispensatore secondo la presente invenzione presenta uno scarico ottimale anche senza l’ausilio di alcuna pompa, con un sostanziale risparmio in termini di parti funzionali.

Claims (17)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) per agenti di lavaggio (2, 2’, 2’’, 2*), in particolare del tipo atto a dispensare un agente di lavaggio (2, 2’, 2’’, 2*) in una vasca di una macchina di lavaggio, comprendente almeno un corpo (3, 3’, 3’’, 3*) che comprende almeno un serbatoio (6, 6’, 6’’, 6*) per agenti di lavaggio, ed un elemento dosatore provvisto almeno di una camera mobile e spostabile tra una prima ed una seconda posizione corrispondenti rispettivamente ad una condizione di carico degli agenti di lavaggio (2, 2’, 2’’, 2*) dal serbatoio (6, 6’, 6’’, 6*) alla camera mobile, ed una condizione di scarico degli agenti di lavaggio (2, 2’, 2’’, 2*) dalla camera mobile alla vasca caratterizzato dal fatto che il dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) comprende mezzi (59, 59’, 59’’, 59*, 59^, 59’’’, 5, 5’, 5’’, 5*, 5^, 5’’’, 55, 55’, 55’’, 55*, 55^, 55’’’) provvisti almeno di una superficie di scorrimento (51, 51’, 51’’, 51*, 51^, 51’’’, 52, 52’, 52’’, 52*, 52^, 52’’’) atta ad agevolare il detto carico e/o lo scarico degli agenti di lavaggio (2, 2’, 2’’, 2*).
  2. 2. Dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi (59, 59’, 59’’, 59*, 59^, 59’’’, 5, 5’, 5’’, 5*, 5^, 5’’’, 55, 55’, 55’’, 55*, 55^, 55’’’) e/o detta superficie di scorrimento (51, 51’, 51’’, 51*, 51^, 51’’’, 52, 52’, 52’’, 52*, 52^, 52’’’) comprendono almeno parte di una superficie di cielo (52, 52’, 52’’, 52*, 52^, 52’’’) che definisce o delimita almeno in parte detta camera mobile (5, 5’, 5’’, 5*, 5^, 5’’’), detta superficie di cielo (52, 52’, 52’’, 52*, 52^, 52’’’) essendo almeno parzialmente inclinata.
  3. 3. Dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) secondo la rivendicazione 2, in cui la detta superficie di cielo (52, 52’, 52’’, 52*, 52^, 52’’’) à ̈ inclinata rispetto alla verticale o alla direzione di caduta (V) dell’agente di lavaggio dal serbatoio (6, 6’, 6’’, 6*) alla camera mobile (5, 5’, 5’’, 5*, 5^, 5’’’), in particolare per favorire l’evacuazione di aria dalla camera mobile (5, 5’, 5’’, 5*, 5’’’) al serbatoio (6, 6’, 6’’, 6*).
  4. 4. Dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui la camera mobile (5, 5’, 5’’, 5*, 5^, 5’’’) à ̈ definita o delimitata da almeno una superficie di fondo (51, 51’, 51’’, 51*, 51^, 51’’’) ed i mezzi atti ad agevolare lo scarico dell’agente di lavaggio comprendono un tratto o porzione della superficie di fondo (51, 51’, 51’’, 51*, 51^, 51’’’) che à ̈ almeno parzialmente inclinato rispetto alla direzione di caduta (V) dell’agente di lavaggio dalla camera mobile (5, 5’, 5’’, 5*, 5^, 5’’’) alla vasca, in una condizione operativa del dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*), così da favorire lo scivolamento per gravità degli agenti di lavaggio (2, 2’, 2’’, 2*) verso detto scarico (4B, 4B’, 4B’’, 4B*, 4B^, 4B’’’) .
  5. 5. Dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detto scarico à ̈ una bocca di scarico (4B, 4B’, 4B’’, 4B*, 4B^, 4B’’’) apribile durante la condizione di scarico per generare una apertura di scarico (4A, 4A’, 4A’’, 4A*) che interessa parzialmente una o più delle pareti periferiche (51, 51’, 51’’, 51*, 51^, 51’’’, 52, 52’, 52’’, 52*, 52^, 52’’’, 50, 50’, 55’’, 55*, 55^, 55’’’, 53, 54, 53’, 54’, 53’’, 54’’, 53*, 54*, 53^, 54^, 53’’’, 54’’’).
  6. 6. Dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui in cui detto ingresso à ̈ una bocca di carico (7B, 7B’, 7B’’, 7B*, 7B^, 7B’’’) apribile durante la condizione di carico per generare una apertura di carico (7A, 7A’, 7A’’, 7A*) che interessa parzialmente una o più delle pareti periferiche (51, 51’, 51’’, 51*, 51^, 51’’’, 52, 52’, 52’’, 52*, 52^, 52’’’, 50, 50’, 55’’, 55*, 55^, 55’’’, 53, 54, 53’, 54’, 53’’, 54’’, 53*, 54*, 53^, 54^, 53’’’, 54’’’).
  7. 7. Dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui la camera mobile (5, 5’, 5’’, 5*, 5^,5’’’) in condizione operativa del dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) si estende obliquamente o à ̈ inclinata rispetto alla direzione di caduta dell’agente di lavaggio (V), dall’alto verso il basso nella direzione che va dall’ingresso (7B, 7B’, 7B’’, 7B*, 7B^, 7B’’’) allo scarico (4B, 4B’, 4B’’, 4B*, 4B^, 4B’’’).
  8. 8. Dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui le pareti periferiche che definiscono o delimitano la camera mobile (5, 5’, 5’’, 5*, 5^,5’’’) comprendono almeno due contrapposte pareti mobili di testa (53, 54, 53’, 54’, 53’’, 54’’, 53*, 54*, 53^, 54^, 53’’’, 54’’’) tra loro solidali e comprese in un pistone dosatore (59,59’,59’’,59*,59^,59’’’), preferibilmente azionato in scorrimento da un attuatore, quale un termoattuatore (9,9’,9’’,9*,9^).
  9. 9. Dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui le pareti periferiche che definiscono o delimitano la camera mobile (5, 5’, 5’’, 5*, 5^,5’’’) comprendono almeno parte di un mantello (50, 50’, 55’’, 55*, 55^, 55’’’), preferibilmente tubolare, ed in cui le pareti di testa (53, 54, 53’, 54’, 53’’, 54’’, 53*, 54*, 53^, 54^, 53’’’, 54’’’) e/o il pistone dosatore (59,59’,59’’,59*,59^,59’’’) sono scorrevoli all’interno del mantello (55’’, 55*, 55^, 55’’’) .
  10. 10. Dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui la detta bocca di carico (7B’’, 7B*, 7B^, 7B’’’) à ̈ ricavata radialmente sul detto mantello (55’’, 55*, 55^, 55’’’), in cui si muove detta camera mobile (5), e detta bocca di scarico (4B, 4B’, 4B’’, 4B*, 4B^, 4B’’’) à ̈ coincidente con una estremità aperta di detto mantello (55’’, 55*, 55^, 55’’’), essendo detta apertura di carico (7A, 7A’, 7A’’, 7A*) e/o detta apertura di scarico (4A, 4A’, 4A’’, 4A*) realizzate a guisa di luci di carico e/o scarico che vengono aperte e chiuse dal movimento di detto pistone dosatore (59,59’,59’’,59*,59^,59’’’).
  11. 11. Dispensatore (1, 1’’) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui, essendo il dispensatore (1, 1’’) in condizione operativa, la camera mobile (5, 5’’, 5’’’) nello spostamento tra la detta prima la detta seconda posizione, e viceversa, trasla in direzione inclinata (O) rispetto alla direzione di caduta (V) dell’agente di lavaggio.
  12. 12. Dispensatore (1, 1’’) secondo la rivendicazione 11, in cui il mantello (55, 55’’, 55’’’) tubolare à ̈ preferibilmente cilindrico con direttrice inclinata rispetto alla direzione di caduta (V) dell’agente di lavaggio quando il dispensatore à ̈ in condizione operativa, ed in cui la superficie di fondo (51, 51’’, 51’’’) e quella di cielo (52, 52’’, 52’’’) della camera mobile (5, 5’’, 5’’’) sono almeno in parte solidali con il mantello (55, 55’’, 55’’’).
  13. 13. Dispensatore (1’, 1*) secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 10, in cui, essendo il dispensatore in condizione operativa, la camera mobile (5’, 5*, 5^) nello spostamento tra la detta prima la detta seconda posizione, e viceversa, trasla secondo un asse sostanzialmente perpendicolare alla direzione di caduta (V) dell’agente di lavaggio.
  14. 14. Dispensatore (1’, 1*) secondo la rivendicazione 13, in cui il mantello tubolare (55’, 55*, 55^) à ̈ preferibilmente cilindrico con direttrice sostanzialmente orizzontale quando il dispensatore (1’, 1*) à ̈ in condizione operativa, ed in cui la superficie di fondo (51’, 51*, 51^) e quella di cielo (52’, 52*, 52^) della camera mobile (5’, 5*, 5^) sono almeno in parte solidali con il pistone dosatore (59’,59*, 59^), e spostabili con questo.
  15. 15. Dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui la camera mobile (5, 5’, 5’’, 5*, 5^, 5’’’) ha una volumetria predefinita.
  16. 16. Macchina di lavaggio, come una lavabiancheria, una lavastoviglie o simili, caratterizzata dal fatto che comprende un dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti.
  17. 17. Metodo per il carico e lo scarico di un agente di lavaggio mediante un dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*) comprendente almeno un corpo (3, 3’, 3’’, 3*) che comprende almeno un serbatoio (6, 6’, 6’’, 6*) per agenti di lavaggio, ed un elemento dosatore provvisto almeno di una camera mobile spostabile tra una prima ed una seconda posizione corrispondenti rispettivamente ad una condizione di carico preferibilmente per gravità degli agenti di lavaggio (2, 2’, 2’’, 2*) dal serbatoio (6, 6’, 6’’, 6*) alla camera mobile attraverso un ingresso (7B, 7B’, 7B’’, 7B*, 7B^, 7B’’’) ed una condizione di scarico preferibilmente per gravità degli agenti di lavaggio (2, 2’, 2’’, 2*) dalla camera mobile alla vasca attraverso uno scarico (4B, 4B’, 4B’’, 4B*, 4B^, 4B’’’), caratterizzato dal fatto che detto metodo comprende almeno il passo di far scaricare nel detto serbatoio (6, 6’, 6’’, 6*) l’aria accumulatasi nella detta camera mobile (5, 5’, 5’’, 5*, 5^, 5’’’) a seguito di uno scarico dell’agente di lavaggio, mediante risalita di detta aria lungo superficie di scorrimento (52, 52’, 52’’, 52*, 52^, 52’’’) almeno parzialmente inclinata rispetto alla direzione di caduta (V) dell’agente di lavaggio in una condizione operativa del dispensatore (1, 1’, 1’’, 1*).
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