ITTO20000300A1 - Dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie. - Google Patents

Dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie. Download PDF

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ITTO20000300A1
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Daniele Cerruti
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    • A47FURNITURE; DOMESTIC ARTICLES OR APPLIANCES; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47LDOMESTIC WASHING OR CLEANING; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47L15/00Washing or rinsing machines for crockery or tableware
    • A47L15/42Details
    • A47L15/44Devices for adding cleaning agents; Devices for dispensing cleaning agents, rinsing aids or deodorants
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Description

Descrizione dell’invenzione industriale dal titolo:
"DISPOSITIVO DISPENSATORE DI AGENTI DI LAVAGGIO PER UNA MACCHINA DI LAVAGGIO DOMESTICA, IN PARTICOLARE UNA LAVASTOVIGLIE"
RIASSUNTO
Viene descritto un dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, detto dispensatore (1) presentando almeno un vano (3B) per il contenimento di una quantità di agente di lavaggio necessaria all’esecuzione di un ciclo di lavaggio, del tipo in cui il caricamento di detta quantità di agente di lavaggio in detto vano (3B) è realizzata manualmente e l’erogazione dell’agente di lavaggio è realizzata almeno in parte per gravità.
Secondo l’invenzione, il dispositivo comprende almeno un corpo erogatore (3) suscettibile di compiere movimenti angolari o rotatori attorno ad un primo asse e di compiere movimenti angolari rispetto ad un secondo asse.
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, del tipo indicato al preambolo della rivendicazione 1 allegata.
E’ noto che le macchine di lavaggio sono normalmente dotate di un dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio, intesi come detersivi ed additivi di lavaggio in polvere e/o liquidi; questi ultimi sono tipicamente costituiti, nel caso delle macchine lavabiancheria da sostanze ammorbidenti, e nel caso delle macchine lavastoviglie da sostante brillantanti.
Nel caso delle lavastoviglie, il dispensatore di agenti di lavaggio comprende solitamente un corpo in materiale plastico, parzialmente incassato in una delle superfici verticali che delimitano la vasca di lavaggio della macchina; nella maggior parte dei casi, tale parete verticale è costituita dalla controporta della lavastoviglie, ossia quella parte della sportello di caricamento frontale della macchina che è rivolta verso l’interno della vasca di lavaggio.
Il citato corpo definisce nella sua zona anteriore un vano, provvisto di uno sportellino di chiusura, per il contenimento di una data quantità di detersivo, solitamente in polvere o in forma di pastiglia, necessaria all’esecuzione di un ciclo di lavaggio.
All’interno del corpo del dispensatore è poi previsto un serbatoio, per il contenimento di un secondo agente di lavaggio di tipo liquido, tipicamente un brillantante; in generale, il citato serbatoio ha una capacità tale da poter contenere una quantità di agente liquido sufficiente per l’effettuazione di più cicli di lavaggio: in tal modo l’utente della macchina viene chiamato solo periodicamente a realizzare il riempimento del serbatoio, tramite un apposito tappo.
Il dispensatore presenta al suo interno una vaschetta, associata al suddetto serbatoio, per il dosaggio della quantità di brillantante da erogare nel corso di un ciclo di lavaggio; a tale scopo il sistema di dosaggio del brillantante sfrutta il movimento di apertura e chiusura della porta della macchina, orizzontale quando aperto e verticale quando chiuso, per caricare parte del brillantante dal serbatoio alla vaschetta di dosaggio; nel corso del funzionamento della macchina, un programmatore o timer provvede poi a comandare un attuatore, che libera un passaggio di scarico presente in corrispondenza della vaschetta di dosaggio, in modo che la dose di brillantante possa fluire da quest’ultima alla vasca di lavaggio della lavastoviglie.
La tecnica nota in precedenza citata presuppone che il dispensatore sia fissato alla porta della lavastoviglie, onde sfruttare il movimento di apertura e chiusura della stessa per realizzare il dosaggio del brillantante necessario alPesecuzione di un ciclo di lavaggio; per tale motivo, quindi, l’applicazione dei dispensatori del tipo citato è di fatto limitata all’impiego su macchine di lavaggio dotato di una porta ribaltabile attorno ad un asse orizzontale.
Per i motivi suddetti, il dispensatore viene configurato in modo che l’apertura del vano destinato al contenimento del detersivo sia rivolta verso l’alto, quando la porta della macchina è aperta; pertanto, dopo che la porta è stata portata in posizione orizzontale, l’utente può caricare il detersivo nel suddetto vano, chiudere il relativo sportellino e quindi richiudere la porta; lo sportellino del vano di contenimento del detersivo è solitamente di tipo ribaltabile o scorrevole; la sua apertura; nel momento opportuno del ciclo di lavaggio, viene controllata da un programmatore, o timer, della macchina, in modo da determinare la caduta per gravità del detersivo nella vasca di lavaggio.
La tecnica nota in precedenza citata quindi impone di realizzare anche il caricamento del detersivo nel relativo vano con la porta della macchina aperta, ossia in una posizione relativamente scomoda per l’utente, soprattutto se si considera che, a differenza del brillantante, il detersivo in polvere o in forma di pastiglia deve essere necessariamente caricato prima dell’avvio di ogni ciclo di lavaggio.
In alcune macchine di lavaggio di tipo noto, la porta di caricamento non è invece ribaltabile, ma scorrevole linearmente su apposite guide; si veda, ad esempio con specifico riferimento ad una macchina lavastoviglie a due cestelli, la soluzione descritta in FR-A-2.674.426; in ulteriori soluzioni di tipo noto, la lavastoviglie presenta invece un unico cestello di contenimento delle stoviglie da lavare, configurato a rao’ di cassetto scorrevole, la cui parete frontale realizza di fatto la porta della macchina.
Anche in tali tipologie di macchine, il dispensatore degli agenti di lavaggio viene fissato alla porta della macchina, o comunque ad una parete o superficie verticale delimitante la vasca di lavaggio, con la conseguenza che il medesimo si trova sempre su di un medesimo piano di giacitura, indipendente dalla condizione di apertura o chiusura della porta.
I dispensatori utilizzati su tali tipologie di macchine debbono quindi essere dotati di un’apposita pompa elettrica, onde realizzare il dosaggio e l’erogazione dell’agente di lavaggio liquido. Per quanto riguarda invece il detersivo in polvere o in forma solida, tali dispensatori comprendono una sede di alloggiamento per un contenitore aperto verso l’alto, parzialmente ribaltabile ed incernierato all’estremità inferiore.
II citato contenitore può essere parzialmente estratto dalla relativa sede, inclinando il medesimo verso l’esterno del corpo del dispensatore, in modo da potervi caricare all’interno la dose di detersivo; con un movimento inverso al precedente il contenitore viene poi riportato entro la relativa sede di alloggiamento, definita nel corpo del dispensatore.
Tale tipo di soluzione risulta piuttosto complicata e costosa, in quanto presuppone la presenza di un apposito circuito idraulico atto a convogliare dell’acqua all’interno del citato contenitore del detersivo, per realizzare l’asportazione del detersivo ed il suo convogliamento nella vasca di lavaggio della macchina; la soluzione si dimostra ulteriormente complicata, costosa e critica se si considera che tale circuito idraulico deve essere in parte alloggiato entro la porta della macchina.
Sono infine noti dei dispositivi dispensatori di detersivo in polvere a lunga autonomia, montati sullo sportello della macchina, dotati di un serbatoio atto al contenimento di una quantità di detersivo sufficiente per l’esecuzione di una pluralità di cicli di lavaggio, e di mezzi di dosaggio ed erogazione di singole dosi volumetricamente definite di tale detersivo.
Molto schematicamente, in accordo a tali soluzioni, i mezzi di dosaggio ed erogazione comprendono un corpo sostanzialmente cilindrico, mobile angolarmente e recante una o più nicchie, montato inferiormente alla bocca di uscita del serbatoio del detersivo.
In una prima fase, un idoneo attuatore provvede ruotare il corpo cilindrico, sino a portare una delle sue nicchie in corrispondenza della citata bocca di uscita; in tal modo, parte del detersivo contenuto nel serbatoio può riempire per gravità tale nicchia.
In un momento successivo, il corpo cilindrico viene ruotato di circa 180°, portando la citata nicchia in corrispondenza di un’apertura di scarico inferiore, affacciata sulla vasca di lavaggio della macchina, nella quale il detersivo contenuto nella nicchia può quindi cadere per gravità.
Una soluzione di questo tipo viene ad esempio descritta in IT-A-1.242.282.
In tali tipi di soluzione il caricamento del detersivo risulta più agevole per l’utente, sia perché l’operazione può essere effettuata saltuariamente, sia perché la stessa può essere realizzata in condizione di porta semiaperta della macchina; in talune soluzioni, fra l’altro, il serbatoio del detersivo è rimovibile, sicché il caricamento del medesimo può essere effettuato in modo estremamente comodo per l’utente (si veda ad esempio il citato IT-A-1.242.282).
Anche i dispositivi dispensatori a lunga autonomia del tipo citato presentano però vari inconvenienti.
Un primo inconveniente è dato dalla notevole complessità realizzativa del dispositivo, che presuppone l’impiego di numerosi componenti e cinematismi, nonché la presenza di un attuatore idoneo a produrre la rotazione del tamburo di dosaggio ed erogazione, soggetto a numerosi attriti di movimento.
Altro inconveniente è dato dalle notevoli dimensioni complessive del dispositivo, che viene ad occupare uno spazio notevole all’ interno della vasca di lavaggio; si consideri che l’eventuale alloggiamento del dispositivo all’interno della porta della macchina risulterebbe assai difficoltoso e critico, in caso di manutenzione.
Altro inconveniente è poi dato dalla necessità di isolare igroscopicamente l’interno del dispositivo rispetto all’ambiente esterno, onde evitare deterioramenti del detersivo contenuto nel serbatoio, dovuti all’umidità e all’acqua presente entro la vasca della macchina durante il lavaggio; ciò implica l’impiego di idonei sistemi di tenuta, in particolare periferici, soggetti ad usura, che complicano ulteriormente il dispositivo, sia dal punto di vista realizzativo che da quello funzionale, e determinano un ulteriore aumento dei suoi costi.
La presente invenzione si propone di risolvere gli inconvenienti sopra citati tramite un dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio, atto all’erogazione di una quantità di agente di lavaggio necessaria all’esecuzione di un ciclo di trattamento eseguito dalla macchina, di realizzazione semplice, di comodo impiego, di funzionamento affidabile e di costo contenuto.
In tale ambito generale, un primo scopo della presente invenzione è quello di indicare un tale dispensatore in cui il caricamento dell’agente di lavaggio possa essere realizzato in posizione comoda e agevole per l’utente, sia quando il dispositivo risulta fissato su porte scorrevoli o su superfici costantemente verticali, sia quando il dispositivo risulta fissato su porte ribaltabili.
Altro scopo della presente invenzione è quello di indicare un tale dispensatore che comprenda un numero minimo di componenti di costruzione elementare, un numero minimo di parti mobili, e non necessiti di sistemi complessi per realizzare l’erogazione dell’ agente di lavaggio.
Altro scopo della presente invenzione è quello di indicare un tale dispensatore che impieghi mezzi di attuazione e di tenuta di tipo semplice ed affidabile.
Altro scopo della presente invenzione è quello di indicate un tale dispensatore che possa essere montato indifferentemente su porte ribaltabili, o su porte scorrevoli, o su superfici costantemente verticali.
Uno o più di tali scopi sono raggiunti, secondo la presente invenzione, da un dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, avente le caratteristiche delle rivendicazioni allegate, che i
si intendono quale parte integrante della presente descrizione.
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue e dai disegni annessi, forniti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo, in cui:
la Fig. 1 rappresenta una vista in prospettiva della parte frontale di un dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione;
la Fig. 2 rappresenta una vista frontale della parte posteriore di un dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione;
la Fig. 3 rappresenta, tramite una vista frontale, il dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione in una prima condizione operativa;
la Fig. 4 rappresenta una sezione, secondo l’asse A - A di Fig. 3, del dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione;
la Fig. 5 rappresenta una vista in prospettiva della parte frontale del dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione, in una seconda condizione operativa;
la Fig. 6 rappresenta una sezione, secondo un asse analogo all’asse A - A di Fig. 3, il dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione nella condizione operativa di Fig. 5;
la Fig. 7 rappresenta, tramite una vista frontale, il dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione in una terza condizione operativa;
la Fig. 8 rappresenta una sezione, secondo l’asse B - B di Fig. 7, del dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione;
la Fig. 9 rappresenta una vista in esploso di alcuni componenti del dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione;
- la Fig. 10 rappresenta un componente del dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione con una angolazione diversa da quella visibile in Fig. 9;
- le Figg. 11 e 12 rappresentano un dettaglio del dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione, in due diverse posizioni di impiego;
le Figg. 13 e 14 rappresentano due esempi di possibile impiego pratico del dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione;
la Fig. 15 rappresenta una prima possibile variante realizzativa del dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione;
- la Fig. 16 rappresenta una seconda possibile variante realizzativa del dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione;
la Fig. 17 rappresenta una terza possibile variante realizzativa del dispensatore di agenti di lavaggio secondo la presente invenzione.
Nelle figure allegate con 1 viene indicato nel suo complesso un esempio di dispensatore di agenti di lavaggio, realizzato secondo i dettami della presente invenzione, previsto per l’impiego su di una macchina di lavaggio; si supponga, nel caso esemplificato, che tale macchina sia una lavastoviglie.
Il dispensatore 1 presenta un corpo principale 2, alloggiabile almeno in parte in una apertura prevista nella controporta dello sportello della macchina lavastoviglie, sia esso di tipo ribaltabile o scorrevole; più in generale, il corpo 2 può essere fissato ad una qualsiasi superficie verticale delimitante una vasca di lavaggio della lavastoviglie.
Come da arte nota, il corpo 2 del dispensatore 1 è realizzato tramite saldatura di un pezzo anteriore ed un pezzo posteriore, realizzati in materiale termoplastico, indicati in Fig. 2 con 2A e 2B, rispettivamente.
Con 3 viene indicato nel suo complesso un contenitore ribaltabile, previsto per ricevere una determinata dose di detersivo, che qui si supponga essere in polvere, necessaria all’esecuzione di un ciclo di lavaggio; con 3A sono indicati dei mezzi di presa, definiti sulla superficie frontale del contenitore 3, previsti per consentire l’agevole ribaltamento o apertura del medesimo, come in seguito descritto, il contenitore 3 può essere agevolmente realizzato in un pezzo unico, tramite stampaggio di materiale termoplastico.
Con 4 viene indicata una sede, definita nel corpo 2, prevista per alloggiare il contenitore 3; in generale, la sede 4 è di dimensioni maggiori rispetto a quelle del contenitore 3, in modo tale che una porzione della prima, non occupata al secondo, rimanga direttamente esposta verso l’interno della vasca di lavaggio della macchina. Nel caso specifico esemplificato nelle figure, la sede 4 ha una forma in pianta sostanzialmente allungata verso il basso, oltre l’ingombro del contenitore 3, in modo che la porzione inferiore della stessa sede realizzi un passaggio di scarico del detersivo, come in seguito chiarito. Nel corpo 2 è definito un serbatoio per il contenimento di una certa quantità di agente di lavaggio liquido, che si supponga essere un brillantante; non visibile nelle figure; il dispensatore 1 è inoltre dotato di idonei mezzi per realizzare il dosaggio e l’erogazione di tale brillantante; tali mezzi di dosaggio ed erogazione, la cui realizzazione prescinde dalle finalità della presente invenzione, di qualsiasi tipo noto, e quindi non sono stati rappresentati nelle figure.
Con 5 è indicato il tappo di un’apertura, in comunicazione con il sopra citato serbatoio, utilizzata per caricare in quest’ultimo il brillantante. Con 6 è indicata un’apertura di scarico, attraverso la quale una dose del brillantante può essere fatta defluire verso la vasca di lavaggio della lavastoviglie, con modalità in sé note; con 6A è indicata una spia di segnalazione del livello di brillantante contenuto nel relativo serbatoio.
Con specifico riferimento alla Fig. 2, con 7 viene indicato un generico dispositivo di attuazione, fissato in modo noto al pezzo 2A del corpo 2 e previsto per produrre un movimento angolare del contenitore 3, con le modalità che saranno in seguito descritte. Il dispositivo di attuazione 7 può essere costituito da un attuatore termico o elettrotermico, in seguito indicato come termoattuato re, avente una struttura generale del tipo di quella descritta in WO-A-98/32141, i cui insegnamenti al riguardo si considerano qui incorporati per riferimento.
Qui basti rammentare che i termoattuatori del tipo indicato con 7 comprendono un involucro esterno, entro il quale è posto un corpo in materiale elettricamente e termicamente conduttivo (ad esempio metallo), connesso ad un riscaldatore elettrico; nel citato corpo è definita una camera contenente un materiale termicamente dilatabile (quale ad esempio della cera) e, almeno in parte, un elemento spintore, atto a produrre lo spostamento di un pistone che fuoriesce dall’involucro esterno; il riscaldatore elettrico è tipicamente costituito da un resistore a coefficiente di temperatura positivo PTC, alimentato elettricamente tramite due terminali.
In presenza di tensione ai terminali di alimentazione, il riscaldatore elettrico percorso dalla corrente genera calore e provoca la dilatazione del materiale termicamente dilatabile: tale dilatazione a sua volta provoca lo spostamento lineare dello spintore verso l’esterno del relativo corpo, così da produrre una movimentazione del pistone sino al raggiungimento di una determinata posizione, generalmente stabilita da un fine corsa meccanico, che può essere definita posizione finale di lavoro. Al cessare della alimentazione elettrica, il riscaldatore si raffredda ed il materiale termodilatabile si contrae, provocando il ritorno del pistone e dello spintore nella posizione iniziale di riposo, eventualmente anche con l’ausilio di un elemento elastico di richiamo, quale una molla. I termoattuatori del tipo citato sono quindi dispositivi di tipo monostabile, nel senso che consentono l'ottenimento di un’unica corsa di lavoro e di una sola posizione finale di lavoro, oltre alla normale posizione di riposo. Importanti vantaggi di tale tipologia di attuatori sono la notevole forza o potenza di lavoro che i medesimi possono sviluppare, in relazione alle loro modeste dimensioni di ingombro, i costi contenuti, i bassi consumi e la silenziosità di funzionamento.
Tornando alla Fig. 2, con 8 è indicata un organo rettilineo dentato, o cremagliera, che risulta ingranato su di una prima dentatura 9A di una ruota o pignone 9; la ruota 9 presenta una seconda dentatura 9B, ingranata sulla dentatura definita all’estremità di una albero 10, il quale è passante attraverso il corpo 2 del dispositivo 1, come in seguito descritto. Il pistone 7A del termoattuatore 7 è reso solidale alla cremagliera 8, in modo che il movimento lineare del primo determini anche un movimento lineare della seconda. Come si intuisce, pertanto, tramite la disposizione illustrata in Fig. 2, il movimento lineare prodotto dal pistone 7A può essere tradotto, a mezzo della cremagliera 8 e della ruota dentata 9, in un movimento di rotazione dell’albero 10.
Dalla Fig. 4 è possibile notare come il contenitore 3 presenti un vano interno 3B, aperto verso l’alto, atto al contenimento della quantità di detersivo necessaria all’esecuzione di un ciclo di lavaggio; da tale figura, nonché dalla Fig. 9, è inoltre possibile notare come l’albero 10 sia solidale ad un elemento a forcella, indicato nel suo complesso con 11, di sostegno del contenitore 3, che risulta posizionata entro sede 4.
L’elemento a forcella 11, visibile chiaramente in Fig. 9, consta di una piastrina centrale HA, alle due estremità laterali della quale sono definite delle flange 11B, ciascuna dotata di un rispettivo foro passante 11C; tali fori 11C sono destinati a ricevere dei perni 3C, visibili anche in Fig. 10, definiti su dei rilievi 3D che si dipartono dalla superficie posteriore del contenitore 3; l’elemento a forcella 11 può vantaggiosamente essere realizzato in un pezzo unico in materiale termoplastico, oppure sovrastampato o costampato all’albero 10, nel caso in cui quest’ultimo sia realizzato in materiale metallico. Come si intuisce, pertanto, in virtù del tipo di accoppiamento tra i fori 11C ed i perni 3C, il contenitore 3 risulta montato inclinabile rispetto all’elemento a forcella 11; in tal modo, quindi, il contenitore 3 può essere parzialmente ribaltato verso l’esterno della sede 4, onde consentire il caricamento del detersivo all’intemo del vano 3B; tale situazione viene appunto illustrata nelle Figg. 5 e 6.
Come si intuisce, inoltre, essendo l’elemento a forcella 11 solidale all’albero 10, la rotazione di quest’ultimo prodotta dal termoattuatore 7 è inoltre in grado di determinare la rotazione del contenitore 3 di circa 180°; in tal modo, l’apertura del vano 3B può essere portata in corrispondenza della zona inferiore della sede 4 che, come detto, è direttamente esposta verso l’interno della vasca di lavaggio, onde realizzare lo scarico della dose di detersivo; tale situazione viene appunto illustrata nelle Figg. 7 e 8.
Come si nota dalle figure allegate, va sottolineato al riguardo che la superficie della zona inferiore della sede 4 è sostanzialmente inclinata, proprio al fine di agevolare la caduta del detersivo verso l’interno della vasca di lavaggio della macchina ed il lavaggio della stessa sede da parte degli spruzzi d’acqua, dopo che il contenitore 3 è stato capovolto a mezzo del termoattuatore 7, come sopra descritto.
Dalle Figg. 5 e 6 è poi possibile notare come, all’interno della sede 4, sia definita un parete intermedia, avente uno sviluppo sostanzialmente a forma di settore circolare o ad arco di circonferenza, indicata con 4A, delimitante uno spazio interno entro il quale viene ricevuta la porzione posteriore del contenitore 3, ossia quella in cui è definito il vano 3B; tra tale parete 4A e la sede 4 risulta pertanto delimitato un interstizio 4B.
Tale interstizio 4B è atto a ricevere, quando il contenitore 3 è inserito nella relativa sede 4 (si vedano le Figg. 3 e 4), una appendice o parete 3E, che si diparte dalla superfìcie posteriore del lato frontale del contenitore 3; come si nota, in particolare in Fig. 10, tale parete 3E ha uno sviluppo sostanzialmente a forma di settore circolare o ad arco di circonferenza, similmente alla parete 4A, e quindi tale da inserirsi entro l’interstizio 4B. Come sarà chiarito in seguito, la presenza delle pareti 3E e 4 A, nonché dell’interstizio 4B, è quella di realizzare un sistema di tenuta a labirinto, avente lo scopo di prevenire, prima della fase di erogazione, il contatto tra il detersivo contenuto nel vano 3B e l’acqua che circola all’interno della vasca di lavaggio della macchina.
Dalla Fig. 9 è poi possibile notare come almeno una delle estremità della parete 4A presenti un tratto o piano inclinato, indicato con 4C, le cui funzioni saranno in seguito chiarite, in relazione al funzionamento del dispensatore 1 secondo l’invenzione.
Nelle Figg. 11 e 12 è illustrato un particolare dell’accoppiamento tra l’elemento a forcella 11 ed il contenitore 3. Da tali figure è in particolare possibile notare come sui rilievi posteriori 3D del contenitore 3 siano definiti rispettivi dentini o rilievi 3F (visibili chiaramente anche in Fig. 10), atti ad interagire con il bordo inferiore della piastrina centrale 11 A dell’elemento a forcella 11.
Nel caso di Fig. 11, il contenitore 3 si trova all’intemo della sede 4, ossia nella condizione illustrata ad esempio nelle Figg. 3 e 4; come si nota, in tale situazione i dentini 3F risultano posizionati inferiormente al bordo inferiore della piastrina 11 A, cosi da impedire un autonomo movimento angolare del contenitore 3 verso l’esterno della relativa sede.
Esercitando una modesta trazione manuale sul contenitore 3, tramite gli appositi mezzi di presa 3A, è tuttavia possibile determinare lo scavalcamento da parte dei dentini 3F del bordo inferiore della piastrina 11A, al fine di inclinare il contenitore 3 verso l’estemo della relativa sede, ossia nella posizione illustrata in Fig. 12 ed nelle Figg. 5 e 6. Si noti che il suddetto movimento è consentito dalla una relativa elasticità dell’accoppiamento tra l’elemento a forcella 11 ed il contenitore 3, nonché dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione dei due pezzi.
Dopo aver caricato la necessaria dose di detersivo nel vano 3B, l’utente può quindi spingere nuovamente il contenitore 3 verso l’interno della relativa sede 4, così realizzando un nuovo scavalcamento, inverso al precedente, dei dentini 3F rispetto al bordo inferiore della piastrina 11 A, ritornando così alla situazione di Fig. 12.
Come si vede, quindi, i dentini 3F e la loro interazione con il bordo inferiore della piastrina 11A dell’elemento a forcella 11 hanno la funzione di realizzare dei mezzi, in particolare del tipo a scatto, atti a prevenire il ribaltamento o l’apertura indesiderata del contenitore 3.
Il funzionamento del dispositivo 1 secondo un esempio dell’invenzione verrà ora descritto con riferimento ad una sua possibile forma di impiego, ossia di fissaggio sulla superficie di una porta ribaltabile che è rivolta verso l’interno della vasca di lavaggio di una macchina lavastoviglie.
Una tale forma di impiego viene rappresentata in Fig. 13, ove con LS viene appunto indicata nei suo complesso una lavastoviglie dotata di una porta di caricamento ribaltabile SP, e con CP viene indicata la controporta, ossia quella superficie della porta SP rivolta verso Fintemo della vasca di lavaggio della macchina.
Si noti che, in normali condizioni, al termine di un ciclo di lavaggio, il dispensatore 1 secondo l’invenzione si trova nella posizione illustrata nelle Figg. 3 e 4.
Dopo aver caricato le stoviglie da lavare nella vasca di lavaggio, e nella condizione di porta semiaperta illustrata in Fig. 13, l’utente provvede ad aprire il contenitore 3, ossia a ribaltare il medesimo verso l’esterno della relativa sede 4, come in precedenza descritto con riferimento alle Figg. 11 e 12.
In tale condizione, operativa, illustrata nella Figg. 5, 6 e 13, l’utente può quindi caricare all’interno del vano 3B del contenitore 3 la dose di detersivo necessaria all’espletamento del ciclo di lavaggio, per poi spingere il contenitore 3 all’interno della sede 4, con le stesse modalità in precedenza descritte con riferimento alle Figg. 11 e 12.
A questo punto, l’utente può chiudere la porta SP della lavastoviglie LS ed avviare in modo noto il ciclo di lavaggio. Si noti che nelle fasi iniziali del ciclo di lavaggio, ossia prima dell’erogazione del detersivo, linterno del vano 3B risulta adeguatamente isolato da spruzzi d’acqua che possono eventualmente colpire il dispensatore 1.
Infatti, l’acqua che eventualmente penetra nella zona inferiore aperta della sede 4 non è in grado di raggiungere l’apertura del vano 3B, posta in alto; dall’altro lato, l’acqua che investe frontalmente il contenitore 3 o la parte del corpo 2 che si trova al di sopra della sede 4 non è in grado di penetrare all’interno di quest’ultima, in virtù del sistema di tenuta a labirinto realizzato dalle pareti 3E e 4A, e dall’interstizio 4B
Si consideri al riguardo che i residui di acqua che riescono eventualmente a superare il bordo periferico del lato frontale del contenitore 3, e penetrare nell’interstizio 4B, raggiungeranno solo la parete 3 E, ed eventualmente la zona più arretrata della parete 4A. Posto che tali pareti 3E e 4A hanno uno sviluppo a forma di arco di cerchio, tuttavia, i citati residui di acqua saranno portati a scorrere in modo naturale verso il basso, lungo le stesse pareti, sino alla zona inferiore della sede 4; a tale riguardo, la parete 4A potrebbe avere un profilo leggermente inclinato verso l’interno.
Al momento opportuno del ciclo di lavaggio, il sistema di controllo della macchina provvede ad alimentare elettricamente il termoattuatore 7; a seguito di tale alimentazione, il pistone 7A si muove linearmente (verso destra, con riferimento alla Fig. 2), determinando una analogo spostamento lineare della cremagliera 8; la ruota 9 viene quindi mossa angolarmente, determinando il conseguente movimento angolare dell’albero 10.
La rotazione dell’albero 10 provoca l’analoga rotazione dell’elemento a forcella 11, che determina lo spostamento del contenitore 3 alla posizione operativa illustrata nelle Figg.
7 e 8. Si noti al riguardo che la corsa del pistone 7A ed i rapporti tra le dentature della cremagliera 8, della ruota 9 e dell’albero 10 sono vantaggiosamente previsti per ottenere un movimento angolare di circa 180° del contenitore 3, sino alla posizione delle Figg. 7 e 8, a seguito di un ciclo di alimentazione elettrica del termoattuatore 7.
Il suddetto capovolgimento del contenitore 3 determina evidentemente l’uscita del detersivo dal vano 3B alla zona inferiore aperta della sede 4, con il conseguente scarico del medesimo verso l’interno della vasca di lavaggio.
Si noti che tale scarico viene in questa fase favorito dagli eventuali spruzzi di acqua che colpiscono la zona inferiore aperta della sede 4, i quali completano l’asportazione del detersivo da tale zona; si noti altresì che, nella condizione operativa delle Figg. 7 e 8, anche la zona superiore della sede 4 risulta direttamente esposta verso l’interno della vasca di lavaggio; conseguentemente, anche l’acqua che penetra da tale zona, fluendo verso il basso all’interno della sede 4 e lungo le pareti 4A e 3F, contribuisce all’asportazione del detersivo in corso di erogazione, ed al lavaggio della parte inferiore della stessa sede 4.
Dopo un lasso di tempo considerato sufficiente a realizzare la sopra descritta erogazione (alcune decine di secondi), l’alimentazione del termoattuatore 7 viene interrotta; in questo modo, il pistone 7A è portato ad arretrare verso la posizione iniziale, illustrata in Fig. 2, in virtù dell’azione di un elemento elastico di richiamo, quale una molla a spirale, presente entro il corpo dello stesso termoattuatore 7.
Conseguentemente, tramite la cremagliera 8, la ruota 9, l’albero 10 e l’elemento 11, al contenitore 3 viene impartito un movimento rotatorio opposto al precedente, in modo da riportare il medesimo nella condizione operativa delle Figg. 3 e 4.
Il ciclo di lavaggio quindi prosegue con modalità in sé note.
Va sottolineato che la previsione del sistema di tenuta a labirinto realizzata dalla pareti 3E, 4A e dall’interstizio 4B deve considerarsi strettamente necessario solo in quelle applicazioni in cui si desideri mantenere il detersivo sostanzialmente asciutto prima della relativa erogazione.
E’ tuttavia chiaro che il citato sistema di tenuta potrebbe essere omesso, o il dispositivo modificato, nel caso di quelle applicazioni in cui si desideri realizzare un parziale scioglimento del detersivo, prima della sua effettiva erogazione; per tale caso, ad esempio, le pareti 3E e 4A del dispositivo potrebbero presentare idonee interruzioni, onde consentire a parti d’acqua di penetrare nel vano 3B; lo stesso effetto potrebbe essere ottenuto prevedendo, sul lato frontale del contenitore 3 e superiormente ai mezzi di presa 3 A, degli idonei passaggi.
Il dispositivo secondo l’invenzione può poi essere dotato di idonei mezzi per produrre in modo automatico il riposizionamento del contenitore 3 nella relativa sede 4, ad esempio per evitare che l’utente, a seguito del caricamento di detersivo nel vano 3B, lasci accidentalmente il contenitore nella posizione delle Figg. 5 e 6.
Nella forma realizzativa più semplice tali mezzi potrebbero essere costituiti da un opportuno elemento elastico di richiamo, quale una molla, operante ad esempio tra l’elemento a forcella 11 ed il contenitore 3, per mantenere quest’ultimo nella posizione delle Figg. 3 e 4; in tale caso, naturalmente, il sistema di apertura/chiusura a scatto del contenitore 3, come descritto con riferimento alle Figg. 11 e 12 sarebbe omesso.
Altra possibilità è quella di far si che il contenitore 3, se rimasto aperto, venga spinto entro la sede 4 da un idoneo riscontro fisso, a seguito della chiusura della porta della macchina; ciò può essere ottenuto posizionando opportunamente il dispensatore 1, di modo che il contenitore 3 venga a contatto, durante il movimento di chiusura della porta della macchina, con una parte del cestello di contenimento delle stoviglie presente nella vasca di lavaggio, così da essere spinto entro la sede 4; in tale ottica, il cestello potrebbe essere all’uopo dotato di una apposita appendice frontale.
In alternativa, e comunque allo scopo di evitare che il mancato reinserimento nella sede 4 del contenitore 3 possa determinare rischi di danneggiamento al suo sistema di attuazione, la chiusura del medesimo può essere garantita in modo automatico all’inizio della fase di erogazione del detersivo, in virtù della presenza del tratto o piano inclinato 4C, che caratterizza l’estremità della parete 4A della sede 4.
Si supponga a tale scopo che il contenitore 3, anche a seguito dell’avvio di un ciclo di lavaggio, si trovi ancora nella posizione di Fig. 5; in occasione dell’alimentazione del termo attuatore 7, il contenitore 3 inizierà il proprio movimento di rotazione, con le modalità in precedenza chiarite; e la parte posteriore del contenitore 3 che si trova al di sotto dei punti di fulcro realizzati dai perni 3C entrerà in contatto con il piano inclinato 4C visibile in Fig. 9; il prosieguo della rotazione determinerà lo scorrimento sullo stesso piano inclinato di tale parte posteriore del contenitore 3, forzando progressivamente quest’ultimo verso l’interno della sede 4, sino a che non si realizzi il superamento dei dentini 3F del bordo inferiore della piastrina HA, come in precedenza spiegato con riferimento alle Figg. 11 e 12.
Come si vede, quindi, in tal modo è possibile far si che, nei primi istanti della rotazione del contenitore 3, il medesimo venga automaticamente inserito nella propria sede 4, così evitando rischi di danneggiamenti al dispositivo.
Dalla descrizione effettuata risulta chiaro come il sistema di comando dell’erogatore
sopra descritto sia estremamente semplice, in quanto il medesimo presuppone la
semplice alimentazione, di durata limitata, di un attuatore, in particolare di tipo elettrico.
Anche la realizzazione del suddetto erogatore risulta estremamente semplice ed
economica.
Il pezzo 2A in cui è definita la sede 4 può infatti essere ottenuta tramite stampaggio di
materiale termoplastico, con operazioni in sé elementari; lo stesso dicasi per il
contenitore 3 e per l’elemento a forcella 11, che come detto può comprendere o essere
sovrastampato o costampato all’albero 10; come si intuisce, anche le operazioni di
montaggio dei vari componenti dell’erogatore in precedenza descritto sono molto
semplici.
Al riguardo della semplicità ed affidabilità di montaggio e funzionamento, va
sottolineato come una delle caratteristiche peculiari dell’invenzione riguarda il fatto che
non sono strettamente necessarie guarnizioni o elementi di tenuta specifici in gomma o
simili.
L’isolamento del vano 3B prima dell’erogazione del detersivo, se reputato necessario,
viene infatti ottenuto, secondo l’invenzione, dal sistema a labirinto realizzato dalle
pareti 3E e 4A, che sono realizzate per stampaggio dei pezzi 2A e 3 in materiale
termoplastico, e quindi senza un costo aggiuntivo.
Si sottolinea poi che nella sua realizzazione pratica, il dispositivo 1 è concepito in modo
tale che il contenitore 3, durante il suo movimento angolare, non venga mai a contatto
con superfici del corpo 2 o altri elementi di tenuta perimetrale, così evitando attriti di
movimento; in tale ottica, gli unici attriti che si realizzano nel funzionamento del
dispositivo 1 sono quelli dell’elemento a forcella 11, per la sua parte inserita nel foro passante il corpo 2A, lungo la quale possono essere eventualmente previsti dei mezzi di tenuta.
In tale ottica si sottolinea poi come il contenitore 3 non debba essere necessariamente di forma cilindrica, a differenza dei dispositivi dispensatori a lunga autonomia di tipo noto, che presuppongono invece una corpo dosatore a forma di tamburo, onde realizzare le necessarie tenute.
L’invenzione è stata descritta con specifico riferimento all’erogazione di un detersivo in polvere, ma è chiaro che la medesima è suscettibile di applicazione in relazione anche ad altre tipologie di agenti di lavaggio, sia in forma solida (ad esempio pastiglie di detersivo), sia in forma liquida; è altresì chiaro che l’invenzione può trovare impiego anche su macchine di lavaggio diverse dalle lavastoviglie, quali ad esempio delle lavabiancheria.
Nell ’esempio in precedenza fornito il dispensatore 1 secondo l’invenzione risulta montato su di un porta di tipo ribaltabile, ma è chiaro che, in termini generali, il medesimo potrebbe essere montato anche su qualsiasi superficie costantemente verticale, delimitante la vasca di lavaggio di una macchina; ad esempio, il dispositivo 1 è suscettibile di applicazione vantaggiosa su macchine di lavaggio dotate di una porta scorrevole linearmente su apposite guide, o dotate di un unico cestello di contenimento delle stoviglie, configurato a mo’ di cassetto scorrevole, la cui parete frontale realizza di fatto la porta della macchina.
La Fig. 14 rappresenta appunto tale ulteriore possibilità di impiego, ove con LSI è indicata nel suo complesso una macchina lavastoviglie dotata di un unico cestello CS a forma di cassetto scorrevole; come si nota, in questo caso il dispositivo 1 secondo l’invenzione risulta montato sulla superficie interna del lato anteriore del suddetto cestello CS.
Dalla descrizione effettuata, nonché dalle allegate rivendicazioni che ne costituiscono parte integrante, risultano chiare le caratteristiche della presente invenzione.
Dalla descrizione e dai disegni annessi risultano pure chiari i vantaggi della presente invenzione. In particolare:
- il dispensatore può essere montato indifferentemente su porte ribaltabili, su porte scorrevoli, o su superfici costantemente verticali, ed il caricamento dell’agente di lavaggio può essere realizzato in posizione comoda e agevole per l’utente;
- il numero delle parti che debbono essere messe in movimento per realizzare l’erogazione dell’agente di lavaggio è ridotto al minimo, cosi come minimi sono gli attriti di funzionamento;
- i movimenti necessari per realizzare il caricamento della dose di detersivo e ottenerne la successiva erogazione sono di tipo elementare;
- i mezzi di attuazione necessari al funzionamento del dispositivo sono di funzionamento e controllo semplice ed affidabile nel tempo;
- i mezzi di tenuta previsti sono di semplice realizzazione, in quanto realizzati di pezzo con gli stessi componenti che realizzano il dispositivo, e quindi senza costi aggiuntivi;
- i componenti del sistema di dosaggio ed erogazione dell’agente di lavaggio liquido sono di realizzazione e montaggio semplice ed economico;
E’ chiaro che numerose varianti sono possibili per l’uomo del ramo al dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, descritto come esempio, senza per questo uscire dagli ambiti di novità del trovato.
Ad esempio, l’invenzione è stata descritta con riferimento all’impiego di termoattuatore, ma è chiaro che la stessa può essere implementata utilizzando anche altri mezzi attuatori, quali ad esempio un motore con eventuale riduttore a ingranaggi, o un attuatore di tipo elettromagnetico, o un attuatore pneumatico, eccetera.
Il tipo di accoppiamento tra l’elemento a forcella 11 ed il contenitore 3 potrebbe essere diverso dal tipo di quello in precedenza esemplificato, ad esempio prevedendo dei perni sulle flange 11 B e delle sedi atte a ricevere tali perni sul contenitore 3, oppure un accoppiamento parzialmente sferico.
Se desiderato o necessario, il dispositivo potrebbe prevedere specifici elementi di tenuta perimetrali, ad esempio inseriti nell’interstizio 4B.
Il dispensatore 1 descritto a mo’ d’esempio potrebbe essere del tipo dotato di un cinematismo atto a produrre in tempi diversi, tramite un medesimo mezzo attuatore 7, sia l'azionamento del contenitore 3 che di un erogatore di un secondo agente di lavaggio liquido, secondo la tecnica descritta ad esempio in EP-A-0 602 572, o FR-A-2.593.379, o DE-A-33 04037.
In alternativa, in luogo di un cinematismo complesso, la spinta della cremagliera 8 (verso destra, con riferimento alla Fig. 2), potrebbe essere direttamente sfruttata per produrre l’azionamento di un dosatore ed erogatore di brillantante.
La Fig. 15 che illustra schematicamente la parte posteriore di un dispositivo dispensatore realizzato secondo la variante proposta dell’invenzione, ove con DB viene appunto indicato nel complesso un erogatore di un agente di lavaggio liquido e con AT viene indicato un organo di dosaggio ed erogazione, facente parte dell’erogatore stesso, che risulta accoppiato alla cremagliera 8.
In tale caso, quindi, il movimento della cremagliera 8 che si determina a seguito dell’alimentazione del termoattuatore 7, necessaria per realizzare il capovolgimento del contenitore 3, comporta anche lo spostamento dell’elemento AT, in una prima posizione operativa, con la quale si ottiene il dosaggio di una certa quantità dell’agente di lavaggio liquido contenuto nel relativo serbatoio.
In questo caso, il sistema di controllo della macchina provvede a mantenere alimentato il termoattuatore 7, sino al momento in cui si rende necessaria l’erogazione dell’agente di lavaggio liquido.
In tale momento (ad esempio nel corso di una fase di risciacquo), l’alimentazione del termoattuatore 7 viene quindi interrotta, con il conseguente ritorno verso le posizioni iniziali del pistone 7 e della cremagliera 8; con ciò si ottiene anche il ritorno dell’elemento AT nella posizione rappresentata in Fig. 15, ove tale movimento consente di realizzare l’erogazione verso la vasca di lavaggio, attraverso l’apertura di scarico 6 di Fig. 1, della quantità di agente di lavaggio liquido in precedenza dosata.
In Fig. 16 viene rappresentata una ulteriore possibile variante realizzativa dell’invenzione, in accordo alla quale la sede del tappo 5 è conformata in modo tale che l’apertura di caricamento del brillantante sia rivolta verso l’alto; una tale forma consente quindi di realizzare agevolmente anche il caricamento dell’agente di lavaggio liquido, quando il dispensatore 1 è Fissato su di una porta scorrevole linearmente o comunque su di una superficie costantemente in verticale; nel caso in cui il dispensatore 1 sia invece fissato ad una porta ribaltabile, la suddetta conformazione rende possibile il riempimento del serbatoio del brillantante anche in condizione di porta semiaperta. In Fig. 17 viene rappresentata una ulteriore possibile variante realizzativa della presente invenzione, in accordo alla quale il corpo del dispositivo 1 è realizzato in modo tale che, a seguito del suo fissaggio, l’asse di rotazione del contenitore 3, costituito dall’elemento a forcella 11, sia inclinato rispetto all’orizzontale e/o alla parete di fissaggio.
Come si nota, in tale forma realizzativa, anche il contenitore 3 risulta quindi inclinato, così come la sede 4, la sua parete 4A ed il relativo interstizio 4B.
In questo modo, pertanto, i residui di acqua che riescono eventualmente a superare il bordo periferico del lato frontale del contenitore 3 saranno convogliati necessariamente
verso la zona più arretrata della parete 4A e dell’interstizio 4B, per poi scorrere in modo
naturale verso il basso, come in precedenza descritto.
In tale forma realizzativa, inoltre, la sede 4 risulta direttamente aperta verso il basso,
sicché in fase di erogazione il detersivo contenuto nel vano 3B è libero di cadere
direttamente in vasca senza incontrare ostacoli o pareti (come nella forma realizzativa
delle Figg. 3-8). Si noti che tale forma realizzativa risulta particolarmente vantaggiosa al
fine di consentire l’impiego del dispositivo secondo l’invenzione per l’erogazione di
detersivo in forma di pastiglie o tavolette.
L’invenzione è stata descritta con riferimento all’impiego di mezzi di attuazione del tipo
atti a generare una spinta; è tuttavia chiaro che, tramite semplici modifiche ben chiare
all’uomo del ramo, il termoattuatore 7 potrebbe essere sostituito da un termoattuatore
del tipo atto ad esercitare una trazione sull’elemento a cremagliera 8, anziché una spinta.
Il sistema di attuazione impiegato potrebbe comprendere una molla aggiuntiva esterna,
oltre a quella presente entro il corpo del termoattuatore, per portare l’elemento a
cremagliera 8 alla posizione iniziale a seguito dell’ interruzione dell’ alimentazione
all’attuatore stesso.
E’ comunque chiaro che numerose altre varianti sono possibili per l’uomo del ramo al
dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in
particolare una lavastoviglie, in precedenza descritto, così come è chiaro che nella
pratica attuazione del trovato le forme, le dimensioni, le proporzioni ed i materiali
impiegati potranno essere diversi da quelli in precedenza descritti come esempio ed
essere sostituiti da elementi tecnicamente equivalenti.

Claims (56)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, detto dispensatore (1) presentando almeno un vano (3B) per il contenimento di una quantità di agente di lavaggio necessaria all’esecuzione di un ciclo di lavaggio, del tipo in cui il caricamento di detta quantità di agente di lavaggio in detto vano (3B) è realizzata manualmente e l’erogazione dell’agente di lavaggio è realizzata almeno in parte per gravità, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un corpo erogatore (3) suscettibile di compiere movimenti angolari o rotatori attorno ad un primo asse e di compiere movimenti angolari rispetto ad un secondo asse.
  2. 2. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto secondo asse è sostanzialmente perpendicolare rispetto a detto primo asse.
  3. 3. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che è prevista una sede (4) per detto corpo erogatore (3), quest’ultimo essendo suscettibile di assumere una prima posizione, in cui almeno una parte di detto corpo erogatore (3) risulta inserita in detta sede (4), ed una seconda posizione, in cui detta parte di detto corpo erogatore (3) risulta all’estemo di detta sede (4), per consentire il caricamento in detto vano (3B) di detta quantità di agente di lavaggio.
  4. 4. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che è prevista una sede (4) per detto corpo erogatore (3), quest’ultimo essendo suscettibile di assumere una prima posizione, in cui almeno una parte di detto corpo erogatore (3) risulta inserita in detta sede (4), ed una seconda posizione, in cui detto corpo erogatore (3) risulta inclinato verso l’esterno di detta sede (4), per consentire il caricamento in detto vano (3B) di detta quantità di agente di lavaggio.
  5. 5. Dispositivo, secondo la rivendicazione 3 o 4, caratterizzato dal fatto che detta sede (4) è di dimensioni maggiori rispetto a detto corpo erogatore (3).
  6. 6. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che una zona di detta sede (4) è direttamente e/o costantemente esposta verso l’interno di detta vasca.
  7. 7. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto corpo contenitore (3) è suscettibile di essere ruotato. attorno a detto primo asse, per portare l’apertura di detto vano (3B) sostanzialmente in corrispondenza di detta zona esposta, onde consentire lo scarico in detta vasca di detta quantità di agente di lavaggio.
  8. 8. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto corpo erogatore (3) è sostenuto da un elemento di supporto (11) atto a ruotare attorno a detto primo asse.
  9. 9. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto elemento di supporto (11) è mosso in rotazione da un attuatore (7).
  10. 10. Dispositivo, secondo la rivendicazione 8 o 9, caratterizzato dal fatto che a detto elemento di supporto (11) è associato un pignone (9) o simile, in particolare azionato a seguito del movimento di un elemento a cremagliera (8).
  11. 11. Dispositivo, secondo la rivendicazione 8 o 9, caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi di accoppiamento reciproco (11C,3C) tra detto elemento di supporto (11) e detto corpo erogatore (3), detti mezzi di accoppiamento (11C,3C) consentendo il movimento attorno a detto secondo asse di detto corpo erogatore (3) rispetto a detti mezzi di supporto (11).
  12. 12. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento di supporto ha sostanzialmente forma di forcella (11).
  13. 13. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto corpo erogatore (3) è montato mobile e/o inclinabile rispetto a detto elemento di supporto a forcella (11).
  14. 14. Dispositivo, secondo la rivendicazione 12 o 13, caratterizzato dal fatto che detto elemento a forcella (11) comprende una piastrina centrale (11 A), alle due estremità laterali della quale sono definite delle flange (11B), ciascuna dotata di mezzi di accoppiamento (11C) con detto corpo erogatore (3).
  15. 15. Dispositivo, secondo la rivendicazione 3 o 4, caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi (3F,11A) per prevenire il passaggio indesiderato di detto corpo erogatore (3) da detta prima a detta seconda posizione, e viceversa.
  16. 16. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detti mezzi (3F,11A) sono del tipo a scatto.
  17. 17. Dispositivo, secondo la rivendicazione 15 o 16, caratterizzato dal fatto che detti mezzi (3F,11A) comprendono uno più rilievi (3F) solidali a detto corpo erogatore (3), atti ad interagire con una porzione (11 A) di detto elemento di supporto (11).
  18. 18. Dispositivo, secondo la rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che detti mezzi comprendono almeno un elemento elastico.
  19. 19. Dispositivo, secondo la rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che detti mezzi comprendono un riscontro fisso, atto spingere detto corpo erogatore (3) verso detta prima posizione nel corso della chiusura di uno sportello (SP) sul quale il dispositivo (1) è montato.
  20. 20. Dispositivo, secondo la rivendicazione 3 o 4, caratterizzato dal fatto che almeno la zona inferiore di detta sede (4) presenta una superficie sostanzialmente inclinata.
  21. 21. Dispositivo, secondo la rivendicazione 3 o 4, caratterizzato dal fatto che la zona inferiore di detta sede (4) è direttamente aperta verso il basso o detta vasca.
  22. 22. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi di tenuta (3E,4A,4B) per prevenire l’ingresso di acqua verso detto vano (3B).
  23. 23. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di tenuta (3E,4A,4B) sono del tipo a labirinto.
  24. 24. Dispositivo, secondo la rivendicazione 22 o 23, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di tenuta (3E,4A,4B) sono realizzati almeno in parte di pezzo con detto corpo erogatore (3) e/o con il corpo (2) del dispositivo (1) in cui è definita detta sede (4)·
  25. 25. Dispositivo, secondo la rivendicazione 3 o 4, caratterizzato dal fatto che airintemo di detta sede (4) è definita una parete intermedia (4A), avente in particolare uno sviluppo sostanzialmente a forma di settore circolare o ad arco di circonferenza, tra detta parete intermedia (4A) e detta sede (4) risultando delimitato un interstizio (4B).
  26. 26. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto interstizio (4B) è atto a ricevere, quando detto corpo erogatore (3) è in detta prima posizione, una appendice (3E) che si diparte dalla superficie posteriore del lato frontale di detto corpo erogatore (3), detta appendice (3E) avendo in particolare uno sviluppo sostanzialmente a forma di settore circolare o ad arco di circonferenza.
  27. 27. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto corpo erogatore (3), durante il movimento attorno a detto primo asse, non è a contatto con superfici del corpo (2) del dispositivo o con o elementi di tenuta perimetrale.
  28. 28. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che sono previsti mezzi (4C) per ottenere un movimento automatico di detto corpo erogatore (3) attorno a detto secondo asse, in particolare da detta seconda posizione a detta prima posizione.
  29. 29. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detti mezzi (4C) sono operativi per realizzare detto movimento automatico nel corso del movimento di detto corpo erogatore (3) attorno a detto primo asse.
  30. 30. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 25 e 28, caratterizzato dal fatto che detti mezzi comprendono almeno un piano o tratto inclinato (4C) definito ad almeno una estremità di detta parete intermedia (4A).
  31. 31. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto primo asse è inclinato rispetto all’ orizzontale.
  32. 32. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di tenuta (3E,4A,4B) sono almeno in parte inclinati per favorire un convogliamento di acqua.
  33. 33. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta camera è sostanzialmente inclinata verso detta vasca.
  34. 34. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto vano (1) è atto al contenimento di almeno una pastiglia di detersivo.
  35. 35. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto corpo erogatore (3) comprende mezzi di presa manuale (3A), definiti sulla sua superficie frontale.
  36. 36. Dispositivo, secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detto attuatore è di tipo lineare (7).
  37. 37. Dispositivo, secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detto attuatore è di tipo monostabile (7).
  38. 38. Dispositivo, secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detto attuatore è di tipo termico o termoelettrico, quale un termoattuatore (7).
  39. 39. Dispositivo, secondo la rivendicazione 9 o 38, caratterizzato dal fatto che detto attuatore (7) è del tipo atto ad impartire una spinta.
  40. 40. Dispositivo, secondo la rivendicazione 9 o 38, caratterizzato dal fatto che detto attuatore (7) è del tipo atto ad esercitare una trazione.
  41. 41. Dispositivo, secondo la rivendicazione 9 o 38, caratterizzato dal fatto che detto attuatore (7) è del tipo elettromagnetico o pneumatico.
  42. 42. Dispositivo, secondo la rivendicazione 9 o 38, caratterizzato dal fatto che detto attuatore (7) comprende un motore con eventuale riduttore a ingranaggi.
  43. 43. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che è previsto un cinematismo di attuazione (8,9,10), comprendente almeno un organo rettilineo dentato, o a cremagliera (8).
  44. 44. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto cinematismo di attuazione (8,9,10) comprendente almeno un pignone (9) o simile.
  45. 45. Dispositivo, secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto attuatore (7) presenta un pistone o elemento di attuazione (7A) reso solidale a detto elemento a cremagliera (8).
  46. 46. Dispositivo, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che è prevista una disposizione (5,6,DB,AT), per l’erogazione di almeno una dose di un secondo agente di lavaggio, in particolare in forma liquida.
  47. 47. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 9 e 46, caratterizzato dal fatto che detto attuatore (7) è previsto per produrre anche Tazionamento di detta disposizione (5,6,DB,AT), tramite mezzi cinematici o di trasmissione (8).
  48. 48. Dispositivo, secondo le rivendicazioni 43 e 47, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di trasmissione comprendono detto elemento a cremagliera (8), cui un componente mobile (AT) di detta disposizione (5,6,DB,AT) è associato.
  49. 49. Dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, detto dispensatore (1) presentando almeno un vano (3B) per il contenimento di una quantità di agente di lavaggio necessaria all’esecuzione di un ciclo di lavaggio, del tipo in cui il caricamento di detta quantità di agente di lavaggio in detto vano (3B) è realizzata manualmente e l’erogazione dell’agente di lavaggio è realizzata almeno in parte per gravità, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un corpo erogatore (3) suscettibile di compiere movimenti angolari attorno almeno a due assi differenti.
  50. 50. Dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, detto dispensatore (1) presentando almeno - una prima disposizione (3,4,11) per l’erogazione di almeno una dose di un primo agente di lavaggio, in particolare di forma solida o in polvere, - una seconda disposizione (5,6,DB,AT), per l’erogazione di almeno una dose di un secondo agente di lavaggio, in particolare di forma liquida, - un attuatore di tipo termico o termoelettrico (7), - un cinematismo (8-10) per produrre l’erogazione, in tempi diversi, di detto primo agente di lavaggio e di detto secondo agente di lavaggio, caratterizzato dal fatto che detto cinematismo comprende un almeno un elemento a cremagliera (8), mobile linearmente sotto l’azione di detto attuatore (11'), ed un ruota dentata o pignone (10) mobile angolarmente in funzione del movimento lineare di detto elemento a cremagliera (30), il movimento lineare di detto elemento a cremagliera (30) determinando un azionamento di una di dette disposizioni (3,4,11), il movimento angolare di detto pignone (10) determinando un azionamento dell’altra di dette disposizioni (5,6,DB,AT).
  51. 51. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detta prima disposizione (3,4,11) comprende un corpo erogatore (3), definente almeno uno spazio (3B) di contenimento di una dose di detto primo agente di lavaggio, rotante attorno ad un primo asse.
  52. 52. Dispositivo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto corpo erogatore (3) è suscettibile^ di movimento angolare rispetto ad un secondo asse, in particolare sostanzialmente perpendicolare rispetto a detto primo asse.
  53. 53. Metodo per l’azionamento di un dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, detto dispensatore (1) presentando almeno - una prima disposizione (3,4,11) per l’erogazione di almeno una dose di un primo agente di lavaggio, in particolare di forma solida o in polvere, - una seconda disposizione (5,6,DB,AT), per il dosaggio e l’erogazione di almeno una dose di un secondo agente di lavaggio, in particolare di forma liquida, - un attuatore (7) suscettibile di produrre il movimento di un elemento di attuazione (7A), - un cinematismo (8-10) per produrre l’erogazione, in tempi diversi, di detto primo agente di lavaggio e di detto secondo agente di lavaggio, a seguito del movimento di detto elemento di attuazione (7A’), caratterizzato dal fatto che - in una prima fase operativa, detto elemento di attuazione (7A) è portato in una posizione di lavoro, ed ivi mantenuto, per realizzare sia l’erogazione di detto primo agente di lavaggio che il dosaggio di detto secondo agente di lavaggio; - in una seconda fase operativa, detto elemento di attuazione (7A) è riportato in posizione di riposo, per realizzare l’erogazione di detto secondo agente di lavaggio.
  54. 54. Metodo, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto attuatore (7) viene alimentato con continuità per portare detto elemento di attuazione (7A) in detta posizione di lavoro ed ivi mantenerlo, e che a seguito dell’ interruzione dell’alimentazione a detto attuatore (7) detto elemento di attuazione (7 A) è libero di ritornare verso detta posizione di riposo.
  55. 55. Dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, secondo gli insegnamenti della presente descrizione e dei disegni annessi.
  56. 56. Metodo per l’azionamento di un dispositivo dispensatore di agenti di lavaggio per una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, secondo gli insegnamenti della presente descrizione e dei disegni annessi.
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